La
rivolta dei basmachi
(in
russo
Восстание басмачей
?
,
Vosstanie basma?ej
), o
basma?estvo
(Басмачество), e stato uno dei piu importanti episodi della
guerra civile russa
. Cominciata tra 1916 e 1917, pote dirsi definitivamente conclusa solamente nel 1931, quando i sovietici vinsero le ultime resistenze
[3]
. La rivolta va inserita in una turbolenta fase della storia dell'
Asia centrale
, che trova le sue premesse nella
prima guerra mondiale
. Le popolazioni
turche
musulmane del
Turkestan russo
e dei due protettorati di
Khiva
e
Bukhara
furono le protagoniste della rivolta, che intrecciava logiche strettamente locali con grandi ideali, come il
panturchismo
e il rispetto del principio di autodeterminazione per i popoli dell'Asia Centrale
[4]
.
Il termine "Basmachi" ha origine uzbeka e indica semplicemente dei "banditi" o "briganti"
[5]
. I
sovietici
cominciarono ad utilizzarlo per indicare i ribelli musulmani locali che avevano impugnato le armi contro la rivoluzione. Il termine fu usato per sminuire i combattenti e ridurli al rango di semplici criminali, spesso dipinti come sanguinari e reazionari
[6]
. Buona parte della storiografia post-sovietica, soprattutto in
Uzbekistan
, non utilizza piu questa espressione: i ribelli sono oggi interpretati come combattenti per la liberazione nazionale
[7]
.
Risulta infatti difficile etichettare il fenomeno come semplice
brigantaggio
: al suo apice il movimento ebbe indubbiamente un'adesione di massa e persegui dei precisi obbiettivi politici, come la conservazione dell'ordine economico e sociale precedente alla
Rivoluzione
[8]
. I leader delle principali bande armate, incaricati di difendere il territorio dalla violenza e dalle requisizioni forzate, erano chiamati "
kurbashi
" , termine che indicava semplicemente il comandante. Spesso si trattava di personalita che prima di diventare "banditi" avevano avuto cariche militari o amministrative, ed erano stati punti di riferimento per le comunita locali
[9]
.
Il movimento dei basmachi affonda le sue radici nel particolare contesto della Prima guerra mondiale, che aveva coinvolto l'Asia centrale zarista, causando anche una rivolta delle popolazioni turche locali nell'estate del 1916, quando cominciarono le prime forme di
coscrizione
indirizzate ai nativi. Quello dei basmachi fu il primo moto anti-russo di massa e preparo il terreno per gli eventi successivi
[10]
. Il destino della regione si lego poi a quello della guerra civile russa, con il collasso totale del potere centrale. Tra le tante formazioni politiche di questa fase, fu particolarmente importante l'
Autonomia di Kokand
, che rivendico il diritto all'autodeterminazione per il Turkestan. Gia nel febbraio del 1918 dei distaccamenti della
Guardia Rossa
furono in grado di porre sotto assedio la citta di
Kokand
, che venne espugnata in tre giorni e i cui abitanti furono massacrati
[11]
. In questo frangente i basmachi, legati a quelle fazioni sconfitte a Kokand, cominciarono a colpire gli insediamenti russi ed in particolar modo i distaccamenti della Guardia Rossa
[12]
.
Nel corso dei sei anni successivi all'assedio di Kokand, il movimento si radico nel territorio, passando dagli attacchi sporadici ad una situazione di guerra totale, per poi declinare nuovamente in una guerra di resistenza su scala locale nella fase 1924-26. Inizialmente la zona maggiormente coinvolta dagli scontri fu la
valle del Ferghana
, dove risiedevano la maggior parte delle popolazioni sedentarie della regione; dopo la presa del potere da parte dei sovietici a
Khiva
e
Bukhara
, i combattimenti si allargarono anche a quelle aree
[13]
.
La prima fase della resistenza armata fu organizzata e diretta da
Irgash Bey
, che in breve tempo emerse come il kurbashi piu importante. Egli era stato membro della
milicija
e nel 1917 era diventato kurbashi della divisione di Kokand, per poi abbandonare la citta nei mesi dell'assedio. Irgash Bey era riuscito a stabilire una rete di piu di 30 kurbashi entro la fine del 1918, controllando complessivamente 4000 combattenti. I primi attacchi mirarono a isolare le citta in mano ai sovietici e insidiare il piu possibile il loro controllo sulle aree rurali
[14]
. Nel marzo del 1919 il leader, che ormai controllava circa 20.000 uomini, organizzo un incontro tra i vari basmachi per creare un movimento omogeneo e unito e per tentare di dare al Turkestan un'amministrazione coerente ed alternativa a quella sovietica: venne riconosciuto come
Amir al-Musulman,
cioe comandante di tutti i musulmani. Tuttavia questo tentativo ebbe vita breve e non supero l'estate del 1919
[15]
.
Irgash Bey doveva contendersi la leadership con altri leader carismatici, ed in particolar modo con
Madamin Bek
. Nato nello
uezd
di
Margilan
, nel 1917 era diventato presidente di un'organizzazione sindacale musulmana della citta. Tra il 1918-19 si costrui la sua personale rete di potere, arrivando a controllare tra i 4000 e i 5000 uomini, in grado di operare sull'intero territorio della Valle del Ferghana. Nel marzo del 1919 partecipo all'incontro voluto da Irgash Bey e ottenne il posto di deputato nell'assemblea, ma nei mesi successivi fu tra coloro che decretarono il fallimento dell'esperimento. Egli cerco l'alleanza di un'altra fazione protagonista delle lotte antisovietiche nella regione: i coloni russi
[16]
. Questi ultimi, per difendere le loro risorse agricole dalle
requisizioni
, si erano organizzati militarmente, disponendo di varie armi dal periodo della prima guerra mondiale. Erano riusciti a ritagliarsi un potere locale autonomo. In particolare, Madamin Bek nell'estate del 1919, si incontro con uno dei principali leader dei coloni,
Konstantin Monstrov
(un ex ufficiale zarista) con il quale negozio per arrivare ad un progetto di un governo del Turkestan in cui le due forze si sarebbero dovute spartire le rispettive sfere d'influenza. Alla fine del 1919 l'alleanza porto alla formazione del
Governo Provvisorio del Fergana
, con Madamin Bek nel ruolo di Presidente e Monstrov come uno dei 5 ministri del gabinetto
[17]
. Nonostante le lontananze, l'Alleanza tra i due gruppi funziono e sopravvisse ai due creatori, morti entrambi nel corso del 1920
[14]
.
I sovietici, che fino a quel momento si erano concentrati maggiormente sulle minacce dei Bianchi nella
Russia europea
e in
Siberia
, lasciando ai margini lo scenario dell'Asia Centrale, cominciarono a riorganizzare la loro presenza nella regione e a preparare il contrattacco. Gia nel febbraio del 1919 il soviet di
Tashkent
aveva organizzato il "Primo Congresso straordinario per la liquidazione dei Basmachi". Nell'estate del 1920, il generale sovietico
Michail V. Frunze
riusci a raggiungere la valle del Fergana: ora che i basmachi si trovavano di fronte ad un esercito regolare e ben addestrato, subirono gravissime perdite. Madamin Bek, dopo essersi arreso e aver tentato di negoziare con i comunisti musulmani, mori nel maggio 1920, in circostanze sospette. Per la fine dell'anno i basmachi erano stati espulsi da tutte le citta e relegati ai piccoli villaggi di montagna, dove continuarono ad operare nuovamente su scala locale negli anni successivi. Nel 1922, si erano ormai dissolte ben 119 delle 200 bande di basmachi e la regione poteva dirsi pacificata. Nel frattempo il conflitto si era spostato piu a ovest, verso gli ex emirati di Bukhara e Khiva
[18]
.
Durante la conquista zarista dell'Asia centrale, il khanato di Khiva e l'emirato di Bukhara erano rimasti formalmente autonomi, diventando due
protettorati
dell'Impero russo. La situazione si mantenne intatta nel 1917 con il Governo Provvisorio e durante la guerra civile i due governi si allinearono con le posizioni dei
Bianchi
e dei basmachi. Ma con la presa del potere da parte dei sovietici le cose mutarono: Khiva cesso di esistere nell'aprile del 1920 e venne fondata la
Repubblica sovietica popolare Corasmia
(distinta e autonoma da quella sovietica) guidata dal partito dei "
Giovani Khivani
"
[19]
. Analoga sorte spetto a
Bukhara
nell'agosto dello stesso anno, con la presa di potere del partito dei "
Giovani Bukharioti
"
[20]
. In entrambi i protettorati la resistenza continuo ad oltranza: lo stesso emiro di Bukhara,
Mohammed Alim Khan
, riusci a fuggire raggiungendo l'
Afghanistan
, da dove continuo a dirigere la resistenza. I basmachi avevano stretto fin da subito rapporti diplomatici con i leader della resistenza a Khiva e Bukhara, pronti a creare un fronte unico
[21]
.
Ma la figura piu emblematica di questa fase fu quella di
Enver Pasha
, ex leader del governo dei
Giovani Turchi
, poi deposto. Egli, che aveva la fama di grande avventuriero, covava l'ambizione di fondare un impero panturcico, paragonabile a quello di
Tamerlano
, che abbracciasse
Turkestan cinese
, Turkestan russo,
Kazakistan
e Afghanistan. Giunto in territorio sovietico subito dopo la sua deposizione a Istanbul, tento di porsi come intermediario nei rapporti turco-russi, sostituendosi al rivale
Mustafa Kemal
, presidente della
Turchia
. Ma i sovietici, non fidandosi di lui, trattarono direttamente con Kemal. A quel punto, raccogliendo un'armata di suoi fedelissimi nel
Caucaso
, nel corso del 1921 si sposto in Asia centrale, raggiungendo il territorio bukhariota orientale, nuovo fulcro della resistenza basmachi e in breve tempo ottenne la leadership del movimento
[22]
. Egli riusci a influenzare massicciamente il movimento con le sue idee panturchiste e fu anche in grado di accogliere tra le sue file tanti disertori delle RSP di Corasmia e Bukhara. Infiammo gli animi delle popolazioni locali, con tanto di chiamate alla
jihad
, e arrivo a controllare direttamente un esercito di circa 20.000 unita, nel quale introdusse una catena di comando su modello europeo. Riusci per la prima volta dall'inizio della resistenza a creare un coordinamento triangolare tra Fergana, Khiva e Bukhara, e nel corso di un anno conquisto interamente la meta orientale del territorio bukhariota. Grazie alla presenza di Enver Pasha anche la resistenza nella valle del Fergana fu in grado di revitalizzarsi e, inoltre venne costituito un nuovo importante centro di resistenza a
Samarcanda
. Proprio nell'antica capitale timuride si tenne un congresso nell'aprile 1922, che dichiaro il proprio supporto alla nascita di un Turkestan indipendente sotto la
shar'ia
[23]
.
Per Mosca, l'indipendenza del Turkestan era una condizione completamente inaccettabile. Questo sia perche avrebbe costituito un pericoloso precedente, sia perche l'economia sovietica dipendeva fortemente dal cotone dell'Asia centrale. Dunque l'Armata rossa fece tutto il possibile per affrontare la nuova pericolosa situazione: l'esercito venne potenziato con la presenza di truppe scelte, e per la prima volta, anche con truppe musulmane locali, per ridurre la forte connotazione etnico-religiosa che il conflitto aveva assunto. Queste truppe locali erano organizzate in distaccamenti volontari, detti
dobrotriady
. A molti kurbashi venne offerta l'
amnistia
in cambio della collaborazione militare e si decise inoltre di abbandonare la politica anti-religiosa di
Lenin
, in virtu di una graduale riammissione delle pratiche religiose musulmane: con una risoluzione del maggio 1922 si permise la legalizzazione delle
scuole coraniche
, la riammissione degli antichi diritti delle terre di
waqf
ed una parziale autonomia delle corti giudiziarie locali basate sulla
shar'ia
[24]
.
Si procedette inoltre ad un'immissione di
elementi indigeni
nell'amministrazione sovietica, sia a Bukhara che nel Turkestan. Questo permise alle forze sovietiche di recuperare terreno: nell'agosto del 1922, Enver Pasha venne eliminato, mentre per la fine dell'anno erano stati eliminati i principali leader basmachi nella valle del Fergana. All'inizio del 1923 vennero ripristinate le coltivazioni di
cotone
, rendendo piu difficile l'approvvigionamento per i basmachi, ma minando anche l'autosufficienza economica della regione. Ormai la ribellione era stata ridotta a singole azioni di piccoli gruppi nelle aree montane e di confine
[25]
.
Nell'area di Bukhara, sconfitto Enver Pasha, rimanevano le forze di
Ibrahim Bek
, ultimo grande leader del movimento. Egli fu in grado di dare ancora del filo da torcere alle forze sovietiche, ma ormai era venuta meno quella solida rete unitaria creata precedentemente dal generale turco. Sconfitto nel 1925, Ibrahim Bek riusci a fuggire in Afghanistan, da dove continuo a dirigere attacchi transfrontalieri. Anche a Khiva la resistenza fu strenua e i sovietici fecero ancora piu fatica a riottenere il controllo. Qui era emersa la figura di
Dzuhanid Khan
, leader tribale
turkmeno
, che divenne informalmente l'ultimo governatore del Khanato di Khiva. Egli fu in grado di occupare la capitale nel gennaio del 1924 e i sovietici impiegarono piu di un mese a riprenderne il controllo. Sconfitto, continuo a organizzare attacchi ed incursioni dalla sua base nel deserto turkmeno, per poi dover fuggire in
Iran
nel 1927
[26]
.
Oltre alla resistenza isolata di questi due leader, dunque, la situazione dell'Asia centrale sovietica puo dirsi pacificata gia a partire dalla fine del 1924. Nel biennio 1929-1930 si assistette a ulteriori recrudescenze, dovute al fatto che era cominciato il progetto staliniano di
collettivizzazione delle terre
. Questo aveva anche comportato l'abbandono della politica distensiva nei confronti dell'islam: il clero musulmano venne accusato di rallentare lo sviluppo economico e sociale della regione. Questo comporto la chiusura di tantissime
moschee
e scuole coraniche. La resistenza fu piu strenua nel
Tagikistan
orientale e nel
Turkmenistan
occidentale, due aree di confine che erano state marginali durante gli anni della rivolta
[27]
. Questo permise sia a Ibrahim Bek che a Dzuhanid Khan di tornare dai loro esili e condurre alcune operazioni militari rispettivamente nel Tagikistan orientale, al confine con l'Afghanistan, e nell'area di
Krasnovodsk
in Turkmenistan. In particolar modo, Ibrahim Khan fu in grado di sfruttare a suo favore la situazione politica interna dell'Afghanistan, dove era in corso una
guerra civile
. La fazione dei
Saqqawisti
permise ai basmachi di operare nel nord dell'Afghanistan e questo porto i sovietici a organizzare due interventi militari nel paese, rispettivamente nel 1929 e nel 1930. Con la sconfitta dei Saqqawisti, Ibrahim Bek fu catturato nel maggio 1931 e mori poco dopo
[28]
. La stessa sorte tocco nello stesso anno a Dzuhanid Khan
[27]
.
La campagna contro i basmachi permise ai sovietici di porre le prime basi per la futura sovietizzazione del territorio: esso fu interessato per tutto il corso degli anni '20 da carestie e la gestione degli approvvigionamenti risulto centrale per i due schieramenti, dato che permise loro di accattivarsi il favore popolare. Inoltre, la reintroduzione del cotone e successivamente la
collettivizzazione delle terre
, mutarono profondamente l'economia della regione. La vittoria sovietica causo tantissimi
flussi migratori
, sia esterni (in particolar modo verso l'Afghanistan), sia interni: in media, nell'area bukhariota orientale, la popolazione decrebbe del 42,5%. In un contesto di diffusa militarizzazione, dunque, la lotta per sradicare le bande dei basmachi fu propedeutica al cambiamento sociale nei villaggi e all'instaurazione di nuovi legami economici e politici tra il "centro" e la "periferia" dell'URSS
[29]
.
I Basmachi hanno sicuramente svolto un ruolo fondamentale nella modernizzazione politica dell'Asia centrale, riunendo i vari elementi della societa turkestana nel tentativo di sconfiggere un nemico comune. Per la prima volta si inizio a sviluppare un'identita politica, primitiva e parziale che prima di allora non esisteva e ci si percepiva piuttosto come musulmani o come membri di un certo clan o tribu. Alla fine della rivolta non fu piu cosi. Gli intellettuali comunisti dell'Asia centrale, furono in grado di sfruttare questo sentimento e innestarlo nel progetto staliniano di "
nation building
" all'interno dell'Asia centrale sovietica. Questi intellettuali vedevano ancora qualche virtu nella societa tradizionale e nell'eredita islamica. Questo passaggio permettera, con la caduta dell'unione sovietica, la trasformazione dei basmachi da semplici banditi a veri e propri eroi nazionali
[30]
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