Il termine
persona
proviene dal
latino
pers?na (corpo/maschera dell'attore), e questo probabilmente dall'
etrusco
phersum
(corpo/‘maschera dell'attore', ‘personaggio’), il quale procede dal greco πρoσωπον [prosopon]. Il concetto di persona e un concetto principalmente filosofico, che esprime la singolarita di ogni individuo della
specie umana
in contrapposizione al concetto filosofico di “
natura umana
” che esprime cio che hanno in comune.
Il significato attuale di persona ha origine nelle
controversie cristologiche
dei secoli IV e V. Nel corso del dibattito tra le differenti scuole teologiche, si svilupparono concetti fino allora sconosciuti. Si cercava di disporre di strumenti di pensiero filosofico, attraverso i quali mantenere un dibattito intellettuale onesto e rigoroso circa i dogmi riferiti al Λoγο? (Logos: “Parola”), e che permettessero di chiarire le differenze o similitudini di questi con
Dio Padre
. Per questo la filosofia prese in prestito dal teatro greco il termine πρ?σωπον [prosopon], e lo trasformo in un termine filosofico, definendo il Λoγο? (Logos) come Persona divina. Per affinita, il concetto fu in seguito applicato allo
Spirito Santo
, agli
angeli
e agli esseri umani tutti.
In ambito filosofico, si definisce persona un essere dotato, nella concezione moderna almeno potenzialmente
[1]
, di
coscienza di se
e in possesso di una propria
identita
[2]
. L'esempio piu evidente di persona - per alcuni l'unico - e la
persona umana
[3]
. La nozione di "persona" e anche oggetto degli approfondimenti propri dell'
antropologia filosofica
.
Il termine "persona" deriva dal
latino
pers?na
pers?nam
derivato probabilmente dall'
etrusco
[4]
φersu
[5]
, indi
φersuna
[6]
, che nelle iscrizioni tombali riportate in questa lingua indica "personaggi mascherati". Tale termine etrusco sarebbe ritenuto un adattamento del greco πρ?σωπον (
pros?pon
) dove indica il volto dell'individuo
[7]
, ma anche la maschera dell'attore e il personaggio da esso rappresentato. Secondo
Giovanni Semerano
originariamente il valore richiamava quello del latino
pars
ossia
parte, funzione, ufficio
di un personaggio, mentre quello di
maschera
e derivato e posteriore come anche per πρ?σωπον, che comunque non sarebbe in nessun rapporto etimologico con
persona
[8]
.
Un'etimologia alternativa e stata individuata nel verbo
latino
personare
[9]
, (per-sonare:
parlare attraverso
). Cio spiegherebbe perche il termine
persona
indicasse in origine la
maschera
utilizzata dagli
attori teatrali
, che serviva a dare all'attore le sembianze del
personaggio
che interpretava, ma anche a permettere alla sua voce di andare sufficientemente lontano per essere udita dagli spettatori. Tuttavia, dal punto di vista fonetico, e necessario ricordare che il verbo latino
personare
ha vocale radicale breve (?), mentre il sostantivo
persona
presenta una vocale lunga (?). E inoltre chiaro che la capacita di farsi sentire da lontano era piuttosto da attribuire alla forma del
teatro
che non alla maschera indossata dall'attore. Tale etimologia, infine, si scontra con l'assenza in latino di altri sostantivi in
-?na
di tipo
deverbale
, mentre sembra piu vicina a termini di origine etrusca in -?na, da rintracciare in particolare nell'
onomastica
. Ciononostante, e probabile che i due termini siano stati accostati in ambito latino
paretimologicamente
sulla base della prossimita semantica e dell'ambito d'uso.
Con lo
Stoicismo
il termine "persona" inizio ad indicare l'essere umano che ha un ruolo nel mondo affidatogli dal suo destino.
Alano di Lilla
(1125-1202), in
Regulae de sacra Theologia
(XXXII), sostenne che l'origine del termine andava cercata nell'espressione latina
res per se una
, etimologia fantasiosa che tuttavia ebbe non pochi seguaci tra gli autori
scolastici
.
Il filosofo greco
Aristotele
nella sua
Politica
definisce l'essere umano, per natura, dalla nascita, come "animale razionale", e come "animale politico" (Politica, libro I, 2, 1253a; e III, 6, 1278b, 19-21), che tende per esigenze economiche ed intellettive a abitare e vivere con altre persone, organizzandosi in gruppi, famiglie (
oikos
), villaggi e citta (
polis
).
Il primo autore a trasferire il termine "persona", dall'utilizzo comune di "maschera" teatrale e "faccia", nell'ambito filosofico fu lo
stoico
greco
Panezio
(185-109 a.C.)
[10]
[11]
. L'etica stoica antica sosteneva l'eguaglianza di tutti gli esseri umani i quali condividevano gli stessi doveri morali. Come nota
Max Pohlenz
[12]
, Panezio era di origine e di sentimenti un aristocratico, convinto assertore delle differenze umane determinate dalle circostanza ambientali, egli sostenne che l'uomo non portava sulla "scena" della vita la sola maschera (
prosopon
) generica dell'essere umano, ma anche quella che caratterizzava la propria individualita fin dalla nascita alla quale, successivamente, se ne aggiungevano altre due: una terza, determinata dalle vicissitudini della vita, e una quarta caratterizzata dalla sua attivita lavorativa. Cosi chiosa Pohlenz:
≪Per la prima volta qui si da un riconoscimento etico alla personalita individuale≫
anche se il filologo tedesco si affretta a precisare che nell'epoca classica:
≪Il ruolo decisivo rimane riservato alla natura umana universale, che sottomette l'individuo alla legge razionale, obbligatoria in egual modo per tutti, e fissa i limiti entro i quali dovra svilupparsi l'individualita di ciascuno≫
Comunque:
≪Fu lui che per primo valuto pienamente, anche sul piano scientifico ed etico, il significato della personalita individuale≫
La nozione greca di "persona" elaborata da
Panezio
verra ripresa e diffusa nel mondo romano da
Cicerone
(106-43 a.C.):
(
LA
)
≪Intellegendum etiam est duabus quasi nos a natura indutos esse personis; quarum una communis est ex eo, quod omnes participes sumus rationis praestantiaeque eius, qua antecellimus bestiis, a qua omne honestum decorumque trahitur et ex qua ratio inveniendi officii exquiritur, altera autem quae proprie singulis est tributa.≫
(
IT
)
≪Oltre a questo, bisogna riflettere che la natura ci ha come dotati di due caratteri (
personis
): l'uno e comune a tutti, per cio che tutti siamo partecipi della ragione, cioe di quella eccellenza onde noi superiamo le bestie: eccellenza da cui deriva ogni specie di onesta e di decoro, e da cui si desume il metodo che conduce alla scoperta del dovere; l'altro invece e quello che la natura ha assegnato in proprio alle singole persone.≫
(
LA
)
≪Ac duabus iis personis, quas supra dixi, tertia adiungitur, quam casus aliqui aut tempus imponit, quarta etiam, quam nobismet ipsis iudicio nostro accommodamus.≫
(
IT
)
≪In verita a quei due caratteri (
personis
), di cui ho parlato piu sopra, se ne aggiunge un terzo, che ci e imposto dal caso o dalle circostanze; e ancora un quarto, che noi stessi ci assegniamo di nostro libero arbitrio.≫
Il termine greco di "persona" (προσ?πων) compare per la prima volta, nella letteratura cristiana, nella
Seconda lettera ai Corinzi
di
Paolo di Tarso
:
(
el
[13]
)
≪συνυπουργο?ντων κα? ?μ?ν ?π?ρ ?μ?ν τ? δε?σει, ?να ?κ πολλ?ν προσ?πων τ? ε?? ?μ?? χ?ρισμα δι? πολλ?ν ε?χαριστηθ? ?π?ρ ?μ?ν.≫
(
IT
)
≪grazie anche alla vostra cooperazione nella preghiera per noi. Cosi, per il favore divino ottenutoci da molte persone, saranno molti a rendere grazie per noi.
[14]
≫
La nozione di "persona" e essenziale nella formulazione delle due verita di fede cristiana piu centrali: la Trinita (Dio e Uno ma in tre Persone) e l'incarnazione del Verbo in Gesu (due nature, divina e umana, in una sola Persona, secondo la dottrina del
diofisismo
, la Seconda della Trinita, il
Figlio
o
Verbo
)
[15]
.
Per fissare i concetti e stata particolarmente importante la definizione che
Boezio
ha dato di "persona" nel
De consolatione philosophiae
(fra le altre opere), come “rationalis naturae individua substantia”, (
sostanza
individuale di natura
razionale
).
[16]
Come in tutte le definizioni aristoteliche, sono presenti il
genere
e la differenza specifica (quella che determina la specie): il genere e l'
individua substantia
, mentre la differenza specifica e il
rationalis naturae
che identifica le persone con le specie dotate di intelletto o ragione (Dio, gli angeli e l'uomo).
[17]
Tommaso d'Aquino chiari che gli esseri di natura razionale sono quelli che hanno il dominio dei propri atti e che si muovono da se stessi e non per la spinta di altri.
[18]
Un'altra definizione, piu completa, e quella di
Giovanni Damasceno
: "La persona, esprimendo se stessa attraverso le sue operazioni e proprieta, pone di se una manifestazione che la distingue dalle altre della stessa specie."
[19]
La presenza di un credo
trinitario
non e chiaramente espressa nei vangeli canonici: esistono formule triadiche,
[20]
ma occorre aspettare il II secolo, con le opere di
Teofilo di Antiochia
(II secolo)
[21]
e di
Tertulliano
(155-230)
[22]
, per arrivare ad una piu precisa nozione teologica e al conseguente termine di "Trinita".
In questo ambito il termine latino di "persona" fu utilizzato da
Tertulliano
(155-230) per indicare la distinta realta del Figlio
[23]
e dello Spirito santo
[24]
dal Padre
[25]
: "una sostanza, tre persone" (
una substantia, tres personae
)
[26]
; mentre con
Gregorio Nazianzeno
(329-390) tale termine assume anche nella tradizione cristiana un significato ulteriore e differente da quello di maschera riguardando invece l'umana indipendenza e intelligenza
[27]
.
Il termine "persona" venne dunque impiegato da
Tertulliano
per tentare di spiegare in termini comprensibili alla
ragione
umana
il
dogma
della Trinita. Si trattava, da questo punto di vista, soprattutto di difendersi dalle accuse di
politeismo
e di arginare le varie
eresie
cristologiche
, tendenti a negare ora l'umanita ora la divinita di
Cristo
. "
Dio
e un'unica
sostanza
in tre Persone" (
una substantia tres personae
). Da questa posizione emerge la nozione di "persona" come
relazione
all'interno di
Dio
tra il
Padre
, il
Figlio
e lo
Spirito Santo
, e quindi relazione con gli uomini. Per analogia tra il
Creatore
e la creatura, inoltre, il termine "persona" risultava applicabile all'uomo stesso.
Tommaso di Aquino riprende la definizione di persona data da Boezio, come sostanza individuale di natura razionale. La persona e identificata quindi da tre proprieta:
- individualita: cio che e indistinto in se stesso e distinto dagli altri;
- sostanzialita: unione di forma e materia, non per accidente;
- razionalita: natura intellettuale, quanto di piu nobile c'e in tutto l'universo.
Secondo l'Angelico, persona "significa sussistente distinto nella natura divina".
[28]
In Dio la nozione di Persona presenta alcune differenze rispetto all'uomo: si puo dire che Dio e di ≪natura ragionevole≫, in quanto ragione significa natura intellettuale, e non in quanto implica processo discorsivo del pensiero umano. Essere ≪ sostanza ≫ conviene a Dio in quanto essa significa esistere per se, essendo Dio privo di accidente. A Dio non puo convenire di essere ≪individuo≫, come se il principio della sua individuazione fosse la materia: ma solo in quanto individuo include incomunicabilita.
San
Tommaso d'Aquino
concorda con questa definizione che commenta, evidenziando la differenza con l'ordine del regno animale: ≪l'uomo di sua natura e un animale sociale e politico fatto per esistere insieme ad altri anche piu di qualsiasi altro animale; e questo risulta evidente dalle sue necessita di ordine naturale. Infatti, agli altri animali la natura fornisce cibo, rivestimenti di peli, armi di difesa come denti, corna, unghie, o almeno la velocita di fuggire. La natura dell'uomo e invece tale da non avere nessuna di queste cose: al loro posto gli e data la ragione per mezzo della quale puo procurarsi tutte con l'opera delle sue mani. Ma a far questo un solo uomo non basta. Infatti, un uomo non potrebbe vivere da solo, senza che gli venga a mancare qualcosa di necessario. Dunque, l'uomo per natura vive in societa con gli altri≫.
[29]
.
Tommaso D'Aquino modifico la definizione boeziana di persona, sostituendo all'
individua substantia
i riferimento alla
sussistenza
della persona. La persona e quindi caratterizzata dalla perseita, cioe dall'essere per se, un'entita completa in se stessa e ontologicamente chiusa, benche la ragione apra la persona anche alla dimensione relazionale con Dio e col prossimo. La persona e quindi definita come: ≪Omne subsistens in natura rationali vel intellectuali est persona≫ (≪ogni essere sussistente dalla natura razionale o intellettuale, e persona≫).
[30]
Fra le persone divine sussiste la categoria di relazione: relazione di paternita del Padre verso il Figlio, relazione di filialita del Figlio verso il Padre, relazione di amore tra il Padre e il Figlio che e lo Spirito Santo.
La corrente filosofica che si e maggiormente soffermata su questo concetto, facendone il cardine della propria riflessione e il
Personalismo
. Tale termine designa un movimento di
pensiero
di matrice
cristiana
(prevalentemente
cattolico
) nato in
Francia
, agli inizi degli
anni trenta
, attorno alla
rivista
Esprit
di
Emmanuel Mounier
. Si tratta di una corrente che si esprime coerentemente in piu posizioni articolate tra loro. Innanzitutto e una risposta
politica
, una "terza via" tra i pericoli dell'
individualismo
capitalista
e il collettivismo delle
ideologie
comuniste
e
fasciste
(ideologie mai pero equiparate dai pensatori personalisti, contraddistinti da un forte impegno cristiano-
democratico
orientato decisamente a
sinistra
). Nel personalismo
coscienza
e responsabilita sociale non si contraddicono, ma sono dimensioni indispensabili per la piena realizzazione dell'uomo che in quanto persona e appunto relazione, relazione con Dio e con il
prossimo
.
Altro tema caro al personalismo e rivalutazione della
corporeita
e la critica delle interpretazioni
dualistiche
. In questo clima filosofico si ritrovano pensatori anche differenti tra loro e che danno vita a ricerche altrimenti articolate: tra questi
Paul Ricœur
, maestro francese della
fenomenologia
e dell'
ermeneutica
, o
Jacques Maritain
, che da un grande contributo allo sviluppo del
Neotomismo
nel
Novecento
.
Vengono considerati "personalisti" filosofi anche non cristiani ma appartenenti alla
religione
ebraica
, come
Martin Buber
ed
Emmanuel Levinas
, in quanto nelle loro riflessioni insistono notevolmente sulla relazionalita
[31]
. Col personalismo si intrecciano piu correnti del Novecento, in particolare il neotomismo, la fenomenologia e l'
esistenzialismo
cristiano (per quest'ultimo si faccia riferimento soprattutto a
Gabriel Marcel
).
In
Italia
assumono posizioni chiaramente personaliste
Luigi Pareyson
e, nella prassi piu politica, a questa corrente si richiama il gruppo cosiddetto dei "professorini":
Fanfani
,
Lazzati
,
La Pira
,
Dossetti
.
Studioso di Mounier e forte sostenitore dell'attualita del personalismo e
Virgilio Melchiorre
, dell'
Universita Cattolica di Milano
. Ricordiamo tra le opere piu significative: "
Corpo e persona
", "
Essere e parola
", "
La via analogica
".
A differenza del "personalismo ontologico" di matrice cristiana e "
tomista
", esiste una corrente del pensiero moderno, che va da
Locke
a Singer ed
Engelhardt
, secondo la quale si puo parlare propriamente di "persona" solo se sussistono determinate caratteristiche o "funzioni" presenti "
in atto" e non solamente "in potenza
", come: la coscienza, la capacita di interagire con altri esseri, di pensare in modo razionale, di "intendere e di volere", e cosi via. Prendendo le mosse da Locke - il quale definisce la persona come "un essere pensante intelligente, dotato di ragione e riflessione, che puo considerare se stesso come se stesso, cioe la stessa cosa pensante in diversi tempi e luoghi"
[32]
- Singer ed Engelhardt, pertanto, non considerano "persone", in questa accezione, per esempio, i feti umani ed i neonati
anencefalici
, gli individui in
stato vegetativo permanente
, i malati di
Alzheimer
. Tuttavia, il vero discrimine, per poter godere di considerazione etica, ed essere ritenuti portatori di diritti, e la capacita di provare sensazioni dolorose, come gia in
Jeremy Bentham
[33]
.
Di persona si e tornato a parlare prepotentemente nell'attuale dibattito sulla
bioetica
. In particolare si e fatto urgente il tentativo di dare risposte a domande del genere: e persona un embrione? Quando comincia a esserlo? E persona ancora chi si trova in stato di morte cerebrale?
Tematiche aperte nelle quali spesso e facile il fraintendimento e l'incomprensione proprio perche e dato per implicito un certo modo di intendere la persona.
Come gia visto in un precedente paragrafo, l'autore che in questi anni si e distinto per le posizioni piu "forti" e certamente
Peter Singer
. A partire dal suo celebre libro "
Liberazione animale
", e nel saggio "Killing Humans and Killing Animals"
[34]
egli ha proposto una riformulazione rivoluzionaria. Se si intende la persona non come centro di atti, ma come un essere in grado di rappresentare se stessa continuativamente nel tempo, da questa definizione bisognerebbe dedurre che persona possono essere certamente le
grandi scimmie antropomorfe
ma non ancora un
neonato
, per esempio. Dunque la posizione del filosofo australiano porterebbe ad allargare i diritti in un campo interspecifico, cioe verso altre specie animali diverse da quella umana, restringendo pero allo stesso tempo i diritti (questa almeno e la critica che molti gli fanno) di alcune forme di vita umana. E sbagliato per Singer impiegare animali sani nella ricerca, altrimenti si dovrebbero, a maggior ragione, utilizzare per questi scopi anche i neonati anencefalici o pazienti in stato vegetativo persistente. Dunque, in nessuno dei due casi e lecito.
Molti critici delle posizioni bioetiche cattoliche sostengono che alcuni teologi autorevoli del passato concordano nel ritenere un embrione "non persona". Fanno riferimento ad autori fondamentali, come
San Tommaso d'Aquino
ed
Agostino d'Ippona
che in effetti ritenevano che l'
anima
(dal greco
anemos
, respiro) subentrasse nell'individuo in un momento successivo al suo concepimento fisico, quando la donna percepiva i primi movimenti fetali. Per i metafisici cattolici come Tommaso e evidentemente la presenza dell'anima a fare di un uomo una persona. Dunque anche per lui l'embrione non sarebbe tale.
Il filosofo
Adriano Pessina
, studioso di
Henri Bergson
e allievo del prof.
Adriano Bausola
, di fronte all'uso non soltanto analogo, ma equivoco, del termine persona nei dibattiti bioetici, propone di ritornare a parlare dell'essere umano e dei suoi diritti
[35]
. Al di la di questa proposta "pragmatica", in sede
teoretica
Pessina ricorda, dopo aver evidenziato l'uso
teologico
della nozione di persona
[36]
che e stato proprio
Tommaso d'Aquino
a sottolineare che la nozione di persona umana, a differenza di quella di persona, e una nozione univoca, che indica esclusivamente l'essere umano nella sua unicita empirica. Nella storia della filosofia, troviamo almeno tre significati di persona riferiti all'uomo: la persona come soggetto psichico (
John Locke
), la persona come agente morale (
Immanuel Kant
) e la persona umana come soggetto ontologico (
Tommaso d'Aquino
). Pessina sviluppa una serrata critica alle teorie di
Peter Singer
che intendono attribuire anche all'animale la peculiarita della persona e mette in luce come sia proprio la soggettivita
ontologica
ad essere la condizione di possibilita della soggettivita psichica e morale
[37]
. Nel saggio del 2009,
Biopolitica e persona
[38]
, Pessina ha evidenziato come la sostituzione della nozione di essere umano con quello di persona, intesa nell'accezione psichica o etica, si e trasformata in uno strumento di discriminazione tra gli esseri umani, che rischiano di perdere i loro diritti proprio nelle condizioni di estrema fragilita, quali lo sviluppo e la malattia.
E comunque interessante notare come un concetto nato dalla teologia cristiana possa finire per essere utilizzato da cristiani e non cristiani contro le posizioni non medievali di una Chiesa ritenuta "cristiana".
Si tratta di un termine fondamentale della
cultura
occidentale, che si rappresenta appunto come civilta che riconosce il sacro valore dell'individuo-persona. Cio la contraddistingue dalle societa orientali, tradizionalmente finora piu marcatamente
comunitariste
.
Il concetto di "soggetto" e di relazione "soggetto-oggetto" costituisce un tema chiave della
cultura
, della
filosofia
e della
teologia
occidentali.
Il soggetto si configura progressivamente, nel corso della
storia
, come individuo autonomo, fulcro del sistema socio-culturale.
Il concetto di "
personal identity
" si delinea chiaramente nella seconda edizione (1694) del "
Saggio sull'intelletto umano
" di
John Locke
.
[39]
Da allora la centralita dell'individuo nel sistema sociale "ha ossessionato le filosofie dell'occidente".
[40]
). Importanti correnti culturali contemporanee hanno messo in rilievo la capacita dell'individuo di autoplasmarsi, di scolpire se stesso come una statua (
Michel Foucault
, "Tecnologie del se", 1992). La liberta personale diventa, di conseguenza, il valore fondamentale de "La societa degli individui" (
Norbert Elias
, 1987).
La differenza sostanziale tra
individuo
e
persona
, consiste nel fatto che il primo sia provvisto soltanto di coscienza, mentre la seconda anche di autocoscienza e personalita; sia quindi in grado di ri-conoscersi
[41]
. Questa differenza ha convinto alcuni studiosi a ritenere che possano esistere persone non umane
[41]
, ossia creature, umane o extraumane ipotizzate, che possano come noi essere autocoscienti e quindi dotate di dignita o, come si ritiene in ambito religioso, di anima.
Una fenomenologia della persona viene proposta all'inizio del XX secolo da
Max Scheler
nell'opera
Der Formalismus in der Ethik und die materiale Wertethik
(1913-1916).
[42]
La persona viene distinta dal soggetto e dall'Io (e questo permette di evitare il paradosso di Peter Singer) e ripensata in riferimento al concetto di atto e di
ordo amoris
. La sua caratteristica principale e quella di assumere una forma e costituire la propria identita mediante la
co-esecuzione
dell'atto, cioe di fronte all'altro e non autoprogettualmente
[43]
, tuttavia in una prospettiva dinamica e non statica in quanto la caratteristica della persona e quella di materializzare ≪l'essere totale di un uomo in una forma, in una struttura, ma non come puo avvenire per la forma di una statua […] bensi in una forma del tempo, di una totalita che consiste solo ed esclusivamente in decorsi, processi e atti≫
[44]
. Proprio l'esempio della statua, che ritroviamo successivamente anche in Foucault, permette di mettere in luce le divergenze: al contrario di
Foucault
in
Scheler
la persona non realizza la propria forma incompiuta in senso autoprogettuale, ma solidaristico, cioe attraverso l'esempio dell'altro (teoria del
Vorbild
)
[45]
e in interazione con i suoi atti dell'odiare e dell'amare. Altrettanto la liberta della persona non e piu risolvibile nel libero arbitrio del soggetto, ma diventa una liberta situata, cioe condizionata dal problema della realizzazione solidaristica della persona.
- ^
Cfr. ad esempio
≪A person is the type of entity that possesses a mind. (The mind does not have always to be conscious: a sleeping or comatose person is still a person.)≫
- ^
Luigi Stefanini
e
Franco Riva
, rilevando che seppur la precisazione della nozione di "persona" e tutt'oggi irta di "dubbi e difficolta", ritengono che il percorso moderno di questo concetto avrebbe chiarito che con esso si possa intendere:
≪l'ente che si esprime a se stesso nell'atto in cui intende, vuole e ama≫
Brian Garrett
, domandandosi cosa si possa intendere con "persone" (cfr.
Routledge Encyclopedia of Philosophy
1.0, Londra e New York, Routledge, 1998, pp. 6437 e segg), lega direttamente gli approfondimenti di tale nozione alle conclusioni cui giunse gia nel XVII secolo
John Locke
quando sostenne che "persona" e ≪a thinking, intelligent being, that has reason and reflection, and can consider itself as itself, the same thinking thing, in different times and places≫. (
An Essay Concerning Human Understanding
Book II, (27): 9). Anche
Giovanni Jervis
considera valide alcune conclusioni a cui giunse il filosofo inglese tre secoli fa:
≪Gran parte delle sue considerazioni sono valide oggi a tre secoli di distanza. Concetti come persona, identita e se, trovano qui una definizione che e gia moderna, e che concretamente ci e utile≫
- ^
≪If all persons are human beings, this is just a contingent truth.≫
- ^
voce
Persona
Vocabolario Treccani
- ^
Pers?na: lat.
pers?na
dall'etrusco
phersu
'maschera'? 1219. (dizionario
Zanichelli
)
- ^
φ si intende come "p"
aspirata
adattata in latino come occlusiva semplice.
- ^
πρ?σωπον, ου
faccia, volto, aspetto
, letteralmente
parte anteriore del viso
: v. μ?τωπον. Dalla prep.
πρ??
(v.) unita, con la base corrispondente ad
accad.
?pum
<
appum
(parte superiore, naso, viso 'snout, tip, croun, nose'), sir.
app?
(viso, 'Gesicht'): cfr.
παρεια?
. (da
Dizionario della lingua greca
in
Le origini della cultura europea. Vol. II, Dizionari etimologici, Basi semitiche delle lingue indoeuropee
, Giovanni Semerano, p. 241)
- ^
pers?na, -ae
personaggio, parte, compito, dignita, maschera
. Il valore originario richiama quello di lat. ≪pars≫
parte, funzione, ufficio
(Ter.,
Eun.
26) di un personaggio, mentre quello di "maschera" e derivato. A fuorviare la ricerca etimologica concorse il costante accostamento a
πρ?σωπον
(v.), con il quale "persona" etimologicamente non ha nulla da vedere: anche per
πρ?σωπον
il significato di "maschera" e posteriore. La base di ≪pers?na≫ corrisponde a
ant. bab.
par?u
(compito, parte, ufficio, 'Amt.: es.
par?u ?arr?ti
Konigsmat'); cfr.
persu
(parte, settore, delimitazione, 'Teil, Abtrennung'); per la formazione di ≪pers?na≫, oltre alla base
par?u
calcata su
persu
(parte), interviene l'afformante -
?na
corrispondente a quella accadica
-?nu
: accad.
d?'ik?nu
(l'assassino) da
daku
(uccidere, 'schlagen'),
?arr?q?nu
(il ladro), da ?ar?qu (rubare, 'stehlen') etc. (da
Dizionario della lingua latina e di voci moderne
in
Le origini della cultura europea. Vol. II, Dizionari etimologici, Basi semitiche delle lingue indeuropee
, Giovanni Semerano, p. 514)
- ^
Etimologia : persona;
dizionario etimologico
redatto da
Pianigiani
.
- ^
Evidenzia comunque
Max Pohlenz
:
≪i Greci avevano da tempo esteso il termine πρ?σωπον, "faccia", "maschera", all'uomo rappresentato, e i Romani, traducendo πρ?σωπον con
persona
, tennero loro dietro≫
- ^
Di Panezio non conserviamo alcuna opera se non frammenti che sono stati raccolti da
Modestus Van Straaten
in
Panaetii Rhodii Fragmenta
, Leida, 1946. Il capolavoro dello stoico greco fu comunque il
Peri tou kathekontos
(Sul dovere), opera perduta, a cui e possibile risalire tramite il
De officiis
di
Cicerone
a cui questa si ispira.
- ^
Max Pohlenz
,
La Stoa
. Milano, Bompiani, 2005, pp. 408 e segg.
- ^
≪sunupourgount?n kai um?n uper ?m?n t? de?sei ina ek poll?n pros?p?n to eis ?mas charisma dia poll?n eucharist?th? uper ?m?n≫
- ^
Bibbia CEI 2008
- ^
Catechismo della Chiesa Cattolica
, 253-267 e 461-483
- ^
Boezio,
Liber de persona et duabus naturis contra Eutychen et Nestorium
, capitolo III, Migne, PL 64, 1343.
- ^
Battista Mondin,
Ontologia e metafisica
, ESD, 2022, p. 260
- ^
Summa Theologiae
, I, q. 28, a. 2. Citata in Mondin,
Ontologia e metafisica
, ESD, Bologna 2022, p. 262
- ^
Dialectica
(cap. 43), in:
Die Schriften des Johannes von Damaskos
, Vol.I,
Institutio elementaris. Capita philosophica (Dialectica)
, a cura di Bonifatius Kotter, (Patristische Texte und Studien 7), Berlino, 1969; la
Dialectica
e alle pp. 47-146.
- ^
Cfr. ad esempio il
Vangelo di Matteo
28,19 dove Gesu comanda ai suoi discepoli di battezzare nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo:
(
EL
)
≪πορευθ?ντε? ο?ν μαθητε?σατε π?ντα τ? ?θνη, βαπτ?ζοντε? α?το?? ε?? τ? ?νομα το? πατρ?? κα? το? υ?ο? κα? το? ?γ?ου πνε?ματο?≪poreuthentes oun math?teusate panta ta ethn? baptizontes autous eis to onoma tou patros kai tou uiou kai tou agiou pneumatos≫≫
- ^
Teofilo di Antiochia, apologeta di lingua greca, utilizzo nel suo
Apologia ad Autolycum
(II,15) il termine τρια?
trias
- ^
Tertulliano, apologeta di lingua latina, utilizzo nel suo
De pudicitia
(XXI) il termine
trinitas
.
- ^
Tertulliano
,
Adversus Praxean
VII
- ^
Tertulliano
,
Adversus Praxean
XI.
- ^
L'utilizzo di questo termine in tale contesto teologico cristiano lo si deve per
analogia
, ovvero al fatto di cercare di:
≪adombrare i misteri della fede sulla base dell'esperienza dell'uomo fatto a immagine di Dio≫
- ^
Tertulliano,
Adversus Praxean
(
Contro Prassea
), 12, 7; 18,2.
Joseph Ratzinger
,
Dogma e predicazione
. Brescia, Queriniana, 1973, p. 174
- ^
Luigi Stefanini
e
Franco Riva
,
Op.cit.
.
- ^
I Sent. 25, q. 2, a. 1
- ^
La politica dei principi cristiani
(
De Regimine Principium
), Edizioni Cantagalli, Siena, 1997, pp. 14-15
- ^
Battista Mondin
,
La metafisica di S. Tommaso d'Aquino e i suoi interpreti
, Studio Domenicano, 2002, p. 261,
ISBN
9788870944648
,
OCLC
1025495651
.
- ^
Si veda il
principio dialogico
di Buber, o la critica all'
ontologia
di Levinas in nome del primato del rapporto
etico
della coscienza con la
trascendenza
, l'
infinito
che non e mai un
essere
in terza persona da catalogare
- ^
John Locke,
Saggio sull'intelletto umano
, Torino, UTET, 1971, p. 394.
- ^
Peter Singer,
Etica pratica
, Liguori, 1995, p. 126,
ISBN
9788820716882
.
- ^
Inquiry: An Interdisciplinary Journal of Philosophy
, Vol. 22, 1-4, 1979, pp. 145-156
- ^
A. Pessina,
Bioetica. L'uomo sperimentale
, Milano, Bruno Mondadori, 2006
- ^
A. Pessina "Venire al mondo. Riflessione filosofica sull'uomo come figlio e come persona, in Cariboni, Oliva, Pessina, Il mio amore fragile. Storia di Francesco", XY.it. Editore, Arona 2011
- ^
A. Pessina,
Barriere delle mente e barriere del corpo. Annotazioni per un'etica della soggettivita empirica
in A. Pessina,
Paradoxa. Etica della condizione umana
, Milano, Vita e Pensiero, 2010
- ^
Rivista Medicina e Morale. Rivista internazionale di bioetica
- ^
Libro II, Capitolo XXVII (
Of Identity and Diversity
)
- ^
Remo Bodei
, "Destini personali", Milano, Feltrinelli, 2002, p.
- ^
a
b
Persone non umane: una sfida antropologica | Rivista di Scienze Sociali
, su
www.rivistadiscienzesociali.it
.
URL consultato il 17 novembre 2015
.
- ^
Max Scheler,
Il formalismo nell'etica e l'etica materiale dei valori
, Milano, Bompiani, 2013.
(Con testo originale tedesco a fronte, con traduzione e saggio introduttivo di R. Guccinelli e introduzione di R. de Monticelli)
- ^
Per uno sviluppo di questa prospettiva cfr. Guido Cusinato,
Sistemi personali e sistemi autopoietici
Archiviato
il 25 aprile 2012 in
Internet Archive
.
- ^
Max Scheler,
Formare l'uomo
, Milano, 2009, pp. 54-55
- ^
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Modelli e capi
, Milano, FrancoAngeli, 2011
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