Publio Ovidio Nasone
, noto semplicemente come
Ovidio
(in
latino
Publius Ovidius Naso
[1]
,
pronuncia classica o
restituta
:
[?puːbl?.?s ??w?d?.?s ?naːsoː]
;
Sulmona
,
20 marzo
43 a.C.
[2]
?
Tomi
,
17
o
18 d.C.
[2]
[3]
[4]
), e stato un
poeta
romano
, tra i principali esponenti della
letteratura latina
e della
poesia elegiaca
.
Fu autore di molte opere, tradizionalmente situabili in tre fasi, la prima delle quali tra il
23 a.C.
e il
2 d.C.
, rappresentata dalle opere elegiache di argomento amoroso e comprende gli
Amores
,
[1]
[4]
le
Heroides
[1]
[4]
(
Epistulae heroidum
) e il ciclo delle elegie a carattere erotico-didascalico. Le opere della seconda fase, tra il
2 d.C.
e l'
8 d.C.
[3]
, sono
Metamorfosi
[1]
[3]
[4]
(
Metamorph?ses
o
Metamorphos?on libri
) e i
Fasti
,
[1]
[3]
[4]
di intonazione religiosa, mitologica e politica. Nella terza e ultima fase della produzione ovidiana, compresa tra l'
8 d.C.
e la morte (
17
o
18 d.C.
), si includono le elegie dell'invettiva e del rimpianto:
Tristia
[1]
[4]
(
Tristezze
[3]
),
Epistulae ex Ponto
[1]
[4]
(
Lettere dal Ponto
[3]
),
Ibis
.
[1]
[3]
.
Ovidio fu autore anche di altre opere, andate oggi perdute, tra cui una
Gigantomachia
e una
tragedia
, la
Medea
.
[1]
.
La fama di Ovidio fu grande in vita quanto nelle epoche successive alla sua morte: ne riprendono i temi o ne imitano lo stile, tra gli altri,
Dante Alighieri
,
Francesco Petrarca
,
Giovanni Boccaccio
,
Ludovico Ariosto
,
William Shakespeare
,
Giambattista Marino
e
Gabriele D'Annunzio
.
[3]
Inoltre, innumerevoli sono gli spunti che le
Metamorfosi
hanno fornito a pittori e scultori italiani ed europei.
[3]
[5]
.
Sulla vita di Ovidio le uniche testimonianze piu circostanziate provengono dal poeta stesso, fondamentalmente dall'elegia di natura autobiografica nel quarto libro dei
Tristia
[6]
.
Ovidio nacque a
Sulmo
(l'odierna
Sulmona
, in
provincia dell'Aquila
), nella
Regio IV Samnium
, il 20 marzo del
43 a.C.
in una famiglia facoltosa appartenente alla
classe equestre
. All'eta di 12 anni si reco a
Roma
con il fratello Lucio, poi morto prematuramente, per completare gli studi, dove ebbe, appunto, modo di frequentarne le lezioni di grammatica e retorica dai piu insigni maestri dell'Urbe, quali
Marco Aurelio Fusco
e
Marco Porcio Latrone
ː
Seneca il Vecchio
, che ci riporta tali notizie, ricorda, inoltre, che Ovidio declamava raramente, per lo piu
suasorie
. In seguito si reco, com'era costume ormai da un secolo, ad
Atene
, visitando, durante il viaggio di ritorno, le citta dell'Asia Minore, l'
Egitto
e per un anno soggiorno in
Sicilia
.
Tornato a Roma, Ovidio intraprese la carriera pubblica, senza distinguersi per zelo o importanza di
honores
ː fu, infatti, uno dei
decemviri stilibus iudicandis
e dei
tresviri
, i funzionari, forse, di polizia giudiziaria. Non aspiro, comunque, al seggio nel
Senato
, pago della propria dignita equestre e, contrariamente al fratello e contro la volonta di suo padre, si dedico agli studi letterari. Inizialmente ebbe contatti con il circolo di
Messalla Corvino
, che lo stimolo a dedicarsi alle lettere, conoscendo, poi,
Properzio
e, per poco,
Virgilio
, dal primo dei quali trasse l'ispirazione per la poesia elegiaca.
Intanto, si sposo per tre volte: ma, se nei primi due casi, divorzio presto, il terzo matrimonio e invece il piu significativo. Delle prime due mogli non si sa nulla, tranne che da una di loro nasce Ovidia, a sua volta scrittrice colta. Il terzo matrimonio con Fabia, appartenente all'omonima
gens
, vedova con una figlia, gli avrebbe dato una fedele consorte nella gioia e nel dolore, della quale il poeta, nelle sue opere, conserva un ricordo commosso.
Nell'
8 d.C.
Ovidio cade in disgrazia presso l'
imperatore
Augusto
e viene relegato nella lontana
Tomi
(oggi
Costanza
), un piccolo centro portuale sul
mar Nero
, nell'attuale
Romania
. Nei
Tristia
, scrive:
(
LA
)
≪Perdiderint cum me duo crimina, carmen et error
alterius facti culpa silenda mihi≫
(
IT
)
≪Due crimini mi hanno perduto, un carme e un errore:
del secondo debbo tacere le mie colpe≫
Il poeta dunque attribuisce l'esilio a un
carmen et error
, ma tale vaga espressione ha favorito il proliferare di interpretazioni diverse, alcune probabili, altre piu fantasiose, riguardo al possibile
error
. In primo luogo, Ovidio potrebbe aver avuto illecite relazioni con
Giulia maggiore
, figlia dell'allora imperatore
Augusto
e della seconda moglie
Scribonia
, nonche gia moglie del futuro imperatore
Tiberio
(figliastro di Augusto, in quanto figlio della terza moglie
Livia Drusilla
e del primo marito di costei): Giulia maggiore sarebbe cantata negli
Amores
con lo pseudonimo di Corinna; le allusioni e i parallelismi negli
Amores
attorno alla figura di Corinna furono visti come tentativo per danneggiare l'immagine di Tiberio, intralciando i piani di successione di Livia Drusilla madre di costui
[7]
Ancora, Ovidio sarebbe stato sospettato di favoreggiamento e forse di correita nelle relazioni di
Giulia minore
, figlia di Giulia maggiore, nipote di Augusto e moglie di Lucio Emilio Paolo, col giovane patrizio
Decimo Giunio Silano
, oppure avrebbe scoperto illeciti rapporti di Augusto a corte o avrebbe curiosato imprudentemente sulla condotta privata e sulle abitudini intime di Livia Drusilla; o ancora, avrebbe partecipato alla congiura di
Agrippa Postumo
, pretendente al trono, contro
Tiberio
.
Il termine
carmen
farebbe, invece, riferimento alle opere di Ovidio, in contrasto con i principi della restaurazione augustea (specialmente l'
Ars amatoria
)
[8]
: secondo Felice Vinci e Arduino Maiuri
[8]
, avrebbe rivelato in un carme il
nome segreto di Roma
, che sarebbe stato
Maia
, la
Pleiade
madre di
Mercurio
; tale atto era passibile di pena capitale, ma Augusto lo avrebbe punito solo con l'esilio, mantenuto da Tiberio. D'altra parte, l'
Ars amatoria,
cioe il
carmen,
fu pubblicato oltre sette anni prima la condanna alla
relegatio
, per cui non puo essere stata la sola causa della condanna: e necessario anche l'
error
citato da Ovidio insieme al
carmen.
Non si sa esattamente quale sia stato l'
error
ma deve sicuramente essere un fatto personale molto grave, tale da giustificare l'improvvisa decisione di Augusto il quale, per di piu, non perdono mai il poeta, nonostante le suppliche sue e degli amici.
L'oscurita delle cause dell'esilio di Ovidio ha dato luogo a infinite spiegazioni. Ovidio fa piu volte riferimento al suo reato, fornendo pero spiegazioni vaghe o contraddittorie, certamente soffrendo la
relegatio
che questo reato gli avrebbe causato.
[9]
Per questo, nel 1923, J.J. Hartmann propose una nuova teoria: che Ovidio in realta non abbia mai patito la
relegatio
, e che il riferimento all'esilio sia il prodotto della sua fervida immaginazione. Questa teoria ha avuto alterne fortune negli anni trenta del Novecento (i maggiori sostenitori furono alcuni autori olandesi).
Nel 1985, uno studio di Fitton Brown ha avanzato nuove argomentazioni a sostegno dell'ipotesi
[10]
, scrivendo un articolo che provoco una piccola polemica, con una serie di riprese e confutazioni.
[11]
L'elemento principale affermato da Fitton Brown per negare la realta dell'esilio e che questo viene menzionato solo o soprattutto nelle opere dello stesso Ovidio, e non si trovano riferimenti a esso anche dove sarebbe stato lecito aspettarseli (ad esempio in storici che hanno trattato l'eta di
Augusto
come
Tacito
o
Svetonio
). Le eccezioni, di poco posteriori alla morte di Ovidio, sono costituite da due brevissimi passaggi in
Plinio il Vecchio
,
[12]
e in
Stazio
.
[13]
Poi, piu niente fino al
IV secolo
, con brevi menzioni in
Girolamo
e nell'
Epitome de Caesaribus
.
[14]
Oggi, tuttavia, la maggior parte degli studiosi ritiene poco credibili le ipotesi che negano la realta dell'esilio di Ovidio
[15]
.
Nemmeno Tiberio, succeduto ad Augusto nel 14 d.C., perdono Ovidio, tant'e che il poeta muore tra il
17
e il
18
d.C. (piu probabilmente nel 18), nella stessa terra, a lui del tutto estranea, dove e stato relegato un decennio prima. Il 14 dicembre 2017 il Comune di Roma riabilita, infine, Ovidio
[16]
, su proposta della sua
Sulmona
, in cui gia nel XV secolo fu costruita una statua di Ovidio, citata da
Edward Lear
nei suoi diari di viaggio in Abruzzo, ora conservata nel Museo civico archeologico Santissima Annunziata. Nel 1925 una nuova statua monumentale viene realizzata da
Ettore Ferrari
in piazza XX Settembre, lungo il corso intitolato al poeta. Di Ovidio a Sulmona si occuparono per primo Ercole Ciofano umanista, poi Emiliano De Matteis, storico, e poi
Antonio De Nino
e
Giovanni Pansa
.
Ovidio scrisse un gran numero di opere, che possono essere facilmente divise in tre gruppi: le opere giovanili o amorose, le maggiori o della maturita e le opere dell'esilio. Altre opere sono andate pressoche perdute, mentre altre sono state erroneamente attribuite al poeta.
Gli
Amores
, in tre libri, sono 49 carmi che narrano la storia d'amore per una donna chiamata Corinna (personaggio letterario), secondo lo stile e le convenzioni dell'elegia amorosa: il poeta e asservito alla
domina
, soffre per le sue infedelta, e geloso degli altri ammiratori e contrappone la vita militare alla vita amorosa. Ma Ovidio non soffre drammaticamente come Catullo e mantiene sempre un certo distacco intellettuale: vede l'amore come un gioco e questa concezione amorosa si traduce e si esplica in un ribaltamento degli atteggiamenti e dei temi tradizionali (Ovidio giunge ad amare anche due donne contemporaneamente, chiede all'amata non di essergli fedele ma di nascondergli i tradimenti affinche lui possa fingere di non sapere).
Perduta e la
Medea
, tragedia lodata dai contemporanei.
Le
Heroides
sono 21 lettere che Ovidio immagina scritte da donne famose ai loro amanti. Tre lettere, in particolare, hanno una risposta da parte dell'uomo amato. Si tratta di una tipologia completamente nuova per la letteratura latina: il filone erotico-mitologico viene per la prima volta svolto in forma epistolare (alcuni studiosi hanno trovato per questo analogie con le
suasoriae
, discorsi fittizi rivolti a personaggi mitici o storici per persuaderli o dissuaderli in determinate circostanze). Vi sono numerosi parallelismi con l'epica e con la tragedia (in particolare i monologhi delle eroine euripidee) e non mancano addirittura rivisitazioni e riscritture di alcuni miti (come nel caso della lettera di Fedra a Ippolito, nella quale la matrigna veste i panni di una scaltra seduttrice piuttosto che quelli di una donna disperata).
Infine, tre opere strettamente collegate, a partire dalla
Ars amatoria
, 1 a.C. - 1 d.C., in tre libri. Secondo
Concetto Marchesi
[
senza fonte
]
, si tratta del "capolavoro della poesia erotica latina" in cui Ovidio si fa
praeceptor amoris
, un ruolo comunque svolto da quasi tutti i poeti elegiaci ma che, grazie a una sapiente mescolanza di generi (elegia, epica didascalica, precettistica tecnica), riesce ad acquisire un'importanza maggiore. I primi due libri sono dedicati agli uomini e trattano, rispettivamente, la conquista della donna e le tecniche di seduzione, e come far durare l'amore. Il III libro si propone di dare preziosi consigli alle donne: il modello piu frequente e quello "predatorio della caccia" e l'oggetto della caccia non e piu l'amore, ma il sesso. Infatti, Ovidio consiglia di non innamorarsi, ma di saper vivere l'amore come un gioco, arrivando ad ammettere anche il tradimento in una relazione. Per Ovidio il tradimento e un elemento base della societa del suo periodo, non si riferisce solo al rapporto del matrimonio e non e diffuso solo tra le donne per bene. Egli da consigli alle liberte, alle schiave e alle cortigiane, per cui l'
Ars amatoria
rappresenta vivacemente il quadro sociale del tempo di Ovidio; dunque non stupisce il fatto che l'opera non sia stata apprezzata da Augusto (probabilmente per il velato rifiuto dei modelli etici arcaici). La
Ars
viene, di fatto, capovolta nei
Remedia amoris
, circa 400 distici elegiaci per resistere all'amore o liberarsene. Entrambe le opere vengono completate dai
Medicamina faciei femineae
, una operetta sui cosmetici delle donne. Di quest'opera ci sono pervenuti solo 100 versi: i primi 50 costituiscono il proemio, i successivi 50 propongono cinque ricette di creme da applicare sul viso.
Le metamorfosi
, in 15 libri di
esametri
, sono il capolavoro di Ovidio, ultimato poco prima dell'esilio, che contiene piu di 250 miti di trasformazioni, dal Caos all'apoteosi di Cesare e Augusto. L'opera si chiude con una preghiera agli dei, affinche questi preservino a lungo l'imperatore Augusto. Scritto in esametri, in quindici libri (per circa 12 000 versi), vi si trova tutta la storia mitica del mondo, ma riorganizzata da Ovidio in una serie di racconti continuati. Il criterio generale di compilazione segue l'ordine cronologico, ma molto spesso Ovidio introduce eventi anteriori al fatto narrato o posteriori, collega le storie in base a rapporti familiari, elabora i racconti secondo affinita o diversita. Insomma si tratta di un racconto mosso e articolato, talvolta al limite dell'artificio, che mostra l'abilita stupefacente del poeta di legare tra di loro storie che apparentemente non hanno un filo logico comune. L'unico principio unificatore e la
metamorfosi
. Tra gli strumenti adottati dal poeta vi e il "racconto nel racconto", grazie al quale trasforma i personaggi "narrati" in personaggi "narranti" che raccontano vicende proprie o altrui. L'opera lo rese illustrissimo presso i contemporanei. Contiene anche un invito al
vegetarianesimo
rivolto ai romani, con una spiegazione della teoria della
metempsicosi
di intonazione
orfico
-
neopitagorica
.
I
Fasti
, in sei libri, nelle intenzioni dell'autore avrebbero dovuto essere di dodici libri, uno per ogni mese dell'anno, ma Ovidio ne scrisse solo sei (da gennaio a giugno) a causa dell'esilio. Egli intendeva illustrare (secondo un procedimento simile a quello utilizzato negli
Aitia
di Callimaco) le feste religiose e le ricorrenze varie del
calendario
romano introdotto da Cesare. Si tratta di un'opera di carattere eziologico ed erudito, ispirata al gusto alessandrino; Ovidio narra aneddoti, favole, episodi della storia di Roma, impartisce nozioni di astronomia, spiega usanze e tradizioni popolari. Ma l'intento celebrativo rimane esteriore, non essendo sorretto ne da un interesse storico-religioso, ne dal senso patriottico della grandezza di Roma.
Di uguale intento sono due opere elegiache. I
Tristia
, in cinque libri di distici elegiaci, riprendono un tratto tipico della poesia elegiaca, il lamento. Ne derivano un centinaio di componimenti, che sono senza destinatario, a differenza delle
Epistulae ex Ponto
, lettere poetiche raggruppate in quattro libri, indirizzate a vari personaggi romani (tra cui la terza moglie del poeta, rimasta a Roma) affinche potessero intercedere presso l'imperatore per porre fine all'esilio o, quantomeno, trasferire il poeta in una localita piu vicina a Roma.
Di diverso tenore e il poemetto
Ibis
, carme imprecatorio contro un anonimo avversario di Ovidio, prima suo amico e poi calunniatore.
Ancora, ci e giunto, mutilo, un poemetto didascalico, gli
Halieutica
, sulla pesca nel Ponto, di discussa autenticita, e si ha notizia dei
Phaenomena
, poema astronomico non giunto, come altre opere cui allude in particolare nelle
Epistulae ex Ponto
: un carme in
lingua getica
, in onore di
Augusto
e della famiglia imperiale (
De Caesare
); un carme, sempre in lingua getica, in onore di
Tiberio
, vincitore degli
Illiri
; un elogio in morte di
Messalla Corvino
; un
epitalamio
per le nozze dell'amico
Paolo Fabio Massimo
[
senza fonte
]
.
Non sono di Ovidio ne il poemetto
Nux
di 182 versi (elegia in cui un noce si lamenta delle sassate che riceve ingiustamente dai passanti), ne una
Consolatio ad Liviam
di 474 versi, carme consolatorio alla moglie di Augusto per la morte del figlio
Druso maggiore
, nel
9 a.C.
Qualche tardo manoscritto li attribuisce a Ovidio, ma ragioni stilistiche e metriche, oltre che di contenuto, fanno pensare a qualche imitatore posteriore.
La tendenza al galante e al piccante, a un certo
ateismo
di maniera, e l'indifferenza alla vita
politica
gli derivano dalla gioventu dorata imperiale, della quale Ovidio era uno dei rappresentanti piu onesti, e per la quale egli scriveva.
I rapporti dell'autore con le sue fonti, sono problema importante per il
filologo
; ma piu che ai suoi predecessori, egli deve molto all'ambiente culturale che lo circondava.
La vitalita del poeta e inesauribile. Il
Medioevo
lo considero non inferiore a
Virgilio
e un'intera stagione della
letteratura medievale
volgare e
mediolatina
, la
rinascita del XII secolo
, puo essere considerata anche come un
rinascimento ovidiano
(
Ludwig Traube
conio per questo il termine di
Aetas Ovidiana
[17]
): in
Italia
,
Francia
,
Germania
, egli fu il "chierico d'amore".
Brunetto Latini
scrive di lui: ≪e in un ricco manto - vidi Ovidio Maggiore - che gli atti de l'amore - rassembra e mette in versi≫.
Lo testimoniano anche gli
Integumenta super Ovidii Metamorphoses
, le traduzioni di
Giovanni del Virgilio
, di
Giovanni de' Buonsignori
e di
Arrigo Simintendi
e l'
Ovide moralise
.
Ebbe notevole influenza su poeti e scrittori inglesi quali
Chaucer
(
La casa della fama
,
La leggenda delle donne eccellenti
) e
Shakespeare
(
Venere e Adone
,
Il ratto di Lucrezia
,
Romeo e Giulietta
), cosi come su tutta la poesia umanistica italiana e sullo stile dotto e sui carmi dei filologi franco-olandesi.
Ovidio godette di un grande credito in tutti i secoli del medio evo e dell'eta moderna.
Dante Alighieri
nella
Divina commedia
colloca Ovidio nel Limbo (I cerchio infernale) tra gli "spiriti magni" come personalita illustre, ma senza battesimo. Collocato da Dante accanto ai poeti Orazio e
Lucano
, ossia i principali poeti del Medioevo dopo Virgilio, presentati con un ordine indicativo in base probabilmente a una gerarchia d'importanza, Ovidio viene dopo Orazio ma prima di Lucano. I quattro 'Spiriti Magni' si felicitano per il ritorno di Virgilio nel Limbo e accolgono Dante nella loro 'bella scola': Dante si gloria di essere il sesto di 'cotanto senno'. L'importanza di Ovidio e della sua poesia ha un'importanza vitale nella Commedia: il repertorio mitografico delle Metamorfosi e per Dante strumento poetico fondamentale nonche inestinguibile fonte di immagini, similitudini e riferimenti al mondo classico. L'Alighieri non manca pero di citare spesso l'autore e il suo poema anche in situazione di contrasto, come nel caso della poesia di
Virgilio
(episodio infernale di
Caco
, figlio di Vulcano), o per gareggiare in maniera esplicita con Ovidio stesso nel descrivere le trasmutazioni dei ladri della VII Bolgia, mettendole a confronto con quelle degli episodi narrati di Cadmo e Aretusa nelle Metamorfosi (IV, 563 ss. e V 572 ss.). Dante infatti in tutti i suoi scritti quando accenna alla mitologia antica si rifa sempre a Ovidio.
Un altro periodo in cui l'autore latino venne particolarmente ammirato e preso a modello e il
barocco
, in primo luogo perche il gusto della Metamorfosi era particolarmente grato alla sensibilita di questo periodo. Basti citare il capolavoro del
Bernini
,
Apollo e Dafne
, che e una perfetta rappresentazione visiva dei versi ovidiani sull'argomento.
- A
Sulmona
viene ogni anno organizzato dal Liceo Classico "Ovidio" della citta il
Certamen Ovidianum Sulmonense
, gara internazionale di traduzione di brani estratti dalle opere ovidiane per licei ginnasiali.
- La Biblioteca Comunale Ovidio di Sulmona celebra ogni anno il Dies Natalis di Ovidio (20 marzo) con la deposizione di una corona d'alloro sul capo del poeta alla presenza degli studenti delle scuole cittadine e con le note della Banda degli Istituti 'S.M.P. Serafini' ed 'Enrico Fermi'. Durante la cerimonia gli studenti del Liceo Classico Ovidio leggono versi in latino del poeta.
- SMPE,
Sulmo mihi patria est
. E un acronimo tratto dai versi di un'opera ovidiana (i
Tristia
, per la precisione) ed e diventato simbolo della citta di Sulmona.
- Il 10 giugno
1957
le
Poste italiane
gli hanno dedicato un
francobollo
per celebrare il bimillenario della nascita.
- A Ovidio e dedicato il secondo atto dell'opera
Le Muse galanti
di
Jean-Jacques Rousseau
.
[18]
- Ovidio e il protagonista e il narratore in prima persona del romanzo dell'autore
romeno
Vintil? Horia
Dio e nato in esilio
, vincitore del
Premio Goncourt
1960
.
- Gli e stata intitolata un'universita in Romania (l'
Universita Ovidius
).
- ^
a
b
c
d
e
f
g
h
i
Publio Ovidio Nasone
, in
Treccani.it ? Enciclopedie on line
, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
URL consultato il 10 maggio 2018
.
- ^
a
b
Biografia di ovidio 20 marzo 43 a.C., Appunti di Latino. liceo classico
, in
Docsity
.
URL consultato il 10 maggio 2018
.
- ^
a
b
c
d
e
f
g
h
i
Francesco Ursini,
Ovidio, Publio Nasone
, in
Enciclopedia dei ragazzi
, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2006.
URL consultato il 10 maggio 2018
.
- ^
a
b
c
d
e
f
g
Publio Ovidio Nasone
, in
Riflessioni.it
.
URL consultato il 10 maggio 2018
.
- ^
Il recente volume di
Paolo Isotta
,
La dotta lira
, Venezia, Marsilio, 2018, ricostruisce l'influenza di Ovidio e della sua opera, in particolare delle
Metamorfosi
, su importanti momenti di storia della creazione musicale.
- ^
IV, 10.
- ^
Aldo Luisi,
Convegno su "Ovidio e l’esilio. Riflessioni duemila anni dopo"
, Taranto, College de France -Fayard, 21 novembre 2009
(archiviato dall'
url originale
il 1º febbraio 2014)
.
≪[...] il tono divertito di Ovidio nel narrare questa vicenda forse allude alla situazione, troppo evidentemente parallela, di Giulia maggiore (sola a Roma) con Elena (sola a Sparta), di Menelao (lontano a Creta) con Tiberio (da sette anni lontano a Rodi, altra isola greca), e di Paride con Iullo Antonio. Ovidio cosi danneggiava l’immagine di Tiberio, erede designato, anche se non il solo, mentre Livia si prometteva di assicurargli la successione imperiale: il poeta con questo episodio metteva in moto un meccanismo che poteva intralciare i piani di Livia. In seguito il poeta si affiancava all’altra Giulia (la nipote di Augusto): questo fu il suo error, scontato con la relegatio a Tomi.≫
- ^
a
b
Vi e pero anche una teoria secondo cui l'errore ed il carme formerebbero un'endiadi, e che quindi l'errore sarebbe stato nell'includere qualcosa in un carme:
Vinci-Maiuri,
Mai dire Maia. Un’ipotesi sulla causa dell’esilio di Ovidio e sul nome segreto di Roma
, “Appunti Romani di Filologia” (XIX ? 2017)
.
- ^
Circa 33 menzioni dell'esilio, secondo J. C. Thibault,
The Mystery of Ovid's Exile
, Berkeley, 1964, pp. 27-31.
- ^
A. D. F. Brown,
The unreality of Ovid's Tomitan exile
, in
Liverpool Classical Monthly
, 10.2 (1985), pp. 18-22.
- ^
Ad esempio A. W. J. Holleman,
Ovid's exile
, in
Liverpool Classical Monthly
, 10.3 (1985), p. 48. E ancora H. Hofmann,
The unreality of Ovid's Tomitan exile once again
, sempre in
Liverpool Classical Monthly
, 12.2 (1987), p. 23. Vedi comunque il consuntivo di A. Alvar Ezquerra,
Exilio y elegia latina entre la Antiguedad y el Renacimiento
, Huelva, 1997, pp. 23-24.
- ^
Naturalis Historia
, XXXII, 152: “His adiciemus ab Ovidio posita animalia, quae apud neminem alium reperiuntur, sed fortassis in Ponto nascentia, ubi id volumen supremis suis temporibus inchoavit”.
- ^
Silvae
, I, 2, vv. 254-255: “nec tristis in ipsis Naso Tomis”. A. Hollis (in
Ovidius Exulans
, recensione a G. Williams,
Banished Voices
, in
The Classical Review
, 46, 1996, pp. 26-27) cita inoltre il caso, in verita molto dubbio, del graffito ercolanese (CIL IV, nr. 10595)
MORIERIS TOMI
.
- ^
Girolamo,
Chronicon
, 2033, an. Tiberii 4, an. Dom. 17: “Ovidius poeta in exilio diem obiit et iuxta oppidum Tomos sepelitur”.
Epitome de Caesaribus
, I, 24: “Nam [Augustus] poetam Ovidium, qui et Naso, pro eo, quod tres libellos amatoriae artis conscripsit, exilio damnavit”.
- ^
Si veda, tra gli altri, J. M. Claassen,
Error and the imperial household: an angry god and the exiled Ovid's fate
, in
Acta classica: proceedings of the Classical Association of South Africa
, 30, 1987, pp. 31-47.
- ^
Roma riabilita Ovidio dopo 2000 anni. Si unanime assemblea capitolina, accolte richieste Sulmona
, su
ansa.it
, 14 dicembre 2017.
URL consultato il 26 settembre 2019
.
- ^
(
DE
)
Ludwig Traube
,
Vorlesungen und Abhandlungen
. Vol. 2.
Einleitung in die lateinische Philologie des Mittelalters
, Munchen, 1911 (p. 113)
- ^
Rousseau, Le confessioni, ed. Mondadori, 1990, p. 362
- Ovidio Nasone, Publio
, su
Treccani.it ? Enciclopedie on line
,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana
.
- Luigi Castiglioni e Salvatore Battaglia,
OVIDIO Nasone, Publio
, in
Enciclopedia Italiana
,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana
, 1935.
- (
EN
) Edward John Kenney,
Ovid
, su
Enciclopedia Britannica
, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Publio Ovidio Nasone
, su
BeWeb
,
Conferenza Episcopale Italiana
.
- (
LA
)
Opere di Publio Ovidio Nasone
, su
Musisque Deoque
.
- (
LA
)
Opere di Publio Ovidio Nasone
, su
PHI Latin Texts
,
Packard Humanities Institute
.
- Opere di Publio Ovidio Nasone
/
Publio Ovidio Nasone (altra versione)
/
Publio Ovidio Nasone (altra versione)
/
Publio Ovidio Nasone (altra versione)
, su
MLOL
, Horizons Unlimited.
- (
EN
)
Opere di Publio Ovidio Nasone
, su
Open Library
,
Internet Archive
.
- (
EN
)
Opere di Publio Ovidio Nasone
, su
Progetto Gutenberg
.
- (
EN
)
Audiolibri di Publio Ovidio Nasone
/
Publio Ovidio Nasone (altra versione)
/
Publio Ovidio Nasone (altra versione)
/
Publio Ovidio Nasone (altra versione)
, su
LibriVox
.
- (
EN
)
Bibliografia di Publio Ovidio Nasone
, su
Internet Speculative Fiction Database
, Al von Ruff.
- (
EN
)
Publio Ovidio Nasone
/
Publio Ovidio Nasone (altra versione)
, su
Goodreads
.
- Publio Ovidio Nasone
, su
Discografia nazionale della canzone italiana
,
Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi
.
- Publio Ovidio Nasone
, in
Archivio storico Ricordi
,
Ricordi & C.
.
- (
EN
)
Publio Ovidio Nasone
, su
IMDb
, IMDb.com.
- (
EN
)
Publio Ovidio Nasone
, su
Internet Broadway Database
, The Broadway League.
- Ettore Paratore
,
Ovidio
, in
Enciclopedia dantesca
, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1970.
- Claudia Rabel,
Ovidio
, in
Enciclopedia dell'arte medievale
, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1991-2000.
- Testo latino di Amores, Ars Amatoria, Ex Ponto, Fasti, Heroides, Ibis, Metamorphoses, Remedia Amoris, Tristia
da
The Latin Library
- Opera Omnia di Publio Ovidio Nasone
da
Intratext
- “Carmen et error”
disamina sulla relegatio dell'esule Ovidio nel blog
marchingegno88
.