Il
Fiat G.8
, denominato anche
Fiat CMASA G.8
o
CMASA G.8
, era un monomotore
biplano
da addestramento
, progettato dall'azienda
italiana
Fiat Aviazione
e prodotto negli stabilimenti dalla
Costruzioni Meccaniche Aeronautiche Societa Anonima (CMASA)
di
Marina di Pisa
negli
anni trenta
.
Venne utilizzato principalmente nelle scuole di volo di 1° periodo della
Regia Aeronautica
e come
aereo da collegamento
.
Nei primi anni trenta il
Ministero dell'aeronautica
emise un ordine per dotare le scuole di volo di 1° periodo della
Regia Aeronautica
di un velivolo biplano. Per rispondere alla richiesta la
Fiat Aviazione
affida il progetto a
Giuseppe Gabrielli
, che dal
1931
alternava la sua attivita di docente a quella di responsabile dell'ufficio progettazione dell'azienda. Il G.8, terzo progetto della "serie G", come erano denominati i lavori di Gabrielli, ad essere prodotto in serie, fu l'unico
biplano
disegnato dall'ingegnere italiano, configurazione alare alla quale preferi sempre quella
monoplana
con ala a sbalzo ed i cui studi gli valsero il dottorato acquisito in
Germania
.
La costruzione del
prototipo
venne affidata alla controllata
Costruzioni Meccaniche Aeronautiche Societa Anonima (CMASA)
negli stabilimenti
toscani
di
Marina di Pisa
. Il primo esemplare uscito dall'azienda, matricola MM.211, venne portato in volo la prima volta dal collaudatore ufficiale della Fiat,
Valentino Cus
, il 24 febbraio
1934
. Dopo le incoraggianti prove di volo venne presentato al
Centro Sperimentale
di
Guidonia
che ne approvo la produzione in serie con una richiesta di fornitura di 60 esemplari.
Gli esemplari, realizzati un due blocchi, il primo da 50 esemplari (ММ56101-ММ56150) seguito dal secondo di 10 esemplari (ММ56251-ММ56260), cominciarono ad essere assegnati ai reparti dalla meta degli anni trenta.
Il G.8 era un
biplano
dall'impostazione classica. La
fusoliera
presentava due
abitacoli
in tandem, l'anteriore per il pilota ed il posteriore per l'istruttore o per il passeggero. Posteriormente terminava in un
impennaggio
classico cruciforme e monoderiva dotato di
piani orizzontali
controventati. La
configurazione alare
era
biplano-sequiplana
, caratterizzata cioe dall'ala inferiore di dimensioni minori della superiore, quest'ultima traslata leggermente verso la parte posteriore. Le due ali erano collegate tra loro ed alla fusoliera da una robusta
travatura Warren
. Il
carrello d'atterraggio
era un triciclo classico, fisso, dotato anteriormente di gambe di forza ammortizzate ed integrato posteriormente da un pattino d'appoggio. La propulsione era affidata ad un
radiale
Fiat A.54
, un 7
cilindri
a singola stella
raffreddato ad aria
capace di 140
CV
(103
kW
), posto sul muso, racchiuso in una cappottatura corta ed abbinato ad un'
elica
bipala, il quale permetteva all'apparecchio di viaggiare ad una
velocita di crociera
di 185
km/h
. Non era prevista alcuna dotazione di armi sia di attacco che di difesa.
Il G.8 venne utilizzato come
aereo da addestramento basico
nelle scuole di volo di 1° periodo della
Regia Aeronautica
dalla meta degli anni trenta per venire gradualmente sostituito durante il periodo della
seconda guerra mondiale
. Durante il conflitto venne anche usato come
aereo da collegamento
.
Dopo l'
armistizio di Cassibile
del
1943
e la conseguente spaccatura della forza aerea italiana, alcuni esemplari sopravvissuti operarono nel nord Italia con l'
Aeronautica Nazionale Repubblicana
ed al sud con l'
Aeronautica Cobelligerante Italiana
.
-
Germania
-
Italia
- Regno del Sud
-
Repubblica Sociale Italiana
- Emilio Brotzu, Gherardo Cosolo (a cura di),
Dimensione Cielo, Aerei Italiani nella 2ª Guerra Mondiale Vol.10, Scuola-Collegamento
, Roma, Edizioni dell'Ateneo & Bizzarri, marzo 1977, pp. 33-39, ISBN non esistente.
- (
EN
) Michael John H. Taylor,
Jane's encyclopedia of aviation
, 2nd Edition, London, Studio Editions Ltd., 1989, p. 389,
ISBN
0-517-10316-8
.