Per
via della seta
(in
cinese
:
絲綢之路
T
,
??之路
S
,
s? chou zh? lu
P
; in
persiano
??? ??????
,
Rah-e Abrisham
) s'intende il reticolo, che si sviluppava per circa 8 000 km, costituito da itinerari terrestri, marittimi e fluviali lungo i quali nell'antichita si erano snodati i commerci tra l'
Impero cinese
e l'
Impero romano
.
Le
Vie Carovaniere
attraversavano l'
Asia centrale
e il
Medio Oriente
, collegando Chang'an (oggi
Xi'an
) Luoyang in
Cina
, all'
Asia Minore
e al
Mediterraneo
attraverso il
Medio Oriente
e il
Vicino Oriente
. Le diramazioni si estendevano poi a est alla
Corea
e al
Giappone
e, a
Sud
, all'
India
. Il nome apparve per la prima volta nel
1877
, quando il geografo tedesco
Ferdinand von Richthofen
(
1833
-
1905
) pubblico l'opera
Tagebucher aus China
. Nell'Introduzione von Richthofen accenna al singolare alla
Seidenstraße
, la ≪via della seta≫ alludendo all'insieme di itinerari che univano l'Estremo Oriente all'Europa.
[1]
La destinazione finale della
seta
che su di essa viaggiava (non certo da sola ma insieme a tante altre merci preziose) era
Roma
, dove per altro non si sapeva con precisione quale ne fosse l'origine (se animale o vegetale) e da dove provenisse. Altre merci altrettanto preziose viaggiavano in senso inverso, e insieme alle merci viaggiavano grandi idee e religioni (concetti fondamentali di
matematica
,
geometria
,
astronomia
) in entrambi i sensi;
manicheismo
verso occidente,
nestorianesimo
verso oriente. Sulla via della seta compi un complesso giro, quasi in tondo, anche il
buddhismo
, dall'
India
all'
Asia Centrale
alla
Cina
e infine al
Tibet
(il tutto per trovare itinerari che permettessero di evitare le quasi invalicabili montagne dell'
Himalaya
).
Questi scambi commerciali e culturali furono determinanti per lo sviluppo e il fiorire delle antiche civilta dell'
Egitto
, della
Cina
, dell'
India
e di
Roma
, ma furono di grande importanza anche nel gettare le basi del mondo medievale e moderno.
La via della seta
terrestre
si divideva in due fasci di strade, uno settentrionale e uno meridionale.
Sempre partendo da
Chang'an
ovvero
Xi'an
e
Luoyang
salivano in direzione nord ovest attraversando l'attuale
provincia cinese
del
Gansu
(in parte anche navigando sul
fiume Giallo
) fino a
Dunhuang
, importantissimo centro buddista con le celebri
grotte di Mogao
. Li si divideva in tre rami. Uno aggirava il deserto
Taklamakan
a sud (ai piedi del Tibet). Il secondo invece lo aggirava a nord (ai piedi dei
Tien Shan
, ovvero "monti celesti"). Questi due rami si riunivano a Kashgar. Il terzo ramo, invece, raggiunta
Turpan
attraversava i
Tien Shan
in direzione di
Alma Ata
(odierno
Kazakistan
). Tutti questi percorsi si riunivano poi nell'antica
Sogdiana
e da li proseguivano attraverso quelli che oggi sono
Uzbekistan
,
Afghanistan
,
Turkmenistan
e
Iran
fino a
Baghdad
e poi (in buona parte sfruttando l'
Eufrate
) fino al
Mediterraneo
.
I percorsi meridionali o vie del
Karakorum
sono essenzialmente un grande percorso che in
Cina
scende a sud attraverso il
Karakorum
(lungo il tracciato seguito ancora oggi dalla moderna
strada del Karakorum
che collega Pakistan e Cina), per attraversare il
Sichuan
e raggiungere il
Pakistan
fino all'
oceano Indiano
. Da molti porti di queste coste essa proseguiva poi per l'Occidente (
mar Rosso
attraverso Aden e
golfo Persico
attraverso lo
stretto di Hormuz
), innestandosi a un certo punto persino su quello che fu l'itinerario marittimo di
Nearco
, ammiraglio di
Alessandro Magno
, nel viaggio di ritorno dalle terre dell'
Indo
. Se non risalivano il golfo Persico, le merci attraversavano infine la
Persia
su varie direttrici raggiungendo comunque Baghdad e cosi via.
Il percorso dei fiumi
Oxus
e
Iassarte
e del fiume che anticamente collegava il
lago d'Aral
al
mar Caspio
rappresentava una via fluviale molto importante per il trasporto delle merci lungo la via della seta. Terminale di tale via era la citta di
Saraj
che sorgeva presso l'odierna
Volgograd
.
L'ultimo segmento ferroviario della via della seta terrestre (su un itinerario per altro piuttosto spurio) venne completato nel
1992
con l'inaugurazione della
ferrovia
internazionale da
Almaty
(
Kazakistan
) a
Urumqi
(
Xinjiang
o Turchestan cinese). Da Urumqi si puo poi raggiungere in treno ogni zona della Cina, ivi inclusa dall'estate del 2006
Lhasa
, capitale del
Tibet
, con la
Ferrovia del Tibet
.
La via della seta marittima partendo dalla Cina settentrionale raggiungeva quella meridionale, estendendosi agli odierni stati del
Vietnam
, delle
Filippine
, di
Brunei
,
Siam
,
Malacca
,
Sri Lanka
,
India
,
Iran
,
Iraq
,
Egitto
,
Giordania
,
Siria
e
Italia
. Il 7 agosto
2005
si e reso noto che l'
Antiquity and Monument Office
di
Hong Kong
sta pensando di proporre la via della seta marittima come
patrimonio dell'umanita
dell'
UNESCO
.
Antichi insediamenti evoluti che si formarono nelle zone dell'odierna Thailandia peninsulare, attivi nel commercio e nella navigazione, sono ipotizzabili in base a manufatti venuti alla luce in entrambe le coste dell'
istmo di Kra
, situate lungo le rotte delle prime vie marittime della seta tra la Cina e le civilta del
bacino del Mediterraneo
. La fondazione dei siti dove sono stati trovati i reperti fu dovuta alla scomodita di circumnavigare la
penisola malese
, che rese necessari degli scali sulla terraferma per accorciare il viaggio, trasferendo le merci via terra tra le due coste dell'istmo. Tali reperti risultano provenire dall'
antica Roma
(di un periodo compreso tra il
III secolo a.C.
ed il
I secolo
d.C.), dalla Cina della
dinastia Han occidentale
(
206 a.C.
-
8 d.C.
) e dall'India. I piu antichi furono trovati presso
Krabi
e risalgono al
IV secolo a.C.
[2]
Ai tempi di
Erodoto
(circa
475 a.C.
), la
Via Reale di Persia
si sviluppava su oltre 3 000 chilometri dalla citta di
Ecbatana
(attuale Hamadan), a
Susa
(attuale Shush) e fino al porto di
Smirne
(attuale Izmir) sull'
Egeo
. Alla sua manutenzione e protezione provvedeva l'Impero
achemenide
(circa
700 a.C.
-
330 a.C.
), con stazioni di posta e alloggiamenti a distanze regolari. Per percorrerla i viaggiatori comuni impiegavano circa 3 mesi, mentre ai corrieri imperiali, continuamente riforniti di cavalli freschi, bastavano 9 giorni. Su di essa (a Ecbatana) si innestavano poi altre vie commerciali provenienti da India e Asia Centrale, sempre sotto la protezione dell'Impero achemenide. In diversi punti di
Ester
si legge infatti di messaggi inviati da Susa "ai
satrapi
, ai governatori e ai capi delle centoventisette province, dall'India all'Etiopia". (8,9)
Il primo passo importante verso lo stabilirsi di comunicazioni regolari tra oriente e occidente (e viceversa) arrivo tuttavia con l'espansione dell'
impero di Alessandro Magno
in
Asia centrale
,
Medio Oriente
, fino alla
valle dell'Indo
nell'attuale
Pakistan
e poco oltre l'attuale
Afghanistan
. Nel
329 a.C.
, all'imbocco occidentale della
valle di Fergana
nell'odierno
Tagikistan
, egli fondo la citta piu remota dalla sua originaria Macedonia. infatti la denomino
Alessandria Eschate
, ovvero "ultima Alessandria".
Fu il suo ammiraglio
Nearco
ad aprire una rotta dal
delta dell'Indo
al
Golfo Persico
, e furono i suoi successori
tolomei
, impadronitisi dell'Egitto, a promuovere attivamente l'apertura di vie commerciali con la
Mesopotamia
, l'India e l'
Africa orientale
attraverso i loro porti sul
Mar Rosso
e su percorsi terrestri carovanieri (non esclusa la navigazione sul
Nilo
).
L'influenza ellenistica fu poi estesa ancora piu a oriente, in Sogdiana, dal
regno greco-battriano
di Battria (odierna
Balkh
in Afghanistan). Secondo
Strabone
, ai tempi del re
Eutidemo
e di suo figlio
Demetrio
i greco-battriani avrebbero addirittura "esteso il loro dominio fino ai
Seri
e i
Frini
" (
Geografia
, 11.11.1).
Questo influsso, almeno sotto il profilo delle
arti figurative
, si espanse ancora piu avanti, fino quasi all'estremita orientale del
deserto del Taklamakan
, dove sono stati riportati alla luce affreschi di chiaro stampo ellenistico-romano, firmati da un "pittore Tita", ovvero Titus.
Il regno greco-battriano fu rovesciato dai
Kushana
, un popolo probabilmente di origine
indoeuropea
(forse
Tocaria
), riparato li per sfuggire all'invasione da est degli
Hsiung Nu
, il popolo destinato forse a diventare, secoli piu tardi, gli
Unni
dilagati in Europa
[
senza fonte
]
.
≪Nel II secolo a.C. l'Asia Centrale vide dilagare gli Xong Nu, i futuri Unni, che scacciarono davanti a se verso ovest gli
Yueh Chi
, che a loro volta scacciarono i Saka, ovvero gli
sciti
. Ma l'invasione degli Unni minacciava e preoccupava moltissimo anche i cinesi, sicche nel 138 a.C. l'imperatore Wu della dinastia Han anteriore invio l'ambasciatore Chang Ch'ien a Ovest a cercare gli Yueh Chi con il compito di sollecitare un'alleanza difensiva contro gli Xong Nu.
Percorso quello che era destinato a diventare il ramo settentrionale della via cinese della seta ? che costeggia a nord il deserto Taklamakan, ai piedi dei monti del Cielo ? e valicato il Pamir, l'ambasciatore trovo finalmente gli Yueh Chi nella Transoxiana, ovvero grosso modo nella zona di
Bukhara
e
Samarcanda
, al di la dell'Oxus (Trans) per noi, al di qua per lui. Questi pero stavano preparandosi a invadere la Battriana, ovvero (in parte) l'attuale Afghanistan del nord-ovest; erano, insomma, essi stessi in una fase espansionistica, per cui manifestarono freddezza nei confronti della proposta cinese di alleanza difensiva.
Quindi nel 126 a.C., Chang Ch'ien torno a casa, percorrendo questa volta la via che costeggia il Taklamakan a sud, ai piedi dei monti di Karakoram e Tibet. Erano trascorsi tredici anni da quando era partito. La relazione sull'Asia Occidentale da lui presentata al suo imperatore ne fa uno dei grandi esploratori del mondo e a quei tempi servi come prezioso materiale di intelligence per una successiva missione ? mascherata da ricerca dei famosi ≪cavalli celesti≫ della valle Ferghana, tanto veloci da sudare sangue (in realta erano afflitti da un virulento parassita) ? altre due spedizioni militari nella valle e infine diverse ambascerie presso i Parti…≫
Inoltre i citati cavalli di Fergana, furono il casus belli che fece scoppiare una guerra dal 104 al 101 a.C., tra la Cina e un regno ellenistico indicato come Dayuan. La Cina volle procurarsi questi cavalli per creare una forza di cavalleria per contrastare gli Xiongnu, popolazione che minacciava i suoi confini a nord. Il rifiuto del regno greco di vendere i cavalli fu seguito dall'invio di due spedizioni militari da parte dei cinesi verso il regno greco, che lo costrinsero alla resa e furono costretti a cedere gli animali.
Fu dunque attraverso queste spedizioni diplomatico-commercial-militari dei cinesi verso l'Asia Centrale e la Partia che nel I secolo a.C. venne in essere quella che quasi due millenni piu tardi sarebbe stata chiamata via della seta.
E fu durante una di queste campagne che nel
36 a.C.
, alla
battaglia di Sogdiana
tra Han e Hsiung Nu, avvenne forse il primo incontro tra truppe cinesi e romane, forse sbandate dopo la sconfitta subita da
Crasso
a Carre (
53 a.C.
) in Mesopotamia e catturate o assoldate come mercenarie prima dai Parti e poi dagli Hsiung Nu. Pare che queste truppe mercenarie adottassero la tecnica tipicamente romana della
testuggine
, ma l'ipotesi viene generalmente guardata con molto sospetto dagli storici. In definitiva, dopo 17 anni da
Carre
questi mercenari romani dovevano essere un po' invecchiati. E poi, in quale senso romani? Provenienti proprio da Roma o dalle estreme province orientali dello Stato?
Pare d'altra parte ben poco credibile che si tratti di soldati "romani" fatti prigionieri dai Parti quello stesso anno
36 a.C.
durante la rovinosa campagna di
Antonio
contro di essi condotta passando per l'
Armenia
invece che per la
Mesopotamia
.
Nel
97
il generale cinese Ban Chao avanzo con un esercito di 70 000 uomini per un'ennesima campagna contro gli Xong Nu, arrivando ben al di la della Partia fino all'attuale
Ucraina
. Gli Xong Nu furono cosi spinti alle porte dell'Europa, anche se non e affatto certo che siano poi diventati i “nostri” Unni. Fu comunque in questo periodo che la progredita tecnica asiatica dell'arco comparve in Occidente.
(
LA
)
≪velleraque ut foliis depectant tenuia Seres…≫
(
IT
)
≪di come i Seri cardano con il pettine/ i sottili fili di seta dalle foglie'≫
≪I Seri sono famosi per la sostanza lanosa che si ottiene dalle loro foreste. Dopo un'immersione nell'acqua essi pettinano via la peluria bianca dalle foglie...≫
Secondo alcune fonti sarebbe addirittura stato Cesare, di ritorno dall'Anatolia, a portare a Roma alcune bandiere, catturate al nemico, di uno sfavillante tessuto sconosciuto che suscito uno straordinario interesse: era appunto la
seta
. Secondo altri, invece, queste bandiere sarebbero arrivate dopo la disfatta di Crasso a Carre. Si sapeva che quel tessuto veniva da una non ben precisata terra dei Seri ma non quale ne fosse l'origine. Secondo
Plinio
(che riprendeva forse l'errore di
Virgilio
) essa sarebbe stata tessuta con un sottilissimo filo tratto da una peluria di certi ignoti alberi, da lui definita "lana delle foreste". Sta di fatto che la seta non era portata a Roma direttamente dai cinesi ma vi arrivava con la intermediazione prima dei Sogdiani e dei Parti e poi dei commercianti di
Palmira
e
Petra
, trasportata via mare dai marinai di Antiochia, Tiro e Sidone.
Il
senato romano
emano invano diversi editti per proibire (alle donne ma anche agli uomini) di indossare la seta
[3]
. Il tessuto sarebbe infatti stato decadente e immorale. Ma il vero motivo di questi editti era il drenaggio di oro cui Roma era costretta, con grave nocumento per quello che oggi si chiamerebbe
debito estero
.
Vi e chi sostiene che i romani sarebbero entrati in nebuloso contatto con i cinesi gia nel I secolo d.C. attraverso i Parti, e che Augusto ne avrebbe addirittura ricevuto una legazione, ma gli annali di quell'impero registrano che la prima ambasceria (prima di una serie) sarebbe arrivata la soltanto nel
166
via mare.
Ai tempi di Giustiniano
Costantinopoli
, grazie alla sua posizione geografica privilegiata, dominava i traffici commerciali nel
Mediterraneo
.
[4]
I Bizantini non erano granche interessati a commerciare con nazioni europee, ormai impoverite dalle
invasioni barbariche
; preferirono piuttosto stringere contatti commerciali con le nazioni dell'Estremo Oriente, tra cui la
Cina
, dove veniva prodotta la
seta
.
[4]
I Cinesi importavano dai Bizantini vasellame e stoffe prodotte in Siria ed esportavano la seta.
[4]
Un grosso ostacolo ai traffici con l'Estremo Oriente era pero rappresentato dalla
Persia
, nemico giurato dell'impero, sul cui territorio era necessario passare per giungere in Cina. Una conseguenza di cio e che durante i frequenti conflitti con i persiani
Sasanidi
i traffici con Cina e India non erano possibili.
[4]
Giustiniano cerco di ovviare a questo problema tentando di aprirsi un passaggio per la Cina attraverso la
Crimea
, e in questa occasione i Bizantini avviarono delle relazioni diplomatiche con i Turchi, anch'essi venuti in conflitto commerciale con i Sasanidi.
[4]
Sotto il successore di Giustiniano, Giustino II, Bizantini e Turchi si allearono contro i Persiani. Un altro modo con cui Giustiniano cerco di commerciare con la Cina senza passare per la Persia fu giungere via mare passando per il
mar Rosso
e per l'
oceano Indiano
.
[4]
In quest'occasione strinse rapporti commerciali con gli Etiopi del
Regno di Aksum
.
[4]
Tuttavia entrambe le vie alternative presentavano inconvenienti: l'oceano Indiano era dominato dai mercanti sasanidi mentre la via asiatica era impervia e piena di pericoli.
[4]
Il problema fu risolto da due monaci provenienti dalla Cina o da qualche regione circostante che si recarono a Costantinopoli nel 552 e svelarono all'imperatore il segreto della produzione della seta. Essi vennero allora incaricati dall'Augusto di procurarsi clandestinamente in Cina uova di bachi da seta in modo da portarle a Costantinopoli e permettere ai Bizantini di autoprodursi la seta senza importarla dalla Cina. Tuttavia passarono parecchi anni prima che la seta autoprodotta divenisse sufficiente per soddisfare la domanda interna, cosicche l'importazione di seta dalla Cina attraverso la Persia continuo per qualche tempo. Comunque la fioritura della produzione della seta nell'impero che ne segui, fece si che la produzione della seta divenne uno dei settori piu importanti dell'industria bizantina e porto a un considerevole aumento delle entrate.
[5]
I principali centri di produzione della seta nell'Impero erano Costantinopoli,
Antiochia
,
Tiro
,
Beirut
e
Tebe
. Nel Sud Italia bizantino importante centro di produzione della seta fu la citta di
Catanzaro
.
[5]
Sulla via della seta hanno viaggiato molti influssi artistici, in particolare nella sua sezione dell'Asia centrale, dove si sono potuti mescolare elementi ellenistici, iraniani, indiani e cinesi. Uno dei piu vivaci esempi di questa mescolanza e rappresentata dall'arte del
Gandh?ra
.
Tale arte sincretistica si e venuta formando a partire dall'arrivo di
Alessandro Magno
nella valle dell'Indo (Taxila) e dal costituirsi dei regni greco-ellenistici dei suoi successori (Battriana e Gandhara). L'immagine del Buddha originatasi nel
I secolo
nell'India settentrionale (Mathura) e nell'attuale Pakistan nord-occidentale (Gandhara), si e via via trasferita lungo l'Asia centrale e la Cina fino a raggiungere la Corea nel
IV secolo
ed il Giappone nel
VI secolo
. La trasmissione di molti particolari iconografici appare chiara, come per esempio l'ispirarsi a Eracle delle divinita guardiane Nio di fronte ai templi buddisti del Giappone e le reminiscenze di arte greca che si vedono in certe rappresentazioni coreane del Buddha, come quello di Kamakura.
Altre figure del buddismo di Giappone e Corea sono i Kong?rikishi (o Ni?), una coppia di figure (Misshaku Kong? e Naraen Kong?) che presidiano una porta separata d'ingresso al tempio, di norma denominata Ni?mon (仁王門) in Giappone e Geumgangmun (金剛門) in Corea. Essi, con la loro fusione denominata Shukong?shin, costituiscono un interessante esempio di come sia arrivata lontano l'immagine di
Eracle
viaggiando sulla via della seta e oltre. Nel
Gandhara
, infatti, Eracle, provenendo dalla Grecia, si e incontrato ed e divenuto tutt'uno con
Vajrap??i
, il protettore del Buddha, che proveniva dall'India e che regge una mazza tanto quanto la regge il dio greco, come del resto anche Naraen Kong?.
Anche Borea, dio greco del vento, ha compiuto uno stupefacente viaggio sulla via della seta attraverso Asia centrale e Cina fino a diventare il dio giapponese
shintoista
del vento denominato Fujino.
L'espansione dell'
impero mongolo
in tutto il continente asiatico dal
1215
circa al
1360
diede stabilita economica alla grande area e ristabili l'importanza della via della seta come straordinario mezzo di comunicazione tra oriente e occidente, anche se ormai da diversi secoli la
seta
, prodotta gia nella stessa Europa, vi aveva poca importanza. Tra il
1325
e il
1354
, un grande viaggiatore
musulmano
marocchino
,
Ibn Battuta
, arrivo a viaggiare nella
Crimea
e nell'attuale
Medio Oriente
, proseguendo fino ai principati mongoli degli eredi di
Gengis Khan
, di cui lascio vivacissime descrizioni. Nel terzo quarto del XIII secolo,
Marco Polo
racconto ne
Il Milione
di essere arrivato fino alla Cina e alla corte dell'imperatore-conquistatore mongolo
Kublai Khan
, di cui sarebbe diventato un consigliere di fiducia. Come lui (e in diversi casi prima di lui) viaggiarono su quelle piste numerosi missionari cristiani come
Guglielmo di Rubruck
,
Giovanni da Pian del Carpine
,
Andrea di Longjumeau
,
Odorico da Pordenone
,
Giovanni de' Marignolli
,
Giovanni di Monte Corvino
,
Niccolo Da Conto.
Con la disintegrazione dell'
impero mongolo
e della sua
pax mongolica
la via della seta perse la sua unicita politica, culturale ed economica, tornando a frantumarsi sotto i domini di principati locali essenzialmente di origine nomade, i quali traevano le loro ricchezze dal taglieggiamento dei commercianti che dovevano attraversare le loro terre e dal rapimento dei viaggiatori da vendere come schiavi sui loro mercati. I mongoli avevano ridotto alla ragione signorotti come quelli di
Samarcanda
,
Bukhara
e
Khiva
, ma gli eredi di questi ultimi tornarono a imporre il loro devastante e retrogrado imperio. Inoltre la Cina, dopo la cacciata della dinastia mongola degli
Yuan
, si era chiusa per reazione su se stessa, impedendo l'accesso a tutti gli stranieri, compresi gli occidentali, gia favoriti dagli odiati mongoli.
La rinascita dell'idea di via della seta in anni recenti e dunque un fatto eminentemente e romanticamente culturale.
[
Chi lo afferma?
]
[6]
Ha assunto anche una connotazione esplicitamente politica ed economica, quando una
Nuova Via della Seta
e stata annunciata pubblicamente dal presidente cinese
Xi Jinping
a settembre del 2013, con l'inclusione (e l'esclusione) di un elenco preciso di Stati da coinvolgere (oppure da emarginare).
Nel 1988 l'
UNESCO
ha avviato uno studio sulla Via della seta al fine di promuovere la comprensione e la diffusione delle culture in tutta l'
Eurasia
, nonche di proteggere il patrimonio
[7]
. Nell'agosto 2006 l'UNESCO e l'Amministrazione nazionale del patrimonio culturale della Repubblica popolare cinese hanno sponsorizzato una conferenza a
Turfan
, nello
Xinjiang
, sul coordinamento delle candidature a
Patrimonio dell'umanita
per i siti legati alla Via della Seta
[7]
. Al termine di questa conferenza la
Cina
e cinque paesi dell'
Asia centrale
(
Kazakistan
,
Kirghizistan
,
Uzbekistan
,
Tagikistan
e
Turkmenistan
) hanno deciso di presentare una candidatura congiunta nel 2010
[7]
. A tal fine nel 2009 questi sei paesi hanno formato un comitato di coordinamento per istituire la prassi necessaria
[7]
.
Il 28 marzo 2008 la Cina ha incluso 48 siti della Via della Seta nella sua lista indicativa, prerequisito necessario per il loro esame da parte dell’UNESCO. Questi siti sono divisi tra la Via della Seta terrestre (province e regioni di
Henan
,
Shaanxi
,
Qinghai
,
Gansu
,
Ningxia
e
Xinjiang
) e la Via della Seta marittima (
Ningbo
,
Zhejiang
,
Quanzhou
,
Fujian
)
[8]
. Il 2 maggio 2008 l'
Iran
ha presentato un elenco indicativo di siti nel
Khorasan
[9]
. Nel 2010 e stata la volta di Turkmenistan con la proposta di 29 siti distribuiti lungo undici segmenti della Via della Seta
[10]
,
India
con dodici siti
[11]
, Kirghizistan con sei
[12]
e Uzbekistan con 18
[13]
, seguiti dal Kazakistan il 3 maggio 2012
[14]
.
Alla fine del 2011, date le dimensioni del progetto, l'UNESCO ha proposto di suddividere le candidature in diversi corridoi
[7]
. Nel dicembre 2011 Cina, Kazakistan e Kirghizistan hanno deciso di presentare una domanda congiunta per il corridoio dell'Asia centrale lungo il
Tien Shan
. Contemporaneamente Uzbekistan, Tagikistan e Turkmenistan stavano preparando una richiesta per un altro corridoio
[7]
. La prima nomina e stata approvata il 22 giugno 2014, durante la trentottesima sessione del
Comitato del patrimonio mondiale
a
Doha
, in
Qatar
, sotto il nome di
Vie della Seta: la rete di percorsi del corridoio Chang'an-Tianshan
[7]
[15]
.
Il 17 settembre 2023 i siti candidati da Uzbekistan, Tagikistan e Turkmenistan sono stati iscritti nella
lista dei patrimoni dell'umanita
durante la quarantacinquesima sessione del Comitato del patrimonio mondiale riunitosi a
Riad
come parte di un sito seriale separato dal precedente
[16]
che prende il nome di
Vie della Seta: corridoio Zarafshan-Karakum
[17]
.
- Manufatti della Via della Seta
-
-
-
Caravanserraglio
del XVIII secolo nei pressi di
Sheki
,
Azerbaigian
-
Caravanserraglio Selim Pass
-
Resti di un ponte, Turchia orientale
-
-
-
Caravanserraglio Zeinodin
-
Occidentale su un cammello, Dinastia cinese
Tang
(618-907)
-
Antico passaggio della dogana cinese sulla Via della seta vicino a
Dunhuang
-
Le rovine di una
torre di guardia
cinese fatta di
terra battuta
a Dunhuang,
provincia di Gansu
della
dinastia cinese
Han
(206 aC - 220 dC)
-
Uno specchio in bronzo dell'epoca di
Zhou
intarsiato con
vetro
, forse interpretando modelli artisticii greco-romani
-
-
Granaio ovest di Dunhuang sulla via della seta.
- ^
Castelnovi
, p. 105
.
- ^
(
EN
)
Contacts between the Upper Thai-Malay Peninsula and the Mediterranean World
, su
academia.edu
.
URL consultato il 24 aprile 2016
.
- ^
Luca De Pascale, Giuseppina Autiero,
Roma e il Lusso
, pp. 3-4. L'intervento normativo senatorio fu seguito dalla
lex Iulia de vestita et habitu
, di
Tiberio
.
- ^
a
b
c
d
e
f
g
h
Ostrogorsky
, p. 64.
- ^
a
b
Ostrogorsky
, p. 65.
- ^
VIAGGIO SULLA VIA DELLA SETA
, su
famigliacristiana.it
,
Famiglia Cristiana
, 1º marzo 2012.
URL consultato il 24 marzo 2019
(
archiviato
il 24 marzo 2019)
.
≪La rinascita dell'idea della Via della Seta ai giorni nostri va letta come un fatto eminentemente e romanticamente culturale≫
- ^
a
b
c
d
e
f
g
(
ZH
)
?路入?33?迹22?在中?
, su
people.cn
, 23 giugno 2014.
- ^
(
EN
)
Chinese Section of the Silk Road: Land routes in Henan Province, Shaanxi Province, Gansu Province, Qinghai Province, Ningxia Hui Autonomous Region, and Xinjiang Uygur Autonomous Region; Sea Routes in Ningbo City, Zhejiang Province and Quanzhou City, Fujian Province - from Western-Han Dynasty to Qing Dynasty
, su
UNESCO
.
- ^
(
EN
)
Silk Route (Also as Silk Road)
, su
UNESCO
.
- ^
(
EN
)
Silk Roads Sites in Turkmenistan
, su
UNESCO
.
- ^
(
EN
)
Silk Road Sites in India
, su
UNESCO
.
- ^
(
EN
)
Silk Roads Sites in Kyrgyzstan
, su
UNESCO
.
- ^
(
EN
)
Silk Roads Sites in Uzbekistan
, su
UNESCO
.
- ^
(
EN
)
Silk Road
, su
UNESCO
.
- ^
(
EN
)
Decision : 38 COM 8B.24
, su
UNESCO
.
- ^
(
EN
)
World Heritage Committee 2023
, su
unesco.org
.
URL consultato il 26 settembre 2023
.
- ^
(
FR
,
EN
)
Routes de la soie : corridor de Zeravchan-Karakoum
, su
UNESCO
.
- Stefano Belfiore,
Il periplo del mare eritreo di anonimo del I secolo d.C. e altri testi sul commercio tra Roma e l'Oriente attraverso l'Oceano Indiano e la via della seta
, Societa Geografica Italiana, 2004
ISBN 978-88-88692-18-0
.
- Mario Biondi
,
Strada bianca per i Monti del Cielo. Vagabondo sulla Via della Seta
, Ponte alle Grazie, 2005
ISBN 88-7928-724-9
.
- Luce Boulnois,
La via della seta. Dei, guerrieri, mercanti
, Bompiani, 2005,
ISBN 978-88-452-3447-7
.
- Mario Bussagli, Asia Centrale e mondo dei nomadi, in
Nuova storia universale dei popoli e delle civilta
, Vol. XX - Asia centrale e Giappone, UTET, 1970.
- Mario Bussagli,
Le civilta dell'Oriente. L'arte del Gandhara
, UTET, 1984
ISBN 978-88-02-03832-2
.
- Michele Castelnovi,
Arturo Issel e Ferdinand von Richtofen: i manuali di ≪istruzione scientifica≫ per i viaggiatori
, in
Gnosis - Rivista Italiana di Intelligence
, XXVIII, n. 1, Firenze, Pagnini, 2022, pp. 99-111.
- Martina Corvino,
Internazionalizzazione e progresso. La Via della Seta: il futuro per le PMI italiane
, Borgomeo Editrice, Napoli, 2021.
- Peter Frankopan,
Le vie della seta. Una nuova storia del mondo
, Mondadori, 2015.
- Ruy Gonzalez de Clavijo,
Viaggio a Samarcanda. 1403 - 1406
, viella, 1999,
ISBN 88-8334-004-3
.
- Peter Hopkirk
,
Diavoli stranieri sulla via della seta. La ricerca dei tesori perduti dell'Asia centrale
, Adelphi, 2006
ISBN 978-88-459-2062-2
.
- Peter Hopkirk,
Il grande gioco. I servizi segreti in Asia centrale
, Adelphi, 2004
ISBN 978-88-459-1813-1
.
- Ibn Battuta
,
I viaggi
, Einaudi, 2006,
ISBN 978-88-06-14717-4
.
- S. Laudani,
La Sicilia della seta. Economia, societa e politica
, Donzelli, 1996.
- Ella Maillart
,
Vagabonda nel Turkestan
, EDT, 1995 e 2002,
ISBN 978-88-7063-612-3
.
- J. Innes Miller,
Roma e la Via delle Spezie
, Einaudi, 1974,
ISBN 978-88-06-40717-9
.
- Catherine Macartney,
Chini Bagh. Una lady inglese nel Turkestan cinese
, Giano, 2004,
ISBN 88-7420-031-5
.
- Stefano Malatesta,
Il cammello battriano. In viaggio lungo la via della seta
, Neri Pozza, 1997,
ISBN 88-7305-542-7
.
- Marina Montesano
,
Marco Polo
, Salerno editrice, 2014
ISBN 978-8884029454
- Georg Ostrogorsky
,
Storia dell'Impero bizantino
, Einaudi, 2005,
ISBN
88-06-17362-6
.
- Luca Romani,
In viaggio sulla Via della Seta
, Edizioni Leucotea, 2016,
ISBN 978-8897770503
.
- Jean-Paul Roux,
Storia dei turchi
, Garzanti, 1988,
ISBN 88-11-69350-0
.
- Alessio Succa,
Il commercio internazionale nel mondo antico
, Napoli - Parma, 2018.
- Francesco Surdich
La via della seta. Missionari, mercanti e viaggiatori europei in Asia e nel Medioevo
, Il Portolano, 2007,
ISBN 978-88-95051-05-5
.
- Colin Thubron
,
Ombre sulla Via della Seta
, Ponte alle Grazie, 2006,
ISBN 88-7928-865-2
.
- Helmut Uhlig,
La Via della seta
, Garzanti, 1991,
ISBN 88-11-54894-2
.
- Armin Vambery
,
Un falso derviscio a Samarcanda
, Touring Club Italiano, 1997,
ISBN 978-88-365-1218-8
.
- seta, via della
, in
Dizionario di storia
,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana
, 2010.
- (
EN
)
Silk Road
, su
Enciclopedia Britannica
, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Universita degli Studi di Napoli "L'Orientale",
Archeologia delle "vie della seta": percorsi, immagini e culture materiali
, a cura di Bruno Genito e Lucia Caterina, I ciclo di conferenze, Centro Interdipartimentale di Servizi di Archeologia (CISA), 14 marzo-16 maggio 2012,
ISBN
978-88-6719-047-8
.
URL consultato il 13 luglio 2022
.
- Universita degli Studi di Napoli "L'Orientale",
Archeologia delle "vie della seta": percorsi, immagini e culture materiali
, a cura di Bruno Genito e Lucia Caterina, II ciclo di conferenze, Centro Interdipartimentale di Servizi di Archeologia (CISA), 6 marzo-22 maggio 2013.
- Universita degli Studi di Napoli "L'Orientale",
Archeologia delle "vie della seta": percorsi, immagini e culture materiali
, a cura di Bruno Genito e Lucia Caterina, III ciclo di conferenze, Centro Interdipartimentale di Servizi di Archeologia (CISA), 12 marzo-14 maggio 2014,
ISBN
978-88-6719-078-2
.
URL consultato il 13 luglio 2022
.
- Universita degli Studi di Napoli "L'Orientale",
Archeologia delle "vie della seta": percorsi, immagini e culture materiali
, a cura di Bruno Genito e Lucia Caterina, IV ciclo di conferenze, Centro Interdipartimentale di Servizi di Archeologia (CISA), 25 marzo-6 maggio 2015,
ISBN
978-88-6719-127-7
.
URL consultato il 13 luglio 2022
.