Secondo il
Compendio
al
catechismo della
Chiesa cattolica
, con la consacrazione si opera
≪la conversione di tutta la sostanza del pane nella sostanza del Corpo di Cristo, e di tutta la sostanza del vino nella sostanza del Suo Sangue. Questa conversione si attua nella preghiera eucaristica, mediante l'efficacia della parola di Cristo e dell'azione dello
Spirito Santo
. Tuttavia, le caratteristiche sensibili del pane e del vino, cioe le ≪specie eucaristiche≫, rimangono inalterate.≫
Il primo autore a utilizzare il termine
transubstantiatio
fu Rolando Bandinelli, futuro
papa Alessandro III
. Successivamente fu ripreso da
Tommaso d'Aquino
-in particolare nel
De venerabili sacramentu altaris
-, e dalla
scolastica
che ne delinearono con precisione il significato.
Tommaso spiega le differenze tra il sacramento eucaristico e gli altri sacramenti:
≪Questo sacramento differisce dagli altri sacramenti in due cose. Primo, per il fatto che si compie mediante la consacrazione della materia; mentre gli altri sacramenti si compiono mediante l’uso della materia consacrata. Secondo, per il fatto che negli altri sacramenti la consacrazione della materia consiste solo in una benedizione, per la quale la materia consacrata riceve strumentalmente una virtu spirituale che dal ministro, strumento animato, puo passare in strumenti inanimati. Al contrario in questo sacramento la consacrazione della materia consiste in una miracolosa conversione della sostanza, che Dio solo puo compiere.≫
Secondo la Chiesa cattolica la transustanziazione avviene nel momento in cui il sacerdote pronuncia le parole "questo e il mio corpo" e "questo e il mio sangue", mentre il secondo la Chiesa ortodossa la transustanziazione avviene al momento dell'
epiclesi
.
[4]
Anche san
Roberto Grossatesta
tratto del miracolo eucaristico
[5]
procedendo per una via non filosofica e indipendente dalle categorie aristoteliche di specie e di sostanza.
Sotto il regno di
Carlo il Calvo
fu oggetto di una polemica tra i teologi
Ratramno di Corbie
e
Pascasio Radberto
, circa la presenza simbolica o reale del Cristo nell'ostia. Nei documenti pontifici compare la prima volta con il
Concilio Lateranense IV
(
1215
); in seguito, con il
Concilio di Trento
(
1545
-
1563
) riceve la sua formulazione definitiva. Questa dottrina ricevette la sua piu coerente formulazione in seno alla filosofia scolastica, che interpretava efficacemente la transustanziazione attraverso la ripresa della teoria dell'
ilemorfismo
aristotelico (ovvero l'unione inscindibile di
forma sostanziale
e di
materia prima
), facendo si che ogni cosa riceva la sua propria determinazione grazie al principio formale (che crea, che fa si che ciascuna cosa sia quello che e)
concreto
contenuto in ciascuna sostanza. L'uso delle categorie filosofiche proprie della scolastica non limita la possibilita ad altre scuole di pensiero di ridire il medesimo concetto dogmatico attraverso categorie diverse. Dunque e possibile che la transustanziazione venga altrimenti spiegata con diversa terminologia che si poggia su altre griglie di pensiero razionale.
[6]
La
Fisica
di
Aristotele
descrive i tre elementi necessari per qualsiasi mutamento o trasformazione: uno stato iniziale di privazione in cui una categoria e in potenza di mutare in un altro elemento della medesima categoria, uno stato finale nel quale la potenza e divenuta
atto
, un
sostrato
che non muta durante la transizione da uno stato all'altro. Le specie eucaristiche del pane e del vino sono il necessario sostrato che non muta e che e precondizione di qualsiasi trasformazione. La transustanziazione e la trasformazione secondo la categoria della sostanza prima, che e la prima delle quattro tipologie di trasmissione descritte da Aristotele. Le altre sono le trasformazioni secondo la quantita, la qualita e il luogo. Le specie eucaristiche sono sia il sostrato
visibilmente
percepito come immutabile che la sostanza transustanziata da Dio nel Corpo di Cristo.
Il
Concilio Lateranense IV
del 1215 parlava del pane e del vino come "transustanziati" nel corpo e nel sangue di Cristo:
Il suo corpo e il suo sangue sono veramente contenuti nel sacramento dell'altare sotto le forme del pane e del vino, il pane e il vino essendo stati transustanziati, per la potenza di Dio, nel suo corpo e nel suo sangue.
[7]
Il Concilio di Rouen, con la partecipazione dell’arcivescovo
Maurilio
, aveva gia fissato nel 1063 punti fondamentali sulla Transustanziazione.
Il Concilio di Trento nella definizione dogmatica della XIII sessione dell'11 ottobre
1551
, al capitolo IV dichiara:
≪con la consacrazione del pane e del vino si opera la conversione di tutta la sostanza del pane nella sostanza del Corpo di Cristo, nostro Signore, e di tutta la sostanza del vino nella sostanza del Suo Sangue.
Questa conversione, quindi, in modo conveniente e appropriato e chiamata dalla santa Chiesa cattolica transustanziazione.≫
Secondo questa dottrina, il pane ed il vino consacrati conservano dunque solo gli
accidenti
, ovvero le apparenze, della
materia
precedente alla preghiera eucaristica, perche nel loro intimo la
forma
sostanziale o principio costitutivo e cambiato perche esso e diventato, per opera della
Trinita
, realmente il
corpo e il sangue del Signore
.
In questa luce, la definizione dogmatica del Concilio di Trento sancisce la conversione eucaristica e propone la transustanziazione come valido modello (
modo conveniente e appropriato
) di interpretazione del mistero, senza impegnare la propria autorita in un riconoscimento dogmatico delle implicazioni filosofiche della transustanziazione.
Il
Concilio di Trento
per reazione punto tutta la sua energia nel rilancio dell'
eucaristia
come vera presenza reale di Cristo ed anche le chiese vennero concepite in modo che fosse chiaro che il centro della vita liturgica e religiosa dei fedeli fosse il
Tabernacolo
(nel contesto della
Controriforma
).
Secondo il beato
Giovanni Duns Scoto
, la transustanziazione e
adduttiva
. Cio significa che essa non genera il Corpo di Cristo che preesiste nei Cieli, ma Lo rende presente
qui e ora
in modo nuovo e diverso. L'ipotesi adduttiva fu riproposta da
Juan de Lugo
nel XVI secolo.
[8]
Secondo sant'
Alfonso Maria de' Liguori
,
Dottore della Chiesa
, la transustanziazione adduttiva in realta non implica "conversione col passaggio di sostanza in sostanza".
[8]
[9]
Infatti, in un processo che e comunque istantaneo col pronunciamento della formula sacramentale, a Duns Scoto e attribuita l'ipotesi dell'annichilazione del pane e di una separata adduzione (aggiunta, inserimento) del corpo di Cristo, e non di due mutazioni contemporanee in cui si ha la transustanziazione e conversione di una sostanza nell'altra.
[10]
L'ipotesi dell'adduzione o riproduzione era la principale alternativa alla tesi tomistica della transustanziazione o conversione.
[11]
Johann Baptist Alzog
preciso che il
Concilio di Trento
non si pronuncio circa il fatto che la reale presenza di Cristo fosse l'effetto di una produzione o di un'adduzione.
[12]
Essa e associata alla categoria aristotelica del luogo (
ubi
) con una mutazione positiva che e l'adduzione del Corpo di Cristo e una corrispondente mutazione deperditiva del pane e del vino di cui cessa di essere presente l'intera sostanza, mentre restano solo gli accidenti.
Il corpo spirituale, aspaziale e illocale di Cristo puo essere presente in ogni luogo in cui si celebra la transustanziazione eucaristica. Tale miracolo e la prova della sua resurrezione. Inoltre, l'umile specie del pane e prova di quell'
autosvuotamento
di Cristo di cui parlo san Paolo.
[13]
Marta Robin
e una beata nota per una malattia che le impediva di deglutire e di dormire. Per 50 anni si nutri di sola Eucaristia, che riceveva una sola volta alla settimana
[14]
, traendo dall'apparenza del pane un nutrimento necessario alla Sua sopravvivenza.