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La storia
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L'Associazione Italiana Calciatori nasce ufficialmente il 3 luglio del 1968: a costituirla e un gruppo di giocatori che, a Milano, nello studio del notaio Barassi, firma l'atto costitutivo espletando le necessarie formalita legali. Del gruppo fanno parte Bulgarelli, Mazzola, Rivera, Castano, De Sisti, Losi, Mupo, Sereni, Corelli e Sergio Campana, avvocato, che da appena un anno ha lasciato il calcio giocato accettando l'invito di assumere la direzione dell'Associazione. Nomi di grosso calibro, come abbiamo visto, calciatori importanti che hanno dimostrato grande prova di sensibilita e solidarieta e grazie ai quali l'Associazione e riuscita negli anni a raggiungere molti obiettivi.

Uno dei primi consigli direttivi datato 6 ottobre 1970. Da sinistra si riconoscono Campana, Bulgarelli, Rivera, Sereni, De Sisti, Corelli, Mazzola e Mupo.


L'idea di costituire un sindacato nasce dall'esigenza di una difesa della figura del calciatore, ancora non ben delineata e sufficientemente tutelata, un sindacato che sia riconosciuto come interlocutore da Federazione e Leghe e che avesse come propri rappresentanti gli stessi calciatori.



Carraro, Onesti e Campana al termine di un accordo che ha visto accolte le istanze dell'Aic. E' il 22 luglio del 1975.


Inizialmente l'Aic raccoglie solamente i calciatori di seria A e B, mentre, successivamente, nasce l'esigenza di integrare anche la serie C (1971) e la serie D (1973). Uno dei principali obiettivi dell'Aic e proprio il riordino di questo settore, i cui calciatori erano etichettati come "semiprofessionisti", vale a dire atleti con tutti gli obblighi del professionista, ma con uno status giuridico di dilettante. Si arriva, dopo anni di scontri, ad una ristrutturazione dei campionati, alla suddivisione in C1 e C2 con la serie D che, passando nei dilettanti nel 1981, esce dall'Associazione.

 

Ancora una vittoria per l'Aic: il 22 luglio 1983 a Roma viene trovato un accordo con Figc e Leghe che prevede l'immediata revoca del "tetto agli ingaggi". Nella foto si riconoscono Matarrese, Sordillo, Cestani, Costa, Sergiacomi, Maioli, Campana e Grosso.


Ma il 1981 rimane una data determinante per tutto il sport italiano sopratutto per l'emanazione della Legge 91, quella che regola i rapporti tra societa e sportivi professionisti e che riconosce lo status di lavorarore dipendente ai calciatori. La struttura del calcio professionistico italiano si sviluppa cosi in 144 squadre suddivise in serie A (16), B (20), C1 (36) e C2 (72). Un nuovo cambiamento avviene poi nell'88 e successivamente nel 2003, e porta all'attuale struttura del nostro calcio con 132 squadre professionistiche suddivise in serie A (20), B (22), Lega Pro 1ª divisione (36), Lega Pro 2ª divisione (54).

Quasi tremila calciatori professionisti riconosciuti dalla legge come veri e propri lavoratori subordinati, calciatori che possono oggi vantare moltissime tutele grazie al sopracitato gruppo di campioni che fondo l'Aic e a tutti coloro che, negli anni, hanno partecipato con impegno al raggiungimento di traguardi determinanti per la categoria.


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