Forli
comune
|
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|
Piazza Aurelio Saffi
a Forli. Al centro il
Palazzo Comunale
e a destra il
Palazzo degli uffici statali
.
|
Localizzazione
|
---|
Stato
|
Italia
|
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Regione
|
Emilia-Romagna
|
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Provincia
|
Forli-Cesena
|
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Amministrazione
|
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Sindaco
| Gian Luca Zattini
(
indipendente
di
centro-destra
) dall'11-6-2019
|
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Territorio
|
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Coordinate
| 44°13′21″N
12°02′27″E
/
44.2225°N 12.040833°E
44.2225; 12.040833
? (
Forli
)
|
---|
Altitudine
| 34
m
s.l.m.
|
---|
Superficie
| 228,2
km²
|
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Abitanti
| 116 509
[1]
(31-8-2023)
|
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Densita
| 510,56 ab./
km²
|
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Frazioni
| vedi
elenco frazioni
|
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Comuni confinanti
| Bertinoro
,
Brisighella
(RA),
Castrocaro Terme e Terra del Sole
,
Faenza
(RA),
Forlimpopoli
,
Meldola
,
Predappio
,
Ravenna
(RA),
Russi
(RA)
|
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Altre informazioni
|
---|
Cod. postale
| 47121?47122
|
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Prefisso
| 0543
|
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Fuso orario
| UTC+1
|
---|
Codice
ISTAT
| 040012
|
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Cod. catastale
| D704
|
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Targa
| FC, FO (fino al
1999
)
|
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Cl. sismica
| zona 2
(sismicita media)
[2]
|
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Cl. climatica
| zona D, 2 087
GG
[3]
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Nome abitanti
| forlivesi, liviensi
|
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Patrono
| Madonna del Fuoco
;
compatroni:
san Valeriano martire
,
san Mercuriale
e
san Pellegrino Laziosi
|
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Giorno festivo
| 4 febbraio
|
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Cartografia
|
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|
Posizione del comune di Forli nella provincia di Forli-Cesena
|
Sito istituzionale
|
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Modifica dati su Wikidata
·
Manuale
|
Forli
(
AFI:
/for?li/
ascolta
ⓘ
,
Furle
in
romagnolo
[4]
[5]
) e un
comune italiano
di 116 509 abitanti,
[1]
capoluogo della provincia di
Forli-Cesena
insieme a
Cesena
, in
Emilia-Romagna
. E sede vescovile della
diocesi di Forli-Bertinoro
.
E stata, fin dall'inizio del
Regno d'Italia
, capoluogo, insieme a
Cesena
, della
provincia di Forli
; dopo il distacco da questa del comprensorio di
Rimini
, divenuto provincia autonoma nel 1992, il territorio rimanente ha preso la nuova denominazione di
provincia di Forli-Cesena
.
La citta, fondata secondo la tradizione nel 188 a.C., nel 2012-2013 ha festeggiato i suoi 22 secoli di vita. Lo storico
Sigismondo Marchesi
,
[6]
comunque, retrodata la fondazione al 208 a.C.
Forli sorge nella Pianura Padana, piu precisamente in
Romagna
, a
5 km
di distanza dalle prime colline del
Preappennino tosco-romagnolo
e a circa
26 km
dalla riviera adriatica. La periferia e bagnata dal
fiume Montone
che, presso il quartiere Vecchiazzano, riceve le acque del
fiume Rabbi
, per poi lambire le mura urbane presso
Porta Schiavonia
, e dal
fiume Ronco
che attraversa l'
omonimo quartiere
periferico della citta.
Nel bacino dei
Fiumi Uniti
le rocce tendono a divenire sempre piu recenti procedendo da monte verso valle. Quelle piu antiche di origine locale sono, infatti, rappresentate dal
macigno
, una potente successione di banchi arenarici con intercalazioni marnose, formatisi tra i 37 e i 18
milioni
di anni fa, affiorante nel crinale appenninico. Nella montagna e nella collina domina invece la
formazione marnoso-arenarica
, sedimentatasi tra i 15 e i 7 milioni di anni fa. Durante l'accumulo di questa formazione, dello spessore di
5
300
m
, la profondita del fondo marino veniva mantenuta praticamente costante da una progressiva subsidenza.
Verso la fine del Miocene medio, cessata la subsidenza, il braccio di mare in esame tende a colmarsi, inizia al di sotto delle profondita marine il corrugamento delle rocce sedimentate e pervengono nelle aree romagnole le prime coltri alloctone. Esse prendono nome di
liguridi
, perche il loro nucleo principale si e formato nel dominio ligure durante il Cretaceo. Queste rocce, a causa dei successivi movimenti, sono ridotte in uno stato caotico e hanno trascinato con se anche formazioni piu recenti depositatesi su di esse durante le varie stasi del movimento. Nel Comune di Forli solo un modesto lembo alloctono affiora attualmente sulla riva destra del
fiume Ronco
.
Nel Miocene superiore, circa di 5 milioni di anni fa, l'orogenesi e il concomitante abbassamento del livello marino, conseguente al disseccamento del Mediterraneo in seguito alla chiusura dello stretto di Gibilterra, hanno determinato una vasta emersione di terre. Le aree montane e collinari erano solcate da corsi d'acqua, che hanno dato origine ai depositi deltizi che si trovano a monte del Comune di Forli al confine con quello di Predappio. Laghi e lagune occupavano le parti piu depresse del territorio e, specie queste ultime, erano soggette a forti e prolungate evaporazioni, che hanno dato origine alle rocce della formazione gessoso-solfifera, tipiche ancora oggi delle zone collinari. Le terre emerse verdeggiavano di una ricca flora, ed erano popolate da cavalli, carnivori, insettivori, scimmie, uccelli e rettili, animali di cui sono pervenuti resti fossili.
All'inizio del Pliocene, ristabilitesi definitivamente le comunicazioni tra Mediterraneo e oceano Atlantico, un mare ricco di vita vegetale, il mare e tornato ad avanzare fino alle attuali aree di bassa collina e ha abbandonato sedimenti argillosi e sabbiosi a seconda dei luoghi e delle profondita. In questo periodo si e depositato anche lo
spungone
, pietra tipica locale, costituita da un calcare del Pliocene inferiore medio, prodotto da una scogliera sottomarina ricca di vita.
Durante il Pliocene superiore e gran parte del Pleistocene inferiore, con cui inizia circa 1,8 milioni di anni fa l'era quaternaria, continua nella bassa collina la sedimentazione dell'argille marine il cui inizio della nuova era e indicato dalla comparsa di fossili, testimoniante il raffreddamento del Mediterraneo. Successivamente la profondita del mare e progressivamente diminuita fino a dare luogo nella zona precollinare, tra 1,45 e 1,1 milioni di anni fa, alla spiaggia delle sabbie gialle, interrotta qua e la dai delta dei fiumi appenninici. Sulle terre emerse allora crescevano rigogliose vegetazioni arboree e il mare era ricco di molluschi e di altri organismi. Alla fine del Pleistocene inferiore lungo questa costa viveva l'
Homo erectus
, che ha lasciato numerosi reperti nella zona del
Monte Poggiolo
.
Alla fine del Pleistocene medio, su una superficie di erosione raccordante la pianura all'antica superficie collinare, si e venuto formando un livello di limi di origine eolica, definiti loess,
[7]
attribuibile alla glaciazione rissiana, terminata circa 150 000 anni fa. L'ambiente era allora arido e piuttosto freddo, e il suolo coperto da piante erbacee e da rari alberi, grossi erbivori (elefanti, rinoceronti, bisonti) che erano preda di piccoli gruppi di cacciatori nomadi.
Durante l'ultima parte dell'era quaternaria i fenomeni erosivi hanno completato il modellamento attuale del rilievo collinare e montano, in cui dominano forme di tipo piramidale negli affioramenti della
formazione marnoso-arenacea
e dolci ondulazioni della collina argillosa, spesso interrotte da ripidi ventagli di vallecole dei calanchi. Contemporaneamente nella pianura si sono formate potenti coltri alluvionali in seguito al deposito di sedimenti erosivi dei rilievi e trasportati dei fiumi nelle parti depresse del territorio. Al di sotto di Forli, il loro spessore e superiore a 200 m. Anche nelle pendici collinari montane i corsi d'acqua hanno lasciato tracce della loro attivita di sedimentazione.
Forli ha un
clima temperato caldo, stabilmente umido, con estate molto calda
(classificazione Koppen-Geiger Cfa).
Il clima e influenzato dal trovarsi vicina alla costa del
mare Adriatico
, al margine meridionale della
Pianura Padana
e a ridosso del crinale appenninico, il quale, insieme ai contrafforti montani tra le valli, orientate da sud-ovest a nord-est, influenza notevolmente l'andamento dei venti al suolo.
Il mese piu freddo, gennaio, ha una temperatura media di
3,1 °C
, mentre quello piu caldo, luglio, ha una temperatura media di
24,7 °C
. La temperatura piu alta registrata a Forli e stata di
43,0 °C
nell'agosto del 2017 mentre quella piu bassa e di
?19,0 °C
registrata nel gennaio del 1985. L'escursione annua, data dalla differenza tra la temperatura media del mese piu caldo e quella del mese piu freddo, oscilla tra i 18 e i
23 °C
.
Le precipitazioni medie annue di Forli sono all'incirca di
745 mm
di pioggia, e il numero di giorni piovosi e in media di 75. Le piogge sono distribuite in modo piuttosto regolare durante l'anno, con valori massimi in novembre (
79 mm
) e minimi in gennaio (
38 mm
), febbraio e luglio (
40 mm
).
Il fenomeno della
nebbia
si presenta regolarmente ogni anno, soprattutto nei mesi invernali, o a fine autunno, manifestandosi a diversi livelli di intensita e di frequenza con prevalente accentuazione delle zone di pianura nelle depressioni morfologiche e diradandosi piu a sud a partire dalle propaggini appenniniche.
A Forli predominano i venti di nord-ovest, di est e di sud-ovest. In primavera, in estate e in autunno prevalgono venti da est, in inverno quelli da nord-ovest.
FORLI AEROPORTO
(
1961
-
1990
)
| Mesi
| Stagioni
| Anno
|
---|
Gen
| Feb
| Mar
| Apr
| Mag
| Giu
| Lug
| Ago
| Set
| Ott
| Nov
| Dic
| Inv
| Pri
| Est
| Aut
|
---|
T. max. media
(
°C
)
| 5,4
| 8,2
| 13,0
| 17,2
| 22,3
| 26,6
| 29,2
| 28,4
| 24,6
| 18,4
| 11,4
| 6,5
| 6,7
| 17,5
| 28,1
| 18,1
| 17,6
|
---|
T. min. media
(
°C
)
| 0,8
| 2,7
| 6,2
| 9,5
| 13,9
| 17,7
| 20,2
| 19,9
| 16,7
| 11,9
| 6,5
| 2,0
| 1,8
| 9,9
| 19,3
| 11,7
| 10,7
|
---|
Precipitazioni
(
mm
)
| 38
| 40
| 50
| 57
| 53
| 54
| 40
| 59
| 66
| 62
| 79
| 56
| 134
| 160
| 153
| 207
| 654
|
---|
Giorni di pioggia
| 7
| 6
| 7
| 8
| 8
| 6
| 4
| 6
| 6
| 7
| 8
| 8
| 21
| 23
| 16
| 21
| 81
|
---|
Vento
(
direzione
-
m
/
s
)
| NW
2,8
| NW
2,8
| NW
3,1
| E
3,1
| SW
3,1
| E
3,0
| E
3,0
| SW
2,9
| E
2,7
| NW
2,5
| NW
2,8
| NW
2,8
| 2,8
| 3,1
| 3,0
| 2,7
| 2,9
|
---|
La localita dove Forli sorge fu abitata sin dal
Paleolitico
, come dimostrano i ritrovamenti di
Monte Poggiolo
, con numerosi reperti datati a circa 800 000 anni fa. Nel 2010, durante i lavori per la costruzione del nuovo
carcere
cittadino, e stata trovata una grande necropoli preistorica risalente a 4 000 anni fa, il che dimostra che l'area era gia stabilmente abitata a tale epoca
[8]
.
La citta in effetti e sorta su un antico insediamento commerciale, sito sulla linea di confine che separava il territorio controllato dai
Lingoni
da quello dei
Senoni
e chiamato dagli
Etruschi
Ficline
(Figline), cioe terra di vasai (ma anche di produzione laterizia), per le ceramiche che vi venivano prodotte e che saranno famose anche nei secoli XIV-XVI
[9]
. Nel Quattrocento, anzi, la produzione forlivese "batteva per fama e prestigio quella della vicina Faenza, divenuta celebre solo dal secolo scorso in poi"
[10]
.
Il nome attuale e di origine romana,
Forum Livii
: il
castrum
fu probabilmente fondato nel
188 a.C.
, secondo la tradizione, da
Gaio Livio Salinatore
, figlio del console
Marco Livio Salinatore
che, nel
207 a.C.
, sconfisse l'esercito
cartaginese
guidato da
Asdrubale
nella
battaglia del Metauro
. La citta, dunque, ha celebrato nel 2012 i 22 secoli di storia. Della citta romana rimangono pochi resti, specialmente sotterranei (ponti, strade lastricate, fondazioni). Il
forum
doveva essere all'altezza dell'attuale piazza
Melozzo
, mentre e probabile l'esistenza di un
castrum
nella zona dei Romiti, sulla via per
Faenza
. Il
castrum
chiamato
Livia
e il
forum
detto
Livii
rifondarono l'etrusca
Ficline
, dando luogo a Forli. Un importante
pagus
, risalente agli anni in cui era Imperatore
Costanzo II
, e stato rinvenuto nei pressi della localita
Pieve Acquedotto
, dove transitava l'acquedotto di
Traiano
.
Uno scavo condotto nel 2003-2004, in via Curte, ha messo in luce importanti resti di epoca romana: si tratta di una sequenza abitativa che va dall'eta repubblicana all'eta tardo antica. Il che ha permesso di capire come poteva essere la vita nell'antica
Forum Livii
[11]
.
Caduto l'
Impero romano d'Occidente
, dopo il breve dominio di
Odoacre
, Forli fece parte del regno degli
Ostrogoti
, poi dell'impero di
Bisanzio
. Rimase bizantina ai tempi dell'invasione
longobarda
, nel
VI secolo
, poi fece parte delle donazioni di
Pipino il Breve
alla Chiesa.
Nata, ovviamente per motivi di difesa, su un'isola alla confluenza di due fiumi, Forli fu pero lungamente travagliata dalle inondazioni, cosi, intorno al 1050, venne risistemato l'impianto dei corsi d'acqua con vari lavori di ingegneria che allontanarono dal centro abitato il rischio di nuovi allagamenti.
La citta fu protagonista delle vicende del territorio romagnolo durante il
Medioevo
: il complesso
stemma
allude a diversi momenti della sua storia: la citta ebbe dai Romani lo scudo vermiglio, su cui poi fu posta, in ricordo della partecipazione dei forlivesi alla Prima
Crociata
, una croce bianca; un secondo scudo, bianco, attraversato dalla scritta
LIBERTAS
, testimonia dei periodi in cui la citta si erse a
repubblica
(la prima volta nell'889, l'ultima nel 1405): i colori della citta, pertanto, sono il bianco e il rosso; l'aquila
sveva
in campo d'oro fu invece concessa da
Federico II
, per l'aiuto datogli nella presa di
Faenza
(1241), essendosi Forli schierata dalla parte dei
ghibellini
. Queste benemerenze consentirono ai forlivesi di intercedere poi a favore dei faentini e di convincere Federico a risparmiare la citta di Faenza, che egli intendeva invece distruggere.
L'Imperatore elargi alla citta di Forli, nell'occasione, anche un'ampia
autonomia comunale
, compreso il diritto di battere moneta.
Il passaggio dal libero comune alla
signoria
fu piuttosto tormentato: emersero, fra gli altri, i tentativi di
Simone Mastaguerra
,
Maghinardo Pagani
e
Uguccione della Faggiola
, ma il successo nel dominio cittadino arrise alla dinastia della famiglia
Ordelaffi
, che resse, sia pure con qualche interruzione, la citta dalla fine del XIII fino all'inizio del XVI.
Nel 1353,
papa Innocenzo VI
dalla cattivita avignonese incarico un suo Vicario, il cardinale
Egidio Albornoz
, di riappropriarsi delle Romagne che vennero messe a ferro e fuoco. Nel 1355, per sconfiggere definitivamente la resistenza ghibellina guidata dagli
Ordelaffi
, Innocenzo VI lancio la
crociata contro i Forlivesi
capitanata da
Luigi I d'Ungheria
. La crociata si concluse nel 1359 con un accordo tra gli Ordelaffi e il papa, che rimise la Romagna sotto la potesta dello
Stato Pontificio
.
Dal punto di vista tecnico, si puo segnalare il fatto che Forli, nel XIV secolo, fu una delle prime citta a dotarsi di
orologio
meccanico, posto nella torre civica.
[
senza fonte
]
La Forli medioevale vide anche la presenza di una fiorente comunita di
ebrei
: si ha notizia dell'esistenza d'una scuola ebraica in citta fin dal
XIII secolo
, mentre il piu antico esempio italiano di immagine
araldica
ebraica (1383) proviene da Forli; inoltre, uno statuto civico forlivese del 1359 ci testimonia la stabilita della presenza degli ebrei e dei loro banchi. Ad esempio, e noto il fatto che, nel 1373,
Bonaventura Consiglio
e socio prestarono 8 000 ducati ad
Amedeo VI di Savoia
, avendone come garanzia la corona e altri valori
[12]
. Va poi notato che, nel Medioevo, gli ebrei a Forli potevano possedere terreni e fabbricati. Con il Cinquecento, pero, la possibilita si restrinse ai soli fabbricati, anche a causa del passaggio della citta al dominio diretto dello Stato della Chiesa
[13]
.
Agli anni 1390 e 1393 risalgono due libri di preghiera ebraici, illustrati, provenienti rispettivamente da
Bertinoro
e da Forli, conservati attualmente in
Gran Bretagna
[14]
.
Da ricordare e anche il fatto che a Forli opero e mori il rabbino
Hillel da Verona
, che con i suoi scritti pote influenzare anche l'immaginario di
Dante
, ospite in citta poco dopo la sua scomparsa.
Forli fu, dunque, un importante centro di affari e di vita culturale ebraica.
Da segnalare, a tal proposito, l'importante
congresso
dei delegati delle comunita
ebraiche
di
Padova
, di
Ferrara
, di
Bologna
, delle citta della Romagna e della
Toscana
, nonche di
Roma
, che fu convocato a Forli il 18 maggio 1418: vi si presero decisioni sul comportamento (etico e sociale) che gli ebrei avrebbero dovuto tenere e si invio una delegazione al
papa Martino V
per la conferma degli antichi privilegi e la concessione di nuovi.
Nel Medioevo prende avvio anche quella che sarebbe diventata un'importante tradizione nel campo della medicina. In effetti, Forli, come tutta la Romagna altomedioevale mantiene vive le conoscenze della cultura classica, in particolare in campo medico, in quanto terra bizantina. Cosi che gli stessi Carolingi ≪hanno potuto beneficiare delle conoscenze mediche presenti nell'esarcato di Ravenna≫
[15]
. Nei secoli successivi, poi, troveremo medici forlivesi di grande rilievo, come ad esempio
Iacopo della Torre
, piu noto come
Iacopo da Forli
.
L'11 aprile del 1425 Alberico (o Alberigo) da Barbiano apre la prima scuola laica in Forli: primo studente e Cristiano, il figlio del pittore e storico
Giovanni di Mastro Pedrino
.
Il Quattrocento si chiuse, per Forli, con un'importante novita culturale: nel 1495, infatti, apri in citta la casa editrice, a
stampa
, di Paolo Guarini e Giovanni Giacomo Benedetti
[16]
.
Durante il
Rinascimento
Forli vanto molteplici intrecci con la storia nazionale italiana: sua signora fu
Caterina Sforza
, che, vedova di
Girolamo Riario
(nipote di
papa Sisto IV
), sposo, nel 1497,
Giovanni de' Medici (detto "il Popolano")
, matrimonio dal quale nacque, l'anno successivo, Ludovico (poi Giovanni) detto
Giovanni delle Bande Nere
, il famoso capitano di ventura, padre di quel
Cosimo I de' Medici
che sara il primo
Granduca di Toscana
. Caterina, nonostante un'eroica resistenza nella
rocca di Ravaldino
, in Forli, fu sconfitta da
Cesare Borgia
nel piano di espansione dei possedimenti papali in
Romagna
.
Dopo un effimero tentativo di ritorno degli Ordelaffi, il
papa Giulio II
, di passaggio a Forli nel 1506, riusci a imporre, almeno provvisoriamente, la pace tra i
guelfi e i ghibellini
.
Il governo papale garanti alla citta e ai suoi abitanti un periodo di tranquilla vita civile, soprattutto dopo l'istituzione della magistratura dei
Novanta Pacifici
, voluta, nel 1540, da
Giovanni Guidiccioni
. A questo proposito,
Adamo Pasini
scrive: ≪Qualunque sia il giudizio che si vuol dare del governo che in quel secolo venne a consolidarsi, sta di fatto che il Cinquecento segna il sorgere della nostra aristocrazia, della nostra edilizia, della nostra letteratura. Dire che sono morti per la storia i tre secoli XVI, XVII e XVIII, per dedicare dei volumi ai secoli XIII - XIV - XV, significa dare troppa importanza alla guerra civile e poca o nessuna importanza all'economia, allo studio, al lavoro≫.
[17]
A riprova di quanto dice Pasini, nel 1522 nacque a Forli un apposito Collegio che laureava alla carica di notaio
[18]
.
Sono da ricordare i vescovi
Pietro Giovanni Aliotti
(1551-1563) e
Antonio Giannotti
(1563-1578), la cui incisiva azione porto la citta a essere ≪citata come esempio di ortodossia e di zelo religioso≫
[19]
e influenzo la stessa
scuola artistica forlivese
, ponendola in sostanziale anticipo perfino sull'evoluzione della scuola romana
[20]
.
Nel 1630, la citta sfuggi alla peste, che pure aveva devastato il resto d'Italia e la Romagna. La popolazione ne attribui il merito a un intervento miracoloso della
Madonna del Fuoco
, in onore della quale venne innalzata una colonna celebrativa nel Campo dell'Abate (oggi piazza Saffi).
Dal punto di vista generale, pur tra varie vicissitudini, come il saccheggio operato dagli austriaci nel 1708, la situazione politica rimase sostanzialmente immutata fino all'Unita d'Italia, eccetto che per un breve periodo di indipendenza politica dallo
Stato Pontificio
attorno al 1797, quando Forli divenne capoluogo del dipartimento del Rubicone nella nuova divisione amministrativa dettata dalle truppe di Napoleone al seguace Regno d'Italia. Tra le leggi imposte dal nuovo codice civile napoleonico c'era la possibilita di divorzio e un cittadino di Forli ne fece richiesta (prima causa di divorzio a oltre 150 anni dalla legge attuale).
Inoltre, i funzionari napoleonici si occuparono di indagare gli usi e costumi delle popolazioni sottomesse, producendo una notevole mole di dati sulle tradizioni popolari di questa parte di Romagna. Un forlivese riusci a recuperare parte di quelle indagini (per la verita in gran parte provenienti da Sarsina, ma in uso anche a Forli) e ne pubblico un testo che e uno dei primi lavori sulle tradizioni romagnole, poi seguito dall'opera del Pergoli verso la fine dell'Ottocento, che si occupo della raccolta di canti anche a Forli e a San Martino in strada (frazione di Forli).
Nella prima meta del XIX secolo, la
legazione pontificia
di Forli, affidata a un Cardinale legato, comprendeva anche le citta di Cesena e Rimini.
Nel gennaio 1832 la citta viene saccheggiata e 21 suoi cittadini uccisi durante le
stragi di Cesena e Forli
per opera delle truppe pontificie durante la repressione finale dei moti romagnoli.
E da ricordare, durante la
Repubblica Romana del 1849
, l'iniziativa dei banchetti patriottici, che si tennero, a suo sostegno, a Forli, e fu l'unico caso in tutta Italia: si tratto di pubblici banchetti patriottici, che videro una massiccia partecipazione di pubblico pagante
[21]
.
Dal punto di vista culturale, il Rinascimento vede nascere e fiorire, con
Melozzo
e
Marco Palmezzano
, la
scuola forlivese
d'arte, portata avanti poi da autori come
Francesco Menzocchi
e
Livio Agresti
nel
XVI secolo
, e dai loro epigoni dei secoli successivi. Si segnalano anche importanti produzioni di maioliche e ceramiche: da ricordare almeno il nome di
Leucadio Solombrini
, che il re
Francesco I di Francia
volle invitare ad aprire una bottega presso la sua corte di
Amboise
.
Prosegue anche l'illustre tradizione medica forlivese, con personaggi come
Girolamo Mercuriale
e
Giovanni Battista Morgagni
.
Unita di misura precedenti il sistema decimale
[
modifica
|
modifica wikitesto
]
Prima dell'introduzione del sistema metrico decimale (1861), erano in adozione altre unita di misura
[22]
. A Forli, le principali erano:
- per la lunghezza: la pertica (
pedga
), suddivisa in 10 piedi, equivalente a
4,88 m
; il braccio da tela (
braz
),
0,74 m
; il braccio da panno,
0,62 m
; il piede (
pe
), suddiviso in 10 once, equivalente circa a
0,49 m
;
- per la superficie: la tornatura (
tarnadura
), suddivisa in 100 pertiche quadre, equivalente a
2
383
m²
; la pertica quadra, suddivisa in 100 piedi quadri, equivalente a
23,83 m²
;
- per il volume: il piede cubo, suddiviso in 1 000 once cube, equivalente a 0,116 metri cubi;
- per la capacita di contenitori per grani e aridi: il sacco (
sac da do stera
), suddiviso in due staia, equivalente a
144,32 L
; lo staio (
ster
), suddiviso in due 2 mezzini, equivalente a
72,16 L
; il mezzino, suddiviso in due quarti, o quartini, equivalente a
36,08 L
; il quarto, o quartino, (cvartarola), suddiviso in 4 provende, equivalente a
18,04 L
; la provenda, equivalente a
4,51 L
;
- per il peso: la libbra (
livra
), suddivisa in 12 once, equivalente a
0,329 kg
; l'oncia (
onza
), suddivisa in 8 ottave, equivalente a
0,024 kg
.
Nella seconda meta del
XIX secolo
Forli diventa un centro notevole rispetto alle altre realta urbane limitrofe, la cui prosperita deriva dall'
agricoltura
- molto diffuso il tipico contratto di
mezzadria
- e dal commercio del sale tramite la via diretta verso
Cervia
e le sue
saline
, nonche dal suo posizionamento sulla strategica
via Emilia
, a meta strada fra Bologna e
Rimini
. La citta, pero, conosce anche i primi fenomeni di industrializzazione: la fabbrica di
biliardi
; la birreria di
Gaetano Pasqui
; le
fornaci
della prima meta del XIX secolo; la Becchi, per la realizzazione di stufe in cotto divenute poi celebri; la
Societa Anonima Bonavita
per la produzione del
feltro
; le importanti
Officine Forlanini
[23]
. Dal punto di vista culturale, Forli e una citta attiva, con presenza di alcune testate giornalistiche
[24]
.
Non mancarono personalita di spicco durante il Risorgimento:
Aurelio Saffi
, repubblicano
mazziniano
e
Piero Maroncelli
, amico di
Silvio Pellico
e imprigionato come lui per il suo ideale di un'
Italia
unita e libera da dominazioni straniere o religiose.
A riprova della modernizzazione in atto, il 21 maggio 1915 (appena prima dell'ingresso dell'Italia nella
prima guerra mondiale
), nel luogo dove ora insiste il polo universitario, entro ufficialmente in funzione il nuovo ospedale cittadino, intitolato a
Giovanni Battista Morgagni
[25]
.
La citta piange i suoi martiri della
Grande Guerra
e nel primo dopoguerra dimostra una notevole vivacita intellettuale, ad esempio con l'inaugurazione del
Cenacolo Artistico Forlivese
(1920). Ma e con l'ascesa del
fascismo
e la
seconda guerra mondiale
che Forli torna a far molto parlare di se. A
15 km
dalla citta, a
Predappio
, nasce
Benito Mussolini
: quando egli diviene prima presidente del consiglio, poi
Duce
, inevitabilmente Forli gode di una certa fama di ritorno, cominciando a essere presentata nella
propaganda
ufficiale come "la
citta del Duce
"
[26]
. Questo ha comportato conseguenze negative negli anni del dopoguerra, quando si pote assistere, a mo' di contrappasso, a quella che uno storico ha definita un'implicita
conventio ad tacendum
: tutte le volte che non fosse proprio inevitabile citarla, Forli non doveva essere nemmeno menzionata
[27]
. Per esprimere il particolare stato d'animo presente a Forli nei decenni successivi alla guerra,
Giorgio Bocca
parla di
complesso del Duce
[28]
.
Durante il regime, comunque, Forli si sviluppo oltre il suo ambito territoriale ed economico tradizionale: gli architetti del regime si sbizzarrirono nel progettare nuovi edifici corrispondenti al gusto del momento, come ad esempio la nuova
stazione ferroviaria
, il
Palazzo delle Poste
, la nuova sede dell'Istituto Tecnico Industriale "Marconi", il collegio aeronautico e il
Palazzo degli Uffici Statali
(la cui architettura ricorda una "B", come Benito) nella centrale
piazza Saffi
, viale Benito Mussolini (ora
viale della Liberta
), lungo il quale sorse l'Istituto Tecnico Industriale Statale, con la pianta a forma di enorme "M" (come Mussolini)
[29]
. Tutto questo fervore edilizio qualifica Forli, secondo Ulisse Tramonti (dell'Universita di Firenze), come "vetrina nazionale dell'architettura razionalista"
[30]
.
Crebbero poi le industrie locali (Forlanini, Mangelli); nel 1936 venne inaugurato l'
aeroporto "Luigi Ridolfi"
, allora il piu grande aeroporto militare d'Italia, scalo che, nel dopoguerra, fu a lungo polo di traffici commerciali con i Paesi dell'Europa comunista.
La citta pago il suo conto di vite umane alla guerra, sopportando inoltre la perdita di inestimabili tesori artistici, come la
chiesa di San Biagio
o il teatro comunale; anche la Torre civica fu bombardata, per poi venire ricostruita in seguito. Il campanile della Basilica di San Mercuriale venne invece risparmiato dai tedeschi in ritirata, le voci del popolo indicano per intercessione e supplica del parroco don
Giuseppe Prati
detto, amabilmente, don Pippo. Certa e l'opera del vescovo di allora della citta, monsignor
Giuseppe Rolla
, che sicuramente pago un prezzo molto consistente in termini di vettovaglie e bestiame per l'esercito tedesco in ritirata. Tra i momenti tragici della guerra, va anche ricordato l'
eccidio di Forli
, nel quale, presso l'aeroporto cittadino, furono uccise 42 persone, nel settembre del 1944.
Forli venne
liberata
relativamente presto, rispetto alle altre zone del Nord Italia: il 9 novembre 1944, dopo un'accanita battaglia per il valore simbolico che Forli aveva in quanto "citta del Duce", tanto che Hitler aveva ordinato di non cederla facilmente, le truppe alleate britanniche e indiane entravano in citta, provenienti da Cesena, con l'appoggio delle
brigate partigiane
. Proprio in quanto citta-simbolo, i britannici vollero riservare a se l'onore di entrare a Forli, precedendo sia gli stessi partigiani sia i polacchi di
Władysław Anders
, che gia avevano preso
Predappio
. Ancora oggi e presente e visitabile, quasi di fronte al
Cimitero monumentale
, il ben curato
Cimitero degli Indiani
, a ricordo di quanti di loro persero la vita in questa occasione.
A un mese dalla liberazione, il 10 dicembre del 1944, Forli fu sconvolta da un bombardamento dell'aviazione tedesca, che sperimentava per la prima volta l'effetto su un centro abitato di un nuovo tipo di bomba, la
Grossladungsbombe SB 1000
, con sviluppo esplosivo orizzontale anziche "a imbuto" (e con la relativa mancanza del cratere)
[31]
. A questo bombardamento si deve, oltre a numerosi morti, la perdita della
Chiesa di San Biagio
.
Primo sindaco della Forli liberata fu
Franco Agosto
, cui oggi e dedicato il Parco Urbano, polmone verde sull'ansa che il fiume Montone forma nei pressi di Porta Ravaldino.
Nel dopoguerra la citta si e stabilizzata nelle sue attivita tradizionali legate al settore agricolo e artigianale, sviluppando una dinamica realta di piccole imprese artigianali o cooperative.
Forli fu anche teatro di un omicidio targato
Brigate Rosse
. Il 16 aprile 1988 (a dieci anni dall'assassinio di
Aldo Moro
, e proprio pochi giorni dopo la nascita del nuovo governo presieduto da De Mita, che Ruffilli aveva contribuito a creare), assassinarono il senatore
Roberto Ruffilli
nella sua casa di corso Diaz, nel rione Ravaldino.
Lo stemma, riconosciuto con
decreto
del 15 maggio 1931, ha la seguente
blasonatura
:
≪
D'oro, all'aquila spiegata di nero, coronata e membrata del campo, tenente nell'artiglio destro uno scudetto ovale posto in banda di rosso alla croce d'argento, e in quello sinistro uno scudetto pure ovale posto in sbarra d'argento alla fascia dello stesso, bordata e caricata del motto
Libertas
, il tutto di nero. Ornamenti esteriori da citta.
≫
Il gonfalone comunale, con al centro lo stemma cittadino, e diviso in due meta: la superiore bianca, l'inferiore rossa.
Secondo la tradizione il segno zodiacale di Forli e il
Capricorno
[32]
.
Titolo poi confermato con regio decreto 15 maggio 1931
[33]
[34]
.
Forli e tra le
citta decorate al valor militare per la guerra di liberazione
, insignita della
Medaglia d'argento al valor militare
per i sacrifici e il coraggio delle sue popolazioni e per l'attivita nella
lotta partigiana
durante la
seconda guerra mondiale
[35]
:
≪Durante quattordici mesi di dura lotta contro l'oppressione tedesca esprimeva e sosteneva coraggiosamente le formazioni partigiane che operarono nella regione contro le forze armate nemiche logorandole e rendendo loro oneroso il movimento sulle rotabili romagnole e sulla linea ferroviaria Forli - Faenza, costituenti importanti assi di alimentazione del loro sforzo operativo sul fronte. All'azione dei volontari armati, affiancava quella, non meno efficace, dei lavoratori che sabotando gli impianti industriali impedivano l'attuazione di un loro predisposto trasferimento in Germania. Il contributo di caduti e martiri civili, le sofferenze e le distruzioni subite dalle genti forlivesi nella loro ostinata opposizione alla sopraffazione nemica, testimoniarono la loro assoluta dedizione ai piu alti ideali di Patria, liberta e giustizia. Zona di Forli, 8 settembre 1943 - novembre 1944.≫
? 7 febbraio 1975
[36]
- Abbazia di San Mercuriale
: basilica situata in
piazza Aurelio Saffi
, per via della sua posizione centrale e dell'alto campanile e considerata il simbolo della citta.
- Cattedrale di Santa Croce
: e il duomo di Forli e sede del vescovo della diocesi di Forli-Bertinoro.
- San Domenico
: soppressa per volere di
Napoleone
nel 1797, la grande
chiesa di San Giacomo Apostolo
era il fulcro dei domenicani della citta, che, gia a partire dal Trecento, eressero un convento che, dopo secoli di abbandono, di recente e stato restaurato e ora accoglie mostre ed esposizioni di livello internazionale. E anche sede della
Pinacoteca
e dei
Musei civici
.
- Basilica di San Pellegrino Laziosi
, o Chiesa dell'Ordine dei
Servi di Maria
: santuario celebre perche ospita le spoglie mortali di
San Pellegrino Laziosi
, santo patrono dei malati di tumore, di AIDS e di malattie incurabili in genere. E stata insignita del titolo di
basilica minore
da
Paolo VI
.
- Chiesa della Santissima Trinita
- Chiesa del Carmine
: a meta strada di corso Mazzini, fulcro del Rione San Pietro, e nota per il bel portale in marmo (secolo XV), opera di
Marino Cedrini
. Di origine trecentesca, e stata completamente ristrutturata tra il 1735 e il 1746 su progetto di Giuseppe Merenda.
- Chiesa e Monastero del Corpus Domini
- Chiesa di San Biagio
- Chiesa di Sant'Antonio Abate in Ravaldino
- Chiesa di Sant'Antonio Vecchio
- Chiesa di Santa Lucia
- Chiesa di Santa Maria della Visitazione
- Chiesa di San Filippo Neri
- Chiesa del Miracolo
o della
Madonna del Fuoco
- Chiesa di San Michele Arcangelo
- Chiesa di San Salvatore in Vico
- Chiesina di San Giuseppe dei Falegnami
- Chiesa di San Sebastiano
- Chiesa di San Francesco Regis
- Chiesa dell'Addolorata
- Chiesa di San Giorgio in Trentola
- Chiesa francescana di Santa Maria del Fiore
- Chiesa di Santa Maria Assunta della Pianta
- Chiesa di San Giuseppe Artigiano
- Pieve di Santa Maria in Acquedotto
- Chiesa di Santa Maria del Voto
- Chiesa di San Giovanni Battista in Vico
detta "dei Cappuccinini"
Numerose sono le chiese, sia nel centro cittadino sia all'interno del suo comune, che sono scomparse nel corso dei secoli. La scomparsa di tali edifici religiosi ha molteplici motivazioni, le principali rintracciabili nelle devastazioni causate da guerre a seguito delle quali non e stata approntata alcuna riedificazione, nonche nella soppressione di ordini religiosi o nel riutilizzo degli edifici a uso diverso da quello religioso. Tra queste la chiesa di
San Tommaso di Canterbury
, scomparsa in tempi antichi, gia nei pressi dell'attuale corso Garibaldi. La parrocchia del
Duomo
prende il nome di San Tommaso Cantauriense benche la
cattedrale
sia dedicata alla
Santa Croce
.
Nel Novecento, larga parte dell'architettura forlivese e stata segnata dagli interventi del
fascismo
. Per questo, la citta partecipa, come capofila, al progetto europeo "
ATRIUM
", che ha "come obiettivo principale quello di indagare e gestire il patrimonio architettonico, archivistico ed immateriale dei regimi del ‘900, per la costruzione di un itinerario culturale transazionale, con l'obiettivo di ottenere il riconoscimento di "Rotta Culturale europea""
[37]
.
Come in numerose altre citta italiane, a Forli le mura cittadine furono quasi totalmente rase al suolo all'inizio del Novecento per poter liberare nuovi spazi da dedicare all'edilizia e permettere lo sviluppo della citta al di fuori dell'antico nucleo cittadino. La demolizione delle mura fu quasi totale, e solo alcuni tratti dell'antica cinta muraria tuttora sopravvivono. Lo spazio liberato ha fornito la superficie per l'edificazione di tratti stradali che oggi costituiscono i viali di circonvallazione.
Sebbene non ne sia rimasta traccia, e ovvio pensare che la Forli dell'epoca romana fosse cinta da una cerchia difensiva e che fosse possibile accedere all'interno della citta attraverso specifiche porte o quantomeno attraverso valichi sorvegliati. Non e possibile indagare sia l'evoluzione sia la struttura della primitiva cerchia difensiva, cosi come non e possibile identificare il sistema difensivo nell'Alto Medioevo, se non ipotizzare, tramite i toponimi locali sopravvissuti, il percorso delle mura e la localizzazione delle porte medievali. Per citare un esempio, la tradizione tramanda il nome di
porta Merlonia
, vivente nel nome della via che da essa prese il nome, probabile porta della cerchia muraria altomedievale. E comunque necessario precisare che, con il passare delle epoche e a seconda delle esigenze del momento, era abbastanza comune aprire nuove porte e chiuderne altre, a seconda delle necessita. Cosi facendo di molte porte si e perso il ricordo, di altre rimane il toponimo e solo delle piu importanti e delle piu fortunate permane il nome, la descrizione o la struttura.
Secondo la
Descriptio Romandiolae
del cardinale
Anglico de Grimoard
nella citta di Forli
sunt quatuor porte magistre, que custodiuntur: Ravaldini, Cudignorum, San Petri, Clavanie...
Ma nella toponomastica antica di Forli si comprendevano i nomi di altre porte che
Francesco Ordelaffi
fece abbattere o rinforzare:
Porta Merlonia
,
Porta San Biagio
(poi chiamata
Santa Chiara
e chiusa nel 1356 da Francesco Ordelaffi) e
Porta della Rotta
, tutte queste facenti parte dell'antico circuito difensivo romano. In epoca alto-medievale, con l'ampliamento della cinta muraria, vennero aperte nuove porte. Vengono tramandati i nomi di
Porta Liviense
,
Porta di Santa Croce
e
Porta San Mercuriale
.
Le porte che si aprivano a occidente del ponte dei Morattini, in direzione Faenza, erano due: Porta Liviense (detta anche Valeriana), che sorgeva in fondo a via dei Battuti Verdi e attraverso la quale passava l'antica via Consolare, e Porta Schiavonia. La prima venne chiusa da Francesco Ordelaffi nel 1356 durante l'assedio dell'Albornoz e, in tale occasione, venne anche abbattuto il ponte che varcava il fiume Montone. Ne la porta ne il ponte furono mai piu riaperti, cosi l'antico percorso della strada consolare fu dirottato in direzione di Porta Schiavonia.
Le porte piu importanti, che hanno segnato la storia della citta e sono legate alla cinta muraria eretta tra la meta del XV secolo e gli inizi del XVI sono quattro:
Porta Schiavonia
,
Porta San Pietro
,
Porta Cotogni
e
Porta Ravaldino
. Di queste, solo
Porta Schiavonia
e arrivata ai nostri giorni.
- Porta San Pietro
Collocata sulla strada per
Ravenna
, sorgeva in fondo all'attuale
corso Giuseppe Mazzini
, un tempo chiamato
Borgo San Pietro
. Presentava una vera e propria rocca fortificata e in questa furono tenuti prigionieri
Caterina Sforza
e i suoi figli dai congiurati che avevano assassinato
Girolamo Riario
.
La porta si apriva su uno dei contrafforti delle mura e la rocca, posta al suo fianco, rafforzava la sorveglianza sulla porta. La rocchetta, di cui si ignora la data di costruzione, era il baluardo del lato settentrionale della citta e gia nel XIV secolo la porta si ergeva con il nome derivante dalla vicina
chiesa di
San Pietro in Scottis
, oggi scomparsa. Nel 1360 la porta fu parzialmente demolita dall'arrivo dell'
Albornoz
, mentre rimaneva attiva la rocchetta che ospito Caterina Sforza nel 1488 dopo l'uccisione di Riario ordita dalla famiglia Orselli. Ulteriormente atterrata poi nel 1741,
[38]
rimase intatto solo il mastio della rocchetta. Si sa che nel 1764 la porta vera e propria era murata e l'ingresso avveniva direttamente attraverso un'apertura effettuata nella rocca che fungeva da porta civica. Nel 1862 gli ultimi avanzi della porta e la rocchetta furono demoliti per far posto alla nuova porta urbana, definita
Barriera Mazzini
, che l'ingegnere Callimaco Missirini, costruitala a spese del comune, disegno in forme neoclassiche e che fu aperta al transito il 5 giugno 1864. Venne utilizzata come sala d'attesa per la tramvia che univa Ravenna a Meldola e, dal 1901, fu usata come ufficio postale. Questa porta fu completamente rasa al suolo nel primo bombardamento aereo subito dalla citta nella seconda guerra mondiale il 19 maggio 1944
[39]
e non venne piu ricostruita.
E importante notare come in tempi piu antichi l'uscita in direzione di Ravenna avveniva tramite la
Porta di Santa Chiara
, di cui oggi rimane solo un piazzale a essa dedicato.
- Porta Cotogni
La porta sorgeva su quella che era chiamata
Strada petrosa
- poi
Borgo Cotogni
, piu recentemente
Corso Vittorio Emanuele
e attualmente
Corso della Repubblica
- ed era a sorveglianza della strada in direzione di
Cesena
. Fino ai primi anni del XX secolo ospitava la porta daziaria, per poi essere sostituita, durante il Ventennio, dagli edifici gemelli
Bazzani
e
Benini
.
Le cronache ricordano come spesso le parate e i solenni ingressi in citta avvenivano per porta Cotogni; fra questi l'ingresso di
Giulio II
e dei Riario. Fino al 1825 presso la porta era collocato il busto del cardinale
Stefano Augustini
, ora collocato presso la pinacoteca.
La Barriera e gli annessi fabbricati vennero costruiti su disegno dell'architetto
Giacomo Santarelli
nel 1825, in seguito alla demolizione dell'antica Porta Cotogni, e assunse il nome di
Barriera Vittorio Emanuele
con funzione di porta daziaria.
Nel 1906, con l'avvio degli scavi per la costruzione degli impianti dell'acquedotto, vennero scoperti i resti e le fondamenta del torrione e delle aree vicine fortificate.
- Porta Ravaldino
Era la porta che si apriva in direzione di
San Martino in Strada
e, da li, verso
Firenze
. La porta si trovava alla fine dell'attuale
corso Diaz
, ma fino al Trecento la cinta muraria era piu arretrata e quindi la porta si trovava circa a meta dell'attuale corso e si chiamava
Porta Merlonia
. Tra Ottocento e Novecento ebbe anche il nome di
Barriera Aurelio Saffi
.
Al termine di corso Diaz, sul lato sinistro, sorgeva una rocca, detta
Rocca Vecchia
, perche in seguito demolita con l'eccezione di un torrione che sopravvisse fino al Seicento. E probabile che fosse chiamato anche
Ravaldino
, da cui il nome della porta e della rocca, che tuttora esiste, e che si chiama
Rocca di Ravaldino
. Fonti diverse
[40]
affermano che il nome deriverebbe dal castello che sorgeva nell'attuale frazione di
Ravaldino in Monte
, a circa 10 km dalla citta.
Secondo la cronaca del Novacula la porta fu edificata nel 1494 per volere di Caterina Sforza che investi il consiglio degli anziani dell'esecuzione dell'opera. La costruzione della porta, con la tracciatura di un fosso che giungeva fino alla Torre dei quadri, si rese necessaria in occasione del campo posto dai francesi presso
San Martino
e in altre frazioni vicine.
La porta fu poi lasciata andare in disuso e, non piu soggetta a manutenzione, comincio a crollare. Nel terremoto del 1870 subi ulteriori danni e, diventata pericolante nonche pericolosa, se ne decise l'atterramento della parte centrale. Vennero lasciati in piedi i fabbricati necessari a mantenere attivi gli uffici daziari, sostituiti dalla nuova barriera, chiamata
Barriera Saffi
, edificata nel 1874 su disegno dell'ingegnere Gustavo Guerrini.
A cavallo poi degli anni trenta, fu demolita anche la barriera per sistemare il palazzo secondo le linee del piano regolatore che prevedevano un ampliamento della citta oltre i confini della vecchia cinta.
- Porta Schiavonia
Unica porta sopravvissuta al tempo sorvegliava la strada in direzione di
Faenza
. In passato era affiancata da torrioni che la proteggevano. E probabile che sorga sul luogo dove anche l'antica citta romana apriva la propria strada in direzione di Faenza, anche se e stata piu volte rimaneggiata e riedificata. L'attuale struttura risale al 1743 anche se nei primi del Novecento ne sono state abbattute alcune strutture come l'androne retrostante.
- Piazza Aurelio Saffi
Ai tempi del
forum
romano, la
piazza Aurelio Saffi
era solo un largo spazio ai confini della centuriazione, lungo la
via Emilia
verso
Rimini
.
Diventa, come e tutt'oggi, luogo centrale della citta nel
Medioevo
, con il nome di
Campo dell'Abate
(il riferimento e all'
abbazia di San Mercuriale
) e poi di
piazza Maggiore
.
Dopo l'
unificazione d'Italia
, viene dedicata a
Vittorio Emanuele II
e di seguito ad
Aurelio Saffi
, sostituendo la colonna della Madonna (spostata presso il duomo) con un monumento dedicato a Saffi. Al termine della
seconda guerra mondiale
, durante la permanenza delle truppe anglo-americane a Forli (successiva alla liberazione della citta dai
nazi
-
fascisti
), la piazza e ribattezzata
St. Andrew's Square
("piazza di S. Andrea"). Con il ritorno alla normalita, i danni della guerra furono risanati e fu ripristinato il monumento a Saffi andato distrutto durante i bombardamenti.
Il risultato e una piazza che
Antonio Paolucci
ha definito "uno scenario metafisico alla
Giorgio de Chirico
".
Sulla piazza si affacciano:
- Via delle Torri
Si tratta della strada che collega piazza Saffi con piazza Ordelaffi e piazza del Duomo, costeggiando il lato settentrionale del Palazzo del Comune. Percorrerla verso oriente, concede una suggestiva vista sull'Abbazia di San Mercuriale, mentre, nell'altro senso, la via prospetta sulla
Chiesa del Corpus Domini
, con l'attiguo Monastero.
Presso il Palazzo della Prefettura, sullo stesso lato, la via si apre sulla piazza delle Erbe, con il suo mercato agricolo alimentare
[41]
.
- Piazza del Duomo e piazza Ordelaffi
- Piazza del Duomo/piazza Ordelaffi: i due spiazzi contigui sono sovrastati dalla fabbrica del
Duomo
, gia chiesa di Santa Croce, la cattedrale cittadina.
- A nord di piazza
Ordelaffi
si trova l'imponente
palazzo Piazza Paulucci
o Paulucci-Piazza, dal nome delle due antiche famiglie nobiliari gia sue proprietarie, ora sede della Prefettura: si tratta di un palazzo del XVII secolo costruito in modo da ricordare il
Palazzo del Laterano
e il
Palazzo Farnese
, a Roma.
- Al centro di piazza del Duomo si erge la
colonna votiva
della
Madonna del Fuoco
, protettrice della citta; fu eretta originariamente in piazza Saffi, da dove fu spostata alla fine dell'Ottocento per lasciar posto al monumento commemorativo del patriota forlivese
Aurelio Saffi
.
- Il 1º maggio 2007, una parte di piazza del Duomo ha preso il nome di piazza
Giovanni Paolo II
, in ricordo della visita che il Papa fece a Forli l'8 maggio 1986.
- Corso della Repubblica
Corso della Repubblica, forse la principale strada moderna della citta, costituisce il ramo della via Emilia verso est interno al centro storico. E la spina dorsale del rione chiamato tradizionalmente "Borgo Cotogni"
per un antico insediamento dei
Goti
(da "Gotogni") che vi si erano stanziati nel V secolo
[
senza fonte
]
. Appare come un lungo rettilineo di aspetto moderno, al termine del quale si scorge l'obelisco del monumento ai caduti di
piazzale della Vittoria
. Negli anni 1930 si chiamava corso Vittorio Emanuele.
- Proprio all'inizio del corso, quasi ancora in piazza Saffi, si nota la bella mole, di pianta ellittica, della
Chiesa di Santa Maria della Visitazione
, meglio conosciuta come Chiesa del Suffragio.
- Vi sorge anche, poco piu avanti sul lato opposto, la barocca
chiesa di Santa Lucia
, protettrice della vista e festeggiata il 13 dicembre.
- Vi si affacciano anche la biblioteca comunale (con la
raccolta storica Piancastelli
)
[42]
e la sede dei principali
musei comunali
, compresa la
pinacoteca
nell'imponente
palazzo Merenda
, gia sede dell'antico ospedale cittadino. Sempre nel palazzo del Merenda nelle sale dell'armeria Albicini sono visibili affreschi (1924) del pittore forlivese
Francesco Olivucci
(1899-1984).
- In Corso della Repubblica si trova anche la prestigiosa Scuola superiore di lingue moderne per interpreti e traduttori, facolta dell'
Universita di Bologna
.
- Forse l'unico complesso realizzato a Forli nel dopoguerra da un maestro internazionale dell'architettura e
L'Hotel della Citta et de la Ville
con il
Centro Studi Fondazione Livio e Maria Garzanti
. E opera dell'architetto milanese
Gio Ponti
su incarico di
Aldo Garzanti
, il famoso editore. Progettato nel 1953 e terminato nel 1957 e, con i suoi spioventi invertiti, le finestre esagonali, gli spazi aperti e il respiro fra i corpi, un'icona degli anni cinquanta.
- Corso Giuseppe Mazzini
Questo corso, via di porticati e negozi, congiunge piazza Saffi con la via Ravegnana (per Ravenna), verso nord, dove un tempo sorgeva la Porta di San Pietro. L'antica chiesa, ora scomparsa, di San Pietro in Scottis, rifugio per pellegrini scozzesi, da nome al rione "San Pietro".
- Appena imboccato il Corso, provenendo da piazza Saffi, dopo il
Palazzo degli uffici statali
si trova, in una via a sinistra, la
Torre Numai
, ricordo di un'antica famiglia nobiliare.
- Importante e la
Chiesa del Carmine
, che ospita il convento dei carmelitani: l'ingresso presenta un pregevole fregio in marmo d'Istria, in origine abbellimento dell'entrata del Duomo.
- Corso Giuseppe Garibaldi
Si tratta del corso piu lungo, che da piazza Saffi arriva a
Porta Schiavonia
e costituisce la parte di via Emilia verso ovest, cioe verso
Faenza
e Bologna, attraversando la zona piu antica della citta, dove notevoli palazzi signorili si sono conservati fino a oggi. E la strada piu antica della citta, attorno alla quale Forli ha cominciato a svilupparsi. Il nome "Schiavonia", ampliato tuttora all'intero rione (il vecchio "
Borgo Schiavonia
"), deriva dal ricordo degli schiavi forlivesi deportati in Spagna dal barbaro Alarico e liberati dal vescovo Mercuriale. Per magnificare l'epopea risorgimentale, su proposta dell'onorevole forlivese
Tito Pasqui
, il corso fu poi dedicato a Giuseppe Garibaldi.
- Corso Armando Diaz
Questo corso porta da piazza Saffi al piazzale di Porta Ravaldino (porta non piu esistente), e al viale dell'Appennino che, verso sud, collega la citta a
Predappio
e
Castrocaro Terme
, dirigendosi poi a
Firenze
. E l'asse portante del rione "Ravaldino", nome di origine incerta, ma noto fin dal Medioevo. Esiste, nelle prime colline forlivesi, anche una localita chiamata "Ravaldino in Monte".
- Vicino al centro sorge il
palazzo Orsi Mangelli
- Sempre all'inizio del Corso, si trova il
Teatro Comunale
intitolato al drammaturgo forlivese
Diego Fabbri
.
- Piu avanti, si trova la
Chiesa di Sant'Antonio Vecchio
(secolo X), oggi
Sacrario dei Caduti
.
- Interessante e anche la
Chiesa di Sant'Antonio Abate in Ravaldino
, degli inizi del
XVIII secolo
, che ospita, tra altri bei dipinti e statue lignee, una
Visitazione
di
Marco Palmezzano
; si segnala anche un organo di
Alessio Verati
.
- Il tratto finale affianca la possente
Rocca di Ravaldino
, cittadella centrale nel sistema difensivo delle mura medievali gia ai tempi degli
Ordelaffi
e centro di governo, in particolare sotto
Caterina Sforza
: la Rocca fu il principale teatro dello scontro con le truppe francesi e pontificie di
Cesare Borgia
. Ne
L'Arte della Guerra
,
Machiavelli
descrive la Rocca cosi: "Era tutta quella fortezza piena di luoghi da ritirarsi dall'uno nell'altro, perche vi era prima la cittadella, da quella alla rocca era uno fosso, in modo che vi si passava per uno ponte levatoio; la rocca era partita in tre parti, e ogni parte era divisa con fossi e con acque dall'altra, e con ponti da quello luogo a quell'altro si passava".
- In questa via abitava il senatore
Roberto Ruffilli
dove nella sua casa venne ucciso dalle Brigate Rosse.
- Piazzale della Vittoria
Proseguendo per corso della Repubblica da
piazza Aurelio Saffi
si arriva al piazzale della Vittoria, che funge sia da grande rotatoria sia da svincolo tra corso della Repubblica, viale Roma, via Corridoni, viale Matteotti e
viale della Liberta
. Al centro emerge su un'alta colonna il monumento ai caduti, costruito nel 1932. Sul piazzale si affaccia il
palazzo dell'ex collegio aeronautico
, in
stile razionalista
, ora adibito a scuole. Ai due lati dell'imbocco di corso della Repubblica vi sono le Palazzine gemelle, costruite nel 1933. Vi si affaccia anche la facolta di economia dell'
Universita di Bologna
e l'istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Dal piazzale inoltre, si accede all'ingresso monumentale del
parco della Resistenza
.
- Viale della Liberta
Proseguendo dal piazzale della Vittoria verso la stazione ferroviaria si attraversa il viale della Liberta. Con una larghezza di quaranta metri e l'orientamento perpendicolare alla
Via Emilia
, presenta una nutrita rappresentanza di edifici che costituiscono importanti esempi dei vari stili architettonici del
ventennio
.
Palazzi di interesse architettonico ubicati sul viale:
Prima dell'abbattimento della cinta muraria una consistente area a ridosso delle mura formava un anello, interno le mura stesse, quasi completo a 360°, di verde pubblico destinato alla coltivazione. Questi orti, presenti nel Medioevo, dovevano fornire l'area necessaria per essere coltivati e quindi produrre il sostentamento necessario in caso di eventuale assedio della citta. Quest'area verde per la citta si e sempre mantenuta fino all'inizio del Novecento quando, decidendo di ampliare citta oltre le mura, cominciarono a essere edificate. Oggi di questi orti rimangono solo pochi tratti.
Il territorio comunale e cittadino e decisamente ricco di piccole aree verdi e di quattro grandi parchi pubblici:
La citta infatti e attrezzata di molte zone verdi e parchi che arrivano a un'estensione totale di 300 ettari.
Sul territorio comunale sono tuttora presenti molte vecchie piante di gelso, ultimi testimoni di un periodo in cui questo tipo di albero era molto diffuso. Le sue foglie fatte venivano raccolte utilizzate per nutrire i bachi, il cui allevamento era fiorente e alimentava la solida industria della seta.
Alcune strade cittadine e altre extraurbane sono poi caratterizzate ai lati da filari di alberi, come quelle della via lughese (la strada che conduce a Lugo) e la via cervese (la strada che conduce a Cervia), anche se da anni tale alberatura e messe in discussione per motivi di sicurezza stradale.
In base alla legge regionale n. 2/1977 sono stati individuati anche alcuni alberi monumentali di pregio, tra cui una roverella di oltre duecento anni, tre pioppi neri di oltre 130 anni e un platano orientale di oltre 170 anni di eta. Quest'ultimo e in realta l'albero piu noto, ammirato e conosciuto ed e ricordato come
l'albero di Giosue Carducci
. Dagli alberi degni di nota possono essere ricordate anche due piante da frutto: un giuggiolo secolare e una pianta di albicocco di sessant'anni.
Vi sono poi tre relitti boschivi di notevole importanza naturalistica presente nel territorio comunale. Il piu importante e la Selva di Ladino, di proprieta del Comune, e considerata la superstite della
Selva Litana
. L'integrita di tale bosco e comunque minata dalla strada provinciale (via del partigiano) che la taglia in 2. La Selva di Ladino e un'area boschiva di circa 5 ettari con reverenza di roverelle, il cui ultimo taglio risale al 1946, di altezza media di oltre 15 metri. La Selva di Ladino si fonda con la vegetazione spontanea del vicino fiume Montone, costituendo un sito naturalistico botanico di notevole importanza e riconosciuto come Sito di Importanza Comunitaria (S.I.C.)
Vi e un altro piccolo bosco che si trova nella frazione di
Ravaldino in Monte
piu giovane di quello di Ladino.
Un terzo sito boschivo e un querceto che si trova a Farazzano, al confine con il territorio di Meldola che possiede cerri di circa 80 anni di eta.
Un parco di notevole interesse naturalistico e l'oasi di protezione di Magliano, istituita nel 1984 dall'amministrazione provinciale per la salvaguardia dell'avifauna acquatica. Quest'area si estende per 680 ettari ed e compresa tra i comuni di Forli, Forlimpopoli e Bertinoro.
Uno spazio verde poco conosciuto e quello che si trova sulle sponde del fiume Ronco e che viene chiamato
Ronco lido
. Ai primi dell'Ottocento i forlivesi, che non avevano in mare vicino, pensarono di utilizzare le sponde del fiume quale surrogato del mare. Vennero cosi costruiti sulla sponda del fiume un'area balneabile costituito da una piccola spiaggia, una strada i piccoli stabilimenti balneari.
Abitanti censiti
[43]
La piu antica fonte dalla quale sia possibile estrarre elementi di demografia locale e la
Descriptio provinciæ Romandiolæ
, un rapporto statistico redatto per volere del cardinale
Anglico de Grimoard
, legato pontificio della Provincia Romandiolæ. Il documento, datato 9 ottobre 1371, contiene una minuziosa descrizione topografica e amministrativa dei luoghi, dei tributi fissi e delle persone che avevano capacita contributiva. La Descriptio provinciæ Romandiolæ era soprattutto uno strumento per la riscossione delle tasse, ma indirettamente fornisce utili indizi circa la popolazione. Il documento censisce solo i
fuochi
, quindi i nuclei familiari (e non il numero delle persone) in grado di pagare un censo. I focularia presenti a Forli erano 2 300, e questo la rendeva la citta piu popolosa della Romagna. Poiche vengono indicati solo i focolari e non il numero degli abitanti, e difficile stabilire un numero esatto della popolazione. Indicativamente 2 300 focolari dovevano corrispondere a una popolazione compresa tra i 10 000 e i 13 000 abitanti, a cui si dovevano aggiungere qualche centinaio di religiosi che, non essendo sottoposti a tassazione, non rientravano nel numero censito dalla Descriptio provinciæ Romandiolæ.
Ai fini erariali, furono condotti studi demografici anche nella Forli pre-unitaria. Nel 1770 la citta contava 10 632 abitanti, nel 1786 ne contava 11 619 piu 13 380 nelle zone rurali.
Secondo l'
almanacco del Dipartimento delle Rubicone
del 1811, conservato nell'archivio di Stato, Forli era la citta piu popolosa della Romagna con 12 955 abitanti (13 565 considerando il comune), seguita da Faenza con 12 512, Ravenna con 10 244, Cesena con 8 110 e Rimini con 8 082. La popolazione complessiva del dipartimento del Rubicone era di 271 091 abitanti.
Nel 1820 vengono contati 13 471 abitanti, nel 1828 vengono censiti 17 192 abitanti solamente nelle zone rurali mentre nel 1830 gli abitanti della citta sono 13 390. Nel 1834 si registrano 17 417 abitanti nelle zone rurali nel 1840 vengono censiti 15 637 abitanti all'interno della citta. Nel 1850, ultima rilevazione nella Forli pre-unitaria, si registrano, all'interno della citta, 15 902 abitanti.
La popolazione cittadina, dopo l'incremento piu sostenuto degli ultimi decenni del Settecento, mostrava un tasso di crescita assai piu contenuto a partire dai primi anni della restaurazione, in concomitanza con la crisi del 1816-1817. Il tasso di crescita cosi basso desto preoccupazione nella locale commissione del primo censimento dell'Italia unita nel 1861. La commissione infatti sottolineava come nel lungo periodo il tasso di incremento della popolazione appariva del tutto insoddisfacente, essendosi attestato, nel trentennio 1830-1860, a poco piu dello 0,4%, con un saldo positivo di soli 4 335 individui in termini assoluti. I morti infatti erano stati 33 342 e le nascite erano 37 349.
Nel censimento effettuato nel 1881 il numero degli abitanti del comune era di 40 934 suddivisi, secondo il luogo di dimora, in 16 016 in citta, 2 023 nei sobborghi e 22 895 nelle campagne. Tenuto conto degli abitanti riuniti nelle frazioni rurali, la popolazione agglomerata era all'incirca di 19 000 persone.
Dall'ufficio di stato civile risulta che la popolazione del comune di Forli all'ultimo dell'anno 1892 era di 44 285 persone. Tale ufficio tiene distinta la popolazione in urbana, cioe quella che vive all'interno della cinta muraria, e di rurale, vale a dire quella che si trova al di fuori delle mura cittadine. Tale divisione porta a 16 000 persone all'interno della citta e 28 085 nelle aree rurali.
Il censimento del 1881 contava a Forli 14 000 persone addette all'agricoltura, 5 600 industriali o molto piu spesso artigiani, 600 commercianti, e 1 400 benestanti o inattivi, 1 400 impiegati, 1 000 militari, 370 impiegati governativi e comunali, 160 religiosi, 25 fra avvocati e notai, 85 addetti alle professioni sanitarie (medici, chirurghi, farmacisti veterinari e infermieri), 200 insegnanti, 46 fra ingegneri e architetti, 140 facchini, 225 mendicanti e 5 000 senza professione, la maggior parte erano donne addette alle cure domestiche e 3 000 che non si classificavano in alcuna di queste categorie. In questo censimento non venivano considerati bambini al di sotto degli 8 anni.
Il censimento del 1901 fu il primo, nell'Italia unita, a suddividere la popolazione del comune secondo l'area di residenza; in totale vi erano 43 325 abitanti di cui 15 465 residenti in citta e 27 860 nelle campagne. La popolazione percio era prevalentemente ubicata nelle campagne e, confrontando i dati con i censimenti successivi, si denota un progressivo abbandono delle campagne a favore della citta.
Dopo il 1860, a seguito di una lenta ma progressiva meccanizzazione delle campagne e la nascita delle prime fabbriche, un numero sempre maggiore di braccianti si oriento verso la citta che quindi comincio a crescere di abitanti. L'amministrazione comunale nel 1862 avvia uno studio per classificare la popolazione dividendola per eta. Nella citta i maschi da zero a 15 anni sono 2 013, le femmine 2 031. Fra i 15 e i 30 anni i maschi sono 3 652 e le femmine 2 178. Tra i 30 e di sessant'anni i maschi sono 2 940 e le femmine 3 156 mentre tra i 60 e i 93 anni i maschi sono 799 e le femmine 954. In linea generale percio la popolazione del comune era composta in grande maggioranza da bambini (circa il 30%) e da adulti, mentre gli anziani erano circa il 7-8% del totale.
Al 31 dicembre 2022 gli stranieri residenti erano 15 269, pari al 12,63% della popolazione.
[44]
- Ospedale Morgagni Pierantoni
- Ospedale Villa Serena
- Ospedale Villa Igea
Il primo ospedale cui si abbia memoria a Forli, sorse tra l'XI e XII secolo ed era noto con il nome di
casa di Dio
. Per tutto il Medioevo gli ospedali, erano in prevalenza delle confraternite di carita o congregazioni di carita. Erano istituzioni a carattere laico e, essendo numerose, si distinguevano per il colore del saio, lo stesso dell'ordine che appartenevano. Queste pubblicazioni avevano degli ospizi e possedevano una loro piccola chiesa. Le piu importanti congregazioni erano quelle dei
battuti
.
Fra gli antichi luoghi di cultura forlivese, vanno certamente citate le
Accademie
:
- Accademia dei Filergiti
- Accademia dei Filodrammatici
- Accademia dei Filarmonici
- Accademia dei Filoginnastici
- Accademia Ecclesiastica
- Accademia dell'Onor Letterario
- Accademia degli Icneutici
- Accademia di Giove Cretense
- Accademia dei Mononomici
- Accademia dei Ponoterasti
Il
liceo classico
"Giovan Battista Morgagni"
e uno storico
liceo
della citta di Forli, risalente al
Settecento
.
L'istituto ha avuto diverse sedi. Fu fondato, nel 1764
[45]
, da
Vincenzo Cesarini-Mazzoni
, che volle lasciare anche un legato per il suo funzionamento: morto il Cesarini-Mazzoni, il legato decorse dal 1777
[46]
: l'istituto era noto all'epoca come Ginnasio "Cesarini-Mazzoni".
Fra i docenti illustri di questi primi anni, va citato il dott.
Domenico Savorelli
, medico e latinista di fama, nonche benefattore, morto il 17 dicembre 1783.
Nel 1797 il Comune acquisi la gestione della scuola, che trasferi, durante la
Restaurazione
, nel
Palazzo dei Signori della Missione
, acquistato nel 1815; il Palazzo divenne noto, in citta, anche come
Palazzo degli Studi
. In questa sede, l'istituto assunse il nome di
Giovanni Battista Morgagni
e divenne un regio liceo, col passaggio alla proprieta dello Stato.
Nel 1925 il "Morgagni" fu trasferito dal
Palazzo degli Studi
alla nuova sede di corso Vittorio Emanuele, l'antico Borgo Cotogni, oggi
corso della Repubblica
. Si tratta dell'edificio detto "dell'Abbondanza", perche era stato deposito alimentare ai tempi del
Governo Pontificio
. Dopo essere diventato, con gli opportuni adattamenti, prima caserma e poi sede del
Circolo Giuseppe Mazzini
, l'edificio, allo scioglimento del Circolo, decretato dal
fascismo
in quanto associazione di stampo repubblicano, divenne proprieta del Comune, che ne fece la nuova sede del liceo. Dopo la
seconda guerra mondiale
, il Circolo Giuseppe Mazzini recupero la sua sede, mentre il liceo si installava in un altro edificio d'importanza storica, il
Palazzo dell'ex collegio aeronautico
, in viale Roma.
Nel 1997 il "Morgagni" ha accorpato anche l'istituto magistrale
Marzia degli Ordelaffi
, che era nato invece nel 1848, accorpamento facilitato anche dal fatto che le due scuole sono ubicate in due ali dello stesso edificio.
Quattro sono pertanto gli indirizzi di studio oggi presenti nella scuola: liceo classico, liceo linguistico, liceo delle scienze umane e liceo delle scienze umane opzione economico-sociale.
Istituto artistico e musicale "Antonio Canova"
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L'istituto artistico e musicale "A. Masini", denominato "liceo artistico e musicale" fino al 2011, venne istituito nel 1926 per iniziativa del Comune di Forli. Nel 1932 fu emanato un Regio Decreto che sanciva la sua trasformazione in ente morale con il fine statuario di "istruire i giovani nelle varie discipline artistiche, di abilitarli all'esercizio della professione e di diffondere la cultura musicale", status e mission che sono stati confermati nel 1982 con apposito Decreto del Presidente della Repubblica.
Liceo scientifico statale "Fulcieri Paulucci di Calboli"
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Il
liceo scientifico statale Fulcieri Paulucci di Calboli
fu istituito con regio decreto del 9 settembre 1923 e, inizialmente, trovo sede nei locali del
Palazzo dei Signori della Missione
, al tempo chiamato
Palazzo degli Studi
. La scuola fu sovvenzionata dalla cassa scolastica e da elargizioni del senatore
Raniero Paulucci di Calboli
, in memoria del figlio Fulcieri, per un totale di 10 000 lire. Nel 1972 l'istituto fu poi trasferito nell'attuale sede, nella periferia di citta, formando il
centro studi
insieme all'istituto tecnico commerciale e all'istituto per geometri.
Il
polo aeronautico di Forli
e situato nelle vicinanze dell'aeroporto. Esso ospita l'istituto tecnico aeronautico, l'
ENAV
Academy, la sede distaccata dell'Universita di Bologna e la sede del C.I.R.I. Aeronautica.
Questo complesso di edifici costituisce uno degli impianti piu tecnologici e avanzati nel campo dell'aeronautica in Italia.
In citta e presente il Campus di Forli, che fa parte della struttura
Multicampus
creata dall'
Universita Alma Mater Studiorum
di Bologna. Al suo interno sono stati attivati diversi corsi di laurea: economia e management, lingue e letterature, traduzione e interpretazione, scienze politiche, medicina e chirurgia, sociologia, ingegneria e architettura.
[47]
Le istituzioni museali della citta di Forli sono:
- Musei di San Domenico
- Pinacoteca civica
- Palazzo Romagnoli
(ospita la
Collezione Verzocchi
)
- Palazzo del Merenda
(ospita il Museo della ceramica, l'
Armeria Albicini
e l'
Archivio Piancastelli
)
- Museo archeologico Antonio Santarelli
- Museo etnografico romagnolo Benedetto Pergoli
- Museo del Risorgimento
- Museo romagnolo del teatro
- Museo storico Dante Foschi
(via Piero Maroncelli, 3 presso la
Casa del Mutilato
)
- Casa museo Villa Saffi
(via Firenze, 164 - frazione San Varano)
[48]
- Museo ornitologico Ferrante Foschi
(a
Palazzo Numai
, via Pedriali, 12)
- Museo della ginnastica Bruno Grandi
, che avra sede presso la
Casa del Balilla
dopo le ristrutturazioni iniziate nel 2009.
- Collezione dell'automobile Bandini (Rovere)
- Villa Carpena
, nota anche come
Villa Mussolini
, oggi
Villa Mussolini - Casa dei ricordi
, situata a San Martino in Strada (via Crocetta, 24)
- RADIO BRUNO SOCIETA COOPERATIVA
- RADIO CENTRALE-RADIO DIFFUSIONE PRIVATA CESENA
- RADIO STUDIO DELTA
Circoscrizione 1
:
Barisano
,
Branzolino
,
Coriano C1
, Cotogni, Durazzanino, Foro Boario, Grandi Italiani C1,
Malmissole
, Pianta, Pieve Acquedotto, Poggio, Ravaldino C1, Roncadello, San Benedetto, San Giorgio, San Martino in Villafranca, San Pietro, San Tome, Schiavonia/San Biagio, Spazzoli C1, Villafranca
Circoscrizione 2
:
Bussecchio C2
, Ca' Ossi, Carpena,
Castiglione
, Cava, Ciola,
Collina
,
Grisignano
,
Ladino
, Lardiano,
Magliano
,
Massa
, Petrignone, Ravaldino C2, Ravaldino in Monte, Resistenza, Romiti
[49]
, Rovere, San Lorenzo in Noceto, San Martino in Strada, San Varano, Vecchiazzano, Villagrappa, Villanova
Circoscrizione 3
:
Bagnolo
, Bussecchio C3, Campo di Marte/Benefattori,
Carpinello
,
Casemurate
, Castellaccio, Coriano C3, Durazzano, Forniolo, La Selva, Musicisti/Grandi Italiani, Pievequinta, Ronco, Rotta, San Leonardo, Spazzoli
[50]
Bagnolo
,
Barisano
, Borgo Sisa,
Branzolino
,
Bussecchio
, Ca' Ossi, Carpena,
Carpinello
,
Casemurate
, Caserma,
Castiglione
,
Collina
,
Coriano
, Durazzanino,
Forno
, Forniolo,
Grisignano
,
Ladino
,
Magliano
,
Malmissole
,
Massa
, Ospedaletto, Pescaccia, Petrignone,
Pieve Acquedotto
,
Pievequinta
,
Poggio
, Ponte Vico,
Quattro
,
Ravaldino in Monte
, Romiti,
Roncadello
,
Ronco
, Rotta, Rovere, San Giorgio,
San Lorenzo in Noceto
,
San Martino in Strada
, San Martino in Villafranca,
San Tome
, San Varano,
Vecchiazzano
,
Villafranca
,
Villagrappa
,
Villanova
, Villa Selva.
Villafranca
e una frazione del Comune di Forli e situata 9 chilometri a nord della citta si estende su un territorio delimitato a ovest dal
fiume Montone
.
Adiacente alla piccola frazione e situata un'aviosuperficie in erba per il volo
ultraleggero
e aeromodelli di circa 800 m di lunghezza e 29 di larghezza. L'aviosuperficie e anche sede della scuola di volo ULM A.Li Soccorso, aderente alla
Protezione Civile
.
Nella frazione troviamo la chiesa parrocchiale di Santa Maria in Lampio e lo Stadio locale del Villafranca.
Agli inizi del XX secolo venne fatta costruire da Armando Paganelli un'abitazione (conosciuta dagli abitanti del posto con il nome di palazzone), che dal 1967 fino agli anni novanta ospito un istituto professionale per l'agricoltura.
Durante la seconda guerra mondiale, Villafranca subi violenti bombardamenti che la privarono di molti edifici storici, come la scuola elementare, il ''palazzone'' ne usci indenne, nonostante a pochi metri da esso sorgeva il circolo fascista la ''ri-bomba'' che fu completamente raso al suolo.
Nella frazione sono presenti anche varie iniziative a scopo aggregativo per i giovani e non solo.
A Forli hanno sede importanti industrie dei settori siderurgia, meccanica, elettrodomestici, elettronica, mobili imbottiti, yacht, vinicolo e oleario.
Nella zona industriale di Coriano sono presenti due
inceneritori
, a poca distanza l'uno dall'altro, uno attivo dal 1976, l'altro entrato in funzione nel 1991
.
Al momento il primo gestisce rifiuti solidi urbani e assimilati, mentre il secondo e un termovalorizzatore che tratta rifiuti speciali sanitari.
Per quanto riguarda l'
artigianato
, la citta e rinomata soprattutto per la produzione di
ceramiche
e per i laboratori di
oreficeria
.
[52]
Nel 2008 il Comune di Forli ha censito botteghe e negozi storici ritenuti di rilevanza regionale. Si tratta di:
- "Cicli Servadei", attivita avviata nel 1949;
- "Coltelleria Compostella", con attivita di arrotino condotta dalla famiglia Compostella prima in forma ambulante e poi (verso i primi anni venti del Novecento), con una bottega stabile;
- "Farmacia Ospedale"
- "Farmacia Mancini", sorta nei primi anni dell'Ottocento col nome di "Spezieria Croppi": gli arredi, opera dell'ebanisteria Cicognani, sono stati progettati nel 1930 dall'architetto
Leonida Emilio Rosetti
;
- "Salsamenteria Tomba", fondata nel 1906. Dopo essere stata sovvenzionata dal Comune nell'ultimo periodo, per scelta dei proprietari cessa la sua attivita nel 2017.
- "Tumidei e Savorani", bottega e negozio di biancheria per la casa e di cordami, fondata nel 1821 (si tratta della "piu antica attivita commerciale esistente in tutta la Romagna")
[53]
.
A queste attivita va aggiunto lo storico mercato coperto di
Piazza Cavour
, costruito fra il 1837 e il 1840 col nome di "Foro annonario" su disegno dell'architetto
Giacomo Santarelli
, sotto il governo dei
Legati pontifici
Nicola Grimaldi
e
Alessandro Spada
[54]
.
Forli e collegata alla
rete autostradale nazionale
tramite l'omonimo casello della
Autostrada A14 Bologna-Taranto
. Altre strade importanti che toccano la citta sono la
Strada statale 9 Via Emilia
che la collega con tutti i capoluoghi della Regione
Emilia-Romagna
, tranne
Ravenna
e
Ferrara
, piu
Lodi
e
Milano
e la
Strada statale 67 Tosco-Romagnola
che la collega sia con le citta toscane di
Firenze
e
Pisa
sia con la vicina
Ravenna
. E inoltre collegata alla
Strada europea E45
grazie alla
Strada statale 9 Via Emilia
. La citta e anche munita di una tangenziale, la
Strada statale 727 Tangenziale di Forli
.
La
stazione di Forli
e posta sulla
ferrovia Bologna-Ancona
ed e servita da treni regionali e a lunga percorrenza.
[55]
Tra il 1883 e il 1929, la citta fu collegata al vicino capoluogo provinciale di
Ravenna
da una
tranvia interurbana a vapore
.
Forli e dotata di un
proprio aeroporto
sito a circa 4 km dal centro cittadino, intitolato a
Luigi Ridolfi
.
La gestione dei servizi di trasporto locale e affidata a
Start Romagna
che gestisce tutte le linee sia urbane sia interurbane della
provincia di Forli-Cesena
, della
provincia di Ravenna
e della
provincia di Rimini
. Questa societa di gestione dei trasporti pubblici e stata creata dall'unione delle aziende provinciali di Ravenna (A.T.M.), Forli-Cesena (A.V.M) e Rimini (TRAM servizi).
In passato Forli ha avuto anche un effimero servizio tranviario, realizzato grazie a una breve diramazione urbana delle tranvie
Forli-Ravenna
e
Forli-Meldola
, che furono in esercizio fra il 1881 e il 1930. Questo si svolgeva fra
piazzale della Vittoria
e piazza Vittorio Emanuele II (attuale
piazza Aurelio Saffi
), lungo l'allora corso Vittorio Emanuele (poi corso della Repubblica)
[56]
.
La carica di
sindaco di Forli
e stata creata nel 1860 con il Regno d'Italia. Poi, nel 1926, durante il periodo
fascista
, tale carica e lo stesso consiglio comunale vennero sostituiti dal
podesta
, che veniva scelto dal
Partito Nazionale Fascista
. I sindaci ripresero ad amministrare la citta a partire dal 1946. Il sindaco in carica e
Gian Luca Zattini
.
La citta di Forli e rappresentata in diverse discipline sportive e nel 2018 e stata insignita del titolo di Citta Europea dello sport.
La citta dispone di molti impianti sportivi pubblici comunali tra cui lo
Stadio Tullo Morgagni
, la pista d'atletica Carlo Gotti e i due palazzetti dello sport, il
PalaGalassi
e il
Palasport Villa Romiti
.
In citta e presente una pista di Minimoto, usata anche dallo
SKY Racing Team VR46
.
Sono presenti diversi impianti per il tennis, tra cui il piu importante, il Forum Tennis Forli che ha a disposizione una tribuna di oltre 400 posti. La citta nel 2017 ha ospitato la
Fed Cup
all'interno del
PalaGalassi
. Dal 2020 hanno sede gli
Internazionali di Tennis Citta di Forli
che si svolgono al Tennis Club Villa Carpena e che fanno parte dell'
ATP Challenger Tour
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