La
battaglia del convoglio Duisburg
fu combattuta il 9 novembre
1941
, durante la
seconda guerra mondiale
, nel
mar Mediterraneo
a nord del
golfo della Sirte
e a occidente di
Malta
. Un
convoglio
mercantile italiano
[1]
, scortato da alcune navi da guerra della
Regia Marina
e diretto in
Libia
per rifornire le truppe dell'
Asse
in
Africa settentrionale
, fu attaccato da una squadra navale della
Royal Navy
(
Force K
), di base a Malta.
Il convoglio italiano era costituito dai
piroscafi
tedeschi
Duisburg
e
San Marco
, le
motonavi
italiane
Maria
e
Rina Corrado
, il piroscafo
Sagitta
e le
petroliere
Minatitlan
e
Conte di Misurata
, che trasportavano piu di 34 000 tonnellate di carico
[2]
. La squadra d'attacco britannica affondo l'intero convoglio - oltre al
cacciatorpediniere
di scorta
Fulmine
- senza riportare praticamente alcun danno. Un'altra nave militare italiana, il cacciatorpediniere
Libeccio
che era rimasto lievemente danneggiato durante la battaglia, fu
silurato
e affondato il giorno seguente dal
sommergibile
britannico
HMS
Upholder
, mentre era impegnato nelle operazioni di soccorso.
Il convoglio era stato organizzato per rifornire le forze dell'Asse in Nordafrica per l'imminente
battaglia di Tobruch
e trasportava 389 veicoli, i loro equipaggi piu alcuni rinforzi. Inoltre il convoglio trasportava
17
281
t
di carburante (benzina avio inclusa).
[3]
Il convoglio parti da
Napoli
alla volta di
Tripoli
su una
rotta navale
che passava a est di
Malta
, e prevedeva il
costeggio
della
Tunisia
, e con una scorta ravvicinata di sei cacciatorpediniere. Il comando italiano di
Supermarina
, confidando sulla segretezza della rotta e della velocita del convoglio, temeva principalmente un attacco aereo notturno ignorando, tuttavia, che la Force K di stanza a Malta era dotata di
radar
, una tecnologia che avrebbe permesso l'intercettazione anche da parte delle unita navali di superficie; inoltre, le navi alleate erano attrezzate e ben addestrate per il tiro notturno con
proiettili
illuminanti, come gia dimostrato nella
battaglia di Capo Matapan
. Soprattutto, i britannici erano in grado, grazie al loro efficientissimo servizio di decodifica
Ultra
, di leggere il codice cifrato
C-38m
italiano (oltre all'
Enigma
tedesco, coinvolto per le scorte aeree ai convogli). Quindi conobbero in anticipo la composizione del convoglio (con tanto di tonnellaggio, tipo di carico e velocita di ogni unita), e quella della scorta ravvicinata (ma non di quella della scorta distante, che conoscevano solo per sommi capi).
[4]
L'8 novembre
1941
, il convoglio italiano fu avvistato da un
ricognitore
Maryland
britannico di stanza sull'isola, pilotato dall'asso
Adrian Warburton
[5]
. Il pomeriggio dello stesso giorno, alle ore 17:30
[6]
, la Force K (composta da due
incrociatori leggeri
e due cacciatorpediniere) lascio Malta
[2]
e prese contatto col nemico alle 00:39 del 9 novembre a 135
miglia nautiche
a est di
Siracusa
. Il convoglio, disposto su due colonne e circondato dalla scorta ravvicinata, procedeva a una velocita di 9
nodi
[7]
ed era seguito a 3 miglia di distanza da una seconda scorta, comandata dall'
ammiraglio di divisione
Bruno Brivonesi
sull'
incrociatore pesante
Trieste
.
La proporzione di forze era notevolmente a favore degli italiani e, grazie alla luna piena, la scorta ravvicinata riusci anche ad avvistare la Force K durante la manovra di avvicinamento, ma la scambio erroneamente per il gruppo del
Trieste
. Dopo essersi portata a
dritta
del convoglio alla distanza ravvicinatissima di
3-5 km
e avvalendosi del radar per il puntamento, la squadra d'attacco britannica apri il fuoco centrando, con le prime salve, i cacciatorpediniere
Grecale
(che si incendio e perse la capacita di manovra),
Maestrale
e
Fulmine
e il piroscafo
Duisburg
.
Solo due navi da guerra italiane, l'
Euro
e il
Fulmine
, risposero immediatamente al fuoco, ma non furono efficaci sia per la rapidita e la precisione dell'attacco britannico che affondo il
Fulmine
dopo soli 9 minuti dall'inizio dello scontro, sia per la quasi sempre cattiva posizione di tiro, sia, ancora, per gli errori di valutazione compiuti del comando della scorta italiana. Dopo i primi minuti infatti,
Ugo Bisciani
, capitano del
Maestrale
e comandante della scorta ravvicinata, ordino alle navi ancora operative di ripiegare presso la sua unita facendo fumo di copertura, un errore tattico che lascia intendere che gli italiani fossero convinti che l'attacco provenisse dalla sinistra del convoglio e scambiassero ancora la Force K con la loro scorta a distanza, e che impedi il prosieguo del contrattacco dell'Euro che si trovava, invece, in ottima posizione di tiro. In ogni caso, la successiva distruzione dell'
antenna radio
del
Maestrale
da parte dell'incrociatore
HMS
Aurora
privo il Bisciani del controllo delle operazioni.
Il convoglio non effettuo alcuna manovra evasiva, probabilmente nella convinzione di essere sotto attacco aereo, e fu facile preda dei
siluri
e dei
cannoni
delle navi britanniche. Al contrario, i cacciatorpediniere italiani non usarono mai i siluri per non rischiare di colpire le navi amiche riducendo, in tal modo, la loro capacita di risposta. Gli incrociatori pesanti spararono 207
granate
da
203 mm
(8 pollici) e 82 da
100 mm
, ma senza colpire alcun bersaglio, anche a causa della mancanza di radar e di sistemi di puntamento notturno.
Alle 02:05, i britannici, a corto di munizioni e non identificando altri bersagli, si ritirarono e tornarono alla loro base dopo aver affondato tutte le navi del convoglio, il cacciatorpediniere
Fulmine
, e danneggiato seriamente altri tre cacciatorpediniere. O almeno questo e quello che dichiararono propagandisticamente, visto che la scorta lontana, sia pure con errori di manovra (che la portarono in testa al convoglio quando i britannici erano in coda) intervenne (00:40), aprendo il fuoco con i cannoni i cui colpi cadevano attorno alla
Lively
e al
Penelope,
che in effetti paghi del risultato raggiunto, si ritirarono velocemente.
[8]
Sul posto rimase il cacciatorpediniere
Libeccio
, impegnato nelle operazioni di soccorso assieme all'
Euro
, ma alle 10:46 del mattino seguente venne silurato dal
sottomarino
britannico
HMS
Upholder
, anch'esso di stanza a Malta e comandato dal
Lieutenant-Commander
[9]
Wanklyn
[10]
. Nonostante il tentativo di rimorchio, il cacciatorpediniere si spezzo in due tronconi e affondo, tre siluri lanciati contro il
Trento
andarono invece a vuoto.
- Scorta distante, sotto il comando dell'ammiraglio di divisione
Bruno Brivonesi
:
- Scorta ravvicinata, sotto il comando del
capitano di vascello
Ugo Bisciani
:
- Convoglio
- 7 navi da carico:
- piroscafi
Duisburg
(7 389
tonnellate
),
Sagitta
(5 153 tonnellate) e
San Marco
(3 113 tonnellate);
- motonavi
Maria
(6 339 tonnellate) e
Rina Corrado
(5 180 tonnellate);
- petroliere
Minatitlan
(7 599 tonnellate) e
Conte di Misurata
(5 014 tonnellate).
- ^
Il nome assegnato al convoglio era
Beta
, ma divenne noto, in seguito, come
convoglio Duisburg
dal nome di una delle navi piu grandi.
- ^
a
b
Rocca
, p. 166
.
- ^
USMM pp. 49-50.
- ^
James J. Sadkovich,
La Marina italiana nella seconda guerra mondiale
, Feltrinelli, 2014, pp. 292-302.
- ^
Warburton divenne asso, abbattendo 5 aerei avversari su un bimotore da ricognizione; venne insignito di DSO, DFC britannico e DFC statunitense. Effettuo oltre 400 missioni abbattendo 9 aerei; venne dichiarato disperso in azione il 12 aprile 1944 sui cieli della
Baviera
- ^
In marina si usa la convenzione di scrivere l'ora ed i minuti senza alcun segno di interpunzione.
- ^
Rocca
, p. 167
.
- ^
James J. Sadkovich,,
op. cit.
, p. 294.
- ^
Questo
grado militare
, utilizzato dalle marine del
Commonwealth
e degli
Stati Uniti
, corrisponde a quello italiano di
capitano di corvetta
.
- ^
Malcolm David Wanklyn, che fu insignito della
Victoria Cross
e del
Distinguished Service Order & Two Bars
(cioe tre volte insignito dell'onorificenza), fu uno dei migliori comandanti di sottomarini alleati, affondando circa 93 000 tonnellate di naviglio dell'Asse.
- Vince O'Hara,
La distruzione del convoglio Duisburg
, 2000 in Regiamarina.net. L'articolo di O'Hara cita come riferimenti bibliografici: 08/09 Nov 41.R&H 97, B 132-133, Ireland 103, Grove 57-59, Smith/Walker 46, Bekker 238-240, S196-197. Greene196-196.
- Gianni Rocca
,
Fucilate gli ammiragli. La tragedia della Marina Italiana nella seconda guerra mondiale
, Milano, Mondadori, 1987,
ISBN
978-88-04-43392-7
.
- Ufficio Storico della Marina Militare
La Difesa del Traffico con L'Africa Settentrionale dal 1º ottobre 1941 al 30 settembre 1942
.
- Ufficio Storico della Marina Militare
La Battaglia dei Convogli
.