![](//upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/9/9b/Eanna4composite.svg/400px-Eanna4composite.svg.png)
![](//upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/0/03/InannaTemple_Ruins.gif/200px-InannaTemple_Ruins.gif)
Sopra, la pianta topografica dell'E-anna, il santuario di Uruk (accadico; sumerico: Unug), con indicata la zona dove verra eretta la
ziqqurat
, ad un solo piano, sulla cui sommita verra collocata, in epoca cassita, anche il tempio di Inanna (I?tar). E stato rilevato come, nel periodo di Gemdet Nasr, fosse gia presente nella stessa area un tempio in mattoni crudi posto su una terrazza. Distrutta durante l'occupazione accadica, la
ziqqurat
dell'E-anna fu ricostruita durante la dinastia di Ur III (re Ur-Nammu, XXI secolo a.C.) con base rettangolare (56×52,50 metri). A destra, i resti del tempio di Innana (I?tar). Questa struttura, di epoca cassita (re Kara-inda?, XV sec. a.C.), era interamente costruita in mattoni cotti, e composta da un'antecella e da una cella fiancheggiate sui lati da piccole stanze. Il tempio di Innana (I?tar) era, all'esterno, decorato da fregi in mattoni a rilievo raffiguranti divinita sia maschili che femminili, con in mano il vaso delle acque fluttuanti, simbolo della fecondita.
Segno cuneiforme: sumerico,
u
6
-nir
; accadico:
ziqquratu
(
ziqratu
, variante assira:
seqquratu
), col significato di
ziqqurat
, torre templare, o picco della montagna, quindi da "essere alto, elevato"
La
ziqqurat
di Ur
, una delle meglio conservate. Eretta, orientandola secondo i
punti cardinali
, da Ur-Nammu, fu dedicata a
Nanna
,
dio della Luna
. L'accesso ai piani superiori era garantito da tre rampe di scale, si sono conservati solo i primi due livelli.
![](//upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/5c/Etemenanki_Berlin.jpg/400px-Etemenanki_Berlin.jpg)
Modello di una possibile ricostruzione della
ziqqurat
di Babilonia, l'Etemenanki, conservato al
Pergamonmuseum
di
Berlino
.
A destra: un mattone in ceramica cotta, proveniente dalla citta di
Babilonia
e risalente al
VI secolo a.C.
Le
ziqqurat
(pron.
[??ikkurat]
[1]
) o
ziggurat
(pron.
[??i??urat]
[2]
;
cuneiforme
: ??????
sumero
:
u
6
-nir
"alto edificio", da cui deriva il
calco
accadico
:
ziqquratu
, per ????
zaq?ru
"erigere") sono strutture religiose polifunzionali, piu precisamente piattaforme
cultuali
sovrapposte, diffuse lungo tutta la
Mesopotamia
, ma anche sull'
altopiano iranico
e nelle zone dell'odierno
Turkmenistan
.
La loro struttura e composta in genere da tre strati di mattoni in argilla mischiata con paglia e talvolta dei pezzi di canna, fatto essiccare al sole. La quasi totalita dei resti delle
ziqqurat
e praticamente erosa e quindi e difficile immaginarne la forma, l'aspetto e anche la funzione. E probabile, tuttavia, che l'utilizzo della maggior parte di queste strutture fosse solo l'esterno, con una rampa di scale che conduceva alla loro cima.
Notevole eccezione e la
ziqqurat
di Uruk (XXI-XX secolo a.C.), eretta all'interno dell'area sacra dell'
Eanna
(santuario di An/Anu) che conserva alla sua cima un tempio, dedicato in epoca cassita alla dea Inanna (o Ishtar).
Il significato simbolico e religioso della loro conformazione e stato chiarito dall'archeologo romeno
Mircea Eliade
:
≪L'omologia Cielo-Mondo e implicata in tutte le costruzioni babilonesi. Il ricco simbolismo dei templi (le
ziggurat
) non puo essere compreso che in base a una "teoria cosmica". Di fatto la
ziggurat
era costruita a immagine del Mondo; i suoi piani simboleggiavano le divisioni dell'universo: il mondo sotterraneo, la terra, il firmamento. La
ziggurat
e in verita il Mondo perche simbolo della montagna cosmica che, come vedremo, non e che una perfetta
imago mundi
. Gli studi di Dombart hanno dimostrato definitivamente che le
ziggurat
erano delle montagne artificiali (
kunstliche Berge
) il cui modello materiale era la montagna sacra. [...] La montagna sacra e l'autentico trono perche e la che regna il dio creatore e signore dell'Universo. "Trono", "tempio", "Montagna cosmica" non sono che sinonimo del medesimo simbolismo del
Centro
, che ritroveremo di continuo nella cosmologia e nell'architettura mesopotamiche. [...] Di conseguenza il tempio apparteneva a un altro "spazio": lo
spazio sacro
, il solo ad essere considerato "reale" dalle culture arcaiche. Analogamente il tempo
reale
altro non era che l'"anno liturgico", cioe il
tempo sacro
, scandito dalle "feste" che si svolgevano nel tempio o attorno ad esso. Un rotolo dell'epoca del re Gudea dice che "la camera (del dio) che egli (il re) ha costruito e (simile al) la montagna cosmica.≫
E questo richiamarsi alla "montagna" possiede quindi una precisa valenza:
≪La montagna e piu vicina al cielo, e questo le conferisce una doppia sacralita: da un lato partecipa al simbolismo spaziale della trascendenza (‘alto’, ‘verticale’, ‘supremo’, eccetera), e d'altra parte il monte e per eccellenza il dominio delle ierofanie atmosferiche. Ed e, in quanto tale, dimora degli dei. Tutte le mitologie hanno una montagna sacra, variante piu o meno illustre dell'Olimpo. Tutti gli dei celesti hanno luoghi riservati al loro culto, sulle cime. Le valenze simboliche e religiose delle montagne sono innumerevoli. Spesso la montagna e considerata punto d'incontro del cielo e della terra; quindi un ‘centro’, punto per il quale passa l'Asse del Mondo, regione satura di sacro, luogo ove possono attuarsi i passaggi fra le zone cosmiche diverse. Cosi, secondo credenze mesopotamiche, il ‘Monte dei Paesi’ unisce il cielo alla terra, e il Monte Meru della mitologia indiana si erge nel centro del mondo; [...]. Il ‘monte’, in quanto punto d'incontro fra cielo e terra, si trova al ‘centro del mondo’ ed e sicuramente il punto piu alto della terra. Per questo le regioni consacrate - ‘luoghi santi’, templi, palazzi, citta sante - sono parificate alle montagne e diventano esse stesse ‘centri’, vale a dire che sono integrate in modo magico alla cima del monte cosmico.≫
Anche il percorso di ascensione della
ziqqurat
da parte degli uomini possiede un significato preciso:
≪Le regioni superiori sono sature di forze sacre. Tutto quel che piu si avvicina al cielo, partecipa con intensita variabile alla trascendenza. L'‘altitudine', il ‘superiore’, sono assimilati al trascendente, al sovrumano. Ogni ‘ascensione’ e una rottura di livello, un passaggio nell'oltretomba, un superamento dello spazio profano e della condizione umana. Inutile aggiungere che il sacro dell'`altitudine` e convalidato dal sacro delle regioni atmosferiche superiori e, quindi, dal sacro del Cielo. Il Monte, il Tempio, la Citta, eccetera sono consacrati perche investiti del prestigio del ‘centro’, cioe, in origine, perche assimilati alla cima piu alta dell'Universo e al punto d'incontro fra Cielo e Terra. Ne consegue che la consacrazione mediante rituali di ascensione o scalata di monti, o salita di scale, e valida perche inserisce chi la pratica in una regione superiore celeste. La ricchezza e la varieta del simbolismo dell'‘ascensione' sono caotiche soltanto in apparenza; considerati nel loro insieme, tutti questi riti e simboli si spiegano col sacro dell'‘altitudine', cioe del celeste. Trascendere la condizione umana, in quanto si penetra in una zona sacra (tempio, altare) per mezzo della consacrazione rituale o della morte, si esprime concretamente con un ‘passaggio’, una ‘salita’, un'‘ascensione'.≫
- ^
Luciano Canepari
,
ziqqurat
, in
Il DiPI: dizionario di pronuncia italiana
, Bologna, Zanichelli, 1999,
ISBN
88-08-09344-1
.
- ^
Luciano Canepari
,
ziggurat
, in
Il DiPI: dizionario di pronuncia italiana
, Bologna, Zanichelli, 1999,
ISBN
88-08-09344-1
.