Xian JH-7

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Xian JH-7 Flounder
FBC-1 Flying Leopard
Uno Xian JH-7 dell'aviazione di marina cinese
Descrizione
Tipo cacciabombardiere
Equipaggio 2
Costruttore Xi'an Aircraft Industrial Corporation
Data primo volo 14 Dicembre 1988
Anni di produzione 1988 - 2017
Data entrata in servizio 1990
Data ritiro dal servizio in servizio
Utilizzatore principale Bandiera della Cina Forza aerea dell'Esercito Popolare di Liberazione (PLAAF)
Altri utilizzatori Bandiera della Cina Aviazione di marina dell'Esercito Popolare di Liberazione (PLANAF)
Esemplari 240 (fino al 2014)
Dimensioni e pesi
Lunghezza 21,03 m
Apertura alare 12,71 m
Altezza 6,57 m
Superficie alare 52,3
Carico alare 574 kg/m²
Allungamento alare 3,1 m
Peso a vuoto 18 000 kg
Peso max al decollo 30 000 kg
Capacita combustibile 8 200 l
Propulsione
Motore 2 turbogetti Wopen WS-9 (Rolls-Royce Spey)
Spinta 52,4 kN (a secco)
87,6 kN (con postbruciatore )
Prestazioni
Velocita max Mach 1,75
Autonomia 1759 km
Raggio di azione 3700 km
Tangenza 15.600 m
Armamento
Cannoni 1 cannone automatico a doppia canna da 23 mm GSh-23L con 300 colpi.
Bombe Caduta libera
A guida laser :
GB-1
GB-5
A guida satellitare :
LS-6
FT-12
GB-6
FT-2
FT-3
FT-6
Missili aria-aria :
PL-5
PL-8
PL-9
aria-superficie/antiradar :
YJ-91
LD-10
CM-102
antinave :
YJ-8K
YJ-82K
YJ-12
Razzi Razzi non guidati da 57 mm/90 mm in pod subalari.
Piloni 11 (3 sotto ciascuna semiala, 2 alle estremita alari, 1 sotto la fusoliera, 2 sotto le prese d'aria) per una capacita di carico esterna di 8000 kg.
Note dati riferiti alla versione JH-7A

dati tratti da:
Rid - Rivista italiana difesa [1]
Flightglobal.com [2]

voci di aerei militari presenti su Wikipedia

Lo Xian JH-7 (Jianjiji Hongzhaji ? Cacciabombardiere) ( nome in codice NATO Flounder [3] ), designato FBC-1 Flying Leopard per l'esportazione, e un cacciabombardiere bireattore, biposto in tandem (pilota ed operatore sistemi d'arma), ad ala a freccia prodotto in Cina per l'aviazione di marina ( Zhongguo Renmin Jiefangjun Haijun PLANAF) e l'aeronautica cinese ( Zh?ngguo Renmin Ji?fangj?n K?ngj?n PLAAF) [4] dall'azienda Xian Aircraft Industrial Corporation. [1]

Storia del progetto

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Se non diversamente indicato, i dati sono tratti da "Rivista italiana difesa". [1]

Xian JH-7A

Nei primi anni settanta, la PLAAF necessitava di un nuovo cacciabombardiere per sostituire l' Harbin H-5 e il Nanchang Q-5 . Una richiesta fu presentata al Ministero dell'Industria dell'Aviazione cinese, che avvio un programma di sviluppo nazionale quando gli sforzi per assicurarsi una joint venture con partner stranieri falli. Il programma fu autorizzato in data 19 aprile 1983 dall'allora presidente Deng Xiaoping . Il JH-7 venne sviluppato per soddisfare la duplice esigenza di Marina ed Aeronautica. Laddove la prima voleva un moderno e sofisticato aereo, capace e a lunga autonomia, per Il ruolo anti-nave, ma anche per l'attacco a obiettivi terrestri, mentre la seconda un aereo per l'attacco in profondita con specifica esigenza di navigazione tattica a bassa quota e alta velocita seguendo il profilo del terreno (terrain following). Requisiti che facevano riscontrare una stretta somiglianza agli stessi che portarono, negli Stati Uniti , allo sviluppo dell’ F-111 , in Europa , al Panavia Tornado , in Russia , al Su-24 . Incidentalmente tutti e tre questi aerei hanno adottato un'ala a freccia variabile, necessaria per conciliare al meglio il volo a bassa quota e alta velocita e il decollo o l'atterraggio in spazi ragionevoli, mentre per l'aereo cinese si opto per una piu classica e semplice ala a freccia moderata di modesto allungamento, scelta probabilmente dovuta alle difficolta di progettazione della soluzione a freccia variabile. Dopo alcune differenze iniziali (l’Aeronautica, preferiva un biposto affiancato piuttosto che in tandem, soluzione quest'ultima alla fine adottata), si arrivo alla condivisione dello sviluppo di un unico aereo. L'inizio dello sviluppo del JH-7A, definito dai cinesi cacciabombardiere, ebbe origine negli anni ’80, con il primo volo effettuato il 14 dicembre 1988. La sua entrata in servizio, inizialmente presso l’Aviazione Navale, la PLANAF (People's Liberation Army Naval Air Force), e successivamente presso l’Aeronautica, PLAAF (People's Liberation Army Air Force), avvenne nel 1992, ma in effetti si tratto di una serie pilota, stimata in una ventina di macchine costruite dopo i 5 prototipi, utilizzata per la definitiva messa a punto dell’aereo e sfociata nella produzione in serie con successiva entrata in servizio su vasta scala solo dopo il 2000. Tempi cosi lunghi vanno valutati tenendo conto che l'aereo ha rappresentato un notevolissimo salto qualitativo in termini di progettazione e sviluppo per l'industria aeronautica cinese. In precedenza, infatti, questa aveva esperienza di riproduzione, spesso senza licenza, di soli aerei russi piuttosto vetusti, progettati negli anni cinquanta ( MiG-17 e MiG-19 , II-28 , Tu-16 ) o al massimo all’inizio degli anni sessanta ( MiG-21 ), in genere molto semplici tecnologicamente.

La produzione, terminata nel 2017, e stata di 270 esemplari, di cui 250 dovrebbero essere ancora in servizio e suddivisi equamente tra Aeronautica e Marina.

A settembre 2019 , nel corso della competizione Aviadarts, evento che fa parte degli International Army Games 2019 organizzati dalla Russia, l’Aeronautica Cinese (PLAAF) ha partecipato con una nuova versione del cacciabombardiere bimotore biposto JH-7A, designata JH-7A II. [5] Sebbene non esistano comunicazioni ufficiali riguardanti i dettagli della nuova variante e delle sue differenze rispetto al JH-7A, dallo studio delle immagini non sembrano esserci modifiche alla cellula ed alla struttura aerodinamica dell’aereo, sebbene non possa essere escluso un incremento nell’utilizzo di materiali compositi e di un coating per la riduzione della segnatura radar. [5] E verosimile, quindi, che le modifiche principali riguardino il sistema propulsivo e l’apparato avionico, con particolare riferimento ad un upgrade del radar ad impulsi Doppler JL10A Shan, a nuovi comandi fly-by-wire, ad un nuovo computer di missione, alla sostituzione dei restanti indicatori analogici con display multifunzione, all’aggiornamento della suite ECM e integrazione di nuove armi. [5] La presentazione della nuova variante metterebbe fine o, quantomeno, in discussione le presunte voci sul possibile ritiro dei JH-7 (nonostante la sua entrata in servizio risalga solo al 2003) a causa dell’esiguo margine di miglioramento nelle prestazioni globali del velivolo, nonche delle difficolta trovate nell’upgrade dei suoi sistemi. [5]

Se non diversamente indicato, i dati sono tratti da "Rivista italiana difesa". [1]

Con una configurazione generale che ricorda il SEPECAT Jaguar franco-inglese, anch'esso un cacciabombardiere, il JH-7 e stato progettato per svolgere soprattutto compiti di navigazione e attacco a bassa quota in condizioni ognitempo, di obiettivi sia terrestri che navali, proprio un cacciabombardiere. Come nel Jaguar le prese d’aria sono a geometria fissa, e cio e congruo con la moderata prestazione supersonica che non giustifica il peso, il costo di produzione e di manutenzione di prese a geometria variabile. Ai lati delle prese sono comunque presenti 2 prese addizionali che si aprono in depressione a bassa velocita, in genere in fase di decollo, per aumentare la portata d'aria al motore compensando la sezione d’ingresso delle prese d’aria principali, correttamente dimensionate per i regimi di volo di crociera e non certo per le basse velocita. L'equipaggio e sistematato, come si diceva, in una cabina biposto in tandem con tettucci separati e sedili eiettabili zero-zero HTY-4 collocati in posizione scalata per dare una certa visibilita in avanti e verso il basso dal posto posteriore. Il parabrezza, inizialmente in 3 parti sul JH-7, e diventato un unico pezzo avvolgente sul JH-7A. L’ala, in posizione alta, con diedro negativo piuttosto pronunciato di 7°, ha freccia sul bordo d'attacco intorno ai 45° che aumenta leggermente nel raccordo con la fusoliera ma non abbastanza da poter generare portanza vorticosa. Il bordo d'attacco, senza parti mobili, ha una discontinuita a dente di sega all’esterno della quale la freccia e appena maggiore rispetto a quanto non lo sia nella parte mediana dell’ala. La funzione anti-scorrimento del flusso lungo l’apertura, tipica di detto accorgimento, nel JH-7 era ottenuta anche con una aletta sul dorso dell'ala, poi rimossa nel definitivo JH-7A. Gli ipersostentatori del bordo di uscita, a singola fessura, hanno una notevole corda occupando quasi il 30% di quella alare. All’esterno troviamo i normali alettoni che pero non sono abbassabili simmetricamente al fine di contribuire all’ipersostentazione (dropping ailerons). Non sono presenti diruttori sul dorso dell'ala mentre vi sono 4 piccoli aerofreni, 2 sul dorso e 2 sotto la fusoliera posteriore. Due grandi pinne caudali (nel JH-7 ve ne era soltanto una ma piu grande) contribuiscono alla stabilita direzionale insieme all'unico grande piano verticale. I piani orizzontali, tutti mobili, sono in posizione bassa. Anche se non si hanno indicazioni precise si puo senz'altro assumere che vi sia una estesa protezione della cellula, sia per cio che concerne la cabina dell'equipaggio sia riguardo ai serbatoi, che sono presumibilmente autostagnanti, almeno nelle pareti laterali e inferiori, oltre ad essere riempiti con schiuma anti-esplosione. In linea con la filosofia cinese, allineata con quella russa, il JH-7A e dotato di un carrello, retrattile idraulicamente, adatto all'impiego da piste semi-preparate. Tutti i 3 elementi sono dotati di doppia ruota e i 2 semicarrelli principali sono del tipo a forcella oscillante, reminiscenti per struttura e geometria di retrazione degli ottimi Messier adottati sul Jaguar e sul Mirage F-1 .

Particolare e stata la scelta della motorizzazione del JH-7A, chiaramente dettata dalle gravi limitazioni nelle capacita di progettazione e costruzione motoristica cinese, in parte tuttora non superate. Il velivolo e infatti propulso da 2 motori Xian WS-9, ma questi altri non sono che motori Rolls-Royce RB-168 SPEY Mk-202 prodotti su licenza nell’ambito di un accordo del 1975 , anche se un buon numero, pare 50, risulta essere stato importato direttamente, per motorizzare in massima parte gli esemplari di pre-produzione JH-7. Variante militare, dotata di postbruciatore, del ben noto motore civile, lo Spey Mk-202, proprio nell'impiego in regime supersonico, pare abbia mostrato non poche limitazioni. Inoltre, la relativa maggiore complessita di questo motore bialbero, rispetto ai semplici motori russi monoalbero ben conosciuti localmente, ha portato a problemi di qualita di produzione nei primi motori costruiti in Cina. Da qui l'esigenza di ricorrere nuovamente all'importazione diretta all’inizio degli anni 2000 (pare di 90 esemplari usati, gia utilizzati sui Phantom II inglesi) per motorizzare la produzione iniziale dell'aereo cinese. Alla fine la produzione del motore, denominato WS-9 QUINLING e con livelli qualitativi accettabili, e stata lanciata a pieno regime a meta degli anni 2000 per equipaggiare i JH-7A di serie. In totale la produzione locale di questo propulsore dovrebbe avere superato 1400 esemplari. Comunque il WS-9 e risultato soddisfacente, in particolare per affidabilita e consumi relativamente contenuti, in relazione alla tipiche missioni del JH-7A, normalmente volate a bassa quota e ad alta velocita subsonica. Anche in questo caso l’acquisizione della licenza di produzione dello Spey, pur non essendo lo stesso un propulsore al vertice della tecnologia motoristica dell’epoca, ha consentito un certo salto di qualita all’industria cinese del settore per tecnologia, processi produttivi, macchinari necessari e materiali utilizzati. Il rapporto spinta/peso disponibile con i 2 WS-9 non e molto alto, da qui prestazioni di manovra, accelerazione e rateo di salita non certo eccezionali, ma perfettamente in linea con la missione del velivolo. L'aereo ha una piu che buona capacita di carburante interna, 8.300 It, contenuti soprattutto nei serbatoi di fusoliera, ma anche nel cassone alare, cio che e in linea con il requisito di autonomia anche in missioni volate a bassa quota e ad alta velocita. A cio bisogna aggiungere la possibilita di equipaggiamento con serbatoi esterni da 800 e 1.400 It, portati uno sotto la fusoliera e 2 ai punti d'attacco subalari intermedi.

ll JH-7A e dotato di comandi di volo fly-by-wire (il primo velivolo cinese ad esserne dotato) a triplo canale KF-1, mentre per la navigazione, dispone di un sistema inerziale con correzione via GPS modello HG-563GB, di un TACAN ed ausili all’atterraggio tipo MLS e ILS . ll sensore principale e il radar Doppler a impulsi Letri JL-10A Shan Ying in banda J, capace d’inseguire fino a quattro bersagli contemporaneamente, che ha sostituito il meno capace modello 232H montato sugli aerei di preserie. La presentazione dati al pilota avviene con HUD (Head-Up Display) e HMD/S (Head-up Display/Sight), che consente l'acquisizione di bersagli fuori-asse (off-boresight) e due schermi multifunzionali MFD (MultiFuncion Display), mentre l'operatore di sistemi d’arma ha a disposizione tre MFD. La gestione dati incentrata sul computer di missione utilizza un databus 1553. L’aereo inoltre dispone di apparati di protezione e contromisure elettroniche quali il sistema integrato RKL-800 inclusivo di RWR (Radar Warning Receiver) per l'allarme radar, interrogatore IFF (Identification Friend or Foe) , sistemi di rilevamento e analisi dei segnali elettromagnetici e di disturbo degli stessi e lanciatori di contromisure Chaff e flares .

Il JH-7A per il trasporto dell’armamento e degli altri carichi esterni puo contare su 11 punti d'attacco di cui, 3 sotto ciascuna semiala, 2 alle estremita alari, in genere riservati a missili aria-aria , uno sotto la fusoliera e 2 sotto le prese d’aria, questi ultimi riservati ai pod di navigazione e attacco. Per aumentare il numero di armi trasportabili, in particolare bombe di piccolo e medio calibro, il velivolo puo essere equipaggiato con quelli che, nella denominazione americana, sono chiamati TER e MER (Triple Ejection Rack e Multiple Ejection Rack) capaci di portare in un solo pilone subalare, l'interno e l’intermedio, fino a 3 o 6 bombe, queste ultime in tandem di 3 + 3. La capacita di trasporto di bombe da 250 kg arriverebbe quindi ad almeno 20. Oltre alle bombe a caduta libera possono essere trasportati diversi tipi di bombe a guida laser , anche le russe KAB-500, e missili arla-superficie , inclusi missili anti-radar , anche qui di origine russa come il Kh-31P o la copia cinese. Come accennato, la Marina utilizza diversi missili antinave, in genere versioni avio-lanciate di armi superficie-superficie quali gli YJ-82 e YJ-83 . Data la dichiarata vocazione al ruolo d'attacco arla-terra e antinave, il ruolo aria-aria nel JH-7A viene considerato secondario e prevalentemente in termini di autodifesa. L'armamento per l’autodifesa infatti e in genere costituito da 2-4 missili a breve portata e guida a raggi infrarossi tipo PL-8 o PL-9 montati su rotaie di lancio alle estremita alari e sui 2 punti d'attacco subalari piu esterni (che sembrerebbero appunto essere riservati a tali armi). E comunque probabile che, compatibilmente con le caratteristiche del piu recente aggiornamento del radar di cui e dotato, il JH-7A possa essere armato con i ben piu capaci PL-12 di media portata ed a guida radar attiva (fire and forget), potenziando notevolmente le possibilita d’ingaggio di bersagli aerei anche oltre la portata visiva. L'aereo e dotato anche di armamento fisso, costituito da una copia del cannone russo GSh-23 a 2 canne con 300 colpi. L'arma e in posizione semi-esterna sotto una carenatura sporgente posta in basso sul fianco destro della fusoliera. La posizione piuttosto arretrata rispetto alla presa d’aria, tra l’altro distanziata anche in altezza, evita il rischio della nociva ingestione dei gas di sparo da parte della stessa. In totale i carichi, tutti trasportati esternamente, possono raggiungere i 7.000 kg.

  • JH-7 ? Versione iniziale, aereo antinave e cacciabombardiere per l'aviazione di marina.
  • JH-7A ? Nuova versione dotata di struttura composita per ridurre il peso, fly-by-wire e nuovo radar ad impulsi Doppler JL10A Shan. Capacita di carico di armi aumentata con l'aggiunta di altri due punti d'attacco sotto le ali e due sotto le prese d'aria per pod per designatori laser per bersagli.
  • JH-7B - Nuova variante, con avionica aggiornata, motori con il 15% in piu di spinta, capacita di rifornimento in volo, computer di missione aggiornato, sistema FADEC fly-by-wire e maggior utilizzo di materiali compositi. Al 2020 lo sviluppo di questa versione e stato annullato, e tutti i miglioramenti, in parte sono stati apportati ai JH-7A in servizio, e ridesignati JH-7AII.
  • JH-7AII - Versione aggiornata del JH-7A con parte dell'upgrade previsto per il JH-7B. [5] Gli aggiornamenti comprendono, maggiore utilizzo di materiali compositi e di un coating per la riduzione della segnatura radar della cellula, modifiche al sistema propulsivo ed all’apparato avionico, con particolare riferimento ad un upgrade del radar ad impulsi Doppler JL10A Shan, nuovi comandi fly-by-wire, nuovo computer di missione, sostituzione dei restanti indicatori analogici con display multifunzione, aggiornamento della suite ECM e integrazione di nuove armi. [5]
  • FBC-1 Flying Leopard ? Versione per l'esportazione del JH-7.
  • FBC-1A Flying Leopard II ? Versione per l'esportazione del JH-7A.

Utilizzatori

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Bandiera della Cina  Cina
120 esemplari consegnati, 69 in servizio al gennaio 2020. [6]
120 esemplari consegnati, 34 in servizio al gennaio 2020. [6]
  1. ^ a b c d "Il JH-7A e il JF-17" - " Rivista italiana difesa " N. 12 - 12/ 2019 pp. 56-65
  2. ^ http://www.flightglobal.com/news/articles/analysis-can-china-break-the-military-aircraft-engine-412424/ .
  3. ^ British and Russian Technology for the Xian JH-7A FLOUNDER , U.S.-China Economic and Security review commission. URL consultato il 6 aprile 2007 (archiviato dall' url originale il 29 aprile 2007) .
  4. ^ International AirPower Revue, Vol. 25, Focus Aircraft: Xian JH-7 'Flounder', p. 52-75, ISSN 1473-9917, AIRtime Publishing, 2008.
  5. ^ a b c d e f "NUOVA VERSIONE DEL CACCIABOMBARDIERE JH-7A CINESE" , su portaledifesa.it, 9 settembre 2019, URL consultato il 23 febbraio 2021.
  6. ^ a b ( EN ) World Air Forces 2020 , su Flight Global . URL consultato il 24 novembre 2020 .

Voci correlate

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Bandiera degli Stati Uniti  Stati Uniti

General Dynamics F-111
McDonnell Douglas F-15E Strike Eagle

Bandiera dell'Unione europea  Unione europea

Panavia Tornado

Bandiera della Russia  Russia

Sukhoi Su-24

Altri progetti

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