Le
Res gestae divi Augusti
, cioe "Le imprese del divino
Augusto
", o
Index rerum gestarum
, sono un resoconto redatto dallo stesso
imperatore romano
Augusto prima della sua morte e riguardante le opere che compi durante la sua lunga carriera politica. Il testo ci e giunto inciso
in latino
e in traduzione
greca
sulle pareti del tempio di Augusto e della dea Roma (
Monumentum Ancyranum
) ad Ancira (latino
Ancyra
), l'odierna
Ankara
in
Turchia
.
Secondo le volonta dello stesso Augusto, espresse nel rotolo contenente le sue imprese e da lui affidato alle
Vestali
assieme al testamento, alle disposizioni per il suo funerale e ad un bilancio dello stato redatto un anno prima di morire, il testo delle
Res Gestae
doveva essere inciso su tavole di bronzo da porre davanti alla sua tomba, il
Mausoleo
.
[1]
Il luogo scelto da Augusto aveva una valenza fortemente simbolica. Al di la della struttura di ascendenza ellenistica del Mausoleo, dominato dalla statua di Augusto e prossimo all'
Ara Pacis
, va ricordato che prima del principe vi erano stati sepolti tutti coloro che in qualche modo erano legati alla nuova dinastia -
Marco Claudio Marcello
,
Agrippa
,
Druso maggiore
, la sorella
Ottavia
,
Lucio
e
Gaio
Cesari, i carissimi nipoti designati alla successione. Il luogo ideale nel quale esporre le
Res Gestae
, grazie al quale il lettore sarebbe stato indotto, non solo dalle parole, ma anche dal contesto architettonico, a non distinguere la storia dalle imprese private e la memoria pubblica da quella privata.
Oltre al testo di Ancira (l'attuale
Ankara
), si conoscono copie epigrafiche frammentarie provenienti dalla medesima provincia di
Galazia
(che insieme alla
Giudea
fu l'unica annessione orientale di Augusto), ovvero da
Antiochia
(testo latino) a poca distanza da
Yalvac
, da
Apollonia
(versione greca), identificata nel sito dell'attuale villaggio di
Uluborlu
, localita entrambe a non molta distanza da Ankara.
[2]
Aree lontane dalla costa dell'Asia minore e non molto ellenizzate, mentre nessuna copia da
Efeso
o
Pergamo
. Cio puo essere spiegato col fatto che Augusto volesse dare alla regione asiatica interna (frammentata in realta culturali, sociali e religiose molto varie) un assetto politico stabile, basato sul riconoscimento del potere di Roma e di Augusto, il suo tramite. Non stupisce percio che le
Res Gestae
fossero incise sul tempio dedicato al culto imperiale: piccole citta, come Apollonia, Ancira, Antiochia di Pisidia erano pertanto unite dal filo conduttore del culto di Augusto e, quindi, delle sue imprese.
Quanto al testo piu completo, quello di Ancira, esso fu riconosciuto per la prima volta nel 1555 da
Ogier Ghiselin de Busbecq
, ambasciatore di
Ferdinando I d'Asburgo
presso
Solimano il Magnifico
. Gia lo scopritore lamentava dello scadente stato di conservazione del testo, che credeva inciso sui muri della residenza del governatore provinciale. L'indagine archeologica moderna ha invece dimostrato con certezza che l'edificio era un
tempio dedicato a Roma ed Augusto
, che un tempo, secondo le opinioni piu recenti, sarebbe stato edificato in origine in onore della
Grande Madre
dell'
Anatolia
. La scelta di non edificare un nuovo tempio avrebbe collegato strettamente il culto di Roma a quello verso la divinita piu antica della regione.
[3]
Dell'originario tempio dedicato ad Augusto e Roma si conservano ora solo il
pronao
e le due pareti laterali, una delle quali presenta uno squarcio di notevoli dimensioni. All'interno del pronao, a sinistra e a destra, e inciso il testo latino dell'iscrizione, disposto simmetricamente in sei colonne di scrittura per un'altezza di 2,70 m e larghezza di 4 m. La traduzione greca si sviluppa all'esterno, lungo la parete laterale intatta della
cella
, ordinata su 19 colonne, alte circa 1,25 m. I ruderi del tempio misurano ancora 12 m di altezza e 32,50 m di lunghezza. Nel 1997 e stato lanciato un grido d'allarme per lo stato di conservazione del testo, ormai ampiamente illeggibile, affinche non vada perduta la memoria di Augusto: l'allarme e stato accolto dall'
Universita degli Studi di Trieste
che ha attivato il
Progetto Ancyra
,
[4]
finalizzato alla messa in sicurezza del tempio e alla conservazione dell'iscrizione.
Non e facile capire a quale genere letterario appartengano le
Res Gestae
: testamento politico, resoconto, memoria, autobiografia, iscrizione sepolcrale,
memoriae vitae
.
[5]
In uno stile volutamente stringato e senza concessioni all'abbellimento letterario, Augusto riportava gli onori che gli erano stati via via conferiti dal Senato e dal popolo romano e per quali servizi da lui resi; le elargizioni e i benefici concessi con il suo patrimonio personale allo Stato, ai veterani e alla
plebe
; i
giochi
e rappresentazioni dati a sue spese; e infine gli atti da lui compiuti in pace e in guerra. Lo scrupolo con cui elenca le cariche religiose e indice di un nascente processo di sacralizzazione del potere, che trova espressione anche nel
titolo di
augustus
("degno di venerazione"), ottenuto dal
Senato
.
Augusto parla di se in prima persona. Si serve di periodi brevi, dalla struttura
paratattica
; il lessico e concreto e lascia al lettore la possibilita di cogliere immediatamente il testo. La data di composizione e data dallo stesso Augusto, quando afferma di essere nel settantaseiesimo anno, cioe nel 14 d. C., essendo nato nel 63 a. C. Dato che nel capitolo 4 e presente il riferimento alla trentasettesima
tribunicia potestas
conferitagli nel giugno del 14 d. C. e visto che egli mori il 19 agosto del medesimo anno, e lecito ritenere che Augusto abbia completato la redazione finale delle
Res Gestae
negli ultimi mesi di vita. Il documento non menziona il nome dei nemici e neppure di nessun membro della sua famiglia, ad eccezione dei successori di volta in volta designati: Agrippa,
Gaio
e
Lucio
Cesari,
Tiberio
.
I modelli a cui Augusto si rifece furono: la
colonna rostrata di Gaio Duilio
, vincitore dei cartaginesi nel
260 a. C. a Milazzo
, sita nel
Foro Romano
; la tavola, scritta in prima persona, che commemorava le strade fatte costruire da
Publio Popilio Lenate
, console del 132 a. C.; l'iscrizione fatta porre da
Annibale
nel
tempio di Era Lacinia
presso
Crotone
.
[6]
L'aspetto ellenizzante tuttavia pare evidente nell'esaltazione di un capo di Stato, che pero trova un sincretismo con concetti romani, tanto da produrre comunque l'impressione di essere di fronte ad un uomo d'eccezione, che compie cose non accessibili agli esseri comuni. Nelle province, soprattutto orientali, veniva perseguita una continuita con sovrani cosmocratici, come
Alessandro Magno
o
Dario I
; a Roma, al contrario, Augusto si ricollegava agli
Scipioni
, a
Pompeo
, a
Cesare
pur, in qualche modo, superandoli. Con le
Res Gestae
, quindi, tanto un uomo colto della
nobilitas
, quanto un semplice membro della plebe urbana o un abitante delle province orientali trovava modo di comprendere il messaggio che il primo imperatore divinizzato, non a caso figlio del Divo Giulio, lasciava ad intendere.
Augusto racconta che all'eta di 19 anni costitui un esercito a sue spese e con la benedizione del
Senato
. Nello stesso anno fu eletto
console
. Con questi mezzi riusci ad esiliare e punire gli assassini di
Giulio Cesare
, suo padre adottivo (1-3). Questi passi delle
Res Gestae
mostrano i cardini dell'ideologia augustea. Ottaviano, uscito vincitore dalle guerre civili, impone la propria lettura storica: il suo intervento nelle guerre civili non e di parte, ma in difesa e per conto del Senato e dello stato romano. I provvedimenti e la guerra contro gli
uccisori di Cesare
, da cui Ottaviano era stato adottato, sono un atto di diritto e di pieta filiale. Tuttavia Augusto stesso omette alcuni avvenimenti: cita la sua elezione a console, ma non specifica che cio fu necessario poiche i due consoli precedenti erano morti in guerra con lui e che lui aveva imposto al Senato la propria elezione marciando su Roma. Tralascia inoltre di citare il nome stesso del suo amico-rivale,
Marco Antonio
, tacendo cosi il complesso rapporto sia politico sia personale consumatosi tra loro nel corso degli anni: infatti in un primo momento lo combatte (
guerra di Modena
), quindi collaboro con lui (
secondo triumvirato
), infine lo sconfisse definitivamente (
battaglia di Azio
).
Vengono quindi raccontate le sue conquiste militari e si ricorda l'atteggiamento verso i popoli vinti, ai quali era concesso di continuare a seguire i propri costumi e di mantenere le precedenti forme di governo purche pagassero i tributi a Roma.
Sono ricordate poi le onorificenze avute per i suoi successi militari, quindi vengono elencate le cariche e le dignita accettate (5-7), infine le cariche sacerdotali, poste in ordine gerarchico. C'e quindi spazio per l'attivita politica: revisione delle liste di
patrizi
,
censimenti
, leggi a favore della moralizzazione della vita politica e privata.
I capitoli 15-23 formano la sezione dedicata alle
impensae
sostenute dal principe con risorse attinte dal suo patrimonio privato.
Dal capitolo 19 al capitolo 24 sono elencate le spese effettuate per la costruzione o il restauro di edifici pubblici, templi, acquedotti, strade, ponti, nonche alla restituzione dell'oro coronario offertogli dai municipi e dalle colonie per i suoi trionfi.
Il capitolo 25 da inizio all'ultima sezione delle
Res Gestae
, riservata alla narrazione delle imprese propriamente dette: prima la lotta contro i pirati, poi le guerre civili, infine i
bella externa
(
Gallia
,
Spagna
,
Germania
, Etiopia,
Egitto
). Il capitolo 28 e dedicato alle
colonie militari
.
Il cap. 29 al recupero delle insegne militari perse da vari comandanti nelle lotte contro i
Parti
.
I capitoli 31-33 raccontano il rapporto del principe con regni lontani:
India
,
Medi
,
Parti
.
Il capitolo 34 e di importanza assoluta per la storia della genesi del principato: sono elencati tutti i titoli e gli onori a lui conferiti a partire dal 27 a.C. Fondamentale nell'ideologia politica del principato il concetto che Ottaviano definisce di
auctoritas
e
potestas
("autorita" e "potere"). L'elenco delle cariche ricoperte e di quelle offerte, ma non accettate, mostra il potere di acquisto a Roma e fa luce sulla situazione di asservimento della classe dirigente.
La chiusa celebre termina (cap. 35) con l'indicazione della data di composizione "scrissi questo all'eta di 76 anni".
Testo latino e traduzione delle
Res Gestae
dal
Monumentum Ancyranum
[
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Il testo si compone di un'introduzione, 35 paragrafi raggruppabili in 3 sezioni e un'appendice.
- Pars prima
(paragrafi 1 a 14) : essa descrive la carriera politica di Augusto, il suo
cursus honorum
, le cariche, uffici e onori che egli ha ricevuto o dato.
- Pars altera
(paragrafi 15 a 24) : essa cita le distribuzioni di denaro, i giochi e i monumenti offerti al popolo di Roma.
- Pars tertia
(paragrafi 25 a 35) : in essa Augusto parla delle sue conquiste militari e della sua azione diplomatica.
- Appendix
: scritta in terza persona contrariamente al resto del testo, non fu probabilmente scritta per mano di Augusto. Questa appendice riassume le spese sostenute da Augusto per l'erario, per i monumenti dell'Urbe, per i giochi e per far fronte a diverse calamita naturali. Illuminante l'ultima frase cui si citano le spese sostenute per amici e senatori, caduti tanto in disgrazia da non avere piu il censo richiesto per far parte del senato. Tali spese furono
innumerabilis
, ovvero, non conteggiabili.
(
LA
)
≪
Rerum gestarum divi Augusti, quibus orbem terra[rum] imperio populi Romani subiecit, et impensarum, quas in rem publicam populumque Romanum fecit, incisarum in duabus aheneis pilis, quae su[n]t Romae positae, exemplar sub[i]ectum
.≫
(
IT
)
≪Narrazione delle imprese del divino
Augusto
attraverso le quali sottomise tutto il mondo al potere del popolo romano, e del denaro che spese per la
Repubblica
e per il popolo romano, come sta scritto su due pilastri di bronzo a
Roma
.
[N 1]
≫
(
LA
)
≪1.
Annos undeviginti natus exercitum privato consilio et privata impensa comparavi, per quem rem publicam a dominatione factionis oppressam in libertatem vindicavi. Eo nomine senatus decretis honorificis in ordinem suum me adlegit, C. Pansa et A. Hirtio consulibus, consularem locum sententiae dicendae tribuens, et imperium mihi dedit. Res publica, ne quid detrimenti caperet, me propraetore simul cum consulibus providere iussit. Populus autem eodem anno me consulem, cum co(n)s(ul) uterque bello cecidisset, et triumvirum rei publicae constituendae creavit.
≫
(
IT
)
≪1. A 19 anni,
[N 2]
di mia iniziativa e con spesa privata,
misi insieme un esercito, con il quale restituii alla liberta la Repubblica
oppressa dalla dominazione di una fazione. Per questo motivo, essendo consoli
Gaio Vibio Pansa
e
Aulo Irzio
, il
Senato
mi incluse nel suo ordine con decreti onorifici, attribuendomi il diritto di esprimere il mio parere tra i consolari, e mi assegno l'
imperium
militare.
[N 3]
La Repubblica mi ordino di provvedere, essendo io propretore, insieme ai consoli che nessuno potesse portare danno. Nello stesso anno il popolo romano mi elesse
console
[N 4]
e
triumviro per riordinare la Repubblica
, poiche entrambi i consoli erano stati uccisi in guerra.≫
(
LA
)
≪2.
Qui parentem meum trucidaverunt, eos in exilium expuli iudiciis legitimis ultus eorum facinus, et postea bellum inferentis rei publicae vici bis acie.
≫
(
LA
)
≪3.
Bella terra et mari civilia externaque toto in orbe terrarum saepe gessi victorque omnibus v[eniam petentib]us civibus peperci. Externas gentes, quibus tuto ignosci potuit, conservare quam excidere malui. Millia civium Romanorum sub sacramento meo fuerunt circiter quingenta. Ex quibus deduxi in coloni]as aut remisi in municipia sua stipendis emeritis millia aliquanto plura quam trecenta et iis omnibus agros adsignavi aut pecuniam pro praemis militiae dedi. Naves cepi sescentas praeter eas, si quae minores quam triremes fuerunt.
≫
(
IT
)
≪3. Combattei spesso guerre civili
[N 7]
ed esterne in tutto il mondo per terra e per mare; e da vincitore lasciai in vita tutti quei cittadini che implorarono grazia. Preferii conservare i popoli esterni, ai quali si pote perdonare senza pericolo, piuttosto che sterminarli. Quasi 500 000 cittadini romani prestarono a me giuramento militare;
[N 8]
dei quali piu di 300 000 inviai in
colonie
o rimandai nei loro
municipi
, compiuto il servizio militare; e a essi (tutti) assegnai terre o donai denaro in premio del servizio. Catturai 600 navi oltre a quelle minori per capacita alle triremi.≫
(
LA
)
≪4.
Bis ovans triumphavi et tri[s egi] curulis triumphos et appella[tus sum v]iciens et semel imperator. [decernente plu]ris triumphos mihi sena[t]u, qua[ter eis su]persedi. L[aurum de f]asc[i]bus deposui in Capi[tolio votis, quae] quoque bello nuncupaveram, [sol]utis. Ob res a [me aut per legatos] meos auspicis meis terra ma[riqu]e pr[o]spere gestas qui[nquageniens et q]uinquiens decrevit senatus supp[lica]ndum esse dis immortalibus. Dies a[utem, pe]r quos ex senatus consulto [s]upplicatum est, fuere DC[CCLXXXX. In triumphis meis] ducti sunt ante currum meum reges aut r[eg]um lib[eri novem. Consul f]ueram terdeciens, cum [scribeb]a[m] haec, [et eram se]p[timum et] tricen[simu]m tribuniciae potestatis.
≫
(
IT
)
≪4. Due volte ebbi un'
ovazione trionfale
e tre volte celebrai
trionfi curuli
[N 9]
e fui acclamato ventun volte
imperator
, sebbene il senato deliberasse un maggior numero di trionfi, che tutti declinai. Deposi l'alloro dai fasci in
Campidoglio
, sciogliendo cosi i voti solenni che avevo pronunciato per ciascuna guerra. Per le imprese per terra e per mare compiute da me o dai miei
legati
, sotto i miei auspici, cinquantacinque volte il senato decreto solenni ringraziamenti agli dei immortali. I giorni poi durante i quali per decreto del senato furono innalzate pubbliche preghiere furono ottocentonovanta. Nei miei trionfi furono condotti davanti al mio carro nove re o figli di re. Ero stato
console
tredici volte quando scrivevo queste memorie ed ero per la trentasettesima volta rivestito della podesta tribunizia.
[N 10]
≫
(
LA
)
≪5.
Dic]tat[ura]m et apsent[i e]t praesent[i mihi delatam et a popul]o et a se[na]tu [M. Marce]llo e[t] L. Arruntio [cos.] non rec[epi. Non sum] depreca[tus] in s[umma f]rum[enti p]enuria curatio[n]em an[non]ae. [qu] am ita ad[min]ist[ravi, ut] in[tra] die[s] paucos metu et periclo p[r] aesenti civitatem univ[ersam liberarem impensa et] cura mea. Consul[atum] quoqu]e tum annum e[t perpetuum mihi] dela[tum non recepi.]
≫
(
IT
)
≪5. Non accettai la
dittatura
che sotto il consolato di Marco Marcello e Lucio Arrunzio
[N 11]
mi era stata offerta, sia mentre ero assente sia mentre ero presente nell'Urbe, e dal popolo e dal senato. Non mi sottrassi invece in una estrema carestia ad accettare la
sovrintendenza dell'annona
, che ressi in modo tale da liberare in pochi giorni dal timore e dal pericolo l'intera Urbe, a mie spese e con la mia solerzia. Anche il consolato, offertomi allora annuo e a vita, non accettai.≫
(
LA
)
≪6.
Consulibus M. Vinicio et Q. Lucretio] et postea P. Lentulo et Cn. L[entulo et tertium Paullo Fabio Maximo] e[t Q. Tuberone senatu populoq]u[e Romano consentientibus] ut cu[rator legum et morum maxima potestate solus crearer nullum magistratum contra morem maiorem delatum recepi. Quae tum per me fieri senatus] v[o]luit, per trib[un]ici[a]m p[otestatem perfeci, cuius potes]tatis conlegam et [ips]e ultro [quinquiens mihi a sena]tu[de]poposci et accepi.
≫
(
IT
)
≪6. Sotto il consolato di Marco Vinicio e Quinto Lucrezio, e poi di Publio Lentulo e Gneo Lentulo, e ancora di Fabio Massimo e Quinto Tuberone,
[N 12]
nonostante l'unanime consenso del senato e del popolo romano affinche io fossi designato unico sovrintendente delle leggi e dei costumi con sommi poteri, non accettai alcuna magistratura conferitami contro il
costume degli antenati
. E allora cio che il senato volle che fosse da me gestito, lo portai a compimento tramite il potere tribunizio, di cui chiesi ed ottenni dal senato per piu di cinque volte consecutive un collega.≫
(
LA
)
≪7.
Tri]umv[i]rum rei pu[blicae c]on[s]ti[tuendae fui per continuos an]nos [decem. P]rinceps s[enatus fui usque ad e]um d[iem, quo scrip]seram [haec, per annos] quadra[ginta. Pon]tifex [maximus, augur, XV vir]um sacris fac[iundis, VII virum ep]ulon[um, frater arvalis, sodalis Titius], fetialis fui.
≫
(
LA
)
≪8.
Patriciorum numerum auxi consul quintum iussu populi et senatus. Senatum ter legi. Et in consulatu sexto censum populi conlega M. Agrippa egi. Lustrum post annum alterum et quadragensimum fec[i]. Quo lustro civium Romanorum censa sunt capita quadragiens centum millia et sexag[i]inta tria millia. ~ Tum [iteru]m consulari com imperio lustrum [s]olus feci C. Censorin[o et C.] Asinio cos. Quo lustro censa sunt civium Romanorum [capita] quadragiens centum millia et ducenta triginta tria mi[llia. Et tertiu]m consulari cum imperio lustrum conlega Tib. Cae[sare filio] m[eo feci,] Sex. Pompeio et Sex. Appuleio cos. Quo lustro ce[nsa sunt]civ[ium Ro]manorum capitum quadragiens centum mill[ia et n]onge[nta tr]iginta et septem millia. Legibus novi[s] m[e auctore l]atis m[ulta e]xempla maiorum exolescentia iam ex nostro [saecul]o red[uxi et ipse] multarum rer[um exe]mpla imitanda pos[teris tradidi.]
≫
(
IT
)
≪8. Durante il mio quinto consolato accrebbi il numero dei
patrizi
per ordine del popolo e del senato. Tre volte procedetti ad un
vaglio dei senatori
. E durante il sesto consolato feci il
censimento
della popolazione, avendo come collega
Marco Agrippa
.
[N 13]
Celebrai la
cerimonia lustrale
dopo quarantadue anni. In questo censimento furono registrati 4 063 000 cittadini romani. Poi feci un secondo censimento
[N 14]
con potere consolare, senza collega, sotto il consolato di Gaio Censorio e Gaio Asinio, e in questo censimento furono registrati 4 230 000 cittadini romani. E feci un terzo censimento con potere consolare, avendo come collega mio figlio
Tiberio Cesare
, sotto il consolato di Sesto Pompeio e Sesto Apuleio;
[N 15]
in questo censimento furono registrati 4 937 000 cittadini romani. Con nuove leggi, proposte su mia iniziativa, rimisi in vigore molti modelli di
comportamento degli avi
, che ormai nel nostro tempo erano caduti in disuso, e io stesso consegnai ai posteri esempi di molti costumi da imitare.≫
(
LA
)
≪9.
Vota p[ro valetudine meo susc]ipi p[er cons]ules et sacerdotes qu[in]to qu[oque anno senatus decrevit. Ex iis] votis s[ae]pe fecerunt vivo m[e ludos aliquotiens sace]rdo[tu]m quattuor amplissima colle[gia, aliquotiens consules. Pr]iva[t]im etiam et municipatim univer[si cives unanimite]r con[tinente]r apud omnia pulvinaria pro vale[tu]din[e mea s]upp[licaverunt.]
≫
(
IT
)
≪9. Il senato decreto che venissero fatti voti per la mia salute dai consoli e dai sacerdoti ogni quattro anni. In seguito a questi voti spesso, durante la mia vita, talvolta i quattro piu importanti colleghi sacerdotali, talvolta i consoli allestirono giochi. Anche
i cittadini
, tutti quanti, sia a titolo personale, sia municipio per municipio, unanimemente, senza interruzione, innalzarono pubbliche preghiere per la mia salute in tutti i templi.≫
(
LA
)
≪10.
Nom[en me]um [sena]tus c[onsulto inc]lusum est in saliare carmen et sacrosanctu[s in perp]etum [ut essem et, q]uoad ivierem, tribunicia potestas mihi [esse, per lege]m sanc[tum est. Pontif]ex maximus ne fierem in vivi [c]onlegae l]ocum, [populo id sace]rdotium deferente mihi, quod pater meu[s habuer]at, r[ecusavi. Qu]od sacerdotium aliquod post annos, eo mor[t]uo q[ui civilis] m[otus o]ccasione occupaverat, cuncta ex Italia [ad comitia mea] confluen[te mu]ltitudine, quanta Romae nun[q]uam [fertur ante i]d temp[us fuisse], recep[i] P. Sulpicio C. Valgio consulibu[s].
≫
(
IT
)
≪10. Il mio nome per
senatoconsulto
fu inserito nel
carme saliare
e fu sancito per legge che fossi inviolabile per sempre e che avessi la
potesta tribunizia
a vita. Rifiutai di diventare pontefice massimo al posto di un mio collega ancora in vita, benche fosse il popolo ad offrirmi questo sacerdozio, che
mio padre
aveva rivestito. E questo sacerdozio accettai, qualche anno dopo, sotto il consolato di Publio Sulpicio e Gaio Valgio, morto colui che ne aveva preso possesso approfittando del disordine politico interno,
[N 16]
e confluendo ai
miei comizi
da tutta l'
Italia
una moltitudine tanto grande quanta mai a Roma si dice vi fosse stata fino a quel momento.≫
(
LA
)
≪11.
Aram [Fortunae] R[educis a]nte aedes Honoris et Virtutis ad portam Cap[enam pro] red[itu me]o senatus consacravit, in qua ponti[fices et] vir[gines Ve]stal[es anni]versarium sacrificium facere [decrevit eo] di[e quo co]nsul[ibus Q. Luc]retio et [M. Vi]nic[i]o in urbem ex [Syria redieram, et diem Augustali]a ex [c]o[gnomine] nos[t]ro appellavit.
≫
(
LA
)
≪12.
Senatus consulto ea occasion]e pars [praetorum e]t tribunorum [plebi cum consule Q.] Lu[cret]io et princi[pi] bus viris [ob]viam mihi mis[s]a e[st in Campan]iam, quo honos [ad ho]c tempus nemini praeter [m]e es[t decretus. Cu]m ex H[is[]ania Gal[liaque, rebu]s in iis provincis prosp[e]re [gest]i[s], R[omam redi] Ti. Nerone P. Qui[ntilio c]o[n]s[ulibu]s, ~ aram [Pacis A]u[g]ust[ae senatus pro]redi[t]u meo consa[c]randam [censuit] ad campam [Martium, in qua ma]gistratus et sac[er]dotes [et v]irgines V[est]a[les ann]iversarium sacrific]ium facer[e decrevit.]
≫
(
IT
)
≪12. Per decisione del senato una parte dei
pretori
e dei
tribuni della plebe
con il console Quinto Irzio Lucrezio e con i cittadini piu influenti mi fu mandata incontro in
Campania
, e questo onore non e stato decretato a nessuno tranne che a me.
[N 18]
Quando, sotto il consolato di Tiberio Nerone e Publio Quintilio, tornai a Roma dalla
Spagna
e dalla
Gallia
, dopo aver portato a termine con successo i programmi prestabiliti,
[N 19]
il senato decreto che per il mio ritorno dovesse essere consacrato l'
altare della Pace Augusta
vicino al
Campo Marzio
, e ordino che su di esso i magistrati, i sacerdoti e le vergini
Vestali
facessero ogni anno un sacrificio.≫
(
LA
)
≪13.
Ianum] Quirin[um, quem cl]aussum ess[e maiores nostri voluer]unt, cum [p]er totum i[mperium po]puli Roma[ni terra marique es]set parta victoriis pax, cum pr[ius quam] nascerer, a co[ndita] u[rb]e bis omnino clausum [f]uisse prodatur m[emori]ae, ter me princi]pe senat]us claudendum esse censui[t].
≫
(
IT
)
≪13. Il
tempio di Giano Quirino
, che i nostri antenati vollero che venisse chiuso quando si fosse ottenuta la pace tramite vittorie in tutto l'impero romano per terra e per mare, prima che io nascessi dalla fondazione della citta fu chiuso in tutto due volte; sotto il mio principato per tre volte il senato decreto che dovesse essere chiuso.
[N 20]
≫
(
LA
)
≪14.
Filios meos, quos iuv[enes] mihi eripuit for[tuna], Gaium et Lucium Caesares, honoris mei causa senatus populusque Romanus annum quintum et decimum agentis consules designavit, ut [e]um magistratum inirent post quinquennium. Et ex eo die, quo deducti [s]unt in forum ut interessent consiliis publicis decrevit sena[t]us. Equites [a]utem Romani universi principem iuventutis utrumque eorum parm[is] et hastis argenteis donatum appellaverunt.
≫
(
IT
)
≪14. I miei figli, che la sorte mi strappo in giovane eta,
Gaio
e
Lucio
Cesari, in mio onore il senato e il popolo romano designarono consoli all'eta di quattordici anni, perche rivestissero tale magistratura dopo cinque anni. E il senato decreto che partecipassero ai dibattiti di interesse pubblico dal giorno in cui furono accompagnati nel
Foro
. Inoltre i cavalieri romani, tutti quanti, vollero che entrambi avessero il titolo di principi della gioventu e che venissero loro donati scudi e aste d'argento.
[N 21]
≫
(
LA
)
≪15.
Plebei Romanae viritum HS trecenos numeravi ex testamento patris mei. et nomine meo HS quadringenos ex bellorum manibiis consul quintum dedi, iterum autem in consulatu decimo ex patrimonio meo HS quadringenos congiari viritim pernumer[a]vi, et consul undecimum duodecim frumentationes frumento pr[i]vatim coempto emensus sum. ~ et tribunicia potestate duodecimum quadringenos nummos tertium viritim dedi. Quae mea congiaria p[e]rvenerunt ad [homi]num millia nunquam minus quinquaginta et ducenta. Tribuniciae potestatis duodevicensimum consul XII trecentis et viginti millibus plebis urbanae sexagenos denarios viritim dedi. Et colon[i]s militum meorum consul quintum ex manibiis viritim millia nummum singula dedi. acceperunt id triumphale congiarium in colonis hominum circiter centum et viginti millia. Consul tertium dec[i]mum sexagenos denarios plebei, quae tum frumentum publicum acciebat, dedi; ea millia hominum paullo plura quam ducenta fuerunt
.≫
(
IT
)
≪15. Alla plebe di Roma
[N 22]
pagai in contanti a testa trecento
sesterzi
in conformita alle disposizioni testamentarie di
mio padre
,
[N 23]
e a mio nome diedi quattrocento sesterzi a ciascuno provenienti dalla vendita del bottino delle guerre, quando ero console per la quinta volta;
[N 24]
nuovamente poi, durante il mio decimo consolato,
[N 25]
con i miei beni pagai quattrocento sesterzi di
congiario
a testa, e console per l'undicesima volta
[N 26]
calcolai e assegnai dodici distribuzioni di grano, avendo acquistato a mie spese il grano in grande quantita e, quando rivestivo la potesta tribunizia per la dodicesima volta,
[N 27]
diedi per la terza volta quattrocento
nummi
a testa. Questi miei congiari non pervennero mai a meno di duecentocinquantamila uomini. Quando rivestivo la potesta tribunizia per la diciottesima volta ed ero console per la dodicesima volta
[N 28]
diedi sessanta
denari
a testa a trecentoventimila appartenenti alla plebe urbana. E ai coloni che erano stati miei soldati, quando ero console per la quinta volta, distribuii a testa mille nummi dalla vendita del bottino di guerra; nelle colonie ricevettero questo congiario del trionfo circa centoventimila uomini. Console per la tredicesima volta diedi sessanta denari alla plebe che allora riceveva frumento pubblico; furono poco piu di duecentomila uomini.
[N 29]
≫
(
LA
)
≪16.
Pecuniam [pr]o agris, quos in consulatu meo quarto et postea consulibus M. Cr[a]ssao et Cn. Lentulo augure adsignavi militibus, soliv municipis. Ea [s]u[mma s]estertium circiter sexsiens milliens fuit, quam [p]ro Italicis praedis numeravi. et ci[r]citer bis mill[ie]ns et sescentiens, quod pro agris provincialibus soliv. Id primus et [s]olus omnium, qui [d]eduxerunt colonias militum in Italia aut in provincis, ad memoriam aetatis meae feci. Et postea Ti. Nerone et Cn. Pisone consulibus, et D.Laelio cos., et C. Calvisio et L. Pasieno consulibus, et L. Le[nt]ulo et M. Messalla consulibus, et L.Caninio et Q. Fabricio co[s.], milit[i]bus, quos emeriteis stipendis in sua municipi[a dedux]i, praem[i]a numerato persolvi. ~ quam in rem sestertium q[uater m]illiens cir[cite]r impendi.
≫
(
IT
)
≪16. Pagai ai
municipi
il risarcimento dei terreni che durante il mio quarto consolato
[N 30]
e poi sotto il consolato di Marco Crasso e
Gneo Lentulo Augure
[N 31]
assegnai ai soldati. E la somma, che pagai in contanti, per le proprieta italiche ammonto a circa seicento milioni di sesterzi e fu di circa duecentosessanta milioni cio che pagai per i terreni provinciali. E a memoria del mio tempo compii quest'atto per primo e solo fra tutti coloro che fondarono colonie di soldati in
Italia
o nelle province. E poi sotto il consolato di
Tiberio Nerone
e
Gneo Pisone
e nuovamente sotto il consolato di Gaio Antistio e Decimo Lelio, e di Gneo Calvisio e Lucio Pasieno, e di Lucio Lentulo e Marco Messalla, e di Lucio Caninio e Quinto Fabrizio
[N 32]
ai soldati che feci ritornare nei loro municipi terminato il servizio militare pagai premi in denaro contante, e per questa operazione spesi circa quattrocento milioni di sesterzi.≫
(
LA
)
≪17.
Quater [pe]cunia mea iuvi aerarium, ita ut sestertium milliens et quing[en]ties ad eos qui praerant aerario detulerim. Et M. Lepido et L. Ar[r]untio cos. in aerarium militare, quod ex consilio n[eo] co[ns]titutum est, ex [q]uo praemia darentur militibus, qui vicena [aut plu]ra sti[pendi]a emeruissent ? HS milliens et septing[e]nti[ens ex pa]t[rim]onio [m]eo detuli.
≫
(
IT
)
≪17. Quattro volte aiutai l'
erario
con denaro mio, sicche consegnai centocinquanta milioni di sesterzi a coloro che sovrintendevano l'erario. E sotto il consolato di
Marco Lepido
e
Lucio Arrunzio
trasferii l'
erario militare
,
[N 33]
che fu costituito su mia proposta perche da esso si prelevassero i premi da dare ai soldati che avessero compiuto venti o piu anni di servizio,
[N 34]
centosettanta milioni di sesterzi prendendoli dal mio patrimonio.≫
(
LA
)
≪18.
Ab eo anno q]uo Cn. et P. Lentuli c[ons]ules fuerunt, cum deficerent [vecti]g[alia, tum] centum millibus h[omi]num, tum pluribus multo frume[ntarios et n]umma[rio]s t[ributus ex horr]eo et patr[i]monio m[e]o edidi.
≫
(
IT
)
≪18. Dall'anno in cui furono consoli Gneo e Publio Lentulo,
[N 35]
scarseggiando le risorse dello Stato, feci donazioni in frumento e in denaro ora a centomila persone ora a molte piu, attingendo dal mio granaio e dal mio patrimonio.≫
(
LA
)
≪19.
Curiam et continens ei Chalcidicum templumque Apollinis in Palatio cum porticibus, aedem divi Iuli, Lupercal, porticum ad circum Flaminium, quam sum appellari passus ex nomine eius qui priorem eodem in solo fecerat Octaviam, pulvinar ad circum maximum, aedes in Capitolio Iovis Feretri et Iovis Tonantis, ~ aedem Quirini, aedes Minervae et Iunonis reginae et Iovis Libertatis in Aventino, aedem Larum in summa sacra via, aedem deum Penatium in Velia, aedem Iuventatis, aedem Matris Magnae in Palatio feci.
≫
(
IT
)
≪19. Ho eretto la
Curia
[N 36]
e il portico contiguo, il
Tempio di Apollo
sul
Palatino
[7]
con i portici, il
Tempio del Divo Giulio
, il
Lupercale
,
il portico
nei pressi del
circo Flaminio
- tollerai che fosse chiamato Ottavio, dal nome di chi aveva eretto la struttura precedente, in quello stesso luogo -, il
Pulvinar
al
Circo Massimo
, i templi sul
Campidoglio
di
Giove Feretrio
e
Giove Tonante
, il
tempio di Quirino
, i templi
di Minerva
, di
Giunone Regina
e
di Giove Liberta
sull'
Aventino
, il tempio dei
Lari
in cima alla
Via Sacra
, il tempio dei
Penati
sulla
Velia
, il tempio di
Iuventas
e il
tempio della Grande Madre
sul Palatino.≫
(
LA
)
≪20.
Capitolium et Pompeium theatrum utrumque opus impensa grandi refeci sine ulla inscriptione nominis mei. Rivos aquarum compluribus locis vetustate labentes refeci, ~ et aquam quae Marcia appellatur duplicavi fonte novo in rivum eius inmisso. Forum Iulium et basilicam quae fuit inter aedem Castoris et aedem Saturni, ~ coepta profligataque opera a patre meo, perfeci, et eandem basilicam consumptam incendio ampliato eius solo sub titulo nominis filiorum m[eorum i]ncohavi, et, si vivus non perfecissem, perfici ab heredibus [meis ius]si. Duo et octoginta templa deum in urbe consul sextum ex [auctori]tate senatus refeci, nullo praetermisso quod e[o] tempore [refici debeba]t. Consul septimum viam Flaminiam a[b urbe] Ari[minum refeci pontes]que omnes praeter Mulvium et Minucium.
≫
(
IT
)
≪20. Restaurai il
Campidoglio
e il
Teatro di Pompeo
, l'una e l'altra opera con grande spesa, senza apporvi alcuna iscrizione del mio nome. Restaurai gli
acquedotti
cadenti per vetusta in parecchi punti, e raddoppiai il volume dell'
acqua detta Marcia
con l'immissione nel suo condotto di una nuova sorgente. Terminai il
Foro Giulio
e la
basilica
fra il
Tempio di Castore
e il
Tempio di Saturno
, opere iniziate e quasi ultimate da
mio padre
, e dopo averne ampliato il suolo, iniziai a ricostruire la medesima basilica, che era stata divorata da un incendio intitolandola al nome dei miei figli, e stabilii che, se non l'avessi terminata io da vivo, fosse terminata dai miei eredi. Console per la sesta volta,
[N 13]
restaurai nell'Urbe, per volonta del senato, ottantadue templi degli dei, e non ne tralasciai nessuno che in quel tempo dovesse essere restaurato. Console per la settima volta,
[N 37]
rifeci la
Via Flaminia
dall'Urbe a
Rimini
e tutti i
ponti
, tranne il
Milvio
e il Minucio.
[N 38]
≫
(
LA
)
≪21.
In privato solo Martis Ultoris templum [f]orumque Augustum [ex ma]n[i]biis feci. Theatrum ad aede Apollinis in solo magna ex parte a p[r]i[v]atis empto feci, quod sub nomine M. Marcell[i] generi mei esset. Don[a e]x manibiis in Capitolio et in aede divi Iu[l]i et in aede Apollinis et in aede Vestae et in templo Martis Ultoris consecravi, quae mihi constiterunt HS circiter milliens. Auri coronari pondo triginta et quinque millia municipiis et colonis Italiae conferentibus ad triumpho[s] meos quintum consul remisi, et postea, quotienscumque imperator a[ppe]llatus sum, aurum coronarium non accepi, decernentibus municipii[s] et colonis aequ[e] beni[g]ne adque antea decreverant
.≫
(
IT
)
≪21. Su suolo privato costruii il
Tempio di Marte Ultore
e il
Foro di Augusto
col bottino di guerra.
[N 39]
Presso il
Tempio di Apollo
su suolo comprato in gran parte da privati costruii un
teatro
, che volli fosse intitolato a mio genero,
Marco Marcello
. Consacrai doni ricavati dal bottino di guerra nel
Campidoglio
, e nel
Tempio del Divo Giulio
, e nel
Tempio di Apollo
, e nel tempio di
Vesta
,
[8]
e nel tempio di Marte Ultore: essi mi costarono circa cento milioni di sesterzi. Console per quinta volta,
[N 40]
restituii trentacinquemila libbre di oro coronario
[N 41]
ai municipi e alle colonie d'Italia che lo donavano per i miei trionfi, e in seguito, tutte le volte che fui proclamato
imperator
, non accettai l'oro coronario, anche se i
municipi
e le
colonie
lo decretavano con la medesima benevolenza con cui lo avevano decretato in precedenza.≫
(
LA
)
≪22.
Munus gladiatorium dedi meo nomine et quinquiens filiorum meorum aut n[e]potum nomine; quibus muneribus depugnaverunt hominum circiter decem millia. Bis athletarum undique accitorum spectaculu[m] p[o]pulo pra[ebui meo nomine et tertium nepo[tis] mei nomine. Ludos feci m[eo no]m[ine] quater, aliorum autem magistratuum vicem ter et viciens. Pro conlegio Xvvirorum magis[ter con]legii collega M. Agrippa ludos saeclares, C. Furnio C.Silano cos. [feci. C]onsul XIII ludos Mar[tia]les primus feci, quos post id tempus deincep[s] ins[equen]ti[bus] annis [ex senatus consulto et lege fecerunt consules. Venation[es] best[ia]rum Africanarum meo nomine aut filio[ru]m meorum et nepotum in circo aut in foro aut in amphitheatris, popul[o d]edi sexiens et viciens, quibus confecta sunt bestiarum circiter tria m[ill]ia et quingentae
.≫
(
IT
)
≪22. Tre volte allestii uno spettacolo gladiatorio a nome mio e cinque volte a nome dei miei figli o nipoti; e in questi spettacoli combatterono circa diecimila uomini. Due volte a mio nome offrii al popolo spettacolo di atleti fatti venire da ogni parte, e una terza volta a nome di mio nipote.
[N 42]
Allestii giochi a mio nome quattro volte, invece al posto di altri magistrati ventitre volte. In nome del collegio dei quindecemviri, come presidente del collegio, avendo per collega
Marco Agrippa
, durante il consolato di Gaio Furnio e Gaio Silano, celebrai i
Ludi Secolari
[N 43]
. Durante il mio tredicesimo consolato
[N 44]
celebrai per primo i Ludi di
Marte
che in seguito e di seguito negli anni successivi, per decreto del senato e per leggi, furono celebrati dai consoli. Allestii per il popolo ventisei volte, a nome mio o dei miei figli e nipoti, cacce di belve africane, nel circo o nel foro o nell'anfiteatro, nelle quali furono ammazzate circa tremilacinquecento belve.≫
(
LA
)
≪23.
Navalis proeli spectaclum populo de[di tr]ans Tiberim, in quo loco nunc nemus est Caesarum, avato [s]olo in longitudinem mille et octingentos pedes ~ in latudine[m mille] e[t] ducenti. In quo triginta rostratae naves triremes a[ut birem]es ~ plures autem minores inter se conflixerunt. Q[uibu]s in classibus pugnaverunt praeter remiges millia ho[minum tr]ia circiter.
≫
(
IT
)
≪23. Allestii per il popolo uno spettacolo di combattimento navale al di la del
Tevere
, nel luogo in cui ora c'e il bosco dei Cesari,
[N 45]
scavato il terreno per una lunghezza di milleottocento piedi e per una larghezza di milleduecento; in esso vennero a conflitto trenta navi rostrate triremi o biremi, e, piu numerose, di stazza minore; in questa flotta combatterono, a parte i rematori, circa tremila uomini.≫
(
LA
)
≪24.
In templis omnium civitatium prov[inci]ae Asiae victor ornamenta reposui, quae spoliatis templis is cum quo bellum gesseram privatim possederat. Statuae [mea]e pedestres et equestres et in quadrigeis argenteae steterunt in urbe XXC circiter, quas ipse sustuli ~ exque ea pecunia dona aurea in aede Apollinis meo nomine et illorum, qui mihi statuarum honorem habuerunt, posui
.≫
(
IT
)
≪24. Nei templi di tutte le citta della
provincia d'Asia
ricollocai, vincitore, gli ornamenti che, spogliati i templi, aveva posseduto a titolo privato colui al quale avevo fatto guerra.
[N 46]
Mie statue pedestri ed equestri e su quadrighe, in argento, furono innalzate nell'Urbe in numero di ottanta circa, ma io spontaneamente le rimossi e dal denaro ottenuto ricavai doni d'oro che collocai nel tempio di
Apollo
a nome mio e di quelli che mi tributarono l'onore delle statue.≫
(
LA
)
≪25.
Mare pacavi a praedonibus. Eo bello servorum, qui fugerant a dominis suis et arma contra rem publicam ceperant, triginta fere millia capta dominis ad supplicium sumendum tradidi. Iuravit in mea verba tota Italia sponte sua et me be[lli] quo vici ad Actium ducem depoposcit. Iuraverunt in eadem ver[ba provi]nciae Galliae, Hispaniae, Africa, Sicilia, Sardinia. Qui sub [signis meis tum] militaverint, fuerunt senatores plures quam DCC, in ii[s qui vel antea vel pos]tea consules facti sunt ad eum diem quo scripta su[nt haec LX]X[XIII, sacerdo]tes ci[rc]iter CLXX.
≫
(
IT
)
≪25. Stabilii la pace sul mare liberandolo dai pirati.
[N 47]
In quella guerra catturai circa trentamila schiavi che erano fuggiti dai loro padroni e avevano impugnato le armi contro lo Stato, e li consegnai ai padroni perche infliggessero una pena. Tutta l'
Italia
giuro spontaneamente fedelta a me
[N 48]
e chiese me come comandante della
guerra
in cui poi vinsi presso
Azio
; giurarono parimenti fedelta le province delle
Gallie
, delle
Spagne
, di
Africa
, di
Sicilia
e di
Sardegna
. I senatori che militarono allora sotto le mie insegne furono piu di settecento; tra essi, o prima o dopo, fino al giorno in cui furono scritte queste memorie, ottantatre furono eletti consoli, e circa centosettanta sacerdoti.≫
(
LA
)
≪26.
Omnium provinciarum populi Romani], quibus finitimae fuerunt gentes quae non p[arerent imperio nos]tro, fines auxi. Gallias et Hispanias provincias, i[tem Germaniam qua inclu]dit Oceanus a Gadibus ad ostium Albis flumin[is pacavi. Alpes a re]gione ea, quae proxima est Hadriano mari, [ad Tuscum pacari fec]i. nulli genti bello per iniuriam inlato. Cla[ssis m]ea per Oceanum] ab ostio Rheni ad solis orientis regionem usque ad fi[nes Cimbroru]m navigavit, ~ quo neque terra neque mari quisquam Romanus ante id tempus adit, Cimbrique et Charydes et Semnones et eiusdem tractus alli Germanorum popu[l]i per legatos amicitiam meam et populi Romani petierunt. Meo iussu et auspicio ducti sunt [duo] exercitus eodem fere tempore in Aethiopiam et in Ar[a]biam, quae appel[latur Eudaemon, [maxim]aeque hos[t]ium gentis utr[iu]sque cop[iae] caesae sunt in acie et [c]om[plur]a oppida capta. In Aethiopiam usque ad oppidum Nabata pervent[um]est, cui proxima est Meroe. In Arabiam usque in fines Sabaeorum pro[cess]it exercitus ad oppidum Mariba.
≫
(
IT
)
≪26.
Allargai i confini di tutte le province del popolo romano
, con le quali erano confinanti popolazioni che non erano sottoposte al nostro potere. Pacificai le provincie delle Gallie e
delle Spagne
,
[N 49]
come anche
la Germania
nel tratto che confina con l'
Oceano
, da
Cadice
alla foce del
fiume Elba
.
[N 50]
Feci si che fossero pacificate le Alpi,
[N 51]
dalla regione che e prossima al mare
Adriatico
fino al
Tirreno
, senza aver portato guerra ingiustamente a nessuna popolazione. La mia flotta navigo l'Oceano dalla foce del
Reno
verso le regioni orientali fino al territorio dei
Cimbri
, dove ne per terra ne per mare giunse alcun romano prima di allora,
[N 52]
e i
Cimbri
e i Caridi e i Sennoni e altri popoli
germani
della medesima regione chiesero per mezzo di ambasciatori l'amicizia mia e del popolo romano. Per mio comando e sotto i miei auspici due eserciti furono condotti, all'incirca nel medesimo tempo, in Etiopia e nell'
Arabia detta Felice
,
[N 53]
e grandissime schiere nemiche di entrambe le popolazioni furono uccise in battaglia e conquistate parecchie citta. In Etiopia arrivo fino alla citta di
Nabata
, cui e vicinissima
Meroe
. In Arabia l'esercito avanzo fin nel territorio dei
Sabei
, raggiungendo la citta di
Mariba
.≫
(
LA
)
≪27.
Aegyptum imperio populi [Ro]mani adieci. Armeniam maiorum, interfecto rege eius Artaxe, c[u]m possem facere provinciam, malui maiorum nostrorum exemplo regn[u]m id Tigrani, regis Artavasdis filio, nepoti autem Tigranis regis, per T[i. Ne]ronem trad[er], qui tum mihi priv[ig]nus erat. Et eandem gentem postea d[e]sciscentem et rebellantem domit[a]m per Gaium filium meum regi Ariobarzani, regis Medorum Artaba[zi] filio, regendam tradidi ~ et post eius mortem filio eius Artavasdi. Quo interfecto, Tig[ra]ne qui erat ex regio genere Armeniorum oriundus, in id regnum misi. Provincias omnis, quae trans Hadrianum mare vergunt ad orien[te]m, Cyrenasque, iam ex parte magna regibus eas possidentibus, et antea Siciliam et Sardiniam occupatas bello servili reciperavi.
≫
(
IT
)
≪27. Aggiunsi l'
Egitto
all'impero del popolo romano.
[N 54]
Pur potendo fare dell'
Armenia maggiore
una provincia dopo l'uccisione del suo re
Artasse
, preferii, sull'esempio dei nostri antenati, affidare quel regno a
Tigrane
, figlio del re
Artavaside
e nipote di re
Tigrane
, per mezzo di
Tiberio
Nerone, che allora era mio figliastro.
[9]
E la medesima popolazione che in seguito
cercava di staccarsi e si ribellava
, domata per mezzo di mio figlio
Gaio
, affidai da governare al re
Ariobarzane
, figlio di
Artabazo
re dei
Medi
, e dopo la sua morte a suo figlio
Artavaside
.
[10]
E dopo che questi fu ucciso, mandai su quel trono
Tigrane
, discendente della famiglia reale armena. Riconquistai tutte le province che al di la del mare
Adriatico
sono volte a Oriente,
[N 55]
e
Cirene
, ormai in gran parte possedute da re, e in precedenza la Sicilia e la Sardegna,
occupate nel corso della guerra servile
.
[11]
≫
(
LA
)
≪28.
Colonias in Africa Sicilia Macedonia utraque Hispania Achai[a] Asia S[y]ria Gallia Narbonensi Pi[si]dia militum deduxi. Italia autem XXVIII [colo]nias, quae vivo me celeberrimae et frequentissimae fuerunt, me auctore deductas habet.
≫
(
IT
)
≪28. Fondai
colonie
di soldati in
Africa
, in
Sicilia
, in
Macedonia
, in entrambe le Spagne, in
Acaia
, in
Asia
, in
Siria
, nella
Gallia Narbonense
, in
Pisidia
. L'Italia poi possiede, fondate per mia volonta, ventotto colonie, che durante la mia vita furono assai prosperose e popolose.
[N 56]
≫
(
LA
)
≪29.
Signa militaria complur[a per] alios d[u]ces ami[ssa] devicti[s hostibu]s re[cipe]ravi ex Hispania et Gallia et a Dalmateis. Parthos trium exercitum Romanorum spolia et signa re[ddere] mihi supplicesque amicitiam populi Romani petere coegi. Ea autem si[gn]a in penetrali, quod est in templo Martis Ultoris, reposui
.≫
(
IT
)
≪29. Recuperai dalla
Spagna
e dalla
Gallia
e dai
Dalmati
, dopo aver vinto i nemici, parecchie insegne militari perdute da altri comandanti. Costrinsi i
Parti
a restituirmi
spoglie e insegne
di tre eserciti romani e a chiedere supplici l'amicizia del popolo romano.
[N 57]
Quelle insegne, poi, riposi nel penetrale che e nel tempio di Marte Ultore.≫
(
LA
)
≪30.
Pannoniorum gentes, qua[s a]nte me principem populi Romani exercitus numquam ad[it], devictas per Ti. Neronem, qui tum erat privignus et legatus meus, imperio populi Romani s[ubie]ci protulique fines Illyrici ad r[ip]am fluminis Dan[uv]i. Citr[a] quod [D]a[cor]u[m tra]n[s]gressus exercitus meis a[u]sp[icis vict]us profligatusque [es]t, et pos[tea tran]s Dan[u]vium ductus ex[ercitus me]u[s] Dacorum gentis im[peri]a p[opuli] R[omani perferre coegit]
.≫
(
IT
)
≪30. Le popolazioni dei
Pannoni
, alle quali prima del mio
principato
l'esercito del popolo romano mai si accosto,
sconfitte per mezzo di Tiberio Nerone
, che allora era mio figliastro e luogotenente,
sottomisi all'impero del popolo romano
, estesi i confini dell'Illirico fino alla riva del
Danubio
. E un esercito di
Daci
, passati al di qua di esso, sotto i miei auspici fu vinto e sbaragliato, e in seguito il mio esercito, condotto al di la del Danubio, costrinse la popolazione dei Daci a sottostare ai comandi del popolo romano.≫
(
LA
)
≪31.
Ad me ex In[dia regum legationes saepe missae sunt nunquam visae ante id t]em[pus] apud quemquam Romanorum ducem. Nostram amic[itiam petie]run[t] per legat[os] Bastarnae Scythaeque et Sarmatarum qui sunt citra flumen Tanaim et ultra reges. Albanorumque rex et Hiberorum e[t Medorum].
≫
(
IT
)
≪31. Furono inviate spesso a me ambascerie di re dall'
India
, non viste prima di allora da alcun comandante romano. Chiesero la nostra amicizia per mezzo di ambasciatori i
Bastarni
, gli
Sciti
e i re dei
Sarmati
che abitano al di qua e al di la del fiume Tanai,
[N 58]
e i re degli
Albani
, degli
Iberi
e dei
Medi
.≫
(
LA
)
≪32.
Ad me supplices confugerunt reges Parthorum Tirida[te]s et post[ea] Phrates regis Phratis filius. Medorum Artavasdes, Adiabenorum Artaxares, Britannorum Dumnobellaunus et Tincommius, Sugambr]orum Maelo, Marcomannorum Sueborum [Segime]rus. Ad me rex Parthorum Phrates, Orod[i]s filius, filios suos nepot[esque omnes] misit in Italiam, non bello superatus, sed amicitiam nostram per [libe]ror[um] suorum pignora petens. Plurimaeque aliae gentes expertae sunt p. R. fidem me principe, quibus antea cum populo Romano nullum extiterat legationum et amicitiae commercium.
≫
(
IT
)
≪32. Presso di me si rifugiarono supplici i re dei
Parti
Tiridate e poi
Fraate
, figlio del re
Fraate
, e
Artavasde
re dei
Medi
, Artassare degli Adiabeni, Dumnobellauno e Tincommio dei Britanni, Melone dei
Sigambri
, Segimero dei
Marcomanni
Svevi. Presso di me in Italia il re dei Parti
Fraate
, figlio di Orode, mando tutti i suoi figli e nipoti, non perche fosse stato vinto in guerra, ma perche ricercava la nostra amicizia con il pegno dei suoi figli. E moltissime altre popolazioni sperimentarono, durante il mio principato, la lealta del popolo romano, esse che in precedenza non avevano avuto nessun rapporto di ambascerie e di amicizia con il popolo romano.≫
(
LA
)
≪33.
A me gentes Parthorum et Medoru[m per legatos] principes earum gentium reges pet[i]tos acceperunt: Par[thi Vononem, regis Phr]atis filium, regis Orodis nepotem. Medi Ariobarzanem, regis Artavazdis filium, regis Ariobarzanis nepotem.
≫
(
IT
)
≪33. Da me le popolazioni dei
Parti
e dei
Medi
, che me ne avevano fatto richiesta per mezzo di ambasciatori che erano le persone piu ragguardevoli di quelle popolazioni, ricevettero i loro re: i
Parti
Vonone
, figlio del re
Fraate
e nipote del re
Orode
; i
Medi
Ariobarzane
, figlio del re
Artavasde
e nipote del re
Ariobarzane
.≫
(
LA
)
≪34.
In consulatu sexto et septimo, po[stquam b]ella [civil]ia exstinxeram, per consensum universorum potitus rerum omnium, rem publicam ex mea potestate in senatus populique Romani arbitrium transtuli. Quo pro merito meo senatu[s consulto Au]gust[us appe]llatus sum et laureis postes aedium mearum vestiti publice coronaque civica super ianuam meam fixa est et clupeus aureus in curia Iulia positus, quem mihi senatum pop[ulumq]ue Rom[anu]m dare virtutis clementiaeque iustitiae et pieta[tis caus]sa testatu[m] est pe[r e]ius clupei [inscription]em. Post id tempus auctoritate omnibus praestiti, potest]atis au[tem n]ihilo ampliu[s habu]i quam cet[eri qui m]ihi quoque in magistratu conlegae fuerunt.
≫
(
IT
)
≪34. Nel mio sesto e settimo consolato, dopo aver sedato l'insorgere delle guerre civili, assunsi per consenso universale il potere supremo, trasferii dalla mia persona al senato e al popolo romano il governo della repubblica.
[N 59]
Per questo mio atto, in segno di riconoscenza, mi fu dato il
titolo di Augusto
per delibera del senato e la porta della mia casa per ordine dello Stato fu ornata con rami d'alloro, e una
corona civica
fu affissa alla mia porta, e nella Curia Giulia fu posto uno
scudo d'oro
, la cui iscrizione attestava che il senato e il popolo romano me lo davano a motivo del mio valore e della mia clemenza, della mia giustizia e della mia pieta. Dopo di che,
sovrastai tutti per autorita, ma non ebbi potere piu ampio di quelli che mi furono colleghi
in ogni
magistratura
.≫
(
LA
)
≪35.
Tertium decimum consulatum cum gerebam, senatus et equester ordo populusq[ue] Romanus universus appellavit me pat]rem patriae idque in vestibulo aedium mearum inscribendum et in curia Iulia et in foro Aug. sub quadrigis, quae mihi ex s.c. positae sunt, decrevit. Cum scripsi haec, annus agebam septuagensumum sextum.
≫
(
LA
)
≪App. I
Summa pecuniae, quam ded[it vel in aera]rium vel plebei Romanae vel di]missis militibus: denarium sexiens milliens
.≫
(
IT
)
≪App. I. Somma di denaro che dono o all'erario o alla plebe romana o ai soldati congedati: seicento milioni di sesterzi.≫
(
LA
)
≪App. II
Opera fecit nova aedem Martis, Iovis Tonantis et Feretri, Apollinis, divi Iuli, Quirini, Minervae, Iunonis Reginae, Iovis Libertatis, Larum, deum Penatium, Iuventatis, Matris Magnae, Lupercal, pulvina]r ad circum, curiam cum Ch[alcidico, forum Augustum, basilicam Iuliam, theatrum Marcelli, porticum Octaviam, nemus trans Tiberim Caesarum.
≫
(
IT
)
≪App. II. Costrui nuove opere: i templi
di Marte
,
di Giove Tonante
e
Feretrio
,
di Apollo
,
del Divo Giulio
,
di Quirino
,
di Minerva
, di
Giunone Regina
,
di Giove Liberta
, dei
Lari
, degli dei
Penati
, della Giovinezza, della
Grande Madre
, il
Lupercale
, il palco del Circo, la
Curia
con Calcidico, il
Foro di Augusto
, la
Basilica Giulia
, il
Teatro di Marcello
, il
Portico di Ottavia
, il bosco dei Cesari al di la del
Tevere
.≫
(
LA
)
≪App. III
Refecit Capitoliam sacrasque aedes numero octoginta duas, theatrum Pompei, aqu[aram r]iv[as, vi]am Flamin[iam]
.≫
(
LA
)
≪App. IV
Impensa praestita in spectacula scaenica et munera gladiatorum atque athletas et venationes et naumachiam et donata pecunia colonis municipiis oppidis terrae motu incendioque consumptis aut viritim amicis senatoribusque, quorum census explevit, innumerabilis.
≫
(
IT
)
≪App. IV. Spese sostenuta per spettacoli scenici,
giochi gladiatori
, gare atletiche, cacce e per la
naumachia
, e quantita di denaro donato a colonie,
municipi
, citta distrutte da terremoti e incendi, o singolarmente ad amici e senatori, di cui completo il censo: enormi.≫
- ^
La
praescriptio
non fu certamente scritta da Augusto, come dimostra l'epiteto
divus
conferito all'imperatore divinizzato solo dopo la sua morte.
- ^
Agli inizi del 44 a.C.: Ottaviano si trovava allora ad
Apollonia
in
Macedonia
, in attesa dell'arrivo di Cesare per la programmata campagna partica del dittatore, di cui forse doveva divenire il
magister equitum
.
- ^
1º giugno
43 a.C.
- ^
Il 19 agosto del 43 a.C. assieme al cugino Quinto Pedio, figlio o nipote di Giulia, una sorella di Cesare, che fu
legato di Cesare in Gallia
e proconsole in Spagna.
- ^
Si tratta della
Lex Pedia de interfectoribus Caesaris
del 43 a.C., che promuoveva l'esilio e la perdita della cittadinanza romana per gli uccisori di Cesare
- ^
La battaglia di Filippi
nell'ottobre-novembre del 42 a.C. contro
Bruto
e
Cassio
.
- ^
Suet.
Aug.
9, elenca le cinque guerre civili combattute da Ottaviano:
di Modena
,
di Filippi
,
di Perugia
,
di Sicilia
e
di Azio
.
- ^
Cfr.
qui
l'articolo sulla riforma augustea dell'esercito romano.
- ^
Augusto celebro un triplice trionfo in tre giorni consecutivi nell'agosto del 29 a.C.: il 13 per le vittorie illiriche, il 14 per Azio e il 15 per la conquista dell'Egitto.
- ^
Augusto ricopri la podesta tribunizia per 37 anni consecutivi a partire dal 1º luglio 23 a.C.; dunque il
terminus post quem
per la redazione finale delle
Res Gestae
e il 1º luglio 14 d.C.
- ^
22 a.C.
- ^
19, 18, 11 a.C.
- ^
a
b
28 a.C.
- ^
8 a.C. Per alcuni studiosi cristiani questo censimento coincide col "primo censimento" (il secondo fu quello provinciale del 6-7 d.C.) ricordato in
Luca
Lc 2,1-2
, su
laparola.net
.
, in occasione del quale nacque
Gesu
(vedi
Censimento di Quirinio
).
- ^
14 d.C.
- ^
Ovvero dopo la morte di
Marco Emilio Lepido
, nel 12 a.C.
- ^
12 ottobre 19 a.C.
- ^
Si tratta della legazione inviata nel 19 a.C. per esortare Augusto a far rapido ritorno a Roma, dove persistevano disordini sorti in seguito alle pretese di Marco Egnazio Rufo di accedere al consolato; infatti in quell'anno era stato nominato un solo console, Gaio Senzio Saturnino, e Augusto, non avendo accettato il consolato, aveva stabilito che il posto vacante fosse occupato da Quanto Lucrezio Vespillone, uno dei membri della legazione.
- ^
Dal 16 al 13 a.C., Augusto si trattenne in Gallia e in Spagna dove ottenne un successo di grande portata politica col pacificare quelle terre e col gettare le basi per un profondo processo di romanizzazione.
- ^
Nel 30 a.C. dopo la vittoria su
Cleopatra
, nel 25 a.C. dopo le
guerre cantabriche
e una terza volta non identificata con certezza.
- ^
Il titolo accordato a Gaio e Lucio Cesari, modellato su quello di
Princeps senatus
conferito ad Augusto, fu offerto dall'
ordo equester
, in quanto il termine
iuventus
in senso piu lato designava tutto il corpo di
equites equo publico
, ossia i cavalieri sotto i 35 anni tecnicamente ancora
iuniores
e i figli di senatori sotto i 25 anni che non avevano ancora ricoperto alcuna magistratura senatoria.
- ^
La plebe urbana era costituita dai cittadini residenti a Roma, appartenenti non soltanto alle quattro
tribu
urbane (Esquilina, Palatina, Collina, Suburbana), ma anche alle 31 tribu rustiche e residenti a
Roma
da piu generazioni.
- ^
44 a.C.
- ^
Nel 30 a.C.; il bottino e in gran parte il tesoro dei
Tolomei
acquisito per diritto di conquista nella campagna contro
Cleopatra
(e
Antonio
) dello stesso anno.
- ^
Al ritorno dalle
Guerre cantabriche
nel 24 a.C.
- ^
Nel 23 a.C.
- ^
In occasione dell'elezione a pontefice massimo del 12 a.C.
- ^
In occasione della
deductio in Forum
di
Gaio Cesare
nel 5 a.C.
- ^
In occasione della
deductio in Forum
di
Lucio Cesare
nel 2 a.C.
- ^
Nel 30 a.C., dopo la
battaglia di Azio
.
- ^
14 a.C.
- ^
Le coppie consolari indicano gli anni 7, 6, 4, 3, e 2 a.C.
- ^
L'istituzione dell'
erario militare
avvenne nel 6 d.C.
- ^
Nel 5 d.C Augusto fisso la nuova durata del servizio militare: 16 anni per i pretoriani, 20 per i legionari. Ma la ferma veniva spesso prolungata, come Augusto stesso riconosce, sino a 30 o 40 anni.
- ^
18 a.C.
- ^
Si tratta della
Curia Iulia
(iniziata a suo tempo da
Cesare
) inaugurata nel 29 a.C. in occasione del triplice trionfo.
Cassio Dione
, LI, 22, 1
- ^
27 a.C.
- ^
Nulla si sa con esattezza di questa costruzione.
- ^
Ricavato dalla
battaglia di Filippi
e dalle proscrizioni
- ^
29 a.C.
- ^
L'oro coronario era un donativo in oro o in denaro, fatto a un generale vittorioso, al posto della corona aurea o trionfale.
- ^
Druso minore
figlio di
Tiberio
, adottato da Augusto nel 4 d. C.
- ^
Furono celebrati nel 17 a.C. dalla notte del 3 maggio a tutto il 17 giugno, periodo piu felice dell'anno, quello della mietitura. Venivano chiamati
saeculares
perche avrebbero dovuto avere la cadenza di un secolo. Essi esaltavano il rinnovarsi della vita e, nell'intenzione di Augusto, il rinnovarsi di Roma dopo l'oscuro periodo delle guerre civili.
- ^
2 a.C.
- ^
La
Naumachia Augusti
nella
Regio XIV Transtiberim
, circondata da un bosco fatto piantare da Augusto in onore di Gaio e Lucio Cesari;
Tacito
,
Annales
, XIV, 5, 2.
- ^
Si tratta naturalmente di
Marco Antonio
; qui Augusto tace il nome sia per il fatto che per decreto del senato tutto cio che rendeva onore a Marco Antonio doveva essere distrutto o celato sia perche, in linea con la sua propaganda, Augusto voleva che il
bellum
fosse considerato
externum
, quindi contro
Cleopatra
, e non, come invece fu,
civile
.
- ^
Si tratta della guerra contro
Sesto Pompeo
, figlio di
Gneo Pompeo Magno
, che aveva occupato la Sardegna, la Corsica e la Sicilia e dalle quali affamava l'Italia con un'imponente flotta. La guerra, nel 38-36 a.C., si concluse con la vittoria di Ottaviano ed Agrippa a
Nauloco
nel 36 a.C.
- ^
Augusto fa riferimento alla
coniuratio totius Italiae et provinciarum in verba Octaviani
del 32 a.C. Un atto politico anticostituzionale ed extracostituzionale, giacche si trattava di un atto plebiscitario fondato su un giuramento d'origine militare esteso a tutta la popolazione civile dell'Italia e delle province occidentali. Su di esso, Ottaviano fondo il suo potere sino al 27 a.C. quando divenne Augusto; fu sulla scorta di questa investitura come
dux
(come lui stesso si definisce) che il futuro imperatore condusse
la guerra contro Cleopatra e Antonio
.
- ^
Cfr.
supra
, capitolo 12.
- ^
Augusto si riferisce alle
due campagne
di
Druso maggiore
(12-9 a.C.) e di
Tiberio
(8-7 a.C.) vanificate, come noto, dalla disfatta di
Teutoburgo
dove 3 legioni sotto il comando di
Publio Quintilio Varo
furono distrutte dai
Germani
nel 9 d.C. Roma mantenne un controllo sulla zona costiera fino all'Elba.
- ^
La
conquista di Rezia ed arco alpino sotto Augusto
avvenne in una serie di campagne militari fra il 25 e il 7 a.C., di cui la piu importante e la doppia manovra di
Tiberio
e
Druso
nel 15 a.C., in occasione della conquista della
Rezia
e della Vindelicia.
- ^
La spedizione marittima nel mare del Nord avvenne nel 5 a.C. durante la campagna germanica di
Tiberio
- ^
Si tratta delle spedizioni condotte rispettivamente dal 3° e dal 2°
prefetto d'Egitto
:
Publio Petronio
mosse contro l'"Etiopia" (ovvero il
Regno di Kush
) tra il 24 e il 22 a.C., mentre il suo predecessore
Elio Gallo
contro l'Arabia Felice nel 25/4 a.C.
- ^
Nel 30 a.C. dopo la morte di
Antonio
e
Cleopatra
, Ottaviano ridusse in provincia il regno d'
Egitto
, affidandolo ad un cavaliere di sua nomina, con il titolo di
praefectus Alexandreae et Aegypti
.
- ^
Sono le province che nel
trattato di Brindisi del 40 a.C.
erano state affidate a
Marco Antonio
e che questi aveva poi donato a
Cleopatra
(
Cassio Dione
LV, 10)
- ^
Sull'identificazione delle 28 colonie augustee d'Italia, cfr.
M. Lilli,
L'Italia romana delle regiones
, 2004.
La deduzione coloniale da parte di Augusto appare ragionevolmente certa per
Ariminum
,
Ateste
,
Augusta Praetoria
,
Augusta Taurinorum
,
Bononia
,
Dertona
,
Fanum
,
Luceria
,
Lucus Feroniae
,
Minturnae
,
Parma
,
Pisae
,
Puteoli
,
Suessa
,
Urbs Salvia
,
Venafrum
.
- ^
Nel 20 a.C. Si tratta in particolare delle insegne di
Crasso
, perse nella
battaglia di Carre
nel 53 a.C.
L'episodio
e raffigurato sulla lorica dell'
Augusto di Prima Porta
.
- ^
Τ?να?? (
Tanais
in latino) era il nome greco arcaico del
fiume Don
oltre al nome di una colonia greca (fondata nel III secolo a.C., ma l'area era visitata dai greci fin dal VII secolo) situata proprio in corrispondenza della foce del fiume.
- ^
Nella seduta del 13 gennaio del 27 a.C.
- ^
Il titolo di
pater patriae
venne assunto il 5 febbraio del 2 a.C.
- ^
Augusto aveva compiuto 75 anni il 23 settembre 13 d.C.; la redazione finale delle
Res Gestae
fu quindi ultimata nel 14 d.C., tra il 1º luglio (cfr. sopra) e il 19 agosto, quando mori a
Nola
in
Campania
.
- ^
Svetonio
, Augustus, 101.
- ^
Sul testo di tutti i frammenti dalle varie localita menzionate vedi C. Barini,
Res Gestae Divi Augusti, ex monumentis Ancyrano, Antiocheno, Apolloniensi
, Roma 1937
- ^
F. Guizzi,
Augusto. La politica della memoria
, Roma 1999, pp.71-73
- ^
Progetto Ancyra
- ^
I. Borsak, Zum Monumentum Ancyranum, "AAntHung" 38 (1998), pp. 41-50.
- ^
Livio
, XXVIII, 46, 1;
Polibio
, III, 33, 18; 56.
- ^
Iniziato nel 36 a.C. dopo la vittoria navale su
Sesto Pompeo
a
Nauloco
- ^
Non e chiaro se si tratti del
tempio di Vesta
sul
Foro Romano
o di una piccola edicola ricavata nel palazzo imperiale e inaugurata nel 12 a.C., dopo l'elezione di Augusto a pontefice massimo
- ^
Svetonio
, Tiberius, 9, 1
- ^
Nel 2 a.C.
Tacito
,
Annales
, II, 4, 1
- ^
Vedi sopra capitolo 12
- Edizioni moderne del testo
- Res gestae divi Augusti
, in
CIL
III, p 0774
.
- Res gestae divi Augusti
, Introduzione e cura di
Luca Canali
, Roma, Editori riuniti, 1982.
- Gian Guido Belloni,
Le Res gestae divi Augusti. Augusto, il nuovo regime e la nuova urbe
, Milano, Vita e pensiero, 1987,
ISBN
88-343-7590-4
.
- Res Gestae et fragmenta
, Introduction, notes and vocabulary by Robert S. Rogers, Kenneth Scott, Margaret M. Ward, 2nd edition revised and enlarged by Herbert W. Benario, Detroit, Wayne State University Press, 1990,
ISBN
0-8143-2137-2
.
- Luciano De Biasi e Anna Maria Ferrero (a cura di),
Gli atti compiuti e i frammenti delle opere
, Torino, Utet, 2003,
ISBN
88-02-05904-7
.
- Fonti antiche
- Svetonio
,
Vita dei Cesari
, II.
- Tacito
,
Annales
, I.
- Cassio Dione
,
Storia romana
, xlv-lvi.
- Velleio Patercolo
,
Storia di Roma
, libro II.
- Strabone
,
Geografia
, varie informazioni sulle campagne dei generali di Augusto.
- Plinio il Vecchio
,
Naturalis Historia
, varie informazioni di carattere generale.
- Fonti storiografiche moderne
- Santo Mazzarino,
L'impero romano, vol.1
, Roma-Bari, 1976,
ISBN
88-420-2401-5
.
- Chris Scarre,
Chronicle of the Roman Emperors
, Londra, 1999,
ISBN
0-500-05077-5
.
- Michael Grant,
Gli imperatori romani
, Roma, 1984,
ISBN
88-8289-400-2
.
- AAVV,
Gli imperatori romani
, Torino, 1994,
ISBN
88-7819-224-4
.
- CAH,
L'impero romano da Augusto agli Antonini
, Milano, 1975.
- Mario Attilio Levi,
Augusto e il suo tempo
, Milano, 1994,
ISBN
88-18-70041-3
.
- Ronald Syme
,
L'aristocrazia augustea
, Milano, 1993,
ISBN
88-17-11607-6
.
- Ronald Syme,
The Roman Revolution
, Oxford, 2002,
ISBN
0-19-280320-4
.
- Pat Southern,
Augustus
, Londra-New York, 2001,
ISBN
0-415-25855-3
.
- Antonio Spinosa,
Augusto il grande baro
, Milano, 1996,
ISBN
88-04-41041-8
.
- H. H. Scullard,
Storia del mondo romano
, Milano, 1992,
ISBN
88-17-11903-2
.