Il
prefetto del pretorio
(ma piu correttamente ≪prefetto al pretorio≫, dal
latino
:
praefectus praetorio
) fu una figura dell'amministrazione militare e civile dell'
Impero romano
. Nacque come titolo riservato al comandante della
Guardia pretoriana
, ovvero della guardia del corpo dell'imperatore, mentre durante il tardo impero divenne l'amministratore capo di una delle suddivisioni del tardo impero, le Prefetture del pretorio. Durante il
periodo alto imperiale
, i due prefetti del pretorio erano a capo di una struttura di comando che controllava i seguenti ufficiali: 9
tribuni
(uno per coorte) e 54
centurioni
.
[1]
La carica fu istituita nel
2 a.C.
per volere di
Augusto
,
[2]
dopo che le nove
coorti pretorie
erano state create nel
27
-
26 a.C.
.
[3]
Furono due i prefetti del pretorio a cui era affidata la
guardia pretoriana
. I primi due furono
Quinto Ostorio Scapula
e
Publio Salvio Apro
.
[4]
Poteva essere ricoperta solo da membri dell'
ordine equestre
.
[5]
Inizialmente, la prefettura del pretorio era la seconda carica del
cursus
equestre
dopo l'ufficio di
prefetto d'Egitto
.
[6]
Gia in eta giulio-claudia, tuttavia, la prefettura del pretorio crebbe di importanza, basti pensare alla vicinanza con la persona dell'imperatore che
Seiano
ebbe sotto
Tiberio
. Fu pero solo sotto
Vespasiano
, quando il figlio
Tito
ottenne questa prestigiosa carica, che la prefettura pretoriana divenne la carica piu importante dell'ordine equestre.
[7]
Il prefetto del pretorio era
in primis
un comandante militare, nel qual caso delle 9 coorti pretorie stanziate nell'Urbe; esse rappresentavano sotto diversi aspetti (armamento, addestramento e arruolamento) il corpo d'
elite
dell'esercito imperiale, dovendo garantire la sicurezza del
princeps
.
[8]
Fra le sue file nell'Alto impero venivano arruolati i giovani delle famiglie in vista della municipalita italica, trampolino di lancio per una brillante carriera nell'ordine equestre. Oltre alla protezione del principe, che seguiva sempre anche fuori da Roma, il prefetto del pretorio fu piu volte a capo delle proprie forze anche in battaglie campali come nel caso di
Cornelio Fusco
al tempo di
Domiziano
,
[9]
[10]
di
Tiberio Claudio Liviano
al tempo della
conquista della Dacia
di
Traiano
,
[11]
di
Publio Tarutieno Paterno
al tempo delle
guerre marcomanniche
sotto
Marco Aurelio
[12]
o di
Timesiteo
durante la
campagna sasanide di Gordiano III
.
[13]
[14]
Il prefetto del pretorio, ciononostante, ebbe gia a partire dall'eta giulio-claudia una delega di funzioni civili e soprattutto giudiziarie, attraverso le quali il prefetto risolveva contese di diversa natura, per la maggior parte inerenti contese fra comunita in ambito italico. In sostanza, il prefetto del pretorio divenne con il tempo il capo della cancelleria palatina, preludendo la svolta 'civile' e amministrativa della prefettura del pretorio tardo-antica.
Dall'anarchia militare a Diocleziano (235-296)
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Dalla riforma tetrarchica alla
Notitia dignitatum
, attraverso Costantino
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Si ritiene che nel
293
, con la
riforma tetrarchica
,
Diocleziano
abbia suddiviso l'impero in quattro prefetture:
- la
prefettura delle Gallie
, comprendente la
Gallia
, la
Spagna
e la
Britannia
, con capitale
Treviri
;
- la
prefettura d'Italia
, comprendente
Italia
e
Africa
, con capitale
Milano
, in seguito con capitale a
Ravenna
.
- la
prefettura per l'Oriente
, comprendente le province orientali e l'
Egitto
, con capitale
Nicomedia
;
- la
prefettura per l'Illirico
, comprendente le province balcaniche, con capitale
Sirmio
.
In realta tale teoria e stata contestata recentemente ad esempio dal Porena, il quale ritiene che i prefetti del pretorio in eta dioclezianea fossero non quattro ma due, uno per ogni augusto, come sembrerebbe confermare un'iscrizione rinvenuta a Brescia.
[31]
[32]
Secondo Zosimo, prima di Costantino i prefetti del pretorio erano due e svolgevano le seguenti funzioni:
≪I prefetti del pretorio erano due ed esercitavano insieme la carica; alla cura e all'autorita di costoro non solo erano affidate le truppe di corte, ma anche quelle che avevano il compito di difendere la citta, nonche i contingenti che presidiavano tutti i confini; infatti i prefetti, che erano secondi soltanto all'imperatore, provvedevano alle donazioni di cibo e reprimevano con opportune punizioni le trasgressioni commesse nell'addestramento militare.≫
Sotto
Costantino I
i prefetti furono privati in parte del potere militare, lasciando loro ancora compiti di
logistica militare
,
[33]
e diventarono amministratori delle grandi prefetture in cui era diviso l'impero.
I prefetti del pretorio all'epoca di Costantino e dei suoi successori svolgevano le seguenti funzioni:
[34]
- la suprema amministrazione della giustizia e delle finanze.
- l'applicazione e, in alcuni casi, la modifica degli editti generali.
- controllo dei governatori delle province, i quali in caso di negligenza o corruzione venivano destituiti e/o puniti.
- Inoltre il tribunale del prefetto poteva giudicare ogni questione importante, civile o penale, e la sua sentenza era considerata definitiva, al punto che neanche gli imperatori osavano lamentarsi della sentenza del prefetto.
Il prefetto del pretorio poteva nominare e destituire i governatori provinciali, anche se per la destituzione occorreva la ratifica dell'Imperatore.
[35]
Il prefetto riceveva a cadenza regolare rapporti dai vicari e dai governatori provinciali, in modo da poter controllare il loro operato.
[35]
Si occupava inoltre del pagamento e del rifornimento delle armate.
[35]
Dal punto di vista legislativo poteva emanare di propria iniziativa
edicta
(editti), a condizione che non violassero
leges
(leggi) preesistenti. Dal punto di vista giudiziario, inoltre, il prefetto era un giudice supremo d'appello.
[35]
A confermare l'alta posizione del prefetto nella gerarchia imperiale era il fatto che gli fosse concesso di indossare un abito di porpora, che differiva da quello dell'Imperatore solo per la lunghezza (raggiungeva le ginocchia invece dei piedi).
[35]
Al suo ingresso tutti gli ufficiali militari avrebbero dovuto inginocchiarsi, un residuo del fatto che in origine il prefetto del pretorio non era una carica civile bensi militare.
[35]
Gli imperatori controbilanciavano l'importanza e la potenza dei prefetti del pretorio con la breve durata della carica.
Roma e Costantinopoli si sottraevano alla giurisdizione del prefetto del pretorio.
[35]
In queste due grandi capitali l'amministrazione era affidata ai prefetti della citta (o
praefecti urbi
). Essi avevano la stessa dignita dei prefetti del pretorio.
[36]
Anche i
proconsoli
di
Acaia
e
Africa
non dipendevano ne dal vicario ne dal prefetto del pretorio ma direttamente dall'Imperatore.
[37]
Ogni prefettura venne divisa in diocesi. All'epoca di Costantino l'Impero era suddiviso in tredici
diocesi
, di cui una (
Oriente
) era governata da un
Comes Orientis
, un'altra (
Egitto
) da un
Prefetto Augusteo
, e le altre undici da altrettanti
vicarii
o
agentes vices praefectorum praetorii
(viceprefetti), i quali sottostavano all'autorita del prefetto del pretorio.
[38]
Ogni diocesi era ulteriormente suddivisa in
province
.
Secondo Zosimo la divisione dell'Impero nelle quattro prefetture delle Gallie, d'Italia, dell'Illirico e dell'Oriente sarebbe da attribuirsi proprio a Costantino:
≪Costantino, variando quanto era stato ben stabilito, divise un’unica magistratura in quattro funzionari. A un prefetto infatti affido tutto l'Egitto, con la Pentapoli di Libia, l'oriente fino alla Mesopotamia, e inoltre la Cilicia, la Cappadocia, l'Armenia e tutta la costa dalla Panfilia sino a Trapezunte e alle fortezze presso i Fasi; gli affido pure la Tracia, limitata dalla Misia sino all'Asemo e dal Rodope, sino alla citta di Topero, Cipro e le isole Cicladi, a eccezione di Lemno, Imbro e Samotracia. All'altro assegno la Macedonia, la Tessaglia, Creta, l'Ellade e le isole circostanti, e i due Epiri; inoltre, l'Illiria, la Dacia, il territorio dei Triballi, la Pannonia sino alla Valeria, e in piu la Mesia superiore; al terzo diede tutta l’Italia, la Sicilia e le isole vicine, e ancora la Sardegna, la Corsica e l’Africa, dalle Sirti alla Mauritania cesarense; al quarto tocco la Spagna oltre all'isola britannica.≫
In realta gli studiosi dubitano della correttezza di tale passo, sostenendo che tale suddivisione si stabilizzo soltanto all'epoca del regno congiunto di
Valentiniano I
(364-375) e
Valente
(364-378). Secondo il Porena, comunque, dopo essere diventato imperatore unico nel 324, Costantino, ritenendo insufficiente un solo prefetto del pretorio per tutto l'Impero (fino a quel momento vi era un prefetto del pretorio per ciascun imperatore), decise di suddividere l'Impero in cinque prefetture -
Gallie
,
Africa
,
Italia
,
Illirico
e
Oriente
- ponendo a capo dell'amministrazione civile di ognuna di esse un prefetto del pretorio. Il prefetto del pretorio regionale, privato di ogni potere militare, supervisionava l'operato in ambito fiscale e giudiziario dei
vicarii
e dei governatori provinciali posti alle sue dipendenze. Tale riorganizzazione non duro: alla morte di Costantino nel 337, allorquando i suoi tre figli si spartirono l'Impero, le prefetture d'Africa e d'Illirico furono abolite, aggregate a quella d'Italia, e si torno al principio di un prefetto del pretorio per ogni
Augusto
. L'impero si trovo cosi diviso in tre parti: la
prefettura delle Gallie
ad occidente (affidata a
Costantino II
),
quella centrale o d'Italia
(affidata a
Costante I
) e
quella orientale
(affidata a
Costanzo II
). Tuttavia, quando nel 340 l'Imperatore Costante I si annette i domini gallici del fratello Costantino II, mantenne la prefettura del pretorio delle Gallie, con il risultato che ora controllava due prefetture. Lo stesso fece
Costanzo II
quando sconfisse l'usurpatore Magnenzio e unifico l'Impero: mantenne la suddivisione in tre prefetture del pretorio nonostante fosse diventato ormai imperatore unico. Sotto Costanzo II e i suoi due fratelli Costante I e Costantino II, dunque, la suddivisione in prefetture divenne gradualmente permanente. Nel
356
-
357
venne, infine, creata la quarta prefettura,
quella dell'Illirico
, che ritroviamo nella
Notitia dignitatum
(databile ad un periodo attorno alla morte di
Teodosio I
,
395
circa).
L'Imperatore
Giustiniano I
(527-565) apporto alcune modifiche al sistema provinciale che si discostarono dai principi di
Diocleziano
: queste riforme prevedevano infatti per determinate regioni dell'Impero l'accentramento del potere civile e militare (che secondo Diocleziano dovevano rimanere separati) nelle mani di un'unica persona, la soppressione di alcune diocesi e l'accorpamento di province piu piccole in province piu grandi.
[39]
. Queste riforme risalgono agli anni
535
e
536
e sono motivate dal tentativo di porre fine ai conflitti tra autorita civile e autorita militare.
[39]
Cipro
e
Rodi
, le
Cicladi
, la
Caria
, la
Mesia
e la
Scizia
vennero unite nella cosiddetta "
Prefettura delle Isole
" e posta sotto il comando di un
quaestor exercitui
residente a Odesso.
[40]
Giustiniano aboli inoltre le diocesi della prefettura d'Oriente degradando i suoi
vicarii
a semplici governatori provinciali: per esempio il
Comes Orientis
(vicario della
diocesi di Oriente
) fu degradato a governatore della
Syria Prima
, i
vicarii
delle soppresse diocesi di
Asia
e di
Ponto
furono degradati a governatori rispettivamente della Frigia Pacatiana e Galazia Prima.
[41]
Quando, tredici anni dopo, la diocesi del Ponto venne ripristinata per gravi problemi interni, il vicario ottenne poteri anche militari, per poter contrastare piu efficacemente i banditi che infestavano la regione.
[41]
L'Imperatore, inoltre, limito l'autorita del
Prefetto Augusteo
(il vicario d'Egitto) alle sole province di Alessandria e di
Aegyptus I
e
II
con il titolo di
dux
e con autorita sia civile che militare.
[42]
Le province della Tebaide vennero invece affidate al
dux
di Tebaide mentre le due Libie vennero governate dal
dux
di Libia. Il risultato fu che la diocesi d'Egitto venne scissa in cinque circoscrizioni (gruppi di province) indipendenti tra loro, governate da
duces
con autorita sia civile sia militare e dipendenti dal prefetto d'Oriente.
[42]
Quando le armate di Giustiniano riuscirono nell'impresa di riconquistare gran parte dell'Occidente (Italia, Africa, Spagna meridionale e isole del mediterraneo), l'Imperatore decise di ripristinare la
prefettura del pretorio d'Africa
(la
Spagna
venne incorporata nella prefettura d'Africa), mentre la
prefettura del pretorio d'Italia
fu semplicemente reincorporata all'Impero (aveva continuato ad esistere anche sotto il dominio di
Odoacre
e degli
Ostrogoti
).
L'invasione longobarda accelero quella tendenza, gia cominciata sotto il regno di
Giustiniano
, di accentrare autorita civile e militare nelle mani di un'unica persona, in aperto contrasto con la divisione dei poteri tra prefetto del pretorio e
magister militum
introdotta da
Diocleziano
e
Costantino
. Gia sotto il regno di Giustiniano, le cariche di prefetto del pretorio d'Africa e di
magister militum Africae
in piu occasioni furono ricoperte contemporaneamente dalla stessa persona, che diventava di fatto la massima autorita sia civile che militare della
prefettura del pretorio d'Africa
.
[43]
In Italia, invece, Giustiniano mantenne la divisione dei poteri civili e militari in due persone distinte, ma in ogni caso il generalissimo (
strategos autokrator
), la massima autorita militare nella Penisola, tendeva a usurpare prerogative delle autorita civili. Anche sotto i successori di Giustiniano, questa tendenza prosegui. Probabilmente il prefetto del pretorio d'Italia
Longino
era stato nominato anche generalissimo delle forze armate di stanza nella Penisola.
[44]
A partire dal 584 la massima autorita civile e militare nell'Italia bizantina e attestata dalle fonti recare il titolo di
esarca
. Il primo riferimento nelle fonti dell'epoca alla presenza di un esarca a
Ravenna
si ebbe in una lettera redatta nel
584
da
Papa Pelagio II
. Secondo alcuni storici moderni, l'esarcato, all'epoca della lettera (584), doveva essere stato istituito da poco tempo.
[45]
Una lettera di
papa Gregorio I
datata 591 attesta la presenza di un esarca anche a Cartagine.
[46]
In passato, studiosi come
Georg Ostrogorsky
avevano supposto che la creazione dell'esarcato fosse una precisa riforma attribuibile all'imperatore
Maurizio
(582-602), volta ad arginare l'invasione longobarda: per Ostrogorsky, Maurizio, creando gli esarcati di Ravenna e
Cartagine
, cerco di rendere i residui territori in Occidente in grado di difendersi da se dai Longobardi senza dover dipendere da eventuali aiuti da Costantinopoli; per volere dell'Imperatore ≪l'amministrazione sia militare che politica fu affidata agli esarchi≫, inaugurando ≪il periodo della militarizzazione dell'amministrazione bizantina≫ e precorrendo ≪il sistema dei temi≫.
[47]
Piu recentemente questa tesi storiografica e stata contestata: in particolare, si e rimarcato come l'istituzione degli esarcati fosse stato il risultato di un'evoluzione graduale durata decenni e non di un cambiamento repentino ascrivibile alla volonta di un singolo imperatore.
[48]
Secondo Ravegnani la presunta riforma degli esarcati, lungi dall'essere una vera e propria riforma, sarebbe consistita in un mero cambiamento di denominazione della massima autorita militare, come conferma il fatto che i poteri militari dell'esarca coincidessero in massima parte con quelli goduti dallo
strategos autokrator
di eta giustinianea.
[49]
Di fatto, fino a meta del VII secolo, il prefetto del pretorio d'Italia continuo ad esercitare le sue funzioni, sebbene fosse subordinato all'esarca, il quale, tuttavia, secondo Cosentino, ≪non subentro affatto, almeno nell'immediato, alle loro tradizionali funzioni≫.
[45]
[50]
L'epistolario di
papa Gregorio I
attesta ancora a fine VI secolo l'esistenza dei
vicarii
del prefetto del pretorio (sebbene denominati
agentes vices
), nonche degli
iudices provinciae
. Essi di fatto erano subordinati all'autorita militare, ≪un fenomeno d'altronde gia in atto durante l'epoca giustinianea e inevitabile conseguenza della preminenza delle necessita militari in una regione come l'Italia, soggetta a uno stato di guerra pressoche permanente≫.
[51]
Le autorita civili in Italia scomparvero nelle fonti solo a meta VII secolo, e solo allora si ebbe il definitivo accentramento dei poteri civili e militari da parte delle autorita militari, come l'esarca e i duchi a lui subordinati.
L'epistolario di papa Gregorio I attesta che durante il regno di Maurizio in due occasioni furono inviati in Italia funzionari da Costantinopoli per controllare l'operato in ambito finanziario del prefetto del pretorio in carica. Secondo il Cosentino, cio sarebbe sintomo di una diminuita liberta di azione dei prefetti del pretorio e di una crescente tendenza alla centralizzazione che avrebbe successivamente caratterizzato il periodo mediobizantino.
[52]
Le mutilazioni territoriali subite sotto il regno di
Eraclio I
, con la perdita definitiva di
Siria
ed
Egitto
, conquistate dagli Arabi, e l'occupazione delle province dell'Illirico da parte degli
Slavi
, misero in crisi l'organizzazione dell'Impero in prefetture del pretorio.
[53]
Il prefetto del pretorio d'Oriente e attestato con certezza per l'ultima volta in una legge del 629, mentre, a partire dalla fine del VII secolo, il prefetto del pretorio d'Illirico cambio denominazione in prefetto di
Tessalonica
, dato che, in seguito alle conquiste slave, la zona sotto il suo controllo si era ridotta alla sola citta di Tessalonica e i suoi immediati dintorni.
[54]
In Italia e in Africa i prefetti del pretorio sono attestati fino alla prima meta del VII secolo per poi scomparire anch'essi dalle fonti.
La struttura amministrativa dell'Impero fu riformata a causa delle necessita militari del momento, con l'istituzione dei primi
themata
(o temi) in Asia Minore. Secondo l'
Ostrogorsky
la riforma dei
themata
sarebbe stata opera dell'Imperatore Eraclio; secondo il
Treadgold
sarebbe stata invece opera di
Costante II
; secondo altri studiosi, invece, non fu opera di nessun specifico imperatore ma i
themata
si sarebbero formati nel corso di un processo graduale durato decenni. Inizialmente i
themata
erano semplicemente gli antichi eserciti di campo costretti a ritirarsi in Asia Minore in seguito alle
conquiste islamiche
di
Siria
ed
Egitto
(
thema
in greco significa "corpo d'armata"). Gradualmente i territori la cui difesa era stata affidata al
thema
inteso come esercito presero il nome del
thema
stesso, per cui il termine
thema
assunse anche l'accezione di "circoscrizione militare". A causa delle necessita belliche in regioni continuamente devastate da eserciti nemici, le autorita civili ancora esistenti finirono per essere subordinate alle autorita militari, in particolare allo
strategos
, il comandante dell'esercito tematico. L'istituzione dei temi dell'Asia minore non causo la scomparsa delle vecchie province romane che continuarono a esistere all'interno dei temi, formando raggruppamenti simili alle vecchie diocesi amministrati dal
proconsole
del tema (ritenuto l'equivalente del
vicario
).
[55]
Tuttavia i proconsoli di un tema erano comunque subordinati al loro stratego, dal momento che i temi comprendevano piu province.
[56]
Le antiche province (eparchie) continuarono invece a esistere all'interno dei Temi fino alla seconda meta del
IX secolo
, quando venne abolita la carica di Proconsole del Tema.
[57]
Secondo alcuni studiosi, il prefetto del pretorio d'Oriente potrebbe essere rimasto in funzione a Costantinopoli fino alla prima meta del IX secolo, come attesterebbero due testi del IX secolo, il
De cerimoniis
e il
Taktikon
Uspenskji.
[58]
[59]
Il prefetto del pretorio d'Oriente, pur avendo perso molti dei suoi poteri giurisdizionali a livello fiscale, sembrerebbe aver detenuto ancora poteri giudiziari. Sotto il suo controllo erano posti eparchi e proconsoli, amministratori civili delle province in cui erano suddivisi i temi. Solo con la meta del IX secolo, con l'introduzione dei
protonotarioi
, le cariche di prefetto del pretorio e di eparchi e proconsoli tematici sarebbero state abolite.
- ^
Le Bohec 2001
, p. 44
.
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Rankov 2010
, p. 8
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Cassio Dione
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L'esistenza di Vario Ligure e discussa, e solo tramandata da un singolo passaggio di
Cassio Dione
, che lo identificherebbe con un certo
Valerio
Ligure. Gli storici moderni suggeriscono che, potrebbe esserci stato un errore o di trascrizione o di identificazione tra Valerio e Vario Ligure, dove quest'ultimo sembra essere stato uno dei personaggi che ricoprirono questo ruolo. Cfr.
Bingham
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