Impressione del
sigillo cilindrico
di ?a??amer,
ensi
(sommo sacerdote) di Sin a I?kun-Sin, c. 2100 a. C. La figura seduta e probabilmente il re
Ur-Nammu
che conferisce l'incarico di governatore a ?a??amer, condotto davanti a lui da una lamma (dea protettrice). Lo stesso Sin / Nanna e presente sotto forma di mezza luna.
Sin
(in Akkadico: ????
Su'en, Sin
) o
Nanna
(Sumerico: ??????
D
?E?.KI,
D
NANNA
), chiamato anche "divina falce di luna", era il dio della luna nella
mitologia babilonese
, protettore del
ciclo lunare
e degli elementi naturali a esso connessi, e anche considerato protettore dei pastori. Le due principali sedi di culto si trovavano a
Ur
e a
Carre
, ma in tutta la
Mesopotamia
vi sono numerosi templi dedicati al dio.
Durante il periodo in cui la citta di Ur si sviluppa sulla valle dell'
Eufrate
(tra il 2600 e il 2400 a.C.), Sin e considerato il dio supremo del pantheon, il "P
adre degli Dei
", "C
apo degli Dei"
o "C
reatore di tutte le cose
". Chiamato anche "
Colui il cui cuore non puo essere letto
", si diceva riuscisse a "
vedere piu lontano
" di tutti gli altri dei. Secondo la leggenda, a ogni luna nuova, gli dei, riuniti in consiglio, ricevevano da Sin le predizioni sul futuro.
S?n era anche il nome del dio pre-islamico della luna e delle ricchezze venerato ad
Hadhramaut
.
[1]
Il significato originale del nome Nanna e sconosciuto. La prima ortografia riscontrata e localizzata ad
Ur
ed
Uruk
e
D
LAK-32.NA (dove NA deve essere inteso come
complemento fonetico
). Il nome della citta di Ur, compitato (cuneiforme: ??????) LAK-32.UNUG
KI
= URIM
2
KI
, deriva a sua volta dal theonymon e significa "la dimora (UNUG) di Nanna (LAK-32)".
Il segno pre-classico LAK-32 crolla piu tardi con ?E? (l'ideogramma per "fratello") e la classica grafia sumera e
D
?E?.KI, con la lettura fonetica
na-an-na
. Il termine tecnico per la falce di luna potrebbe anche riferirsi alla divinita, (cuneiforme: ??????
D
U
4
.SAKAR. Piu tardi, il nome e scritto
logograficamente
come
D
NANNA.
Il dio semitico della luna Su'en / Sin fu in origine una divinita separata dalla Sumera Nanna, ma dal periodo dell'
impero accadico
i due subirono una sincretizzazione e vennero identificati nella stessa divinita. L'occasionale grafia assira di
D
NANNA-ar
D
Su'en-e
e dovuta all'associazione con l'accidentale
na-an-na-ru
"illuminatore, lampada", un epiteto del dio della luna. Il nome del dio lunare assiro Su'en / Sin e solitamente scritto come
D
EN.ZU, o semplicemente con il numero 30, (cuneiforme: ????
D
XXX)
[2]
.
Anticamente la regione del
Monte Sinai
era una delle sedi del culto di questo dio; "Sinai" si potrebbe tradurre quindi con "monte di Sin" oppure "territorio di Sin".
Rappresentazione della falce di luna che simboleggia Nanna / Sin (tra il sole che simboleggia Shamash e la stella che simboleggia Ishtar) sul
kudurru
di Meli-Shipak (1186-1172 aC), Museo del Louvre.
La sua sposa era
Ningal
("Grande Signora"), con la quale Sin genero
?ama?
(in sumerico Utu, il dio del Sole) e
Inanna / Ishtar
(la dea della fecondita e del pianeta Venere). Dall'unione con Nigal nacque un terzo figlio,
Ishkur
(dio della pioggia e della tempesta), alcune fonti lo considerano anche il padre di
Ereshkigal
(dea della terra di non ritorno, degli inferi e della morte). La tendenza a centralizzare i poteri dell'universo porto all'istituzione della dottrina di una triade composta da Sin / Nanna e dai figli avuti con Ningal. I loro simboli erano rispettivamente la mezza luna (Sin), la stella a otto punte (Ishtar/Inanna) e il disco solare (Utu/Shamash). Questa triade chiamata "Triade sacra" o "Triade semitica" fu incorporata nel
Pantheon
mesopotamico durante il periodo accadico (2200-2100 a.C.).
Nei sigilli cilindrici, Sin e rappresentato come un vecchio con una folta barba di lapislazzuli o con il simbolo della mezza luna. Nel sistema teologico-astrale e rappresentato dal numero 30 e dalla luna. Questo numero si riferisce probabilmente al numero medio di giorni (correttamente circa 29,53) in un mese lunare, misurato tra le successive nuove lune. Altre rappresentazioni lo vedono cavalcare un toro alato. Cosi come la luna e il treppiede (che potrebbe essere una lampada antica), il toro faceva parte dei suoi simboli, gli fu attribuito a causa di suo padre,
Enlil
, chiamato "Toro del cielo".
Per la mitologia sumera, governa il passaggio dei mesi ed e il dio che controlla le maree, i cicli mestruali e, in generale, i processi ciclici associati alla luna o al mese lunare.
Un importante testo sumero ("Enlil e Ninlil")
[3]
parla della discesa di
Enlil
e
Ninlil
, incinta di Nanna, negli inferi. Li, ci sono tre "sostituzioni" per permettere l'ascesa di Nanna. La storia mostra alcune somiglianze con il testo noto come "
La discesa di Inanna
".
La grande
zuqqurat
di
Ur
ai giorni nostri, dopo il restauro.
I principali luoghi di culto erano il tempio E-kishnugal a
Ur
, nel sud della
Mesopotamia
, e un santuario ad
?arr?n
(?????, per i romani
Carre
) nel nord.
In Ur si chiamava E-gish-shir-gal (cuneiforme: ???????? e2-gish-shir-gal, "casa della grande luce") ed e li che si sviluppo la figura della sacerdotessa En. Era un titolo molto potente nelle mani di una principessa, il caso piu notevole fu
Enheduanna
, figlia del re
Sargon di Akkad
, ed era la principale carica di culto associata al culto di Nanna / Sin.
[4]
Sin aveva anche un santuario ad
Harran
, chiamato E-jul-jul (cuneiforme: ?????? e-?ul-?ul, "casa della gioia").
Il culto del dio della luna si estese ad altri centri, difatti i templi a lui dedicati si trovano in tutte le grandi citta di
Babilonia
e
Assiria
. In particolare un santuario dedicato a Sin, con iscrizioni siriache che invocano il suo nome, risale ai secoli II e III ed e situato in Sumatar Harabesi, nelle montagne Tektek, non lontano da
Harran
ed
Edessa
.
A Babilonia aveva anche un altro tempio chiamato E-Tur-Kalam-Ma.
Nel 1789 a. C.
Hammurabi
costrui un trono per adorare Sin.
Sebbene alcuni studiosi abbiano suggerito che il dio romano Lunus possa essere la forma latinizzata di
Men
, altri l'hanno associata al dio Sin.
[5]
L'
Historia Augusta
riporta che l'imperatore romano
Caracalla
venne assassinato nel
217
mentre era diretto a
Carre
per venerare appunto Lunus. Lo stesso autore riporta l'opinione diffusa nella regione secondo cui, colui che avesse venerato tale
divinita lunare
, riferendosi ad essa al femminile, sarebbe stato soggetto alla volonta delle donne; mentre chi si fosse riferito ad essa al maschile, avrebbe dominato la propria vita.
[5]
[6]
- ^
Manfred Lurker (2015). A Dictionary of Gods and Goddesses, Devils and Demons. Routledge. p. 227.
, su
books.google.it
.
- ^
Ebeling, Erich, 1886-1955,, Meissner, Bruno, 1868-1947, e Weidner, Ernst F. (Ernst Friedrich), 1891-1976,,
Reallexikon der Assyriologie
,
ISBN
9783110148091
,
OCLC
23582617
.
- ^
Enlil e Ninlil (inglese)
, su
etcsl.orinst.ox.ac.uk
.
- ^
Hall, M. D. "A Study of Sumerian god Nanna/Suen" Phd thesis, University of Pennsylvania, 1985, p. 227
, su
repository.upenn.edu
.
- ^
a
b
(
EN
)
Aelius Spartianus
,
The Life of Antoninus Caracalla
, su
Historia Augusta
.
URL consultato il 3 aprile 2009
.
- ^
(
LA
)
Aelius Spartianus
,
Vita Antonini Caracallae
, su
Historia Augusta
.
URL consultato il 3 aprile 2009
.