Massimo Pilotti (1927)
Massimo Pilotti
(
Roma
,
1º agosto
1879
?
Roma
,
29 aprile
1962
) e stato un
giurista
e
magistrato
italiano
,
Procuratore generale
della
Corte suprema di cassazione
e successivamente primo presidente della
Corte di giustizia delle Comunita europee (poi Corte di giustizia dell'Unione europea)
.
[1]
Di origini piemontesi, nacque a Roma il 1º agosto 1879 da Giuseppe Pilotti e Francesca Gasti
[2]
.
Dopo essersi
laureato
in
giurisprudenza
nel 1900 entro, per concorso, in
magistratura
nel
1901
[2]
[3]
. A Roma e stato prima giudice del
Tribunale
(nel
1913
), poi consigliere della
Corte d'appello
(nel
1923
) e infine della
Corte di Cassazione
(nel
1926
)
[3]
.
Grazie al suo maestro,
Vittorio Scialoja
, allora
Ministro degli Affari esteri del Regno
, inauguro una lunga serie di impegni internazionali
[2]
divenendo nel
1919
Capo della segreteria del Comitato per il commercio dei sudditi nemici e venendo poi scelto a far parte della Delegazione italiana presso la
Conferenza di pace di Parigi
. Nel
1920
divenne componente del comitato di redazione della
Conferenza degli ambasciatori
, partecipando alla
Conferenza di Spa
e alla Conferenza finanziaria di Bruxelles nello stesso anno. Sempre nel 1920 divenne componente del Consiglio giuridico delle riparazioni di guerra per partecipare poi anche alla Conferenza sulle riparazioni di Londra del
1924
. Nel
1925
prese parte alla
Conferenza del patto di Locarno
per divenire poi presidente della Commissione arbitrale di Coblenza di vigilanza sul
Patto renano
scaturito dai lavori della stessa conferenza. Nel
1930
e nel
1932
prese parte alle due Conferenze sul disarmo che portarono poi alla stipula del
Trattato navale di Londra
e sempre nel 1932 fu eletto Presidente del Comitato per la guerra chimica e batteriologica
[3]
.
Nel
1926
, intanto, era stato inserito nella Commissione per il contenzioso diplomatico e l'anno successivo, nel
1927
, fu nominato Consigliere giuridico del Ministro degli Affari esteri
[2]
. Nel
1924
, su suggerimento di
Antonio Salandra
, era stato anche nominato Delegato supplente per l'Italia presso la
Societa delle Nazioni
e nel
1932
fu nominato Sottosegretario generale della stessa col sostegno del Segretario generale
James Eric Drummond
[2]
. L'anno successivo divenne Segretario generale aggiunto della Societa delle Nazioni, carica che ricopri fino all'uscita dell'Italia dall'organizzazione nel
1937
per conseguenze relativa all'
invasione italiana dell'Etiopia del 1935
[2]
. Proprio nel contesto della guerra etiope Pilotti aveva fatto da guida alla Delegazione italiana impegnata nel
patto Hoare-Laval
, riuscendo a portarlo a termine
[2]
. Motivi terzi portarono pero al naufragio degli accordi e cosi nel 1937 l'Italia e Pilotti insieme a lei lasciarono l'organizzazione. Alcuni diplomatici italiani commentarono ch'egli fosse la "colonna portante dell'istituzione" considerando che "nel brain trust della Societa delle Nazioni, il cervello che superava di gran lunga gli altri per preparazione, per scintillio, per acutezza; fornito di cultura eccezionale, con uno spiccatissimo senso giuridico, […] l’uomo che tutti i delegati andavano a consultare per averne un parere illuminato"
[2]
.
Nel
1929
aveva tenuto un corso dedicato alle unioni di stati (
"Les Unions d’Etats"
) presso l'
Accademia del diritto internazionale dell'Aia
, di cui nel
1946
divenne membro del Curatorium
[3]
, per continuare successivamente a redigere pubblicazioni scientifiche sul
diritto
e sulle
organizzazioni internazionali
[2]
. Nel
1944
divenne Presidente dell'
Istituto internazionale per l'unificazione del diritto privato
[3]
.
Nel
1930
era stato intanto designato primo presidente della Corte d'appello di
Trieste
, ma solo nominalmente
[2]
, come poi sarebbe avvenuto con la sua designazione a presidente della Corte suprema di Lubiana dopo la
conquista italiana della Jugoslavia
, nel
1940
[2]
.
Nel
1944
il
governo Bonomi
lo nomino presidente delle commissioni di epurazione da elementi fascisti del Ministero degli Esteri, del
Consiglio di Stato
, della
Corte dei conti
e dell’
Avvocatura dello Stato
, dai quali dovette pero dimettersi pochi mesi dopo per accuse giornalistiche che lo indicavano non solo connivente col passato regime fascista per il ruolo svolto nel conflitto etiope ma anche incline alla riduzione delle sanzioni per gli incriminati
[2]
. Nel mentre era stato nominato
Procuratore generale
della
Corte suprema di Cassazione
[2]
[3]
, venendo riconfermato alla fine del
1945
anche dal
governo Parri
col sostegno dell'allora Ministro degli Affari esteri
Alcide De Gasperi
[2]
e cosi, nel
1946
, si trovo a sovraintendere alle modalita del
Referendum istituzionale tra Monarchia e Repubblica
.
Quando il 10 giugno il presidente della Corte
Giuseppe Pagano
enuncio i risultati referendari (12.718.019 i voti per la Repubblica, 10.709.423 per la Monarchia) dichiaro anche che “La Corte, a norma dell’art.19 del d. lgt. 23 aprile 1946 nr.1219, emettera in altra adunanza il giudizio definitivo sulle contestazioni, proteste, reclami, presentate agli uffici dalle singole sezioni, a quelle centrali e circoscrizionali e alla Corte stessa concernenti le operazioni relative al referendum: integrera il risultato con i dati delle sezioni ancora mancanti e indichera il numero complessivo degli elettori votanti, dei voti nulli e dei voti attribuiti”. La formula dilatoria, che rese poi ambigui i risultati, fu coniata da Pilotti
[2]
. Egli voto, assieme al presidente Pagano, a favore del ricorso monarchico dell'avvocato Selvaggi sul computo dei voti, ma fu messo in minoranza. Il ricorso, anche se accolto, non avrebbe comunque cambiato l'esito del referendum
[4]
, dichiarato il giorno 18 giugno.
Pilotti rimase pero polemico sulle modalita e le presunte illegalita commesse per assecondare un esito repubblicano del referendum e, nel discorso di inaugurazione dell'anno giudiziario del
1947
, rifiuto di rivolgere saluto formale al primo
Presidente della Repubblica
Enrico De Nicola
che gli sedeva davanti, cosi come anche di citare i risultati del referendum
[2]
[5]
. Provoco cosi le ire della Corte che si mise con lui d'accordo per allontanarlo tramite nomina a presidente del
Tribunale Superiore delle acque pubbliche
con apposita elevazione della carica allo stesso grado del titolo di
Procuratore generale della Repubblica
che gia aveva raggiunto
[2]
. Nel
1949
sarebbe stato comunque nominato Primo Presidente onorario della Corte suprema di Cassazione
[3]
[6]
.
Dopo la parentesi romana spese gli ultimi anni in ambito internazionale, venendo nominato, su proposta di De Gasperi, arbitro italiano per la
Corte permanente di arbitrato dell'Aia
nel
1949
[2]
. Infine, dal
1952
al
1958
, divenne il primo presidente dell'appena istituita
Corte di giustizia delle Comunita europee (poi Corte di giustizia dell'Unione europea)
[1]
tornando a lavorare con
Jean Monnet
,
Presidente dell'Alta autorita europea
, col quale aveva collaborato alla Societa delle Nazioni.
Pilotti mori a Roma il 29 aprile 1962.
≪Procuratore generale della Corte Suprema di Cassazione
[7]
≫
? 2 giugno 1953
- Les Unions d’Etats
.
Extrait du recueil des cours
, Parigi, 1929
- L’amministrazione della giustizia e la riforma costituzionale (Discorso per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 1947)
, Roma, 1947
- Principi integrativi del diritto internazionale positivo
, Quaderni dell'Angelicum, Milano, 1949
[9]
- Intorno alla giustizia internazionale
, in
Scritti di diritto internazionale in onore di Tomaso Perassi
, Milano, 1957, pp. 213?230
- Le recours des particuliers devant les jurisdictions internationals
, in
Grundprobleme des internationalen Rechts
, Bonn, 1957, pp. 355?362.
- ^
a
b
La Corte di giustizia. delle Comunita europee: riferimenti storici, edifici e simboli
(
PDF
), su
curia.europa.eu
, Corte di giustizia delle Comunita europee.
URL consultato il 5-2-2008
.
- ^
a
b
c
d
e
f
g
h
i
j
k
l
m
n
o
p
q
r
PILOTTI, Massimo in "Dizionario Biografico"
, su
treccani.it
.
URL consultato il 23 settembre 2021
.
- ^
a
b
c
d
e
f
g
Corte di giustizia delle Comunita europee,
Udienze solenni (1958-1965)
(
PDF
).
- ^
Gianni Oliva
,
I Savoia, 900 anni di monarchia
,
Arnoldo Mondadori Editore
, 2019, p. 27,
ISBN
9788804700319
.
- ^
Giorgio Frasca Polara,
2 giugno, la Repubblica ha 63 anni ma non e mai stata proclamata
, su
Liberta e Giustizia
, 2 giugno 2009.
URL consultato il 9 luglio 2021
.
- ^
CURIA - Corte di giustizia - Corte di giustizia dell’Unione europea
, su
curia.europa.eu
.
URL consultato il 24 settembre 2021
.
- ^
https://www.quirinale.it/onorificenze/insigniti/32083
- ^
https://archivio.quirinale.it/archivio//GIOVANNI_COLLI/SCATOLA_8/186_DIPLOMI_ONORIFICENZE_E_DECORAZIONI_DI_COLLI_1934_1980.pdf
- ^
Autore - Pilotti, Massimo
, su
catalogo.casd.difesa.it
, Catalogo on line del Centro Alti Studi per la Difesa.
URL consultato il 5 gennaio 2008
.
.
- PILOTTI, Massimo
, in
Enciclopedia Italiana
, II Appendice,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana
, 1949.
![Modifica su Wikidata](//upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/7/73/Blue_pencil.svg/10px-Blue_pencil.svg.png)
- Antonella Meniconi,
PILOTTI, Massimo
, in
Dizionario biografico degli italiani
, vol. 83,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana
, 2015.
![Modifica su Wikidata](//upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/7/73/Blue_pencil.svg/10px-Blue_pencil.svg.png)
- Gli ex Membri
, su
curia.europa.eu
, Corte di giustizia delle Comunita europee.
URL consultato il 5 febbraio 2008
.