La
magistratura
(dal
latino
magister
= maestro), nell'
antica Roma
indicava il complesso di organi istituzionali sottoposti alla titolarita di funzionari pubblici, volti principalmente all'amministrazione della giustizia. Nell'antica Roma l'ordine sequenziale delle cariche pubbliche fu detto, in epoca repubblicana,
cursus honorum
.
Durante il
periodo regio
, il
Rex
(Re) era il principale detentore del potere esecutivo.
[1]
Il suo potere, in pratica, era assoluto. Egli era il capo dei sacerdoti romani (
pontifex maximus
), il legislatore, il giudice, ed il comandante assoluto dell'
esercito romano
.
[1]
[2]
Quando il Re moriva, il suo potere tornava al
Senato
, il quale sceglieva un
Interrex
per facilitare l'elezione del nuovo sovrano. Durante il passaggio dalla monarchia alla
Repubblica
, l'equilibrio costituzionale del potere venne spostato dal potere esecutivo del Re a quello del Senato.
Dopo la cacciata dei re, con l'avvento della Repubblica (
509 a.C.
), il potere detenuto dal re fu trasferito a
due consoli
, che erano eletti annualmente. I magistrati romani erano ora eletti dallo stesso Popolo di
Roma
, ed erano titolari di un grado di potere, chiamato "maggior potere" (
maior potestas
).
[3]
Il
dittatore
aveva "maggior potere" rispetto agli altri magistrati, dopo di lui c'era il
censore
, poi il
console
(
consul
), il
pretore
(
praetor
), l'
edile
ed il
questore
(
quaestor
). Ogni magistrato poteva poi opporre il suo "
veto
" ad un'azione che fosse stata presa da un altro magistrato di pari grado o inferiore.
[4]
Per definizione il
tribuno della plebe
e gli edili
plebei
non erano tecnicamente dei magistrati
[5]
fino a quando furono eletti dai plebei,
[3]
e come tali, erano indipendenti da tutti gli altri magistrati.
Durante il periodo di transizione dalla Repubblica all'
Impero
, l'equilibrio costituzionale del potere viene spostato dal Senato al potere esecutivo (l'
imperatore romano
). Teoricamente, il Senato eleggeva ogni nuovo imperatore, in pratica ogni imperatore sceglieva il suo successore, anche se la scelta fu spesso annullata da parte dell'
esercito
, della
guardia pretoriana
o con lo scoppio di una
guerra civile
. Il potere dell'imperatore (il suo
imperium
) esisteva in teoria, grazie al suo stato giuridico. Le due piu importanti componenti del suo
imperium
erano la
tribunicia potestas
e i poteri
proconsolari
.
[6]
In teoria, almeno i poteri tribunizi (che erano simili a quelli dei
tribuni della plebe
del periodo repubblicano) diedero all'imperatore l'autorita sul governo civile di Roma, il potere proconsolare (simile a quello dei governatori militari o dei
proconsoli
, sotto la vecchia repubblica) gli diedero l'autorita sopra le
forze armate
; mentre questa distinzione risulto sufficientemente evidente durante il
periodo alto imperiale
, alla fine venne perduta ed i poteri dell'imperatore divennero meno costituzionali e piu monarchici.
[7]
I magistrati tradizionali che sopravvissero alla fine della Repubblica furono i consoli, i pretori, i tribuni della plebe, gli edili, i questori ed i
tribuni militari
.
[8]
Marco Antonio
aboli la carica di dittatore e
magister equitum
durante il suo consolato del
44 a.C.
, mentre le cariche di
interrex
e censore vennero abolite poco dopo.
L'annualita delle cariche derivo dal timore che la gestione di una carica, protraendosi oltre un anno, potesse indurre chi l'occupava a crearsi, come oggi si direbbe, una situazione di potere, tale da costituire un pericolo per la liberta degli altri cittadini. Le cariche pubbliche erano chiamate comunemente onori (
honores
), e la legge non prevedeva compensi per coloro che le ricoprivano. Il cittadino doveva aspirare alla carica in se e contentarsi del prestigio che gliene sarebbe derivato, senza alcun profitto materiale.
Un magistrato non poteva essere deposto dalla carica prima che scadesse il tempo stabilito per la sua durata e, sebbene potesse essere processato per comportamento illecito, cio in pratica non accadeva mai. Uscito pero di carica, il magistrato tornava ad essere un cittadino qualunque e poteva quindi essere chiamato in tribunale a rendere conto di quanto aveva operato durante la carica.
Vi erano
magistrati curuli
e
non
, ovvero il magistrato poteva sedere o meno sulla
sella curulis
, poltrona intarsiata di avorio, che ricordava il
currus
o carro reale di cui al
tempo della monarchia
facevano uso i re. I magistrati non curuli sedevano su un semplice sgabello (
subsellium
). Infine le magistrature si distinguevano in straordinarie e ordinarie. Erano magistrati straordinari: il dittatore con il maestro di cavalleria, ordinari tutti gli altri. I consoli, i pretori e i dittatori in quanto occupavano cariche con imperium si facevano precedere da littori portanti fasci di verghe con la scure, quali simboli del potere; i consoli erano preceduti da dodici littori, i pretori da due in Roma e da sei fuori; i dittatori da ventiquattro. I magistrati curuli portavano nei giorni comuni una toga orlata da una striscia di porpora (
toga praetexta
) che era indossata anche dai bambini, mentre nei giorni festivi indossavano una toga tutta di porpora; gli altri magistrati non portavano nessun distintivo particolare.
Si distinguevano, fra i magistrati, due categorie: i magistrati
cum imperio
, e magistrati
sine imperio
. Si tratta di un potere di stampo militare che, come denuncia il suffisso
-ium
, ha natura dinamica, e che conferisce al suo titolare la facolta di impartire ordini ai quali i destinatari non possono sottrarsi, con conseguente potere di sottoporre i recalcitranti a pene coercitive di natura fisica (fustigazione, e nei casi piu gravi, decapitazione) o patrimoniale (multe). Simboli esteriore di questo potere sono i "fasci littori".
Tra questi furono magistrati
sine imperio
, vale a dire: i
questori
, gli
edili
i
tribuni della plebe
, i
duumviri
, i tre
tresviri monetales
, i
decemviri sacris faciundis
, i
decemviri agris dandis adsignandis
, i
decemviri stlitibus iudicandis
, i
triumviri capitales
, i
curatores viarum
, i
quattuorviri viarum curandarum
e i
triumviri coloniae deducendae
.
Al contrario erano magistrati
cum imperio
, il
pretore
, i due
consoli
, i
censori
, i
proconsoli
, i
propretori
, il
dittatore
, il
magister equitum
, i
triumviri rei publicae constituendae causa consulari potestate
, i
decemviri legibus scribundis consulari imperio
, i
tribuni militum consulari potestate
e l'
interrex
.
Magistrati esecutivi in epoca regia (753-509 a.C.)
[
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]
Durante il periodo regio, il
rex
era il principale magistrato esecutivo.
[1]
Egli era a capo del potere esecutivo, di quello sacerdotale, legislativo, di giudice, dell'esercito.
[1]
[2]
I suoi poteri si basavano sulla legge e sulla giurisprudenza precedente. Riceveva questi poteri solo attraverso un processo politico di nomina, detto
creatio
. Secondo quanto racconta
Sallustio
, il grado legale di autorita (
imperium
) posseduto dal
Rex
era conosciuto come
imperium legitimum
(comando legittimo).
[2]
cio probabilmente significava che la sola restrizione che poteva avere era di osservare i precedenti usi e costumi (
mos maiorum
).
[2]
Questo significa, per esempio, che poteva consultarsi con il Senato prima di prendere una decisione, anche se cio non era gli era necessariamente richiesto. In pratica il
Rex
non aveva reali restrizioni al suo potere. Allo scoppio della guerra, esercitava il potere esclusivo di organizzare e raccogliere le truppe, di selezionare i comandanti dell'esercito e di
condurre la campagna militare
come ritenesse opportuno.
[2]
Controllava e gestiva tutte le proprieta tenute dallo Stato, aveva il potere esclusivo di distribuire i territori ed il bottino di guerra. Fu il principale rappresentante della citta durante i rapporti con gli Dei e con i
leader
delle altre comunita/popolazioni limitrofe, potendo emanare una legge per decreto unilaterale.
[2]
Qualche volta sottoponeva i suoi decreti ad una cerimonia di ratifica del Popolo o del Senato di Roma, anche se un rifiuto non gli impediva l'emanazione del decreto. Il re, talvolta, subiva una qualche restrizione ai suoi poteri: doveva osservare i precedente usi e costumi nel rispetto della tradizione (
mos maiorum
).
[9]
[10]
Il re sceglieva anche i numerosi ufficiali che lo assistevano,
[10]
ed in modo unilaterale concedeva loro il potere. Quando il re lasciava la citta, un
prefetto Urbano
veniva posto a capo della citta, al posto del re assente.
[10]
Il re disponeva, inoltre, di due
questori
come suoi assistenti generali, mentre numerosi altri ufficiali lo assistevano nei casi di tradimento. In guerra, il re comandava occasionalmente solo la
fanteria
e delegava il comando della
cavalleria
al comandante della sua guardia personale, il
tribuno
dei
celeres
.
[10]
E se il re poteva unilateralmente dichiarare guerra, di solito preferiva che tali dichiarazioni venissero ratificate dall'
assemblea popolare
.
[9]
[10]
Inoltre, egli di solito preferiva non decidere su questioni che si occupavano di diritto di famiglia, lasciando che di cio se ne occupasse l'
assemblea popolare
. E mentre il re aveva potere assoluto sui tribunali civili e penali, probabilmente presiedette ad un solo caso nelle sue fasi iniziali (
in iure
), rinviando quindi la causa ad uno dei suoi assistenti (un
iudex
) per l'insediamento.
[2]
Nei casi penali di maggior importanza, il re poteva riferire al popolo, radunato in assemblea, per il giudizio.
[2]
Inoltre, il re di solito riceveva l'autorizzazione dalle cariche sacerdotali, prima di introdurre nuove divinita.
[2]
Il periodo tra la morte di un re e la nomina di uno nuovo, era chiamato
interregnum
.
[11]
Durante questo periodo il Senato eleggeva un
senatore
che ricoprisse il ruolo di
interrex
,
[12]
per facilitare la nomina di un nuovo re. L'
Interrex
era sempre un
patrizio
e rimaneva in carica per soli cinque giorni, venendo sostituito da un altro
interrex
dopo tale periodo, e cosi di seguito fino a quando un nuovo
Rex
non era nominato. Il significato di
Interrex
era letteralmente
Rex ad interim
. Quest'ultimo, a differenza del re, rimaneva in carica per soli cinque giorni.
[12]
L'
Interrex
deteneva la stessa autorita giuridica e gli stessi poteri del re (
imperium
). Poteva, per esempio, emanare un decreto, legiferare, comandare l'esercito e presiedere alle assemblee popolari e del Senato.
[9]
Una volta che l'
interrex
trovava un candidato adatto a regnare, presentava la sua candidatura al Senato per l'approvazione iniziale. Se il Senato votava in favore della sua nomina, questa persona doveva presentarsi davanti al Popolo di Roma nei
comizi curiati
.
[12]
Dopo la nomina era eletto dall'assemblea popolare, mentre il Senato ratificava la nomina tramite decreto (
senatus consultum
), grazie all'
auctoritas patrum
.
[12]
Dal momento che ogni candidato era scelto da un membro del senato (
Interrex
), l'
auctoritas patrum
funzionava soprattutto come salvaguardia contro un
Interrex
dalla testa dura.
[2]
Quest'ultimo poi dichiarava formalmente la nomina del nuovo re, il quale poco dopo chiedeva gli
auspici
(ricerca rituale di presagi degli dei), ed era investito dell'autorita regale (
imperium
) dall'assemblea popolare, attraverso il passaggio conosciuto come la
lex curiata de imperio
.
[12]
In teoria, il re era eletto dal popolo, ma in pratica era il Senato che aveva il potere per la sua nomina.
[12]
L'assemblea popolare non poteva, infine, selezionare un candidato come
Rex
. E se potevano votargli contro, era improbabile che potessero averne uno loro.
Il
Rex
sceglieva i numerosi magistrati che lo assistevano,
[10]
unilateralmente, e concedeva loro i poteri. Quando il re lasciava la citta, il suo posto era occupato da un prefetto urbano (
praefectus urbi
), fino al suo ritorno.
[10]
Il re disponeva, inoltre, di due
questori
(
quaestores parricidii
) come assistenti generali, mentre altri e numerosi magistrati lo assistevano nei casi di tradimento (
duumviri perduellionis
). In guerra, il
Rex
, che occasionalmente comandava solo la fanteria, delegava il comando della
cavalleria
al comandante della sua guardia personale, il
tribunus celerum
.
[10]
Nella prima repubblica, questa formula venne ricreata nella versione del
dittatore
(
magister peditum
, "comandante della fanteria") e del suo subordinato, il
magister equitum
("comandante della cavalleria").
Magistrati esecutivi in epoca repubblicana (509-31 a.C.)
[
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|
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]
Cronologia delle magistrature repubblicane
|
509 a.C.
|
Inizia il
periodo repubblicano
a
Roma
con l'elezione dei primi due
consoli
(o piu probabilmente di due
pretori
);
[13]
|
501 a.C.
|
Viene istituita la figura del
dittatore
(il primo fu
Tito Larcio
);
[14]
|
494 a.C.
|
Viene istituita la figura del
tribuno della plebe
;
[14]
|
493 a.C.
|
Viene istituita la magistratura degli
edili
, solo plebei;
[15]
|
471 a.C.
|
I
plebei
si organizzano in assemblea (
concilium plebis
);
[16]
sempre quest'anno vengono eletti per la prima volta gli
edili
;
[17]
|
451
-
450 a.C.
|
Dieci magistrati straordinari (
decemviri
) sostituirono i magistrati ordinari
[18]
e redassero le
leggi delle XII tavole
.
[19]
|
449 a.C.
|
Vennero promulgate le
leges Valeriae Horatiae
mediante le quali la
costituzione romana
diventa
patrizio
-
plebea
.
[20]
Viene istituita la carica collegiale di
console
?
[13]
|
444 a.C.
|
Viene istituita la figura del
tribuno militare con potesta consolare
(dotato di
imperium
);
[21]
|
443 a.C.
|
Viene creata la
censura
;
[22]
|
367 a.C.
|
Con le
leges Liciniae Sextiae
viene codificato, per la prima volta, l'accesso della
plebe
al
consolato
;
[23]
|
367/
366 a.C.
|
Venne creata la
pretura
per un magistrato con poteri giurisdizionali ed
imperium
civile e militare;
[24]
i
plebei
vi ebbero accesso a partire dal
356 a.C.
;
[23]
|
367/366 a.C.
|
Venne creata l'
aedilitas curulis
, affidata a due magistrati, incaricati insieme agli
aediles plebis
dell'
approvvigionamento della citta
e della vigilanza sui mercati; i
plebei
vi ebbero accesso a partire dal
364 a.C.
;
[23]
|
356 a.C.
|
La
dittatura
diventa accessibile anche ai plebei;
[25]
|
351 a.C.
|
La
censura
diventa accessibile anche ai plebei;
[25]
|
296 a.C.
|
Inizia la redazione dei
Fasti consulares
e degli
annales pontificum
;
[26]
|
242 a.C.
|
Viene istituita la figura del
praetor peregrinus
;
[15]
|
104
-
100 a.C.
|
Gaio Mario
ottiene ben cinque consolati consecutivi, dopo il primo ottenuto nel
107 a.C.
;
[27]
|
82
-
80 a.C.
|
Lucio Cornelio Silla
fu nominato dittatore; rinuncio alla carica spontaneamente per ritirarsi a vita privata, dedicandosi a scrivere le sue memorie (mori nel
78
);
[28]
|
60 a.C.
|
Cesare
,
Pompeo
e
Crasso
formarono il
primo triumvirato
;
[29]
|
49
-
44 a.C.
|
Cesare
viene nominato dittatore, prima per 11 giorni (nel 49 a.C.), poi per un anno (nel
47 a.C.
), per dieci anni (nel
45 a.C.
) ed infine perpetuo (nel 44 a.C.);
[30]
|
43 a.C.
|
Ottaviano
,
Marco Antonio
e
Lepido
formarono il
secondo triumvirato
;
[31]
|
31 a.C.
|
La
battaglia di Azio
pone fine al
periodo repubblicano
;
[32]
|
I magistrati erano eletti dal popolo di Roma, che consisteva in
plebei
(gente comune) e
patrizi
(aristocratici). Ogni magistrato era investito di un certo grado di potere, denominato
maior potestas
(maggior potere), a seconda del ruolo che ricopriva.
[3]
Il
dittatore
si trovava nella fascia piu elevata della gerarchia delle magistrature repubblicane ed aveva un "maggior potere"; ma era originariamente destinato ad essere solo una carica temporanea per i momenti di emergenza dello stato. Dopo il dittatore vi era il
censore
(il quale, sebbene fosse il piu alto in grado magistrato ordinario, in virtu del suo prestigio, aveva poco potere reale), poi il
console
(
consul
), il
pretore
(
praetor
), l'
edile
ed il
questore
(
quaestor
). Ogni magistrato poteva poi opporre il suo "
veto
" ad un'azione che fosse stata presa da un altro magistrato di pari grado o inferiore.
[4]
Nel caso in cui questo "veto" si verificava tra due magistrati di pari rango, come ad esempio tra due pretori, cio si chiamava
potestas par
(ovvero negazione dei poteri).
[4]
Per evitare che si verificasse una condizione del genere, i magistrati usavano il principio dell'alternanza, assegnando le responsabilita a sorte o per anzianita, o dando a certi magistrati il controllo su determinate funzioni.
[33]
Se questa forma di "veto" succedeva contro un magistrato di rango inferiore, questa azione era chiamata
intercessio
,
[4]
dove il magistrato letteralmente interponeva il suo rango piu elevato per ostacolare il magistrato piu basso grado. E benche i
tribuni della plebe
(cosi come gli edili plebei), non fossero tecnicamente dei magistrati,
[5]
essi erano eletti solo tra i
plebei
.
[3]
Cosi come nessun magistrato ordinario poteva porre alcun "veto" contro le loro azioni, potendo invocare la loro
sacrosanctitas
della loro persona.
[34]
Se infatti uno non rispettava le loro decisioni, in qualita di tribuni della plebe, questi potevano interporre la loro
sacrosanctitas
della sua persona
[35]
(
intercessio tribunicia
) per porre fine ad una particolare azione. Ogni resistenza contro un tribuno era allora considerata come somma offesa alla
res publica
.
Solo i
cittadini romani
(sia plebei, sia patrizi) avevano il diritto di dare ai singoli magistrati i loro poteri (
potestas
).
[36]
Il piu importante di questi poteri costituzionali era l'
imperium
, che era detenuto solo dai consoli (magistrati in capo) e dai pretori (secondi in grado tra i magistrati ordinari, dopo i consoli), i cosiddetti
Magistrati maiores
.
Definito in senso stretto, l'
imperium
dato ad un magistrato, rappresentava il potere di comandare una forza militare. Definito piu in generale, rappresentava l'autorita costituzionale di impartire ordini, sia in ambito militare, sia diplomatico, civile, o di altro tipo. Questo potere era al massimo grado quando il magistrato si trovava fuori dalle mura cittadine di
Roma
. Quando invece si trovava nell'Urbe (
pomerium
), il magistrato doveva cedere il suo
imperium
, affinche la liberta (
libertas
) potesse essere massimizzata.
[37]
I magistrati con
imperium
sedevano sulla
sedia curule
, erano assistiti da
littori
(guardie del corpo) che portavano anche i
fasces
che simboleggiavano il potere per punire o eseguire gli ordini.
[38]
Solo un magistrato con
imperium
poteva indossare una toga bordata (
Toga praetexta
) ed ottenere il
trionfo
.
[39]
Tutti i magistrati avevano il potere di
coercizione
(
coercitio
), che era utilizzata per mantenere l'
ordine pubblico
.
[40]
Un magistrato aveva molti modi con cui esercitare il proprio potere. Esempi sono di ordinare la fustigazione, il carcere, le multe, la riduzione in schiavitu, l'esilio, qualche volta anche la dell'abitazione di una persona o anche di fare promesse e giuramenti.
[41]
A Roma, tutti i cittadini avevano una protezione assoluta contro la
coercitio
, che veniva chiamata
provocatio
, che permetteva a ciascun cittadino di fare appello contro qualsiasi punizione. Il potere, invece, di
coercitio
al di fuori della citta di Roma era assoluto. I magistrati avevano anche il potere ed il dovere di scoprire i presagi dagli dei (
auspicia
), da utilizzare contro gli avversari politici. Con la pretesa di testimoniare un presagio, un magistrato poteva giustificare la sua decisione di porre fine ad un
potere legislativo
o una riunione del senato, o porre il veto contro un collega. Mentre i magistrati avevano accesso ai documenti oracolari, i
libri Sibillini
, raramente li consultavano e comunque solo dopo aver individuato qualche presagio.
[42]
A tutti i magistrati piu anziani (consoli, pretori, censori e tribuni della plebe) era richiesto di cercare attivamente i presagi diretti ad un destinatario definito (
auspicia impetrativa
); avere presagi diretti a chiunque (
auspicia oblativa
) avevano generalmente un significato incerto.
[42]
I presagi potevano apparire mentre si osservava il cielo, studiando il volo degli uccelli, con lo studio delle viscere degli animali sacrificati. Quando un magistrato riteneva di aver assistito a un presagio, di solito chiedeva ad un sacerdote (
augur
) di interpretare il presagio. Ad un magistrato veniva richiesto di cercare presagi mentre presiedeva una riunione legislativa o del senato, mentre si preparava una guerra.
[42]
Una delle caratteristiche dei poteri dei magistrati romani era la
collegialita
(
collega
), il che significava che ogni carica magistrale doveva essere tenuta simultaneamente da almeno due persone. Per esempio i due consoli dovevano servire insieme.
[43]
Il controllo sul potere del magistrato di
coercitio
era la
provocatio
, che era una prima forma di un giusto processo (
habeas corpus
). Ogni cittadino romano aveva il diritto assoluto di impugnare qualsiasi decisione di un magistrato, davanti ad un tribuno plebeo. In questo caso i cittadini potevano invocare la formula giuridica della
provocatio ad populum
, che richiedeva al magistrato di attendere che un tribuno intervenisse, e prendesse una decisione.
[44]
Qualche volta, il caso era portato davanti al collegio dei tribuni, e qualche altra volta davanti al
concilio della Plebe
(assemblea popolare). Dal momento che nessun tribuno poteva mantenere i suoi poteri al di fuori della citta di Roma, qui il potere di coercizione era assoluto. Un ulteriore controllo sul potere di un magistrato era quello chiamato di
provincia
, che richiedeva una divisione delle responsabilita.
[45]
Una volta che la magistratura annuale volgeva al termine, il magistrato doveva attendere dieci anni prima di poter ricoprire nuovamente la stessa carica magistratuale. Dal momento che questo fatto creo problemi ad alcuni magistrati (in particolare a consoli e pretori), questi ultimi vedevano, di tanto in tanto, estesi i loro poteri di comando (
imperium
), attraverso una proroga (
prorogatio
), che premetteva loro di mantenere i poteri della carica come
promagistrati
. Il risultato era che tornavano normali cittadini privati, senza piu detenere la carica di console o pretore, ma poco dopo, utilizzavano questo potere (
imperium
) come governatori provinciali
[46]
- I due
consoli della Repubblica
erano coloro con il maggior potere
[37]
erano eletti ogni anno (da gennaio a dicembre) dai
comizi centuriati
[37]
e detenevano il supremo potere sia in materia civile sia militare.
[47]
Dopo la loro elezione, ottenevano l'
imperium
dall'assemblea. Se un console moriva durante l'anno in carica, un altro console (
consul suffectus
), veniva eletto per completare la durata del mandato.
[38]
Durante l'anno, uno dei due consoli era superiore in grado rispetto all'altro, e questa graduatoria tra i due Consoli veniva capovolta ogni mese.
[38]
[48]
Una volta terminato il mandato, deteneva il titolo onorifico di "consulare" in senato, ma doveva attendere dieci anni prima di poter essere rieletto nuovamente al consolato.
[49]
I consoli avevano il potere supremo sia in materia civile sia in quella militare, e cio era dovuto in parte al fatto che erano i magistrati ordinari piu alti in grado e quindi con maggior
Imperium
(potere di comando). A Roma, il console era a capo del governo romano e, poiche rappresentava la massima autorita di governo, anche di tutta una serie di funzionari e magistrati della pubblica amministrazione, a cui erano delegate varie funzioni. I consoli presiedevano le sedute del
Senato romano
e le
assemblee cittadine
, avendo la responsabilita ultima di far rispettare le politiche e le leggi adottate da entrambe le istituzioni.
[50]
Il console era anche il capo della diplomazia romana, potendo effettuare affari con le popolazioni straniere e facilitando le interazioni tra gli ambasciatori stranieri e il Senato. A fronte di un ordine da parte del senato, il console diveniva responsabile per l'adunata delle truppe ed il comando di un'
armata
.
[50]
I consoli, disponendo della suprema autorita in campo militare, dovevano essere dotati di risorse finanziarie adeguate da parte del Senato per condurre e mantenere i loro eserciti.
[51]
Mentre erano all'estero, il console aveva un potere assoluto sui suoi soldati e su ogni
provincia romana
.
[50]
- I pretori amministravano la legge, comandavano anche le armate provinciali
[52]
ed eventualmente presiedevano i tribunali. Di solito si candidavano con i consoli di fronte all'assemblea dei
comizi centuriati
. Dopo essere stati eletti, gli veniva conferito l'
imperium
dall'assemblea. In assenza di entrambi i consoli dalla citta,
senior
e
junior
, il pretore urbano governava Roma, e presiedeva l'assemblea del Senato e le altre
assemblee romane
.
[52]
Altri pretori avevano responsabilita all'estero, e spesso agivano come
governatori di provincia
.
[53]
Fino a quando i pretori tenevano l'
imperium
, essi potevano comandare un esercito.
[54]
- Un altro magistrato era il
censore
, che era preposto al
censimento
ogni cinque anni, durante il quale poteva nominare nuovi senatori o anche eliminarne di vecchi.
[55]
[56]
Ne venivano eletti due per una durata di diciotto mesi. E poiche la censura era la carica piu prestigiosa tra tutte quelle ordinarie, normalmente solo gli ex-consoli potevano ricoprire questo incarico.
[57]
I censori erano eletti dai
comizi centuriati
, dopo che i consoli ed i pretori dell'anno avevano iniziato il loro mandato. Dopo che i censori erano stati eletti, i comizi centuriati gli concedevano il potere censorio.
[58]
Non avevano l'
imperium
e neppure erano accompagnati dai littori. In aggiunta non avevano il potere di convocare il Senato o le assemblee romane. Tecnicamente essi si trovavano al di sopra di una classifica tra i magistrati ordinari (compresi consoli e pretori). Questa classifica, tuttavia, fu il risultato solo del loro prestigio, piuttosto che un sul reale potere che avevano. Dal momento che si poteva abusare facilmente di questa carica (a causa del suo potere su ogni cittadino), venivano eletti solo gli ex consoli (normalmente patrizi). Questo fu il motivo per cui la carica ebbe un particolare prestigio. Le loro azioni non potevano essere bloccate con il veto, a parte quello dei tribuni della plebe o di un collega censore.
[57]
Nessun magistrato ordinario poteva, infatti, porre il proprio
veto
contro un censore, poiche nessun magistrato ordinario gli era tecnicamente superiore per grado. I tribuni, in virtu della loro
sacrosanctitas
, come rappresentanti del popolo, potevano invece porre il proprio veto contro qualunque atto o chiunque, compresi i censori, i quali, di solito, potevano agire disgiuntamente; nel caso in cui un censore volesse ridurre lo
status
di cittadino nel corso del censimento, doveva chiedere conferma anche al suo collega, non potendo in questo caso agire da solo.
[48]
Un censore poteva anche multare un cittadino, o anche vendere le sue proprieta,
[55]
come punizione per aver eluso un censimento o per aver compiuto una registrazione falsa. Altre azioni che potevano comportare una pena censoria erano le
coltivazioni agricole
abbandonate, l'essersi sottratto al servizio militare, la violazione dei doveri civili, gli atti di corruzione o ingenti debiti. Un censore poteva assegnare un cittadino ad un'altra
tribu
, o mettere una
nota
di demerito a fianco del nome del cittadino nel registro del censimento. Piu tardi, una legge (
leges Clodiae
) permise ai semplici cittadini di fare ricorso contro la
nota censoria
.
[59]
Una volta che il censimento veniva completato, veniva predisposta da uno dei censori una cerimonia di purificazione (
lustrum
), che produceva tipiche preghiere per i cinque anni successivi. Si trattava di una cerimonia religiosa che certificava la fine del censimento, e che avveniva davanti ai
comizi centuriati
.
[56]
Ancora i censori avevano numerosi doveri, compresa la gestione degli appalti pubblici e il pagamento di coloro che svolgevano questi lavori per la
res publica
. Qualsiasi atto generato dal censore che richiedesse una spesa di denaro pubblico (
aerarium
) doveva ottenere l'approvazione da parte del Senato.
[50]
- Gli edili erano magistrati eletti per condurre gli affari interni di
Roma
, e spesso collaboravano con le piu alte cariche magistratuali.
[60]
Questa carica non rientrava nel cosiddetto
cursus honorum
, e percio non segnava l'inizio di una carriera politica. Ogni anno, due
edili curuli
(formati dal
367
/
366 a.C.
) e due
edili plebei
(dal
471 a.C.
) erano eletti. I
comitia tributa
, sotto la presidenza di un magistrato di grado piu elevato (un console o un pretore), eleggevano i due
edili curuli
, i quali disponevano entrambi di una
sedia curule
, ma non dei
littori
e neppure del potere di
coercitio
.
[61]
Il
Concilium plebis
, invece, sotto la presidenza di un
tribuno della plebe
, eleggeva i due
edili plebei
. Tutti gli edili avevano ampi poteri sugli affari giornalieri interni alla citta di Roma, compreso l'
approvvigionamento della citta di Roma
,
[23]
e sul mantenimento dell'ordine pubblico.
[60]
Avevano potere sui mercati cittadini, sui giochi pubblici e gli eventi,
[60]
nel riparare e preservare i templi, fognature, acquedotti, mantenere i registri pubblici ed emettere pubblici editti.
[62]
Ogni spesa pubblica fatta da un
edile curule
o da un
edile plebeo
, doveva pero essere autorizzata dal Senato.
- La carica di
questore
era considerata il piu basso grado di tutte le maggiori cariche politiche romane. I questori erano eletti dai
Comitia tributa
,
[60]
normalmente prestavano assistenza sia ai consoli a Roma e chiamati percio
urbani
, occupandosi dell'amministrazione del tesoro pubblico (l'
aerarium Saturni
), vale a dire delle entrate ed uscite finanziarie, spesso parlando pubblicamente dei saldi disponibili nella tesoreria;
[52]
[63]
oltre ai
governatori
provinciali
, nelle attivita finanziarie come loro segretari, come l'allocazione delle risorse o il pagamento delle armate provinciali.
[60]
[64]
I questori potevano emettere
denaro pubblico
per particolari necessita, solo se erano stati precedentemente autorizzati a farlo da parte del Senato.
[50]
Erano, quindi, assistiti da numerosi
scriba
, che collaboravano nel gestire la contabilita del tesoro centrale o provinciale.
[63]
Il tesoro costituiva un enorme deposito sia per i documenti sia per le riserve monetarie. Non a caso i testi delle
leggi emanate
o anche i decreti del Senato romano (
senatus consultum
), erano depositati nel tesoro sotto la custodia dei questori.
Poiche sia i
tribuni della plebe
sia gli
edili plebei
erano eletti dal
Concilium plebis
, piuttosto che dall'intero popolo di Roma (che comprendeva anche i
patrizi
), non erano considerati dei veri e propri
magistrati
e non disponevano della
maior potestas
. Il termine "magistrato plebeo" (
Magistratus plebeii
) risulterebbe, pertanto, un uso improprio del termine.
[65]
Erano considerati come rappresentanti del popolo, in modo che potessero esercitare un controllo popolare sugli atti del Senato (attraverso il loro potere di
veto
), salvaguardando la liberta civile di tutti i
cittadini romani
. Gli edili plebei rappresentavano in qualche modo gli assistenti dei tribuni, svolgendo spesso compiti similirai degli edili curuli (vedi sopra). Nel tempo, tuttavia, le differenze tra le edili plebei e curuli scomparvero.
Dal momento che i tribuni erano considerati l'incarnazione del ceto medio-basso (i plebei), erano per definizione
sacrosancti
.
[66]
La loro
sacrosanctitas
era rafforzata da un impegno, preso con i plebei, di uccidere chiunque avesse danneggiato o interferito con una tribuno durante il suo mandato. Tutti i poteri dei tribuni derivavano dalla loro
sacrosanctitas
. Un'ovvia conseguenza di cio fu che si considerava un'
offesa capitale
era di danneggiare un tribuno, l'ignorare il suo veto, o l'interferire con lui.
[66]
La
sacrosanctitas
di un tribuno (e quindi anche tutti i suoi poteri giuridici) avevano effetto solo nella citta di Roma. Se il tribuno era fuori dalle mura cittadine, i plebei in Roma non potevano far valere il loro giuramento di uccidere qualsiasi persona avesse danneggiato o interferito con il tribuno. Se un magistrato, un'assemblea o il Senato, non rispettavano le disposizioni di tribuno, quest'ultimo poteva interporre la
sacrosanctitas
della sua persona (
intercessio
) per fermare quella particolare azione. Qualsiasi resistenza contro il tribuno equivaleva a una violazione della sua figura sacra, e comportava la
pena di morte
.
[66]
La loro mancanza di poteri magistratuali li rendeva indipendenti da tutti gli altri magistrati, tanto che nessun altro magistrato poteva porre il proprio veto contro un tribuno.
[50]
In un paio di rare occasioni (ad esempio durante il tribunato di
Tiberio Gracco
), un tribuno pote utilizzare una forma di veto estremamente ampio su tutte le funzioni governative.
[67]
E mentre un tribuno poteva porre il proprio veto contro ogni atto di Senato, assemblee o magistrati, poteva solo porre il veto alla legge, non alle misure procedurali vere e proprie. Per questi motivi, doveva essere fisicamente presente quando l'atto era presentato. Non appena il tribuno non era piu presente, l'atto poteva essere completato, come se non fosse mai stato posto un veto.
[68]
I tribuni, i soli rappresentanti del popolo, avevano l'autorita di rinforzare il diritto della
provocatio
, che rappresentava una teorica garanzia di un giusto processo, ed un precursore del nostro
habeas corpus
. Se un magistrato minacciava di compiere un'azione contro un cittadino, quel cittadino poteva richiedere la formula giuridica della
Provocatio ad populum
, che significava sottoporre la decisione del magistrato a quella di un tribuno.
[69]
Un tribuno doveva, quindi, valutare la situazione e dare al magistrato la sua approvazione prima che il magistrato potesse eseguire l'azione. A volte il tribuno portava il caso davanti al collegio dei tribuni o il
Concilium plebis
per valutarlo meglio. Qualsiasi azione intrapresa contro una valida
''provocatio''
era considerata illegale.
[70]
- In caso di estrema emergenza militare (o per altri motivi), era nominato un
dittatore
(
magister populi
) per soli sei mesi.
[71]
[72]
Il potere del dittatore sul governo di Roma era assoluto e non poteva essere controllato da nessuna istituzione o altro magistrato. E se
Cicerone
e
Tito Livio
ricordano l'utilizzo dei poteri militari durante una dittatura, altri, come
Dionigi di Alicarnasso
, ricordano l'utilizzo dei poteri per mantenere l'ordine durante la
secessione della plebe
.
[72]
Quando vi era l'estrema necessita di nominare un dittatore, il Senato emetteva un decreto (
senatus consultum
), che autorizzava i consoli a nominarne uno, il quale si insediava immediatamente. Spesso il dittatore rimaneva in carica fino a quando non era cessato il pericolo, per poi dimettersi e restituendo i poteri concessigli.
[71]
I magistrati ordinari (come consoli e pretori) rimanevano in carica, ma perdevano la loro indipendenza poiche diventavano dei subordinati del dittatore. Nel caso in cui avessero disubbidito agli ordini del dittatore, potevano anche essere costretti a dimettersi. E mentre un dittatore poteva ignorare il diritto della
Provocatio
, questo diritto, cosi come l'indipendenza dei tribuni della plebe, in teoria continuavano ad esistere anche durante il mandato del dittatore.
[73]
Il suo potere equivaleva alla somma dei poteri di due consoli insieme, senza alcun controllo sul suo operato da parte di alcun organo di governo. Cosi, quando vi era questa necessita, e come se per sei mesi Roma tornasse al
periodo monarchico
, con il dittatore che prendeva il posto dell'antico
Rex
. Egli era poi accompagnato da ventiquattro
littori
fuori dal
pomerium
[74]
e dodici al suo interno (esattamente come in precedenza accadde al re), al contrario un console da soli dodici fuori dal
pomerium
o sei al suo interno. Il normale governo era sciolto e tutto passava nelle mani del dittatore, il quale aveva potere assoluto sulla
res publica
.
[75]
Egli nominava quindi un
Magister equitum
(comandante della
cavalleria
) da utilizzare come suo giovane subordinato.
[76]
[77]
Quando le condizioni di emergenza terminavano, il normale governo costituzionale era restaurato. L'ultimo dittatore ordinario che si ricorda venne nominato nel
202 a.C.
Dopo questa data le emergenze estreme vennero gestite attraverso un decreto senatoriale (
senatus consultum ultimum
). Cio sospendeva il normale governo civile e dichiarava la
legge marziale
,
[78]
investendo i due consoli del potere dittatoriale. Ci sono molti motivi per questo cambiamento. Fino al 202 a.C., i dittatori erano spesso nominati per sedare i disordini della plebe. Nel
217 a.C.
, passo una legge che diede alle assemblee popolari il diritto di nominare i dittatori. Cio, di fatto, elimino il monopolio dell'aristocrazia (
nobilitas
), che vi era stato fino a quel momento. In aggiunta, una serie di leggi venner approvate, dove posero ulteriori controlli al potere del dittatore.
[78]
- Ogni dittatore nominava un
magister equitum
("comandante della
cavalleria
), che lo servisse come suo luogotenente.
[77]
Egli deteneva un'autorita costituzionale (
imperium
) pari ad un
pretore
, e spesso, quando era nominato un dittatore, il senato specificava che doveva essere nominato anche un
magister equitum
. Egli aveva funzioni similari ad un console, quindi subordinato al dittatore.
[79]
Quando scadeva il mandato del dittatore, allo stesso modo cessava anche quello del comandante della cavalleria.
[77]
Spesso il dittatore prendeva il comando della
fanteria
(quindi delle
legioni
), mentre al
magister equitum
rimaneva quello della cavalleria (disposta alle
ali
dello schieramento romano).
[77]
Il dittatore non era quindi eletto dal popolo, ma come abbiamo visto sopra da un console. A sua volta il
magister equitum
era un magistrato nominato direttamente dal dittatore.
[3]
Tanto che entrambi questi magistrati possono essere definiti come "magistrati straordinari".
Magistrati esecutivi in epoca alto imperiale (31 a.C. - 284 d.C.)
[
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I magistrati esecutivi dell'
alto Impero romano
erano eletti individualmente durante il
periodo imperiale
.
Esisteva di nuovo il potere dell'
imperatore
, il
princeps
(nel significato anche di
Princeps senatus
), in virtu del suo significato giuridico (
imperium
). Le due piu significative componenti di questo
imperium
erano: la
tribunicia potestas
(potere tribunizio) e l'
imperium proconsulare
(comando proconsolare).
[6]
In teoria, i poteri tribunizi (che erano simili a quelli dei
tribuni della plebe
del periodo repubblicano) diedero all'imperatore l'autorita sul governo civile di Roma, il potere proconsolare (simile a quello dei governatori militari o dei
proconsoli
, sotto la vecchia repubblica) gli diede l'autorita sopra le
forze armate
; mentre questa distinzione risulto sufficientemente evidente durante il
periodo alto imperiale
, alla fine venne perduta ed i poteri dell'imperatore divennero meno costituzionale e piu monarchici.
[7]
In virtu del suo potere proconsolare, l'imperatore deteneva il comando militare che in epoca repubblicana era stato attribuito ai magistrati piu alti in grado, vale a dire
consoli
e
proconsoli
. Tuttavia, l'imperatore non era soggetto alle restrizioni costituzionali che consoli e proconsoli avevano, come la limitazione temporale del loro mandato. L'imperatore, infatti, aveva un uso prolungato di questi poteri che non aveva precedenti.
[80]
Allo stesso non era richiesto di osservare la collegialita nel condividere il potere, non avendo un collega, e non subendone cosi un eventuale
veto
. Eventualmente gli fu attribuito un ulteriore potere che, sotto la Repubblica, spettava a solo al
Senato
o alle
assemblee popolari
, come il potere di dichiarare la guerra, il ratificare i trattati ed il negoziare con i
leader
stranieri.
[81]
I decreti proconsolari dell'imperatore, diedero allo stesso un'autorita militare al di sopra di tutti i governatori provinciali, ed anche sopra tutte le armate romane. Sotto l'alto Impero, l'Imperatore comandava, infatti, sia le province proconsolari (
non pacatae
), mentre il Senato comandava le province pretorie
pacatae
.
Il potere tribunizio gli diede, invece, un potere superiore a tutti i magistrati nell'ambito civile (anche se forse l'aspetto piu utile del potere tribunizio era il prestigio associato alla carica),
[82]
nonche il potere di presiedere e, quindi, dirigere le assemblee popolari ed il Senato.
[83]
Quando un imperatore ere investito del potere tribunizio, la sua figura e funzione diventavano sacrosanta, tanto che divenne
reato capitale
, oltraggiare o ostacolare l'imperatore, perfino parlar male dell'imperatore.
[83]
E questo potere durava per la vita, a differenza di quanto accadeva per i
tribuni della plebe
repubblicani, che avevano un mandato temporaneo.
[83]
L'imperatore aveva anche l'autorita per svolgere una serie di funzioni che, sotto la repubblica, appartenevano alla
censura
, come quella di ordinare la raccolta delle tasse, garantire i pubblici contratti, regolare la moralita pubblica (
censura
), realizzare un
censimento
, dare la
cittadinanza romana
a chiunque volesse, assegnare individui ad una classe sociale piuttosto che ad un'altra (tra
ordine senatorio
,
equestre
o
plebei
), compresa la gestione, e quindi il controllo, sull'
ordine senatorio
.
[84]
L'imperatore aveva anche il potere di interpretare le leggi e creare dei precedenti giurisprudenziali, che egli faceva emettendo
edicta
,
decreta
, o
rescripta
.
[85]
Gli
Edicta
affrontavano questioni solitamente associate con l'
esercito
, il
tesoro
o gli
approvvigionamenti di cibo
; i
decreta
erano decisioni giuridiche; i
rescripta
erano emessi in risposta alle domande importanti chieste da privati cittadini.
[85]
Se sotto la repubblica, l'
aerarium Saturni
era posto sotto il controllo del Senato, in epoca imperiale il Senato, pur mantenendone il controllo, questo diminui nel corso del tempo.
[86]
L'imperatore
Augusto
stabili due nuovi tesosri, che i futuri imperatori avrebbero controllato, chiamati
fiscus Caesaris
e
aerarium militare
. Il
fiscus Caesaris
rimpiazzo l'
aerarium Saturni
e diventarono il principale tesoro di
Roma
.
[86]
L'
aerarium militare
era di minore importanza, e la sua sola funzione significativa era di ottenere i finanziamenti per distribuire le
paghe
per l'esercito.
[87]
In aggiunta, l'imperatore controllava le
istituzioni religiose
, tanto che diveniva in automatico, come
princeps
,
Pontifex Maximus
, oltre che membro di ciascuna delle quattro principali classi sacerdotali.
[81]
Cursus honorum
delle antiche cariche magistratuali
[
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Sotto l'alto Impero, i cittadini erano divisi in tre classi, e per i membri di ciascuna classe potevano fare una ben distinta carriera politica, chiamata
cursus honorum
.
[8]
Le magistrature tradizionali erano disponibili solo per quei cittadini dell'
ordine senatorio
. Le magistrature che sopravvissero alla fine della Repubblica erano, in ordine di importanza nel
cursus honorum
: il consolato, la pretura, il tribunato plebeo, l'edilita, la questura e il tribunato militare.
[8]
Il primo passo di una carriera politica era l'elezione alla
questura
,
[8]
ed i candidati dovevano aver compiuto il ventiquattresimo anno di eta. L'elezione alla questura, permetteva di entrare ufficialmente in
Senato
. Dopo aver servito come questore, dovevano attendere almeno un anno prima di continuare la loro carriera politica ed aspirare ad una carica piu elevata, che era di
tribuno della plebe
oppure di
edile
.
[88]
Dopo aver ricoperto una di questi due uffici, dovevano attendere un altro anno prima di accedere ad una carica piu elevata, di
pretore
.
[88]
I
patrizi
potevano accedere direttamente, facendo parte della
nobilitas
, all'elezione di pretore, subito dopo quella di questore,
[88]
senza dove ricoprire in precedenza la carica di tribuno o edile. Comunque non potevano accedere alla pretura prima dei trent'anni, che fossero patrizi o
plebei
. Dopo aver ricoperto la carica di pretore, dovevano attendere due anni prima di poter accedere al
consolato
, tanto che la loro candidatura non poteva avvenire prima di aver compiuto i trentatre anni di eta.
[88]
Al termine del loro mandato, i magistrati potevano correre di nuovo per la stessa carica quasi da subito.
[88]
Se un individuo non era dell'
ordine senatorio
, poteva competere per una di queste cariche magistratuali, se gli era permesso dall'imperatore, o in altro modo, poteva essere nominato ad uno di questi uffici dall'imperatore stesso. Durante il passaggio dalla Repubblica all'Impero, nessuna magistratura perse piu potere del consolato, e cio fu dovuto al fatto che i suoi principali poteri repubblicani vennero trasferiti a quelli dell'Imperatore. Il consolato perse, inoltre, ulteriormente prestigio per il fatto che i consoli dovevano dare le dimissioni prima del termine del mandato; o che venissero nominati dall'imperatore prima del termine (33 anni), indebolendo di fatto la loro indipendenza ed il prestigio. I consoli imperiali potevano ora presiedere il Senato, legiferare come giudici in certe cause penali e avevano il controllo sopra gli spettacoli pubblici, ma l'autorita consolare non si estendeva mai al di la della amministrazione civile in Italia o nelle province senatoriali.
[89]
Augusto
proibi che si inviassero magistrati nelle province, dopo che questi avessero deposto il loro incarico; stabili che fosse assegnata un'indennita fissa ai
proconsoli
per i loro muli e tende, che normalmente erano aggiudicati pubblicamente.
[90]
Anche i pretori persero una buona parte del loro potere, avendo poca autorita al di fuori della citta.
[91]
Il pretore di Roma, il
praetor urbis
, venne posto al di sopra di tutti gli altri pretori. Per un breve periodo (sotto
Augusto
), alla pretura venne affidato il tesoro (
aerarium
).
[90]
[91]
Giulio Cesare
aveva incrementato il loro numero fino a sedici,
[89]
ma poi Augusto lo aveva ridotto a dodici. Sotto
Claudio
il numero raggiunse il suo massimo con diciotto.
[91]
I pretori presiedettero la giuria nei "tribunali permanenti" (
quaestio perpetua
).
[91]
L'irrilevanza della pretura divenne evidente quando l'imperatore
Adriano
emano un decreto (
edictum perpetuum
),
[91]
che spogliava i pretori della loro autorita di emettere editti e trasferire la maggior parte delle loro competenze giudiziarie ai Consoli o ai giudici dei tribunali distrettuali.
Sotto l'Impero, i tribuni della plebe mantennero la
sacrosanctitas
,
[92]
e, in teoria almeno, il potere di convocare, o di porre il veto, su senato e assemblee.
[92]
L'imperatore, che anch'egli deteneva la
tribunicia potestas
, era a capo del collegio dei tribuni, e se tecnicamente ciascun tribuno poteva porre il proprio veto contro un collega, nessun tribuno poteva opporsi ad una decisione dell'imperatore. Con quest'ultimo non esisteva alcun veto. Anche il potere del tribuno sulle
assemblee romane
non aveva piu significato, poiche le stesse avevano ormai perduto tutti i loro antichi poteri. Il solo potere reale che avevano era quello di porre il proprio veto conetro il Senato. I tribuni avevano anche il potere di infliggere ammende, ed i cittadini potevano sempre chiedere loro di impugnare decisioni ingiuste sia in sede penale che civile.
[92]
Quando
Augusto
divenne imperatore, venivano eletti normalmente quaranta
questori
all'anno, ma Ottaviano preferi ridurre il loro numero a venti.
[92]
Poi divise il collegio dei questori in due parti, assegnando ad una parte il compito di servire nelle province senatoriali, all'altro di gestire l'amministrazione civile a Roma.
[93]
I questori che vennero assegnati alle province (
quaestores pro praetore
) gestivano le finanze provinciali date dal senato o dall'imperatore. I due questori urbani (
quaestores urbani
) avevano autorita sul tesoro in Roma (
aerarium Saturni
), che fungeva sia da deposito per i fondi statali, sia per i documenti ufficiali. Nel
56
, i questori persero la loro autorita sul tesoro statale, ma mantennero quella sulla custodia dei documenti ufficiali.
[93]
Giulio Cesare aveva incrementato il numero di
edili
a sei, e se Augusto lo mantenne invariato, dispose che perdessero il
controllo sugli approvvigionamenti del grano
, a vantaggio di altri magistrati. Fu solo dopo aver perso il potere di mantenere l'ordine in citta, che questi divennero privi di potere e la magistratura scomparve del tutto nel corso del
III secolo
.
[92]
Magistrati esecutivi in epoca tardo imperiale (284 - 476 d.C.)
[
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|
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]
Lo spostamento della sede di governo dell'Impero romano da
Roma
a
tutta una serie di altre sedi imperiali
, ultima delle quali fu
Costantinopoli
, ridusse il
Senato romano
al limitato ruolo di semplice organo cittadino.
Diocleziano
aveva anche interrotto la pratica di ottenere una ratifica formale da parte del Senato dei poteri imperiali del nuovo imperatore. E se la
riforma tetrarchica
porto a privare il Senato di tutti i poteri legislativi, allo stesso tempo le magistrature risultarono sempre piu insignificanti.
I magistrati esecutivi erano stati ridotti a poco piu di semplici funzionari comunali, gia dagli inizi della
crisi del III secolo
, tanto che la riforma dioclezianea non fece altro che attestare uno stato di fatto. I consoli potevano solo presiedere il Senato, il pretore ed i questori potevano gestire solo i giochi pubblici, anche se il pretore conservo una certa autorita giurisdizionale, seppur limitata. Tutti gli altri magistrati scomparvero. I primi due consoli di ciascun anno (
consules ordinarii
) venivano nominati dall'Imperatore e rimanevano in carica fino al 21 aprile (giorno della nascita di Roma), tutti gli altri consoli dello stesso anno (
consules suffecti
) venivano eletti dal Senato. Quest'ultimo eleggeva pretori e questori, ma ogni elezione doveva poi essere ratificata dagli
Augusti
o
Cesari
.
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b
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Abbott 1901
, p. 8
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