Con l'espressione
Italia preistorica e protostorica
si indica quella parte della
storia d'Italia
che parte dal
Paleolitico
fino ad arrivare all'
eta del ferro
, periodo nel quale iniziano ad apparire i primi
documenti scritti
.
L'aspetto della
penisola italiana
nella preistoria era assai diverso rispetto a quella dei giorni nostri. L'alternarsi di
periodi con clima temperato
e
glaciazioni
comporto grandi cambiamenti climatici e geografici. Nei periodi piu freddi, ad esempio, l'
isola d'Elba
e la
Sicilia
erano collegate alla
penisola
italiana. Il
mare Adriatico
cominciava a bagnare le coste d'
Italia
all'altezza del
Gargano
e il resto del territorio, ora sommerso, era una fertile pianura con clima umido.
Le prime colonizzazioni umane italiane, e forse anche le prime in Europa, si trovano testimoniate ad
Apricena
, nel sito di
Pirro nord
(1 300 000 anni fa),
[1]
[2]
a
Monte Poggiolo
(850 000 anni fa), ad
Isernia
(600 000 anni fa). Non conosciamo a quale specie umana possano appartenere queste tracce. In Spagna si conoscono popolamenti umani risalenti ad almeno 1 milione di anni fa dovuti a
Homo antecessor
, specie che si pensa visse in un periodo databile tra 1,2 milioni e 800 000 anni fa. Questa specie potrebbe aver insediato altre zone europee, Italia compresa.
In Italia abbiamo testimonianze di
Homo heidelbergensis
, che si pensa vissuto fra 600 000 e 100 000 anni fa, a partire dai 500 000 anni fa, documentate dai siti di
Visogliano
e
Venosa
. A questa specie appartengono la calotta cranica dell'
uomo di Ceprano
(databile tra i 300 000 e i 500 000 anni fa
[3]
), le famose
Ciampate del diavolo
risalenti a piu di 350 000 anni fa
[4]
.
Risalente a circa 500 000 anni fa, e riccamente documentato un complesso di industrie litiche su scheggia ritrovato lungo il corso del Rio Altana a
Perfugas
nella
Sardegna
settentrionale; i ricercatori l'hanno attribuito al periodo cosiddetto
Clactoniano
arcaico, con elementi proto-levalloisiani.
[5]
La presenza dell'
Uomo di Neanderthal
e dimostrata da ritrovamenti paleoantropologici databili a circa 250 000 - 200 000 anni fa
[6]
. Non sono troppo numerosi i resti portati alla luce in
Italia
, rispetto all'
Europa
continentale, e tutti sono riconducibili al tardo
Pleistocene
. Sono circa una ventina i siti che hanno restituito testimonianze dei Neanderthal, tra cui la
grotta Guattari
a
San Felice Circeo
. Altri ritrovamenti importanti si sono avuti presso la
grotta Breuil
(sempre nel
Circeo
), il
Buco del piombo
[7]
(
CO
), la
grotta di Fumane
(
VR
), la
grotta San Bernardino
(
VI
) e l'eccezionale scoperta dell'
uomo di Altamura
, uno scheletro praticamente completo intrappolato nel calcare della grotta.
Secondo gli studiosi, la comparsa dell'
Homo sapiens
nella regione geografica italiana e databile al
Paleolitico superiore
[8]
, periodo che si estende tra i 40 000 e i 10 000 anni fa. Degli esemplari di
Aurignaziano
sono stati scoperti nella
grotta di Fumane
e risalgono a circa 34 000 anni fa. Seguono le culture dette
Gravettiana
ed
Epigravettiana
, le cui tracce sono state rinvenute in tutta la penisola
[9]
e nelle isole maggiori.
Anche in
Sardegna
le prime frequentazioni dell'
Homo sapiens
risalgono al
Paleolitico superiore
[10]
(
grotta Corbeddu
) e al
Mesolitico
(
grotta di Su Coloru
). I rinvenimenti mesolitici della Sardegna settentrionale sono ascrivibili all
Epigravettiano
indifferenziato
, importato da popolazioni giunte sull'Isola dall'
Italia continentale
a bordo di rudimentali imbarcazioni.
[11]
.
Il piu antico scheletro umano completo rinvenuto in
Sardegna
risale al periodo di transizione tra
Mesolitico
e
Neolitico
(8500 a.C. circa). Ribattezzato
Amsicora
, venne ritrovato nel 2011 a
Su Pistoccu
, nella marina di
Arbus
, a pochi metri dalla battigia della
Costa Verde
, nel sud-ovest dell'Isola
[12]
. La zona e stata oggetto di scavi piu volte in passato e ha riportato alla luce altri importanti reperti.
Nell'
Europa mediterranea
, tra cui l'Italia, la prima ondata di neolitizzazione giunse dal mare, con la diffusione della
ceramica impressa
(o cardiale), decorata con impressioni a crudo ottenute prevalentemente con la conchiglia del genere
Cardium
(da cui anche l'appellativo di ceramica cardiale), su tutte le coste del Mediterraneo occidentale, dalla
Liguria
, alla
Francia meridionale
ed alla
Spagna
.
In
Italia meridionale
la cultura neolitica della ceramica impressa si diffuse, tra la seconda meta del VI millennio a.C. e gli inizi del V, soprattutto nel
Tavoliere delle Puglie
, in
Irpinia
, e in
Basilicata
, da dove si diffuse verso nord e verso l'interno e la costa tirrenica. In
Sicilia
e presente una maggiore continuita rispetto alle locali comunita mesolitiche, in analogia a quanto si riscontra nell'area di diffusione della ceramica cardiale e vi si svilupparono una serie di culture locali nell'ambito della ceramica impressa. L'isola di Lipari venne colonizzata all'inizio del
V millennio a.C.
da genti provenienti dalla Sicilia per lo sfruttamento dei suoi giacimenti di
ossidiana
.
In
Italia centrale
la presenza dell'Appennino determino la formazione di aree culturali differenziate sul versante tirrenico e su quello adriatico, con diverse
facies
culturali che si susseguirono l'una all'altra, con parziali sovrapposizioni. In
Sardegna
lo sfruttamento dei giacimenti di
ossidiana
del
Monte Arci
porto al precoce sviluppo delle culture neolitiche, introdotte con la cultura della ceramica impressa proveniente probabilmente dall'Italia centrale tirrenica agli inizi del VI millennio a.C.
In
Italia settentrionale
la variante della cultura della ceramica impressa ligure, si affermo sulla costa della Liguria nella prima meta del VI millennio a.C. Alla fine del millennio l'area della
pianura padana
era interessata da un mosaico di culture accomunate dalla decorazione ceramica. All'inizio del V millennio a.C. il precedente mosaico culturale venne sostituito dall'unitaria
cultura dei vasi a bocca quadrata
, diffusa dalla Liguria al
Veneto
. Alla fine del millennio l'area venne progressivamente influenzata dalla
cultura di Chassey
(in Italia anche detta
cultura di Lagozza
), originaria della
Francia
che fini con il sostituire la cultura precedente
[13]
.
Lo stesso argomento in dettaglio:
Megalito
.
Al volgere del neolitico si diffonde in alcune parti d'Italia, cosi come in gran parte dell'
Europa occidentale
e
settentrionale
, il fenomeno del megalitismo, caratterizzato dalla costruzione di monumenti tratti da enormi blocchi di pietra, che si protrarra in alcuni casi sino all'eta del bronzo e oltre (come nel caso dell'
Architettura megalitica del Lazio meridionale
).
Fra le zone piu interessate sono da citare la
Sardegna
, regione italiana con il piu alto numero di monumenti megalitici
[14]
, ed ancora la
Puglia
la
Sicilia
[15]
, il
Lazio
, la
Valle d'Aosta
, il
Piemonte
e la
Liguria
.
Le costruzione caratteristiche erano i
dolmen
, i
menhir
e i
cromlech
. Inoltre, in Sardegna, in
provincia di Sassari
, si trova il singolare altare megalitico di
Monte d'Accoddi
, databile al neolitico finale-prima eta del rame.
Lo stesso argomento in dettaglio:
Ipogeo
.
Sempre collocabile in epoca tardo neolitica e l'ipogeismo, caratterizzato dalle costruzioni sotterranee, che insistera fino all'eta del bronzo.
In Sardegna sono presenti le cosiddette
domus de janas
(ossia
case delle fate
), strutture funerarie collettive scavate nella roccia databili, le piu antiche, al periodo in cui nell'isola si sviluppo la
Cultura di San Ciriaco
(Neolitico recente 3400-3200 a.C.). Con la
Cultura di Ozieri
(Neolitico finale 3200-2800 a.C.) si diffusero in tutta la Sardegna (ad eccezione della Gallura dove si prediligeva l'uso di seppellire i defunti nei circoli megalitici come quelli di
Li Muri
, presso
Arzachena
).
Altre strutture funerarie ipogeiche appaiono nell'
Italia meridionale
, cosi come a
Malta
.
[16]
La fase protostorica comprende l'
eta dei metalli
ossia il periodo che va dal
calcolitico
(o eta del rame), che inizia circa dal 3000 a.C., passando per l'
eta del bronzo
, circa 2000 a.C., fino all'
eta del ferro
, circa dal 1.200 a.C. Durante questo lasso di tempo nel territorio italiano si svilupparono numerose culture, anche di origine esogena o presentanti tratti di origine esogena, tra le quali la
cultura di Remedello
del
Rinaldone
e del
Gaudo
, la
cultura del vaso campaniforme
e la
cultura protovillanoviana
. Genti provenienti da varie regioni europee e da Oriente si stanziarono in territorio italiano senza pero sopraffare le popolazioni locali
[17]
. In alcuni casi, in particolare nelle fasi piu tarde, queste culture daranno origine alle prime entita "
nazionali
".
Nel calcolitico in Italia ebbero origine diverse culture, fra le piu importanti: la
Cultura di Remedello
(
Pianura padana
), del
Rinaldone
(
Toscana
e alto
Lazio
), del
Gaudo
(
Campania
), di
Conelle
-
Ortucchio
(
Marche
,
Abruzzo
e Lazio) e di
Laterza
-
Cellino San Marco
(
Puglia
,
Basilicata
). Si tratterebbe di piccoli gruppi di individui provenienti dall'area
egeo
-
anatolica
che si andarono ad innestare sulle locali popolazioni neolitiche
[18]
[19]
[20]
.
A questa fase risalgono le prime
statue stele
rinvenute principalmente in
Liguria
,
Piemonte
,
Valle d'Aosta
,
Val Camonica
,
Sardegna
e
Corsica
. Il ritrovamento forse piu famoso di questo periodo e quello della
mummia del Similaun
(soprannominata
Otzi
o
Oetzi
), un reperto
antropologico
scoperto sulle
Alpi Venoste
(ghiacciaio di Similaun, 3.200
m s.l.m.
) al confine fra
Italia
e la valle
Otztal
del
Tirolo
austriaco
(sul versante
italiano
, in
provincia di Bolzano
) nel
1991
. La datazione al radiocarbonio gli attribuisce un'eta di circa 5.000 anni. Questo lo pone nell'
eta del rame
, momento di transizione tra il
Neolitico
e l'
eta del bronzo
.
Sul finire del calcolitico, agli albori dell'eta del bronzo, appare in alcune zone d'Italia (Pianura padana, Toscana e alto Lazio, Sardegna e Sicilia) la
cultura del vaso campaniforme
proveniente da diverse parti dell'Europa in particolare dall'area
franco
-
iberica
e dal
centro Europa
.
Le testimonianze piu significative dell'uomo nell'eta del bronzo sono state trovate in
Sardegna
(
civilta nuragica
),
Liguria
, in
Lombardia
(
incisioni rupestri della Val Camonica
),
Trentino
e
Veneto
(
cultura di Polada
), nella
pianura padana
(
Terramare
), in
Friuli-Venezia Giulia
(
Castelliere
) e nell'Italia centro-meridionale (
facies di Palma Campania
,
cultura appenninica
).
Nella tarda eta del bronzo appaiono in Italia nuove forme culturali di ispirazione centroeuropea (
cultura dei campi di urne
) come le culture di
Canegrate
e
Golasecca
e la
cultura protovillanoviana
, diffusasi in larga parte della penisola.
Fra le piu importanti espressioni culturali nate in Sicilia nel corso dell'eta del bronzo sono da segnalare le culture di
Castelluccio
(antica eta del bronzo) e di
Thapsos
(media eta del bronzo) entrambe originatesi nella parte sud-orientale dell'isola. In queste culture, in particolare nella fase di Castelluccio, sono evidenti gli influssi provenienti dall'
Egeo
dove fioriva la
civilta elladica
.
Di respiro occidentale (iberico-sardo) e la cultura del vaso campaniforme nota in diversi siti della costa occidentale dell'isola, occupata precedentemente dalla cultura della Conca d'Oro. A questo periodo si riferisce un'ulteriore "cultura", appena indiziata, riconoscibile per l'utilizzo a scopo funerario di piccoli manufatti in forma di
dolmen
presenti un po' ovunque nell'isola (se ne trovano nell'area del palermitano, dell'agrigentino, del nisseno, del ragusano, del siracusano e, come ultima segnalazione, nel catanese)
[21]
. Nella tarda eta del bronzo, la Sicilia nord-orientale mostra i segni di una osmosi culturale con le popolazioni della penisola che portano alla comparsa dell'aspetto
protovillanoviano
(
Milazzo
), connesso, forse, all'arrivo dei
Siculi
[22]
.
Le vicine
isole Eolie
vedranno il fiorire nell'eta del bronzo delle culture di Capo Graziano e del Milazzese e successivamente dell'Ausonio (divisa in due fasi I e II).
[23]
Nata e sviluppatasi in
Sardegna
e diffusasi anche nella
Corsica
meridionale, la civilta nuragica abbraccia un periodo di tempo che va dalla prima
eta del bronzo
(dal
1.700 a.C.
) al
II secolo
d.C., ormai in piena
epoca romana
. Deve il suo nome alle caratteristiche
torri nuragiche
che costituiscono le sue vestigia piu eloquenti e fu il frutto dell'evoluzione di una preesistente
cultura megalitica
, costruttrice di
dolmen
,
menhir
e
domus de janas
.
[
senza fonte
]
Le torri nuragiche sono unanimemente considerate come i monumenti megalitici piu grandi e meglio conservati d'
Europa
. Sulla loro effettiva funzione si discute da almeno cinque secoli e tanti restano ancora gli interrogativi da chiarire: c'e chi li ha visti come
tombe
monumentali
e chi come
case di giganti
, chi
fortezze
,
forni
per la
fusione
di metalli,
prigioni
e chi
templi
di culto
del
sole
.
[
senza fonte
]
Popolo di guerrieri e di navigatori, i sardi commerciavano con gli altri popoli
mediterranei
. In tantissimi complessi nuragici sono stati infatti rinvenuti oggetti di particolare pregio come perle di ambra baltica, bronzetti raffiguranti probabilmente scimmie e animali africani, una grande quantita di
lingotti di rame a pelle di bue
, armi e oggetti di foggia orientale, ceramiche micenee.Tali elementi evidenziano un carattere di questa cultura non chiuso in se stesso ma caratterizzato da forti scambi culturali e commerciali con gli altri popoli del tempo.
[
senza fonte
]
Recenti studi evidenziano una forte probabilita che tra i
Popoli del Mare
che attaccarono l'Egitto di Ramses III, gli "
Shardana
" fossero i Sardi. In tal senso conducono anche studi condotti in Israele dall'archeologo Adam Zertal dell'Universita di Haifa: gli scavi di
El-Ahwat
hanno rivelato alcuni parallelismi culturali con la Sardegna nuragica. Il sito israeliano sembra, a detta dello studioso, essere stato costruito da persone che hanno avuto connessioni con, o comunque conosciuto, la cultura nuragica.
[
senza fonte
]
La civilta dei sardi ha prodotto non solo i caratteristici complessi nuragici, ma anche innumerevoli strutture architettoniche come ad esempio: gli enigmatici templi chiamati
pozzi sacri
che si presume fossero dedicati al culto delle acque in relazione ai cicli lunari ed astronomici, le
tombe dei giganti
, i templi a Megaron, alcune strutture di carattere giuridico e sportivo e delle particolari
statuine in bronzo
, estremamente raffinate per il tempo.
[
senza fonte
]
Queste ultime sono state rinvenute anche nella
penisola
, in alcune importanti tombe
villanoviane
-
etrusche
, in posizione di grande rilevanza, facendo denotare forti legami culturali e forse dinastici tra la civilta nuragica e quella etrusca. Inoltre, non va dimenticata la scoperta, negli
anni settanta
, di piu di 30 statue in arenaria chiamate i
Giganti di Mont'e Prama
, recentemente restaurate e risalenti all'
VIII secolo a.C.
circa, anche se la datazione precisa e ancora incerta (secondo alcune proposte precederebbero la
statuaria greca
di alcuni secoli), che rappresentano il simbolo indiscusso di grandezza e splendore di questa civilta, che mostra avanzate capacita in diversi campi, arte compresa.
[
senza fonte
]
Per molto tempo quella nuragica e stata quindi una delle piu importanti del
mediterraneo occidentale
e in seguito ha convissuto con altre civilta estranee giunte sull'isola, come quella
fenicia
, quella
punica
e quella
romana
, senza mai pero essere assorbita completamente da queste. Cio evidenzia il fatto che la radice culturale nuragica doveva avere un'identita molto forte e ben tramandata.
[
senza fonte
]
La cultura di Polada (localita del comune di
Lonato del Garda
in
provincia di Brescia
) fu un orizzonte culturale esteso dalla Lombardia orientale e il Veneto fino all'Emilia e la Romagna, formatosi nella prima meta del
II millennio a.C.
forse per il sopraggiungere di nuove genti dalle regioni transalpine della
Svizzera
e della
Germania
meridionale.
Le abitazioni erano in genere su
palafitta
; l'economia era caratterizzata da attivita agricole e pastorali, praticate erano inoltre la cacciagione e la pesca nonche la metallurgia del rame e del bronzo attraverso il quale si producevano asce, pugnali, spilloni, ecc. Le ceramiche erano grezze di colore nerastro.
[24]
Viene succeduta nella media eta del bronzo dalla "
facies delle palafitte e degli abitati arginati
".
Lo stesso argomento in dettaglio:
Terramare
.
Un'altra importante cultura del
Nord Italia
, prima dell'arrivo dei
Celti
, fu quella conosciuta come
Terramare
che rappresenta la colonizzazione, da parte delle popolazioni
poladiane
o di una nuova popolazione proveniente dall'area
ungherese
[25]
, dei territori a sud del
Po
. Si sviluppo nell'
eta del bronzo
medio e recente, tra il
XVII
e il
XIII secolo a.C.
. La sua denominazione deriva dal termine "terramarna", marniere della pianura emiliana utilizzate nel
XIX secolo
come bacini di approvvigionamento di terreno fertile, formatesi proprio sul deposito archeologico degli insediamenti protostorici in ambiente semiumido.
Gli insediamenti scoperti su molta parte della Pianura padana tra Lombardia, Veneto occidentale e Emilia (specialmente lungo il corso del
Panaro
, tra
Modena
e
Bologna
), sono costituiti da villaggi di
legno strutturale
su
palafitte
costruite secondo uno schema ben definito.
Erano di forma quadrangolare, costruiti sulla terraferma su spazi circondati da argine/terrapieno e fossato, generalmente in vicinanza di un corso d'acqua, con strade intersecantesi ad angolo retto, secondo un progetto non casuale che denota il carattere di un insediamento fortificato. Le terramare dell'
Emilia
sono l'espressione dell'attivita commerciale nell'eta del bronzo. Sono insediamenti lungo una via che attraversava le
Alpi
nella
Val Camonica
e giungeva alle sponde del
Po
; qui venivano costruite le terramare che fungevano da depositi e punti di partenza delle merci costituite da
ambra
dal
Mar Baltico
, e
stagno
dai
monti Metalliferi
, con direzione lungo il Po fino alla foce e all'
Adriatico
, verso il
mar Mediterraneo
orientale, il
mar Egeo
,
Creta
, l'
Asia Minore
, la
Siria
, l'
Egitto
.
La cultura materiale, soprattutto per quanto riguarda la ceramica e gli oggetti in bronzo, richiama le culture danubiano-balcaniche e transalpine tra cui la
cultura di Unetice
[26]
. I morti venivano principalmente
cremati
.
La civilta appenninica era una cultura della media
Eta del bronzo
(1600-1200 a.C. circa), divisa in tre fasi cronologiche principali:
Proto-Appenninica
,
Appenninica
e
Sub-Appenninica
, che si estendeva principalmente in tutto l'arco
appenninico
abbracciando quindi gran parte dell'Italia centrale e meridionale con avamposti nelle Eolie e nelle aree costiere della Sicilia nord-orientale. La sua economia era caratterizzata principalmente dalla pastorizia legata a pratiche di
transumanza
.
[27]
La cultura dei castellieri si sviluppo in
Istria
nell'eta del bronzo medio per espandersi successivamente in
Friuli
(
cjastelir
in
friulano
),
Venezia Giulia
,
Dalmazia
e zone limitrofe. Duro oltre un millennio (dal
XV secolo a.C.
al
III secolo a.C.
circa) ed ebbe termine solo con la conquista romana. Prende il nome dai borghi fortificati che sorsero un po' ovunque nella sua zona di diffusione e definiti per l'appunto Castellieri.
A dare vita alla cultura dei castellieri fu un gruppo etnico di incerta origine ma probabilmente
pre-indoeuropeo
e sicuramente proveniente dal mare. I primi castellieri furono infatti costruiti lungo le coste istriane e presentano un curioso fenomeno di megalitismo riscontrabile in quello stesso periodo nel mondo miceneo. Purtuttavia, essendo questo stesso fenomeno diffuso in molte zone del
Mediterraneo
, non e stato possibile determinare con certezza la provenienza egea di tale popolazione; le ipotesi avanzate su una sua origine illirica non sono parimenti avvalorate dai reperti in nostro possesso. Va anche segnalato che un'etnia propriamente
illirica
inizio a formarsi in Europa solo attorno al
X secolo a.C.
I Castellieri erano dei borghi fortificati, generalmente situati su montagne e colline o, piu raramente, in pianura (Friuli sud-orientale), e costituiti da una o piu cinte murarie concentriche, dalla forma rotonda, ellittica (Istria e Venezia Giulia), o quadrangolare (Friuli), all'interno delle quali si sviluppava l'abitato. In Istria, Friuli e Venezia Giulia sono rimaste alcune centinaia di castellieri fra cui quello di Leme, in Istria centro-occidentale, degli Elleri, nei pressi di
Muggia
, di Monte Giove, in prossimita di
Prosecco (Trieste)
e di S. Polo, (o della Gradiscata) non lontano da
Monfalcone
. Ma forse il castelliere piu importante e popoloso era quello di Nesactium (Nesazio), nell'Istria meridionale, a pochi chilometri da
Pola
.
La cosiddetta "cultura Protovillanoviana", databile alla fase finale dell'eta del bronzo (1150-1000 a.C. circa), rappresenta verosimilmente la prima irruzione di
popolazioni italiche
nella penisola italiana
[28]
. Non e ancora chiaro se la comparsa di questa cultura sia da attribuire a nuovi gruppi giunti da oltralpe (valle
danubiana
) o sia piuttosto da derivare dalle Terramare padane che scompaiono improvvisamente intorno al 1200 a.C.
[29]
.
La principale caratteristica del "
protovillanoviano
" erano le
sepolture
ad
incinerazione
, nelle quali le ceneri del defunto erano ospitate in
urne cinerarie
: la pratica funeraria ha somiglianze con gli aspetti della "
eta dei campi di urne
" della pianura
danubiana
. Anche per quanto riguarda l'aspetto della cultura materiale, soprattutto nella
metallurgia
, sono forti i richiami alle culture
mitteleuropee
sue contemporanee.
La societa era inizialmente poco differenziata, dedita all'agricoltura e all'allevamento, ma progressivamente le attivita artigianali specializzate (specialmente la
metallurgia
e la
ceramica
) generavano accumulo di ricchezza e gli inizi di una
stratificazione sociale
in particolare nell'area tirrenica tosco-laziale.
A partire dal 900 a.C. circa questa cultura, che si mantenne generalmente omogenea in tutto il territorio, subisce un processo di
regionalizzazione
che favorisce la nascita di tante
facies
locali tra le quali la
civilta atestina
,
laziale
e quella
villanoviana
.
La cultura di Canegrate si sviluppa a partire dall'
eta del bronzo
media (
XIII secolo a.C.
) fino ad arrivare all'
eta del ferro
, nella
pianura padana
in
Lombardia
occidentale, in
Piemonte
orientale e in
Canton Ticino
e prende il nome dalla localita di
Canegrate
dove nel
XX secolo
furono fatti dei ritrovamenti (circa cinquanta tombe con ceramiche e oggetti metallici). E tra i siti piu ricchi dell'
Italia settentrionale
.
Fu portato alla luce nel
1926
, presso il rione Santa Colomba, e scavato sistematicamente tra il marzo
1953
e l'
autunno
1956
.
La
terracotta
della cultura di Canegrate e molto rassomigliante a quella utilizzata nello stesso periodo a
Nord
delle
Alpi
(
Provenza
,
Savoia
,
Isere
,
Vallese
, Gruppo
Reno
-
Svizzera
-
Francia
orientale). Probabilmente era una popolazione di guerrieri proveniente dall'
Europa centrale
, scesa in
Pianura Padana
attraverso i
valichi
alpini
svizzeri
ed il
Canton Ticino
e si pensa ad una continuita linguistica del canegratese anche durante l'
eta del ferro
[30]
.
Originatasi nel periodo di transizione fra l'eta del bronzo e quella del ferro la cultura di Luco-Meluno occupava il
Trentino
e parte dell'
Alto Adige
. Venne succeduta, ormai nella piena eta del ferro, dalla
cultura di Fritzens-Sanzeno
associata ai
Reti
.
Dopo una certa omogeneita raggiunta nella tarda eta del bronzo con la comparsa del
protovillanoviano
, l'
eta del ferro
in Italia e contraddistinta da numerosi aspetti culturali che saranno alla base delle realta etniche note in eta storica:
Latini
,
Veneti
,
Leponzi
,
Piceni
,
Etruschi
ecc.
[31]
.
La cultura di Golasecca si sviluppo a partire dall'
eta del bronzo
finale, nella
pianura padana
e prende il nome dalla localita di
Golasecca
, presso il
Ticino
dove, agli inizi del
XIX secolo
, l'abate
Giovanni Battista Giani
effettuo, nell'area del Monsorino, i primi ritrovamenti (circa cinquanta tombe con ceramiche e oggetti metallici).
Le sue testimonianze materiali si trovano sparse in un ampio territorio di 20.000 km² a sud delle Alpi, compreso tra i fiumi
Po
,
Serio
e
Sesia
delimitato a nord dai valichi alpini.
Nel territorio della Cultura di Golasecca sono state effettuate scoperte che hanno modificato sensibilmente la conoscenza della
protostoria
europea. Vi sono state ritrovate, ad esempio, le piu antiche
iscrizioni
in
lingua celtica
.
Dal punto di vista archeologico sono attribuiti alla Cultura di Golasecca i ritrovamenti databili dal
IX
al
IV secolo a.C.
Tuttavia le origini di questa cultura si riallacciano direttamente alle precedenti fasi dell'
eta del bronzo
recente (
Cultura di Canegrate
,
XIII secolo a.C.
) e finale (
Cultura del Protogolasecca
, dal
XII
al
X secolo a.C.
). Parimenti gli studi effettuati negli ultimi anni (in particolar modo gli studi cronologici condotti da
R.C. de Marinis
) hanno dimostrato una notevole continuita culturale anche dopo la grande invasione dei
Galli
Transalpini del 390/80 a.C.
A Golasecca la cultura fiori particolarmente per le favorevoli circostanze geografiche. Qui infatti il Ticino sbocca dal
Lago Maggiore
, e questo agevolo lo sviluppo del commercio di sale, in cui gli abitanti di Golasecca facevano da tramite tra
Etruschi
e la
Cultura di Hallstatt
(Austria). Le mediazioni commerciali si allargarono poi fino ad includere il mondo greco (
olio
e
vino
, oggetti di
bronzo
,
ceramica attica
,
incenso
e
corallo
) e il mondo transalpino (
stagno
e
ambra
proveniente dal
Baltico
).
All'interno del territorio "golasecchiano", oggi compreso in due regioni italiane (
Lombardia
e
Piemonte
) e la
Svizzera
si osservano alcune zone che presentano una maggiore concentrazione di ritrovamenti. Esse coincidono, in maniera significativa, con i territori occupati da quei gruppi tribali i cui nomi sono riportati dagli storici e geografi latini e greci:
La cultura di Golasecca e nota principalmente per le usanze funebri, benche negli ultimi anni siano aumentati gli scavi nelle aree di abitato.
Le aree funerarie erano distinte da quelle insediative e spesso erano collocate lungo le vie di comunicazione, talora in prossimita di torbiere e aree paludose non destinate ad usi agricoli.
Le sepolture piu importanti erano probabilmente collocate in posizioni piu elevate e potevano essere circondate da circoli o allineamenti di pietra, definiti, in maniera impropria, "
Cromlech
", per le somiglianze con le omonime strutture megalitiche. Talora piu sepolture si succedevano all'interno della stessa struttura, probabilmente in ragione di vincoli familiari.
Una tomba, a
Pombia
, ha restituito i resti della piu antica
birra
con
luppolo
del mondo
[32]
.
I Camuni erano un antico popolo di origine incerta (secondo
Plinio il Vecchio
erano
euganei
, secondo
Strabone
Reti
) attestato in
Val Camonica
nell'
eta del ferro
, anche se gruppi umani dediti principalmente alla
caccia
, alla
pastorizia
e all'
agricoltura
erano presenti nell'area gia nel
Neolitico
.
La civilta camonica preistorica ebbe la sua massima fioritura nel corso dell'
eta del ferro
, grazie alle numerose miniere presenti in Val Camonica. Il grandissimo interesse storico di questa civilta e dovuto anche alle numerosissime
incisioni rupestri
rinvenute, oltre duecentomila, che fanno della Val Camonica uno dei piu importanti siti di arte rupestre del mondo. Esse coprono un periodo che va dall'
Epipaleolitico
al
Medioevo
. Uno tra i
petroglifi
piu famosi e la cosiddetta
rosa camuna
, che e stato adottato come simbolo ufficiale della regione
Lombardia
.
La civilta atestina si sviluppo in Veneto nella prima meta del
I millennio a.C.
ed ebbe come maggiore centro la citta di
Este
. Nelle necropoli, recintate in genere da muretti a secco, i defunti venivano incinerati, ovvero
cremati
, e le ceneri erano raccolte in urne di forma biconica (nelle fasi piu antiche) vicino alle quali in alcuni casi erano inumati nella nuda terra e senza corredo i resti dei servi; nelle aree funerarie sono stati ritrovati anche sepolture di
equini
, talvolta assieme a resti umani (forse i padroni) talvolta in sepolture singole come ad Este
[33]
. Per quanto riguarda la cultura materiale sono da segnalare le
situle
in bronzo.
[34]
. Da questa cultura traggono origine i
Veneti
.
Il nome deriva dalla localita di
Villanova
(frazione di
Castenaso
) nei pressi di
Bologna
, dove fra il
1853
ed il
1856
Giovanni Gozzadini
(
1810
?
1887
) ritrovo i resti di una necropoli con urne cinerarie.
Succedette durante l'eta del ferro alla
cultura protovillanoviana
nel territorio della
Toscana
e dell'alto
Lazio
, dell'
Emilia
(in particolare il bolognese), della
Romagna
(in particolare
Verucchio
), a
Fermo
nelle
Marche
e alcune aree della
Campania
.
Della precedente cultura conserva vari aspetti tra cui la tradizione della cremazione del defunto. E considerata la fase piu antica della
civilta etrusca
,
[35]
[36]
[37]
[38]
[39]
i centri villanoviani saranno conosciuti in seguito come citta etrusche.
Diffusa nel Lazio centro-meridionale a sud del
Tevere
, a partire dalla media eta bronzo,
[40]
viene considerata la cultura che diede origine all'
ethnos latino
. La pratica funeraria prevedeva la cremazione del defunto, le ceneri venivano deposte in urne a forma di capanna.
[41]
La cultura di Terni,
facies
protostorica, fu diffusa nel territorio dell'
Umbria
sud-orientale tra la tarda
eta del bronzo
e la prima
eta del ferro
(X secolo a.C. - VII sec. a.C.).
[42]
E associata alla
etnogenesi
dei Protoumbri. Nella cultura di Terni e attestato prevalentemente l'inumazione, caratteristico dei riti funerari delle genti di etnia umbra.
[43]
La civilta picena interesso nell'eta del ferro tutto il territorio delle attuali
Marche
e dell'
Abruzzo
settentrionale.
Le testimonianze lasciate da questa civilta sono molto ricche e fortemente caratterizzate, specie nella scultura, anche monumentale, nell'arte figurativa, che presenta una notevole fantasia nelle figure ed una tendenza all'
astrattismo
, nell'originalita delle forme della ceramica, nell'abbondante uso dell'
ambra
, nella grande varieta di armi, nei vistosi corredi femminili. La lingua della maggior parte delle iscrizioni e italica ed e detta
Sudpiceno
; in quattro iscrizioni e attestata invece l'enigmatica
Lingua di Novilara
. Il rito funerario (come nella piu meridionale
Fossakultur
) prevedeva l'inumazione del defunto, in numerosi casi accompagnato da un ricco corredo.
I ritrovamenti danno prova dei diversi influssi culturali subiti da questa civilta: villanoviani, come per le altre culture della Penisola, atestini, balcanici e in epoca piu tarda greci ed etrusco-italici.
[44]
La civilta picena si sviluppo tra IX e VI secolo a.C. Nel III secolo i
galli senoni
invasero la parte settentrionale del territorio piceno e gradatamente, a contatto con i Piceni e con i Greci di
Ancona
, la loro cultura subisce un'evoluzione, dissolvendosi in una
koine
celto-greco-italica, dove l'elemento celtico rimase immutato solo per cio che riguarda l'armamento
[45]
. Come le altre culture della penisola, la civilta picena fu poi gradualmente assorbita dalla civilta romana.
[46]
In
tedesco
nota come
Fossakultur
, era estesa a gran parte dell'
Italia meridionale
tirrenica e parte di quella centrale nella prima meta del
I millennio a.C.
, deve il suo nome alle sepolture ad inumazione (in particolare nel sud).
Appartengono alla Fossakultur le necropoli di
Ischia
,
Cuma
, della
valle del Sarno
,
Locri
, e di Torre Galli
[47]
.
Facies
culturale dell'eta del ferro sorta in
Puglia
ad opera dagli
Iapigi
(divisi in Dauni, Peucezi e Messapi), popolazione di origine balcanica. E famosa per le sue ceramiche decorate in stile geometrico.
[48]
Le informazioni sulle genti abitanti la penisola in epoca preromana sono, in taluni casi, incomplete e soggette a revisione continua. Popolazioni di ceppo indoeuropeo, trasferitesi in
Italia
dall'Europa Orientale e Centrale in varie ondate migratorie (
veneti
, umbro-sabelli,
latini
, ecc.), si sovrapposero ad etnie pre-indoeuropee gia presenti nell'attuale territorio italiano, o assorbendole, oppure stabilendo una forma di convivenza pacifica con esse. Presumibilmente, queste migrazioni ebbero inizio in
eta del bronzo
medio (e cioe attorno alla meta del
II millennio a.C.
) e si protrassero fino al
IV secolo a.C.
con la discesa dei
Celti
nella pianura padana.
Fra i popoli di eta preromana, meritano una particolare menzione gli
Etruschi
che, a partire dal
X secolo a.C.
, inizio della
fase villanoviana
,
[36]
[37]
[38]
[39]
svilupparono una civilta complessa, evoluta e raffinata che influenzo enormemente
Roma
e il mondo latino. Gia attorno alla meta del VI secolo, riuscirono a creare una forte ed evoluta federazione di citta-stato che andava dalla
Pianura Padana
alla Campania e che comprendeva anche
Roma
e il suo territorio.
In Italia settentrionale, accanto ai
Celti
(comunemente chiamati
Galli
), troviamo i
Liguri
(originariamente non indoeuropei poi fusisi con i Celti) stanziati in
Liguria
e parte del
Piemonte
, nella fascia costiera dell'attuale Francia meridionale fino a poco oltre l'attuale confine spagnolo, mentre nell'Italia nord-orientale vivevano i
veneti
(paleoveneti) di probabile origine
illirica
o, secondo alcune fonti, provenienti dall'
Asia Minore
, mentre alcuni studiosi sostengono una calata dall'attuale
Polonia
.
Nell'Italia piu propriamente peninsulare accanto agli
Etruschi
, cui abbiamo gia accennato, convivevano tutta una serie di popoli, in massima parte di origine indoeuropea, definiti Italici fra cui:
Umbri
in
Umbria
;
Latini
,
Sabini
,
Ernici
,
Falisci
,
Volsci
ed
Equi
nel
Lazio
;
Piceni
nelle
Marche
ed in
Abruzzo
Settentrionale;
Sanniti
nell'
Abruzzo
Meridionale,
Molise
e
Campania
;
Dauni
,
Messapi
e
Peucezi
(che formano gli
Apuli
o Iapigi) in
Puglia
;
Lucani
e
Bruzi
nell'estremo Sud;
Siculi
,
Elimi
e
Sicani
in
Sicilia
.
La
Sardegna
era abitata invece, fin dal II millennio a.C., da varie etnie che diedero vita alla civilta nuragica; le piu importanti delle quali erano i
Balari
, gli
Iolei
e i
Corsi
. Questo insieme di popoli venivano denominati genericamente "Sardi" che secondo alcuni sono identificabili con il misterioso popolo dei
Shardana
, uno dei
Popoli del Mare
che attaccarono il faraone
Ramses III
.
Alcune di queste popolazioni, stanziate nell'
Italia meridionale
e nelle isole, si troveranno a convivere, dall'
VIII
fino al
III secolo a.C.
, con le colonie Greche e Fenicie (Puniche) successivamente assorbite dallo stato romano.
Fra le popolazioni citate, oltre agli
Etruschi
, di cui si e gia parlato, ebbero un ruolo importante in epoca preromana e romana i
Sanniti
, che riuscirono a costituire un'importante federazione in una vasta area dell'Italia
appenninica
e che contrastarono lungamente (ed eroicamente) l'espansione romana verso l'Italia meridionale.
Nell'area laziale, invece, un posto a se stante meritano i
Latini
protagonisti, assieme ai
Sabini
, della primitiva espansione dell'Urbe forgiatori, insieme agli
Etruschi
ed ai popoli italici piu progrediti (
Umbri
,
Falisci
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