L'
improvvisazione
in musica e un'attivita estemporanea, durante la quale l'improvvisatore produce un materiale sonoro non stabilito in precedenza. L'improvvisazione puo avvenire all'interno di una struttura prestabilita (dunque non improvvisata) oppure no. Puo essere idiomatica, cioe legata a un certo stile musicale, o non idiomatica, cioe deliberatamente contrapposta a convenzioni stilistiche. L'improvvisazione
jazz
(
mainstream
) e un tipico esempio di improvvisazione strutturata e idiomatica, in cui il solista inventa una
melodia
estemporanea utilizzando un linguaggio consolidato all'interno della struttura di uno
standard
.
L'idea di improvvisazione risale ad epoche remote. E praticamente certo che nella musica occidentale la pratica improvvisativa era molto presente (e forse costituiva la parte dominante dell'esecuzione musicale) nell'epoca che va dalle origini alla codifica
gregoriana
della musica sacra. Nell'
ars antiqua
, prima della
polifonia
vera e propria, era praticata la forma dell'
organum
, in cui alla melodia gregoriana (
vox principalis
) veniva sovrapposta una seconda voce (
vox organalis
), di solito improvvisata, che l'accompagnava in forma libera ad intervalli variabili per poi concludere all'unisono.
Anche nei secoli seguenti la pratica improvvisativa fu sempre presente: ad esempio, certe
forme musicali
classiche
sono basate sull'improvvisazione, come i
preludi
, le
toccate
, le
fantasie
: la
Fantasia
e
fuga
in sol minore (BWV 542) o la fuga a 3 che apre l'
Offerta musicale
(BWV 1079) di
Johann Sebastian Bach
sono probabilmente improvvisazioni trascritte successivamente su
spartito
.
Molti grandi
clavicembalisti
e
organisti
dal
XVI secolo
fino al
XVIII secolo
furono maestri dell'arte improvvisativa, ad esempio
Giovanni Gabrieli
,
Girolamo Frescobaldi
,
Dietrich Buxtehude
e
Johann Sebastian Bach
. Non era raro assistere anche a gare di improvvisazione (ad esempio, fra
Wolfgang Amadeus Mozart
e
Muzio Clementi
oppure tra
Domenico Scarlatti
e
Georg Friedrich Handel
). Il giovane
Ludwig van Beethoven
, pianista a Vienna, partecipava a serate in cui si tenevano gare di improvvisazione. Fino all'inizio del XIX secolo i compositori lasciavano talvolta spazio all'improvvisazione nei loro spartiti, indicando una
cadenza
, cioe una parte melodica che doveva essere sviluppata dal solista; diversamente da altre forme d'improvvisazione, questa veniva spesso scritta dal solista stesso prima del concerto.
Dal 1800 in poi nella musica classica moderna (escludendo l'avanguardia) ed in generale nella musica colta occidentale l'improvvisazione e venuta ad essere considerata secondaria rispetto alla fedelta dell'interpretazione di quanto scritto nelle
partiture
.
In seguito nella tradizione
jazzistica
questa visione viene stravolta: gli spartiti vengono messi in secondo piano (spesso sono solo canovacci di accordi e melodie principali, oppure non esistono proprio), e quello che dona il senso ad un'esecuzione e la sensibilita del musicista che improvvisa la sua "creazione estemporanea".
Molto spesso i brani eseguiti sono noti e diffusi nell'ambiente jazzistico (i cosiddetti
standard
), utilizzati come traccia comune per l'improvvisazione, singola o collettiva, e possono essere modificati al punto da risultare quasi irriconoscibili rispetto alle versioni precedenti.
Questo richiede una condivisione delle convenzioni musicali da parte dei musicisti e, oltre all'inventiva, una notevole padronanza dello
strumento musicale
e dell'
armonia
(derivate dallo studio teorico) da parte del jazzista.
La trattazione delle numerose tecniche (sostituzioni di accordi, nuove scale, pattern, frasi spostate di semitoni, eccetera), gli stili e le modalita di improvvisazione che si sono sviluppati nel tempo e materia molto estesa e di difficile classificazione.
Semplificando, si possono distinguere le seguenti categorie improvvisative:
- parafrasi (lievi modifiche del
tema musicale
)
- creazione di melodie originali (sviluppate seguendo l'armonia)
- creazione libera (il musicista non fa riferimento a regole o armonie).
Un po' piu moderno e il tipo di improvvisazione di molti gruppi musicali rock degli anni sessanta e settanta. Da
Jimi Hendrix
ai
Cream
, dai
Led Zeppelin
ai
Deep Purple
, le parti strumentali venivano sovente dedicate agli
assolo
di chitarra o tastiera, dove il musicista, nei concerti dal vivo, variava la propria parte strumentale rispetto a quella contenuta nell'album registrato in studio.
Con l'avvento del
rock progressivo
, nonostante gli ampi spazi dedicati agli strumenti, l'improvvisazione degli assolo venne ridimensionata per via della perfezione (probabilmente giudicata tale dai compositori) delle parti strumentali registrate in studio. Un esempio lampante e rappresentato dal solo di
Steve Hackett
nel brano "Firth of Fifth" dei
Genesis
, contenuto nell'album
Selling England by the Pound
. Tuttavia, i pionieri del progressive anni settanta, i
King Crimson
, in particolare nel periodo '74-'75, dedicarono ampio spazio all'improvvisazione. Brani come "Starless and Bible Black" o "The Mincer", contenuti nell'album
Starless and Bible Black
, erano frutto delle improvvisazioni eseguite durante i concerti. I bootleg che testimoniano l'attivita concertistica del gruppo in quel periodo ne sono un chiaro esempio
[1]
, cosi come il cofanetto
The Great Deceiver
(dove i brani improvvisati presentano un titolo ciascuno, tuttavia, nella maggior parte dei casi, non si tratta ne di canzoni presenti negli album, ne verranno riproposti nei live successivi).
Anche
Frank Zappa
amava dirigere il proprio complesso come se fosse un direttore d'orchestra e un esempio puo essere quello del live al Roxy nel 1973
[2]
.
Fra i piu celebri musicisti con notevoli capacita di improvvisare, degno di nota e il
jazzista
statunitense
Bobby McFerrin
, che nei suoi live diverte e coinvolge il pubblico con grande maestria, lasciando talvolta le redini del
brano
ad un componente del pubblico stesso
[2]
.
L'improvvisazione tematica, tipica del
Dixieland
, e una delle forme piu semplici e tradizionali di improvvisazione e si basa su uno sviluppo melodico che segue le progressioni e le modulazioni armoniche (in sostanza lo schema degli
accordi
) del brano.
Il solista suona su uno o piu giri armonici del tema, producendosi in
variazioni
e
parafrasi
del tema, usando le note delle
scale musicali
associate a ciascun accordo.
Non e difficile eseguire assoli in questo modo, ma e molto facile cadere nella ripetizione e nella monotonia, e solo grandi artisti riescono a non annoiare seguendo questa linea improvvisativa.
Un esempio e lo stile di
Louis Armstrong
che si basava sulla modifica e le variazioni del tema principale.
[
senza fonte
]
Un nuovo impulso alla tecnica dell'improvvisazione fu data dall'adozione, soprattutto da parte dei protagonisti della rivoluzione
bebop
(e tra i massimi
Dizzy Gillespie
e
Charlie Parker
) di tecniche d'improvvisazione fondate principalmente sull'impianto armonico del pezzo. Il solista che adotta questo stile si svincola completamente dal materiale tematico e sviluppa il suo assolo principalmente basandosi sulla progressione degli accordi del brano (progressione che puo essere la stessa del tema o essere differenziata nella sezione solistica). In aggiunta, ogni accordo puo subire delle piccole variazioni (sostituzioni armoniche) o anche dalla consuetudine e dall'evoluzione negli anni del linguaggio jazzistico.
Un approccio molto originale all'improvvisazione armonica fu quello perseguito, con largo anticipo sui bopper (che furono da lui influenzati), dal pianista
Art Tatum
che nella maggior parte delle sue esecuzioni, mantiene la melodia sostanzialmente invariata, mentre improvvisa nuove
armonie
e impianti accordali.
In questo stile, il ricorso ai
cromatismi
e molto frequente e nell'impianto complessivo dei pezzi, si nota una minore attenzione alla melodia (accade che il tema sia a volte un mero pretesto per lanciare l'improvvisazione, specialmente nell'opera di Parker) e agli arrangiamenti, mentre si esaspera la ricerca armonica e il ricorso ad accordi piu esotici (di tredicesima, diminuiti etc.) rispetto al periodo precedente.
Nel jazz il solista resta comunque vincolato al giro armonico del brano (esposto normalmente dal pianoforte) e da qui - dato il numero limitato di strutture in uso - la tendenza compositiva a costruire progressioni armoniche sempre piu complesse, cui reagira il movimento
modale
.
Dal punto di vista tecnico questo stile continua a prevalere per la maggior parte degli
anni cinquanta
ed e quello adottato ad esempio dalla prima maniera del quintetto di
Miles Davis
, ed e tuttora il favorito (assieme allo stile modale) del
mainstream jazz
, del
pop
e del
rock
.
≪La musica era diventata troppo densa. Arrivava un tizio e mi dava dei pezzi pieni di accordi, che non sapevo come suonare.≫
Un nuovo approccio all'improvvisazione fu teorizzato da
George Russell
(compositore, pianista e musicologo) nella sua opera intitolata "Il concetto cromatico Lidio di organizzazione tonale" (
The Lydian Chromatic Concept of Tonal Organization
). L'album
Kind of Blue
(1959) di Miles Davis fu uno dei primi esempi di
modale
. In questo nuovo modo di intendere l'improvvisazione, si da piu importanza alla dimensione
verticale
dell'armonia (cioe alle possibilita melodiche contenute in ogni singolo accordo/modo) che a quella
orizzontale
(i rapporti di tensione e risoluzione di stampo tonale che legano gli accordi in successione). Questo permette l'utilizzo di accordi inusuali, e richiede tendenzialmente una dilatazione del ritmo armonico. In questo senso, e particolarmente esemplificativo il brano
So What
, la cui struttura armonica e un lungo pedale di Re Dorico che sale di semitono nel bridge, e costituisce una specie di tappeto sonoro su cui il musicista puo espandere al massimo la sua inventiva melodica.
Lo stile modale domino la scena del jazz
d'avanguardia
per tutta la prima parte degli
anni sessanta
, e venne in diversi periodo adottato, oltre che dal gia citato Davis, dai massimi nomi del periodo, quali
John Coltrane
,
Bill Evans
,
Herbie Hancock
, diventando poi parte integrante del bagaglio tecnico
mainstream
dei musicisti jazz.
Il
free jazz
e un approccio radicale all'improvvisazione, che tenta di svincolare il piu possibile la creazione estemporanea da elementi predeterminati. Diversi jazzisti nel corso degli anni hanno inteso ognuno a modo proprio questa esigenza, di volta in volta conservando o eliminando elementi della tradizione.
Ornette Coleman
, con il suo album
Free Jazz: A Collective Improvisation
del
1961
, e generalmente considerato padre del movimento, tuttavia esistono alcuni esempi antecedenti.
Intuition
e
Digression
, incise da
Lennie Tristano
col suo sestetto nel
1949
sono il primo esempio documentato di improvvisazione collettiva priva di elementi predeterminati. Dagli anni '60, diversi musicisti esplorano la dimensione dell'improvvisazione free:
John Coltrane
,
Cecil Taylor
,
Don Cherry
,
Albert Ayler
e altri.
Verso la fine degli anni sessanta nasce il movimento
free improvisation
, ispirato dal free jazz americano e dalla
musica contemporanea
. In particolare musicisti come il chitarrista
Derek Bailey
, i sassofonisti
Peter Brotzmann
e
Evan Parker
, il bassista
Barre Phillips
ed il batterista
John Stevens
svilupparono questo linguaggio, rifuggendo l'etichetta "free jazz", e descrivendo la propria musica come "improvvisazione non idiomatica" o "composizione istantanea" per enfatizzare l'aspetto formale delle performance effettuate.
Il linguaggio solistico e le convenzioni sviluppate nel periodo
bebop
si sono col tempo cristallizzate nello stile jazzistico oggi chiamato
mainstream
. Nonostante le numerose direzioni prese dal jazz dopo il bebop, il mainstream rimane oggi un punto di riferimento anche per i jazzisti piu all’avanguardia, soprattutto per quel che riguarda la didattica e la pratica delle
jam session
.
Questa musica si basa su un repertorio comune, formato da brani detti
standard
. Gli standard si prestano alla rielaborazione estemporanea, in quanto sono costituiti da una sola sezione (il
chorus
), regolare al suo interno, che puo essere ripetuta ciclicamente. Tendenzialmente si tratta di strutture a 32
battute
(nel caso delle
song
) o 12 battute (nel caso dei
blues
). In questa forma e contenuta una
melodia
(il tema) e una successione di
accordi
, espressi tramite sigle.
In secondo luogo, esistono una serie di convenzioni su come gli standard debbano essere eseguiti. Secondo la prassi consueta, l’esecuzione di uno standard potrebbe essere realizzata in questo modo:
- Introduzione.
- Esposizione del tema da parte del solista principale.
- Solo
improvvisato del solista principale.
- Soli degli altri musicisti (tendenzialmente prima gli strumenti melodici, poi quelli armonici, infine il
basso
).
- Scambi: ovvero quattro battute suonate da un solista a cui risponde per altre quattro battute la
batteria
, per la durata di uno o piu chorus (sui tempi veloci si usano spesso scambi da otto).
- Nuova esposizione del tema.
- Coda.
Questa struttura va intesa come una serie di possibilita che possono essere utilizzate, omesse o riordinate a piacimento dai musicisti. E frequente che non ci sia introduzione o coda, che non tutti i musicisti realizzino un solo (soprattutto basso e batteria), che l’ordine dei soli non sia quello indicato, eccetera. La struttura del brano puo essere prestabilita o completamente improvvisata.
Durante il solo, il solista di turno inventa estemporaneamente una nuova melodia, che sia compatibile con la struttura armonica del brano. La sezione ritmica accompagna, esplicitando tempo, metro, struttura e armonia. E importante notare che tutti i musicisti, anche chi accompagna, stanno improvvisando: gli accenti della batteria, la scelta del percorso del
walking bass
, i
voicing
e l’andamento ritmico di piano o chitarra non sono mai prefissati, ma realizzati estemporaneamente. Anche l’esposizione del tema e sempre personalizzata dal solista, nella scelta del suono, del ritmo, negli eventuali abbellimenti e variazioni. Alcuni critici distinguono tra la vera e propria improvvisazione (che implica la creazione ex novo di materiale musicale), e l’estemporizzazione, che e appunto la realizzazione estemporanea di un materiale parzialmente predeterminato.
[3]
Il fatto che tutti gli strumenti abbiano un certo margine di liberta consente l'
interplay
, ovvero l'interazione tra i musicisti.
- (
EN
)
How To Play Jazz And Improvise
, Jamey Aebersold, Jamey Aebersold Jazz Inc, CD incluso (1992),
ISBN 978-1-562-24122-3
- Jazz: Come Suonare e Improvvisare
, Jamey Aebersold, Jamey Aebersold Jazz Inc, CD incluso (2009) Edizioni Volonte & Co. Srl,
ISBN 978-88-6388-099-1
- (
EN
)
The Lydian Chromatic Concept of Tonal Organization for improvisation
, George Russell, 1959, Concept Pub
- (
EN
)
The Lydian Chromatic Concept of Tonal Organization
, George Russell, 2001,
ISBN 0970373902
- (IT)
Alessandro Bertinetto,
Eseguire l'inatteso. Ontologia della musica e improvvisazione
, il Glifo, Roma 2016.
- (
FR
)
Improvisation
so
piano
,
Jean-Pierre Thiollet
, 2017,
ISBN 978-2-35055-228-6
- (IT)
Gildo De Stefano
,
Una storia sociale del jazz: dai canti della schiavitu al jazz liquido
, Prefazione di
Zygmunt Bauman
,
Mimesis Edizioni
,
Milano
2014
ISBN 9788857520018
- (IT) Danilo W. Roman,
Armonia e Improvvisazione,
Casa Musicale Eco, 2015
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