Fra i vari termini con cui nell'
antica Roma
si indicavano le autorita dei titolari del pubblico potere, assunse un ruolo di fondamentale importanza, sin dall'
eta monarchica
, l'
imperium
, da non confondersi con la
potestas
o l'
auctoritas
. Si tratta di un potere di stampo militare che, come denuncia il suffisso
-ium
, ha natura dinamica, e che conferisce al suo titolare la facolta di impartire ordini ai quali i destinatari non possono sottrarsi, con conseguente potere di sottoporre i recalcitranti a pene coercitive di natura fisica (fustigazione o, nei casi piu gravi, decapitazione) o patrimoniale (multe).
Simboli esteriori di questo potere sono i
fasci littori
.
Origini dell'
imperium
e successiva evoluzione
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Si pensa comunemente che l'
imperium
abbia fatto ingresso a
Roma
per effetto della dominazione
etrusca
. Questa idea, in effetti, sembra confermata dalla circostanza che nella cosiddetta "Tomba del littore" di
Vetulonia
sono stati ritrovati alcuni
fasci littori
in ferro.
L'
imperium
dunque fa il proprio ingresso a Roma nell'ultima fase dell'
eta monarchica
.
Sappiamo che nel procedimento di investitura del
rex
gli veniva conferito il potere dalle
curiae
con un atto detto
lex curiata de imperio
.
[
senza fonte
]
Dopo la cacciata di
Tarquinio il Superbo
e l'instaurazione del
nuovo regime repubblicano
nel
509 a.C.
il potere di
imperium
fu ereditato dai consoli che furono posti a capo del nuovo ordine costituzionale. Anch'essi erano dotati di
imperium
, ed erano dunque accompagnati da dodici
littori
ciascuno. Secondo la tradizione, pero, gia in questo momento di nascita della
libera res publica
il console Valerio Publicola avrebbe fatto approvare una legge, detta
Lex Valeria de provocatione
, con la quale si stabiliva che all'interno della citta di Roma ciascun cittadino avrebbe potuto limitare il potere di
imperium
dei consoli ricorrendo alla
provocatio ad populum
. Questo provvedimento avrebbe consentito al cittadino contro cui il magistrato avesse voluto esercitare il proprio
imperium
di richiedere un giudizio innanzi alle assemblee popolari. Per simboleggiare questo mutamento, i littori giravano dentro la citta di Roma senza le scuri inserite nei
fasci littori
, e al riguardo si parlera di
imperium domi
. Al di fuori della cerchia cittadina (
pomerium
), tuttavia, non poteva farsi ricorso alla
provocatio ad populum
, e il magistrato munito di
imperium
avrebbe potuto esercitare il proprio potere senza alcun limite, tanto che i suoi littori lo accompagnavano con i fasci completi delle scuri, simbolo del suo
imperium militiae
.
Magistrati
cum imperio
e magistrati
sine imperio
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Solamente alcuni magistrati della Roma di eta repubblicana erano dotati di
imperium
. Anzi, una delle distinzioni fondamentali fra i magistrati dell'eta repubblicana era quella che contrapponeva i magistrati
cum imperio
ai magistrati
sine imperio
. Erano magistrati
cum imperio
i
consoli
, i
pretori
, e alcuni magistrati straordinari, come i
decemviri legibus scribundis consulari imperio
e l'
interrex
.
A costoro l'
imperium
veniva conferito dopo l'elezione con la
lex curiata de imperio
.
[
senza fonte
]
Gli altri magistrati, come i
censori
, gli
edili curuli
, i
tribuni della plebe
, gli
edili plebei
e i
questori
, erano invece
sine imperio
.
Come puo notarsi, questa distinzione non coincide ne con quella che contrappone i magistrati maggiori ai magistrati minori, perche i censori, che erano magistrati maggiori, non erano forniti di
imperium
, ne con quella che contrappone i magistrati che avevano diritto alla sella curule, simbolo del potere giudiziario.
Dopo le prime grandi conquiste fuori dalla penisola italica (
Sicilia
e
Sardegna
), il
senato
comincio a prolungare il potere dei magistrati che erano stati impegnati nelle operazioni belliche come comandanti militari, perche, anziche tornare a Roma, continuassero con efficacia la propria azione sul teatro di guerra che conoscevano meglio di ogni altro, e poi governassero il nuovo territorio conquistato. Questi ex magistrati il cui potere era prolungato dal Senato si trovavano in regime di
prorogatio imperii
, e furono detti
promagistrati
. Il loro
imperium
, dunque, non si fondava sull'elezione popolare seguito dalla
lex de imperio
, come quello dei magistrati, ma su un atto del senato che stava al posto della
rogatio
, e detto appunto
pro-rogatio
.
Pure munito di
imperium
era il
dictator
(che, tecnicamente, non era un
magistratus populi Romani
), dotato di ben ventiquattro littori, e il cui
summum imperium
era esente dal limite della
provocatio ad populum
anche all'interno del
pomerium
.
Nell'ambito del
processo formulare
il magistrato poteva emanare alcuni atti che erano fondati piu sul proprio
imperium
che non sulla
iurisdictio
di cui era dotato. Tali atti, detti anche comunemente mezzi pretori, pur essendo adottati dal magistrato nell'esercizio della
iurisdictio
, si fondavano sull'
imperium
.
Essi sono gli
interdicta
, le
in integrum restitutiones
, le
cautiones praetoriae
(o
stipulationes praetoriae
) e la
bonorum possessio
.
L'
imperium proconsulare maius et infinitum
di Augusto e la
lex de imperio
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]
Con il tramonto dell'eta repubblicana e la nascita di un nuovo ordine costituzionale, ad
Augusto
fu conferito un nuovo tipo di
imperium
, detto
imperium proconsulare maius et infinitum
. In particolare questo potere fu conferito dal Senato ad Augusto nel
23 a.C.
insieme alla
tribunicia potestas
a vita. Si trattava di un
imperium
maius
perche era superiore a quello di tutti gli altri proconsoli, e
infinitum
nel duplice senso spaziale e temporale, perche non limitato a una sola provincia e non predeterminato nel tempo. Infatti,
Ottaviano
fu riconosciuto come
princeps
dai membri del senato. In virtu di questo riconoscimento Ottaviano diveniva il primo e piu autorevole tra i senatori anche se, da un punto di vista formale, continuava a essere un senatore alla pari con gli altri.
[1]
E sostanzialmente quello che attualmente definiamo come "principato". Nasce con Ottaviano un nuovo tipo di governo in cui gli elementi repubblicani (affievoliti) convivono con elementi senza dubbio monarchici (in parte mascherati).
A Ottaviano fu attribuito il titolo onorifico di
imperator
che si attribuiva normalmente ai generali vittoriosi in guerra e tramite la
lex de imperio
anche il diritto di
imperium
che insigniva del diritto di governare e di emettere leggi.
[2]
In particolare diveniva cosi titolare di prerogative come: il sommo pontificato, il consolato a vita e la
tribunicia potestas
che gli garantiva anche il diritto di veto sulle decisioni senatoriali.
Sappiamo che anche ai principi successivi ad Augusto fu formalmente attribuito, di volta in volta, l'
imperium
. L'atto con cui tale potere veniva conferito all'imperatore e la cosiddetta
lex de imperio
. Noi possediamo la seconda parte di quella con cui nel
69
-
70
d.C. fu conferito l'
imperium
a
Vespasiano
, perche essa e stata conservata su una tavola bronzea rinvenuta nel
1347
dal tribuno
Cola di Rienzo
nella
Basilica del Laterano
a Roma.
Al potere di
imperium
del principe e ricondotto il fondamento del valore normativo delle
costituzioni imperiali
, la cui efficacia era equiparata a quella della
lex publica populi Romani
(cfr. Gai 1.5).
Per circa un secolo, gli imperatori romani agirono solitamente con l'assenso del senato o comunque in un sistema in cui il senato rappresentava un contrappeso ai poteri imperiali.
[3]
Nonostante tutto non mancarono momenti di tensione dovuti ai tentativi degli imperatori di forzare la mano al senato e ai tentativi di usurpatori di accedere al trono. Soprattutto una non certa successione al trono dovuta a farraginose incertezze istituzionali; l'impero era elettivo, ma gli imperatori tendevano spesso a fondare delle dinastie e cio porto nel corso del I secolo a diverse guerre civili.
[4]
Con la salita al trono della dinastia severiana, il principato semi-repubblicano ando trasformandosi in monarchia, e l'imperium divenne "dominato".
Settimio Severo
, il primo dei cosiddetti
imperatori-soldato
, fu l'iniziatore di un nuovo culto che si incentrava sulla figura dell'imperatore, una sorta di "monarchia sacra" mutuata dall'Oriente ellenistico (questa sacralita orientaleggiante del sovrano era gia stata tentata da alcuni imperatori, come
Caligola
,
Nerone
,
Domiziano
e
Commodo
, mentre gli altri imperatori erano definiti "divini" solo dopo la morte). Adotto inoltre il titolo di
dominus ac deus
che ando a sostituire quello di
princeps
che sottintendeva una condivisione del potere con il senato.
[5]
Gli imperatori che seguirono a Settimio Severo furono caratterizzati per l'essere tutti sostenuti dall'esercito, finche nel 235, per acclamazione dell'esercito, fu scelto come imperatore
Massimino Trace
, comandante delle legioni della
Pannonia
.
- ^
Franco Cardini
e
Marina Montesano
,
Storia medievale
, Edizioni Le Monnier Universita, 2006, p. 21.
≪L'acquisita egemonia di Ottaviano, cui il senato aveva attribuito il titolo onorifico e augurale di
Augustus
(colui che accresce la sua potenza) e che aveva riconosciuto come
princeps
(il primo e piu autorevole tra i senatori, che pur si consideravano suoi pari), dette luogo e un regime politico di tipo nuovo, caratterizzato dall'accentramento da parte del
princeps
di una serie di poteri e di prerogative che tuttavia non compromettevano, in linea formale, l'assetto della
res publica
per quanto v'immettessero senza dubbio degli elementi obiettivamente monarchici (il titolo di
rex
restava tuttavia sommariamente inviso alla tradizione e alla cultura politica romane).≫
- ^
Franco Cardini e Marina Montesano,
Storia medievale
, Edizioni Le Monnier Universita, 2006, p. 21.
≪Quello che manteneva il nome di
res publica Romanorum
, e che a partire dal principato di Augusto noi siamo abituati a definire "impero romano" (il concetto d'imperium riguardava propriamente il diritto di governare, vale a dire di emetter leggi e di comminar sanzioni), era quindi un originale sistema misto, caratterizzato dall'autorita di un magistrato cui si attribuiva il titolo onorifico di '
imperator'
.≫
- ^
Franco Cardini e Marina Montesano,
Storia medievale
, Edizioni Le Monnier Universita, 2006, p. 23.
≪Si andavano frattanto modificando anche gli equilibri politici. A imperatori che agivano e legiferavano in pieno o comunque sostanziale accordo col senato-come Augusto, Claudio, Traiano-. se ne alternavano altri che insistevano invece sulle loro prerogative monarchiche e sacrali, appoggiandosi sui ceti subalterni e sull'esercito, in una posizione di crescente conflittualita rispetto alle aristocrazie conservatrici.≫
- ^
Franco Cardini e Marina Montesano,
Storia medievale
, Edizioni Le Monnier Universita, 2006, p. 23.
≪La tensione tra esercito e senato e tra differenti aspiranti al ruolo imperiale veniva complicata dalle incertezze istituzionali a proposito dei meccanismi di successione: l'impero era elettivo, ma i singoli imperatori tendevano spesso a fondare delle dinastie. Tutto cio era stato, gia dal I secolo d.C. causa di frequenti guerre civili.≫
- ^
Franco Cardini e Marina Montesano,
Storia medievale
, Edizioni Le Monnier Universita, 2006, p. 24.
≪Sostenitore convinto d'una visione religiosa del potere imperiale, Settimio Severo e anche il vero iniziatore a Roma d'un culto imperiale incentrato sull'idea di "monarchia sacra" ereditata dall'Egitto e dalla Grecia attraverso Alessandro Magno: adotto il titolo di dominus ac Deus sostituendolo a quello di princeps che sottintendeva una condivisione del potere con il senato.≫
- Tassi Scandone Elena, Verghe, scuri e fasci littori in Etruria - Contributo allo studio degli insignia imperii. Volume n. 36 della Biblioteca di Studi Etruschi dell'Istituto Nazionale di Studi Etruschi ed Italici, Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali, Pisa - Roma, 2001.
ISBN 88-8147-263-5
. Pp. 272, con VII tavv. f.t.
- Tassi Scandone Elena, Securi percussio, Teoria della pena di morte come sacrificium e origine dell'imperium - Alcune considerazioni, in Philia, Scritti per Gennaro Franciosi (a cura di Federico Maria d'Ippolito), volume IV, Pp. 2617-2644, Satura Editrice, Napoli, 2007,
ISBN 978-88-7607-050-1
- Tassi Scandone Elena, Leges Valeriae de provocatione - Repressione criminale e garanzie costituzionali nella Roma repubblicana, Volume n. 24 della Collana "Pubblicazioni del Dipartimento di Scienze Giuridiche - Universita degli Studi di Roma "La Sapienza", Jovene editore, Napoli, 2008, Pp. XVI - 324,
ISBN 88-243-1781-2
- Capogrossi Colognesi Luigi, Tassi Scandone Elena (a cura di), Lex de imperio Vespasiani e la Roma dei Flavi (Atti del Convegno, Roma, 20-22 novembre 2008), Volume n. 1 della Collana "Acta Flaviana", L'Erma di Bretschneider, Roma, 2009, Pp. X - 387,
ISBN 978-88-8265-526-6