Per
honesta missio
si intendeva il momento del congedo dei soldati dell'
esercito romano
al termine di un servizio militare svoltosi in modo del tutto regolare, fino al suo compimento.
Durante il periodo imperiale, da
Augusto
in poi, veniva rilasciato ai militari (fossero essi
legionari
o
ausiliari
) un
diploma
che ne sanciva per legge la fine del servizio; veniva, quindi, consegnata un'indennita in denaro (
nummaria missio
) o in beni (es. un appezzamento di terra con deduzione di
colonie romane
[2]
=
agraria missio
, quasi fosse una forma di pensione dei giorni nostri
[3]
), ad alcuni era concesso il diritto di
cittadinanza romana
(ausiliari) con la possibilita di contrarre matrimonio legittimo (
Ius connubii
).
[4]
Beneficiavano di questi premi anche i legionari congedati anzitempo per ferite o malattie (
causaria missio
) o i congedati per volere del comandante (
gratiosa missio
). La perdita dei benefici avveniva con il congedo disonorevole (
ignominiosa missio
).
I militari ormai in congedo erano dunque chiamati
veterani
e in caso di necessita, se richiamati in servizio attivo, erano nominati
evocati
.
Gia nel periodo tardo repubblicano la ferma militare poteva durare fino ad un massimo di 16 anni.
[5]
Al termine del servizio veniva concesso un premio per il congedo onorevole (
honesta missio
) che poteva consistere in un terreno o una somma di denaro.
Augusto
stabili nel
13 a.C.
gli anni di ferma militare per i
cittadini
e l'ammontare di un premio alla conclusione della leva come indennizzo della terra che da sempre continuavano a chiedere, in modo tale che i soldati, non prendessero questi problemi come pretesto per fomentare una rivolta.
[6]
Il numero degli anni dei
pretoriani
fu fissato a 12, per gli altri soldati (legionari-cittadini) era fissato a 16,
[7]
e forse a 20 per gli
ausiliari
.
Qualche anno piu tardi, nel
5 d.C.
, poiche nessuno voleva rimanere oltre il limite della ferma stabilita, Augusto dispose che ai pretoriani venissero dati come indennizzo di fine ferma, 20.000
sesterzi
al raggiungimento pero di 16 anni di servizio; mentre ai legionari furono dati 12.000 sesterzi dopo i 20 anni di servizio,
[8]
entrambi finanziati dall'
aerarium militare
.
[9]
Meno di dieci anni piu tardi (nel
14
), subito dopo la morte di Augusto, le legioni di
Germania
e
Pannonia
, chiesero di tornare al precedente sistema di ferma dei 16 anni per i legionari.
[10]
Pochi mesi piu tardi questo provvedimento fu pero cancellato dallo stesso neo-Imperatore,
Tiberio
.
[11]
E cosi, se i legionari prestarono servizio per 20 anni nei secoli successivi,
[12]
dopo la
riforma augustea
, le
truppe ausiliarie
(che fossero
cavalieri
o
fanti
) per 25 anni,
[13]
al termine del quale ricevevano il diploma militare che ne attestava il congedo. Sappiamo, inoltre, che molti dei centurioni, sebbene la normale ferma militare durasse 20 anni anche per loro, fin dai tempi di
Augusto
, rimasero in servizio fino a 30-35 anni ed in un caso particolare, raccontato da un'epigrafe, si tramanda che un centurione di nome
Lucius Maximius Gaetulicus
, percepi fino a 57 annualita,
[14]
un vero record. Sappiamo, inoltre, che sotto
Caracalla
(nel
212
) il premio di fine
ferma
fu aumentato a 20.000 sesterzi.
[15]
Il personale della
flotta
(
Classiari
o
Classici
) era diviso in due gruppi: gli addetti alla navigazione ed i soldati. Il servizio durava 26 anni
[16]
(contro i 20 dei
legionari
[12]
ed i 25 degli
auxilia
[13]
). Dal
III secolo
fu aumentato fino a 28 anni di ferma.
Verso la fine dell'impero divenne sempre piu difficile reperire i fondi per pagare le truppe e le retribuzioni divennero sempre piu irregolari. I legionari potevano ritirarsi dopo 20 anni di servizio militare con l'
honesta missio
[12]
o, con maggiori privilegi, dopo 24 anni con
emerita missio
, come attestato dalla tavola in bronzo rinvenuta presso
Brigetio
e databile al
311
(sotto
Costantino I
).
[17]
Con la
riforma costantiniana
fu previsto un differente trattamento tra
comitatenses
e
riparienses
, dove i secondi ottenevano la
honesta missio
solo dopo 24 anni. Ma pochi anni piu tardi, nel
325
, le due tipologie di corpi di truppa furono uniformati, estendendo ai
riparienses
il medesimo trattamento riservato ai primi.
[18]
Al termine della propria carriera si ricevevano tutta una serie di privilegi, come l'esenzione fiscale dalla
capitatio
di epoca
dioclezianea
(estesa anche a tre congiunti, oltre al
veterano
nel caso di
emerita missio
[17]
o di
causaria missio
da parte dei
comitatenses
; con la legge del
325
l'esenzione fu ristretta al solo veterano, ed anche alla moglie in caso di
emerita missio
[18]
), 25.000
folles
(= 16
solidi
), un terreno, due buoi e cento
modii
di semi.
[19]
All'epoca di
Valentiniano I
(
364
-
375
) sembra siano rimasti il terreno, i buoi ed i semi, non invece la somma di denaro.
[20]
- ^
CIL
XVI, 26
.
- ^
Secondo Cascarino (
L'esercito romano. Armamento e organizzazione, Vol. II - Da Augusto ai Severi
, p.56) l'appezzamento di terreno distribuito ai legionari in congedo, variava tra i 15 ed i 50
ettari
.
Tito Livio
raccontando della fondazione di
Aquileia
sostiene:
- ^
G.L.Cheesman,
The Auxilia during the first two century A.D.
, Oxford 1914, p.34.
- ^
G.L.Cheesman,
The Auxilia during the first two century A.D.
, Oxford 1914, p.31-32.
- ^
Brian Dobson, in
Greece and Rome at war
a cura di P. Connolly, p. 213.
- ^
Svetonio
,
Augustus
, 49
.
- ^
Cassio Dione
, LIV, 25.1
.
- ^
Cassio Dione Cocceiano
,
Storia romana
, LV, 23.1.
- ^
Res gestae divi Augusti
, 17.
- ^
Tacito
,
Annales
, I, 8.
- ^
Tacito
,
Annales
, I, 78.
- ^
a
b
c
CIL
XVI, 11
.
- ^
a
b
CIL
XVI, 181
,
CIL
XVI, 182
e
CIL
XVI, 111
, dell'epoca di
Antonino Pio
;
AE
1909, 105
dell'epoca di
Adriano
.
- ^
AE
1985, 735
.
- ^
Cassio Dione Cocceiano
,
Storia romana
, LXXVIII, 36.
- ^
CIL
XVI, 66
.
- ^
a
b
AE
1937, 232
.
- ^
a
b
Codice teodosiano
, VII, 20, 4.1.
- ^
Codice teodosiano
, VII, 20, 3.
- ^
Codice teodosiano
, VII, 20, 8.
- Fonti primarie
- Fonti secondarie
- E. Abranson e J.P. Colbus,
La vita dei legionari ai tempi della guerra di Gallia
, Milano 1979.
- Giuseppe Cascarino,
L'esercito romano. Armamento e organizzazione, Vol. I - Dalle origini alla fine della repubblica
, Rimini, Il Cerchio, 2007.
- Giuseppe Cascarino,
L'esercito romano. Armamento e organizzazione, Vol. II - Da Augusto ai Severi
, Rimini, Il Cerchio, 2008.
- Giuseppe Cascarino, Carlo Sansilvestri,
L'esercito romano. Armamento e organizzazione, Vol. III - Dal III secolo alla fine dell'Impero d'Occidente
, Rimini, Il Cerchio, 2009.
- G.L.Cheesman,
The Auxilia during the first two century A.D.
, Oxford 1914.
- P. Connolly,
L'esercito romano
, Milano 1976.
- P. Connolly,
Greece and Rome at war
, Londra 1998.
ISBN 1-85367-303-X
- N. Fields,
Roman Auxiliary Cavalryman
, Oxford 2006.
- E. Gabba
,
Esercito e societa nella tarda Repubblica romana
, Firenze 1973.
- A.K. Goldsworthy,
The Roman Army at War, 100 BC-AD 200
, Oxford - N.Y 1998.
- A.K. Goldsworthy,
Storia completa dell'esercito romano
, Modena 2007.
ISBN 978-88-7940-306-1
- L. Keppie,
The Making of the Roman Army, from Republic to Empire
, Londra 1998.
- Y. Le Bohec
,
L'esercito romano da Augusto alla fine del III secolo
, Roma 1992, VII ristampa 2008.
- Y. Le Bohec,
Armi e guerrieri di Roma antica. Da Diocleziano alla caduta dell'impero
, Roma 2008.
ISBN 978-88-430-4677-5
- S. Mazzarino
,
L'impero romano
, Bari 1973.
- A. Milan,
Le forze armate nella storia di Roma Antica
, Roma 1993.
- H. Parker,
The Roman Legions
, N.Y. 1958.
- G. Webster,
The Roman Imperial Army
, Londra - Oklahoma 1998.