≪Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignita e diritti.
Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.≫
La
Dichiarazione universale dei diritti umani
, anche nota come
Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo
[1]
, e un documento sui
diritti della persona
, adottato dall'
Assemblea generale delle Nazioni Unite
nella sua terza sessione, il 10 dicembre 1948 a
Parigi
con la risoluzione 219077A. La sua sigla in inglese e
UDHR
(
Universal Declaration of Human Rights
).
La dichiarazione e frutto di una elaborazione secolare, che parte dai primi principi etici classico-europei stabiliti dalla
Bill of Rights
e dalla
dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti d'America
, ma soprattutto dalla
dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino
stesa nel
1789
durante la
Rivoluzione francese
, i cui elementi di fondo (i diritti civili e politici dell'individuo) sono confluiti in larga misura in questa carta.
Votarono a favore 48 membri su 58. 2 paesi non parteciparono al voto. Nessun paese si dichiaro contrario. Tuttavia, fin dall'inizio del dibattito, emersero diverse criticita. Diversita di storie nazionali, sistemi filosofici ed economici ostacolarono il tentativo di trovare un comune denominatore e l'applicazione della dichiarazione da parte di alcuni Stati. L'approvazione della versione definitiva della dichiarazione vide l'astensione di otto Stati ed incontro forti riserve da parte di altri Paesi.
Questo documento e la base di molte delle conquiste civili del XX secolo e doveva essere applicato in tutti gli stati membri.
[2]
Alcuni esperti di diritto hanno sostenuto che questa dichiarazione sia divenuta vincolante come parte del diritto internazionale consuetudinario venendo continuamente citata da oltre 50 anni in tutti i paesi.
[3]
Tra gli astenuti vi fu il
Sudafrica
. La posizione di questo Stato puo essere attribuita al tentativo di proteggere il sistema dell'
apartheid
, che violava chiaramente diversi articoli della dichiarazione.
Altro Stato ad astenersi fu l'Unione Sovietica. Nel corso del dibattito, durante la Sessione del gennaio 1947, i rappresentanti di Stato discussero delle liberta di parola, riunione, associazione e stampa (futuri articoli 19 e 20). In questa occasione emerse come il sistema sovietico, cosi come la sua Costituzione di recente approvazione, prevedessero liberta di espressione solo in conformita con gli interessi dei lavoratori e per rafforzare il sistema. Altra criticita era rappresentata dalla liberta di culto (futuro articolo 18); nel sistema socialista, comunita religiose e Chiese erano osteggiate, la dottrina marxista rifiutava la credenza nel soprannaturale.
Scarsamente rappresentato nell'Assemblea fu il mondo arabo musulmano. Solo una parte dei Paesi arabo-musulmani si oppose alla dichiarazione e oggi non mancano intellettuali che affermano l'esigenza di un nuovo islam aperto al dialogo con le altre culture, tuttavia tutti gli Stati membri dell'OCI e del Consiglio islamico d'Europa hanno sviluppato dichiarazioni (tra le quali la
Dichiarazione islamica dei diritti dell'uomo
) che spesso esprimono posizioni distanti dalla cultura vigente nel mondo occidentale. Il problema sorse principalmente dal fatto che mentre nella Dichiarazione il fondamento del diritto era rappresentato dall'uomo, nel diritto musulmano il solo legittimato a regolare i rapporti tra gli individui era Allah.
[4]
L'Arabia Saudita non sottoscrisse il documento e forni delle motivazioni. Il raggiungimento di un accordo sulla dichiarazione nel 1948 fu ostacolato da due fattori: il dissenso su alcuni capisaldi (principio di uguaglianza, liberta di coscienza e di contrarre matrimonio) e la diversa natura dei sistemi di diritto. In particolare, oggetto di dibattito furono l'articolo 16 (che stabiliva la liberta di contrarre matrimonio senza limitazioni religiose) e l'articolo 18 (sulla liberta di culto), entrambi in contrasto con la legge islamica.
Nonostante l'adesione alla dichiarazione della Cina, una delle figure di spicco nel dibattito sui diritti, il filosofo Chung-Shu Lo sosteneva che una completa condivisione dei principi fosse ostacolata dal diverso concetto etico delle relazioni sociali e politiche. I rapporti umani a fondamento della convivenza cinese si basavano sul dovere nei confronti del prossimo piuttosto che sulla rivendicazione di diritti soggettivi. Chung-Shu Lo propose una sua versione della Dichiarazione. Il primo diritto dell’uomo era quello di vivere. In linea con la filosofia confuciana e la dottrina comunista, Chun-Shu Lo affermava che il riconoscimento di un diritto ad un individuo doveva essere bilanciato da un dovere verso la societa. L'uomo doveva vivere con un senso di dignita contribuendo al benessere e al progresso della societa, e a questo scopo doveva godere di un diritto all'auto-espressione. Il filosofo sosteneva che la vita non dovesse essere solo decorosa ma anche intimamente piacevole; la soddisfazione psicologica determinava una serenita interiore, condizione necessaria per la pace del mondo.
[5]
A causa delle controversie emerse dal dibattito, diversi autori considerano la dichiarazione eurocentrica. Sebbene le controversie attorno ad essa siano andate a scemare con il progressivo avanzare, negli anni, della cultura occidentale nel resto del mondo, il dibattito filosofico rimane tutt'oggi acceso. Il filosofo
Costanzo Preve
sostiene che la pretesa di universalismo delle dichiarazioni sfoci nell'istituzione di una nuova religione dei diritti umani. Con la copertura di questa religione il sistema capitalistico neoliberale giustificherebbe interventi militari finalizzati alla mondializzazione a discapito della sovranita dei popoli e delle nazioni.
[6]
Similmente,
Giacomo Marramao
analizza l'articolo 6, che enuncia il diritto al riconoscimento della propria personalita in ogni luogo, indipendentemente dallo Stato territoriale sovrano in cui ci si trova e nota come esso comporti una controversa deterritorializzazione del Diritto. Marramao intravede anche una componente dinamica, di realizzazione storica della dichiarazione, che si esplicita nell'articolo 28: "Ogni individuo ha diritto a un ordine sociale e internazionale nel quale i diritti e le liberta enunciati in questa Dichiarazione possano essere pienamente realizzati". In sinergia con la narrativa basata sulla metafora del costrutto selvaggi-vittime-salvatori su cui la dichiarazione si fonda, questo articolo ne renderebbe il discorso unidirezionale e predeterminato.
[7]
Dopo la fine della
seconda guerra mondiale
ad essa sono poi seguite la
Convenzione internazionale sui diritti economici, sociali e culturali
[8]
e la
Convenzione Internazionale sui Diritti Civili e Politici
, elaborate dalla Commissione per i Diritti Umani ed entrambe adottate all'unanimita dall'ONU il 16 dicembre
1966
.
Ha costituito l'orizzonte ideale della
Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea
, confluita poi nel
2004
nella
Costituzione europea
. Il testo della Costituzione Europea non e mai entrato in vigore per via della sua mancata ratifica da parte di alcuni Stati membri (
Francia
e
Paesi Bassi
a seguito della maggioranza dei no al relativo referendum), ma la Dichiarazione in ambito europeo costituisce comunque una fonte di ispirazione della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea proclamata per la prima volta a Nizza il 7 dicembre del 2000, ed avente oggi anche pieno valore legale vincolante per i Paesi UE dopo l'entrata in vigore del
Trattato di Lisbona
il 1º dicembre 2009
[9]
Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea
quale parte integrante della
Costituzione europea
.
[10]
La Dichiarazione fa parte dei documenti di base delle Nazioni Unite insieme al suo stesso Statuto.
Secondo alcuni paesi membri dell'ONU, la Dichiarazione non e vincolante per i membri dell'organizzazione mentre secondo altri i diritti e le liberta in essa riconosciuti possiedono un valore giuridico autonomo nell'ambito della comunita internazionale e recepiti dalla maggior parte delle nazioni. Questo codice etico di importanza storica fondamentale e stato il primo documento a sancire universalmente (cioe in ogni parte del mondo) i diritti che spettano all'essere umano.
La Dichiarazione e composta da un preambolo e da 30 articoli che sanciscono i diritti individuali, civili, politici, economici, sociali, culturali di ogni persona. I diritti dell'individuo vanno quindi suddivisi in due grandi aree: i diritti civili e politici e i diritti economici, sociali e culturali.
La Dichiarazione puo essere suddivisa in 7 argomenti:
- Il preambolo enuncia le cause storiche e sociali che hanno portato alla necessita della stesura della Dichiarazione;
- Gli articoli 1-2 stabiliscono i concetti basilari di liberta ed uguaglianza;
- Gli articoli 3-11 stabiliscono altri diritti individuali;
- Gli articoli 12-17 stabiliscono i diritti dell'individuo nei confronti della comunita;
- Gli articoli 18-21 sanciscono le liberta fondamentali (liberta di pensiero, di opinione, di fede religiosa e di coscienza, di parola e di associazione pacifica);
- Gli articoli 22-27 sanciscono i diritti economici (
Liberta dal bisogno, dalla miseria
), sociali e culturali;
- I conclusivi articoli 28-30 definiscono aspetti generali ed ambiti in cui non possono essere applicati, in particolare che non possano essere usati contro i principi ispiratori della dichiarazione stessa.
La Dichiarazione universale dei diritti umani venne votata dall'assemblea formata in quel momento da 58 paesi.
[nota 1]
- 48 di essi si dichiararono a favore e firmarono il documento:
Afghanistan
,
Argentina
,
Australia
,
Belgio
,
Birmania
,
Bolivia
,
Brasile
,
Canada
,
Cile
,
Cina
,
Colombia
,
Costa Rica
,
Cuba
,
Danimarca
,
Ecuador
,
Egitto
,
El Salvador
,
Etiopia
,
Filippine
,
Francia
,
Grecia
,
Guatemala
,
Haiti
,
Islanda
,
India
,
Iran
,
Iraq
,
Libano
,
Liberia
,
Lussemburgo
,
Messico
,
Paesi Bassi
,
Nuova Zelanda
,
Nicaragua
,
Norvegia
,
Pakistan
,
Panama
,
Paraguay
,
Peru
,
Repubblica Dominicana
,
Siam
,
Svezia
,
Siria
,
Regno Unito
,
Stati Uniti d'America
,
Turchia
,
Uruguay
e
Venezuela
.
- 8 paesi si astennero:
Arabia Saudita
,
RSS Bielorussa
,
[11]
Cecoslovacchia
,
Jugoslavia
,
Polonia
,
Unione Sovietica
,
Sudafrica
e
RSS Ucraina
.
[11]
- 2 paesi non parteciparono al momento del voto:
Yemen
e
Honduras
.
- Nessun paese voto contro.
[12]
[13]
- Annotazioni
- Fonti
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, su
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Costanzo Preve,
Elogio del Comunitarismo
, Napoli, controcorrente, 2006.
- ^
capitolo 9 - Diritti. Dall’≪ordine hobbesiano≫ al cosmpolitismo della differenza Giacomo Marramao,
La passione del presente
, Torino, Bollati Boringhieri, 2008, pp. 169-186.
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b
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Cinquant'anni dopo. 1948-1998 Dichiarazione universale dei diritti umani
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