Il
campo di concentramento di Ravensbruck
era il piu grande
campo di concentramento
femminile sul territorio del cosiddetto
Altreich
[1]
nel periodo
nazista
[2]
, situato nel villaggio di Ravensbruck, nei pressi della localita di
Furstenberg
, nella parte settentrionale della
provincia del Brandeburgo
, a circa 90 chilometri a nord di
Berlino
.
Il campo di concentramento di Ravensbruck costituiva un complesso del quale, oltre al lager femminile, facevano parte un lager maschile, aree industriali, il
Campo di concentramento di Uckermark
, il
Siemenslager Ravensbruck
e oltre quaranta sottocampi
[3]
utilizzati dai nazisti come serbatoi di manodopera schiava, disseminati tra il
Mar Baltico
e la
Baviera
.
Il 25 novembre
1938
su ordine del
Reichsfuhrer
delle
SS
Heinrich Himmler
, vennero trasferiti 500 prigionieri dal
campo di concentramento
di
Sachsenhausen
per la costruzione del nuovo campo femminile di Ravensbruck, allocato in una proprieta personale di Himmler stesso.
Il campo di Ravensbruck fu aperto il 15 maggio
1939
.
Vi furono subito rinchiuse oltre 2.000 donne fra
austriache
e
tedesche
, provenienti dal primo campo di concentramento femminile di
Lichtenburg
, una fortezza del XVI secolo riadattata a prigione, che proprio in quel periodo fu chiuso. Le prime deportate ad esservi internate erano comuniste, socialdemocratiche,
testimoni di Geova
, antinaziste in genere, cosi come "ariane", accusate del grave reato di aver violato le
Leggi di Norimberga
sulla "purezza razziale", avendo avuto rapporti sessuali con una "razza" "
Untermensch
", cioe sub-umana, inferiore a quella tedesca.
Ravensbruck, fino alla definitiva caduta del regime hitleriano nell'aprile
1945
, rimase il principale lager femminile FKL (
Frauen Konzentrationslager
) della
Germania nazista
.
Il campo era edificato su un terreno formato da una duna sabbiosa e desolata, talmente fredda da essere chiamata “la piccola Siberia di Meklenborg”.
Era circondato da un bosco di conifere e betulle; vi erano 32 baracche per gli alloggi delle prigioniere, uffici per l'amministrazione, case per le SS, ed una fabbrica della Ditta Siemens Werke di Berlino per il lavoro schiavo delle deportate. Ravensbruck era circondata da un muro alto quattro metri su cui correvano i fili spinati dell'alta tensione; agli angoli torrette di guardia con le mitragliatrici.
All'interno una megalopoli di baracche ripetitiva e compressa, completamente priva d'erba e di alberi, con gli edifici essenziali: cucina, ospedale da campo, prigione e crematorio e le due grandi aree industriali periferiche.
Il 29 giugno 1939 giunsero al campo, provenienti dall'Austria, 440 deportate
zingare
(rom) insieme ai loro figli: entro il
1945
il numero delle donne rom salira a 5.000 unita.
Dopo lo scoppio della
seconda guerra mondiale
e la successiva invasione tedesca della
Polonia
, il 23 settembre
1939
, le prime deportate polacche giunsero al campo. Entro il termine del conflitto vennero internate a Ravensbruck provenienti dalla Polonia e dagli altri territori occupati dell'est circa 40.000 donne. Queste donne erano usate per il lavoro nei campi.
Le donne deportate che popolano il campo aumentano a ritmo crescente: oltre 3.000 nell'aprile 1940, oltre 4.000 in agosto.
Il 6 giugno
1941
sorse a Ravensbruck un piccolo campo di concentramento maschile, (
Mannerlager
) separato da quello femminile, eretto da 300 deportati provenienti da
Dachau
. Vi transitarono in totale circa 20.000 uomini. I detenuti di Dachau installano nel Lager una grande sartoria di proprieta delle SS, la fabbrica TexLed, nella quale le prigioniere erano addette al confezionamento di divise militari e calzature per i soldati della Wehrmacht e per i reparti delle SS. Lo stabilimento restera la piu grande sartoria per la produzione di vestiario militare tedesco (
Industriehof
).
Ad agosto '41 scoppia un'epidemia nel lager e il campo viene abbandonato a se stesso, guardato a distanza dalle SS.
Nonostante le epidemie a settembre viene attribuita la matricola 7.935.
Il campo di Ravensbruck forni anche circa il 70% delle donne impiegate come prostitute nei
bordelli
interni di altri campi di concentramento; nel 1942, ad esempio, i tedeschi inviarono circa cinquanta prigioniere politiche in vari bordelli di campi di sterminio tra cui Mauthausen e Gusen. Molte di loro erano partite volontarie per sfuggire alle terribili condizioni di vita del campo.
A partire dal dicembre
1941
le SS iniziano il sistema delle "selezioni"per i famigerati "trasporti neri"; il medico
eugenista
del campo,
Friedrich Mennecke
, sceglie le deportate fisicamente piu debilitate e inabili al lavoro da eliminare, inviandole in altri lager o centri, attrezzati per lo sterminio.
Nel
1942
Ravensbruck conosce un grande sviluppo produttivo; la Siemens apre una filiale appena fuori dalla cinta del campo; utilizzera la mano d'opera schiava del lager; vengono costruiti nuovi blocchi, capannoni e magazzini. Ravensbruck si espande e diventa una citta concentrazionaria, circondata da sottocampi e kommandos di lavoro esterni (saranno piu di 40 nel 1945) oppure affitta la manodopera coatta ad altre industrie. Nel 1942 la popolazione reclusa nel campo passa dalle 7.000 alle 10.000 unita effettive, ma le matricole toccano il numero 15.558 in dicembre. Le circa 5000 di disavanzo vanno ricercate tra l'alta mortalita nel campo e gli invii delle detenute ebree e zingare ad Auschwitz.
Difatti tra il
1942
ed il
1943
continuarono i trasferimenti di deportate ebree e zingare in seguito agli ordini pervenuti dall'
Ufficio centrale per la sicurezza del Reich
che prevedevano, in particolare, l'internamento di tutti i deportati di origine ebraica nel campo di Auschwitz-Birkenau, al fine di rendere il territorio, cosi vicino alla capitale e ai centri di potere (dove Ravensbruck si trovava),
Judenrein
, ovverosia "liberato dagli ebrei".
Oltre ad essere un KL, Ravensbruck fu anche campo di preparazione per ausiliarie SS-Aufseherinnen, donne addette alla sorveglianza dei block femminili nei KL. Reclutate con appelli sui giornali patriottici e allettate dalla prospettiva di un buono stipendio, si presentarono a migliaia all'esame di ammissione. Si calcola che tra il 1942 e il 1945 fossero state addestrate a Ravensbruck circa 3500 di queste ausiliarie, inviate, poi, soprattutto in altri lager. Avevano stipendio e uniforme delle SS ma non avevano gli stessi diritti dei membri maschi. La loro ferocia sbalordi le stesse SS. Molte, a guerra finita, furono processate e condannate a morte o a svariati anni di reclusione per crimini contro l'umanita; molte la fecero franca. In particolare a Ravensbruck il servizio di sorveglianza femminile era svolto da 150 Aufseherinnen, alle dipendenze di una
Oberaufseherin
.
Il 20 luglio
1942
, iniziarono i criminali esperimenti "medici" su internate (principalmente polacche), effettuati dal medico delle SS
Karl Gebhardt
. Altri medici coinvolti furono l'SS-Obersturmfuhrer Dr. Fritz Fischer, i dottori Gerhard Schiedlausky, Richard Trommer,
Herta Oberheuser
e persino
Ludwig Stumpfegger
chirurgo personale di Himmler e Hitler, i quali seguivano con particolare aspettativa e interesse queste orribili prove su cavie umane dopo averle ordinate. La genesi di tali ricerche risale principalmente al 5 giugno 1942, quando a seguito a un'infezione di
gangrena gassosa
era morto il giorno prima il capo della sicurezza del Reich,
Reinhard Heydrich
ma anche perche il tasso di mortalita tra i soldati tedeschi, sempre per la gangrena gassosa era molto alto; occorreva trovare il farmaco e le dosi giuste per debellarla, provandolo su cavie umane infettate appositamente. (vedi
Esperimenti medici su cavie umane
).
Nel 1943, in aprile, viene immatricolata la 19.244 prigioniera e viene costruito il crematorio.
Nel 1944 l'immatricolazione delle nuove prigioniere passa dal n. 38.818 di aprile al n. 91.748 di dicembre (questi dati sono stati conservati grazie a prigioniere francesi addette agli uffici di registrazione). Allo sfruttamento intenso con il lavoro ne segue un grande aumento della mortalita, comprensiva anche dell'eliminazione fisica dei soggetti considerati inabili e improduttivi come anziane, donne incinte, prigioniere con problemi psicologici, oppositrici.
In quegli anni, le percentuali etniche delle prigioniere internate nel KZ di Ravensbruck, in base ad una lista incompleta,
Zugangsliste
, salvata clandestinamente nel lager, contenente i nomi di 25.028 donne deportate dai nazisti nel campo, risultano approssimativamente essere
[
senza fonte
]
:
La
Gestapo
distinse inoltre le detenute come segue
[4]
[
senza fonte
]
:
- 83,54% politiche
- 12,35% asociali
- 2,02% criminali comuni
- 1,11% Testimoni di Geova
- 0,98% altro
La
Zugangsliste
superstite e uno dei piu importanti documenti conservati a memoria dell'Olocausto e venne salvata negli ultimi istanti di vita del campo dai membri dell'unita
Mury
dello
Szare Szeregi
, un movimento di resistenza dell'associazione
Scout
polacca nato durante la guerra in contrapposizione all'invasione tedesca.
Il resto dei documenti del campo vennero bruciati dalle SS
[
senza fonte
]
.
All'inizio del '44 vi sono deportazioni piu massicce nel campo. Tra il 2 e il 30 agosto vi sono numerosi arrivi di migliaia di deportate evacuate dai lager dell'est, da Varsavia, di cui 14.000 solo da Auschwitz-Birkenau per l'arrivo dell'esercito sovietico. Mentre il numero delle deportate aumenta in modo esponenziale, i posti di lavoro rimangono uguali e anche le richieste di manodopera. Ravensbruck si trova cosi iperaffollato con decine di migliaia di prigioniere in eccedenza. Viene allestita un enorme tenda militare (Block 25) in una zona paludosa, per far posto ai nuovi arrivi; la vita da bestie e la promiscuita in questa tenda, la mancanza di igiene pressoche totale crea una moltitudine sporca, infestata di parassiti, coperta di stracci, destinata a diventare in brevissimo tempo vittima di furiose epidemie e dissenteria. La tenda, con soddisfazione delle SS, si scopre un involontario efficace strumento di sterminio.
Tanto piacque agli sterminatori SS l'effetto mortale della tenda che ripetono l'esperimento nel vicino sottocampo di Uckermark, affollato per lo scopo da grossi spostamenti di deportate inutilizzabili per il lavoro. Uckermark con i suoi 6 blocchi divento, dalla fine del 1944, campo di eliminazione, attuata con metodi vari (promiscuita, avvelenamento, inedia, assideramento e abbandono) e con invii alla camera a gas del campo principale.
Una delle forme di resistenza di Ravensbruck fu l'organizzazione, nascosta all'autorita del campo, di lezioni scolastiche realizzata dalle prigioniere in favore delle compagne piu sfortunate. Tutti i gruppi nazionali ebbero una qualche forma di insegnamento: le deportate polacche riuscirono ad organizzare lezioni universitarie con insegnanti qualificate.
Dopo una visita di Himmler alla fine del
1944
, si stabili l'eliminazione giornaliera di un gruppo cinquanta-sessanta donne. Cio faceva parte dei piani di evacuazione del lager in vista dell'arrivo dell'Armata Rossa. Si doveva liquidare la popolazione del campo in fretta sterminando, oltre alle detenute inabili al lavoro, anche quelle che non potevano camminare per lunghe marce, le intrasportabili, testimoni delle atrocita naziste o donne politiche scomode.
I "Trasporti neri" non potevano piu essere effettuati poiche i centri di sterminio come Hartheim erano stati chiusi o in via di smantellamento e le vie di comunicazioni poco agibili perche disastrate dalla guerra ormai vicina. Quindi le prigioniere condannate a morte, negli ultimi mesi, dovevano essere soppresse a Ravensbruck. Le esecuzioni iniziarono a essere effettuate in uno stretto passaggio tra due alti muri chiamato "
Corridoio della fucilazione
" situato tra il Bunker e il crematorio, con un colpo alla nuca e alla presenza del medico del campo; molte non morivano subito e il medico provvedeva con iniezioni di veleno al cuore a finirle. Poi i corpi venivano cremati. Furono inviati da Berlino specialisti del "colpo alla nuca" ad organizzare il massacro.
Al principio del
1945
il comandante del campo, per riuscire ad eliminare tutte le numerose deportate selezionate per lo sterminio, scontento del rendimento delle esecuzioni con colpo alla nuca o di altri sistemi nonostante la loro micidialita, decise di usare il gas. Fece iniziare in tutta fretta la costruzione di una camera a gas, azionata a
Zyklon B
(
acido cianidrico
), nello "
Jugendlager
" (Campo delle giovani, destinato a ragazze tedesche deportate). Lo specialista-capo dell'intera organizzazione era l'SS
Johann Schwarzhuber
, gia comandante ad Auschwitz fino all'ottobre del 1944 e trasferito a Ravensbruck nel gennaio del '45. La camera a gas era installata in una baracca di legno vicino, per ovvie ragioni logistiche, al crematorio. Quest'ultimo si trovava a meta strada tra il Lager e il lago Schwed (dove venivano versate le ceneri) ed era gia in funzione dal
1943
. Era composto da due forni Kori T II "
Reform
" a doppia porta, che pur tenuti continuamente accesi giorno e notte, si rivelarono insufficienti a incenerire l'elevato numero dei corpi dovuto anche allo sterminio sistematico in atto. La grande moria di prigioniere pero era soprattutto dovuta allo sfinimento fisico per lavoro, dissenteria, fame e alle epidemie che infuriavano nel campo e percio nel '44 fu aggiunto un terzo forno crematorio del tipo Kori "
Mobile
" a olio combustibile, privo del rivestimento esterno di mattoni refrattari.
A gennaio '45 nel campo vi erano 46.000 deportate; ad aprile il loro numero si era ridotto a 11.000.
Il
Sonderkommando
, addetto alla camera a gas e ai forni crematori, viene ucciso dalle SS il 25 aprile 1945, per non lasciare testimoni scomodi dei loro criminali massacri; ma da testimonianze giurate di sopravvissuti e delle stesse SS risulta che nella camera a gas di Ravensbruck, nei pochi scarsi mesi che funziono (Gennaio-Aprile 1945), vennero uccise circa 6000 persone.
Per non lasciare ulteriori prove di sterminio, venne anche distrutta dalle SS, ai primi di aprile, un'altra camera a gas in muratura in costruzione. Questa camera era basata su un progetto complesso, simile a quelle di Birkenau o di Hartheim, anche se di minor ampiezza.
Il 23 aprile
1945
, con l'avvicinarsi della fine per il regime nazista, sperando in agevolazioni personali, Heinrich Himmler, grazie alla felice ed eroica mediazione del suo medico personale olandese, il Dott.
Felix Kersten
, tratto con il conte
svedese
Folke Bernadotte
la liberazione di piu di 70.000 internati tra i vari lager e 7000 donne di Ravensbruck tra francesi, norvegesi, belghe e olandesi, vennero trasferite dalla
Croce Rossa
svedese al sicuro.
Il 26 aprile, le SS ordinarono l'evacuazione delle restanti deportate e deportati del campo maschile, che furono costrette ad una terribile
marcia della morte
diretta a nord, durante la quale molte persero la vita.
Il 30 aprile
1945
il campo di Ravensbruck fu finalmente liberato dalle forze
sovietiche
.
I russi vi trovarono 3.000 prigioniere scampate all'evacuazione, e circa 300 prigionieri uomini, per la maggior parte gravemente ammalati e completamente denutriti. Poche ore dopo le unita sovietiche in avanzata, salvarono anche le scampate alla marcia della morte. Le superstiti vengono raggiunte e liberate dall'Armata Rossa a Schwerin.
Si stima che tra il
1939
e il
1945
il campo di Ravensbruck abbia ospitato circa 130.000 deportati, dei quali 110.000 donne. I documenti sopravvissuti alla distruzione da parte delle autorita del campo indicano circa 92.000 vittime.
Il "Memoriale Nazionale di Ravensbruck", venne inaugurato il 12 settembre 1959. Fu uno dei tre grandi Memoriali, insieme a quello di
Buchenwald
e
Sachsenausen
, eretti dalla
DDR
. Gli architetti del "Collettivo di Buchenwald" decisero di includervi sezioni originali del Lager fuori del muro, quale il crematorio, la prigione ed un tratto del muro di cinta alto 4 metri. Nel 1959 sotto il tratto ovest del "Muro delle Nazioni" del lager vennero riuniti i resti delle detenute precedentemente sepolte traslate in un'unica grande fossa comune che venne evidenziata da un campo di rose.
La scultura in bronzo, "
Tragende
" ("La portatrice"), opera di Will Lammert, divenne il simbolo del Memoriale di Ravensbruck, eretto sulla riva del lago di Schwedt. Tutta l'area all'interno del muro del Lager, invece, divenne una caserma
dell‘Esercito Sovietico
dal 1945 al 1994.
Un primo museo del Lager venne inaugurato nel 1959-60 dentro il famigerato Bunker, la prigione del campo, con centinaia di oggetti delle ex-deportate. Nei primi anni ottanta l'edificio del Bunker divenne la "Rassegna delle Nazioni", con l'apertura al piano superiore di 17 Sale Commemorative internazionali. La "Kommandantur" SS ? utilizzata dai militari sovietici fino al 1977 ? divenne il "Museo della Resistenza Antifascista". Dopo il ritiro dalla Germania dell'esercito sovietico, che fino al 1993 aveva utilizzato parti dell'ex campo per scopi militari, e stato possibile incorporare altre aree del campo nel sito commemorativo.
I tre memoriali nazionali di Buchenwald, Sachsenhausen e Ravensbruck svolsero un ruolo centrale nella politica di commemorazione della DDR sotto
Erich Honecker
.
[5]
Erano controllati dal Ministero della Cultura e servivano come luoghi di identificazione e legittimazione della DDR.
[6]
Secondo la storica Anne-Kathleen Tillack-Graf la strumentalizzazione politica di questi memoriali, soprattutto per le esigenze attuali della DDR, divenne particolarmente chiara durante le grandi celebrazioni della liberazione dei campi di concentramento.
[7]
Oggi, gli ex blocchi di alloggi per le guardie femminili sono un ostello della gioventu e un centro di incontro per giovani. Nel corso della riorganizzazione, avvenuta all'inizio degli anni '90, il
Museum des antifaschistischen Widerstandskampfes
e stato sostituito da due nuove mostre permanenti: "Donne di Ravensbruck", che presenta le biografie di 27 ex prigioniere, e "Ravensbruck. Topografia e storia del campo di concentramento femminile", che fornisce informazioni sulle origini del campo, descrive la vita quotidiana nel campo e spiega il principio della
Vernichtung durch Arbeit
(sterminio attraverso il lavoro). Dal 2004 e stata allestita anche una mostra sulle guardie femminili del campo di concentramento femminile di Ravensbruck, ospitata in un altro dei loro ex blocchi di alloggi. Inoltre, il memoriale ospita regolarmente mostre temporanee di particolare interesse.
Il 16 e 17 aprile 2005 si e tenuta una cerimonia per commemorare il 60º anniversario della liberazione del campo. Tra gli invitati c'erano circa 600 sopravvissuti provenienti da tutto il mondo, soprattutto dall'Europa orientale. Contemporaneamente e stata inaugurata una nuova mostra permanente all'aperto sul tema dei trasporti in treno verso Ravensbruck. L'esposizione centrale e costituita da un vagone merci ristrutturato. I pannelli informativi della mostra descrivono le origini dei trasporti e la loro evoluzione nel tempo, spiegando i diversi tipi di treni, i luoghi di arrivo e il ruolo svolto dagli abitanti del luogo. Si tratta probabilmente dell'unica mostra finora allestita in un memoriale tedesco e dedicata esclusivamente al tema dei trasporti verso il campo.
- Un monumento alle vittime francesi di Ravensbruck e uno dei monumenti commemorativi di diversi campi di concentramento nel
cimitero di Pere Lachaise
a Parigi
- Per commemorare le vittime del campo di concentramento di Ravensbruck, il memoriale
Vrouwen van Ravensbruck
e stato inaugurato ad
Amsterdam
, nei Paesi Bassi, nel 1975 e viene utilizzato ogni anno per un evento commemorativo in occasione della data della liberazione del campo di concentramento di Ravensbruck
Quei bordelli nei lager voluti da Himmler
Per disposizione delle
SS
di
Heinrich Himmler
Ravensbruck forni tutti i principali lager, escluso Auschwitz, di ragazze da impiegare nei
bordelli
interni ai campi di concentramento voluti nell'intento di incrementare la produttivita dei lavoratori reclusi
[8]
. I postriboli dei lager potevano essere utilizzati dal personale di guardia al campo, dagli internati criminali comuni (contraddistinti dal triangolo verde) ed in generale dai prominenti di razza "ariana" , in ogni caso erano esclusi gli ebrei.
Nel
1942
i tedeschi inviarono cinquanta prigioniere politiche nei seguenti campi di concentramento per l'impiego come prostitute nei bordelli (tecnicamente:
Sonderbauten
,
edifici speciali
):
Buchenwald
,
Dachau
,
Flossenburg
,
Mauthausen
,
Neuengamme
e
Sachsenhausen
. Molte delle prescelte erano partite volontarie per sfuggire alle terribili condizioni di Ravensbruck. Le prostitute impiegate nei bordelli dei campi venivano infatti pagate, potevano riposare la mattina, avevano giorni liberi, ricevevano vestiti e cibo migliori, potevano lavarsi regolarmente e venivano generalmente trattate meglio; d'altra parte molte tornarono a Ravensbruck dopo pochi mesi affette da malattie veneree.
L'esistenza di bordelli interni ai campi di concentramento nazisti e stata documentata nel libro
Das KZ-Bordell
(
Il bordello nel campo di concentramento
) scritto da Robert Sommer e presentato il 19 agosto
2008
al parlamento della citta-Stato di
Berlino
[9]
.
Quando una nuova prigioniera arrivava a Ravensbruck era obbligata ad indossare il
Winkel
, un triangolo di stoffa colorato, che identificava il motivo di internamento; sul triangolo era applicata una lettera che identificava la nazionalita. Le deportate polacche, che divennero la maggior componente nazionale nel campo a partire dal
1942
, indossavano normalmente un triangolo rosso (deportate politiche) con una lettera "P" (nazionalita polacca).
Le donne ebree, prima del trasferimento verso Auschwitz, indossavano un triangolo giallo, alcune volte sovrapposto con un secondo triangolo per indicare altri motivi di internamento. Le criminali comuni indossavano il triangolo verde, i
Testimoni di Geova
il triangolo viola. Le zingare, le prostitute e le ≪asociali≫ venivano identificate da un
triangolo nero
.
Il
triangolo rosa
, utilizzato per identificare gli
omosessuali
maschi presso gli altri campi di concentramento, non venne utilizzato nel campo femminile di Ravensbruck; le
lesbiche
internate, spesso per associati motivi razziali o politici, vennero contrassegnate con il triangolo nero e considerate semplici ≪asociali≫
[10]
Alle deportate venivano rasati i capelli, poi utilizzati dall'industria tedesca; le deportate "
ariane
", pero, non sempre subivano questo trattamento. Per esempio esso non venne applicato, nel
1943
, ad un trasporto proveniente dalla
Norvegia
e composto da donne di origine nordica.
Successivamente, dopo essere state rasate, private di tutti i propri beni, ispezionate nelle parti intime e lavate, le prigioniere sono destinate ai
Block
. I Block sono costruzioni di legno incatramato, divisi in due
Stube
, in ognuna delle quali ci sono un refettorio, un dormitorio, tre lavabi e tre latrine. La "blockowa" e la "stubowa" sono le responsabili rispettivamente del Block e della Stube ed entrambe sono deportate.
Lidia Beccara Rolfi, nel libro “
Le donne di Ravensbruck
” (Einaudi,
1978) ci ha lasciato la sua testimonianza.
-"Il dormitorio e completamente occupato da letti a castello a tre piani, lo
spazio tra i piani e cosi poco che da sedute le prigioniere battono la testa
contro le assi. Ogni letto, non piu largo di 70, 80 cm, e destinato a due o
anche tre deportate per posto. Ricordano all'aspetto i ripiani per i bachi da
seta: li ricordano anche nel brusio ininterrotto di larve umane che da essi si
leva, li ricordano soprattutto nella puzza insopportabile che emana da centinaia
di corpi mal lavati. Prima la divisa era a strisce grigie e blu, ma nel '44 e ormai un lusso
concesso alle vecchie del campo. Le prigioniere vengono rivestite con stracci,
con una grossa croce dipinta davanti e di dietro.
Questi stracci sono la divisa
d'obbligo delle deportate in quarantena... La sbobba e una
brodaglia insipida e dolciastra, molto liquida, che dobbiamo mangiare senza
cucchiaio. Il leccare la minestra come i cani avvilisce, fa sentire bestie molto
piu di altre cose. La logica del sistema vuole proprio questo...
Le deportate anziane e le inabili al lavoro, a Ravensbruck si ammazzano; si usa inviarle con i famigerati "trasporti neri" alla soppressione in centri di sterminio attrezzati. La giornata nel blocco inizia alle 3,30 con il fischio della sirena. In mezz'ora
bisogna scendere dal letto, infilarsi il vestito, rifare il letto alla
perfezione secondo il regolamento, andare a lavarsi, fare la coda alla latrina e
schierarsi, dieci per dieci, sulla Strasse davanti al blocco.
L'appello del mattino e una delle tante torture del campo. Costringe
a rimanere in piedi in ranghi di dieci per ore e ore. L'appello si svolge in
posizione di attenti, sotto la pioggia, la neve o il vento. All'appello e
proibito muoversi, parlare con le compagne, accoccolarsi quando le gambe non
reggono piu, battere i piedi per riscaldarsi, avere il petto ricoperto di un
pezzo di carta rubata per difendersi dal freddo. Dopo la prima mezz'ora diventa
una tortura. Il cervello si svuota, le gambe si gonfiano, i piedi fanno male,
dolori atroci corrono per tutti i muscoli. L'appello a Ravensbruck, dove si
addestra psicologicamente la manodopera destinata a lavorare, produrre e rendere
nell'industria tedesca, e molto piu lungo che non quello dei sottocampi di
lavoro dell'industria stessa."
I massacranti turni di lavoro giornalieri erano due, di dodici ore ciascuno: il primo dalle 6 di mattina alle 6 di sera; il secondo, quello di notte, fino alle 6 della mattina successiva.
Tutte le prigioniere dovevano compiere lavori pesanti. Erano obbligate a molti tipi diversi di lavoro schiavo: costruzioni, agricoltura e anche costruzione dei
missili
V2
per conto dell'azienda tedesca
Siemens AG
.
Le detenute che si ribellavano, tentavano di evadere o compivano atti di sabotaggio vero o presunto, venivano rinchiuse nella prigione del campo, il Bunker, un edificio a due piani con molte piccole celle alcune senza finestra; bastava assai poco per finirvi dentro. Le detenute destinate al Bunker subivano gravi sevizie morali e fisiche e molte finivano uccise o non sopravvivevano alle violenze. Nel Bunker si effettuavano interrogatori, processi sommari, torture e condanne a morte.
Le detenute giudicate da "rieducare" venivano inviate invece allo Strafblock. Era un blocco di punizione in cui finivano le prigioniere che avevano rubato o erano considerate indisciplinate o compiuto lievi mancanze. Vi erano le violente e sadiche SS-Aufseherinnen (
Sorveglianti donna nei campi di concentramento nazisti
) con feroci cani da guardia a mantenere l'ordine. Si umiliava la prigioniera facendola lavorare alla preparazione di strisce di concime, pestando a piedi nudi masse di escrementi per poi impastarli, sempre a mani nude, con la cenere umana dei forni crematori; secondo le SS il risultato era un ottimo fertilizzante. Poco importava come ottenuto.
Le operaie-schiave, ormai stremate e ridotte praticamente a scheletri viventi improduttivi, venivano selezionate invece per i famigerati “trasporti neri” verso la morte con il gas o altri modi in centri di sterminio esterni appositamente attrezzati. Altra manodopera fresca le sostituiva nel ciclo continuo del sistema dei rimpiazzi. I nazisti definivano i deportati che non potevano lavorare letteralmente "zavorra umana" o
Ballastexistenzen
, migliaia e migliaia di pesi morti inutili, costosi da sfamare; prima si toglievano di mezzo e piu si risparmiava.
Con i “trasporti neri” le detenute selezionate venivano inviate a
Majdanek
ed in centri di sterminio (Castello di Hartheim, Sonnenstein, Bernburg e altri punti dove si realizzava l'
Aktion T4
per l'eutanasia dei disabili e l'Aktion 14F13, azione specifica mirata proprio all'uccisione dei prigionieri dei campi di concentramento malati e inabili al lavoro).
Il primo
Trasporto nero
di Ravensbruck risale al dicembre 1941. “Poi i ‘Trasporti neri’ si susseguirono al ritmo di due o tre al mese, fino alla fine di novembre-inizio dicembre 1944. Effettuati di notte, quasi clandestinamente, comprendevano 50-70 donne alla volta…” (
G. Tillion
). Altri trasporti furono molto piu numerosi, come quello diretto a Majdanek nel gennaio 1944, dove 900 prigioniere e qualche decina di bambini trovarono la morte.
I detenuti che muoiono nei lager nazisti non hanno diritto a nessun tipo di funerale, tanto meno a una semplice bara; dal loro arrivo al campo sono considerati solo dei pezzi (
Stucke
) ai quali e stato marchiato un numero; alla loro morte gli
Stucke
vengono semplicemente gettati nei forni e i loro numeri cancellati dalle liste. Muoiono nell'acuta disperazione di non rivedere mai piu i loro cari e i luoghi natii e nella spietata consapevolezza che di loro non restera nulla, se non un po' di cenere mischiata a quella di tanti altri sventurati compagni. Hanno resistito disumanamente nella speranza di tornare ma poi sono caduti sfiniti, ridotti in condizioni indescrivibili, in queste bolge infernali in terra straniera, lontane molti chilometri da casa.
Il regolamento impone che i corpi devono arrivare nudi alle piccole bocche incandescenti dei forni crematori, non calcolate certo per ingoiare morti incassati ma le sagome lunghe e sottili degli scheletrici cadaveri del lager. I morti vengono privati anche dell'ultimo misero avere, come laceri vestiti, scarpe spaiate e biancheria lisa: ripuliti serviranno per altri infelici dopo di loro. I corpi vanno poi ad ingrossare il mucchio di cadaveri presso il crematorio in attesa di essere bruciati come scarto inutile; l'ultima parte del ciclo per la distruzione scientifica del deportato tra poco sara completata. Alcuni, nel grande mucchio di corpi scomposti, agonizzavano ancora.
Tra le migliaia di detenute giustiziate dai nazisti a Ravensbruck vi furono quattro membri appartenenti allo
Special Operations Executive
(
Denise Bloch
,
Cecily Lefort
,
Lilian Rolfe
e
Violette Szabo
), la suora
Elise Rivet
,
Elisabeth de Rothschild
, la principessa francese venticinquenne
Anne de Bauffremont-Courtenay
ed
Olga Benario
, ebrea-comunista e militante nella Resistenza a Berlino poi moglie del leader
comunista
brasiliano
Luis Carlos Prestes
("Olga, vita di un'ebrea comunista" di F. Morais, ed. il Saggiatore 2005, libro pubblicato in Brasile nel 1984 da cui, nel 2005, il regista Jaime Monjardim trasse l'eccellente film "Olga, muitas paixoes numa so vida" al cui interno ricostruisce scene di vita del campo di concentramento femminile di Ravensbruck. ic2014) . L'esecuzione piu massiccia, circa 200 vittime, venne realizzata contro un gruppo di giovani patriote polacche appartenenti all'
Armia Krajowa
. Vi fu prigioniera
Margarete Buber-Neumann
: questa donna arrestata in Unione Sovietica passo anni nei gulag staliniani perche accusata di trotzkismo e fu consegnata ai nazisti nel 1940 nel quadro dell'alleanza russo-tedesca. Sopravvisse e lascio testimonianza nel suo libro "Prigioniera di Hitler e Stalin".
Altra testimonianza di deportazione, vissuta nel campo di Ravensbruck, e raccontata dall'attrice e scrittrice francese
Fanny Marette
nel suo libro
Ero il numero 47.177 - Diario di una deportata
.
Un episodio di grande umanita avvenuto a Ravensbruck, che ricalca al femminile quello di San
Massimiliano Kolbe
di
Auschwitz
, e quello di una suora ortodossa Madre Maria (Elisabetta Pilenko-Skobtsova, 1891-1945). Il
Venerdi Santo
(30 marzo) del 1945, le SS chiamano i numeri delle prigioniere del Blocco 15 che il medico ha selezionato come inabili al lavoro, destinandole alla camera a gas; Madre Maria non e nella lista, eppure prende il posto di una detenuta ebrea madre di tre figli, facendola saltare fuori della finestra. Avviandosi sul camion diretto al crematorio saluta le detenute rimaste: "Vado in Cielo..." dice loro, poi rivolgendosi alle altre sventurate con lei sul carro: "Andiamo insieme, vi aiutero a morire bene..." Il giorno dopo, il 31 marzo, entra con le sue compagne nella camera a gas.
Fu soprannominata "
L'Anima di Ravensbruck
".
Molte persone, prigioniere superstiti dei campi nazisti, tornate a casa non furono riconosciute neanche dai parenti piu stretti, tanto erano trasfigurate dall'esperienza della deportazione. Ai loro racconti di cio che avevano visto e vissuto nei lager difficilmente furono credute e a volte finivano anche per essere prese per pazze o venivano derise. Tante non riuscirono neppure a narrare l'orrore che avevano visto e si chiusero in un mutismo per anni e solo dopo un lungo tempo alcune riuscirono a parlarne: ricordare era un trauma sempre vivo in loro, angosciante e straziante. Altre persone presero a raccontare la loro testimonianza per contrastare il
Negazionismo
dilagante.
Quell'esperienza causo anche numerosi suicidi anche molto postumi, di chi non ce la fece a riprendere il corso di una vita normale. Chi entro nel lager non ne usci mai piu.
≪
Ma no mio Dio... noi vogliam vivere
!≫
Nel piu grande campo femminile della Germania nazista era naturale che si presentasse il problema del soprannumero dei neonati e dei bambini. I neonati e i bambini fanno parte a se. I primi nascono qui da donne che arrivano incinte, gli altri giungono con le madri. C'e una sala operatoria che funge anche da sala parto. All'inizio vi vengono praticati aborti su "ariane" rimaste incinte da "razze inferiori"; successivamente per far abortire tutte le prigioniere inviate al lavoro. Serve anche per sterilizzare donne e bambine zingare ed ebree, per impedire la riproduzione di quel gruppo etnico. E vi si compiono anche esperimenti chirurgici su cavie umane.
I primi bambini raggiunsero il campo nel
1939
, insieme alle loro madri zingare provenienti dal campo di
Burgenland
, in Austria. In seguito molte madri ebree
olandesi
,
francesi
,
ungheresi
giunsero insieme ai figli. Dal 1942 le donne che erano incinte al momento dell'internamento sono obbligate all'aborto appena la gravidanza veniva scoperta oppure venivano selezionate per l'immediata uccisione. Cio per non disturbare la produzione. L'aborto era praticato fino all'ottavo mese e il feto bruciato in una stufa. Dal 1943, le autorita SS del campo su suggerimento del dottor Treite ritennero preferibile permettere alle donne incinte di portare a termine la gravidanza, ma a patto che neonati venissero subito strangolati o annegati in un secchio d'acqua davanti alla madre. Poi le SS cambiano ancora: i neonati possono sopravvivere ma niente aiuta la madre; i neonati muoiono praticamente tutti in pochi giorni in modi peggiori dello strangolamento e dell'annegamento.
I nazisti furono attentissimi alla non proliferazione delle “razze sub-umane” e ai matrimoni o accoppiamenti misti con tali razze, per evitare il pericolo di "contaminare" l'unico germe sopravvissuto puro della razza ariana: quella germanica. Essa invece, secondo le vagheggianti visioni hitleriane, era destinata come "razza eletta" a ripopolare il mondo (
Lebensborn
) e riportarlo alla bellezza primordiale in un nuovo mondo ripulito con il genocidio dalle "razze inferiori" evitando cosi la "corruzione biologica" del genere umano che era invece avvenuta nei secoli passati fino a quel momento. I bambini di queste razze rappresentavano percio, per i nazisti, il pericolo primario della continuazione futura della specie degli "indesiderabili"; naturale per loro cercare di eliminarli totalmente e senza pieta.
A centinaia di migliaia vennero immediatamente uccisi: soffocati dal gas insieme alle loro madri, uccisi con iniezioni di veleno, bruciati, massacrati a bastonate, fucilati, gettati vivi nelle fosse comuni o usati come tiro al bersaglio. Le donne incinte dovevano sparire dalla faccia della terra.
Lo sterminio dei bambini nei lager avveniva in tanti modi a seconda dei modi vigenti nei campi: dal colpo alla nuca (“Genickschuss”) all'annegamento. A Ravensbruck esisteva una saletta adibita a "Kinderzimmer" in cui i piccoli venivano abbandonati a morire di fame e lasciati in pasto ai topi. La parola "kind" era sinonimo di raccapriccio nel campo.
Statistiche incomplete ed assai effimere riportano in 882 il numero totale di bambini deportati a Ravensbruck, non comprendenti quelli invece, nati nel campo che pare fossero sui 500: solo 5 sopravvissero alla prigionia grazie a catene umanitarie.
Le internate di Ravensbruck vennero utilizzate, a partire dall'estate
1942
, come cavie umane per la "sperimentazione" medica: almeno 86 donne, di cui 74 polacche (la maggior parte di queste provenienti da
Lublino
con il trasporto del 23 settembre
1943
, vedi
lista
) furono selezionate per le due serie di esperimenti.
La prima serie (luglio
1942
- dicembre
1943
) riguardo nuovi farmaci a base di
sulfonamide
, destinati alla cura delle infezioni delle ferite dei soldati al fronte. Le internate vennero deliberatamente ferite e fratturate e infettate con
batteri
virulenti. Per meglio simulare le infezioni in alcune ferite vennero introdotti pezzi di legno, vetro o stoffa, attendendo poi lo sviluppo della
gangrena
. Le ferite venivano successivamente curate con i nuovi farmaci per verificarne l'efficacia. Usati spesso per infettare la gangrena gassosa, erano lo
Staphylococcus aureus
e quello del tetano. Erano introdotti mediante iniezione direttamente negli arti inferiori, o mediante incisione cutanea poi riempita, come gia detto, con quei materiali infettivi con cui i soldati feriti al fronte potevano imbattersi. Inoltre, il conseguente tessuto muscolare in necrosi veniva schiacciato per facilitare l'uscita dell'anidride carbonica prodotta dall'infezione e chiudere alle ferite il contatto con l'aria per aumentare lo sviluppo dei batteri.
La seconda serie (settembre
1942
- dicembre
1943
) di esperimenti riguardo lo studio del processo di rigenerazione di ossa, muscoli e nervi e la possibilita di trapiantare ossa da una persona all'altra: alcune donne subirono amputazioni, altre, come nel caso precedente, fratture e ferite.
Ovviamente tutti gli esperimenti avvennero senza la volonta e nonostante le proteste delle vittime che rimasero tutte gravemente debilitate a livello sia fisico sia psichico. Cinque di esse, di nazionalita polacca, morirono in seguito alle sperimentazioni; altre sei vennero uccise successivamente nel campo. Le altre, soprannominate
Kaninchen
(coniglietti) a causa dell'andatura assunta dopo gli esperimenti (che riguardarono soprattutto gli arti inferiori), riuscirono a sopravvivere grazie all'aiuto delle altre prigioniere del campo.
- per approfondire vedi:
articolo, in inglese, sugli esperimenti medici a Ravensbruck
Tra le 120 e le 140 donne zingare vennero sterilizzate a Ravensbruck nel gennaio
1945
, per saggiare l'efficacia dei nuovi metodi tedeschi, basati su
raggi X
, chirurgia e diversi farmaci. Questi esperimenti di sterilizzazione avevano come ultimo scopo la sterilizzazione forzata di milioni di persone considerate "indesiderabili" per il "nuovo ordine mondiale nazista". Tutte le donne sottoposte alla sterilizzazione, timorose delle conseguenze di un eventuale rifiuto, firmarono un documento di consenso dopo che le autorita del campo avevano promesso loro la liberta nel caso si fossero sottoposte all'esperimento.
Tra i criminali esperimenti medici a cui le donne furono loro malgrado sottoposte, vi erano:
- Esperimenti di congelamento/ raffreddamento prolungato;
- Esperimenti di vaccinazione antipetecchiale;
- Ricerche sull'epatite epidemica;
- Prova di farmaci su detenute infettate con la
gangrena gassosa
e
tetano
;
- Esperimenti di sterilizzazione;
- Raggi X;
- Trapianti di ossa da una prigioniera all'altra;
- Studio sulle condizioni precancerose della cervice uterina;
- Ricerche sui gemelli monozigoti;
- Ricerche sulla cura ormonale dell'omosessualita.
Moltissime vi rimasero uccise, altre sfigurate a vita.
- Ansbach
,
- Barth
,
- Belzig
,
- Berlino
(piu di dieci campi),
- Dabelow
,
- Dresden Universelle
,
- Eberswalde
,
- Feldberg
,
- Furstenberg/Havel
,
- Genthin
,
- Hennigsdorf
,
- Hohenlychen
,
- Karlshagen
,
- Klutzow
,
- Koenigsberg/Neumark
,
- Leipzig Shoenfeld
- Malchow
,
- Neubrandenburg
,
- Peenemunde
,
- Prenzlau
,
- Ravensbruck
,
- Rechlin
,
- Retzow
,
- Rostock
,
- Rostock-Marienehe
,
- Schonefeld, Krs. Teltow
,
- Schwarzenforst
,
- Stargard
,
- Velten
.
I medici di Ravensbruck imputati al Processo di Norimberga
[
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Nel corso del "
processo ai dottori
" tenuto dal tribunale militare internazionale a
Norimberga
tra l'ottobre
1946
e il febbraio
1948
i seguenti medici che avevano operato a Ravensbruck furono trovati colpevoli e condannati:
Tutti vennero trovati colpevoli di avere condotto o partecipato ai diversi esperimenti medici sulle internate di Ravensbruck.
Ludwig Stumpfegger
, l'ultimo medico personale di
Adolf Hitler
, che pure aveva condotto esperimenti a Ravensbruck non venne giudicato a causa del suo precedente suicidio avvenuto nei giorni immediatamente successivi alla caduta di
Berlino
nelle mani dell'
Armata Rossa
sovietica che pose fine alla
seconda guerra mondiale
in
Europa
.
Una rinnovata attenzione ed interesse per Ravensbruck si ebbe nel
1976
in seguito al processo per crimini di guerra tenuto a
Dusseldorf
, conosciuto anche come processo di
Majdanek
. La piu nota delle imputate di questo processo fu la sovraintendente delle guardie di Ravensbruck,
Hermine Braunsteiner
, che era stata scoperta dal famoso cacciatore di nazisti
Simon Wiesenthal
. Molti testimoni sopravvissuti a Ravensbruck la identificarono come la pallida, ed alta aguzzina dagli occhi azzurri chiamata
la cavalla scalciante
a causa della propensione ad uccidere i bambini calpestandoli, spesso sotto gli occhi delle madri. Nel
1981
, al termine del processo, la sessantunenne Braunsteiner venne condannata all'ergastolo per l'assassinio di molti bambini ed altri crimini brutali.
Altre guardie del campo di Ravensbruck vennero incriminate nel corso dei processi di
Auschwitz
,
Belsen
, Ravensbruck oppure in processi individuali:
- Liliana Segre
, una delle piu note ed attive testimoni dell'Olocausto. Sopravvissuta ad Auschwitz, e liberata in marcia da Malchow (Ravensbruck).
- Anna Cherchi Ferrari
, partigiana reduce e testimone della vita e nel campo di concentramento.
- Arianna Szorenyi
, una delle piu note bambine italiane deportate ad Auschwitz-Birkenau e sopravvissuta. Aveva solo undici anni quando insieme alla sua famiglia giunse al campo. La piccola fu immatricolata con il numero: 89219, e fu immediatamente separata da tutti i componenti della sua famiglia. Nel 1944 inclusa in una delle marce della morte viene prima internata a Ravensbruck e poi a Bergen-Belsen fino alla liberazione del campo da parte degli alleati.
- Lidia Beccaria Rolfi
[11]
- Medina Barbattini
partigiana reduce e testimone della vita nel campo di concentramento nel suo ultimo periodo prima della Liberazione.
[12]
- ^
Era definito come
Altreich
il territorio tedesco prima dell'
Anschluss
, in pratica la Germania con i confini del 1937.
- ^
(
EN
)
Frauen-Konzentrationslager (1939 - 1945)
, su
ravensbrueck-sbg.de
.
URL consultato il 1º febbraio 2019
.
- ^
(
EN
)
List of places: Concentration camps and outlying camps - Concentration camp Ravensbruck
, su
deutschland-ein-denkmal.de
.
URL consultato il 1º febbraio 2019
.
- ^
C. Fullberg-Stolberg, M. Jung, R. Riebe and M. Scheitenberg (eds),
Frauen in Konzentrationslagern Bergen-Belsen, Ravensbruck
, Bremen, 1994, p. 79.
- ^
(
DE
) Anne-Kathleen Tillack-Graf,
Erinnerungspolitik der DDR. Dargestellt an der Berichterstattung der Tageszeitung "Neues Deutschland" uber die Nationalen Mahn- und Gedenkstatten Buchenwald, Ravensbruck und Sachsenhausen
, 2012, p. 94,
ISBN
978-3-631-63678-7
.
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Gesetzblatt der Deutschen Demokratischen Republik vom 4. September 1961
, Teil II, Nr. 61.
- ^
(
DE
) Anne-Kathleen Tillack-Graf,
Erinnerungspolitik der DDR. Dargestellt an der Berichterstattung der Tageszeitung "Neues Deutschland" uber die Nationalen Mahn- und Gedenkstatten Buchenwald, Ravensbruck und Sachsenhausen
, 2012, p. 2?3, 88?91,
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- ^
Mostra sulla prostituzione forzata
Archiviato
l'8 marzo 2016 in
Internet Archive
. nei campi di concentramento nazisti (dal 12.01.2007 al 30.09.2007) presso il
Memoriale di Ravensbruck
Archiviato
il 16 ottobre 2009 in
Internet Archive
., fonte: (
DE
)
Memoriale di Ravensbruck: "Sex-Zwangsarbeit in NS-Konzentrationslagern", 14.Januar bis 30. September 2007
Archiviato
il 30 agosto 2009 in
Internet Archive
.. Un articolo di approfondimento
qui
Archiviato
il 28 agosto 2009 in
Internet Archive
., in tedesco, inglese e francese.
- ^
Vedi:
Alessandro Alviani, "Le volonterose prostitute di Hitler"
Archiviato
il 4 febbraio 2013 in
Internet Archive
. su
La Stampa
online (URL consultato il 20-08-2009)
- ^
Per approfondire vedi
Henny Schermann
e
storia degli omosessuali nella Germania nazista e durante l'Olocausto
- ^
Jacopo Ricca,
Il coraggio di Lidia, sopravvissuta a Ravensbruck "per gridare a tutti che l'inferno esiste"
, 24 Gennaio 2020.
- ^
C. Antonini (a cura di),
Pagine su Medina
(
PDF
), su
Istituto storico di Piacenza
, pp. 78-84.
URL consultato il 23 marzo 2022
.
- Gwen Strauss,
Le nove donne di Ravensbruck - Il piu terribile campo di concentramento femminile
, Roma, Newton Compton Editori, 2021,
ISBN
978-88-2274-929-1
.
- Wanda Poltawska,
E ho paura dei miei sogni. I miei giorni nel lager di Ravensbruck
, traduzione di L. Crisanti, San Paolo Edizioni, Cinisello Balsamo 2010,
ISBN 978-88-215-6915-9
- Maria Massariello Arata,
Il ponte dei corvi. Diario di una deportata a Ravensbruck
, Ugo Mursia Editore, Milano 2005,
ISBN 978-88-425-3376-4
- Alberto Cavaliere
, I campi della morte in Germania nel racconto di una sopravvissuta a Birkenau, Milano: Paoline, 2010,
ISBN 978-88-315-3901-2
- Lidia Beccaria Rolfi
, Anna Maria Bruzzone,
Le donne di Ravensbruck. Testimonianze di deportate politiche italiane
, Einaudi, Torino 2003,
ISBN 978-88-06-16494-2
- Antonella Tiburzi, Gli ebrei meranesi nel lager di Reichenau, www.merano-history.com, 2014.
- Sarah Helm,
Il cielo sopra l'inferno
(titolo originale
If This Is A Woman: Inside Ravensbruck: Hitler's Concentration Camp for Women),
Newton Compton Editori, 2015
- Carme Marti Canti, Un cel de plom (catalano), ARA LLIBRES SCCL, 2013,
ISBN 978-8493967956
/
ISBN 8493967955