Arianesimo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Mosaico della cupola del Battistero degli Ariani , Ravenna .

L' arianesimo (in greco : ?ρειανισμ??) e una dottrina trinitaria [1] di tipo subordinazionista , elaborata dal presbitero , monaco e teologo Ario ( 256 - 336 ) [2] , condannata come eretica al primo concilio di Nicea ( 325 ). Tale dottrina sostiene che il Figlio di Dio sia un essere che partecipa della natura di Dio Padre , ma in modo inferiore e derivato, e che pertanto c'e stato un tempo in cui il Verbo ancora non esisteva e che egli sia stato creato da Dio all'inizio del tempo.

Lo stesso argomento in dettaglio: Ario e Dottrine cristologiche dei primi secoli .

Nei decenni in cui i teologi cristiani cominciavano ad elaborare la dottrina della Trinita divina , il presbitero alessandrino Ario (260 ca - 336 [3] ) fu il massimo rappresentante di una delle interpretazioni della relazione tra le persone della Trinita, in particolar modo tra il Padre e il Figlio . Ario non negava la Trinita, ma subordinava il Figlio al Padre ( subordinazionismo ), negandone la consustanzialita [2] che sara poi formulata nel concilio di Nicea ( 325 ) nel credo niceno-costantinopolitano . Alla base della sua tesi, permeata della cultura neoplatonica tanto in voga nell'ambiente ellenistico egiziano [4] , vi era la convinzione che Dio, principio unico, indivisibile, eterno e quindi ingenerato [5] , non potesse condividere con altri la propria ousia , cioe la propria essenza divina [4] [6] . Di conseguenza il Figlio , in quanto “generato” e non eterno [4] [7] , non puo partecipare della sua sostanza (negazione della consustanzialita), e quindi non puo essere considerato Dio allo stesso modo del Padre (il quale e ingenerato, cioe aghennetos arche [6] ), ma puo al massimo esserne una creatura [6] : certamente una creatura superiore, divina, ma finita (avente cioe un principio) e per questo diversa dal Padre, che e invece infinito [8] . Padre e Figlio non possono dunque essere identici, e il Cristo puo essere detto "Figlio di Dio" soltanto in considerazione della sua natura creata, e non di quella increata, posta allo stesso livello di quella del Padre [4] . Cosi facendo, Ario non negava di per se la Trinita, ma la considerava costituita da tre persone, caratterizzata ognuna da una propria sostanza ( treis hypostaseis [8] ).

Dalle origini al Concilio di Nicea (318-325)

[ modifica | modifica wikitesto ]
Lo stesso argomento in dettaglio: Concilio di Nicea I e Costantino I .

Ario e Alessandro (318-325)

[ modifica | modifica wikitesto ]
Icona conservata nel Megalo Meteoron , monastero greco, in cui si rappresenta la vittoria della fede nicena su Ario, rappresentato in posizione reclinata in quanto sconfitto.

Dopo l' editto costantiniano di tolleranza del 313, ad Alessandria d'Egitto si apri la controversia trinitaria, e le tesi che il presbitero Ario aveva cominciato a diffondere si estesero fino a coinvolgere un sempre maggior numero di persone [9] . Il vescovo di Alessandria, Alessandro , ne condanno le posizioni come eretiche in una sinodo tenutasi nel 318 [9] composto da 100 vescovi africani [8] , ma Ario pote contare su un partito molto numeroso di fedeli, che annoverava tra l'altro anche alcuni vescovi, sia africani che orientali, tra cui Eusebio di Cesarea ed Eusebio di Nicomedia [8] ; questi ultimi godevano di un forte prestigio anche presso la corte imperiale. La disputa oppose per anni il clero egiziano a quello antiocheno (in particolare la Palestina e la Bitinia ), attirando l'attenzione dell'imperatore e del popolo. Nel tentativo di porre fine alla questione, che inizialmente Costantino aveva sottovalutato, nel 325 indisse, anche per le pressioni dei suoi consiglieri ecclesiastici che erano invece molto informati sulla disputa, il Concilio ecumenico di Nicea [10] .

La disputa nicena (325)

[ modifica | modifica wikitesto ]

La convocazione del concilio non era pero un fatto solamente religioso: all'imperatore stava a cuore soprattutto la stabilita dello Stato. Le questioni teologiche, con i disordini e le contese che ne derivavano, costituivano un problema politico che andava risolto con la sconfitta di una qualsiasi delle due fazioni. Costantino non aveva infatti convinzioni teologiche che lo facessero propendere particolarmente per l'una o per l'altra parte in conflitto. Al concilio Ario ed Eusebio di Cesarea non convinsero l'assemblea. Il loro argomento era il seguente: se il Figlio di Dio non era uguale al Padre, allora non era neanche divino, o per lo meno non quanto il Padre. E questo non era accettabile dagli ortodossi. La tesi poi secondo la quale " ci fu un tempo in cui il Figlio non c'era " fece inorridire i padri conciliari, che posero in minoranza e condannarono definitivamente le idee di Ario [11] .

Il concilio elaboro un simbolo , cioe una definizione dogmatica relativa alla fede in Dio, nel quale compare, attribuito al Cristo , il termine homoousios (tradotto in italiano dal latino con "consustanziale" (al Padre), ma in greco "di uguale essenza"), che costituisce la base dogmatica del cristianesimo storico. In assenza del vescovo di Roma Silvestro I (che mando suoi legati), presiedette l'assemblea il vescovo Osio di Cordova , favorito dell'imperatore (presente a tutte le sessioni dei lavori), la cui influenza sullo stesso imperatore ebbe facile gioco nel conquistare il sovrano alla causa dell'ortodossia. Gli eretici furono minacciati di esilio e Ario fu bandito e spedito in Illiria .

Da Costantino a Teodosio (325-381)

[ modifica | modifica wikitesto ]

Gli ultimi anni di Costantino e le correnti teologiche dell'arianesimo

[ modifica | modifica wikitesto ]

La scarsa saldezza delle convinzioni teologiche di Costantino e pero dimostrata dal fatto che in soli tre anni le sue posizioni nei confronti dell'arianesimo divennero assolutamente indulgenti e tolleranti: su suggerimento della sorella Costanza e per insistenza di Eusebio di Nicomedia , fu revocato l'esilio per i vescovi ariani, lo stesso Ario fu piu tardi richiamato (nel 331 o 334 ) e introdotto a corte [12] , dove riusci a tal punto a convincere l'imperatore della bonta delle sue opinioni, che lo stesso Costantino lo riabilito e condanno all'esilio il vescovo Atanasio di Alessandria , che di Ario era stato tra i piu acri oppositori [12] . L'ariano Eusebio di Nicomedia sostitui Osio di Cordova nel ruolo di consigliere imperiale ecclesiastico, battezzando poi lo stesso imperatore in punto di morte [13] [14] [15] .

L'affermazione nicena, che definiva il Figlio Dio tanto quanto il Padre, poneva nell'ambiente ariano e in quello ortodosso almeno tre grandi interrogativi:

  1. puo Dio generare un Figlio?
  2. puo Dio separarsi in se stesso?
  3. puo Dio morire (in croce o in qualsiasi altro modo)?

I seguaci di Ario portarono alle estreme conseguenze le risposte alle tre domande, che avevano in comune la conclusione che il Figlio non aveva natura divina ma, in quanto creatura di Dio, era un tramite o intermediario tra la divinita e l'umanita [15] . Ma all'interno del movimento ariano si verificarono comunque divisioni profonde, che portarono a tre gruppi principali:

  1. la fazione radicale degli Anomei (greco: ?νομο?οι) o Eunomiani (dal nome del loro piu importante esponente, Eunomio di Cizico ), fedele alla professione di fede originaria di Ario secondo la quale ≪il Figlio e in tutto dissimile al Padre≫ in quanto, essendo stato creato e fatto da cio che prima non esisteva, non poteva definirsi ≪generato≫ [16] [17] ;
  2. la fazione dei Semiariani o ariani moderati, fra cui lo stesso Ario dopo l'esilio ed Eusebio di Nicomedia, che ritenevano ≪il Figlio simile al Padre ma non per proprieta di natura, bensi per dono di grazia, nei limiti, cioe, in cui la Creatura puo essere paragonata al Creatore≫ [17] ;
  3. la fazione dei Macedoniani , secondo i quali ≪il Figlio e in tutto simile al Padre, mentre lo Spirito Santo nulla ha in comune ne con il Padre ne con il Figlio≫ [17] .

Da Costanzo II a Valente (337-378)

[ modifica | modifica wikitesto ]
La politica religiosa di Costanzo (350-361)
[ modifica | modifica wikitesto ]
Busto di Costanzo II (?). L'imperatore fu un fervente ariano, riuscendo a imporre questa confessione religiosa attraverso concili e l'uso della forza.

L'arianesimo ebbe fortuna in particolare sotto gli imperatori Costanzo II (figlio di Costantino I , 337 - 361 ) e Valente ( 364 - 378 ) e nell'ultima fase dell'Impero Romano. Costanzo, al contrario dei fratelli Costante e Costantino II, era di tendenze ariane. In seguito alle guerre fratricide e alla definitiva supremazia di Costanzo (350), quest'ultimo pote liberamente dedicarsi alla risoluzione delle questioni cristologiche nell'ultimo decennio del suo regno. Durante questo periodo, infatti, Costanzo convoco molti concili provinciali deputati a definire il credo cristiano: Sirmio (351), Arles (353), Milano (355), Sirmio II (357), Rimini (359) [18] e infine Costantinopoli (360) [19] . Il piu importante, per gli effetti che provoco in Occidente, fu pero quello di Sirmio II del 357 [12] , al quale parteciparono solamente vescovi d'oriente (in prevalenza ariani) [19] e che mise al bando i termini quali ousia e consustanzialita [20] . I vescovi d'Occidente (piu vicini alla chiesa di Roma e quindi fedeli al Credo niceno), manifestarono il loro dissenso: papa Liberio e Osio di Cordova furono imprigionati e costretti a sottoscrivere alle decisioni di Sirmio [19] , mentre nel concilio di Rimini del 359 si procedette alla condanna di Sirmio [19] .

Costanzo, allora, cerco di trovare una formula di compromesso nel concilio di Seleucia del 359 [20] , che vide il trionfo delle posizioni ariane sancite poi da quello di Costantinopoli dell'anno seguente [20] . Disordini e violenze si verificarono in diverse altre circostanze, come in occasione della successione al vescovo Alessandro di Costantinopoli ; l'ariano Macedonio ottenne la sede episcopale solo con la forza e con l'intervento militare, dopo che il rivale Paolo, vicino alla Chiesa di Roma, venne rapito, esiliato e assassinato. Le sommosse popolari che seguirono all'insediamento di Macedonio furono soffocate nel sangue; lo stesso vescovo si senti autorizzato dall'autorita imperiale di Costanzo, che lo proteggeva e aveva favorito il suo insediamento, a imporre il suo ministero anche con la tortura e la forza delle armi [21] [22] . Anche nell'Occidente niceno si ebbero delle ripercussioni sulle scelte vescovili: a Milano , come vescovo successore di Dionigi , fu imposto il vescovo ariano Aussenzio .

La breve parentesi di Giuliano (361-363)

[ modifica | modifica wikitesto ]

Giuliano l'Apostata , apertamente filo-pagano, revoco tutte quelle leggi beneficiarie che i suoi immediati predecessori avevano promulgato nei confronti dei cristiani. Secondo la sua opinione, il cristianesimo doveva debilitarsi sempre di piu attraverso il rifiorire delle contese teologiche messe a tacere pochissimi anni prima da Costanzo, e per questo motivo il nuovo imperatore Giuliano fece richiamare dall'esilio i cristiani di fede nicena [23] [24] .

Valente (364-378)

[ modifica | modifica wikitesto ]

Dopo il breve regno di Gioviano (363-364), l'impero ritorno ad essere diviso in due tronconi: la Pars Occidentalis fu affidata a Valentiniano I (364-375), mentre la Pars Orientalis a Valente . Se Valentiniano, cristiano come Gioviano, mantenne una politica tollerante nei confronti di tutte le fedi religiose [25] [26] , il fratello minore Valente fu un fanatico sostenitore dell'arianesimo [24] , ripristinando le disposizioni ecclesiastiche di Costanzo [27] . Il clima di terrore e di sopraffazione che Valente instauro nell'area orientale dell'impero, termino con la sua sconfitta e uccisione nella grande battaglia di Adrianopoli (378), combattuta contro i goti .

Teodosio e la definitiva sconfitta dell'Arianesimo

[ modifica | modifica wikitesto ]
Lo stesso argomento in dettaglio: Teodosio I e Concilio di Costantinopoli I .

L'ascesa di Teodosio

[ modifica | modifica wikitesto ]

Nel 380 , sotto l'influsso del vescovo di Milano , Ambrogio , venne emanato da Teodosio I e Graziano l' editto di Tessalonica che definiva il credo niceno (e quindi l'ortodossia) come religione di Stato. Oltre all'affermazione della formula nicena, che dunque toglieva di mezzo le dottrine ariane, l'editto definiva per la prima volta la Chiesa che professava il Credo Niceno "cattolica" (dal greco "katholicos", cioe "universale") e "ortodossa" (dal greco "orthos-doxa", cioe "di retta dottrina"), bollando tutti gli altri gruppi cristiani come eretici e come tali soggetti a pene e punizioni [28] . Si tratto, di fatto, di una persecuzione antiariana incruenta, in cui i vescovi vennero allontanati e tutte le chiese affidate al controllo dei cattolici, escludendo gli ariani da ogni luogo di culto anche dove, come a Costantinopoli, la loro comunita era decisamente di gran lunga piu numerosa. Proprio nella capitale dell'impero l'imperatore Teodosio in persona sostitui il vescovo Demofilo con Gregorio Nazianzeno , portandolo quasi in trionfo per le vie della citta e proteggendo il suo insediamento con un reparto di guardie imperiali armate. Lo stesso vescovo [29] deplorava che il suo insediamento fosse protetto dalle armi, tra gente che lo guardava con rabbia e lo considerava nemico, sembrava piu l'ingresso in una citta conquistata da parte di un barbaro invasore [30] . Non meno appassionata e violenta era la contesa che si svolgeva in Occidente tra il vescovo Ambrogio di Milano e l'imperatrice ariana Giustina , madre e reggente del futuro imperatore Valentiniano II [31] . La condanna dell'arianesimo venne poi ribadita nel 381 durante il primo concilio di Costantinopoli , proprio nella citta che, nonostante l'editto, era in qualche modo riuscita a conservare una popolosa colonia ariana che accoglieva al suo interno tutti gli “eretici” di varia denominazione [32] . Negli anni successivi Teodosio ribadi con una serie di editti la sua persecuzione contro l'eresia ariana, che prevedeva la proibizione delle riunioni di culto, la destituzione e la comminazione di forti multe a vescovi e preti, l'esclusione da professioni onorevoli e lucrose e (poiche gli ariani separavano la natura del Padre da quella del Figlio) l'inibizione alla capacita di lasciti testamentari. In qualche caso si giunse anche a pronunciare sentenze capitali che pero raramente vennero eseguite perche Teodosio era in realta piu propenso alla correzione che non alla punizione. Con l'affidamento dell'esecuzione dei suoi editti ad una schiera di funzionari l'imperatore istitui, di fatto, l'embrione di un ufficio di Inquisizione [33] .

L'arianesimo dal V al VII secolo

[ modifica | modifica wikitesto ]
Il vescovo Ulfila spiega il Vangelo ai Goti , rappresentazione di inizio '900.

Ulfila e i popoli germanici

[ modifica | modifica wikitesto ]
Lo stesso argomento in dettaglio: Ulfila .

Piuttosto che scomparire, l'arianesimo sposto il suo asse verso il nord dell'impero, trovando seguaci presso i popoli “ barbari ” che in quel periodo si stavano spingendo contro i confini dello Stato, particolarmente Goti , Vandali e Longobardi . Grazie soprattutto alla predicazione condotta nel IV secolo fra i Goti da parte di Ulfila (311-383) [34] , l'arianesimo conobbe infatti una grande diffusione fra i popoli germanici fra i quali fiori almeno fino al VII secolo : infatti, la visione piu semplice del cristianesimo ariano era piu conforme alla loro mentalita pragmatica e priva di quelle basi filosofiche di cui era intessuto il credo niceno [35] . Traduttore, tra l'altro, della Bibbia in lingua gotica e inventore di un tipo di alfabeto latino che sostitui gli antichi caratteri runici , Ulfila svolse un ruolo fondamentale non solamente dal punto di vista strettamente religioso, ma anche linguistico per lo studio delle antiche lingue germaniche [34] .

La progressiva conversione alla fede calcedoniana (V-VII secolo)

[ modifica | modifica wikitesto ]

Il modus vivendi dei barbari e dei romani

[ modifica | modifica wikitesto ]

Durante il lento ma inesorabile crollo dell' Impero romano d'Occidente nel V secolo, i vari popoli germanici che si insediarono nei territori imperiali adottarono varie strategie di politica religiosa, che andavano dalla repressione violenta dei niceni (per esempio, i Vandali [36] ), alla pacifica convivenza religiosa ( Odoacre , i Visigoti spagnoli [37] e gli Ostrogoti di Teodorico [36] ). Unico fattore comune tra cosi diverse linee di azione consisteva nel trovare nell'arianesimo una sorta di distinzione nei confronti dei romani che si professavano cattolici. Lentamente, pero, il cristianesimo calcedoniano (cioe quello niceno, perfezionato nel Concilio di Calcedonia del 451) comincio a convertire i popoli dei regni romano barbarici ancora sopravvissuti alle guerre giustinianee e a quelle tra gli stessi regni barbarici. In seguito alla conversione dei Franchi nel 511 con Clodoveo al cristianesimo calcedoniano [38] , gli altri popoli barbari cominciarono lentamente a convertirsi: i Visigoti, grazie all'opera di re Recaredo e poi di Sisebuto (tra il 586 e il 621 [38] , ma in questi trent'anni fu decisivo il terzo Concilio di Toledo del 589 [39] ); i Longobardi , a opera della regina Teodolinda e dell'abate Colombano e dei suoi monaci, nei primi anni del VII secolo [40] . Tuttavia, nel regno longobardo , il passaggio dall'arianesimo al cattolicesimo fu abbastanza lento, in particolare in alcune citta, quali Bergamo , Brescia , Torino e, soprattutto Pavia , allora capitale del regno, dove solo nel nel 658 la cattedrale ariana, Sant'Eusebio , passo al culto cattolico e, contemporaneamente, il vescovo ariano della citta divenne il presule cattolico di Pavia [41] .

  1. ^ Marcello Craveri, L'eresia. Dagli gnostici a Lefebvre, il lato oscuro del cristianesimo , Mondadori, 1996, ISBN   88-04-39789-6 , OCLC   797548140 . URL consultato il 31 marzo 2022 .
  2. ^ a b C. Andresen - G. Denzler, Dizionario storico del Cristianesimo , p. 65.
  3. ^ G. Mura (a cura di), La teologia dei Padri , V, pp. 60-61.
  4. ^ a b c d G. Mura (a cura di), La teologia dei Padri , V, p. 60. URL consultato il 27/03/2015 .
  5. ^ Si legga, in questa dichiarazione teologica, il profondo influsso del platonismo (esattamente, il Timeo ), in cui c'e la dichiarazione dell'atemporalita.
  6. ^ a b c G. Filoramo - D. Menozzi, L'Antichita , collana Storia del Cristianesimo , p. 298.
  7. ^ Il modello della "fonte" primaria, da cui si irradia il resto della creazione, e alla base della filosofia neoplatonica dell'egiziano Plotino (III secolo d.C).
  8. ^ a b c d G.Filoramo - D.Menozzi, L'Antichita , collana Storia del Cristianesimo , p. 297.
  9. ^ a b H. Jedin, Breve storia dei Concili , p. 19.
  10. ^ Edward Gibbon , Decadenza e caduta dell'Impero romano , cap. XXI, pp. 193 e sgg.
  11. ^ A. Clemente, Il libro nero delle eresie , pp. 180 e sgg.
  12. ^ a b c G. Filoramo - D. Menozzi, L'Antichita , collana Storia del Cristianesimo , p. 299.
  13. ^ E. Gibbon. cit., pp. 203 e sgg.
  14. ^ Tirannio Rufino , Historia Ecclesiastica , X, 12
  15. ^ a b A. Clemente, cit.
  16. ^ C. Andresen - G. Denzler, Dizionario storico del Cristianesimo , p. 287.
  17. ^ a b c Tirannio Rufino , Historia Ecclesiastica , I, 26.
  18. ^ Ewa Wipszycka, Storia della Chiesa nella tarda antichita , p. 34. URL consultato il 29/03/2015 .
  19. ^ a b c d G. Filoramo - D. Menozzi, L'Antichita , collana Storia del Cristianesimo , p. 300.
  20. ^ a b c L. Hertling - A. Bulla, Storia della Chiesa , p. 94. URL consultato il 29/03/2015 .
  21. ^ E. Gibbon, cit., pp. 230 e sgg.
  22. ^ L'imperatore Giuliano , successore di Costanzo, cosi descrive le violenze perpetrate in nome dello zelo religioso del vescovo di Costantinopoli e dell'odio dell'imperatore nei confronti dei non ariani: “ Molti furono imprigionati, perseguitati e mandati in esilio. Interi gruppi di quelli chiamati eretici furono massacrati, in modo particolare a Cizico e a Samosata. Nella Paflagonia, nella Bitinia, nella Galazia e in molte altre province, citta e villaggi furono devastati e completamente distrutti ” (come riportato in E. Gibbon, cit., pag. 233).
  23. ^ L. Hertling - A. Bulla, Storia della Chiesa , p. 96. URL consultato il 30/03/2015 .
  24. ^ a b H. Jedin, Breve storia dei Concili , p. 25.
  25. ^ G. Filoramo - D. Menozzi, L'Antichita , collana Storia del Cristianesimo , pp. 310-311.
  26. ^ Dopo la morte, nel 375, di Valentiniano I, le redini del governo furono prese da Giustina , reggente in nome del figlioletto Graziano . fervente ariana e oppositrice della politica filo-nicena del vescovo di Milano Ambrogio .
  27. ^ G. Filoramo - D. Menozzi, L'Antichita , collana Storia del Cristianesimo , p. 311.
  28. ^ E nostra volonta che tutti i popoli che sono governati dalla nostra moderazione e clemenza aderiscano fermamente alla religione insegnata da s. Pietro ai Romani, conservata dalla vera tradizione e ora professata dal pontefice Damaso e da Pietro, vescovo di Alessandria, uomo di apostolica santita. Secondo la disciplina degli Apostoli e la dottrina del Vangelo, crediamo nella sola divinita del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, sotto un'uguale maesta e una pia Trinita. Autorizziamo i seguaci di questa dottrina ad assumere il titolo di cristiani cattolici, e siccome riteniamo che tutti gli altri siano dei pazzi stravaganti, li bolliamo col nome infame di eretici, e dichiariamo che le loro conventicole non dovranno piu usurpare la rispettabile denominazione di chiese. Oltre alla condanna della divina giustizia, essi debbono prepararsi a soffrire le severe pene che la nostra autorita guidata da celeste sapienza, credera d'infliggere loro. ” ( Codex Theodosianus , libro XVI, titolo I, legge 2, come riportata in E. Gibbon. op. cit., cap. XXVII, pp. 186 sg.).
  29. ^ Gregorio Nazianzeno , “ De vita sua ”.
  30. ^ E. Gibbon, cit., pp. 191 e seg.
  31. ^ E. Gibbon, cit., pp. 200 e seg.
  32. ^ E. Gibbon, cit, pag. 188
  33. ^ E. Gibbon, cit., pp. 196 e seg.
  34. ^ a b Ulfila in Dizionario storico Treccani , su treccani.it , Treccani, 2011. URL consultato il 30/03/2015 .
  35. ^ G. Filoramo - D. Menozzi, L'Antichita , collana Storia del Cristianesimo , p. 394.
  36. ^ a b G. Filoramo - D. Menozzi, L'Antichita , collana Storia del Cristianesimo , p. 397.
  37. ^ G. Filoramo - D. Menozzi, L'Antichita , collana Storia del Cristianesimo , p. 398.
  38. ^ a b G. Filoramo - D. Menozzi, L'Antichita , collana Storia del Cristianesimo , p. 399.
  39. ^ H. Jedin, Breve storia dei Concili , p. 47.
  40. ^ G. Filoramo - D. Menozzi, L'Antichita , collana Storia del Cristianesimo , p. 400.
  41. ^ Margherita Cecchelli e Gioia Bertelli, Edifici di culto ariano in Italia , in Actes du XIe congres international d'archeologie chretienne. Lyon, Vienne, Grenoble, Geneve, Aoste, 21-28 septembre 1986 , Rome, Ecole Francaise de Rome, 1989, pp. 239-242, ISBN   2-7283-0194-8 .

Bibliografia

[ modifica | modifica wikitesto ]
  • Carl Andersen e Georg Denzler (a cura di), Dizionario storico del Cristianesimo , Cinisello Balsamo, Paoline, 1999, ISBN   88-215-2450-7 .

Voci correlate

[ modifica | modifica wikitesto ]

Altri progetti

[ modifica | modifica wikitesto ]

Collegamenti esterni

[ modifica | modifica wikitesto ]
Controllo di autorita Thesaurus BNCF 30229  · LCCN ( EN sh85007137  · GND ( DE 4132601-5  · J9U ( EN HE 987007295512005171  · NDL ( EN JA 00560324