Alessandro Scarlatti
(
Palermo
,
2 maggio
1660
?
Napoli
,
24 ottobre
1725
) e stato un
compositore
italiano
di
musica barocca
.
Considerato dai musicologi come uno dei piu importanti rappresentanti della
scuola musicale napoletana
, fu il maggiore compositore d'
opera
italiano tra la fine del
XVII
e l'inizio del
XVIII secolo
.
Soprannominato dai suoi contemporanei “l'Orfeo italiano”, divise la sua carriera tra
Napoli
e
Roma
, dove ricevette la sua formazione; proprio alla citta papale e destinata una parte significativa della sua produzione. E spesso considerato il fondatore della
scuola musicale napoletana
, sebbene ne sia solo stato il rappresentante piu illustre e piu fruttuoso: il suo contributo, la sua originalita e la sua influenza furono essenziali, oltre che duraturi, sia in Italia che in Europa.
Particolarmente noto per le sue opere, porto ai suoi massimi sviluppi la tradizione drammatica italiana, iniziata da
Monteverdi
all'inizio del
XVII secolo
e proseguita da
Cesti
,
Cavalli
,
Carissimi
,
Legrenzi
e
Stradella
, progettando la forma definitiva dell'
aria con da capo
, imitata in tutta Europa. Fu inoltre l'inventore dell'
ouverture italiana
in tre movimenti (che rivesti una fondamentale importanza nello sviluppo della
sinfonia
), della sonata in quattro parti (progenitrice del moderno
quartetto d'archi
)
[1]
, e della tecnica dello sviluppo motivico
[2]
. Fu un modello di riferimento per il teatro musicale del suo tempo, come evocato dalla produzione italiana di
Handel
, il quale fu profondamente influenzato dalla sua musica teatrale
[2]
. Eclettico, Scarlatti tocco anche tutti gli altri generi praticati nel suo tempo, dalla
sonata
al
concerto grosso
, dal
mottetto
alla
messa
, dall'
oratorio
alla
cantata
, genere quest'ultimo di cui fu maestro indiscusso.
Fu il padre del compositore
Domenico Scarlatti
, ricordato per il suo fondamentale apporto alla
sonata
per
clavicembalo
del XVIII secolo.
Alessandro Scarlatti nacque a Palermo nel
1660
.
[3]
Fu figlio di Pietro Scarlata (la forma "Scarlatti" sara utilizzata solo dal 1672). Fu inoltre fratello maggiore del musicista
Francesco Scarlatti
e della cantante Anna Maria Scarlatti. La prima formazione musicale di Alessandro dovette avvenire in famiglia a
Palermo
.
Con la sorella Anna Maria si trasferi a
Roma
nel
1672
. Non e noto con chi abbia studiato in questi primi anni in cui visse nella citta. Non ci sono documenti ne indizi che comprovino un supposto apprendistato con l'ormai anziano compositore
Giacomo Carissimi
morto nel
1674
.
Il 12 aprile
1678
, nella chiesa di S. Andrea della Fratte, si uni in matrimonio con Vittoria Ansalone. Dalla loro unione nacquero numerosi figli, tra i quali si ricordano i musicisti
Domenico Scarlatti
e
Pietro Filippo Scarlatti
.
Nel dicembre
1678
fu nominato maestro di cappella della
Chiesa di S. Giacomo degli Incurabili (oggi S. Giacomo in Augusta)
.
[4]
Un mese piu tardi ottenne la sua prima importante commissione in veste di compositore. Il 27 gennaio
1679
l'arciconfraternita del SS. Crocifisso di S. Marcello gli commissiono un oratorio da eseguirsi nel terzo venerdi di quaresima:
≪A di 27 gennaio 1679. E fu resoluto nel modo di tenere circa l'elezione de li mastri di cappella che devono fare l'oratorii nelli cinque venerdi di quaresima […] si pensava per parte del Sig. Duca Altemps di valersi del Sig. Foggia, il Sig. Duca D'Acquasparta il Sig. Don Pietro Cesi, il Sig. Duca di Paganica il Scarlattino alias il Siciliano [...]≫
Nel carnevale del
1679
guadagno il primo successo come operista con
Gli equivoci nel sembiante
, dramma per musica, piu volte ripreso in diverse citta italiane (
Bologna
, 1679; Napoli,
1680
e
1681
;
Vienna
, 1681,
Ravenna
,
1685
ecc.). Il felice esito dell'opera gli valse la protezione della regina
Cristina di Svezia
, che lo assunse al suo servizio come
maestro di cappella
. Grazie anche all’appoggio di Cristina e all’intraprendenza teatrale del celebre architetto
Gian Lorenzo Bernini
e dei figli, suoi primi impresari, il giovane Scarlatti pote avviare una brillante quanto rapida carriera che lo avrebbe imposto come il maggior operista nei principali teatri italiani del tempo. Al successo degli
Equivoci nel sembiante
seguirono
L'honesta negli amori
(1680) e
Tutto il mal non vien per nuocere
(1681), e poi
Il Pompeo
(1683) al teatro di palazzo Colonna e
L'Arsate
(1683) in palazzo Orsini.
Dal novembre 1682 fu organista e maestro di cappella della chiesa di
S. Girolamo della Carita
.
[5]
Conservo quest'incarico fino ad ottobre 1683, quando lascio Roma per trasferirsi a Napoli, probabilmente chiamato dal nuovo vicere
marchese del Carpio
, gia ambasciatore spagnolo a Roma, insieme a una compagnia di cantanti e strumentisti, e allo scenografo
Filippo Schor
per mettere in scena alcune opere gia rappresentate a Roma. Negli ultimi due mesi del 1683 vennero rappresentate nel palazzo reale di Napoli le sue opere
L'Aldimiro
e
La Psiche
, e nel carnevale 1684
Il Pompeo
, gia rappresentato l'anno precedente a Roma nel teatro di palazzo Colonna. A queste fece seguito la regolare produzione di una o due opere l'anno rappresentate nel teatro del Real palazzo. Nel febbraio 1684, grazie all'appoggio del vicere pote subentrare al defunto
Pietro Andrea Ziani
come maestro della Real cappella di Napoli. La nomina infranse la tradizione per cui i membri della cappella, perlopiu locali, erano stati sempre distinti da quelli di teatro, e non favori i rapporti di Scarlatti con i musicisti della scuola napoletana.
Nel primo periodo napoletano (1683?1702) Scarlatti fu il principale compositore teatrale della citta, portando in scena regolarmente almeno un paio di opere l'anno.
[6]
Compose anche diverse serenate e musica sacra, pubblicando la raccolta
Mottetti sacri
(Napoli, Muzio, 1702), poi ristampata ad Amsterdam col titolo
Concerti sacri
(E. Roger, 1707-08).
[7]
In quegli anni, pur risiedendo a Napoli, Scarlatti continuo a frequentare Roma e a mantenere intensi rapporti di collaborazione con i piu importanti mecenati della citta papale. Tra questi, il cardinale
Benedetto Pamphilj
, per il quale mise in musica l'oratorio a tre voci
Il trionfo della grazia ovvero la conversione di Maddalena
(1685) e il III atto dell'opera
La Santa Dimna
(1687), entrambe su libretto dello stesso porporato, e l'opera
La Rosmene ovvero l'infedelta fedele
(1686) su libretto di
Giuseppe Domenico De Totis
; il cardinale
Pietro Ottoboni
, di cui mise in musica l'oratorio a cinque voci
La Giuditta
(1693 e 1695), il dramma
La Statira
(1690), e il secondo atto dell'opera
La Santa Genuinda
(1694); e il principe Antonio Ottoboni, padre del cardinale, di cui mise in musica l'oratorio
La Giuditta
.
Alla fine degli anni '80 Scarlatti intraprese rapporti diretti con il principe Ferdinando de' Medici, che si avvalse della sua collaborazione sia per le opere destinate al teatro della
villa medicea di Pratolino
e altri teatri del granducato di Toscana, sia per la composizione di musiche sacre destinate a particolari ricorrenze solennemente celebrate in corte. Dopo la ripresa delle opere, gia rappresentate a Roma,
Tutto il mal non vien per nuocere
a Firenze e
Il Pompeo
a Livorno, nel 1689 Ferdinando gli commissiono per Pratolino la musica di una commedia, forse
La serva favorita
su libretto di
Giovanni Cosimo Villifranchi
. Nel 1698 venne eseguita a Pratolino
L'Anacreonte
, cui seguirono
Flavio Cuniberto
(1702),
Arminio
(1703),
Turno Aricino
(1704),
Lucio Manlio
(1706),
Il gran Tamerlano
(1706).
Nel 1702, dopo la morte del re Carlo II e l'instabilita politica conseguente ai contrasti tra Asburgo e Borbone per la successione del regno di Spagna, Scarlatti, ottenuta una licenza, si allontano da Napoli per recarsi a Firenze, confidando nel favore del principe Ferdinando de' Medici per ottenere una nuova sistemazione per se e per il figlio
Domenico
che lo seguiva. Fallito il tentativo, ritorno a Roma, citta a lui piu familiare, con cui aveva mantenuto sempre stretti contatti. Nel gennaio 1703 fu nominato coadiutore del maestro di cappella
Giovanni Bicilli
a
S. Maria in Vallicella
(Chiesa Nuova),
[8]
e il 31 dicembre dello stesso anno coadiutore del maestro di cappella Antonio Foggia a
Santa Maria Maggiore
, subentrando come titolare nel luglio 1707.
[9]
In questi anni romani (1703-1708) Scarlatti, godendo della protezione del cardinale Ottoboni, al cui servizio era entrato nell'aprile 1705,
[10]
compose numerosi oratori, eseguiti a S. Maria in Vallicella, al palazzo della Cancelleria, al Seminario Romano, a palazzo Ruspoli e in altri luoghi, come
La santissima Annunziata
(1703),
Il regno di Maria Vergine
(1704),
Il Sedecia
(1706),
Il martirio di s. Cecilia
(1708), l'
Oratorio per la passione di nostro Signore
(1708). Compose anche molta musica sacra, soprattutto per la basilica liberiana, la
Missa Clementina
in onore di
Clemente XI
e un
Miserere
per la cappella pontificia.
Durante quegli anni entro in contatto con il cardinale
Vincenzo Grimani
, che fu a Roma nel 1706 in missione diplomatica per conto dell'imperatore allo scopo di riportare sotto gli
Asburgo
il
Regno di Napoli
. Il rapporto con il Grimani valse a Scarlatti la commissione per due opere,
Mitridate
e
Il trionfo della liberta
, rappresentate nel carnevale 1707 nel
teatro San Giovanni Grisostomo
di Venezia, di proprieta della famiglia Grimani. Nello stesso anno a Venezia fu pure eseguito il suo oratorio
Cain overo il primo omicidio
su testo di Antonio Ottoboni.
Nel dicembre 1708, approfittando del cambio di regime nel viceregno di Napoli e del fatto che il
cardinale Grimani
era stato nominato vicere, Scarlatti rivolse a lui una supplica per ottenere il reintegro nel posto di maestro di cappella della Real Cappella. La richiesta fu accettata all'inizio di gennaio 1709 e di li a poco il compositore fece ritorno a Napoli.
A Napoli prosegui l'attivita operistica, portando in scena una o due opere l'anno fino al 1719, ma nonostante singoli successi come
Il Tigrane
(1715),
Carlo re d'Allemagna
(1716),
[11]
e la commedia per musica
Il trionfo dell'onore
(1718),
[12]
, Scarlatti dovette subire sempre piu la forte concorrenza della nuova generazione di compositori d'opera della scuola napoletana, quali
Leonardo Leo
,
Domenico Sarro
,
Nicola Porpora
, da lui distanti per stile e scuola, che si sarebbero affermati sulle scene italiane dalla fine degli anni '20 in avanti. Va ricordato, pero, che gia nei primi anni del Settecento, lo stile operistico di Scarlatti era da taluni giudicato "malinconico", "difficile", "piu da stanza [camera] che da teatro",
[13]
perche particolarmente complesso, essendo fondato essenzialmente sul contrappunto tra voce e strumenti, e su uno stretto ed equilibrato rapporto tra musica e testo. Il nuovo stile che appare nell'opera italiana, e in particolare nella scuola napoletana, dagli anni Venti del Settecento, abbandona la scrittura contrappuntistica e privilegia la distinzione di compiti tra parte vocale e accompagnamento orchestrale, preferendo una scrittura armonica di ampio respiro e semplificata nelle modulazioni, per dare maggiore risalto ai virtuosismi dei cantanti.
[14]
Per questi motivi sembra almeno in parte da ripensare la vetusta idea ottocentesca che vede in Scarlatti il principale tra i fondatori della
Scuola musicale napoletana
. Il compositore, tra l'altro, non ebbe mai incarichi di insegnamento nei conservatori napoletani, ne sembra avere avuto veri e propri allievi, ad eccezione del figlio
Domenico
, e di musicisti estraneai alla scuola napoletana, come
Francesco Geminiani
,
Domenico Zipoli
, e i tedeschi
Johann Adolph Hasse
e
Johann Joachim Quantz
, con cui ebbe solo brevi e fugaci contatti, per giunta riferiti da fonti indirette e posteriori di molti decenni ai fatti.
A Napoli, fra il 1711 e il 1723, compose almeno sei serenate eseguite al Palazzo Reale o in altri palazzi della nobilta di piu alto rango.
Durante gli anni napoletani, Scarlatti non interruppe mai i rapporti con Roma: qui nel 1712 al teatro del
palazzo della Cancelleria
fu rappresentata la sua opera
Il Ciro
, su libretto del
cardinale Ottoboni
che ne fu il committente e patrocinatore. Nel 1715 il
papa Clemente XI
gli conferi il titolo di cavaliere dell'Ordine di Gesu Cristo. Altre sue opere andarono in scena al
teatro Capranica
:
Telemaco
(1716),
[15]
Cambise
(1718),
Marco Attilio Regolo
(1719) e
Griselda
(1721; libretto
Apostolo Zeno
).
Nel 1720 compose una messa con un graduale, e antifone, inno e Magnificat per i vespri della festa di
s. Cecilia
, celebrata nella
chiesa dedicata alla santa
, su commissione del cardinale Francesco Acquaviva d'Aragona, titolare della basilica.
Nel 1721 al
teatro di Haymarket
di Londra fu eseguita la sua cantata
La gloria di primavera
con la partecipazione del celebre soprano
Margherita Durastanti
.
Scarlatti condusse gli ultimi anni della sua vita, stimato e venerato dai piu apprezzati musicisti dell'epoca in visita a Napoli, tra cui
Johann Adolph Hasse
e il flautista
Johann Joachim Quantz
. Tuttavia poco prima di morire dovette inviare una supplica al vicere per ottenere qualche incremento al suo stipendio, lamentando le difficolta economiche che si trovava ad affrontare.
Mori a Napoli il 24 ottobre
1725
e fu sepolto nella chiesa di Santa Maria a Montesanto, dove nella cappella di S. Cecilia si legge ancora l'iscrizione sulla lapide tombale, forse dettata dal cardinale Ottoboni:
(
LA
)
≪Heic situs est | eques Alexander Scarlatus | vir moderatione beneficentia | pietate insignis | musices instaurator maximus≫
(
IT
)
≪Qui e sepolto il cavaliere Alessandro Scarlatti, uomo insigne per equilibrio, generosita e bonta, massimo innovatore della musica.≫
Per poter presentare l'opera del compositore in poche parole, e necessario citare il suo primo biografo, il musicologo
Edward Dent
, il quale affermo, all'inizio del
XX secolo
:
≪Quasi tutti quegli stilemi che siamo abituati a considerare essenzialmente mozartiani, furono appresi da Mozart dagli italiani del mezzo secolo precedente. Mozart, infatti, in qualche misura ha ripetuto l'opera di Scarlatti, unendo in se la forza imponente di
Leo
, la dolcezza di
Durante
e
Pergolesi
, l'energia viva di
Vinci
e l'umorismo distinto di
Logroscino
, con quella bellezza divina della melodia che apparteneva solo a Scarlatti.≫
La formazione musicale di Scarlatti avvenne essenzialmente a Roma, dove era arrivato ancora dodicenne. Qui formo il suo stile sia nel campo della musica sacra sia in quello operistico. A Roma, nel corso del Seicento l'opera si sviluppo soprattutto nei teatri privati della nobilta e meno nei teatri pubblici; questi, infatti, nel corso del XVII secolo non furono aperti in modo regolare, come invece accadeva a Venezia, ma furono talvolta ostacolati dall'autorita papale, che opponeva una qualche resistenza a concedere le licenze per motivi d'ordine morale. Ciononostante, negli ultimi tre decenni del Seicento furono attivi, pur non continuativamente, i teatri Tordinona, Capranica e della Pace, oltre a quelli gestiti dagli architetti
Gian Lorenzo Bernini
,
Giovan Battista Contini
e Mattia de' Rossi, e quello di palazzo Colonna. Scarlatti mise in musica sia opere del genere della commedia (
Gli equivoci nel sembiante
,
L'onesta negli amori
,
Tutto il mal non vien per nuocere
), i cui libretti furono scritti da letterati romani come Pietro Filipo Bernini e
Giuseppe Domenico De Totis
, sia nel genere del dramma, come
L'Arsate
, su libretto del principe Flavio Orsini o
Il Pompeo
, su libretto del veneziano
Nicolo Minato
.
Il successo delle sue opere fu determinante per il suo trasferimento a Napoli nel 1683, dove fu chiamato dal
marchese del Carpio
, appena nominato vicere, dopo essere stato per alcuni anni a Roma in qualita di ambasciatore spagnolo.
Lo stile di Scarlatti ando evolvendosi verso la fine del XVII secolo per adeguarsi al gusto teatrale corrente: pur conservando una scrittura fondata sul
contrappunto
tra voci e strumenti, le sue arie diventano piu estese, e presentano sempre piu spesso accompagnamenti affidati alle parti strumentali piuttosto che al solo
basso continuo
, come invece usava agli inizi della sua attivita; il virtuosismo richiesto ai cantanti nella sua musica, piu che sfoggio di mere abilita tecniche, richiede maggiore espressivita e attenzione al testo scritto.
Il suo stile denso ed elaborato dal punto di vista del contrappunto e dell'armonia, per nulla compiacente verso pubblici non selezionati e poco raffinati, fu posto ben presto a contrasto con lo stile in voga nei teatri veneziani e del nord Italia, quando gli arrivarono numerose commissioni per i teatri di questi territori. Nel 1686 il nobile Carlo Borromeo, desiderando avere un'opera di Scarlatti per il suo teatro sull’Isola Bella, dopo il successo dell'
Aldimiro
a Milano, affermava che ≪l’eccellenza della musica≫ del compositore aveva ≪maggiore proprieta e modestia di quelle di Venezia, che sono quelle che si sentono nel nostro teatro di Milano≫.
[16]
La rappresentazione veneziana del
Mitridate Eupatore
(
1707
) considerato uno dei suoi capolavori, gli valse critiche per l'eccessiva severita dello stile e per una certa noia che avrebbe apportato agli spettatori, come si legge in un passo della malevola satira in versi
contro il Scarlatti musico
del cavalier
Bartolomeo Dotti
:
≪Che sia musica soave
spirti rei negar nol ponno
Se negli occhi a chi non l'have ?
introduce un dolce sonno.≫
Il conte bolognese
Francesco Maria Zambeccari
, acuto osservatore dei costumi musicali e attento interprete dei gusti del pubblico contemporaneo, segnalo per primo nel
1709
uno dei principali motivi che contribuirono alla difficile recezione del repertorio teatrale delle opere di Scarlatti nei teatri del nord Italia:
≪Alessandro Scarlatti e un grand'uomo, e per essere cosi buono, riesce cattivo, perche le compositioni sue sono difficilissime e cose da stanza, che in teatro non riescono; in primis chi s'intende di contrapunto le stimara, ma in un'udienza d'un teatro di mille persone, non ve ne sono venti che l'intendono.≫
Zambeccari osservo l'estrema complessita della scrittura che contraddistingueva il linguaggio d'un compositore piu incline a uno stile severo, nutrito da una solida dottrina contrappuntistica, riflesso della sua formazione romana e dell'aver dovuto soddisfare i gusti esigenti e raffinati dei suoi patrocinatori e committenti romani.
Gli oratori di Scarlatti rivestono un'importanza non inferiore rispetto alle sue opere nell'ambito della sua produzione. Indubbiamente la consuetudine con questo genere fu favorita dalla sua popolarita e diffusione in vari ambienti a Roma. Nella citta papale esistevano congregazioni, come quella dell'Oratorio in
S. Maria in Vallicella
(Chiesa Nuova), e confraternite, come quella di
S. Girolamo della Carita
, le cui attivita comprendevano la regolare esecuzione di oratori nelle domeniche e nei giorni festivi. Inoltre altre confraternite erano solite far eseguire oratori in particolari periodi dell'anno, come quella del
Ss. Crocifisso di S. Marcello
in quaresima e quella di
S. Maria dell'Orazione e Morte
, nell'ottava dei Defunti, o in particolari occasioni nei collegi religiosi. Oratori venivano eseguiti anche nei palazzi della nobilta e della prelatura, avendo assunto un ruolo alternativo e complementare all'opera a cui si avvicendavano nel periodo quaresimale. Rispetto all'opera, pur utilizzando il comune linguaggio poetico-musicale che vede alternarsi recitativi e arie (o duetti) l'oratorio non prevedeva azione scenica, ne tantomeno veniva rappresentato su un palcoscenico, ma soltanto con il canto accompagnato dagli strumenti. Svincolato dalla sacralita della lingua latina (rimasta in uso, per antica consuetudine, soltanto al Ss. Crocifisso), l'oratorio in lingua italiana poteva cosi circolare negli ambienti secolari e religiosi, senza tuttavia interferire con le pratiche sacre.
A Roma Scarlatti esordi proprio con un oratorio nella quaresima 1679 al Ss. Crocifisso. In seguito pose in musica diversi oratori su testi scritti dai suoi principali protettori:
Il trionfo della grazia overo la conversione di Maddalena
(Roma, 1685) di
Benedetto Pamphilj
;
La Giuditta
(1695),
La Ss. Annunziata
(1703),
Il regno di Maria vergine
(1705),
Il martirio di s. Cecilia
(1708) e l'
Oratorio per la Passione di nostro Signor Gesu Cristo
(noto anche col titolo
La Colpa, il Pentimento, la Grazia
) (1708) di
Pietro Ottoboni
. A questi si aggiungono capolavori come
Agar et Ismaele esiliati
(1683; testo
Giuseppe Domenico De Totis
),
Il martirio di Santa Teodosia
(1684), una seconda
Giuditta
(su testo di Antonio Ottoboni),
S. Casimiro
(1704),
S. Filippo Neri
(1705),
Sedecia re di Gerusalemme
(1705),
Cain overo il primo omicidio
(1707) e altri, che furono rieseguiti in diversi centri italiani e a Vienna.
[17]
Meno intensa fu la successiva produzione oratoriale di Scarlatti a Napoli: si contano soltanto
Il trionfo del valore: Oratorio per il giorno di San Giuseppe
(1709), l'
Oratorio per la Santissima Trinita
(1715) e
La Vergine Addolorata
(1717).
Scarlatti compose quasi 700
cantate
), di cui circa 600 a voce sola, per la maggior parte per soprano solo, ca. 70 per voce e strumenti, e ca. 20 a due voci. Il grande successo ottenuto da queste composizioni e testimoniato della loro eccezionale diffusione attraverso i manoscritti (oggi conservati in varie biblioteche in Italia e all'estero). Se le cantate dei primi anni romani appaiono improntate a una certa variabilita nella struttura interna, analogamente ai modelli di Luigi Rossi, Carissimi, Pasquini, verso la fine del XVII secolo esse sembrano confromarsi a una maggiore regolarita nell'alternanza recitativo-aria. Lo stile delle cantate scarlattiane fa pensare che fossero destinate principalmente a cantanti professionisti, di sicuro talento, e ad un pubblico selezionato, di ascoltatori particolarmente colti e raffinati, come quelli delle corti che orbitavano intorno a Cristina di Svezia, ai cardinali Pamphilj e Ottoboni, e ai principi Ruspoli, Rospigliosi e Odescalchi, o ai membri dell'
Accademia dell'Arcadia
, che nel
1706
accolse il compositore come membro, insieme con
Bernardo Pasquini
ed
Arcangelo Corelli
), grazie alla protezione del cardinale Ottoboni.
Alcuni importanti storici del Novecento hanno sottolineato l'importanza che la sinfonia avanti l'opera ideata da Scarlatti in questi anni rivesti nel fornire un modello per la prima fase di sviluppo della
sinfonia
classica.
Cio che stupisce e che ? dimenticata quasi completamente l'opera vocale (sacra, profana e operistica), l'Ottocento e anche il Novecento si siano dedicati con una certa assiduita solo alla diffusione e all'esecuzione del repertorio strumentale. Se le composizioni per tastiera, abbastanza numerose e generalmente di alto livello stilistico, risentono ancora dell'improponibile confronto con quelle del figlio Domenico, le
Dodici sinfonie di concerto Grosso
(1715) sono entrate a far parte stabilmente del bagaglio di molti gruppi specializzati nell'esecuzione di musica antica. Pur avendo faticato a liberarsi dal marchio di corellianita, le
Sinfonie di concerto grosso
sono riuscite a imporsi grazie al perfetto uso del contrappunto e soprattutto grazie alla bellezza delle melodie, venate da sottile e sublime malinconia, che e il tratto caratteristico e originale di tutta l'opera scarlattiana.
Le opere di Scarlatti costituiscono un punto di legame molto importante tra la musica del tardo
Seicento
e
quella
del
XVIII secolo
, che ha il suo culmine in
Mozart
. Le sue prime opere (
Gli equivoci nel sembiante
;
L'honesta negli amori
;
Il Pompeo
, contenente le famose arie
O cessate di piagarmi
e
Toglietemi la vita ancor
) usano ancora le antiche cadenze nei loro recitativi e un'amplissima varieta di piccole arie, talvolta accompagnate da un quartetto d'archi, trattate con attenta elaborazione, talvolta accompagnate dal solo
clavicembalo
.
Dal 1697 circa e prima di
La caduta de' Decemviri
, forse sotto l'influenza dello stile di
Giovanni Bononcini
e probabilmente ancor piu del gusto del vicere, le sue opere diventano piu convenzionali e comuni dal punto di vista del ritmo, mentre la sua scrittura si fa piu ruvida, non priva pero di brillantezza. Gli
oboi
e le
trombe
sono usati frequentemente, i
violini
suonano spesso all'unisono.
Il Mitridate Eupatore
, considerato il suo capolavoro, composto a Venezia nel 1707, contiene musica di gran lunga superiore a quella che Scarlatti aveva scritto per Napoli, sia tecnicamente che intellettualmente. Le ultime opere napoletane (
L'Amor volubile e tiranno
;
La Principessa fedele
;
Il Tigrane
), sono piu ostentate ed efficaci che profondamente emotive. Fu nell'opera
Teodora
, del 1697, che inizio l'uso del
ritornello
da parte dell'orchestra.
Il suo ultimo gruppo di opere, composto per Roma, mostra un senso poetico piu profondo, uno stile melodico ampio ed elegante, uno stile di orchestrazione molto piu moderno ed un forte senso del dramma, in particolare nei recitativi accompagnati, tecnica che utilizzo per primo gia nel 1686 (
Olimpia vendicata
). Compaiono per la prima volta i
corni
, trattati spesso con effetti sorprendenti.
Il trionfo dell'onore
(sua unica opera comica e capolavoro del genere che, negli anni successivi, sarebbe diventata una delle preferite dai compositori della nuova generazione come
Leo
e
Vinci
[18]
) e
Griselda
, abbracciano piu di mezzo secolo di opera, anticipando la freschezza e finezza mozartiane.
[19]
Oltre alle opere, Scarlatti compose molti
oratori
, come
Agar e Ismaele esiliati
,
Il giardino di rose
ed il
San Filippo Neri
, e
serenate
, che mostrano tutte uno stile simile. Scarlatti scrisse quasi 820
cantate da camera
per voce sola (di cui 620 attribuite con certezza), nessun compositore del suo tempo ne produsse cosi tante. L'impressionante numero di cantate si spiega meglio se si pensa al fatto che queste opere sono nate in gran parte durante il divieto pontificio dell'opera lirica a Roma: nel 1697, infatti,
Innocenzo XII
chiuse il
teatro Tordinona
(di
Cristina di Svezia
) e vieto gli spettacoli musicali al
teatro Capranica
nel 1699. Sostenuto da mecenati romani, come i cardinali
Ottoboni
e
Pamphilj
, ed il principe
Ruspoli
, si rinnova la richiesta di cantate da camera,
[20]
allora in assoluto la forma musicale prediletta dalla nobilta e dalla borghesia, dove nell'intimita si esprimevano i sentimenti e il tema privilegiato di queste opere: l'amore. Spesso questi committenti e destinatari erano anche gli autori dei testi musicati, come Pietro Ottoboni, la cui firma era nascosta sotto lo pseudonimo
arcadico
di
Crateo Ericinio
. Rappresentano la musica da camera piu intellettuale di questo periodo. Le cantate, infatti, furono per Scarlatti cio che fu a suo tempo il madrigale per
Monteverdi
, cioe un laboratorio e un crogiolo di ispirazione rivolto esclusivamente al piccolo pubblico di intenditori.
[21]
Il compositore con una fertile immaginazione aveva dunque la possibilita di realizzare pienamente se stesso e dare l'espressione di tutto il suo genio in queste piccole forme, dove abbondano le sequenze armoniche piu audaci, andando di pari passo con la caratterizzazione melodica che servira da modello per gli ultimi compositori barocchi.
[22]
Scarlatti era ampiamente considerato ai suoi tempi un grande compositore di musica sacra e cantate.
[19]
Questo repertorio di Scarlatti non e ancora riabilitato e neppure considerato oggi in proporzione all'importanza del corpus: dieci messe, 114 mottetti (di cui sei
Dixit Dominus
, cinque
Salve Regina
, uno
Stabat Mater
), le
Lamentazioni per la settimana santa
,
Il primo omicidio
. Le opere sono spesso destinate a Roma, anche nel periodo in cui risiedeva a Napoli, e lo stile, contrappuntistico, e complicato nei dettagli. In tale genere il compositore mostra tutto il suo eclettismo stilistico. E a suo agio nello stile
antico
della polifonia tradizionale cosi come nella retorica barocca degli
affetti
. Entrambi gli stili agiscono in parallelo nel suo lavoro.
[23]
Le dieci messe giunte a noi oggi sono in generale di minore importanza, ad eccezione della grande
Messa di Santa Cecilia
: Scarlatti aveva allora sessant'anni e la compose all'inizio del
Settecento
, in uno stile moderno dell'epoca, caratterizzato dal brio e dalla seduzione,
[24]
che culmino nelle grandi messe di
Bach
e
Beethoven
e "sembra predire le ultime messe di
Haydn
".
[25]
Questa notevole opera, "a coronazione di tutta la sua musica sacra",
[26]
quasi contemporanea del
Magnificat
di
Bach
(1723), non ha nulla da invidiarle, "sia in termini di interesse musicale che di sintesi stilistica delle tendenze del primo Settecento".
[27]
[28]
L'interesse e l'importanza delle opere strumentali di Scarlatti sono proporzionali al loro numero,
[29]
nonostante sia particolarmente sottovalutata la sua musica.
[30]
La sua musica per tastiera comprende una raccolta di 7
toccate
per
clavicembalo
a scopo esplicitamente pedagogico, la prima inoltre e interamente diteggiata dal compositore, il che la rende un documento prezioso per la tecnica tastieristica del barocco.
[29]
Giunta sino a noi e anche una lunga
Toccata nel primo tono
che termina con 29 variazioni sul tema della
Follia
.
Sebbene interessante, la sua musica strumentale sembra di scrittura molto antica rispetto alle sue opere vocali dello stesso periodo, pur presentando, secondo taluni ≪un'ammirevole fluidita≫.
[31]
Fu, tuttavia, uno dei primi esponenti della scuola napoletana a sviluppare un repertorio quasi inesistente prima di lui.
[18]
Il valore e la qualita della sua produzione di musica strumentale risiede nell'architettura e nell'intensita lirica. All'apice della sua carriera, furono scritte le
Sinfonie di concerto grosso
ed i
Sei Concerti grossi
, che restano ad oggi i suoi lavori di musica strumentale piu conosciuti.
- Gli equivoci nel sembiante (Libretto di Pietro Filippo Bernini) rappresentato a Roma nel
1679
e ripreso poi in altre citta italiane
- L'honesta negli amori
(Libretto di Pietro Filippo Bernini) rappresentato a Roma nel 1680
- Tutto il mal non vien per nuocere
- Il Pompeo
(Libretto del conte
Nicolo Minato
) Roma, teatro palazzo Colonna, 1683, e
Teatro San Bartolomeo di Napoli
, 20 gennaio
1684
, con
Giovanni Francesco Grossi
- La Psiche ovvero Amore innamorato
Teatro San Bartolomeo di Napoli
,
1684
- Pirro e Demetrio
(Libretto di
Adriano Morselli
),
Teatro San Bartolomeo di Napoli
,
1694
- Commodo Antonino (Libretto di
Giacomo Francesco Bussani
) rappresentato nel Teatro San Bartolomeo di Napoli il 18 novembre
1696
- L'Emireno ovvero Il consiglio dell'ombra, rappresentato a Napoli nel
1697
- Gl'inganni felici (Libretto di
Apostolo Zeno
) rappresentato a Napoli nel
1699
- Flavio Cuniberto (Libretto di
Matteo Noris
, rimaneggiato) rappresentato a
Pratolino
nel
1702
- Lucio Manlio l'Imperioso, rappresentato a Pratolino nel
1705
- Il gran Tamerlano (Libretto di
Silvio Stampiglia
) rappresentato a Pratolino nel
1706
- Mitridate Eupatore
e il trionfo della liberta (Libretto di
Girolamo Frigimelica Roberti
) rappresentate a Venezia nel
1707
- Il Ciro (Libretto di
Pietro Ottoboni
) rappresentato a Roma nel
1712
- Il Tigrane ovvero L'egual impegno d'amore e di fede
(Libretto di
Domenico Lalli
) rappresentato nel
Teatro San Bartolomeo
di
Napoli
nel
1715
- Carlo re d'Allemagna
, (Libretto di Giuseppe Papis) rappresentato nel Teatro San Bartolomeo di
Napoli
nel
1717
- Cambise
(Libretto di Domenico Lalli) rappresentato a Napoli nel
1719
- Griselda
(Libretto di Apostolo Zeno) rappresentata a Roma nel gennaio
1721
- Arminio (Libretto di
Antonio Salvi
) rappresentato a Roma nel
1722
, ripresa poi come pasticcio al
His Majesty's Theatre
di Londra
- Telemaco
(Libretto di
Carlo Sigismondo Capece
) rappresentata a Roma nel
1718
- Il trionfo dell'onore
, Commedia per musica di
Francesco Antonio Tullio
rappresentata nel
Teatro dei Fiorentini
Napoli il
26 novembre
1718
- Marco Attilio Regolo (Libretto da Matteo Noris, rimaneggiato) rappresentato a Roma nel carnevale del
1719
- Tito Sempronio Gracco (Libretto di
Silvio Stampiglia
) rappresentato a Roma nel carnevale del
1720
- Il Fetonte
- Olimpia vendicata
- La Rosmene ovvero L'infedelta fedele
- Clearco in Negroponte
- L'Aldimiro ovvero Favore per favore
- Il Flavio
- L'Anacreonte tiranno
- L'Amazone corsara ovvero L'Alvilda
- La Statira
- Gli equivoci in amore ovvero La Rosaura (libretto di
Giovanni Battista Lucini
)
- L'humanita nelle fiere o vero Il Lucullo
- La Teodora Augusta
- Gerone tiranno di Siracusa
- L'amante doppio ovvero Il Ceccobimbi
- Il Bassiano ovvero Il maggior impossibile
- Le nozze con l'inimico ovvero L'Analinda
- Nerone fatto Cesare
- Massimo Puppieno
- Penelope la casta
- La Didone delirante
- La caduta de' Decemviri
- La donna ancora e fedele
- Il prigioniero fortunato
- L'Eraclea
- Odoardo (Libretto di
Apostolo Zeno
, favola boschereccia)
- Laodicea e Berenice
- Il pastore di Corinto
- Tiberio imperatore d'oriente
- Turno Aricino
- Il Mitridate Eupatore (Tragedia per musica in 5 atti)
- Il Teodosio
- L'Amor volubile e tiranno
- La principessa fedele
- La fede riconosciuta (Libretto di
Benedetto Marcello
)
- Scipione nelle Spagne (Libretto di
Apostolo Zeno
)
- L'Amor generoso
- La virtu trionfante dell'amore e dell'odio
- Diana et Endimione (Roma, tra 1680 e 1685)
- L'Olimpo in Mergellina (Napoli, Mergellina, 25 agosto 1686; rieseguita sempre a Napoli, Palazzo Reale, 16 settembre 1686)
- Venere, Adone et Amore (Napoli, Posillipo, 15 luglio 1696; rieseguita a Roma, agosto 1706)
- Il trionfo delle stagioni (Napoli, Posillipo, 26 luglio 1696)
- Il Genio di Partenope, la Gloria del Sebeto, il Piacere di Mergellina (Napoli, Mergellina, 5 agosto 1696)
- Venere e Amore (Napoli, Posillipo, 1700 ca.)
- Clori, Lidia e Filli (Napoli, 1700 ca.)
- Venere e Adone: Il giardino d'Amore (Napoli, tra 1700 e 1705)
- Clori, Dorino e Amore (Napoli, Palazzo Reale, 1º maggio 1702)
- La contesa d'onore tra la Gloria, la Fama et il Valore (Roma, Piazza San Marco, 22 luglio 1704)
- Endimione e Cintia (Roma, 1705)
- Flora pellegrina (Roma, Villa Corsini, 14 settembre 1705)
- Il trionfo della Virtu (Roma, 1706)
- Il trionfo dell'Onesta (Roma, 1706)
- Serenata a Filli (Roma, 1706)
- Le muse Urania e Clio lodano le bellezze di Filli (Roma, 1706)
- Venere havendo perso Amore lo ritrova fra le ninfe e i pastori dei Sette Colli (Roma, 1706)
- Amore, Pace e Providenza (Napoli, Palazzo Reale, 4 novembre 1711)
- Il genio austriaco (Napoli, Palazzo Reale, 28 agosto 1713)
- Filli, Clori e Tirsi (Napoli, Palazzo Reale, 4 dicembre 1716; rieseguita a Roma, Palazzo del cardinale Nuno da Cunha e Ataide, 24 giugno 1721, col titolo La ninfa del Tago)
- La gloria di Primavera (Napoli, Palazzo Carafa della Spina, 22 o 23 maggio 1716)
- Partenope, Teti, Nettuno, Proteo e Glauco (Napoli, Palazzo Reale, 4 novembre 1718)
- Erminia (Napoli, Palazzo Zevallos, 13 giugno 1723)
- Tre oratorii in latino (perduti. Roma, 1679, 1680 e 1682)
- Passio Domini Nostri Jesu Christi secundum Ioannem (Roma, 1680 ca.)
- Agar et Ismaele esiliati (Roma, 1683; rieseguito a Palermo, 1691, col titolo: L'Abramo; Firenze, 1695, col titolo: Ismaele soccorso dall'Angelo)
- Il martirio di Santa Teodosia (Roma, 1684; rieseguito a Modena, 1685, col titolo: Santa Teodosia; Mantova, 1686; Firenze, 1693, col titolo: Santa Teodosia vergine e martire)
- Il trionfo della gratia overo La conversione di Maddalena (Roma, 1685, 1695 e 1699; rieseguita a Modena 1686 e 1703; Firenze, 1693 e 1699; Bologna, 1695, 1696, 1699, 1704 e 1705; Vienna, 1703)
- La Giuditta (Roma, Palazzo della Cancelleria, 21 marzo 1693; rieseguito a Napoli, Oratorio dell'Assunta, 3 luglio 1695, col titolo La Giuditta vittoriosa)
- I dolori di Maria sempre vergine (perduto. Napoli, 1693; rielaborato e rieseguito su testo latino a Roma, 1703, col titolo: La Concettione della Beata Vergine)
- Samson vindicatus (perduto. Roma, Oratorio del Santissimo Crocifisso, 25 marzo 1695)
- Il martirio di Santa Orsola (Roma o Napoli, 1695 ca.; rieseguito a Lione, 1718)
- La Giuditta (Roma, Palazzo della Cancelleria, quaresima 1697)
- La Religione giardiniera (Napoli, Chiesa di S. Pietro Martire, 5 ottobre 1698; rieseguito a Roma, Palazzo Bonelli, 24 aprile 1707, col titolo: Il giardino di rose o sia La Santissima Vergine del Rosario)
- Davidis pugna et victoria (Roma, Oratorio del Santissimo Crocifisso, 12 marzo 1700)
- Oratorio per la Santissima Annuntiata (Roma, 1703; ivi rieseguito, 1708)
- Cantata per l'assunzione della Beatissima Vergine (Roma, 1703; rieseguito a Roma, 1705, col titolo: Il regno di Maria Vergine assunta in cielo; Firenze, 1706, col titolo: Il trionfo della Vergine Santissima assunta in cielo; Napoli, 1710, col titolo: La sposa dei sacri cantici)
- Humanita e Lucifero (Roma, 1704)
- San Casimiro re di Polonia (Roma, 1704; rieseguito a Firenze, 1705)
- San Michaelis Arcangelis cum Lucifer pugna et victoria (perduto, Roma 1705)
- Il martirio di Santa Susanna (Roma, 1705; rieseguito a Firenze, 1706)
- San Filippo Neri (Roma, 1705; rieseguito a Firenze, 1707)
- Sedecia re di Gerusalemme (Urbino 1705; rieseguito a Roma, 1706)
- San Francesco di Paola (perduto. Urbino, 1706)
- Cain overo Il primo omicidio (Venezia, 1707)
- Tre cantate per la notte del Santissimo Natale (Roma, 1705, 1706 e 1707)
- Per la Passione di Nostro Signor Gesu Cristo (Roma, 1708; ivi rieseguito, 1725)
- Il martirio di Santa Cecilia (Roma, 1708; ivi rieseguito, 1709)
- Il trionfo del valore: Oratorio per il giorno di San Giuseppe (perduto. Napoli, 1709)
- Oratorio per la Santissima Trinita (Napoli, 1715)
- Oratorio in onore della Vergine Addolorata (Napoli, 1717)
- La gloriosa gara tra la Santita e la Sapienza (perduto. Roma, 1720)
- Messa di Santa Cecilia
(Roma, 1720)
- Toccate per cembalo
- Toccata in re minore
- 10 partite sopra basso obbligato (
1716
)
- Primo e secondo libro di toccate (sol maggiore, la minore, sol maggiore, la minore, sol maggiore, re minore, re minore, la minore, sol maggiore, fa maggiore)
- 2 sinfonie per cembalo (16 giugno
1699
)
- Toccata per studio di cembalo
- Toccata d'intavolatura per cembalo o pure per organo d'ottava stesa
- Toccata in mi minore
- 3 toccate, ognuna seguita da fuga e minuetto (
1716
)
- Variazioni sopra "La follia" (
1715
)
- 6 Concerti per clavicembalo e archi
- 12 sinfonie di concerto grosso (
1715
):
- in fa maggiore, per 2 violini, viola, violoncello, 2 flauti e basso continuo
- in re maggiore, per 2 violini, viola, violoncello, flauto, tromba e basso continuo
- in re minore, per 2 violini, viola, violoncello, flauto e basso continuo
- in mi minore, per 2 violini, viola, violoncello, flauto, oboe/violino e basso continuo
- in re minore, per 2 violini, viola, violoncello, flauto e basso continuo
- in la minore, per 2 violini, viola, violoncello, flauto e basso continuo
- in sol minore, per 2 violini, viola, violoncello, flauto e basso continuo
- in sol maggiore, per 2 violini, viola, violoncello, flauto e basso continuo
- in sol minore, per 2 violini, viola, violoncello, flauto e basso continuo
- in la minore, per 2 violini, viola, violoncello, flauto e basso continuo
- in do maggiore, per 2 violini, viola, violoncello, flauto e basso continuo
- in do minore, per 2 violini, viola, violoncello, flauto e basso continuo
- 6 concerti in sette parti per due violini e violoncello obbligato, con in piu due violini, un tenore e basso continuo (fa minore, do minore, fa maggiore, sol minore, re minore, mi maggiore; 1724)
- 4 sonate a quattro, per 2 violini, viola e violoncello (fa minore, do minore, sol minore, in re minore)
- 9 sonate (concerti) per flauto, 2 violini, violoncello e basso continuo (re maggiore, la minore, do minore, la minore, la maggiore, do maggiore, sol minore, fa maggiore, la maggiore; 1725)
- Sonata in fa maggiore per flauto, 2 violini e basso continuo
- Sonata in re maggiore per flauto, 2 violini e basso continuo
- Sonata in la maggiore per 2 flauti, 2 violini e basso continuo
- Sonata in fa maggiore per 3 flauti e basso continuo
- 3 sonate per violoncello e basso continuo (re minore, do minore, do maggiore)
- Suite in fa maggiore per flauto e basso continuo (16 giugno
1699
)
- Suite in sol maggiore per flauto e basso continuo (giugno
1699
)
- Regole per principianti
(
1715
ca.)
- Discorso sopra un caso particolare di arte
(aprile
1717
)
- Canoni: Tenta la fuga ma la tenta invano; Voi sola; Commincio solo; 2 canoni a 2
- 15 fughe a 2
- Studio a quattro sulla nota ferma
- Varie partite obbligate al basso
- Toccate per cembalo
- Varie introduttioni per sonare e mettersi in tono delle compositioni
(
1715
ca.)
- Regole per ben [son]are | il cembalo
[…] (D-Hs M/A 251)
[32]
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- ^
Negli intervalli dell'opera vennero inoltre eseguiti i tre intermezzi che vedono protagonisti la vecchia vedova Palandrana e il giovine da bravo Zamberlucco, anch'essi musicati da Scarlatti. La partitura di questi intermezzi, rimasta sconosciuta fino al 2013, e conservata nella Biblioteca Universitaria di Bologna (MS Musicale 646 Vol V CC 171-197) dove giunse nel 1749 per lascito testamentario del conte Francesco Maria Zambeccari. Un'edizione critica curata da Sandro Volta e da Marco Bellussi e apparsa nel 2013 (ed. Viator); quest'ultimo ne ha diretto la prima esecuzione scenica in tempi moderni presso il teatro comunale di Panicale.
- ^
L'opera conobbe un notevole successo e fu replicata per ben diciotto volte, ma in seguito non entro in repertorio.
- ^
Tali giudizi vennero formulati da due personaggi competenti in campo musicale e teatrale, quali il principe Ferdinando de' Medici, peraltro estimatore di Scarlatti, e dal conte bolognese Francesco Maria Zambeccari. Cfr. Roberto Pagano e Lino Bianchi,
Alessandro Scarlatti
, cit., p. 205.
- ^
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Il teatro d'opera in Italia
, Bologna, Il Mulino, 1993, p. 59.
- ^
Nel
Telemaco
, su libretto di
Carlo Sigismondo Capece
, dedicato al Conte di Gallas, ambasciatore dell'Imperatore d'Austria presso la Santa Sede, Scarlatti fece esibire nel ruolo del protagonista
Domenico Gizzi
(1687-1758), celebre soprano della Real Cappella di Napoli.
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