Il
proletariato
e i
proletari
(dal
latino
proletarii
,
capite censi
[1]
o
adcensi
) sono termini variamente definiti a seconda degli approcci socio-economici e a seconda delle epoche storiche di riferimento: in senso lato designano il gruppo o la classe di reddito che si colloca piu in basso nella
scala sociale
.
In senso generale e partendo dalla definizione originale che li identifica come coloro che possiedono come ricchezza unicamente i loro figli (prole), costituiscono, dal punto di vista reddituale, uno strato sociale svantaggiato della popolazione. Secondo la teoria
marxista
proletario e sinonimo di salariato e i proletari costituiscono la
classe sociale
il cui ruolo, nel sistema di produzione
capitalistico
, e quello di prestare la propria
forza lavoro
dietro il compenso del
salario
e quindi lavoratori dipendenti, privi della proprieta e del controllo dei mezzi di produzione e possessori di una sola merce da vendere, ossia la loro forza-lavoro
[2]
.
Il termine
proletarii
venne usato gia nell'
antica Roma
regia e repubblicana e viene con alterne vicende traslato fino all'oggi. Proletariato ricorre negli scritti del giurista inglese
Thomas Smith
del XVI secolo,
[3]
a indicare la classe sociale economicamente piu bassa tra le quattro individuate e successivamente lo si legge in
Bernard de Mandeville
,
Montesquieu
,
Rousseau
, nel
Dictionnaire des travaux
(Jacques Binet Tarbe de Vauxclairs) e nell'
Encyclopedie
di
Diderot
. Ricompare sempre piu frequentemente dopo la
rivoluzione francese
del 1789 in contesti socialisti, in
Saint-Simon
,
Blanqui
, e in
de Lamennais
e
Blanc
, prima di essere interpretato nel senso strettamente marxista di classe circa dalla meta del XIX secolo.
Lo stesso significato di origine marxista mutera nel corso del XX secolo, riveduto da una parte dall'approccio
leninista
dove il proletariato e organicamente incapace di diventare una "classe per se stessa" se non mediante l'azione del
partito
guidato dagli intellettuali, dall'altra dal cosiddetto
revisionismo
di
Eduard Bernstein
, prodromo della
socialdemocrazia
.
Infine, a fine secolo, assumera contorni ancora piu sfumati, da una parte per l'evoluzione della societa e le nuove interpretazioni della stessa in chiave marxista come in
Braverman
, nell'assimilare direttamente gli strati impiegatizi salariati nel proletariato,
[4]
dall'altra per l'uso differente e non marxista come in
Arnold J. Toynbee
[5]
per indicare gli esclusi e non partecipi, presenti in ogni tempo e societa e in risentita opposizione alla frazione dominante.
La riforma di
Servio Tullio
, operata nel corso del
VI secolo a.C.
, era volta a effettuare una divisione interna alla
cittadinanza romana
tra coloro che potevano prestare il servizio militare (obbligati ad armarsi a proprie spese e percio chiamati
adsidui
[6]
) e suddivisi a sua volta in cinque sotto classi sulla base del
censo
,
[1]
e i cosiddetti
proletarii
o
capite censi
.
[7]
[8]
[9]
Questi ultimi erano coloro che possedevano meno di 11.000
assi
, organizzati in una sola centuria, detta
immunis militia
, dispensata dall'assolvere agli obblighi militari, tranne nel caso in cui vi fossero particolari pericoli per la citta di Roma. In quest'ultimo caso erano anch'essi armati a spese dello Stato, servendo in formazioni speciali estranee all'ordinamento
legionario
.
[10]
Il significato
latino
del termine
proletarius
nasce da una condizione di poverta tale che non era possibile dare contributi allo stato, all'infuori dei loro stessi figli (
proles
).
Al termine della
seconda guerra punica
(
218
-
202 a.C.
) vi fu una nuova riduzione del censo minimo richiesto per passare dalla condizione di
proletarii
(o
capite censi
) ad
adsidui
, ovvero per prestare il servizio militare all'interno delle cinque sotto classi, come aveva stabilito nel
VI secolo a.C.
, Servio Tullio. Si era, infatti, passati nel corso di tre secoli da un censo minimo di 11.000 assi
[7]
ai 4.000
[11]
(= 400 dracme argentee descritte da
Polibio
alla fine del
III secolo a.C.
[12]
fino ai 1.500 assi riportati da
Cicerone
,
[13]
a testimonianza di una lenta e graduale proletarizzazione dell'
esercito romano
, alla continua ricerca di armati, in funzione delle nuove conquiste nel Mediterraneo.
Durante la
rivoluzione francese
fu utilizzata per la prima volta l'espressione
Quarto Stato
per definire i
ceti sociali
che rimasero fuori dall'Assemblea nazionale, come la classe operaia e contadina, in contrapposizione al
terzo stato
(la borghesia), che invece fu rappresentata negli
Stati generali del 1789
.
[14]
Con la
rivoluzione industriale
e l'affermazione del
capitalismo
il numero di proletari si diffuse a macchia d'olio, soprattutto nei grandi centri industriali.
Il termine fu usato da
Karl Marx
per indicare quella categoria di persone che non possiedono i mezzi di produzione e che quindi non hanno altra ricchezza che la prole (i figli) poiche non posseggono mezzi di produzione ma sono costretti a vendere la loro forza lavoro (ovvero la capacita di lavorare e produrre posseduta da un uomo).
Benche lo studio della divisione in classi della societa non risalga a Marx, ma a
David Ricardo
ed
Adam Smith
, e Marx a riconoscere nel proletariato la "classe rivoluzionaria" che ha in se le potenzialita di organizzazione di un nuovo modello sociale, non piu basato sulla
proprieta privata
dei mezzi produttivi, ma sulla libera associazione dei produttori. Socializzando cosi la produzione, il ruolo del proletariato diviene quello di classe sociale che rovescia il sistema capitalistico, superandolo con un rapporto tra cose e persone privo del valore di scambio che determina l'esistenza delle
merci
.
Nella
Critica al Programma di Gotha
, Marx definisce anche il concetto di
dittatura del proletariato
, attribuendo a cio il ruolo di fase dell'
egemonia
della maggioranza della classe degli sfruttati sulla classe degli sfruttatori. In questo senso la dittatura del proletariato altro non e che la condizione per l'emancipazione di le classi sociali da loro medesime.
La fine del
classismo
mette termine, secondo Karl Marx, anche alle sovrastrutture politiche ed ideologiche sino a quel momento esistite. Lo stesso
Stato
, inteso come "comitato di affari della borghesia" cessa di avere una funzione e si apre la via ad una societa "dove il libero sviluppo di ognuno e condizione necessaria per il libero sviluppo di tutti" (dal "
Manifesto del Partito Comunista
", 1848).
Funzione essenziale del proletariato e, dunque, l'organizzazione politica propria, la presa di coscienza (quello che Karl Marx definisce come "classe per se") e la conseguente spinta propulsiva verso l'emancipazione dal lavoro salariato e quindi dalla
profittualita
volta ad un singolo privato e non alla soddisfazione dei bisogni sociali.
Il proletario presta la sua forza lavoro al capitalista e ottiene da questo solamente i mezzi necessari (in forma di salario) per poter riprendere la produzione il giorno seguente. Dallo sfruttamento della forza lavoro del proletariato il capitalista ottiene il
plusvalore
delle merci e, di conseguenza, l'accumulazione profittuale.
L'invito di Marx ed Engels alla fine de "Il Manifesto del Partito Comunista" e quello di una unita totale dei lavoratori proletari per una rivoluzione
comunista
che abbatta l'economia politica
borghese
e che, quindi, metta fine alla mercificazione e alla considerazione fattuale dell'uomo stesso come merce che viene usata dal capitalista nel proprio centro produttivo: "
Proletari di tutti i Paesi, unitevi!
".
Marx separa il proletariato dal
sottoproletariato
in quanto quest'ultimo, pur essendo affine come condizioni sociali, non ha sviluppato una propria coscienza politica.
Max Weber
uso la definizione "Proletariato moderno" in riferimento sia alle reazioni dei
ceti
meno abbienti nei confronti delle
religioni
, sia alla espropriazione degli
operai
e dei
contadini
dai mezzi di produzione.
Un punto di vista comune lo manifestarono i sociologi
Gotz Briefs
,
Joseph Schumpeter
,
Robert Michels
, intravedendo nella posizione di isolamento e di privazione una spinta propulsiva per una reazione sociale in funzione anticapitalista, mentre
Arnold Toynbee
defini proletariato qualunque gruppo sociale posto in una condizione di emarginazione e marginalita.
[15]
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- ^
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