L'
Assemblea Costituente
fu, in
Italia
, l'organo legislativo elettivo preposto alla stesura di una
Costituzione
per la neonata Repubblica e diede vita alla
Costituzione della Repubblica Italiana
nella sua forma originaria. Le sedute si svolsero fra il 25 giugno 1946 e il 31 gennaio 1948. Voto, inoltre, la fiducia ai
governi
che si susseguirono in quel periodo.
Il
decreto legislativo luogotenenziale 16 marzo 1946, n. 98
[1]
affidava a un referendum popolare la decisione sulla forma istituzionale dello Stato, apportando modifiche e integrazioni al precedente
decreto legge luogotenenziale 25 giugno 1944, n. 151
[2]
, con il quale era stata concessa "al popolo italiano" la facolta di eleggere "una Assemblea Costituente per deliberare la nuova costituzione dello Stato", al fine di sceglierne "le forme istituzionali".
L'elezione era prevista dopo la liberazione e avrebbe dovuto svolgersi "a suffragio
universale diretto e segreto
"
[2]
.
Diversamente dal Parlamento istituito dalla Costituzione repubblicana, i due decreti luogotenenziali menzionati non obbligavano esplicitamente il Governo a sottoporre i propri provvedimenti al voto dell'Assemblea democraticamente eletta, pur attribuendole il potere di sfiducia con voto a maggioranza assoluta dei membri.
Al contrario, la relativa valutazione di opportunita dell'approvazione era di volta in volta rimessa alla discrezione del potere esecutivo
[3]
.
Il Decreto n. 151/1944 fu invocato da
Umberto di Savoia
, Luogotenente Generale del Regno, come fondamento giuridico della sua autorita in materia di approvazione degli stati di previsione dell'entrata e della spesa dei singoli Ministeri e del bilanci delle Amministrazioni autonome per l'esercizio finanziario 1944-1945
[4]
.
Per quanto normato sull’ordinamento provvisorio dello Stato, la Costituzione promulgata il 27 dicembre 1947, nella norma transitoria e finale XV, recita:
≪con l’entrata in vigore della Costituzione si ha per convertito in legge il decreto legislativo luogotenenziale 25 giugno 1944, n. 151 [...]≫
Il 2 giugno 1946 si celebrarono
libere elezioni
, le prime dal
1924
. Ebbero diritto di voto tutti i cittadini italiani
maggiorenni
(cioe, all'epoca, d'eta superiore a 21 anni) di entrambi i sessi. Per la seconda volta nello Stato Italiano si voto con
suffragio universale
(la prima volta fu nelle
elezioni amministrative del 1946
).
Dal voto furono pero esclusi i cittadini, ancora a pieno titolo italiani, della provincia friulana di
Gorizia
e delle province giuliane di
Trieste
,
Pola
,
Fiume
e della provincia dalmata di
Zara
, nonche i cittadini della provincia di
Bolzano
, poiche in quei territori neppure vennero costituiti i seggi
[5]
.
Vennero consegnate contemporaneamente agli elettori la scheda per la scelta fra
Monarchia
e Repubblica, il cosiddetto
referendum istituzionale
, e quella per l'elezione dei deputati dell'Assemblea Costituente, a cui sarebbe stato affidato il compito di redigere la nuova carta costituzionale, come stabilito con il
Decreto legislativo luogotenenziale
n. 98 del 16 marzo.
Al referendum istituzionale la maggioranza dei votanti scelse la forma di stato
repubblicana
con circa 12 milioni e 700.000 voti, contro 10 milioni e 700.000 per la monarchia.
Umberto II di Savoia
era
Re d'Italia
subentrato in seguito all'abdicazione del padre
Vittorio Emanuele III
il 9 maggio 1946. Alle ore 16:10 del 13 giugno 1946, di sua spontanea volonta il Re lascio il Paese con la sua famiglia diretto in volo in esilio a Cascais, presso Lisbona, sotto il nome di conte di
Sarre
, dopo che il
Consiglio dei ministri
la stessa mattina lo aveva dichiarato decaduto.
Il 18 giugno 1946 la
Corte di Cassazione
nella Sala della Lupa a Montecitorio ufficializzo definitivamente i risultati del referendum, gia proclamati il 10 giugno 1946. Il meccanismo elettorale dell'Assemblea Costituente era proporzionale a liste concorrenti in 32 collegi elettorali plurinominali. La legge elettorale prevedeva l'elezione di 573 deputati, ma le elezioni non si poterono svolgere nelle province di
Bolzano
,
Trieste
,
Gorizia
,
Pola
,
Fiume
e
Zara
.
Risultarono quindi eletti, in seguito alle
elezioni
, 556 costituenti e di questi 21 erano donne
[6]
. Il 25 giugno 1946 venne insediata l'Assemblea Costituente con
Giuseppe Saragat
alla presidenza.
Come suo primo atto, il 28 giugno 1946, l'Assemblea Costituente, dopo l'esito il 13 giugno del referendum istituzionale, si riuni per l'elezione effettiva del
Capo provvisorio dello Stato
, ed elesse
Enrico De Nicola
, al primo scrutinio con 396 voti su 501
[7]
, superando la maggioranza dei tre quinti dei 556 componenti richiesta dal decreto.
Su 504 votanti, De Nicola (PLI) ottenne 396 voti,
Cipriano Facchinetti
(PRI) 40,
Ottavia Penna Buscemi
(UQ) 32,
Vittorio Emanuele Orlando
(Sin. storica, altri partiti e, dal 1943 al 1952, PLI) 12,
Carlo Sforza
(PRI) 2,
Alcide De Gasperi
(DC) 1,
Alfredo Proja
(DC) 1. Le schede bianche furono 14, le nulle 6.
I lavori della Costituente avrebbero dovuto avere una durata di otto mesi, con una possibile proroga di non oltre quattro mesi
[8]
. Tale termine era da contarsi dalla prima seduta del 25 giugno 1946 e scadeva, quindi, il 24 febbraio 1947. Si fece allora uso della facolta di proroga con legge costituzionale
[9]
e il termine fu spostato al 24 giugno del 1947. Il nuovo termine si rivelo comunque insufficiente e una nuova legge costituzionale
[10]
approvata dalla stessa Assemblea Costituente lo sposto ulteriormente al 31 dicembre 1947.
Un'ulteriore proroga fino al 31 gennaio del 1948 era contenuta nella XVII disposizione transitoria e finale della Costituzione, ma limitatamente all'emanazione della legge sulla stampa, degli Statuti regionali speciali e della legge elettorale per il Senato della Repubblica e fino al giorno delle elezioni delle nuove Camere in altri casi
[11]
.
I lavori furono disciplinati dai Regolamenti della Camera prefascisti
[12]
, ma con varianti ammesse dalla Presidenza in considerazione della specificita dell'oggetto. Una di esse fu la votazione per principi, con cui si accorpavano le proposte per materia e si votavano per blocchi omogenei (ad esempio: il
bicameralismo
o il
monocameralismo
), andando poi a dettagliare con le votazioni sulle varianti interne all'opzione risultata vincente (es.
bicameralismo perfetto
o imperfetto).
Un'altra decisione fu quella di non inserire nel testo determinate materie, ma di orientarne l'interpretazione
[13]
attraverso ordini del giorno: ad esempio l’Assemblea Costituente manifesto, con l’approvazione dell’ordine del giorno
Giolitti
, il favore per il sistema proporzionale nell’elezione dei membri della
Camera dei deputati
, nella seduta dell’Assemblea del 23 settembre 1947; "nella seduta dell’Assemblea del 7 ottobre 1947 sarebbe poi stato approvato anche l'ordine del giorno
Nitti
, che prevedeva il suffragio universale e diretto, con il sistema del collegio uninominale per l’elezione del Senato"
[14]
.
L'ordine del giorno era anche lo strumento per orientare il seguito dei lavori, ma era meno impegnativo dell'approvazione per principi e si prestava quindi a restare, in tutto o in parte, inadempiuto: e quello che sarebbe avvenuto con l'approvazione da parte della seconda Sottocommissione dei 75, nel settembre del 1946, dell'ordine del giorno
Perassi
. Con esso, in una fase iniziale dei lavori della Costituente, esclusa la forma del governo presidenziale, ci si pronunciava "per l'adozione del sistema
parlamentare
da disciplinarsi, tuttavia con dispositivi costituzionali idonei a tutelare le esigenze di stabilita dell'azione di governo e ad evitare le degenerazioni del parlamentarismo"
[15]
; in seguito, pero, "non passo la proposta di
Mortati
di una durata almeno biennale dei governi, ne quella di
Tosato
che anticipava la formula della sfiducia costruttiva adottata qualche anno dopo nella Legge fondamentale tedesca. Tutto il funzionamento della nostra forma di governo veniva lasciato al comportamento dei partiti"
[16]
.
I tre maggiori raggruppamenti furono quello della
Democrazia Cristiana
, che ottenne 207 seggi, quello del
Partito Socialista italiano di Unita Proletaria
, che ne ottenne 115, e quello del
Partito Comunista Italiano
, che ne ottenne 104.
I partiti con un solo deputato furono
Gerardo Bruni
del
Partito Cristiano Sociale
,
Ugo Damiani
del
Movimento Unionista Italiano
,
Alessandro Scotti
del
Partito dei Contadini d'Italia
e
Giulio Bordon
della coalizione valdostana
Fronte Democratico Progressista Repubblicano
.
[17]
All'esito del referendum del 2 giugno, le componenti erano cosi rappresentate:
Assemblea costituente italiana del 2 giugno 1946
[18]
Liste/Gruppi
|
Voti
|
%
|
Seggi
|
|
Democrazia Cristiana
(DC)
|
8 101 004
|
35,21
|
|
|
Partito Socialista Italiano di Unita Proletaria
(PSIUP)
[19]
|
4 758 129
|
20,68
|
|
|
Partito Comunista Italiano
(PCI)
|
4 356 686
|
18,93
|
|
|
Partito Liberale Italiano
(PLI)
[20]
|
1 560 638
[21]
|
6,78
[21]
|
|
|
Fronte dell'Uomo Qualunque
(UQ)
[22]
|
1 211 956
|
5,27
|
|
|
Partito Repubblicano Italiano
(PRI)
|
1 003 007
|
4,36
|
|
|
Blocco Nazionale della Liberta
(BNL)
|
637 328
|
2,77
|
|
|
Partito Democratico del Lavoro
(PDL)
[20]
[23]
|
40 633
[24]
|
0,18
[24]
|
|
|
Partito d'Azione
(Pd'A)
[25]
|
334 748
|
1,45
|
|
|
Movimento per l'Indipendenza della Sicilia
(MIS)
|
171 201
|
0,74
|
|
|
Concentrazione Democratica Repubblicana
(CDR)
[26]
|
97 690
|
0,42
|
|
|
Partito Sardo d'Azione
(PSd'Az)
[25]
|
78 554
|
0,34
|
|
|
Partito dei Contadini d'Italia
(PCd'I)
|
102 393
|
0,44
|
|
|
Movimento Unionista Italiano
(MUI)
|
71 021
|
0,31
|
|
|
Partito Cristiano Sociale
(PCS)
|
51 088
|
0,22
|
|
|
Fronte Democratico Progressista Repubblicano
[25]
|
21 853
|
0,09
|
|
|
Altri
|
412 550
|
1,79
|
|
Totale voti validi
|
23 010 479
|
100,00
|
|
Voti non validi
|
1 936 708
|
|
|
di cui bianche
|
643 067
|
|
|
Totale votanti
|
24 947 187
|
89,08
|
|
Elettori
|
28 005 449
|
|
|
Quando incomincio i suoi lavori, a
palazzo Montecitorio
alle 16 del 25 giugno 1946, l'Assemblea costituente annoverava, tra i suoi componenti, come decano
Vittorio Emanuele Orlando
[27]
. Sul banco di presidenza, tra i segretari provvisori scelti tra i piu giovani deputati, vi era
Teresa Mattei
, il cui fratello partigiano era stato torturato a morte dai nazisti nel 1944.
La pluralita ideologica era trasversale agli stessi partiti
[28]
e riguardava anche le scuole di pensiero
[29]
rappresentate all'interno di ciascun partito
[30]
.
Tra i giuristi
[31]
, un numero piuttosto elevato di membri della commissione Forti "(20 su 90) si era trasferito, con le elezioni del 2 giugno 1946, nei ranghi dell’Assemblea"
[32]
: cio determino una continuita con le proposte avanzate, sia pure con riferimento a un ventaglio di opzioni possibili, tra cui anche l'opzione bicamerale,
[33]
nell'operato del
Ministero per la Costituente
presieduto da
Pietro Nenni
.
Tra i Costituenti non vi era pero il capo di gabinetto di Nenni,
Giannini
[34]
, che fu escluso dalle liste socialiste per la Costituente"
[35]
pur avendo partecipato con un ruolo importante al Congresso di Firenze del maggio 1946
[36]
; solo successivamente Giannini fu chiamato a offrire un sostegno, da esterno, all'elaborazione del testo, alla luce delle competenze gia maturate
[37]
.
In totale, soltanto il 5,5% degli eletti all'Assemblea costituente non possedeva un titolo di studio universitario
[38]
.
Come previsto dal decreto legislativo luogotenenziale n. 98/1946, l'Assemblea aveva innanzitutto il compito di redigere la nuova costituzione. Essa, pero, aveva anche altri tre compiti: votare la fiducia al governo, approvare le leggi nelle materie costituzionale ed elettorale e ratificare i trattati internazionali.
Le funzioni legislative erano formalmente assegnate al Governo, ma in virtu delle tradizioni parlamentari prefasciste questo rimise spesso i provvedimenti legislativi piu importanti all'Assemblea Costituente.
L'Assemblea, tra le altre, nomino al suo interno una
Commissione per la Costituzione
, presieduta da
Meuccio Ruini
composta di 75 membri, incaricati di stendere il progetto generale della costituzione. La Commissione si suddivise a sua volta in tre sottocommissioni:
- diritti e doveri dei cittadini, presieduta da
Umberto Tupini
(DC);
- organizzazione costituzionale dello Stato, presieduta da
Umberto Terracini
(PCI);
- rapporti economici e sociali, presieduta da
Gustavo Ghidini
(PSI).
Un piu ristretto Comitato di redazione (o Comitato dei diciotto) si occupo di redigere la costituzione, coordinando e armonizzando i lavori delle tre commissioni. La Commissione dei 75 termino i suoi lavori il 12 gennaio 1947 e il 4 marzo comincio il dibattito in aula del testo.
Il testo finale della
Costituzione della Repubblica Italiana
fu definitivamente approvato il 22 dicembre e pubblicato sulla
Gazzetta Ufficiale
il 27 dicembre 1947.
L'Assemblea Costituente voto la fiducia ai Governi
De Gasperi II
,
III
e
IV
, approvo le leggi di bilancio per il 1947 e il 1948 e ratifico i
trattati di pace
, firmati a Parigi il 10 febbraio 1947.
Conclusa la sede referente, nel febbraio 1947
[39]
fu richiesto allo scrittore
Pietro Pancrazi
[40]
di operare una prima revisione stilistica del testo licenziato per l'Assemblea
[41]
.
Una pausa dei lavori dell'Assemblea costituente, prima della votazione finale della Costituzione nel dicembre successivo, consenti poi a
Concetto Marchesi
di avere due settimane di tempo per dare una revisione finale, sotto il profilo della pulizia linguistica e della coerenza sintattica e stilistica, al testo della
Costituzione della Repubblica italiana
[42]
.
Presidente provvisorio fu inizialmente
Vittorio Emanuele Orlando
. Durante la prima seduta, al primo scrutinio venne eletto Giuseppe Saragat. A seguito delle dimissioni il 6 febbraio 1947 di
Giuseppe Saragat
, il vice presidente Umberto Terracini l'8 febbraio 1947 venne eletto al primo scrutinio Presidente dell'Assemblea costituente.
- ^
Decreto legislativo luogotenenziale
16 marzo 1946, n. 98
- ^
a
b
Decreto legislativo luogotenenziale
25 giugno 1944, n. 151
- ^
Decreto legislativo luogotenenziale
16 marzo 1946, n. 98, articolo 3
- ^
Decreto legislativo luogotenenziale
31 dicembre 1944, n. 492
- ^
art. 1 comma 2 Decreto Legislativo 16 marzo 1946 n. 99
- ^
Guido Formigoni, Storia essenziale della repubblica italiana, il Mulino, Bologna, 2021, cap. II.
.
- ^
Resoconto stenografico seduta n. 3 Ass. Cost.
- ^
Decreto legislativo luogotenenziale
16 marzo 1946, n. 98, articolo 4
- ^
Legge costituzionale
21 febbraio 1947, n. 1
- ^
Legge costituzionale
17 giugno 1947, n. 2
- ^
XVII, 2° co. ≪Fino al giorno delle elezioni delle nuove Camere, l'Assemblea Costituente puo essere convocata, quando vi sia necessita di deliberare nelle materie attribuite alla sua competenza dagli articoli 2, primo e secondo comma, e 3, comma primo e secondo, del decreto legislativo 16 marzo 1946 n. 98.≫
- ^
Francesco Bertolini,
Il regolamento della Camera liberale come regolamento dell'Assemblea Costituente
, Macerata: EUM-Edizioni Universita di Macerata, Giornale di storia costituzionale: 15, I, 2008.
- ^
Senza che la cosa assumesse una vincolativita assoluta per la
Corte costituzionale
, secondo cui l’Assemblea Costituente, ≪pur manifestando, con l’approvazione di un ordine del giorno, il favore per il sistema proporzionale nell’elezione dei membri della Camera dei deputati, non intese irrigidire questa materia sul piano normativo, costituzionalizzando una scelta proporzionalistica o disponendo formalmente in ordine ai sistemi elettorali, la configurazione dei quali resta affidata alla legge ordinaria≫ (sentenza n. 429 del 1995).
- ^
Cfr. Argondizzo e Buonomo,
Spigolature intorno all'attuale bicameralismo e proposte per quello futuro
, in Mondoperaio online, 2 aprile 2014, pagina 14 nota 35.
- ^
Per il significato del sintagma "tuttavia", v.
Stefano Folli
,
Il Parlamento secondo
Manzella
, Repubblica Robinson, 3 ottobre 2020, p. 14.
- ^
Le regole del Parlamento nell'epoca del bipolarismo
, Testo della Lectio magistralis pronunciata dal Presidente del Senato all'Universita LUISS di Roma, 6 novembre 2008
. L'ordine del giorno Perassi e stato comunque invocato a difesa delle leggi "contenenti una limitata deroga al principio della rappresentanza":
AA. VV.,
Prime riflessioni sulla "storica" sentenza 1 del 2014
, Franco Angeli ed., 2014, p. 144
.
- ^
La Stampa
, 28 giugno
1947
pag.
- ^
Eligendo,
Assemblea costituente 02/06/1946 - Area ITALIA
, su DAIT - Ministero dell'Interno - Servizi Informatici Elettorali, Contabilita e Contratti (a cura di),
elezionistorico.interno.gov.it
.
- ^
L'11 gennaio 1947, in seguito alla
scissione di palazzo Barberini
, 50 deputati abbandonano il PSIUP per formare il
Partito Socialista dei Lavoratori Italiani
- ^
a
b
Nell'
Unione Democratica Nazionale
- ^
a
b
Dato dell'intera
Unione Democratica Nazionale
- ^
Il 15 novembre 1947, 14 deputati del Fronte dell'Uomo Qualunque si separano dal partito per costituire il gruppo
Unione Nazionale
- ^
Otto eletti nell'
Unione Democratica Nazionale
, uno con le liste autonome
- ^
a
b
Solo le liste presentate in autonomia
- ^
a
b
c
Partito d'Azione
,
Partito Sardo d'Azione
e
Fronte Democratico Progressista Repubblicano
formarono un gruppo parlamentare unico, denominato
Gruppo Autonomista
- ^
L'8 settembre 1946 confluisce nel
PRI
- ^
Republican Italy
, in
The Economist
, vol. 151, n. 5367, Londra, 6 luglio 1946, p. 17.
(
EN
)
≪The oldest deputy presided ? Orlando, who was born in Sicily in that very May, 1860, when Garibaldi and his Thousand were conquering the island, and who was named Victor Emanuel in honour of the first King of taly.≫
(
IT
)
≪Ha presieduto il deputato piu anziano ? Orlando, nato in Sicilia in quel maggio 1860 in cui Garibaldi ed i suoi Mille stavano conquistando l'isola, e che fu chiamato Vittorio Emanuele in onore del primo Re d'Italia.≫
- ^
Nella stessa
Democrazia Cristiana
, "sia
Dossetti
che
Marconi
furono eletti all’Assemblea costituente. Ma mentre Dossetti espresse profonda sensibilita per la giustizia sociale e un anticapitalismo non comunista, venati di religiosita, all’opposto Marconi, politico e parlamentare, cattolico e filantropo, a livello locale fu il rappresentante della cosiddetta destra Dc e per certi aspetti il suo pensiero fu quello di un conservatore": Il Mestiere di storico: rivista della Societa italiana per lo studio della storia contemporanea: V, 1, 2013, p. 226.
- ^
"Si pensi alle perplessita di
Egidio Tosato
sul
concetto di Costituzione in senso materiale di
Costantino Mortati
":
Fernanda Bruno, Egidio Tosato, Nomos, 2014
.
- ^
Mario Galizia,
Egidio Tosato costituzionalista e costituente
, Giuffre Editore, 2010.
- ^
Per
Michele Ainis
,
Vita e morte di una costituzione
, Laterza, Bari, 2006, p. 38-40 in Assemblea costituente vi era il “meglio della cultura giuridica dell’epoca, da
Mortati
a
Perassi
, da
Tosato
a
Calamandrei
” (p. 38-40) e “le nuove istituzioni vennero progettate da una
elite
, da un gruppo composito e compatto d’intellettuali e di politici quale forse mai l’Italia aveva avuto nel passato. Una
elite
forgiata dalla guerra” (p. 38).
- ^
Enzo Cheli
,
I giuristi alla Costituente in "Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Diritto"
, su
treccani.it
.
URL consultato il 20 aprile 2022
.
- ^
Silvio Benvenuto,
Il bicameralismo non allunga i tempi
(
PDF
), fondazione Nenni, 2016, p. 110.
- ^
Giannini era a favore del modello presidenziale e del sistema elettorale maggioritario: Cesare Pinelli,
Lavare la testa all'asino
, in
Mondoperaio
, n. 11-12/2015, p. 35.
- ^
G. MELIS, Giannini e la politica, in Rivista trimestrale di diritto pubblico, 2000, 1264.
- ^
Il Congresso socialista di Firenze del maggio 1946 approvo ma non discusse la
Relazione sullo Stato repubblicano
da lui preparata insieme ai componenti del romano Istituto di studi socialisti: A. LEVI,
Appunti per la nuova costituzione
, in
Critica sociale
, 1º giugno 1946, 169.
- ^
“Il Partito socialista non aveva allora che una scarsissima sensibilita, e ancor minore preparazione, per questi problemi, e fu merito grande del prof.
Massimo Severo Giannini
aver richiamato l'attenzione dei dirigenti del partito sull'importanza ch'essi avrebbero rivestito anche per il futuro del popolo italiano. Si addivenne cosi alla nomina di un comitato ristretto, incaricato di affiancare e consigliare i membri della commissione dei 75” (
Lelio Basso
,
Considerazioni sull'art. 49 della Costituzione
, in ISLE,
Indagine sul partito politico
, I, Giuffre, 1966, p. 133).
- ^
Carlantonio Solimene,
Cercansi costituenti almeno laureati. Sono appena il 68%
, Il Tempo, 10 ottobre 2016, p. 1.
- ^
Progetto di Costituzione - Osservazioni
, scheda descrittiva a cura dell'Archivio storico della Camera dei deputati
- ^
Stefano Bartezzaghi
,
Ma che colore ha il combinato disposto
, L'Espresso, 10 agosto 2016.
- ^
Revisione linguistica del testo del progetto di Costituzione approvato dalla Commissione per la Costituzione eseguita dal prof. Pietro Pancrazi
- Archivio storico della Camera dei deputati
.
- ^
Sui principi di tale revisione, v. intervento del deputato
Arcangelo Sannicandro
, nel resoconto stenografico della seduta fiume della Camera dell'11 febbraio 2015 e seguenti giorni solari, pagina 663: "La Carta del 1947 e stata costruita ? sono 9.369 parole ? con l'uso di 1.357 vocaboli dell'uso comune e tra questi ce ne sono 1.302, in particolare, che appartengono al vocabolario di base dei cittadini italiani, addirittura del 1946. Si e anche rinunciato all'uso, per esempio, dei congiuntivi, dell'eleganza dei congiuntivi, e si e preferito l'indicativo. Non ci sono periodi che superano le venti parole, tranne che nelle disposizioni transitorie e finali. Normalmente stiamo sulle 19 parole. In altri termini, il cittadino italiano e in grado di leggere e di capire la Costituzione italiana, anche se fosse di media o inferiore cultura. Ora, e ben noto che quel testo fu sottoposto all'esame di persone che di lingua italiana ne capivano. Ci fu un esame da parte di Concetto Marchesi".
- Enzo Cheli (a cura di), La fondazione della Repubblica: dalla Costituzione provvisoria all'Assemblea Costituente, Il Mulino, Bologna, 1979.
- Ugo De Siervo (a cura di), Verso la nuova Costituzione, Il Mulino, Bologna, 1980.
- Italo Farnetani
, Pediatri e medici alla Costituente, Editeam, Cento (FE), 2006.
ISBN 88-6135-001-1
, pp. 14, 16, 17, 21.