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Le
Rime
: tradizione del testo e soluzioni editoriali
Le
Rime
: tradizione del testo e soluzioni editoriali
L’assenza di un ordinamento, l’occasionalità della diffusione, la notorietà dell’autore hanno determinato una proliferazione delle testimonianze manoscritte delle
Rime
(più di 500 i codici censiti) e una irradiazione estravagante dei singoli pezzi, che ha imposto una valutazione testo per testo delle differenti costellazioni stemmatiche. Se la più antica attestazione manoscritta di rime dantesche si ha nei memoriali dei notai bolognesi, dove già nel 1287 compare il cosiddetto sonetto sulla Garisenda, nella complessa tradizione delle Rime si possono individuare alcune tappe particolarmente significative. Una zona di precoce irradiazione fu il Veneto, come testimoniano il Barb. Lat. 3953 e il cosiddetto codice Escorialense della prima metà del ’300; al ramo veneto si affiancò la meno antica tradizione toscana, in cui notabili per cronologia sono il Chig. L VII 305, opera di un copista attivo anche nella
tradizione della Commedia
, e il Martelli 12, contenenti anche la
Vita Nuova
. Spesso replicata in codici più tardi anche la silloge dantesca offerta dal Toledano 104 6 e nel Chig. L V 176, autografi di
Boccaccio
, e che comprende il
Trattatello in laude di Dante, la Vita Nuova, la Commedia
e 15 “canzoni distese”. A tale forma risale anche la perduta Raccolta Aragonese fatta allestire nel 1476 da Lorenzo il Magnifico come dono per Federico d’Aragona, cui dovrà ricondursi anche la sezione dantesca della cosiddetta “Giuntina di rime antiche” stampata a Firenze nel 1527.
Una prima moderna sistemazione editoriale delle liriche di Dante, sia pure priva di giustificazione e di apparati, si deve a Barbi che nel 1921 offri un testo che ha di fatto costituito la vulgata novecentesca delle
Rime
, a cui si è attenuto anche
Contini
per l’edizione commentata del 1939. Novità rilevanti, soprattutto sul versante dell’
ordinamento
e sulla consistenza del
corpus
(con promozione di
rime dubbie
tra le autentiche), sono invece offerte oggi da De Robertis che ha procurato nel 2002 una nuova imponente edizione delle
Rime
per l’“Edizione Nazionale delle Opere di Dante”.
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