I primi anni dell’esilio (1302-1310)
Dopo l
’ambasceria
romana presso
Bonifacio VIII
non si sa se Dante sia rientrato a
Firenze
e poi fuggito prima delle
condanne del 1302
, o se, avendo previsto gli sviluppi della situazione, non abbia più fatto ritorno in patria. Lacunosa è la documentazione sugli anni dell’esilio, che rappresentò però certamente una svolta decisiva nella biografia dell’autore, condizionandone fortemente anche gli sviluppi ideologici. Fino ai primi mesi del 1304, Dante partecipò alle azioni dei fuoriusciti
Bianchi
e dei
Ghibellini
per organizzare una spedizione militare contro i
Neri
ormai al potere a Firenze. Sottoscrisse, infatti, nel giugno del 1302, a San Godenzo al Mugello, l’impegno a risarcire gli Ubaldini, potenti signori locali, degli eventuali danni che potevano derivargli da una guerra contro Firenze; fu poi, nel 1303, prima a
Forlì
, ospite di Scarpetta degli Ordelaffi, e poi a
Verona
da Bartolomeo della Scala per sollecitare appoggi alla causa dei Bianchi. La morte nel 1304 di Bonifacio VIII e l’invio a Firenze come “paciaro” del cardinale Nicolò da Prato, cui Dante spedirà la sua
I Epistola
, accendono le speranze di una soluzione pacifica, fallita però per l’intransigenza dei Neri. In tale congiuntura si matura la frattura tra Dante, che decide di far “parte per se stesso”, e gli altri fuoriusciti propensi a tentare comunque un’avventurosa soluzione militare, che si tradurrà nella rovinosa
Battaglia della Lastra
. Dalla seconda metà del 1304 cominciano le peregrinazioni di Dante attraverso le corti dell’Italia centro-settentrionale: fu prima a Treviso, ospite di Gherardo da Camino, poi nel 1305 a
Bologna
, nel 1306 a Padova, a
Venezia
, nella marca Trevigiana, per approdare alla fine dello stesso anno in
Lunigiana
dai conti Malaspina. Ospite di Guido da Battifolle nel
Casentino
, durante il 1307, passerà poi a Lucca, ospite forse di una Gentucca, ricordata in
Purg.
, XXIV 37. Tra il 1309 e il 1310 si potrebbe invece collocare il “leggendario” viaggio a
Parigi
.