한국   대만   중국   일본 
The Wayback Machine - https://web.archive.org/web/20060712075633/http://www.radicali.it:80/view.php?id=33102
:: Radicali.it ::
Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]
mer 12 lug. 2006
RSS
cerca in archivio RASSEGNA STAMPA
Le donne musulmane: no alla censura su Van Gogh

• da Corriere della Sera del 19 aprile 2005, pag. 20

di Magdi Allam

C?? tanta paura tra le musulmane d?Italia. La gran parte preferisce non confrontarsi con quella donna seminuda sulla cui schiena sono stati riprodotti dei versetti coranici, mentre denuncia le violenze subite dai parenti e da una societ? maschilista. C?hi tra loro ha accettato di esprimersi sul discusso film ?Submission? di Theo Van Gogh, ha s? condannato il barbaro assassinio del regista, ha s? difeso il diritto di proiettare il film in pubblico, ma in un modo o nell?altro ha preso le distanze dai suoi contenuti e dal messaggio che lancerebbe.

?

Indubbiamente le pi? sensibili e colpite dalla vicenda che ruota attorno a ?Submission? sono le donne somale, connazionali della sceneggiatrice del film Ayaan Hirsi Ali. ?Ho avuto modo di conoscere la sorella di Ayaan. E? un?amica lineare, tranquilla. Ha studiato in Italia. Si ? laureata in medicina a Catania e si ? specializzata in ginecologia a Roma. Ora si ? trasferita in Gran Bretagna, dove vive insieme alla sua famiglia?, racconta Saiuda Ahmed Qacle, somala, consulente legale impegnata nella difesa degli immigrati, residente a Torino.

?

?Sinceramente parlando, il padre di Ayaan, che viene descritto come un carnefice, ? uno dei maggiori letterati e poeti somali. E? una persona che noi rispettiamo tanto. Non credo proprio che sia il tipo che voglia costringere la figlia a sposarsi in tenera et?. Certamente esistono questi matrimoni combinati che nella maggioranza dei casi riguardano famiglie non abbienti che pensano di sistemare in qualsiasi modo le proprie figlie. Ma la famiglia di Ayaan non appartiene a questa categoria?.

?

Saida ? estremamente chiara: ?Non cedere al terrorismo ? una questione di principio. Sono contraria a qualsiasi censura. Il film va visto. Cos? come sono contro l?assassinio di una persona. Ma gli italiani generalizzano. Mi fermano per strada per domandarmi: ?ma perch? obbligate le vostre bambine a sposarsi? Ma allora siete voi che l?avete ammazzato!?. Da laica dico che la religione ? un fatto privato, l?Islam non c?entra. E? l?educazione la causa della violenza, anche quella contro le donne?.

?

Souad Sbai, presidente della Confederazione delle associazioni della comunit? marocchina in Italia, direttrice della rivista ?Al maghrebiya? ? categorica: ?Non proiettare il film di Van Gogh sarebbe come ucciderlo due volte. Sarebbe un grave errore cedere al ricatto del terrorista che l?ha ucciso?: Souad sottolinea che ?secondo me l?opposizione al film non si deve tanto alla constatazione dell?esistenza della violenza contro le donne musulmane, che ? un fatto incontestabile, quanto l?esposizione di scritte craniche sulla schiena di una donna nuda. Credo che ci voglia sempre il rispetto per la religione. Bisogna dialogare con le religioni non promuovere lo scontro di religione?.

?

Amina Donatella Salina, l?italiana convertita all?Islam, collaboratrice del sito www.ildialogo.org , sollecita a non confondere la religione con la tradizione: ?E? una cosa grave che sia stato assassinato Van Gogh. E? un crimine proibito dall?Islam. Secondo me, il film pu? essere proiettato. Poi per? ci dovrebbe essere la possibilit? di discuterlo con i musulmani. Bisogna vedere se la tesi del regista ? giusta oppure se fa confusione tra religione e tradizione?. Amina spiega che ?ci sono delle tradizioni: ad esempio le donne acidificate nel Bangladesh e in Pakistan, che sono contrarie all?Islam, questi sono dei crimini contrari all?Islam?.

?

Guslan Jivraj Antivalle, presidente della Comunit? ismailita italiana, ha un approccio tranquillo: ?Se siamo liberi, se viviamo in un mondo libero, ognuno deve avere la libert? di vedere un film. So che ? un film forte, ? un po? esagerato, ma i film devono essere visti per poterli giudicare?. Tuttavia Guslan non ? cos? fiduciosa sull?impatto del film: ?Certamente possiamo parlare dei problemi delle donne musulmane. Ma non so se ci? aiuter? effettivamente a cambiare la situazione. La premio Nobel per la pace, l?iraniana Shirin Ebadi, ritiene che la rivoluzione delle donne debba avvenire da parte delle stesse donne che vivono all?interno del Paese. Un dibattito sulle donne in Italia, che influenza ha sulle donne in Arabia Saudita? Stiamo parlando di societ? dominate da maschi?.

?

Irta Lama, esponente di spicco delle donne albanesi musulmane in Italia, titolare dell?azienda informatica Its Associates di Milano, ha un approccio decisamente laico: ?Non proiettare il film di Van Gogh sarebbe un?ingiustizia nell?ingiustizia. Non solo per la donna musulmana, ma per la donna in genere. Io dico che bisogna far trionfare sempre l?essere umano, indipendentemente dal sesso. In realt? tutto gira intorno ad alcuni interessi forti. In questo caso ? l?uomo che vuole avere il potere contro le donne. Vuole difendere con il fanatismo ci? che ha creduto sempre possibile?.

?

Sono dei passi in avanti nella crescita della societ? civile musulmana. E le donne sono all?avanguardia. Ma certamente siamo ancora lontani dal livello di rispetto dell?altro che ha ad esempio consentito la proiezione di film criticati anche duramente dalla Chiesa, come ?L?Ultima tentazione di Cristo? di Martin Scorsese o il pi? recente ?La passione di Ges??, di Mel Gibson, senza che si scateni quel clima di odio che, nel caso di ?Submission? ha generato il terrorista che lo scorso 2 novembre ha sgozzato Van Gogh nel centro di Amsterdam.


stampa questa pagina invia questa pagina per mail