Il
leone marino giapponese
(
Zalophus japonicus
) si ritiene che si sia
estinto
negli anni '50
[2]
[3]
.
Prima del
2003
veniva considerato una
sottospecie
del
leone marino californiano
con il nome di
Zalophus californianus japonicus
, ma in seguito e stato classificato come specie separata
[2]
. Alcuni tassonomisti lo ritengono ancora, comunque, una sottospecie del leone marino californiano. Le specie
japonicus
,
californianus
e
wollenbaeki
sono state riclassificate come specie distinte a causa dei loro habitat notevolmente distanti l'uno dall'altro e di alcune differenze comportamentali.
Viveva nel
Mar del Giappone
, soprattutto intorno alle aree costiere dell'
arcipelago giapponese
[4]
e della
penisola coreana
[5]
. Si riproduceva generalmente su aperte e piatte spiagge sabbiose, ma talvolta anche in aree rocciose.
Attualmente, ne rimangono solo alcuni esemplari impagliati in Giappone
[6]
e presso il Museo Nazionale di Storia Naturale di
Leida
, nei
Paesi Bassi
, dove
Philipp Franz von Siebold
ne porto degli esemplari
[4]
. Il
British Museum
ne possiede una pelle e 4 crani
[4]
.
I maschi erano di colore grigio scuro e pesavano tra i 450 ed i 560 kg, raggiungendo lunghezze comprese tra i 2,3 e i 2,5 metri; erano quindi piu grandi dei maschi di leone marino californiano. Le femmine erano molto piu piccole e raggiungevano una lunghezza massima di 1,64 metri; erano inoltre di colore piu chiaro
[3]
.
I leoni marini giapponesi vivevano principalmente nel
Mar del Giappone
, lungo le aree costiere della
penisola coreana
, delle isole piu grandi dell'
arcipelago giapponese
(sia lungo le coste dell'
Oceano Pacifico
che del Mar del Giappone), delle
isole Curili
e dell'estremita meridionale della
penisola di Kam?atka
[3]
[7]
.
Da vecchie testimonianze coreane apprendiamo che questo leone marino, insieme alla
foca maculata
(
Phoca largha
), vivesse anche in una vasta area comprendente il
Bo Hai
, il
Mar Giallo
e il Mar del Giappone
[5]
. I leoni marini e le foche hanno lasciato un'impronta rilevante nella toponomastica di alcuni luoghi situati lungo la linea costiera del Giappone, come Ashika-iwa (アシカ岩, lo ≪scoglio del leone marino≫) e punta Inubosaki (犬吠崎, letteralmente la ≪punta di coloro che latrano come cani≫, detta cosi a causa della somiglianza dei loro richiami con l'abbaiare dei cani).
Questa specie si riproduceva solitamente sulle aperte e pianeggianti spiagge sabbiose, ma di rado poteva farlo anche in aree rocciose. Trascorrevano quasi tutto il loro tempo a riposarsi in caverne
[8]
.
Molte ossa di leone marino giapponese sono state rinvenute nei cumuli di conchiglie del
periodo J?mon
, in Giappone
[9]
[10]
[11]
, mentre un'enciclopedia del XVIII secolo, il
Wakan Sansai Zue
, afferma che la loro carne non fosse molto gustosa e che questi animali venivano utilizzati solamente per il loro olio, utile per le lampade
[12]
. Dalla pelle veniva estratto un olio di ottima qualita, gli organi interni venivano venduti a peso d'oro dai farmacisti, mentre i baffi e il cuoio venivano utilizzati rispettivamente per pulire le pipe e in pelletteria. In seguito, questi animali vennero anche catturati per esibirli nei circhi
[2]
.
Nel 1903, Nakai Y?zabur?, un uomo d'affari giapponese, costitui una stazione di pesca sui disabitati Scogli di Liancourt, allo scopo di fornire ai leoni marini una zona di riproduzione adeguata per poi poterli catturare senza diminuirne eccessivamente il numero; fino al coinvolgimento del Giappone nella
Seconda guerra mondiale
nel 1941, la caccia ai leoni marini incontro in quell'area l'approvazione del governo
[13]
.
Un vecchio pescatore delle
isole Oki
dichiaro di aver lavorato assiduamente, prima della seconda guerra mondiale, per proteggere i leoni marini, in modo da poter usufruire di una risorsa perpetua per la propria attivita
[14]
.
I registri dei pescatori commerciali giapponesi dei primi anni del '900 indicano che agli inizi del secolo erano stati uccisi 3200 leoni marini; nel 1915 ne rimanevano solamente 300 esemplari, ridotti negli anni '30 a poche dozzine. La caccia commerciale nei confronti di questa specie termino negli anni '40, quando divenne virtualmente estinta
[15]
. In tutto, i cacciatori giapponesi avevano ucciso 16.500 leoni marini, un numero abbastanza elevato per provocarne l'estinzione, ma si ritiene che anche i combattimenti sottomarini durante la
Seconda guerra mondiale
abbiano contribuito a cio, distruggendo il loro habitat
[16]
[17]
. L'ultima colonia di leoni marini venne avvistata da alcuni guardacoste coreani negli anni '50
[16]
e l'ultimo avvistamento confermato di uno
Z. japonicus
in Giappone fu quello di un giovane esemplare catturato nel 1974 al largo dell'
isola di Rebun
, presso la costa settentrionale di Hokkaido. Esistono anche testimonianze di altri avvistamenti non confermati, ma si ritiene che gli esemplari visti fossero comunque
Z. californianus
fuggiti dagli acquari.
Il Ministero dell'Ambiente della Corea del Sud ha da tempo iniziato a promuovere la reintroduzione di leoni marini nel loro habitat originario. Di questo se ne e occupato l'Istituto Nazionale di Ricerche Ambientali della Corea
[18]
.
Nel 2007 e stata annunciata la formazione di un gruppo di studio internazionale tra Corea del Nord, Corea del Sud, Russia e Cina. Le acque cinesi e russe verranno pattugliate alla ricerca di popolazioni sopravvissute di leoni marini, con la speranza di poterne reintrodurre degli esemplari lungo le coste del Mar del Giappone
[16]
. Se non verra riscontrata alcuna presenza dell'animale, il governo della Corea del Sud ha progettato di reintrodurre nelle sue acque leoni marini californiani provenienti dagli Stati Uniti
[17]
. Il Ministero dell'Ambiente sudcoreano e molto interessato al promuovere questa reintroduzione, tanto per ristabilire il giusto equilibrio biologico nelle sue acque che per promuovere l'ecoturismo
[16]
.
- ^
(
EN
)
Zalophus japonicus
, su
IUCN Red List of Threatened Species
, Versione 2020.2,
IUCN
, 2020.
- ^
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b
c
2007 IUCN Red List (EX)
Zalophus japonicus
,
World Conservation Union
.
URL consultato il 21 settembre 2007
.
"There have been no documented reports of
Z. japonicus
since the late 1950s. The last credible report was 50 to 60 individuals on Takeshima in 1951 (Rice 1998). Individual sightings reported as recently as 1974 and 1975, cannot be confirmed as confusion with escaped
Z. californianus
cannot be ruled out."
- ^
a
b
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(
JA
)
Zalophus californianus japonicus
(CR)
Archiviato
il 5 giugno 2011 in
Archive.is
., Red Data Book, Japan Integrated Biodiversity Information System, Ministry of the Environment (Japan). "The Japanese sea lion (
Zalophus californianus japonicus
) was common in the past around the coast of the Japanese Archipelago, but declined rapidly after 1930's from overhunting and increased competition with commercial fisheries. The last record in Japan was a juvenile, captured in 1974 at off the coast of
Rebun Island
, northern Hokkaido."
- ^
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(
JA
)
"ニホンアシカ?製標本"
Archiviato
il 16 agosto 2007 in
Internet Archive
., the ReCCLE (Research Center for Coastal Lagoon Environments) Museum, Shimane University, Japan.
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) (en abstract available) Itoo Tetsuro, Fujita Akiyoshi, Kubo Kin-ya,
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, 野生生物保護 (Wildlife conservation Japan),Vol.6, No.2 (20010731), 51-66, Wildlife Conservation Society ISSN 13418777.
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(
JA
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"天王寺動物園で「絶滅の危機にある動物展」を開催します"
Archiviato
il 26 novembre 2007 in
Archive.is
., Tennoji Zoo,
Osaka
, Japan.
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Zalophus californianus japonicus
(EX)
[
collegamento interrotto
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, Red Data Book Tottori (mammals),
Tottori Prefecture
, Japan, p. 34.
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(
JA
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Zalophus californianus japonicus
(EX)
Archiviato
il 19 luglio 2011 in
Internet Archive
., Shimane Red Data Book 2004,
Shimane Prefecture
, Japan.
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The Jomon people in the northern Island
Archiviato
il 15 maggio 2011 in
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., National Museum of Japanese History.
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The Sannai Maruyama Site-Food
Archiviato
il 28 settembre 2006 in
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, Japan, p. 7.
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Sea Mammal Hunting of the Jomon Culture in Hokkaido
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, 9 (19901228), 137-171,
University of Tokyo
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Terajima Ry?an, Wakan Sansai Zue (ca. 1712), vol. 38, Amimals, p. 72, sea lion and
fur seal
[1]
"其肉亦不甘美 唯熬油?燈油 (the meat is not tasty and just used to render oil for oil lamps.)".
- ^
"Incorporation of Takeshima into Shimane Prefecture"
, Ministry of Foreign Affairs (Japan).
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"李ライン翌年竹島にニホンアシカ多?生息"
Archiviato
il 12 ottobre 2007 in
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., The San-in Chuo Shimpo, 2007/05/10. "?究の一環として聞き取り調査した杉原顧問は「?前、?岐の漁民は計?性を持ってニホンアシカを捕獲していた。韓?側は日本の?獲が絶滅の原因というが、?言を聞く限り、?獲したのはむしろ韓?の方だ」と韓?側の主張に反論した。"
- ^
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KO
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日本漁夫에 依해 滅種당한 獨島 강치
, Dokdocenter.org, 5 marzo 2007.
URL consultato il 20 settembre 2007
.
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KO
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獨島에 바다獅子 復元한다
, The Kukmin Daily, 2 febbraio 2006.
URL consultato il 21 settembre 2007
(archiviato dall'
url originale
il 27 settembre 2007)
.
a) "푸른鬱陵·독도가꾸기모임 이예균 會長은 "日本 資料를 살펴보면 獨島는 單純히 바다獅子가 살던 섬이 아니라 바다獅子의 最大 繁殖地였다"며 "日本의 다케시마漁獵會社가 1905年부터 8年 동안 獨島에서 1萬4千餘마리나 集中 捕獲하면서 바다獅子가 滅種의 길로 접어들었다"고 말했다.", b) "50年代 獨島義勇守備隊가 活躍할 當時만 해도 20∼30마리씩 떼를 지어 獨島 沿岸에서 棲息하는장면이 目擊됐다. 獨島義勇守備隊員이던 이규현氏(82·鬱陵郡 울릉읍 도동리)는 "當時 獨島에서 강치(바다獅子) 무리를 間間이 볼 수 있었고, 鬱陵島 住民들은 이를 가재, 강치로 부르기도 했다"고 말했다." c) "環境部 關係者는 "獨島 바다獅子 復元事業을 始作하려면 반드시 獨島만이 아니라 東海岸 全域에 바다獅子를 살게 하는 쪽으로 接近할 必要가 있다"고 말했다."
- ^
a
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Extinct Sea Lions to Bring Back to Korea
, Korea Times, 5 settembre 2007.
URL consultato il 6 settembre 2007
.
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(
KO
)
"獨島 바다獅子(강치) 復元에 對한 調査 및 妥當性 檢討要請 (Request for Research on Feasibility of Reintroducing Dokdo Sea Lions)"
[
collegamento interrotto
]
, South Korean Ministry of Environment, 2006-01-09.