Youssef Boutros Dergham El Khazen
patriarca della Chiesa maronita
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Incarichi ricoperti
| Vescovo titolare
di Ghosta
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Nato
| a
Ghosta
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Consacrato vescovo
| 1728
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Elevato patriarca
| 25 febbraio
1733
(eletto)
18 dicembre
1733
(confermato)
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Deceduto
| 13 maggio
1742
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Manuale
|
Youssef Dergham El Khazen
(in
arabo
: ???? ?????? ????? ??????;
Ghosta
, ... ?
13 maggio
1742
) e stato
patriarca
della
Chiesa maronita
con il nome di
Youssef V Boutros
[1]
(in
italiano
:
Giuseppe V Pietro
).
Youssef Dergham, membro della famiglia El Khazen, nacque nel villaggio di Ghosta, nel
distretto di Kisrawan
in
Libano
. Sposato, venne ordinato prete alla morte della moglie. Nel
1728
fu consacrato
vescovo titolare
di Ghosta dal patriarca
Yaaqoub Boutros Awwad
.
[2]
Alla morte del patriarca Yaaqoub Awwad, il collegio elettorale, riunito nel monastero di
Rayfoun
nel Kisrawan, si trovo diviso, senza possibilita di raggiungere un accordo. E cosi il 25 febbraio
1733
i vescovi decisero di eleggere patriarca per acclamazione Youssef Dergham, che si affretto ad inviare a
Roma
le credenziali e tutti gli atti necessari per ottenere la conferma papale. Il 18 dicembre
1733
, con il
breve
Cum nos a vinculo
[3]
,
papa Clemente XII
confermo l'elezione e gli accordo il
pallio
.
L'evento piu importante del patriarcato di Youssef Dergham fu la celebrazione del
sinodo
del
Monte Libano
del
1736
; l'assemblea (
FR
)
≪marque une date importante dans l'histoire de l'Eglise maronite, puisqu'elle donna a celle-ci sa charte constitutionnelle≫
.
[3]
Il bisogno di una riforma della
Chiesa maronita
, della disciplina ecclesiastica, delle istituzioni religiose e la necessita di istituire canonicamente le diocesi, spinse i vescovi, il clero ed i notabili della Nazione a scrivere a
Roma
per richiedere l'intervento della
Santa Sede
con l'invio di
Giuseppe Simone Assemani
come delegato apostolico. L'Assemani giunse in
Libano
, con pieni poteri e le istruzioni di
Propaganda Fide
, il 17 giugno
1736
. Dopo tre mesi di preparazione, il sinodo fu indetto per il 30 settembre e il 1º e 2 ottobre. Tra i principali punti affrontati dall'assemblea: la separazione dei monasteri misti, la divisione del patriarcato in
eparchie
, la formazione del clero, la disciplina dei
sacramenti
, e questioni economiche. Gli atti, redatti in
lingua araba
, furono sottoscritti da tutti i presenti il 2 ottobre 1736. Assemani, prima di ritornare a Roma, procedette, su incarico dello stesso patriarca, a mettere immediatamente in esecuzione alcune decisioni sinodali, ma trovo alcune sacche di resistenza soprattutto nella questione relativa alla separazione dei monasteri misti, dove religiosi e religiose vivevano sotto lo stesso tetto, benche separati dalla clausura.
Circa il grave problema dell'erezione canonica delle diocesi maronite, occorre tener presente che fino al
XVIII secolo
il patriarcato maronita era solo formalmente suddiviso in eparchie: di fatto i vescovi erano tutti considerati come
ausiliari
del patriarca, l'unica vera guida della nazione maronita. In piu occasioni
Propaganda Fide
era intervenuta in precedenza per ordinare la suddivisione canonica del patriarcato, ma i suoi decreti erano rimasti lettera morta. Il sinodo del 1736 istitui canonicamente le eparchie in numero di 8, oltre la sede patriarcale, definendone per ciascuna le giurisdizioni territoriali:
Aleppo
,
Beirut
,
Jbeil
(
Byblos
) unita a
Batrun
(
Botrys
),
Cipro
,
Damasco
,
Baalbek
(
Heliopolis
),
Tripoli
e
Tiro
-
Sidone
.
Solo nel
1738
Assemani lascio il Libano, dove si era manifestata una forte resistenza a certe decisioni sinodali; ma a causa di altri incarichi ricevuti, raggiunse Roma solo nel
1741
.
Papa Clemente XII
istitui una speciale commissione di
cardinali
per studiare gli atti sinodali, commissione che fu confermata dal successivo
papa Benedetto XIV
. Questi approvo in via definitiva gli atti, nella loro traduzione latina, il 1º settembre
1741
con la
bolla
Singularis Romanorum
[4]
, mentre con la
Apostolica praedecessorum
del 14 febbraio
1742
, confermo le decisioni sinodali sulla suddivisione del patriarcato in eparchie, sul loro numero e la loro estensione territoriale.
[5]
Il patriarca Youssef Dergham mori il 13 maggio
1742
.
La
genealogia episcopale
e:
La
successione apostolica
e:
- ^
L'aggiunta del nome
Pietro
(in
arabo
:
Boutros
) al proprio nome di battesimo e consuetudine dei neoeletti patriarchi maroniti; circa Youssef Dergham, gli atti del Sinodo maronita del
1736
lo chiamano
Joseph Petrus
, e allo stesso modo il patriarca si firma
Joseph Petrus patriarcha Antiochiae
.
- ^
K. Rizk,
Khazen Joseph Dergham
, in
Dictionnaire d'histoire et de geographie ecclesiastiques
, vol. XXVIII, Paris 2003, pp. 1423-1424.
- ^
a
b
Pierre Dib,
op. cit.
, col.79.
- ^
Iuris pontificii de propaganda fide
, vol. III, pp. 31-35.
- ^
Iuris pontificii
, vol. III, pp. 48-53.
- (
FR
) Pierre Dib, v.
Maronite (Eglise)
, in
Dictionnaire de Theologie Catholique
, Tome Dixieme, premiere partie, Paris 1928, coll. 79-85.
- (
FR
,
AR
) Joseph Simon Assemani,
Series chronologica Patriarcharum Antiochiae
, Roma 1881, p. 40.
- (
LA
) Konrad Eubel,
Hierarchia Catholica Medii Aevi
,
vol. 6
, p. 87.
- (
LA
)
Synodus provincialis … in Monte Libano celebrata
, Romae MDCCCXX.
- (
FR
) Paul Rouhana,
Histoire du Synode libanais de 1736
Archiviato
il 1º febbraio 2016 in
Internet Archive
., in
Parole de l'Orient
, vol. 13 (1986), pp. 111?163.