Volo Ethiopian Airlines 961
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Il velivolo coinvolto presso l'aeroporto di Francoforte sul Meno nel 1989
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Tipo di evento
| Dirottamento aereo
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Data
| 23 novembre 1996
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Tipo
| Ammaraggio nell'
Oceano Indiano
causato dalla perdita di entrambi i motori per esaurimento di carburante a seguito di dirottamento aereo
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Luogo
| 0,5 km al largo di
Mitsamiouli
,
Grande Comore
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Stato
|
Comore
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Coordinate
| 11°22′21″S 43°17′49″E
11°22′21″S
,
43°17′49″E
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Tipo di aeromobile
| Boeing 767-260ER
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Nome dell'aeromobile
| Zulu
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Operatore
| Ethiopian Airlines
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Numero di registrazione
| ET-AIZ
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Partenza
| Aeroporto Internazionale di Mumbai
,
India
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Scali intermedi
| Addis Abeba
(
Etiopia
),
Nairobi
(
Kenya
),
Brazzaville
(
Repubblica del Congo
)
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Scalo prima dell'evento
| Aeroporto Internazionale Murtala Muhammed
,
Lagos
,
Nigeria
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Destinazione
| Aeroporto Port Bouet
,
Abidjan
,
Costa d'Avorio
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Occupanti
| 175
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Passeggeri
| 163
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Equipaggio
| 12
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Vittime
| 125
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Feriti
| 46
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Sopravvissuti
| 50
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Mappa di localizzazione
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Dati estratti da
Aviation Safety Network
[1]
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voci di incidenti aerei presenti su Wikipedia
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Il
volo Ethiopian Airlines 961
, un
Boeing 767-260ER
, venne dirottato in volo tra
Addis Abeba
e
Nairobi
il 23 novembre
1996
, mentre eseguiva una tratta del volo di linea
Bombay
-Addis Abeba-Nairobi-
Brazzaville
-
Lagos
-
Abidjan
.
[2]
I dirottatori, di nazionalita etiope, avrebbero voluto giungere fino in
Australia
per chiedere
asilo politico
, ma l'aereo, in un tentativo di
ammaraggio
a causa dell'esaurimento del carburante, si e schiantato nell'Oceano Indiano, vicino alle
Comore
, uccidendo 122 dei 172 tra passeggeri e membri dell'equipaggio a bordo. Inizialmente si penso che due dei dirottatori fossero riusciti a salvarsi, ma i due uomini che furono arrestati vennero scagionati dai piloti.
[3]
I 50 superstiti riportarono lesioni di vario genere.
Quando ET-AIZ, soprannominato Zulu dai piloti di Ethiopian Airlines,
[4]
entro nello spazio aereo etiope, tre uomini, che si presumeva fossero armati di una bomba, entrarono nella cabina di pilotaggio e sequestrarono l'aereo.
[5]
Secondo il racconto dei sopravvissuti "un uomo si mise a correre nel corridoio dirigendosi verso la cabina di pilotaggio gridando frasi incomprensibili. Subito dopo i suoi due complici lo seguirono".
[5]
Questi tre uomini vennero descritti come "giovani sui venticinque anni, inesperti, psicologicamente fragili e ubriachi."
[5]
[6]
In seguito, la radio di stato dell'Etiopia, che li identifico come due studenti appena diplomati senza occupazione e un infermiere, diffuse i loro nomi: Alemayehu Bekeli Belayneh, Mathias Solomon Belay e Sultan Ali Hussein.
I tre uomini minacciarono di far esplodere l'aereo se i piloti non avessero obbedito loro. Utilizzando l'intercomunicante di bordo dissero ai passeggeri di essere oppositori del governo etiope da poco scarcerati e di voler ottenere asilo politico in uno stato estero. Raccontarono inoltre che a bordo vi erano anche otto loro complici, ma in seguito le autorita accertarono che cio non era vero, e che la bomba era in realta una bottiglia di liquore camuffata.
[4]
[5]
[7]
I dirottatori, avendo letto sulla rivista di bordo che un Boeing 767 poteva effettuare l'intero tragitto con i serbatoi pieni, ordinarono al Comandante Leul di dirigersi verso l'Australia.
[5]
Essi pensavano che durante l'ultimo rifornimento i serbatoi fossero stati riempiti, ma quando Leul disse loro che in realta nei serbatoi c'era carburante sufficiente solamente per compiere il volo verso Nairobi e che quindi non avrebbero percorso che un quarto del tragitto verso l'Australia, non gli credettero.
[4]
Invece di assecondarli il Comandante segui dapprima la costa africana, poi quando i dirottatori se ne accorsero e lo costrinsero a virare verso est, fece rotta verso le isole Comore, situate a meta strada tra il continente africano ed il
Madagascar
.
[4]
Mentre si stavano avvicinando alle Comore il carburante comincio a scarseggiare, ma i dirottatori continuarono ad ignorare gli avvertimenti del Comandante. Quando il carburante si esauri del tutto i motori si spensero e i piloti dovettero far estrarre la
Ram air turbine
(RAT) per preservare le funzioni essenziali del velivolo, anche se alcuni sistemi idraulici, come ad esempio i
flaps
, non erano comunque utilizzabili. Cio significava che avrebbero dovuto tentare di atterrare alla velocita di 175
nodi
(circa 320 km/h).
[4]
Il comandante Leul voleva tentare l'atterraggio all'
Aeroporto Internazionale Prince Said
di
Moroni
, ma una colluttazione con uno dei dirottatori gli fece perdere i riferimenti visivi, non permettendogli di localizzare le piste. A questo punto fu costretto a tentare un ammaraggio e diresse il velivolo verso le acque poco profonde (circa 7 metri) che si trovavano di fronte al
Galawa Beach Hotel
, vicino a
Mitsamiouli
, all'estremita settentrionale dell'isola di Grande Comore. Leul riusci a mantenere il velivolo parallelo alle onde, ma il motore e l'ala sinistra entrarono per primi in acqua colpendo la barriera corallina, e agendo come perno, fecero ruotare e ribaltare la fusoliera, che si ruppe in tre parti.
[8]
Al disastro, avvenuto a soli 500 metri dalla spiaggia, assistettero parecchi tra residenti e turisti; fra questi ultimi vi erano medici e subacquei che immediatamente accorsero in soccorso dei superstiti.
[4]
Molti dei passeggeri sopravvissero allo schianto iniziale, ma avendo ignorato (o non avendo sentito) l'avvertimento del Comandante di non gonfiare i
giubbotti di salvataggio
all'interno della cabina, rimasero bloccati contro le pareti della cabina dall'acqua che vi era entrata. Impossibilitati a fuggire, annegarono.
[5]
[7]
Il Comandante Leul ed il Primo Ufficiale Yonas sopravvissero. Per la sua condotta, Leul fu insignito del
FSF Professionalism Award in Flight Safety
.
[9]
I passeggeri erano originari delle seguenti nazioni:
[10]
Mohamed Amin
fu una delle vittime. Noto fotoreporter di guerra ed editore della rivista di bordo dell'Ethiopian Airlines, si presume, data la posizione in cui fu rinvenuto il suo corpo, che stesse negoziando con i dirottatori durante gli ultimi minuti del volo.
[11]
Tra le vittime vi furono anche Antal Annus,
ambasciatore
ungherese in
Kenya
, ed un funzionario del Ministero degli Esteri francese.
[12]
Franklin Huddle,
Console generale
statunitense a Bombay e sua moglie Chanya furono due dei superstiti.
[13]
Huddle riferi di aver scelto di volare con Ethiopian Airlines a causa della buona reputazione della compagnia, che era una delle due che in Africa avevano ottenuto la certificazione della
FAA
.
Il tentativo di ammaraggio del volo 961 fu ripreso da un turista ed e divenuto uno dei video di incidenti aerei piu noti.
[3]
Il video e diventato altresi un importante strumento nello studio degli incidenti aerei. Quello dell'Ethiopian Airlines e tuttora uno dei pochissimi ammaraggi effettuati da aerei di linea, e l'unico tentato da un aereo dirottato. Sia il Comandante che il Primo Ufficiale continuarono a volare per Ethiopian Airlines.
[4]
L'incidente e stato descritto in due episodi del documentario
Indagini ad alta quota
. Nel 4º episodio della prima stagione e stato utilizzato il video dell'ammaraggio del volo 961 per illustrare cosa sarebbe successo se il
volo Air Transat 236
, rimasto senza carburante, non fosse riuscito a raggiungere l'aeroporto della Base Aerea di Lajes, nell'isola di
Terceira
nelle
Azzorre
, e fosse stato costretto ad atterrare nell'oceano; nel 13º episodio della 3ª stagione,
Un dirottamento in Africa
, viene invece narrata l'intera vicenda del volo 961.
- ^
(
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, 24 novembre 1996, p. 2.
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, 26 novembre 2011.
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il 17 gennaio 1999)
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Indagini ad alta quota
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Dirottamento in Africa
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Ocean Landing
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Special Report: Ethiopian Airlines Flight 961
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Zanini Luca,
Un boato, poi la morte in faccia
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il 1º gennaio 2016)
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Beirut: 90 feared dead as Ethiopian Airlines plane crashes into Mediterranean
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l'8 giugno 2011)
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Ethiopian Airlines B767(ET-AIZ) Aircraft Accident in the Federal Islamic Republic of the Comoros, in the Indian Ocean on November 23, 1996
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PDF
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fss.aero
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, 4 maggio 1998, p. Appendix E (Pages 2-6 of 6)
(archiviato dall'
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il 27 marzo 2014)
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Bizarre ordeal recounted in Ethiopian Airlines crash
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'I Thought I Had Finished My Life' -- Tale Depicts Drunken Abductors Who Fought With Pilot -- Survivors Tell Of Terror As Jetliner Tumbles Across Ocean's Surface
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The Seattle Times
, 25 novembre 1996.
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