L'
Unione Siciliana Cristiano-Sociale
(USCS) era un
partito politico
, di ispirazione
cattolica
, fondato in
Sicilia
l'8 novembre
1958
da un gruppo di parlamentari regionali dissidenti
democristiani
guidato da
Silvio Milazzo
.
Il 23 ottobre
1958
Silvio Milazzo
, deputato regionale della
DC
e segretario regionale del partito, venne eletto presidente della
Regione
dall'
Assemblea Regionale Siciliana
con i voti di una parte dei
democristiani
,
comunisti
,
socialisti
,
monarchici
e
missini
, in contrapposizione a
Barbaro Lo Giudice
, candidato ufficiale democristiano. Il 31 ottobre
Milazzo
costitui una giunta formata dalle forze politiche che lo avevano eletto, compresi
PCI
e
MSI
. Vice presidente fu
Paolo D'Antoni
, deputato del gruppo PCI, e assessori missini furono
Dino Grammatico
alla strategica Agricoltura ed
Ettore Mangano
all'Industria e commercio. A sostenere l'accordo l'allora segretario regionale comunista
Emanuele Macaluso
e il capogruppo del MSI
Nino Buttafuoco
.
Convocato a
Roma
dal consiglio dei probiviri del partito per discolparsi,
Milazzo
rifiuto di dimettersi e venne espulso dalla DC; dopo pochi giorni diede vita all'USCS; fu il primo esempio di rottura dell'unita dei cattolici in politica.
L'evento prese il nome di
Milazzismo
. L'operazione
Milazzo
, resa possibile dai cristiano-sociali nella
Regione Siciliana
, in nome dei superiori interessi dei siciliani, vide a piu riprese unite destra ed sinistra, uscite dall'isolamento in cui erano tenute dalla politica delle forze democratiche di centro, dandosi reciprocamente sostegno per combattere i vertici romani della
Democrazia Cristiana
. Fu un governo che si contraddistinse per una serie di provvedimenti di discontinuita con il passato
[1]
.
Alle successive elezioni regionali del 7 giugno
1959
l'USCS ottenne il 10,6% dei voti e 10 seggi (su 90)
[2]
, ma la
DC
, nonostante la scissione, mantenne inalterata la sua percentuale di voti (38,6%).
Milazzo
formo due altri brevi governi, dove pero non entro piu il
MSI
. Ebbe un sostegno variegato, dalle sinistre ai vertici di
Sicindustria
, allora guidata da
Domenico La Cavera
. Ideologi in quella fase furono
Ludovico Corrao
e l'ex deputato nazionale DC
Francesco Pignatone
. Il movimento poteva contare su un settimanale,
L'Unione Siciliana
(1959-1961).
L'esperimento di
Milazzo
entro in crisi all'inizio del
1960
, quando un suo esponente,
Benedetto Majorana della Nicchiara
, fu convinto dai maggiorenti
Democrazia Cristiana
ad accettare la carica di presidente della
Regione
(dove fu eletto il 23 febbraio), al posto di
Milazzo
, che poi nel dicembre
1962
si dimise anche dalla carica di deputato regionale
[3]
. Alle
politiche dell'aprile 1963
il partito presento liste al Senato in alcuni collegi della Sicilia, e ottenne 13.187 voti, senza eleggere nessuno dei propri candidati.
[4]
La lista del Partito Autonomista Cristiano Sociale, composta da ex componenti della USCS, ha invece ottenuto un seggio (
Sergio Marullo Di Condojanni
)
[5]
.
Alle successive
elezioni regionali del 9 giugno 1963
l'USCS subi una severa sconfitta (0,8% dei voti e nessun seggio) e dopo poco tempo si sciolse di fatto.
- Franco Nicastro
,
L'USCS in fumo
, Caltanissetta-Roma,
Salvatore Sciascia editore
, 2014
- Emanuele Macaluso
,
50 anni nel PCI
, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2003.
- Dino Grammatico
,
La rivolta siciliana del '58: il primo governo Milazzo
, Palermo, Sellerio, 1996