La
torre dei Mannelli
e un edificio storico del
centro di Firenze
, situato in cima al
Ponte Vecchio
, con accesso da piazzetta Salvatore e Wanda Ferragamo (gia
via de' Bardi
84r).
Questa torre e l'unica superstite dei quattro "capi di ponte", cioe le torri che controllavano un ponte ai quattro angoli.
La torre appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichita e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare
patrimonio artistico nazionale
.
I
Mannelli
facevano risalire le loro origini addirittura alla famiglia romana dei
Manlii
, ed erano di credo
ghibellino
, imparentati con i burrascosi
Uberti
. Dopo la definitiva sconfitta del loro partito con la
battaglia di Benevento
subirono l'esilio, ma rientrarono presto cambiando il nome (in Pontigiani, per la torre sul "ponte", o Piazzigiani, perche questo quartiere era chiamato "Piazza"), mutando la fede politica e giurando fedelta alla
Parte Guelfa
.
La torre e citata come "nova" per la prima volta in un documento del 16 agosto 1249.
E famosa per il contenzioso tra la famiglia e
Cosimo I
, quando venne deliberata la costruzione del
Corridoio vasariano
(1564-1565), che avrebbe previsto l'abbattimento della torre o comunque il suo drastico ridimensionamento. La famiglia riusci a opporsi fermamente e
Giorgio Vasari
dovette modificare il suo progetto facendo passare il corridoio attorno alla torre, attraverso un sistema di beccatelli in
pietra serena
, che ancora oggi rappresentano uno gli elementi piu caratteristici di questo scorcio di Firenze.
Fu anche il quartier generale dei partigiani fiorentini a cui apparteneva il padre della scrittrice
Oriana Fallaci
, la quale, gia prossima alla morte, la desidero come ultima dimora (senza poi pero riuscire effettivamente a tornarci).
[1]
La torre venne danneggiata durante la seconda guerra mondiale dall'esplosione delle mine poste dall'esercito tedesco in ritirata durante la seconda guerra mondiale (agosto 1944), ma non in maniera irreparabile e fu restaurata dall'architetto
Nello Baroni
su incarico della Soprintendenza ai Monumenti (1944-46). Ando invece perduto il palazzetto Mannelli che vi era affiancato, lungo l'imbocco di
via de' Bardi
.
Fasciata la torre dai beccatelli del
corridoio vasariano
, l'unico lato rimasto libero e quello interno, opposto alla faccia sul ponte, e che oggi guarda a un piccolo slargo dove si apre il portone dell'edificio. Qui in realta si sviluppava in aderenza il palazzo dei Mannelli, che a suo tempo aveva incorporato una loggia gia dei
Canigiani
e che non doveva presentare all'esterno elementi di particolare rilievo, visto che lo stesso Federico Fantozzi lo cita unicamente in relazione al fatto di essere stato dimora di Francesco Mannelli, "amico di
Boccaccio
e celebre trascrittore del
Decameron
".
Oggi la torre presenta ancora il caratteristico rivestimento in
filaretto
di pietra a vista, punteggiato da alcune
buche pontaie
. Vi si aprono alcune finestre di diverse forme, alcune quadrangolari, altre sormontate da archi. All'ultimo piano si apre una sala panoramica di realizzazione piu recente.
All'ultimo piano e un grande ambiente che e stato oggetto recentemente di vari interventi di sistemazione. Sul lato che guarda il ponte e, prossima alla cantonata, un'ormai consunta cartella in pietra serena, testimonianza di una buca per le 'limosine' seicentesca, a favore "de' poveri di
S. Gio. Batista in Bonifazio
" (cosi nella trascrizione a suo tempo fatta da Francesco Bigazzi).
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