La
tomba di Dante
e il sepolcro in stile neoclassico del poeta
Dante Alighieri
eretto presso la
basilica di San Francesco
nel centro di
Ravenna
. Il Sommo Poeta visse gli ultimi anni della propria esistenza nella citta romagnola, morendovi nel
1321
. La tomba e
monumento nazionale
, e attorno a essa e stata istituita una zona di rispetto e di
silenzio
chiamata "zona dantesca". All'interno dell'area sono compresi la tomba del poeta, il giardino con il Quadrarco di Braccioforte, i chiostri francescani e il complesso del Museo
[1]
e Casa Dante
[2]
.
Sul letto di morte Dante Alighieri volle essere vestito col saio francescano. Scelse come luogo di sepoltura il convento dei
Frati Minori
, arrivati a Ravenna nel 1261. I solenni funerali furono celebrati nella loro chiesa; il poeta fu originariamente sepolto nell'area cimiteriale attigua al convento
[3]
. Il luogo e chiamato secondo la tradizione
Quadrarco di Braccioforte
, perche si ritiene che in quel luogo due persone invocarono, come garante di un loro contratto, il “braccio forte” del Salvatore, la cui immagine era dipinta in loco
[4]
. La famiglia
Da Polenta
era proprietaria di una cella: al suo interno fu collocato il sarcofago con le spoglie di Dante.
Nel 1441 i Da Polenta furono spodestati dalla
Repubblica di Venezia
. Da allora la cella con le spoglie di Dante cadde in stato di abbandono. Nel 1483 il
podesta
veneto, Bernardo Bembo, restauro e amplio la tomba a sue spese. Affido l'incarico allo scultore
Pietro Lombardo
che, nell'eseguire l'opera, si avvalse della collaborazione dei suoi figli. Sopra al sarcofago scolpi un
bassorilievo
raffigurante Dante pensoso davanti a un leggio.
Nel 1778, quando s'insedio a Ravenna come
legato pontificio
Luigi Valenti Gonzaga
, il cardinale decise la costruzione di un nuovo sacello. Fu incaricato l'architetto ravennate
Camillo Morigia
.
Costruita nel biennio 1780-81 al di sopra della precedente struttura quattrocentesca, la tomba, a pianta quadrata, e a forma di
tempietto
neoclassico
coronato da una piccola
cupola
sormontata da una pigna. Separato dalla strada da una stretta delimitazione, presenta una
facciata
esterna molto semplice, con una porta sovrastata dallo stemma arcivescovile del Cardinal Gonzaga, e sulla cui
architrave
e scritto, semplicemente e in
latino
:
Dantis poetae sepulcrum
. Spiccano due elementi decorativi: una serpe che si morde la coda (
ouroboros
), simbolo dell'eternita della fama del Poeta, e lo stemma del cardinale Gonzaga. I battenti della porta di accesso furono costruiti in legno
[3]
.
A destra del monumento funebre si apre il piccolo giardino che contiene tra l'altro il Quadrarco di Braccioforte. Dal
1921
il giardino e chiuso da una cancellata in ferro battuto realizzata dal veneziano
Umberto Bellotto
.
La tomba vera e propria, all'interno di una cappella tutta rivestita di marmi pregiati e
stucchi
, consiste in un
sarcofago
di eta
romana
con sopra scolpito un epitaffio in latino. Secondo G. Bovini i
versi
furono dettati dal poeta
Bernardo Canaccio
nel
1366
:
[5]
(
LA
)
≪
Iura monarchiae superos Phlegetonta lacusque
lustrando cecini voluerunt fata quousque
sed quia pars cessit melioribus hospita castris
actoremque suum petiit felicior astris
hic claudor Dantes patriis extorris ab oris
quem genuit parvi Florentia mater amoris
≫
(
IT
)
≪I diritti della
monarchia
, i cieli e le acque del
Flegetonte
visitando cantai, finche volle il mio destino mortale.
Ma giacche la mia anima ando ospite in luoghi migliori
e piu beata raggiunse fra gli astri il suo Creatore,
qui son racchiuso io, Dante, esule dalla patria terra,
cui genero
Firenze
, madre di poco amore≫
Al di sopra del sarcofago e il pregevole bassorilievo di Pietro Lombardo. Ai piedi vi e una corona in bronzo e argento donata nel
1921
, in occasione del VI centenario della morte di Dante dall'Esercito e dalla Marina italiani
[6]
, dopo la vittoria nella
Grande Guerra
. A destra una colonnina di alabastro del
Carso
, con una ghirlanda d'argento donata dalla citta di
Fiume
, regge un'ampolla argentea donata nel 1908 dalle citta di
Trieste
,
Trento
,
Gorizia
e dalle provincie dell'
Istria
e della
Dalmazia
, territori allora governati dall'
Impero austro-ungarico
ma a maggioranza italiana. Sul soffitto arde perennemente una lampada votiva settecentesca, alimentata da
olio d'oliva
dei colli
toscani
offerto da
Firenze
ogni anno, la seconda domenica di settembre, in memoria dell'anniversario della morte del poeta (scomparso nella notte tra il 13 e il 14 settembre
1321
). La tradizione si ripete dal
1908
[7]
.
Sulla parete destra, una
lapide
in
marmo
ricorda i vari restauri della tomba, e la sua sistemazione con decorazione marmorea nel
1921
. Sui
pennacchi
delle
volte
erano un tempo raffigurati
Virgilio
,
Brunetto Latini
,
Cangrande della Scala
e
Guido Novello da Polenta
, eliminati nei restauri del 1920-21. In occasione del VI centenario della morte di Dante, infatti, fu effettuato un restauro importante della Tomba ad opera del soprintendente e architetto
Ambrogio Annoni
, che si avvalse della collaborazione dello scultore
Lodovico Pogliaghi
. Al termine del restauro le vecchie porte in legno furono sostituite dalle attuali porte in bronzo, donate dal municipio di Roma
[3]
.
Nel
2020
la tomba e stata sottoposta a un nuovo restauro in previsione delle celebrazioni per il VII centenario della morte del Sommo Poeta (13 settembre 2021). Sono stati effettuati interventi di restauro che hanno interessato l'area del Quadrarco di Braccioforte nonche l'apparato decorativo, sia all'esterno che all'interno del tempio
[3]
. Dopo l'ultimazione dei lavori e stata riposta all'interno del sepolcro la
croce
che fu donata nel 1965
[8]
da
papa Paolo VI
. Segno della
risurrezione
, si tratta di una
croce greca
con quattro ametiste incastonate alle estremita. E collocata sopra la lastra marmorea del Lombardo.
Il giorno dopo il decesso il corpo del poeta fu sepolto nello stesso sarcofago in cui si trova tuttora, ma che era allora posto sulla parete di fondo della cella dei Polentani, nel
chiostro
di Braccioforte sopra nominato. Dopo pochi anni i fiorentini cominciarono a reclamare le reliquie del loro cittadino piu illustre. La prima richiesta giunse nel 1396; fu rinnovata nel 1428 e poi nel 1476, sempre senza successo
[9]
.
Alla fine del XV secolo il
podesta
veneto di Ravenna
Bernardo Bembo
sposto il sepolcro sul lato ovest del chiostro stesso. Quando sul soglio pontificio ascesero due papi fiorentini, entrambi della famiglia
Medici
,
Leone X
(1513-21) e
Clemente VII
(1523-34), i fiorentini credettero che sarebbero riusciti nel loro intento. Leone X concesse nel
1519
ai suoi concittadini il permesso di prelevare le ossa del poeta per portarle a Firenze. Il grande
Michelangelo
fu incaricato di progettare ed erigere il monumento funebre. Ma quando la delegazione toscana apri il sarcofago le ossa non c'erano piu. I
frati francescani
infatti, poco tempo prima, avevano praticato, dal retrostante chiostro, un buco nel muro e nel sarcofago ed avevano prelevato i resti del poeta
[10]
. A nulla valsero le suppliche volte alla restituzione. Lo stesso sarcofago fu poi trasferito all'interno del chiostro del convento e gelosamente sorvegliato: basti pensare che, quando nel
1692
fu effettuata la manutenzione della tomba, gli operai dovettero lavorare sorvegliati dalle guardie. Le ossa erano state racchiuse nel
1677
in una cassetta (oggi conservata nel Museo Dante) dal
priore
del convento Antonio Sarti, e furono ricollocate nell'urna originaria solo nel
1781
, quando il Morigia costrui l'attuale mausoleo, parte integrante dell'annesso convento. Durante il XVII secolo si consumo un'aspra diatriba, accesa dal Comune di Ravenna che contese ai Frati Minori la “giurisdizione sul sepolcro dantesco”. Agli inizi del Settecento i monaci videro riconosciuti i loro diritti
[3]
.
Quando nel
1810
il convento fu chiuso per ordine del governo napoleonico (legge 25 aprile 1810 sulla soppressione degli ordini religiosi)
[10]
, i frati decisero di non portare le ossa con se, ma di lasciarle in un luogo sicuro. Nascosero nuovamente la cassetta e la murarono nell'attiguo
oratorio
del chiostro di Braccioforte. Successivamente i frati lasciarono la citta e della cassetta non si seppe piu nulla. Cosi, dall'inizio dell'Ottocento, tutti coloro che vennero a Ravenna per rendere omaggio a Dante ignorarono che il sepolcro fosse in realta vuoto. Le ossa del sommo poeta furono ritrovate casualmente da un muratore il 27 maggio
1865
durante i lavori di restauro in vista delle celebrazioni del VI centenario della sua nascita. Se non finirono in un ossario comune si dovette all'intervento di un giovane studente, Anastasio Matteucci (poi divenuto uno stimato notaio) che lesse e interpreto la dicitura sulla cassetta che iniziava con le parole:
dantis ossa a me fra antonio sarti hic posita anno 1677 die 18 octobris
[10]
. Lo scheletro fu ricomposto con dei fili d'argento e sistemato su un cuscino di raso bianco in un'urna di cristallo. L'urna venne
esposta al pubblico
per tre giorni alla fine di giugno. Migliaia di persone accorsero a vederla; numerosissimi dalla Toscana. Successivamente le ossa ritornarono all'interno del tempietto del Morigia, in una cassa di noce protetta da un cofano di piombo. Nello stesso anno 1865 usci il saggio firmato da Primo Uccellini:
Relazione storica sulla avventurosa scoperta delle ossa di Dante Alighieri
.
Nel 1921, in occasione del VI centenario della morte del Sommo Poeta, fu effettuata una ricognizione dei resti da parte degli antropologi Giuseppe Sergi e Fabio Frassetto dell'Universita di Bologna
[11]
. Durante la
seconda guerra mondiale
la cassetta fu nuovamente nascosta per evitare che i
bombardamenti
la distruggessero. Fu prelevata dal tempietto il 23 marzo
1944
e ricollocata il 19 dicembre
1945
; durante questo periodo rimase sepolta a pochi metri di distanza dal mausoleo sotto un
tumulo
coperto da vegetazione, oggi contrassegnato da una
lapide
.
A
Firenze
, nella speranza che le reliquie fossero restituite, fu eretto nel
1829
, in stile anch'esso neoclassico, un grande
cenotafio
in
Santa Croce
, raffigurante il poeta seduto e pensoso, innalzato in gloria dall'
Italia
, mentre la
Poesia
piange, china sul sarcofago.
-
Cenotafio eretto in onore di Dante nella basilica di Santa Croce, a Firenze, nel 1829.
-
Luogo in cui fu ritrovata la cassetta contenente le ossa di Dante nel
1865
.
-
Muro ove si ritrovarono le ossa di Dante Alighieri ≪il di 27 maggio 1865 alle ore 10 antimeridiane circa≫.
-
Il tumulo con lapide, che accolse le spoglie di Dante durante la
seconda guerra mondiale
.
- ^
Museo Dante
, su
turismo.ra.it
.
URL consultato il 7 marzo 2023
.
- ^
Casa Dante
, su
turismo.ra.it
.
URL consultato il 7 marzo 2023
.
- ^
a
b
c
d
e
Monica Buldrini, "La Toma di Dante e i nuovi restauri", in
Incontro a Dante
, SBC Edizioni, Perugia, dicembre 2020.
- ^
Tomba di Dante e Quadrarco di Braccioforte
, su
turismo.ra.it
.
URL consultato il 14 giugno 2016
.
- ^
G. Bovini,
Ravenna, i suoi mosaici e monumenti
, Ravenna, A. Longo Editore, Via A. Diaz, Ravenna, 39, p. 22.
- ^
Il Secentenario della morte di Dante, 1321 - 1921
, Roma-Milano-Venezia, Bestetti & Tumminelli, [1928], pp. 46-49.
- ^
Benedetto Gugliotta, "Le Feste dantesche del 1908: la nascita di un rito", in
Inclusa est flamma. Ravenna 1921: il Secentenario della morte di Dante
, a cura di B. Gugliotta, prefazione di
Giordano Bruno Guerri
, pp. 16-29, cfr. p. 19.
- ^
In occasione del settimo centenario della nascita del poeta.
- ^
Floriana Amicucci, "1321-1865: l'avventurosa peregrinazione delle ossa di Dante", in
L'amor che move il sole e l'altre stelle
, periodico del Ravenna Festival, Fusignano, Grafiche Morandi, 2015, pp. 82-83;
Santi Muratori
,
Il sepolcro e le ossa di Dante
, in
Scritti Danteschi
, Ravenna, Longo, 1991, pp. 116-117.
- ^
a
b
c
Franco Gabici,
Quando i frati francescani nascosero le ossa
, ≪
il Resto del Carlino
≫, edizione Ravenna, 29 agosto 2020, pag. 17.
- ^
Santi Muratori
,
Ricognizione delle ossa di Dante fatta nei giorni 28-31 ottobre 1921. Memoria dei professori F. Frassetto, S. Muratori e G. Sergi e del socio Corrado Ricci
, Roma, Reale Accademia Nazionale dei Lincei, 1923, riedito in
Santi Muratori
,
Scritti Danteschi
, Ravenna, Longo, 1991, pp. 196-205.