Tarquinia
comune
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Localizzazione
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Stato
|
Italia
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Regione
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Lazio
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Provincia
|
Viterbo
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Amministrazione
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Sindaco
| Francesco Sposetti
(
Partito Democratico
Alleanza Verdi e Sinistra
Movimento Cinque Stelle
liste civiche
di
centro-sinistra
) dal 24-6-2024
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Territorio
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Coordinate
| 42°14′57″N 11°45′22″E
42°14′57″N
,
11°45′22″E
? (
Tarquinia
)
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Altitudine
| 133
m
s.l.m.
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Superficie
| 279,34
km²
|
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Abitanti
| 15 966
[1]
(31-1-2024)
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Densita
| 57,16 ab./
km²
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Frazioni
| Tarquinia Lido, Marina Velca, Saline, Sant'Agostino
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Comuni confinanti
| Allumiere
(
RM
),
Civitavecchia
(RM),
Montalto di Castro
,
Monte Romano
,
Tolfa
(RM),
Tuscania
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Altre informazioni
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Cod. postale
| 01016
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Prefisso
| 0766
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Fuso orario
| UTC+1
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Codice
ISTAT
| 056050
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Cod. catastale
| D024
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Targa
| VT
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Cl. sismica
| zona 3B
(sismicita bassa)
[2]
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Cl. climatica
| zona D, 1 658
GG
[3]
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Nome abitanti
| tarquiniesi
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Patrono
| Madonna
di Valverde
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Giorno festivo
| 8 maggio
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Cartografia
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Posizione del comune di Tarquinia nella provincia di Viterbo
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Sito istituzionale
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Modifica dati su Wikidata
·
Manuale
|
Tarquinia
(precedentemente
Corneto
fino al 1872, poi
Corneto Tarquinia
fino al 1922
[4]
) e un
comune italiano
di 15 966 abitanti
[1]
della
provincia di Viterbo
nel
Lazio
.
Tarquinia si trova a 133 m d'altitudine su un colle dominante da sinistra il basso corso del
fiume Marta
, presso la
Via Aurelia
, nella
Maremma laziale
non distante dalla
Toscana
.
Nel territorio comunale scorrono anche il
torrente Arrone
, che segna il confine con il territorio di
Montalto di Castro
, e il fiume
Mignone
.
Classificazione climatica
: zona D, 1658 GR/G
La citta di Tarquinia (
Tarquinii
in
latino
e
Tarch(u)na
in
etrusco
, derivante dal nome del mitico
Tarconte
[5]
) fu uno dei piu antichi e importanti insediamenti della
dodecapoli etrusca
[6]
. In rapporto con
Roma
fin da epoca molto antica, diede a questa citta la dinastia dei
re Etruschi
[7]
(
Tarquinio Prisco
,
[7]
Servio Tullio
e
Tarquinio il Superbo
) che svolse un ruolo di primaria importanza nella storia della citta latina (fine del
VII
e
VI secolo a.C.
).
Gli antichi miti legati a Tarquinia (quelli del suo fondatore eponimo Tarconte - figlio o fratello di
Tirreno
- e dell'oracolo infantile
Tagete
, che diede agli Etruschi la disciplina etrusca), indicano l'antichita e l'importanza culturale della citta. In base ai ritrovamenti archeologici, Tarquinia ha eclissato i suoi vicini ben prima dell'avvento dei documenti scritti. Si dice che fosse gia una citta fiorente quando
Demarato di Corinto
porto degli operai greci.
[8]
L'emergere di Tarquinia come potenza commerciale gia nell'
VIII secolo a.C.
fu influenzato dal controllo delle risorse minerarie situate sulle
monti della Tolfa
, a sud della citta e a meta strada dal porto caeretano di
Pyrgi
.
[8]
Nel
509 a.C.
, dopo il rovesciamento della monarchia romana, la famiglia di Tarquinio Superbo ando in esilio a
Caere
. Egli cerco di riconquistare il trono dapprima con la congiura tarquiniana e, quando questa falli, con la forza delle armi. Convinse le citta di Tarquinia e Veii a sostenerlo e guido i loro eserciti contro Roma nella
battaglia di Selva Arsia
. Nonostante la vittoria dell'esercito romano,
Livio
riporta che le forze di Tarquinia combatterono bene sull'ala destra, respingendo inizialmente l'ala sinistra romana. Dopo la battaglia le forze di Tarquinia tornarono in patria.
Alla fine del
V secolo
e nella prima meta del
IV secolo a.C.
si verifico una breve rinascita, sia in ambito politico che artistico, probabilmente sotto l'ascendente della famiglia
Spurinna
, i cui membri contribuirono alla rinnovata espansione di Tarquinia e al ripopolamento e alla crescita delle citta dell'entroterra. La tomba degli Spurinna, nota come
Tomba dell'Orco
, e decorata con affreschi di un banchetto che riunisce i membri della famiglia, identificati da iscrizioni. La famiglia Spurinna fu importante a Tarquinia fino al
I secolo
. Due lastre frammentate, note come
Elogia Tarquiniensis
, rendono omaggio a Velthur Spurinnas e Aulus Spurinnas, e offrono un raro scorcio di storia etrusca, tra cui la menzione di un re Orgolnium di Caere, che ricorda il nome della famiglia Urgulanilla, che annoverava tra i suoi membri la moglie dell'imperatore
Claudio
,
Plauzia Urgalanilla
.
In questo periodo Tarquinia supero Caere e altre citta etrusche in termini di potere e influenza. In questo periodo furono costruite colossali mura intorno alla citta in risposta alle minacce dei
Celti
e di Roma. Tarquinia, non colpita dalle invasioni celtiche, colonizzo definitivamente tutti i suoi territori precedentemente detenuti nel
385 a.C.
circa. Questo nuovo stato fiorente permise una rapida ripresa di tutte le attivita. Grandi monumenti funerari decorati da pitture, con sarcofagi e sculture funerarie in pietra, riflettono l'eminente posizione sociale delle nuove classi aristocratiche, ma diverse iscrizioni su muri e sarcofagi mostrano il graduale processo di una transizione sempre piu democratica.
Tarquinia entro piu volte in guerra con Roma e da questa fu infine sottomessa dopo la
battaglia di Sentino
, nel 295 a.C. Da allora Tarquinia fece parte dei territori romani nella
regio VII Etruria
. Sul suo litorale si sviluppo la colonia marittima di
Gravisca
, che fino alla fondazione di Centumcellae (oggi
Civitavecchia
) da parte dell'imperatore
Traiano
nel II secolo dopo Cristo, rappresento il principale porto dell'Etruria meridionale, abbandonato in seguito alle scorrerie dei corsari saraceni in epoca altomedievale.
Nel
V secolo
passo sotto il
regno ostrogoto
di
Teodorico
. Nella prima meta del
VI secolo
si trovo coinvolta nella
guerra gotica
e nella seconda meta del secolo entro a far parte del
longobardo
ducato di Tuscia
. Nella seconda meta dell'
VIII secolo
fu prima acquisita ai domini
carolingi
e poi donata al
pontefice
come parte del neo-costituito
Stato della Chiesa
.
Probabilmente gia a partire dal VI secolo si ebbe l'iniziale graduale spopolamento dell'abitato etrusco-romano, che ando accentuandosi in eta
medievale
, per poi completarsi nel tardo medioevo, quando la citta antica si era ridotta a poco piu di un
castello
fortificato. Le cause vanno rintracciate nelle devastazioni compiute dagli invasori germanici prima e nelle incursioni dei
musulmani
poi, che oltre a decimare la popolazione causarono una progressiva involuzione economica del territorio.
A partire dall'VIII secolo, su un colle
[9]
contiguo alla citta antica, ma in vista del mare, e attestata la presenza di una rocca detta
Corgnetum
o
Cornietum
. Tra la fine del X e gli inizi dell'XI secolo, nei documenti troviamo nominato un Corgitus (dal 1004) o Torre di Corgnitu (dal 939). Da questo piccolo primo nucleo si sviluppera, nei secoli XI e XII, il centro medievale di Corneto.
Nel 1144 Corneto divenne
libero comune
italiano stipulando patti commerciali con
Genova
(nel 1177) e con
Pisa
(nel 1177). Nel
XIII secolo
resistette validamente all'assedio dell'imperatore
Federico II
. In questo periodo il territorio cornetano fu uno dei maggiori produttori ed esportatori di frumento in Italia. Inoltre, in seguito alla distruzione di Centumcellae da parte dei
corsari barbareschi
, a partire dal IX secolo riprese vita e importanza l'antico porto, abbandonato secoli prima, che diviene uno scalo di collegamento fra l'entroterra umbrolaziale e il Mediterraneo.
In questo contesto si inquadra lo scontro nel XIII e XIV secolo fra Corneto e citta maggiori, come
Viterbo
e
Roma
, che intendevano imporre il loro dominio approfittando della debolezza del potere pontificio, specie durante la
cattivita avignonese
. Corneto si oppose anche alle mire della Chiesa, ma la citta fu infine ridotta all'obbedienza dal cardinale
Egidio Albornoz
(
1355
) e da quel momento, anche se con brevi interruzioni, rimase stabilmente allo
Stato Pontificio
condividendone le vicende.
Nel
1435
papa Eugenio IV
elevo Corneto al rango di
civitas
e di sede vescovile, come premio ai meriti del cardinal
Vitelleschi
, nativo di Corneto, nel ristabilire il dominio papale sullo Stato della Chiesa.
Nel
1854
la diocesi di Corneto fu unita
aeque principaliter
alla diocesi di Civitavecchia. Nel
1986
le diocesi furono pienamente unite nella
diocesi di Civitavecchia-Tarquinia
.
Da documenti rinvenuti nell'Archivio Storico del Comune di Tarquinia si hanno notizie della presenza di Albanesi a partire dal 1458, quando
papa Pio II
, il 17 settembre, scrive al “
diletto figlio nobil uomo
conte di Pitigliano
” Aldobrandino II che un “
certo uomo albanese nella recente estate trascorsa ha incendiato nel territorio cornetano una gran quantita di frumento e poi di aver trovato rifugio, con la fuga, nel tuo castello dove tuttora si trova.
”
[10]
Nel 1484 andarono ad abitare a Corneto molte famiglie albanesi,
[11]
per lo piu soldati (
stradioti
) a cui si aggiunsero via via altre famiglie albanesi per sottrarsi alla oppressione
ottomana
.
[12]
Il 5 ottobre 1592
[13]
, Flaminio Delfino, colonnello dell'esercito pontificio, arrivo a Corneto per ristabilire la societa dei militi lancieri del capitano Elia Caputio albanese. Sempre nella stessa data del 5 ottobre del 1592, venne inviato un ordine scritto al colonnello Delfino, relativo alla dislocazione delle truppe pontificie nello
Stato della Chiesa
. Tra queste dislocazioni compare la Compagnia di Albanesi del Capitano Michele Papada (Papada) alla quale venne ordinato di andare a prestare servizio nel territorio di
Ancona
, nelle marine e, quando necessitava, anche in quello di
Jesi
, per sette
scudi
al mese.
[14]
In una lettera datata 19 novembre della 1592 inviata dalla comunita di Corneto a Teophilo Scauri, Procuratore di Roma, si evince la venuta di una compagnia di soldati albanesi a cavallo del Capitano Elia Caputio i quali, dal momento che erano arrivati, avevano cominciato a mancare di rispetto, cosicche la comunita chiese un provvedimento per farli allontanare, altrimenti potevano nascere notevoli disordini. Inoltre gli Albanesi volevano che la comunita li provvedesse di 40
rubbi
d’orzo, il che non era possibile perche a Corneto non si trovava orzo. Non si accontentavano del fieno che gli dava la comunita, tanto che ne rubavano nei magazzini, non tralasciando quant'altro vi trovavano.
[15]
Gli Albanesi di Corneto vennero incorporati nel tessuto sociale. Dal catasto urbano del 1798 risulta un agglomerato di abitazioni nel terziere di San Martino come "contrada di Zinghereria", noto in precedenza come il Terziere del Poggio, che viene tuttora riconosciuto con l’appellativo di "Zinghereria".
[12]
[16]
In seguito alla costruzione del nuovo porto di Civitavecchia, erede dell'antica
Centumcellae
, con fortificazioni progettate da architetti del calibro di
Michelangelo Buonarroti
e
Antonio da Sangallo
, nel XV secolo Corneto perse nuovamente e definitivamente la sua funzione di porto dell'alto Lazio, il che determino una progressiva decadenza economica e demografica del territorio, interessato sempre piu dalla
malaria
a causa delle paludi costiere.
Nel periodo precedente la
seconda guerra mondiale
divenne sede della scuola di
paracadutismo
. Fu inoltre interessata da un massiccio programma di bonifiche da parte del regime fascista, seguito dalla riforma agraria del 1950: i due provvedimenti contribuirono al rilancio del settore agricolo e a un effimero sviluppo industriale collegato, attirando un'ingente immigrazione interna, soprattutto dalle Marche.
A partire dagli anni 60 del XX secolo poi, con la costruzione lungo la costa di Lido di Tarquinia e di Marina Velca, si e sviluppato anche un discreto turismo balneare.
Lo stemma e il gonfalone sono stati riconosciuti con decreto del capo del governo del 4 febbraio 1933.
[17]
≪Di rosso, alla croce piana d'argento, caricata
in palo
e
in fascia
di un corniolo al naturale, sradicato, fogliato e fruttifero di rosso.≫
Il gonfalone e un drappo di rosso.
≪Decreto del Presidente della Repubblica≫
? 29 luglio 1995
L'antico centro
etrusco
e
romano
sorgeva sull'altura detta "La Civita", alle spalle del "colle dei Monterozzi" dove sorge l'abitato odierno e dove si trova la
necropoli
antica (
necropoli dei Monterozzi
).
Dal 31 marzo 2011 Tarquinia e la prima citta
patrimonio dell'umanita
dell'
UNESCO
ad avere una segnaletica
Qr Code
, che consente di ottenere informazioni sulle attrazioni e i servizi indicati direttamente sul proprio dispositivo mobile.
[
senza fonte
]
- Duomo di Tarquinia
;
- Chiesa di Santa Maria in Castello
(
1121
-
1207
), in cui si notano influssi lombardi e
cosmateschi
;
- Santissima Annunziata, dove si notano influssi arabi e
bizantini
;
- Chiesa di San Giuseppe (Statua del Cristo Risorto);
- Chiesa di San Leonardo
;
- Chiesa del Suffragio, esempio di edificio
barocco
;
- Chiesa di San Pancrazio (sconsacrata), dove forme
gotiche
si innestano su quelle
romaniche
;
- Chiesa di San Francesco
;
- Chiesa di San Giovanni;
- Chiesa di San Martino, probabilmente la piu antica della citta;
- Chiesa di San Giacomo;
- Chiesa del Salvatore (adiacente alla precedente).
- Chiesa di Santa Maria di Valverde, si ignora l'epoca esatta della costruzione anche se si e propensi far risalire l'edificio al XII secolo anche grazie a un ignoto cronista dei Serviti che riporta che una campana della chiesa portava la seguente iscrizione: "Anno Domini 1211. Mi fece Lotteringio, figlio di Bartolomeo Pisano, al tempo dei fratelli Leonardo, Angelo e Simeone".
Le prime notizie storiche sulla chiesa di Santa Maria di Valverde risalgono al 1268, allorche nel convento, annesso alla chiesa, si stabilirono alcuni religiosi dell'Ordine dei Fratelli di Maria in Valle Viridis. Essi avevano il loro convento principale nelle Fiandre, nei pressi di Bruxelles, in una valle chiamata appunto Valverde. Il complesso fu elevato a Santuario Diocesano l'8 dicembre 1984 dall'allora Vescovo Girolamo Grillo, custodisce l'icona della Santa Patrona di Tarquinia, Santa Maria di Valverde (anno 1189 proveniente dalla terra Santa, terza Crociata). Oggi la custodia della chiesa e affidata agli ordinati dell'associazione "Devoti SS Madonna di Valverde". L'8 maggio di ogni anno l'icona viene portata a spalla dai facchini appartenenti all'associazione, per le vie della citta etrusca in solenne processione.
- Mura medievali; la citta attuale conserva, soprattutto nei quartieri settentrionali, uno spiccato carattere
medievale
, accentuato dalle numerose torri dalle mura e da parecchie chiese.
- Compongono il piu caratteristico scenario medievale della citta i resti del palazzo dei Priori e di alcune torri.
- Il
palazzo Vitelleschi
, iniziato nel
1436
e completato in eleganti forme rinascimentali verso il
1480
-
1490
, e sede del
Museo nazionale tarquiniese
.
- Monumento ai caduti
[18]
Le testimonianze piu antiche di abitato sul colle de "La Civita" risalgono a un grande centro proto-urbano del
periodo villanoviano
(
IX
-
VIII secolo a.C.
) che grazie alle ricerche topografiche si e potuto calcolare attorno ai 150
ettari
di estensione; non sono numerosi i resti dell'abitato, di cui sono visibili in particolare gli imponenti avanzi di un
tempio
, oggi detto
Ara della Regina
(44 × 25 m), datato intorno al
IV
-
III secolo a.C.
; l'edificio, con unica cella e colonnato, era costruito in
tufo
con sovrastrutture in legno e decorazioni fittili. E identificabile il tracciato della cinta urbana, adattato all'altura per un percorso di 8 km circa (
IV
-
V secolo a.C.
).
Un elemento di eccezionale interesse archeologico e costituito dalle vaste
necropoli
, in particolare la
necropoli dei Monterozzi
, che racchiudono un gran numero di
tombe
a
tumulo
con camere scavate nella roccia, nelle quali e conservata una straordinaria serie di
dipinti
, che rappresentano il piu cospicuo nucleo pittorico a noi giunto di arte etrusca e al tempo stesso il piu ampio documento di tutta la pittura antica prima dell'eta imperiale romana. Le camere funerarie, modellate sugli interni delle abitazioni, presentano le pareti decorate a fresco su un leggero strato di intonaco, con scene di carattere
magico
-
religioso
raffiguranti banchetti funebri, danzatori, suonatori di
aulos
,
giocoleria
, paesaggi, in cui e impresso un movimento animato e armonioso, ritratto con colori intensi e vivaci. Dopo il
V secolo a.C.
figure di demoni e divinita si affiancano agli episodi di commiato, nell'accentuarsi del mostruoso e del patetico.
Abitanti censiti
[19]
Al 31 dicembre 2022 la popolazione straniera e pari a 915 persone, pari al 5,75% dei residenti.
[20]
Il dialetto tarquiniese, o "cornetano"
[21]
, si e sviluppato in un territorio situato a nord di Roma, ed aperto pertanto ad influssi tanto di tipo romanesco quanto toscano: pur potendo essere fatto rientrare nei
dialetti della Tuscia viterbese
, se ne discosta per altre caratteristiche, per cui la sua classificazione risulta problematica, e pertanto sarebbe preferibile considerarlo un dialetto "di transizione". In ogni caso, esso presenta le maggiori affinita con la parlata di
Montalto di Castro
e di altre localita limitrofe della
Maremma
meridionale. A cio va aggiunto che, immediatamente dopo la
battaglia di Castelfidardo
del
1860
, nelle campagne tarquiniesi si verifico un massiccio afflusso di famiglie marchigiane, provenienti prevalentemente dalla
provincia di Macerata
, che si insediarono in Maremma per bonificarne le pianure: esse, data la scarsita di contatti con la popolazione tarquiniese del centro urbano, mantennero fino a circa mezzo
secolo fa le loro tradizioni e la loro parlata di tipo mediano, caratterizzata dall'articolo determinativo maschile
lu
e i suffissi in -u dagli originari vocaboli latini in -us/-um, nonche dal passaggio sistematico di "b" iniziale in "v" (
vocca
per "bocca").
Le principali caratteristiche del dialetto cornetano sono le seguenti:
? il passaggio di "-i" finale, maschile e femminile, in "-e", caratteristica tipica di molte
aree che vanno dall'entrorerra marchigiano centrale (
Arcevia
in
provincia di Ancona
), all'
Umbria
(
Assisi
, antico
dialetto perugino
,
Todi
ed
Orvieto
), fino a giungere alle localita viterbesi e grossetane meridionali, e i cui ultimi effetti si avvertivano nell'antico dialetto di
Civitavecchia
. Pertanto si avranno ad es.
le baffe
per "i baffi",
le parte
per "le parti",
l'omine morte
per "gli uomini morti", ecc.;
? l'oscillazione dell'articolo determinativo maschile singolare, che puo essere reso, a seconda dei casi, in
er
, come in romanesco,
el
o
l
, come nel viterbese settentrionale e nel toscano meridionale: tale spiccata variabilita costituisce una dimostrazione lampante del carattere di transizione del tarquiniese; e da notare che i termini inizianti con la lettera "z" vengono preceduti da
el
o l, anziche da "lo" come in italiano o da "o" come a Roma, per cui si avra ad es.
l zucchero
,
l zaino
, ecc., e da cio deriva che anche gli indeterminativi che precedono "z" o "s" impura vengono resi come un o
n,
ad es.
un zoccolo o n zoccolo
;
? vi sono poi numerose peculiarita nella resa di vocaboli, e che ovviamente vanno perdendosi nella parlata attuale: ad es. "la grotta-le
grotte" diviene
la grotte-le grotti
, "la mano-le mani" diventa
la mano-le mano
, ecc.;
? comunemente ad altre parlate dell'Italia centrale umbra e toscana, gli aggettivi possessivi "mio, tuo, suo" divengono
mi', tu', su
,
in ogni vocabolo, e non solo per i nomi di parentela come nel romanesco: ad es.
l tu' cane
,
le su' cane
, per "il tuo cane", "i suoi cani"; gli stessi articoli, resi al plurale, quando seguono il nome, divengono
mie, tue, sue
, ad es.
pensa a l'affare tue che io penso a le mie
;
? i pronomi personali "lui" e "lei" diventano rispettivamente
lu
e
le
, come in molte altre parti dell'Italia centrale, specie l'Umbria; a loro volta, "noi" e "voi" diventano
no
e
vo
;
? si verifica l'apocope, ossia la caduta della sillaba finale, in vocaboli come "padre, madre, zio", che dicentano
pa', ma', zi'
, ad es.
l mi' pa
,
la su' ma
,
l zi' 'Ntogno
("lo zio Antonio"): tale fenomeno e riscontrabile soprattutto in Toscana;
? come nel romanesco, si verifica il passaggio di LD in LL nella sola parola
callo-a
per "caldo-a", a differenza di quanto accade nei
dialetti italiani mediani
e in
quelli meridionali
, ove il fenomeno si verifica in maniera sistematica;
? le preposizioni articolate vengono rese in modo distaccato dagli articoli, ad es.
de le case
per "delle case",
a la scola
per "alla scuola": tale fenomeno e molto comune anche nei dialetti umbri, marchigiani ed abruzzesi;
? come a Roma e nel resto del Lazio (e non solo), si verifica il raddoppiamento sistematico di "b", "z" e g" (ad es.
tabbella
,
azzione
,
paggella
, ecc.);
? e possibile riscontrare alcune sporadiche divergenze nell'apertura e chiusura delle vocali rispetto all'italiano di Roma: ad es.
nome
, di contro al romano (ed italiano standard)
nome
, oppure viceversa
dopo
, come in toscano ed italiano standard, di contro al romano
dopo
, ed ancora i suffissi in "-esimo/a" sono resi aperti come in toscano, umbro e marchigiano (nonche in italiano standard), a differenza del romano, che li pronuncia chiusi, ad es.
quindicesimo
e non
quindicesimo
;
? nel vernacolo e possibile riscontrare, come nel resto del Lazio settentrionale, la forma toscana "via" usata in fine di frase, ad es.
"famo questo, via!"
, mentre a Roma si usa comunemente "va'"; ancora, sono in uso come in Toscana in diminutivi col suffisso in "-ino/a": ad es.
cosina
, in luogo del romano (ed anche italiano)
cosetta
;
? relativamente infine ai verbi, sono da registrare forme particolari, rinvenibili qua e la anche nel romanesco ed in altri vernacoli, come la prima persona del condizionale presente coincide con la terza (ad es.
io avrebbe, lu avrebbe
); sempre nel condizionale presente la prima e la seconda persona plurale assumono una forma promiscua fra il condizionale stesso e l'imperfetto congiuntivo, ad es.
no' avessimo
per "noi avremmo", oppure
avressivo
per "voi avreste", dove si puo notare che il
vo'
e unito al verbo, un po' come accade in francese; ancora, le deformazioni coinvolgono pure i passati remoti, dove, in luogo della prima plurale di questa forma verbale, viene usata la prima plurale dell'imperfetto congiuntivo, ad es. "noi avemmo" diventa
no' avessimo
: si tratta di un uso presente pure nel toscano dei secoli XVI e XVII; si usano poi forme come
cantono
e
cantavono
; al participio passato, "creduto"
diviene
creso
, "sceso" diventa
scento
, e da "spandere" abbiamo
spaso
, quest'ultima forma in uso pure in Umbria, Marche, Abruzzo e Campania; infine, l'imperativo del verbo "essere", "sii", diventa
esse
o, come a Roma,
essi
, ad es.
esse/-i bono
per "sii buono".
Al
Rinascimento
appartengono anche gli eleganti affreschi di
Antonio del Massaro
da
Viterbo
(detto "il Pastura") nel coro del duomo e quelli di autore ignoto nel palazzo Vitelleschi.
- Dopo la morte del poeta e scrittore tarquinese
Vincenzo Cardarelli
, in suo ricordo, la citta di Tarquinia ha intitolato, alla fine degli anni ’50, il premio di pittura “Vincenzo Cardarelli”
[22]
[23]
.
Per il settore
agricolo
si producono nel territorio
cereali
e
ortaggi
e viene praticato l'
allevamento
. Sviluppato e anche il settore
turistico
, grazie i cospicui resti della citta etrusca. Sulla costa si trova inoltre la stazione balneare del Lido di Tarquinia.
Tra le attivita economiche piu tradizionali e rinomate vi sono quelle
artigianali
, come l'arte della
ceramica
, della
terracotta
e del
ferro
.
[24]
Proseguendo lungo la costa ci si ritrova nel paesaggio dell'alto Lazio caratterizzato da grandi pianure e zone con coltivazione di arachidi e pompelmi.
[
senza fonte
]
Di seguito la tabella storica elaborata dall'Istat a tema
Unita locali
, intesa come numero di imprese attive, ed addetti, intesi come numero addetti delle unita locali delle imprese attive (valori medi annui).
[25]
|
2015
|
|
|
|
|
|
2014
|
|
2013
|
|
|
Numero imprese attive
|
% Provinciale Imprese attive
|
% Regionale Imprese attive
|
Numero addetti
|
% Provinciale Addetti
|
% Regionale Addetti
|
Numero imprese attive
|
Numero addetti
|
Numero imprese attive
|
Numero addetti
|
Tarquinia
|
1.165
|
4,98%
|
0,26%
|
3.330
|
5,61%
|
0,22%
|
1.196
|
3.442
|
1.243
|
3.507
|
Viterbo
|
23.371
|
|
5,13%
|
59.399
|
|
3,86%
|
23.658
|
59.741
|
24.131
|
61.493
|
Lazio
|
455.591
|
|
|
1.539.359
|
|
|
457.686
|
1.510.459
|
464.094
|
1.525.471
|
Nel 2015 le 1.165 imprese operanti nel territorio comunale, che rappresentavano il 4,98% del totale provinciale (23.371 imprese attive), hanno occupato 3.330 addetti, il 5,61% del dato provinciale (59.399 addetti); in media, ogni impresa nel 2015 ha occupato poco meno di tre persone (2,86).
E servita dallo svincolo omonimo dell'autostrada
A12 Roma-Tarquinia
, che termina pochi chilometri dopo reinnestandosi sulla
SS1 Aurelia
in direzione
Montalto di Castro
. Importante anche il vicino svincolo di "Monte Romano" che collega Tarquinia alla
Aurelia bis
e alla (in parte in costruzione)
Strada statale 675 Umbro-Laziale
.
Inoltre e collegata tramite la
Strada Provinciale
3
Tarquiniese
a
Tuscania
.
La citta e servita dalla
stazione di Tarquinia
, posta sulla
linea Tirrenica
.
Tarquinia ebbe un importante aeroporto militare, costituito nel 1936 e che tra il 1940 e il 1943 fu la sede della "Prima scuola di paracadutisti d’Italia".
[26]
Nell'estate del 1943 divenne base del
5º Stormo Tuffatori
(101º e
102º Gruppo
) comandato dal giovane asso
Giuseppe Cenni
(
Medaglia d'oro al valor militare
).
[27]
Oggi l'aeroporto e in un avanzato stato di abbandono: una targa all'ingresso ricorda quello che fu.
[26]
I trasporti pubblici urbani sono gestiti dalla societa Eusepi Trasporti, i trasporti interurbani vengono svolti con autobus gestiti dalla
COTRAL
.
Nel
1922
Corneto Tarquinia, allora nella provincia di Roma, cambio denominazione in Tarquinia.
Nel
1928
, a seguito del
riordino delle circoscrizioni provinciali
stabilito dal regio decreto n. 1 del 2 gennaio
1927
, per volonta del governo fascista, un anno dopo che era stata istituita la
provincia di Viterbo
, Tarquinia passo dalla
provincia di Roma
a quella di Viterbo.
Classificazione sismica
: zona 3 (sismicita bassa), Ordinanza PCM 3274 del 20/03/2003
- Atletica 90 Tarquinia
[28]
- Basket Pegaso
che nel 2019-2020 milita nel campionato maschile di
Promozione
.
[29]
- Asd Pallavolo Tarquinia
che nel 2022-2023 milita nel campionato maschile di
Serie D
.
[30]
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Nell'
Eneide
,
Virgilio
(III, 170; CI, 209; IX, 10; X, 719) cita la citta di
Corythus
, patria del mitico
Dardano
, che e stata da alcuni identificata con la Tarquinia etrusca (N. Horsfall, "Corythus: the return of Aeneas in Virgil and his sources", in
Journal of Roman Studies
, 63, 1973, p. 68 ss.; recensione critica di E.L. Harrison e risposta di Horsfall, in
The Classical Quaterly
, 26, 1976, 293-295 e 296-297; N. Horsfall, "
Corythus re-examined
", in J.N. Bremmer e N. Horsfall
Roman Mith and Mythografy
, Groningen 1987), anziche con
Cortona
, come tradizionalmente ritenuto (
G. Dennis,
The Cities and Cemeteries of Etruria
, London 1848
). In generale sulla citta etrusca: R. Leighton (2004), Tarquinia, an Etruscan City, London (Duckworth). Esistono anche ipotesi di identificazione della mitica
Corythus
virgiliana con
Tuscania
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Sul medesimo colle, tra l'altro, abbiamo tracce archeologiche di un insediamento
villanoviano
, di una necropoli utilizzata anche in epoca etrusca, e di fortificazioni etrusco-romane.
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Chi avesse conoscenza dei costumi tradizionali del popolo albanese, sa che le donne, in special modo, usano portar pantaloni di stoffa assai leggera, stretti alle caviglie, con corpetto e cappello tipici delle zingare, adornati di piccole medaglie metalliche e riccamente decorati di sgargianti ricami. E poiche e consuetudine della gente immigrata conservare le proprie usanze e i propri costumi, va da se che costoro venissero definite zingare e, di conseguenza, “zinghereria” il rione da loro abitato. Tutto questo e quanto si puo desumere dalla documentazione esistente e dalle tradizioni orali.
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