Il principe
Umayado
(
??皇子
?
,
Umayado no ?ji
)
, noto anche come
Sh?toku Taishi
(
聖?太子
?
,
Taishi Sh?toku
)
(
574
? 621-622) e stato
principe
ereditario del
Giappone
nonche reggente
(
?政
?
,
Sessh?
)
della zia, l'
imperatrice Suiko
, dal
593
fino alla morte.
Altri suoi nomi furono
principe Toyotomimi
e
principe Kamitsumiya
. Fu uno dei leggendari saggi del Giappone e si rese promotore di quelle riforme che cambiarono il volto del paese nel periodo di transizione tra l'era antica e quella classica.
Viene tuttora venerato per il ruolo che ebbe nella diffusione del
Buddhismo
nel paese, ed e considerato protettore della famiglia imperiale, del Giappone e del Buddhismo stesso. Tra i vari religiosi che affermarono di essersi ispirati al principe Sh?toku, ci fu il monaco
Saich?
.
[1]
Era il primo figlio dell'
imperatore Yomei
e dell'imperatrice consorte Anahobe no Hashihito. I suoi genitori erano entrambi figli dell'imperatore
Kinmei
, di madre diversa. Quando Yomei mori nel
587
, Umayado aveva tredici anni.
Da alcuni decenni si era scatenata una lotta per il potere tra i diversi clan della corte di
Yamato
, che aveva unificato sotto le sue insegne il paese. La disputa aveva anche connotati religiosi, con il tentativo da parte di alcune famiglie di introdurre a corte il
Buddhismo
, avversato dai clan legati alla tradizione
shintoista
.
Le famiglie che si distinsero in tale scontro furono:
- Il
clan Soga
, che era il maggior sostenitore del Buddhismo, il cui capo
Soga no Umako
era zio di Umayado e si fregiava del titolo di "grande ministro"
(
臣
?
,
?omi
)
- Il
clan Mononobe
, che controllava l'esercito ed era fedele alla tradizione Shinto, era il piu agguerrito rivale dei Soga.
[2]
- Il
clan Nakatomi
, maestri delle cerimonie Shinto di corte ed alleati dei Mononobe.
Nel corso dei regni degli imperatori
Kinmei
,
Bidatsu
e
Yomei
, la lotta tra i tre clan si accentuo e, alla morte di Yomei, si arrivo allo scontro armato nella
battaglia di Shigisan
, nella quale le armate condotte da Soga no Umako sbaragliarono le forze nemiche, provocando la morte dei capi dei clan Mononobe e Nakatomi. Fu l'inizio del periodo che vide i Soga dominare la scena politica del Giappone, che si sarebbe protratto fino al 645. Umayado, malgrado la giovane eta, divenne subito il maggior collaboratore di Umako, che gli affido incarichi di grande importanza.
Umako e Umayado fecero arrivare progettisti e carpentieri specializzati in edilizia sacra e fecero costruire maestosi complessi templari buddhisti, tra i quali il celebre
Asukadera
nella capitale
Asuka ky?
, nell'odierna
Prefettura di Nara
; nelle fondamenta di un pilastro del tempio principale vennero sepolte, il 15 gennaio 593, alcune sacre Reliquie del
Buddha
.
[3]
Il nuovo imperatore
Sushun
fu posto sul trono da Umako, che ne dispose a piacimento fino al punto di farlo uccidere quando questi si ribello dopo 5 anni di regno.
Alla morte di Sushun, gli succedette la sorellastra Nukatabe, che era nipote di Umako e zia di Umayado. Divenne imperatrice con il nome Toyomike Kashikiya Hime no Mikoto,
[3]
[4]
mentre il nome
Suiko
le sarebbe stato dato postumo. Diede in moglie a Umayado la propria figlia principessa Udonokaidako e lo nomino principe ereditario.
Soga no Umako le affianco l'anno dopo come reggente lo stesso Umayado. Ebbe inizio un periodo di pace e prosperita per il Giappone e per la sua corte, logorata da decenni di lotte intestine fra i suoi clan.
[5]
L'unita di intenti tra Soga no Umako, Suiko ed Umayado porto ad una serie di eventi epocali che avrebbero trasformato il Giappone in un paese moderno, allineandolo ai grandi stati del continente sotto ogni profilo.
[3]
In qualita di reggente, Umayado invio una delegazione in
Cina
. Una volta tornati, gli ambasciatori portarono con se nuovo materiale per la diffusione del
Buddhismo
ed i frutti dei loro studi in campo letterario, fu di questi tempi l'adozione a corte dei
caratteri cinesi
per la scrittura. Furono inoltre importati dal continente principi di organizzazione politica, di architettura, di
urbanistica
, eccetera.
Fu costruito il grande complesso templare buddhista
Shitenn?-ji
(
四天王寺
?
)
, tuttora uno dei piu famosi del paese, nei pressi del porto imperiale di Naniwa, l'odierna
Osaka
, per dimostrare ai visitatori d'oltremare lo splendore della corte e del paese intero. Attorno ai templi ebbero sede le nuove quattro istituzioni
(
四箇院
?
,
Shika-in
)
, che avevano lo scopo di innalzare il livello di civilizzazione del paese: il Ky?den-in (istituto per la religione e l'istruzione), l'Hiden-in (istituto di assistenza sociale), il Ry?by?-in (ospedale), ed il Seiyaku-in (farmacia). In seguito, sarebbero stati costruiti altri templi importanti, tra cui l'
H?ry?-ji
, eretto nei territori della famiglia di Umayado a
Ikaruga
,
[3]
che in alcune parti originarie rappresenta il piu antico edificio ligneo al mondo.
Uomo di grande cultura, Umayado riorganizzo la societa secondo criteri ispirati al
confucianesimo
, assegnando i piu alti ranghi della gerarchia in base ai meriti, e non piu in base alle discendenze familiari.
[6]
Nel 604 stilo la
costituzione di 17 articoli
, che fissava i codici di comportamento di governanti e sudditi nell'ambito di una societa buddhista,
[7]
e che sarebbe rimasta in vigore fino al 1890.
[3]
Vennero inoltre rafforzati i legami con i feudi lontani, concedendo terre ed un margine di autonomia ai signori di tali feudi.
Allo scopo di formare la nuova classe dirigente, invio diplomatici e studenti alla corte dei
regnanti Sui
cinesi, che approvarono il suo operato e riconobbero la sovranita dello Stato giapponese.
Il principe Sh?toku fu, assieme all'imperatore
Tenji
, la personalita di maggiore spicco nel campo delle lettere nel
periodo Asuka
(538-710).
Buona parte delle notizie che lo riguardano sono riportate negli
Annali del Giappone
(
日本紀
?
,
Nihongi
o
Nihonshoki
)
, redatti intorno al 720, all'inizio del
periodo Nara
(710-784). Nel primo dei 30 libri in cui e strutturata l'opera, vengono attribuite a Sh?toku le stesure del
J?shinchij? no Kemp?
e del
Sangy?gisho
. Quest'ultimo racchiude i commenti a tre testi sacri del
Buddhismo Mah?y?na
: lo
Hokkeky?gisho
(commento del
Sutra del Loto
); lo
Sh?mangy?gisho
(commento del Sutra del ruggito del leone rivolto alla regina Srimala-devi); lo
Yuimaky?gisho
(commento al
Vimalak?rti Nirde?a S?tra
).
Celebre fu una sua missiva di risposta ad un messaggio ricevuto nel 605 dal nuovo imperatore cinese
Sui Yangdi
.
[8]
In tale lettera, spedita nel 607, il principe Sh?toku mise sullo stesso piano il relativamente nuovo Stato giapponese con il millenario Impero cinese. In tale occasione fu inoltre ufficialmente scritto per la prima volta il nome Giappone, che significa l'origine del sole
(
日本
?
,
Nihon
)
. Il testo del messaggio di Sh?toku comprendeva la seguente frase:
- "Dal sovrano della terra dove ha origine il sole (
nihon/hi izuru
) al sovrano della terra dove termina il sole."
[9]
Il principe Umayado mori nel 622, sei anni prima della zia, l'imperatrice Suiko. Alcune fonti riportano che il luogo in cui fu sepolto si trova a Shinaga, nell'antica
Provincia di Kawachi
, l'odierna parte sud-orientale della
Prefettura di Osaka
.
[10]
- ^
Como, Michael I.,
Sh?toku : ethnicity, ritual, and violence in the Japanese Buddhist tradition
, Oxford University Press, New York., 2006.
ISBN 0-19-518861-6
- ^
(
EN
) Papinot, Edmond: "Moriya"
Historical and geographical dictionary of Japan
. Vol.1 pag.402. Libreria Sansaisha. Tokyo, 1910
- ^
a
b
c
d
e
Aston, William vol.2 pag. 95 e successive
- ^
Brown, pag. 264; fino al regno dell'imperatore
Jomei
i nomi personali degli imperatori giapponesi erano molto lunghi e raramente venivano utilizzati dal popolo. In seguito il numero degli ideogrammi che componevano i nomi sarebbe diminuito
- ^
Martin, John:
Nara: A Cultural Guide to Japan's Ancient Capital,
pag. 121
- ^
(
JA
) Yoshimura, Takehiko:
Kodai ?ken no Tenkai (古代王?の展開)
, pag. 126. Sh?eisha, 1999]
- ^
(
EN
)
Shotoku's Seventeen-Article Constitution - Jushichijo Kenpo
Archiviato
il 16 febbraio 2007 in
Internet Archive
. www.sarudama.com
- ^
Varley, Paul. (1980).
Jinn? Sh?t?ki,
pag. 128.
- ^
Varley, Paul. (1973).
Japanese Culture: A Short History.
p. 15
- ^
Guth, Christine: "The Divine Boy in Japanese Art."
Monumenta Nipponica
42:1. pag. 12