Sara Copio
(nota anche con le varianti
Sarra
e
Coppio
,
Copia
,
Coppia
;
Venezia
, tra il
1588
e il
1590
?
Venezia
,
15 febbraio
1641
) e stata una
letterata
italiana
.
Nacque da Simone e Rebecca (o Ricca) in una delle piu importanti e ricche famiglie della
comunita ebraica di Venezia
. Dediti ai commerci, i Copio mantenevano diversi rapporti con la
comunita ebraica di Modena
dalla quale, forse, traevano origine. Verso il
1613
sposo Giacobbe Sullam, che aveva pure ascendenza modenese. Oltre a Rebecca, morta a soli dieci mesi, e a un parto abortivo, non sembra aver avuto altri figli.
Fu una delle donne piu colte dell'epoca, con profonde conoscenze in ambito letterario, musicale, storico e teologico. Studio filosofia, astrologia e lettere antiche, e doveva conoscere anche testi latini, ebraici e spagnoli in lingua originale. Dovette buona parte della sua istruzione a
Leone Modena
, che le dedico la tragedia
Ester
.
Si cimento in lavori letterari, ma di essi non resta nulla. La sua notorieta si lega quindi ad un
salotto
aperto non solo agli ebrei, ma anche a intellettuali cristiani quali
Giovanni Basadonna
,
Baldassarre Bonifacio
,
Numidio Paluzzi
,
Alessandro Berardelli
,
Gianfrancesco Corniani
.
Intrattenne un carteggio con
Ansaldo Ceba
, autore de
La Reina Ester
; l'epistolario, di cui pero restano solo le lettere firmate dal letterato, contengono un interessante dibattito religioso scaturito dall'esortazione del Ceba ad abbracciare la fede cristiana, cui segui il netto rifiuto della Copio. Da questa raccolta si puo inoltre delineare un ritratto dell'ebrea: una donna cagionevole di salute, ma dal carattere forte e dalla vivace intelligenza, estremamente colta nonche fiera di appartenere alla comunita israelita.
L'invito alla conversione fu poi avanzato da altri, come il Bonifacio. Quest'ultimo indirizzo alla Copio il libretto
Dell'immortalita dell'anima
(
1621
), nel quale la criticava per le sue idee in proposito. Lei rispose subito con il
Manifesto di Sarra Copia Silam Hebrea. Nel quale e da lei riprovata, e detestata l'opinione negante l'immortalita dell'Anima, falsamente attribuitale dal Sig. Baldassare Bonifaccio
, con cui respinse l'accusa di non credere all'immortalita dell'anima attraverso un'efficace argomentazione teologica e filosofica. Il Bonifacio redasse allora una
Risposta al Manifesto
con il quale spiegava che il suo primo trattato si riferiva nel particolare a una lettera della Copio del
1619
(e riportata in appendice), che in realta non tratta della credenza o meno nell'immortalita dell'anima, riguardando la polemica sulla religione che aveva gia intrattenuto con il Ceba.
Successivamente fu vittima di uno squallido raggiro tramandato dall'
Avviso di Parnaso
, uno scritto inedito conservato al
Museo Correr
. La donna aveva assunto quale precettore Numidio Paluzzi e questi, assieme a una combriccola composta da Alessandro Berardelli e altri, si rese autore di una serie di furti in casa della Copio. Il Paluzzi le fece credere che fossero opera di fantasmi e, in aggiunta, le invio una falsa lettera galante di un francese del quale sarebbe stata innamorata, rivelandole poi la presenza di uno spirito in grado di stabilire un contatto con
Parigi
. Nel giro di poco tempo la truffa fu sulla bocca di tutti e, infine, giunse alle orecchie della Copio che denuncio tutto ai
Signori di notte al Criminale
: il Berardelli fu arrestato, mentre lei licenziava il Paluzzi. Cio non basto per fermare le scelleratezze dei due che diffusero una satira, la
Sarreide
(perduta); in seguito il Berardelli pubblico una raccolta di rime del Paluzzi, morto qualche tempo prima, includendovi anche i sonetti inviati dalla Copio al Ceba in quanto, a detta sua, il vero autore era proprio il Paluzzi, che la donna aveva derubato delle sue opere mentre era sul letto di morte.
Dopo questa vicenda, non si hanno altre notizie sul suo conto. La data di morte e attestata dal
Necrologio Ebrei
dei provveditori alla Sanita.