Il
canto trentesimo
del
Purgatorio
di
Dante Alighieri
si svolge nel
Paradiso terrestre
, in cima alla montagna del
Purgatorio
, dove le anime che hanno compiuto l'espiazione si purificano prima di accedere al
Paradiso
; siamo nel mattino del 13 aprile
1300
, o secondo altri commentatori del 30 marzo
1300
.
≪Canto XXX, dove narra come Beatrice apparve a Dante e Virgilio il lascio, e lo recitare per l’alta donna de la incostanza e difetto di Dante, e qui l’auttore piange i suoi difetti con vergogna compuntiva.≫
- Apparizione di Beatrice - versi 1-39
- Sparizione di Virgilio - vv. 40-54
- Rimproveri di Beatrice - vv. 55-145
Continua la descrizione della processione simbolica comparsa nel
canto precedente
, che si ferma all'inizio di questo canto. Uno dei ventiquattro anziani che la precedevano (questi ventiquattro ≪seniori≫ sono detti qui ≪gente verace≫, al v. 7, perche rappresentano i libri della
Bibbia
, in quanto ispirata da
Dio
), come ispirato dal cielo, acclama
tre
volte, seguito da tutti gli altri: ≪
Veni, sponsa, de Libano!
≫ (
Vieni, o sposa, dal Libano
)
[1]
, parole del
Cantico dei Cantici
di
Salomone
nelle quali tradizionalmente si identifica la
sponsa
con la
Chiesa
. In risposta si levano le voci degli angeli sul carro, che cantano ≪
Benedictus qui venis!
≫ (
Benedetto tu che vieni
), le parole che nel
Nuovo Testamento
gli
ebrei
rivolgono a
Gesu
quando questi entra in
Gerusalemme
? e ≪
Manibus, o date, lilia plenis!
≫ (
Spargete gigli a piene mani
), citazione dall'
Eneide
VI, dove si compiangeva la morte prematura di
Marcello
, erede di
Augusto
?.
E l'alba ? momento
allegorico
di rinascita e speranza ? e con questa
similitudine
viene introdotta l'apparizione di
Beatrice
, che appare velata dalla nuvola di fiori gettatale dagli
angeli
, vestita con un abito
rosso
fuoco (allegoria della
carita
), coperto da un mantello
verde
(allegoria della
speranza
), e con un velo
candido
(allegoria della
fede
: quindi le tre
virtu teologali
), e cinta da una corona di
ulivo
, pianta sacra a
Minerva
che rappresenta la
sapienza
.
Dante
non puo ancora vederla, ma gia ne sente la potenza ? secondo un modulo tipico della poesia di
Cavalcanti
? e, tremante, si volge a
Virgilio
pronto a citare le sue stesse parole ≪
Conosco i segni de l'antica fiamma
≫ (v. 48: tratti dall'
Eneide
IV, ov'erano pronunciati da
Didone
): ma Virgilio e sparito, se n'e andato, e Dante per lo sconforto piange.
Virgilio se n'e andato, alle soglie del
Paradiso terrestre
, perche la sua
figura
rappresenta la
ragione
umana, e la sua funzione e esaurita: perche Dante apprenda i misteri della fede e si avvicini a Dio occorre ora la ragione divina, la
teologia
, rappresentata da Beatrice. La scomparsa di Virgilio e carica di
pathos
, soprattutto in quanto non viene descritta direttamente, e fa piangere Dante, che in tal modo sporca di nuovo le proprie guance pulite dalla rugiada prima di entrare nel
Purgatorio
(vedi il
canto I
). A rimproverarlo di questa manifestazione umana interviene bruscamente Beatrice, chiamandolo per nome (unica volta in tutta la
Commedia
, come ci ricorda Dante stesso ai vv. 62-63).
≪Dante, non piangere ora, per la partenza di Virgilio: dovrai infatti piangere per ben altro dolore!≫. Beatrice si erge sul carro di la dal fiume
Lete
come un ammiraglio, regalmente proterva, continuando: ≪Guardami, sono proprio io, Beatrice! Come ti sei permesso di accedere al monte (del Purgatorio)? Non sapevi che qui l'uomo e felice?≫. Con sarcasmo e ironia gli rimprovera il suo pianto, facendogli abbassare gli occhi dalla vergogna, e gli angeli intervengono in suo favore cantando un
salmo
di fede nella misericordia divina: ≪
In te, Domine, speravi
≫, fino a ≪
... pedes meos
≫.
[2]
Per la vergogna, allora, Dante piange di nuovo.
In risposta agli angeli, ma in realta rivolta a lui, Beatrice espone allora le colpe di lui, perche la colpa e il dolore ? dice ? siano in eguale misura (perche cioe Dante si penta quanto deve del suo peccato): ≪Non solo per l'influsso dei cieli alla sua nascita, ma anche per la generosita della grazia divina, troppo alta per essere nota agli uomini, Dante ebbe tali potenzialita nella sua giovinezza, che avrebbe potuto dare ammirevoli prove di se. Io lo sostenni per qualche tempo con il mio volto, mostrando i miei giovani occhi a lui e indirizzandolo sulla retta via, ma quando morii, egli si distolse da me, e si diede a un'altra: quando ascesi da carne a spirito e crebbi in bellezza e virtu, io gli fui meno gradita, ed egli si diresse su una via non vera, seguendo false immagini di bene che non rendono per intero cio che promettono. Ne mi valse richiedere ispirazioni a Dio, con le quali lo richiamai in sogno e per altri mezzi: cosi poco gliene importo! Cadde cosi in basso, che per salvarlo dalla perdizione non ci fu altro modo che mostrargli le perdute genti (l'
Inferno
), ed e per questo che visitai il
Limbo
, che e la soglia dell'
Inferno
, e piangendo chiesi a Virgilio di guidarlo. La volonta divina sarebbe infranta, se egli passasse il Lete ora, senza offrire in compenso un pentimento tale da farlo piangere.≫
Si assiste in questi canti a un innalzamento dello
stile
, che prelude gia alla maggiore difficolta del
Paradiso
. Notevole e l'impasto dantesco di fonti
classiche
e
cristiane
, come per esempio nelle molteplici citazioni tratte soprattutto da
Virgilio
e dalla
Bibbia
.
Al verso 55, unica ricorrenza di tutta la
Divina Commedia
(si tratta quindi di un
hapax
), compare il nome di Dante, prima parola pronunciata da Beatrice ? il cui nome e pure citato, pochi versi dopo ?, a meglio sottolineare l'importanza del passo, la forte connotazione
autobiografica
, ma anche religiosa, di una letteratura che si caratterizza come
vocazione
. Beatrice era stata celebrata nella
Vita Nova
, nella quale, secondo le convenzioni
stilnovistiche
, si parla di un amore puro, ma riferito sempre a una donna terrena; qui Beatrice perde i suoi connotati reali per assumere una funzione allegorica. In questo canto, poi, ella non e totalmente visibile, nascosta dal velo e dalla nuvola di fiori; tuttavia la sua potenza si fa sentire.
La sua e una presenza severa e imperiosa, e quella di un ≪ammiraglio≫ (v. 58), ma anche quella di una madre (si noti che poco prima anche Virgilio era stato indirettamente paragonato a una madre (v. 44), a meglio sottolineare la continuita della funzione rivestita dai due personaggi): si delineano cosi due aspetti complementari di Beatrice che meglio si definiranno nel
Paradiso
, quello della maestra, guida, e quello della madre affettuosa, che fa piangere il figlio (il tema del pianto e molto presente in tutto il canto, e vengono rappresentati diversi tipi di pianto: pianto di dolore, pianto liberatorio, pianto di commozione, partecipazione, e infine pianto di pentimento), ma sempre per il suo bene.
Il critico
Charles Singleton
applica un'interpretazione figurale alla
Divina Commedia
, secondo un procedimento tipico del Medioevo, perche vede nella realta sensibile una prefigurazione di verita eterne e valorizza dei personaggi la realta terrena che, nel disegno provvidenziale, prefigura una realta ultraterrena. Beatrice
figura
della Grazia divina non e semplice
allegoria
, frutto di invenzione poetica, perche mantiene nella vita ultraterrena la sua realta umana e storica. Alle soglie del Paradiso, essa giudica Dante allo stesso modo in cui fara Cristo il giorno del Giudizio Universale. In cio si esprime la
caratterizzazione figurale
del personaggio, nell'essere donna reale e nell'annunciare, nel contempo, una Verita piu alta e universale, al pari di Cristo.
[3]
- Commenti della
Divina Commedia
:
- Umberto Bosco
e Giovanni Reggio, Le Monnier 1988.
- Anna Maria Chiavacci Leonardi, Zanichelli, Bologna 1999.
- Emilio Pasquini e Antonio Quaglio, Garzanti, Milano 1982-2004
2
.
- Natalino Sapegno, La Nuova Italia, Firenze 2002.
- Vittorio Sermonti, Rizzoli 2001.
- Andrea Gustarelli e Pietro Beltrami,
Il Purgatorio
, Carlo Signorelli Editore, Milano 1994.
- Francesco Spera (a cura di),
La divina foresta. Studi danteschi
, D'Auria, Napoli 2006.