Disegno di
Pieter Bruegel il Vecchio
dov'e visibile
Punta Calamizzi
con la foce del
Calopinace
e la citta di Reggio.
Punta Calamizzi
, anticamente
Pallantion
(Pallanzio) o
Promontorio Reggino
, era una lingua di terra che s'inoltrava per alcuni chilometri nel mare su cui fu costituito nel corso del
II millennio a.C.
il primo nucleo abitativo dell'antica citta di
Reggio Calabria
, che si e inabissata nel
XVI secolo
.
Presso Punta Calamizzi vi era la foce del fiume
Apsias
(oggi fiumara
Calopinace
), mentre il promontorio stesso - riparo naturale dai venti e dalle correnti dello
Stretto
- costituiva l'antico
porto di Reggio
.
Con il nome di
Calamizzi
viene oggi invece indicata la spiaggia che si estende a Sud del Calopinace, e che oggi conserva tale nome appartenuto in origine ad una zona non piu esistente.
L'area costituisce la zona piu antica della citta di
Reggio Calabria
, abitata in origine dalle popolazioni autoctone, dagli
Aschenazi
, dagli
Ausoni
e, successivamente punto d'approdo dei coloni greci che qui fondarono
Rhegion
, prima citta-stato in
Calabria
che divenne tra le piu fiorenti della
Magna Grecia
.
Tucidide
defini
Reggio
per il promontorio di
Punta Calamizzi
come
"Acroterio d'Italia"
, che sembrava volersi ricongiungere alla
Sicilia
in un'armoniosa estensione, come fosse la decorazione sommitale di un tempio di prestigio, immortalata dall'autore in una frase che sintetizzo la bellezza, la grazia e la magnificenza della citta dello stretto, che stava come una decorazione terminale dell'Italia greca, come fosse appunto il "tempio d'Italia".
Questa lingua di terra che anticamente costituiva il porto naturale di
Reggio
al riparo dalle correnti dello stretto e dai venti, sprofondo per un movimento bradisismico il 20 ottobre
1562
(e con essa anche un monastero che vi sorgeva), causato dalla deviazione del fiume
Calopinace
che fu eseguita qualche decennio prima per la costruzione del
Castelnuovo
(Fortino a Mare), fortificazione sul fronte a mare della citta.
Nei primi decenni del
XX secolo
nel periodo della ricostruzione, si e recuperata la zona mutilata dalla storia consentendo la costruzione della nuova
stazione ferroviaria
(Reggio Calabria Centrale), mentre il nuovo porto fu costruito a nord della
Rada dei Giunchi
nel corso del
IX secolo
, poi ampliato nel
XX secolo
.
Mappa archeologica del centro storico di
Reggio
che mostra l'antica morfologia della costa con la
Punta Calamizzi
.
I problemi della topografia di Reggio greca hanno impegnato, sin dal
XVIII secolo
, non solo la letteratura antiquaria locale, ma anche la saggistica archeologica. Fra essi, la localizzazione del porto.
Infatti
Diodoro Siculo
(16.68.4-5) e
Plutarco
(Tym. 9.4 e 10.1-4) forniscono descrizioni ed informazioni, che e possibile riferire a situazioni topografiche e a dati archeologici, noti dalla cartografia e dagli scavi, ma non piu dall'evidenza urbanistica. I cataclismi e l'intervento umano hanno mutato, nei secoli, l'aspetto dei luoghi e la stessa orografia ed idrografia della citta antica, superstiti ancora alle soglie dell'eta moderna.
Il racconto che
Diodoro
e
Plutarco
danno della sosta di
Timoleonte
, nel
344 a.C.
, risale con ogni evidenza ad una stessa fonte, che si dimostra precisamente informata sulla topografia reggina. Tale fonte risulta essere
Athanis di Siracusa
, storiografo del
IV secolo a.C.
, che prosegui il περ? Σιχελ?α? di
Filisto
, esponendo la storia contemporanea dal
350 a.C.
circa. L'opera oggi perduta si svolgeva percio tra la caduta di
Dionisio II
ed il ritiro di
Timoleonte
dalla scena politica, trattando in dodici libri il breve periodo di circa un quindicennio. la sua era dunque una trattazione dettagliata, non solo narrava avvenimenti che gli erano contemporanei, ma per sua origine siracusana, doveva anche avere una conoscenza diretta dei luoghi dove
Timoleonte
aveva operato. Pertanto
Athanis
va giudicato fonte attendibile nei particolari topografici su
Reggio
, che la tradizione diodereo-plutarchea ci ha conservato di lui.
Nel novembre del
2007
una spedizione subacquea sembra aver riportato alla luce i resti dell'antico
tempio di
Artemide
Fascelide
il famoso santuario reggino che sorgeva proprio presso Punta Calamizzi.
[1]
Secondo una delle ipotesi sul toponimo, esso potrebbe derivare da un'omonima localita greca chiamata appunto
Kalamitsi
, dunque probabilmente durante la fondazione o la colonizzazione di Reggio, o in tempi successivi, alcuni oriundi ellenici vollero celebrare il ricordo della contrada da cui provenivano per una qualche presunta affinita paesaggistica o territoriale. Cio farebbe ritenere che essi provenissero dalla
Kalamitsi
della
Calcidica
o da quella della
Messenia
(avvalorando dunque la tesi delle due differenti stirpi di coloni), o meno probabilmente da altri posti con lo stesso nome, come ad esempio le Kalamitsi nell'
isola di Leucade
e nella prefettura
cretese
della
Canea
.Va considerato che il toponimo ha un valore descrittivo, allude infatti a un possibile "piccolo canneto" alla foce del fiume, nome che corrisponde a "cannitello", che oggi e una localita non lontana.