Procida
(
AFI
:
/?pr??ida/
[5]
[6]
;
Proceta
,
/?pr???t?/
in
napoletano
[7]
) e un
comune italiano
di 10 055 abitanti
[2]
della
citta metropolitana di Napoli
in
Campania
. Il territorio comunale comprende interamente le isole di Procida e
Vivara
.
L'isola di Procida ha una superficie di 3,7 km². Il perimetro, estremamente frastagliato, misura circa 16 km. La superficie comunale ricopre interamente l'
isola di Procida
e il vicino
isolotto di Vivara
(0,4 km²), due isole del
golfo di Napoli
appartenenti al gruppo delle
isole Flegree
.
Il rilievo piu elevato e rappresentato dalla collina di Terra Murata (91 m), sovrastata da un borgo fortificato di origine medioevale.
L'isola si trova a una distanza minima dalla terraferma di circa 3,4 km (
Canale di Procida
) ed e collegata da un piccolo ponte alla vicina isola di Vivara.
Le sue coste, in alcune zone basse e sabbiose, altrove a picco sul mare, danno vita a diverse baie e promontori che offrono riparo alla piccola navigazione e hanno permesso la nascita di ben tre porticcioli sui versanti settentrionale, orientale e meridionale dell'isola. Gran parte del suo litorale viene tutelata dall'
area marina protetta Regno di Nettuno
.
Tradizionalmente, il centro abitato viene diviso in nove contrade, dette
grancie
: Terra Murata (il borgo piu antico), Corricella (un caratteristico borgo di pescatori), Sent'co con il porto commerciale di Marina Grande, San Leonardo, Santissima Annunziata (anche detta Madonna della Libera), Sant'Antuono, Sant'Antonio e Chiaiolella (un porto turistico nella parte meridionale dell'isola).
Dal punto di vista
geologico
, l'isola e completamente di origine vulcanica, nata dalle eruzioni di almeno quattro diversi
vulcani
(databili tra
55
000
e
17
000
anni fa), oggi completamente spenti e in gran parte sommersi.
Per modalita di formazione e morfologia, l'isola di Procida si avvicina dunque moltissimo alla zona dei
Campi Flegrei
, di cui fa geologicamente parte.
L'isola e infatti formata principalmente da
tufo
giallo e per il resto da tufo grigio, con tracce di altri materiali vulcanici quali, ad esempio
basalti
.
L'isola era anticamente (sicuramente ancora in epoca romana) collegata da una stretta
falesia
alla vicina
isola di Vivara
. Ipotesi piu controverse giungono a immaginare un collegamento in epoca preistorica con il
Monte di Procida
in terraferma o, piu difficilmente, un ulteriore collegamento ancora precedente con l'
isola d'Ischia
.
L'attuale nome dell'isola deriva da quello di
epoca romana
Prochyta
.
Secondo una prima ipotesi questo nome deriva da
Prima Cyme
, ovvero "prossima a Cuma", come doveva apparire l'isola ai
coloni greci
nella migrazione dall'isola d'Ischia a
Cuma
.
Un'altra ipotesi fa derivare il nome dal
greco
prokeitai
(
πρ?κειται
), cioe "giace", in considerazione di come appare l'isola, vista dal mare.
Secondo un'altra ipotesi ancora, invece, tale nome deriverebbe dal verbo greco
prochyo
, in latino
profundo
: l'isola sarebbe stata infatti
profusa
, messa fuori, sollevata dal fondo del mare o dalle profondita della Terra.
Dionigi di Alicarnasso
, nel suo
Archeologia Romana
volle far derivare il nome da quello di una nutrice di
Enea
, da lui qui sepolta quando vi approdo.
Un'ulteriore spiegazione etimologica ne riconduce il nome all'aggettivo proto-latino
praecidaneus
("vendemmiale"), bene attagliandosi questo alle caratteristiche dell'isola, la quale, poiche non offriva agli antichi villeggianti ne passatempi termali, come invece la vicina Baia, ne cittadini, era probabilmente da questi frequentata solo in occasione della vendemmia delle sue ancor oggi ottime uve. In effetti, prima di cominciare a tagliare i nuovi frutti maturi, era d'uso sacrificare a
Cerere
, dea della terra, un'agnella o una scrofa, da cui appunto il verbo l.
praecaedo
(gr.
προχ?ω
), dal significato appunto di "sacrifico prima".
[8]
Secondo il
mito greco
qui avvenne inoltre la lotta tra i
giganti
e gli dei, e come
Tifeo
e
Alcioneo
finirono rispettivamente sotto il
Vesuvio
e Ischia, cosi
Mimante
fu posto sotto l'isola di Procida.
Recenti ritrovamenti archeologici sulla vicina
isola di Vivara
(un tempo collegata a Procida) fanno ritenere che l'isola fosse gia abitata intorno al XVI - XV secolo a.C., probabilmente da coloni
Micenei
.
Sicuramente, intorno al VIII secolo a.C. Procida fu abitata da coloni Calcidesi dell'isola di
Eubea
; a questi subentrarono in seguito i Greci di
Cuma
, la cui presenza e confermata sia da rilevamenti archeologici che dalla toponomastica di diversi luoghi dell'isola.
Durante la
dominazione romana
, Procida divenne sede di
ville
e di insediamenti sparsi sul territorio; sembra comunque che in questa epoca non esistesse un vero e proprio centro abitato: l'isola fu piu probabilmente luogo di villeggiatura dei patrizi romani e di coltura della vite.
Giovenale
, nella terza delle sue
Satire
, ne parla come di un luogo atto ad un soggiorno solitario e tranquillo.
Dopo la
caduta dell'Impero romano d'Occidente
, l'isola subi le devastazioni dei
Vandali
e dei
Goti
; non cadde invece mai in mano
longobarda
, rimanendo sempre sotto la giurisdizione del duca bizantino (poi autonomo) di
Napoli
, nel territorio della
Contea di Miseno
.
In quest'epoca l'isola cominciava intanto a mutare radicalmente la sua composizione demografica, divenendo luogo di rifugio per le popolazioni in fuga dalle devastazioni dovute all'invasione longobarda prima e, in seguito, alle scorrerie dei pirati
saraceni
. In particolare, sembra che l'isola abbia accolto le ultime popolazioni in fuga dal porto di Miseno, distrutto dai Saraceni nell'850. Tuttavia, un documento databile tra il 592 e il 602 riguardante un tributo in vino lascia intuire come gia in questa epoca esistesse sull'isola un insediamento stabile
[9]
.
Mutava radicalmente anche l'aspetto dell'isola: al tipico insediamento "diffuso" di epoca romana faceva posto un borgo fortificato tipico dell'
eta medievale
. La popolazione si rifugio infatti sul promontorio della Terra, naturalmente difeso da pareti a picco sul mare e in seguito piu volte fortificato, mutando cosi il nome prima in Terra Casata e poi in quello odierno di Terra Murata.
Con la conquista
normanna
del meridione d'Italia, Procida sperimento anche il dominio
feudale
; l'isola, con annessa una parte di terraferma (il Monte di Miseno, poi detto
Monte di Procida
), venne assoggettata alla famiglia di origine salernitana dei
Da Procida
(che dall'isola presero il nome), che controllarono l'isola per oltre due secoli. Di questa famiglia l'esponente di maggior spicco fu sicuramente
Giovanni da Procida
, terzo (III) con questo nome, consigliere di
Federico II di Svevia
e animatore della rivolta dei
Vespri siciliani
.
Durante la guerra del Vespro l'isola fu infatti controllata dalla flotta del re aragonese di Sicilia ben 14 anni, dal 1286 al 1299, pur subendo diversi assedi da parte degli
Angioini di Napoli
, che riuscirono a rientrare a Procida solo quando, dopo la morte di Giovanni da Procida, il suo figlio secondogenito,
Tommaso da Procida
, passo nel campo angioino.
Nel 1339, comunque, l'ultimo discendente dei Da Procida vendette il feudo (con l'
isola d'Ischia
) alla famiglia napoletana dei
Cossa
, famiglia di ammiragli fedele alla dinastia francese dei
D'Angio
, allora regnante su
Napoli
. Dei Cossa, esponente di maggior rilievo fu
Baldassarre Cossa
, eletto
antipapa
nel 1410 con il nome (poi ignorato nella storiografia vaticana) di
Giovanni XXIII
.
In quest'epoca l'economia dell'isola rimaneva sempre prevalentemente legata all'
agricoltura
, con una lenta crescita delle attivita legate alla
pesca
.
Durante la dominazione di
Carlo V
a Napoli l'isola fu confiscata all'ultimo
Cossa
e concessa in feudo alla famiglia dei
d'Avalos d'Aquino d'Aragona
(1529), fedele alla
casa d'Asburgo
. Il primo feudatario fu appunto
Alfonso d'Avalos
, marchese del Vasto e generale di Carlo V, cugino di
Fernando Francesco d'Avalos
.
Iniziano in questo periodo le incursioni dei
corsari barbareschi
, incentivate dalla lotta tra gli
Ottomani
e l'impero spagnolo. Molto documentata e cruenta fu l'incursione del 1534 ad opera del corsaro
Khayr al-Din, detto il
Barbarossa
, conclusasi con devastazioni e con un gran numero di procidani deportati come schiavi. Incursione che volle poi ripetere nel 1544.
Il suo successore,
Dragut
, fece si che l'isola fosse nuovamente devastata nel 1548, nel 1552, nel 1558 e nel 1562. Un'ulteriore incursione barbaresca e documentata nel 1585.
Testimonianze di questo periodo sono le
torri di avvistamento sul mare
, diventate in seguito il simbolo dell'isola, una seconda cinta muraria attorno al borgo della Terra Murata e l'inizio della costruzione, promossa dal cardinale
Innico d'Avalos d'Aragona
, del Castello D'Avalos (1563), ad opera degli architetti
Giovan Battista Cavagna
e
Benvenuto Tortelli
. Un miglioramento delle condizioni di vita nell'isola si ebbe tuttavia solo dopo la
battaglia di Lepanto
(1571) che ridusse di molto le attivita della marina ottomana nel Mediterraneo occidentale, permettendo, finalmente, la nascita nell'isola di un'economia legata alla marineria.
Nel XVII secolo l'isola venne occupata dalla flotta francese comandata da
Tommaso Francesco di Savoia
, sullo sfondo delle vicende legate alla rivolta di
Masaniello
e della nascita della seguente
Repubblica
.
Con l'avvento dei
Borbone
nel
Regno di Napoli
, nel 1734, si aveva intanto un ulteriore miglioramento delle condizioni socio-economiche dell'isola, dovuto anche all'estinzione della feudalita nel 1744 per opera di
Carlo III
, che inseri Procida tra i beni allodiali della corona, facendone una sua riserva di caccia.
In questo periodo la marineria procidana si avvia verso il suo periodo di massimo splendore, accostando a questa anche una fiorente attivita cantieristica: fino a tutto il secolo successivo, vengono varati nell'isola bastimenti e brigantini che affrontano la navigazione oceanica; verso la meta del XIX secolo circa un terzo di tutti i "legni" di grande cabotaggio del meridione d'Italia proviene da cantieri procidani.
La popolazione ascende fino ad un massimo di circa 16000 persone sul finire del XVIII secolo, ovvero circa una volta e mezza la popolazione attuale.
Nel 1799 Procida prende parte alle sommosse che portano alla proclamazione della
Repubblica Napoletana
; con il ritorno dei Borbone, pochi mesi dopo,
dodici Procidani
, tra i piu influenti e in vista dell'isola, vengono impiccati per questo nella stessa piazza dove era stato issato l'
albero della liberta
.
Negli anni successivi (e in particolare nel "decennio francese"), l'isola vede diverse volte la guerra passare sul suo territorio con pesanti scontri e devastazioni, a causa della sua basilare posizione strategica nella guerra sul mare, contesa tra Francesi e Inglesi; le cronache riportano che nel solo 1809 circa 4000 persone abbandonarono l'isola al seguito delle navi inglesi sconfitte al termine della sesta coalizione antifrancese.
Anche per questi motivi, nel 1860 la caduta dei Borbone e l'unificazione italiana vengono accolte favorevolmente dalla popolazione
[9]
.
Il XX secolo vede la crisi irreversibile della cantieristica procidana, sotto la concorrenza dei grandi agglomerati industriali: l'ultimo grande brigantino procidano viene varato nel 1891.
Nel 1907 inoltre, Procida, a seguito di un referendum, perde il suo territorio di terraferma, che diventa un comune autonomo denominato
Monte di Procida
.
Nel 1957 l'isola viene raggiunta dal primo acquedotto sottomarino d'Europa, mentre negli ultimi decenni, la popolazione, fino agli anni trenta decrescente, comincia lentamente a risalire.
L'economia rimane in gran parte legata alla marineria accanto alla crescita, negli ultimi anni, dell'industria
turistica
.
Il 18 gennaio del 2021 Procida e stata nominata
Capitale italiana della cultura per il 2022
.
- Palazzo Bormioli (XIX secolo)
- Palazzo D'Avalos (XVI secolo)
- Palazzo Di Costanzo (XVII secolo)
- Palazzo Ferrajoli (XV secolo)
- Palazzo Galatola-Costagliola
- Palazzo Guarracino (XVIII secolo)
- Palazzo Ambrosino di Bruttopilo-Borgogna (XX secolo)
- Palazzo Manzo (XVII secolo)
- Palazzo Massa-D'Ambrosio
- Palazzo Mazzella- Lieto (XVII secolo)
- Palazzo Mignano-De Iorio (XVII secolo)
- Palazzo Montefusco, detto anche Merlato (XII secolo)
- Palazzo Porta (XV secolo)
- Palazzo Rosato
- Palazzo Scotti (XVII secolo)
- Palazzo Scotti Galletta (XVIII secolo)
- Villa Angelina (XX secolo)
- Villa Lavinia (XVIII secolo)
- Villa Scotto di Jonno
- Villa Sofia (XVIII secolo)
[
senza fonte
]
- Isola di Vivara
, di proprieta privata e un esempio di conservazione della flora e fauna mediterranea, dal 2002 riserva naturale statale. Sull'isolotto sono stati trovati i resti di un villaggio miceneo del XV secolo a.C., con campagne di scavo ancora in corso a cura dell'
universita Suor Orsola Benincasa
. Nel XVII secolo vi fu costruito un casino di caccia.
- Area marina protetta Regno di Nettuno
, zona di particolare tutela dell'ecosistema marino localizzata tra Procida, Vivara e Ischia.
Fra l'
alto medioevo
e il
XVIII secolo
si sviluppa, nell'isola di Procida, un particolare esempio di architettura generalmente definita spontanea ma piu correttamente dal carattere popolare, legata cioe alla comunita del luogo, che si sviluppa secondo codici costruttivi ben codificati.
Tra gli elementi piu caratteristici ci sono sicuramente l'
arco
e la
scala rampante
(o a
dorso d'asino
).
L'arco ha funzione di ingresso (o meglio, di passaggio tra la strada e l'abitazione), mentre ai piani superiori delimita un particolare terrazzo, chiamato localmente
vefio
(da un antico tedesco
waif
), vero simbolo dell'abitazione tipica dell'isola.
La scala rampante, detta anche a “collo di giraffa”, appoggiata sull'arco stesso, risulta la soluzione piu comune per raggiungere i piani superiori.
Esempio di tali tipologie si concentra nel Casale Vascello (XVI sec.), e negli altri “casali” situati nel centro storico.
Le
volte
sono sempre a
vela
o, piu frequentemente nelle zone rurali, a
botte
.
Altro elemento caratteristico e rappresentato dal colore: le costruzioni sono generalmente dipinte con un certo gruppo di tonalita pastello ben definite, assortite in maniera che due case vicine molto difficilmente abbiano colori simili, con il risultato di una policromia caratteristica. Secondo la tradizione, tale particolarita deriva dal desiderio dei pescatori di voler riconoscere la propria casa anche lontano dal mare. Tale ipotesi tuttavia non ha mai avuto alcuna conferma.
L'architettura popolare si radica sul territorio con uno schema urbanistico particolare ed originale che, riprendendo modelli di sviluppo dell'epoca (dall'impianto svevo di Terra Murata al sistema delle grancie rurali di matrice benedettina fino all'edilizia di strada settecentesca) li miscela in una sintesi legata all'ambiente naturale locale e alla cultura materiale.
Nel grafico al lato viene mostrato l'andamento della popolazione di Procida negli ultimi cinque secoli. Il grafico e stato costruito unendo e confrontando i dati riportati da Michele Parascandolo
[9]
, Sergio Zazzera
[11]
e l'ISTAT. I dati fino al 1907 comprendono anche
Monte di Procida
, prima di allora appartenente al comune e colonizzato a partire dal XVIII secolo.
Si puo notare il forte sviluppo demografico del XVII e XVIII secolo contrapposto alla relativa stabilita degli ultimi due secoli (a parte la scissione del comune), dovuta ad una crescita naturale bilanciata da movimenti migratori verso la terraferma. Si nota anche il brusco crollo della popolazione in epoca napoleonica, a causa delle guerre e dei massicci spostamenti di popolazione che ne derivarono.
Nel secondo grafico vengono invece mostrati i soli dati ufficiali ISTAT. In questo caso i dati di prima del 1907 sono relativi alla sola isola di Procida. Si nota anche in questo caso una relativa stabilita, accanto ad una leggera crescita della popolazione negli ultimi decenni.
Abitanti censiti
[12]
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2018 i cittadini stranieri residenti a Procida erano 350, corrispondenti al 3,3% della popolazione. Le nazionalita maggiormente rappresentate erano:
- Bulgaria
120 1,1%
- Ucraina
98 0,9%
- Polonia
21 0,2%
- Francia
15 0,1%
- Romania
14 0,1%
- Brasile
13 0,1%
- Sri Lanka
12 0,1%
Sono molto seguite nell'isola le manifestazioni religiose legate al periodo della
Settimana Santa
prima di
Pasqua
; molto suggestive, tra queste, la
Processione degli Apostoli
del
Giovedi santo
e la
Processione dei Misteri
del
Venerdi Santo
.
La processione degli "Apostoli Incappucciati" e organizzata dall'Arciconfraternita dei Bianchi, fondata nel
1581
dal cardinale
Innico d'Avalos d'Aragona
. Terminata la celebrazione della
lavanda dei piedi
, i dodici "apostoli" (con la veste di confratello) si incappucciano e con una croce sulla spalla e una corona di spine sul capo sfilano in processione per le strade dell'isola, preceduti dal "
centurione
", e seguiti dai cerimonieri e dagli altri confratelli.
Il momento culminante dei riti della settimana si ritrova comunque nella
processione dei Misteri
della mattina del
Venerdi Santo
, talvolta anche indicata come
Processione del Cristo morto
. Le origini del rito risalirebbero alla fine del
XVI secolo
[13]
, organizzata dalla Confraternita dei Turchini (fondata nel
1629
dai
Gesuiti
) fin dalla seconda meta del
Seicento
, periodo dal quale trae i suoi caratteri principali
[14]
. Fino alla meta del
XVIII secolo
sarebbe stata essenzialmente una processione di
flagellanti
[15]
, trasformata da allora in una processione esclusivamente di
Misteri
, ovvero carri allegorici di carattere religioso.
Tratto caratterizzante della processione, oltre alla partecipazione massiva della popolazione isolana, e anche la presenza, accanto ai cosiddetti "Misteri fissi", utilizzati ogni anno e provenienti dalle diverse chiese dell'isola, anche di Misteri "variabili" o "mobili", preparati da singoli o da associazioni artistiche dell'isola, portati a braccia dai giovani vestiti della classica veste di "
confratello
dei Turchini" per un percorso fisso, dal borgo piu antico di
Terra Murata
fino al porto della
Marina Grande
.
Chiude la processione la statua del
Cristo
morto opera dello scultore napoletano
Carmine Lantriceni
.
Nel generale silenzio, il suono della tromba e del tamburo caratterizza il passaggio della processione.
I
Misteri
sono carri allegorici di carattere religioso costruiti artigianalmente di anno in anno dai Procidani, talvolta riuniti in scuole artistiche dedicate. Sono generalmente costituiti da una o piu tavole di legno (dette "basi") lunghe fino a 8 metri e larghe circa 2, sulle quali vengono allestite delle rappresentazioni scultoree, o meglio, interpretazioni simboliche di passi del Nuovo o del Vecchio Testamento, e in particolare della Passione di Cristo.
I materiali utilizzati sono generalmente cartapesta, legno, plastica, polistirolo, e stoffa; tipica e la tecnica dello "stampo" che permette di riprodurre un oggetto tridimensionale utilizzando della cartapesta.
Generalmente durante la realizzazione (che puo durare anche diversi mesi) i Misteri vengono tenuti celati al pubblico, in modo che possano essere visti per la prima volta direttamente durante la processione del venerdi Santo, e spesso subito dopo, nella giornata stessa, vengono immediatamente smontati o addirittura distrutti. Raramente, negli ultimi tempi alcuni di essi vengono conservati per alcuni mesi per renderli visitabili dai turisti nella stagione estiva.
Le realizzazioni vanno dalla classica "
Ultima Cena
" fino a costruzioni molto piu complesse, sia nel significato che nella realizzazione. Spesso i "Misteri" si rifanno a stili architettonici ed artistici di diverse epoche, grazie anche al largo uso di colonnati (alti oltre 4 metri).
Ogni estate, tra luglio e agosto, viene eletta la
Graziella
, ovvero una giovane procidana che indossa il tipico costume dell'isola, rifacendosi alla storia raccontata nell'omonimo romanzo di Alphonse De Lamartine.
Sempre nel periodo estivo, inoltre, viene assegnato il premio letterario dedicato a
Elsa Morante
e al suo romanzo
L'isola di Arturo
.
≪Ah, io non chiederei di essere un gabbiano, ne un delfino; mi accontenterei di essere uno scorfano, ch'e il pesce piu brutto del mare, pur di ritrovarmi laggiu, a scherzare in quell'acqua.≫
L'isola fu gia descritta, in epoca classica, tra gli altri da
Giovenale
, da
Stazio
e da
Virgilio
.
Nella letteratura
volgare
, Procida diviene la scena della sesta
novella
della quinta giornata del
Decameron
di
Giovanni Boccaccio
, in cui, sullo sfondo della guerra del Vespro, si narra l'amore di
Gian da Procida
, nipote di Giovanni da Procida, per la giovane
Restituta
.
Ancora piu recente e il romanzo
Graziella
scritto da
Alphonse de Lamartine
, (dal quale e stato tratto l'
omonimo film
nel
1955
), venuto a Procida dalla
Borgogna
nella prima meta del
XIX secolo
.
Nel
XX secolo
e invece celebre
L'isola di Arturo
(
1957
), una delle maggiori opere di
Elsa Morante
, scrittrice alla quale e inoltre dedicato un
premio letterario
, assegnato nell'isola da diversi anni.
Passando al cinema, Procida e stata scelta come set cinematografico per un grande numero di film, soprattutto per i suoi panorami e la sua architettura tipica mediterranea: tra questi si possono citare, come esempi,
Il postino
, con
Philippe Noiret
e
Massimo Troisi
,
Il talento di Mr. Ripley
, con
Matt Damon
,
Francesca e Nunziata
, con
Sophia Loren
e
Giancarlo Giannini
, o
Delitto in pieno sole
, con
Alain Delon
. Il Castello D'Avalos fornisce invece l'ambientazione per il carcere del film drammatico
Detenuto in attesa di giudizio
, con
Alberto Sordi
.
A Procida si tiene il Procida Film Festival
[16]
, un concorso cinematografico diviso in cinque sezioni:
1. Cortometraggi;
2. Documentari;
3. Film d’animazione;
4. Sezione riservata a studenti di Universita, Accademie e Scuole di cinema;
5. Cortometraggi ambientati nelle isole minori.
Nella
cucina procidana
fanno da padrone i prodotti della terra (in particolare
carciofi
e
limoni
) e del mare.
Il
limone procidano
ha la particolarita di essere molto grande, poco acre e con l'
albedo
(la parte bianca compresa tra la buccia e la polpa) molto sviluppato.
Uno dei piatti piu particolari in cui viene utilizzato questo prodotto e la tradizionale
insalata di limoni
, fatta con limoni di Procida a tocchetti, cipolla, olio, peperoncino, sale e menta. Ottima anche la produzione del classico
limoncello
.
Molto particolare anche la pasta detta
pescatora povera
, nella quale si utilizzano peperoncini verdi fritti ed
alici
.
Tra i dolci della tradizione troviamo il
casatiello dolce
, una sorta di ciambella tipicamente pasquale lievitata con il lievito madre solitamente utilizzato per il pane.
Piu moderna invece e la
lingua
, un dolce composto da pasta sfoglia ripiena di crema pasticciera e ricoperto di zucchero.
- Museo Civico di Procida
- Museo Casa di Graziella, ricostruzione storica della casa di Graziella, protagonista del romanzo di Alphonse de Lamartine. Sito al secondo piano del Palazzo della Cultura (ex Conservatorio delle Orfane) a Terra Murata.
- Museo del Mare, sito nel palazzo storico dell’Istituto Nautico “Francesco Caracciolo” di Procida.
- Palazzo D'Avalos
- Abbazia di San Michele
Il 18 gennaio 2021 e stata designata dal
Ministero dei beni e delle attivita culturali e del turismo
quale
Capitale italiana della cultura
per l'anno 2022.
[17]
L'isola si trova attualmente in un periodo di forti trasformazioni nella sua struttura economica. La
marineria
, sebbene in forte calo, rimane ancora uno dei maggiori settori di occupazione, con persone di tutte le fasce di eta impiegate come
ufficiali di coperta
o
di macchine
su navi mercantili delle maggiori
compagnie marittime
di tutto il mondo, continuatori di una tradizione secolare. Tuttavia negli ultimi anni, la sempre maggiore automazione presente in ambito meccanico, unita ad un sempre maggiore utilizzo di lavoratori di paesi emergenti nell'ambito del
trasporto marittimo
, ha fatto si che questa fonte di reddito perdesse importanza relativa nell'isola.
Accanto alla marineria, negli ultimi anni si e cercato di favorire lo sviluppo dell'industria
turistica
, sebbene in questo settore i risultati, pure incoraggianti, siano stati inferiori alle attese, soprattutto se guardati sullo sfondo di vicine mete turistiche quali
Ischia
,
Capri
o
Sorrento
. Cio sicuramente non per la mancanza di attrattive (in particolare storiche o naturalistiche), ma piu probabilmente per l'assenza di una solida tradizione imprenditoriale in tal senso, nonche per la forte carenza di strutture ricettive.
Non prevista, si e dunque affiancata al turismo e alla marineria la nascita di un ceto impiegatizio che si manifesta soprattutto attraverso fenomeni di
pendolarismo
verso l'isola d'Ischia o la vicina terraferma, fenomeno assolutamente nuovo nella storia economica dell'isola.
Quote marginali della popolazione attiva si dedicano alla
pesca commerciale
, con una discreta flotta peschereccia, mentre quote ancora inferiori sono dedite alla cantieristica o all'agricoltura.
Un gemellaggio che nasce in nome dell’
Asprinio
e della similitudine delle alberate di Procida con quelle esistenti nel comune di
Cesa
, in provincia di
Caserta
. L'idea del gemellaggio fu proposta dal noto giornalista procidano
Antonio Lubrano
.
L’idea parte dal legame che unisce le due citta con l’attore
Massimo Troisi
(l'attore giro a Procida alcune scene del suo ultimo film
Il postino
) e che affonda le radici nel periodo borbonico
[18]
.
A Procida sono presenti alcune societa sportive che partecipano a campionati agonistici provinciali e regionali. Notevole e la tradizione della pallavolo maschile: la squadra isolana ha militato per alcuni anni in campionati di serie B nazionale e per diverse volte in serie C. In quanto al calcio, la prima squadra partecipa al campionato di Promozione regionale.
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