La dottrina della
predestinazione
, nella sua generalita, e una dottrina molto antica e la compiuta formulazione nel
mondo antico
e stata data dagli
Stoici
. Gia i tragici greci prevedevano che gli uomini fossero soggetti a un fato scritto dagli
dei
, a cui in
filosofia
corrispondevano dottrine della predestinazione (ad esempio, implicitamente, in
Parmenide
e
Senofane
). In particolare gli Stoici teorizzavano il
fato
come il destino ineluttabile scritto dagli dei o meglio dal
logos
. Il
logos
per il
panteismo
stoico e la ragione divina del cosmo nella sua globalita, concernente anche ogni singolo uomo.
Nel
cristianesimo
Paolo di Tarso
ha fatto dell'idea di predestinazione un punto di forza del suo pensiero e, al suo seguito, anche
teologi
come
Agostino di Ippona
,
Giovanni Calvino
, e
Karl Barth
hanno costruito la loro dottrina poggiando sulla stessa idea. D'altra parte le posizioni teologiche di questi autori hanno suscitato un buon numero di controversie lungo la storia:
Pelagio
nella chiesa antica e
John Wesley
nel
XVIII secolo
rappresentano due esempi di teologi che non davano spazio alcuno a questa categoria. La differenza di convinzioni su questa dottrina e continuata fino al presente.
Si puo in genere affermare che la dottrina della predestinazione comporta un aspetto piu ampio ed uno piu ristretto.
- L'aspetto ampio si riferisce al fatto che il
Dio trino
abbia preordinato tutto cio che deve accadere (
Efesini
1:11; cfr.
Salmo 2
). Dall'
eternita
Dio ha sovranamente determinato tutto cio che accade nella
storia
.
- L'aspetto o uso piu stretto del termine e che Dio abbia scelto dall'eternita un numero determinato di persone, destinandole ad essere in eterna comunione con Lui, accordando loro la
grazia
. Da questa idea alcuni concludono che Dio ha anche determinato che il resto dell'umanita, i "non scelti", vada per la sua strada, cioe segua la via del
peccato
fino alle sue estreme e giuste conseguenze (la
punizione eterna
). Essi intendono la dottrina della predestinazione come "doppia predestinazione". Altri invece, pur accettando l'idea che Dio scelga alcuni destinandoli alla salvezza, respingono decisamente l'idea di un
decreto
di riprovazione (
Romani
9:16-19) e di una "doppia predestinazione". Essi pensano che Dio dia a tutti gli uomini la grazia necessaria per la salvezza, collegano la riprovazione alla liberta dell'uomo, e tendono anche a vedere la grazia della predestinazione di alcuni in funzione della salvezza di altri.
Punto focale delle discussioni su questo tema e come si rapportino la volonta di Dio e la finalita del suo disegno con la liberta dell'uomo, il quale, a dire della Scrittura, e chiamato alla salvezza secondo due dimensioni: personale (ossia individuale) e collettiva (facendo parte di un popolo e di una famiglia umana).
Nella
Bibbia
esistono diversi termini che esprimono cio che nella nostra lingua chiamiamo
predestinazione
.
Nell'
Antico Testamento
un certo numero di termini fanno riferimento ai progetti e propositi di Dio:
- ???,
ay-tsaw'
, consiglio, proposito, come in Geremia 49:20; 50:45, Michea 4:12.
- ???,
ya?ats
, deliberazione, risoluzione, proposito, come in: Isaia 14:24;26-27; 19:12; 23:9).
- ????,
bachar
, scegliere, come in: Numeri 16:5-7; Deuteronomio 4:37; 10:15; Isaia 41:8; Ezechiele 20:5.
Nel
Nuovo Testamento
i termini col significato di "predestinare" sono ancora di piu:
- προορ?ζω,
prooriz?
, "predestinare", in Romani 8:29,30; Efesini 1:5-11.
- ?κλεκτ??,
eklektos
, "eletti", in Matteo 24:22ss; Romani 8:33; Colossesi 3:12.
- α?ρ?ομαι,
aihreomai
, "scegliere" in 2 Tessalonicesi 2:13.
- ?κλ?γομαι,
eklegomai
in 1 Corinzi 1:27ss, Efesini 1:4.
La dottrina non dipende, pero, solo dall'uso di alcune parole, perche, quando si studia la Bibbia nel suo complesso, si nota che la dottrina della predestinazione ha una certa importanza in entrambi i Testamenti.
Per comprendere la dottrina della predestinazione, e necessario avere ben chiari i presupposti biblici sulla quale si fonda. Pure gli avversari di questa dottrina basano le loro persuasioni su determinati presupposti. La questione, quindi, e come i primi possano conciliarsi con i secondi. E pertanto in questione il valore che diamo alla
Bibbia
e in che modo la interpretiamo.
Presupposto fondamentale della dottrina della predestinazione e
la concezione biblica di
Dio
. Egli e
l'eterno
, Colui che si pone al di sopra ed al di la del tempo e dello spazio. Non c'e infatti mai stato un tempo in cui non esistesse. Dio, cosi, non e soggetto al mutare del tempo e dello spazio (Malachia 3:6; Romani 1:20,21; Deuteronomio 33:27; Isaia 57:15).
Iddio, inoltre, e
sovrano
su ogni cosa come il
Creatore
, Sostenitore e Dominatore dell'universo.
"Benedissi l'Altissimo, lodai e glorificai colui che vive in eterno: il suo dominio e un dominio eterno e il suo regno dura di generazione in generazione. Tutti gli abitanti della terra sono un nulla davanti a lui; egli agisce come vuole con l'esercito del cielo e con gli abitanti della terra; e non c'e nessuno che possa fermare la sua mano o dirgli: ≪Che fai?≫"
(Daniele 4:34,35; cfr. Isaia 45:1ss; Romani 9:17ss; Efesini 1:11).
Iddio, poi, e
sovranamente giusto
, tanto che tutto cio che Egli fa e conforme alla perfezione della Sua natura (Geremia 23:6; 33;16; Romani 1:17; 10:3; 2 Pietro 1:1).
Nell'eternita Egli ha sovranamente stabilito i Suoi propositi e progetti, cosa che e ben al di la di quanto noi si possa pensare, concepire o comprendere. La creatura umana, quindi, puo conoscere i piani di Dio solo in quanto Egli glieli riveli (Geremia 23:18; Deuteronomio 29:29; Salmo 33:11; Isaia 46:10; 55:7SS; Ebrei 6:17).
Iddio ha rivelato i Suoi progetti e propositi all'umanita nella misura loro necessaria, attraverso i
profeti
dell'
Antico Testamento
, attraverso gli
scrittori apostolici
del
Nuovo Testamento
, ma soprattutto attraverso Suo Figlio
Gesu Cristo
, al quale sia profeti che apostoli rendono testimonianza. Era per divina rivelazione che i profeti potevano indicare la venuta del
Redentore
(Genesi 3:15; Deuteronomio 18:15; Isaia 53; Malachia 4:2; Ebrei 1:1ss), ed erano gli
apostoli
che potevano rendergli testimonianza e spiegare il significato della Sua vita, morte,
risurrezione
ed
Ascensione
(Atti 2:22ss; Giovanni 20:30ss).
Gli esseri umani, quindi, sono limitati nella loro comprensione dei propositi di Dio come sono stati loro rivelati, ed il loro significato ultimo, propositi e piani, devono rimanere un mistero. Inoltre, a causa dell'infinita ed eternita di Dio, l'essere umano semplicemente non lo puo completamente intendere, anche quando egli ne riceve rivelazione piena e completa.
Questo vuol dire che il rapporto di Dio con lo spazio e con il tempo non puo essere compreso da esseri spazio-temporali come noi, perche essi nemmeno comprendono il significato di
eternita
(cfr. Isaia 26:12ss; Daniele 4:24ss; Atti 2:22ss). E necessario, percio, quando si studia la dottrina biblica, tenere bene a mente questo mistero ultimo dell'essere di Dio.
A questo punto sorge la questione di come possa conciliarsi l'assoluta
sovranita di Dio
con la possibilita della liberta e responsabilita individuale dell'essere umano. La Bibbia, pero, afferma sia la sovranita di Dio che la liberta umana. Le osservazioni del patriarca Giuseppe ai Suoi fratelli (Genesi 45:4ss) e l'affermazione dell'apostolo Pietro sulla crocifissione di Cristo (Atti 2:23
"...quest'uomo, quando vi fu dato nelle mani per il determinato consiglio e la prescienza di Dio, voi, per mano di iniqui, inchiodandolo sulla croce, lo uccideste")
mettono in luce proprio questa duplice realta. La creatura, nell'eseguire i piani di Dio, anche non intenzionalmente, lo fa in modo libero e responsabile.
Coloro che rifiutano d'accettare l'insegnamento biblico sulla predestinazione devono fornirne, se possono, qualche altra spiegazione. Alcuni cristiani tentano di conciliare la
sovranita di Dio
con l'indipendenza umana, ma hanno difficolta nello spiegare le affermazioni della Bibbia come pure la loro fede nell'opera salvifica di Dio in Gesu Cristo. I non-cristiani hanno due scelte. Possono affermare l'esistenza ultima del destino, che distrugge ogni possibilita di responsabilita umana (perche non ci sarebbe alcuno verso cui siano responsabili), il pensiero logico e quindi la conoscenza scientifica. L'altra opzione e quella di un completo
determinismo
che comporta un risultato simile, perche non si tratterebbe altro che del "caso". Sebbene il punto di vista biblico non possa essere pienamente razionalizzato secondo le nostre leggi spazio-temporali, esso e il solo che renda possibile sia responsabilita che liberta.
Per comprendere l'insegnamento biblico sulla predestinazione, dobbiamo prendere le mosse dal racconto della
Caduta
, che pure era compresa nel piano eterno di Dio. Al tempo stesso, come Paolo rileva in Romani 1:18ss, il rifiuto umano di riconoscere Dio come sovrano e la sua volontaria cecita di fronte al comando di Dio, attirano su di lui l'
ira di Dio
e la condanna. Fondamentalmente, quindi, ogni essere umano e condannato perche rifiuta di riconoscere la signoria di Dio e di essere, esso stesso, solo una creatura. Eppure, nonostante la disubbidienza e la ribellione, Dio non abbandona le creature umane al loro ineluttabile destino. Da una parte Egli pone un limite, per la Sua grazia, alla loro
peccaminosita
, affinche persino i peccatori di questo mondo realizzino molto che possa considerarsi vero e buono. D'altro canto, proprio quando la creatura umana inizia il suo decadimento, Dio promette un Redentore che avrebbe "schiacciato il capo" al
tentatore
e ristabilito ogni cosa (Genesi 3:15
"Io porro inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccera il capo e tu le ferirai il calcagno"
). E cosi che, sin dall'inizio, il proposito della redenzione viene intessuto inestricabilmente nella storia umana.
A causa della peccaminosita della creatura umana, pero, essa non avrebbe liberamente perseguito la riconciliazione e la pace con il Creatore. Lo si vede nella
storia di Caino
, nel canto di
Lamech
e nella peccaminosita dell'umanita antidiluviana (Genesi 2-5). Al tempo stesso vi e una minoranza fedele che discende da Seth fino a
Noe
, chiamata a sopravvivere al diluvio e portare avanti la linea di coloro che sarebbero stati ubbidienti a Dio ed avrebbero confidato della divina promessa di redenzione.
Abramo
appartiene a questa linea. Dio lo chiama ad uscirsene fuori da
Ur dei Caldei
. Attraverso la discendenza del nipote
Giacobbe
(Genesi 12), Dio stabilisce (sceglie)
Israele
come Suo popolo nel mondo pre-cristiano. Tutto questo e risultato della
grazia
divina, riassunta nell'
Alleanza
che Dio stabilisce con
Abramo
,
Isacco
e
Giacobbe
. Sebbene in questa fase si dica poco nella Genesi sulla divina elezione e riprovazione, quando si giunge alla differenziazione fra
Giacobbe
ed
Esau
, diventa evidente come gia prima che nascessero ed avessero fatto alcunche di bene o di male,
Giacobbe
e scelto ed
Esau
respinto, benche fossero gemelli (Genesi 25:19ss; Malachia 1:3; Romani 9:10-13
"poiche, prima che i gemelli fossero nati e che avessero fatto del bene o del male (affinche rimanesse fermo il proponimento di Dio, secondo elezione, che dipende non da opere, ma da colui che chiama) le fu detto: ≪Il maggiore servira il minore≫; com'e scritto: ≪Ho amato Giacobbe e ho odiato Esau≫"
). Qui abbiamo, secondo l'interpretazione calvinista, la prima chiara affermazione della dottrina della doppia predestinazione.
Oltre a quanto gia citato nel paragrafo precedente, vi sono, nell'
Antico Testamento
incontrovertibili evidenze della dottrina dell'elezione. Da una parte e affermato che
Israele
e il popolo che Dio ha eletto come proprio, non per cio che avrebbe potuto offrirgli, ma solo sulla base della grazia di Dio e della Sua scelta sovrana (Deuteronomio 7:7ss; Isaia 41:8,9; Ezechiele 20:5). Inoltre, sia da Israele che da altre nazioni, Iddio elegge liberamente individui che portino avanti la Sua volonta nella storia per la benedizione di Israele (1 Samuele 16:1ss; Isaia 45:1ss; 1 Cronache 28:1). D'altro canto, benche tutto Israele e da considerarsi eletto (Is 43,1-7), tale elezione sul piano della storia e condizionata alla sua fedelta (Es 19,5-6). Percio in senso piu stretto solo un residuo fedele rappresenta la scelta da Dio (Isaia 1:9; 10:21ss; 11:11ss; Geremia 23:3; 31:7). L'apostolo Paolo chiama questi:
"un residuo eletto per grazia"
(Romani 11:5).
Per tutto l'
Antico Testamento
vi e un riferimento costante a Colui che sarebbe venuto per redimere il popolo di Dio, non solo Israele propriamente detto, ma anche i Suoi eletti da ogni razza e nazione. Sebbene sia adombrata questa vasta elezione e
redenzione
nella storia di individui come
Ruth
e
Naaman
, sono i profeti a presentare molto chiaramente la vastita della grazia di Dio che elegge (Isaia 11:10;56; Michea 5:8; cfr. Romani 9:24,30; 11:12,13; Atti 15). Tutti coloro che sono eletti e predestinati a diventare il popolo di Dio, non solo fra gli Ebrei, ma anche fra ogni nazione, sarebbero entrati a far parte dell'
Alleanza
. Lo avrebbero fatto, pero, solo attraverso Colui che sarebbe stato il Mediatore eletto (Isaia 42:1ss; 53:1; cfr. Matteo 12:8).
Il
Nuovo Testamento
conferma, espande e chiarisce la predestinazione com'e presentata nell'Antico. Non c'e alcun tentativo di respingerla o di alterarla, ma la sua prospettiva universale viene presentata con maggiore chiarezza. Cristo afferma di essere il Mediatore di cui si parlava nell'Antico Testamento, e che Dio Padre gli ha affidato la gente che lo comprende e segue (Marco 1:15; Luca 4:21; Giovanni 5:39; 10:14ss).
Gesu, inoltre, afferma chiaramente di essere venuto per deporre la Sua vita per la Redenzione dei molti. Questo afferma davanti ai discepoli (Mc 10,45: Mt 20,18) e nelle parole solenni pronunciate sul calice ("il mio sangue versato per molti": Mc 14,22-24). Questo tema dei molti si muove nel Nuovo Testamento tra particolarita e universalita. Cosi, per esempio, in Giovanni 10 e nella preghiera che Gesu rivolge a Dio Padre in favore dei Suoi (Gv 17:9) si mettono in luce aspetti particolari e di gruppo, mentre altri testi sottolineano la rilevanza universale dell'operato da Gesu (Gv 3,17; 1Gv 4,14). Infatti, come Figlio di Dio fattosi uomo, la Sua vita, morte e risurrezione ha un valore universale e sufficiente per meritare la salvezza di ogni singolo essere umano, ma si tratta sempre di una salvezza data da Dio in modo personale e non automatico e che percio l'uomo e in grado di rifiutare. Cristo realizza cosi l'insegnamento dell'
Antico Testamento
sulla predestinazione.
Questa e pure la posizione degli
apostoli
. Il libro degli
Atti
fornisce numerosi esempi dell'insegnamento apostolico su questa questione. Nel suo sermone a
Pentecoste
Pietro da chiare indicazioni sulla
sovranita di Dio
e sulla responsabilita umana (Atti 2:14ss). Il discorso di
Stefano
nel capitolo 7, quel che dice Pietro a Cornelio (Atti 10:24ss), e vari altri brani, presentano le stesse dottrine. Nelle lettere di Pietro e Giovanni, come pure nell'
Apocalisse
i temi della
Sovranita di Dio
, della responsabilita umana, dell'elezione di Dio e della predestinazione di uomini e donne, riappaiono costantemente.
Lo scrittore apostolico che da la piu chiara esposizione di queste dottrine, pero e
l'apostolo Paolo
. Sebbene egli si riferisce alla dottrina della predestinazione in diversi contesti, egli la espone in dettaglio in Romani 8:29-11:36 e la chiarisce ulteriormente in Efesini 1. In questi brani egli mette in evidenza la condizione disperata dell'essere umano nella sua condizione di peccatore ed il fatto che, a causa della disubbidienza e della ribellione umana, Dio lo lascia indurirsi nella sua peccaminosita (Romani 9:14ss), come fece in Egitto con il faraone (Es 4ss). Al tempo stesso, pero, Egli concede la sua grazia ai suoi eletti dall'eternita, redimendoli e
giustificandoli
in Gesu Cristo (Romani 10:11ss; Efesini 1:4ss). In tutto questo si rivela il mistero della
Sovranita di Dio
e della responsabilita umana (Romani 9:19; 11:3) ed in ogni cosa si rende manifesta la gloria della
giustizia
di Dio (Romani 9:16ss).
La predestinazione, intesa come il decreto di Dio dall'inizio dei tempi di salvare una parte dell'umanita e condannare il resto, viene sostenuta per la prima volta da Agostino nella storia della Chiesa. Infatti i primi Padri della Chiesa, seppure non avessero mai formulato concretamente una dottrina sul libero arbitrio, concentrandosi invece su altre questioni piu rilevanti al tempo, non credevano affatto nella predestinazione come sarebbe stata formulata da Agostino, ma credevano invece in un "sinergismo tra la grazia ed il libero arbitrio", come ammette lo storico e teologo calvinista Loraine Boettner nel suo libro "The Reformed Doctrine of Predestination"
[1]
.
La dottrina della predestinazione calvinista si basa principalmente su alcuni passi della Bibbia, tra cui Romani 9, Efesini 1 e Giovanni 6, le cui conclusioni pero non sono condivise da tante altre figure del cristianesimo passate e presenti che riaffermano il libero arbitrio dell'uomo, cioe la capacita di accettare o rigettare la salvezza offerta da Dio. Piu recentemente infatti si sono sviluppate interpretazioni diverse sulla dottrina della predestinazione, sostenendo per esempio che l'elezione che viene trattata nel nono capitolo di Romani non tratta della salvezza di un gruppo di eletti da Dio e del resto invece condannato sempre da Lui, ma dell'elezione di Israele come popolo, e del suo indurimento che Dio ha usato per portare a termine il suo piano della salvezza attraverso Gesu Cristo.
Attualmente gli studiosi si dividono in diverse posizioni per quanto riguarda la dottrina della predestinazione. Alcuni seguono la linea classica della tradizione riformata e intendono l'elezione e la predestinazione come la scelta che Dio fa dei salvati e dei reprobi (doppia predestinazione), altri invece la riferiscono alla scelta di alcuni (gli eletti) in favore di tutti gli altri, i quali hanno pure un ruolo nel disegno divino. C'e chi sostiene la predestinazione come viene intesa generalmente dagli arminiani, cioe il decreto onnisciente di Dio di salvare coloro che nella loro vita mostreranno fede in Lui. C'e infine chi sostiene che la predestinazione si riferisca al decreto di Dio di eleggere come suo popolo chiunque abbia creduto nel sacrificio di Cristo, sacrificio offerto a tutti, entrando cosi di diritto tra gli "eletti" di Dio. Quest'ultima posizione viene definita "tradizionalista" dalla Southern Baptist Convention.
La dottrina della predestinazione e associata prevalentemente alla fede cristiana, ma e dibattuta anche altrove, ad esempio nell'
Islam
dove, nel suo periodo scolastico, la posizione ortodossa era fortemente predestinazionalista, ma alcuni teologi, i
Mutazaliti
, mettevano in rilievo il
libero arbitrio
.
Nel primo secolo della chiesa cristiana, la predestinazione non era dibattuta in quanto prevalevano questioni in merito alla
Trinita
ed alla natura di
Cristo
. Nelle
Chiese ortodosse
questo e rimasto il caso (con eccezioni minori, in particolare
Cyril Lucar
nel
XVI secolo
).
Nella chiesa dell'Occidente la questione e sollevata da
Pelagio
, secondo cui l'essere umano ha la liberta di accettare o di respingere Dio. Questa posizione e contestata dal teologo
Agostino di Ippona
, per il quale la volonta umana e asservita al
peccato
, che la grazia e necessaria per poter scegliere Dio, e che questa grazia e concessa solo a coloro che ad essa sono predestinati. La posizione di Agostino e sostenuta dal
Sinodo di Orange
(
529
), ma a causa delle
invasioni barbariche
, gli incontri e le discussioni teologiche fra i cristiani sono rese molto difficili. Una scia delle discussioni sul
pelagianesimo
avviene al tempo di
Carlo Magno
. Il monaco
Gotescalco
apparentemente sosteneva che Dio attivamente vuole che il non-eletto sia dannato, posizione respinta dal
Sinodo di Quiercy
nell'
849
.
La rinascita
medioevale
dell'erudizione, intorno al
1050
produce scuole ed universita in abbondanza. La
teologia
e considerata "la regina delle scienze", chiave per la comprensione della realta. Compito dello
scolasticismo
e quello di riconciliare la fede cristiana con il retaggio riscoperto della
filosofia
classica, in pratica armonizzare
fede
e
ragione
. Nel tardo Duecento, dopo
Pietro Lombardo
,
Bonaventura
,
Alberto Magno
,
Tommaso d'Aquino
e molti altri studiosi, il compito sembrava completato con diversi sistemi scolastici disponibili. La predestinazione era generalmente trattata nel contesto di Dio come Supremo Intelletto, che predestina sulla base del fatto che Egli prevede le scelte che avrebbe compiuto l'individuo (perche per Dio tutte le scelte temporali sono "presenti"; Egli si pone fuori dal
tempo
).
Questa "soluzione", pero, viene presto attaccata. Con
Duns Scoto
e specialmente con
Guglielmo di Ockham
ed i suoi seguaci nel
Trecento
, Dio e visto come Volonta sovrana, ed il problema della predestinazione si sposta su quel piano. Come possono essere libere le scelte umane, se sono previste? Come puo Dio essere chiamato pienamente sovrano, se la Sua volonta e legata in anticipo alle scelte umane? Le intricate controversie che seguono sembrano sollevare problemi insolubili. Ci sono, cosi, delle reazioni:
Thomas Bradwardine
fa tornare in auge una stretta concezione agostiniana, sottolineando la divina predestinazione come base di un universo ordinato. Da un punto di vista diverso,
John Wycliffe
e
Jan Hus
sottolineano l'elezione come concetto teologico chiave e considerano la chiesa come comunione degli eletti, coloro che gia sono salvati, piuttosto che la fonte di aiuti, disperatamente necessari, ai fini della salvezza.
I
riformatori protestanti
seguono questa linea.
Martin Lutero
,
Ulrico Zwingli
e
Giovanni Calvino
sostengono tutti la predestinazione: la vera chiesa e formata dagli eletti (Lutero in questo si oppone a
Erasmo da Rotterdam
: la necessita della grazia incondizionata per poter essere in grado di scegliere per Dio). Questo approccio fortemente agostiniano, pero, non e esente da critiche. Nella stessa
chiesa luterana
la forte controversia "sinergista" del tardo
Cinquecento
e suscitata dal tentativo di
Filippo Melantone
di garantire un qualche ruolo alla volonta umana. Simili dibattiti sorgono pure all'interno del
Calvinismo
sull'insegnamento di
Arminio
, condannato al
Sinodo di Dordrecht
nel
1618
-
1619
. Lo scolasticismo protestante raffina i termini della questione e comporta dispute fra coloro che appoggiano il
sopralapsarianismo
e l'
infralapsarianismo
, le controversie nelle
chiese ugonotte
sull'insegnamento di
Moise Amyraut
e simili. Dopo il declino dello scolasticismo protestante ed il sorgere del
pietismo
, "religione del cuore", la questione risorge con il
metodismo
, che favorisce l'
arminianesimo
, e
George Whitefield
un "metodismo calvinista".
Nel
cattolicesimo
post medioevale, la questione viene sollevata diverse volte. Il
Concilio di Trento
cerca di tenere insieme la priorita dell'azione di Dio che si rivolge all'uomo e la responsabilita dell'uomo nel compiere il destino voluto da Dio. Il
Decreto sulla giustificazione
del Concilio di Trento del 1547 condanna la teoria della
doppia predestinazione
, laddove al canone 17 dice: “Se qualcuno afferma che la grazia della giustificazione viene concessa solo ai predestinati alla vita, e che tutti gli altri sono bensi chiamati ma non ricevono la grazia in quanto predestinati al male per divino volere: sia anatema”. Gli insegnamenti di
Luis de Molina
(m.
1600
) suscitarono molte controversie, con i
Gesuiti
che tendevano ad appoggiarlo e i
Domenicani
ad opporlo in un complesso tentativo di accordare un ruolo alla volonta umana nel processo della
salvezza
. Circa negli stessi anni,
Michele Baio
a Lovanio, seguito da
Cornelius Jansen
ritornano ad un rigido agostinismo. Il
giansenismo
produsse una notevole controversia (
Blaise Pascal
difende il giansenismo) che alla fine origino un mini-scisma (la
Chiesa vetero-cattolica
di
Utrecht
, dal
1713
).
L'interesse per la tradizionale argomentazione teologica si oscura nell'
Ottocento
, ma il problema riappare in altre aree. Se l'universo e determinato da leggi
scientifiche
, come puo l'uomo avere libero arbitrio? Se le azioni umane sono in un certo senso determinate da quelle leggi, com'e possibile una qualsiasi scienza economica, scienza politica o scienza della storia? Se l'ereditarieta e l'ambiente determinano le azioni, come possono i tribunali punire i criminali (se essi fanno solo quel che sono stati determinati a fare)?
Nel
ventesimo secolo
la versione dell'ortodossia protestante di
Karl Barth
ha fatto tornare a discutere sulla predestinazione. Barth cerca di "risolvere" le controversie precedenti dicendo che
Cristo
e l'eletto e l'umanita ha la possibilita di essere eletta in lui; cio implica una possibilita di
universalismo
, che secondo Barth non puo essere ne affermata ne esclusa.
Per riassumere, la predestinazione ed i dibattiti che essa suscita trattano di un problema ricorrente, sia in
teologia
che in altri campi: il rapporto fra la liberta umana ed un universo che sembra in qualche modo predeterminato.
- Matthew Levering,
Predestination. Biblical and Theological Paths
, New York, Oxford University Press, 2011.
- Aldo Magris,
Destino, provvidenza, predestinazione: dal mondo antico al cristianesimo
, Brescia, Morcelliana, 2008 (nuova edizione ampliata 2016).
- Giorgio Tourn,
La predestinazione nella Bibbia e nella storia
, Torino, Claudiana, 2008.