La
Postilla Amiatina
e un documento del
1087
che rappresenta una delle piu importanti testimonianze del passaggio in
Italia
dal
latino
al
volgare
.
Il documento, consistente in un frammento di poche righe, e effettivamente una
postilla
a un
atto notarile
redatto da un tal notaio Rainerio nel
1087
; la carta riporta la donazione dei coniugi Miciarello e Guadrada al monastero di
Abbadia San Salvatore
, sul
Monte Amiata
, da cui deriva la denominazione delle righe in esame.
La rilevanza di questo testo e dovuta al fatto che costituisce una delle prime forme pervenute di espressione del
volgare
. Essa segnala come il latino, la lingua ufficiale, sia ormai diventato vincolante rispetto ad una "lingua del popolo". Il volgare non si distingue ancora dal latino, ma manifesta gia una sua identita, che si nota dal suo utilizzo in un contesto che si sottrae dall'ambito formale del documento ufficiale.
≪Ista cartula est de caput coctu
ille adiuvet de illu rebottu
qui mal consiliu li mise in corpu≫
≪Questa carta e di Capocotto
lo aiuti da quel ribaldo
che gli mise in corpo un cattivo consiglio≫
Dalla Postilla emerge un volgare con scarsa autonomia grafica. Il notaio utilizza scritture ancora di chiara derivazione latina ma che probabilmente avevano gia la pronuncia del volgare: ad esempio
est
veniva pronunciato gia
e
,
caput-coctu
diventava
capucottu
e
qui
si diceva
chi
.
E da notare anche il finale in
?u
di
coctu, ribottu, consiliu
e
corpu
che rivela una conservazione ancora tipica dell'Amiata.
Mal, li e corpu
sono termini di natura volgare.
L'espressione
caput-coctu
, tradotta
Capocotto
, ha il significato di ”testa calda”, “ubriaco” o innamorato” e sembra riferirsi a Miciarello. Da queste prime battute la postilla presenta subito un tono scherzoso e scanzonato che rivela una confidenza familiare del notaio.
Il termine
rebottu
sembra derivare dal
francese
ribaut
, quindi ribaldo, parola che indica il Malvagio, il
Diavolo
. L'intenzione viene definita dal notaio
mal-consiliu
, termine che richiama il diavolo, elemento estraneo al contesto, al fine di invalidare cosi il documento. Questa interpretazione viene pero screditata dal fatto che l'esemplare custodito nell'
abbazia
e originale e difficilmente i monaci avrebbero potuto accettare una tale dichiarazione, non valida. Il notaio allude probabilmente a qualche colpa di cui Miciarello si era macchiato o ad un errore in cui era incorso durante la sua vita. Ma c'e anche un'altra interpretazione, che l'iscrizione testimoniasse una donazione effettuata da Miciarello, al fine appunto di espiare il peccato commesso. Si puo ritenere anche che essa sia una clausola cautelativa destinata a garantire la restituzione di un qualche
prestito
, da annullarsi successivamente all'estinzione del
debito
.