Gaio Plinio Secondo
, conosciuto come
Plinio il Vecchio
[1]
(in
latino
Gaius Plinius Secundus
[1]
;
Como
,
23
[1]
[2]
?
Stabia
,
25 agosto
79
), e stato uno
scrittore
,
naturalista
,
filosofo naturalista
,
comandante militare
e
governatore provinciale
romano
.
Caratterizzato da un'insaziabile curiosita, Plinio scrisse molte opere, tra cui si ricordano: il
De iaculatione equestri
; il
De vita Pomponii Secundi
, biografia in due libri del
poeta
tragico
Publio Pomponio Secondo
, di cui era devoto amico; i
Bellorum Germaniae libri XX
; gli
Studiosi libri III
, manuale sulla formazione dell'oratore; i
Dubii sermonis libri VIII
, su questioni grammaticali; e gli
A fine Aufidii Bassi libri XXXI
, sulla storia dell'Impero dal periodo in cui si interrompeva la storia di
Aufidio Basso
[1]
. Tutte queste opere sono ad oggi perdute, tranne per pochi frammenti
[1]
.
L'unica opera pervenutaci integralmente e il suo capolavoro, la
Naturalis historia
[1]
[2]
; una vasta
enciclopedia
, termine coniato dallo stesso Plinio, che tratta di
astronomia
,
geografia
,
antropologia
,
zoologia
,
botanica
,
materiali
,
medicina
,
metallurgia
,
mineralogia
e
arte
[1]
[2]
. L'opera enciclopedica e il risultato di un'enorme mole di lavoro di preparazione condotto su oltre 2 000 volumi di piu di 500 autori
[1]
. Tale opera, letta e studiata nei secoli successivi, specialmente nel
Medioevo
e nel
Rinascimento
, rappresenta oggi un documento fondamentale delle conoscenze scientifiche dell'antichita
[1]
.
La fama di Plinio e anche legata alla sua morte, di cui ci e testimone il nipote-figlio adottivo
Plinio il Giovane
. Plinio il Vecchio era a capo della flotta romana stanziata a
Capo Miseno
, quando si verifica una delle piu grandi catastrofi della storia, l'
eruzione del Vesuvio del 79
[1]
. Corso in aiuto di una sua amica,
Rectina
, e degli altri abitanti di
Stabia
, Plinio non fu piu in grado di lasciare il porto della citta e mori per le esalazioni del vulcano.
Gaio Plinio Secondo nacque sotto il consolato di
Gaio Asinio Pollione
e di
Gaio Antistio Vetere
[3]
. Dopo anni di discussione sul luogo della sua nascita tra Como o Verona, si e giunti ad identificare Como (Novocomum) come citta natale. A sostegno della tesi veronese ci sono dei manoscritti in cui e possibile leggere
Plinius Veronensis
e il fatto che Plinio stesso, nella sua prefazione, citi
Gaio Valerio Catullo
come proprio
conterraneus
(e Catullo era di Verona). Ad avvalorare, invece, l'idea di Como come luogo di nascita, e
san Girolamo
che, nella sua
Cronaca
, unisce il nome di Plinio all'epiteto di
Novocomensis
.
Prima del 35 d.C. suo padre lo porto a
Roma
e affido la sua istruzione ad uno dei suoi amici, il poeta e generale
Publio Pomponio Secondo
, dal quale Plinio acquisi il gusto di apprendere, come prova il fatto che citasse di aver visionato alcuni manoscritti delle orazioni dei
Gracchi
nella biblioteca del suo tutore, al quale dedico piu tardi una biografia. Plinio cita, inoltre, con deferenza i grammatici e retori
Quinto Remmio Palemone
ed
Arellio Fusco
[4]
e quindi fu certamente loro seguace. A Roma studio anche
botanica
, ossia l'
ars topiaria
di Antonio Castore ed esamino le piante di
loto
un tempo appartenute a
Marco Licinio Crasso
.
Pote anche contemplare la vasta struttura costruita da
Nerone
, la
Domus Aurea
[5]
, ed assistette probabilmente al trionfo di
Claudio
sui
Britanni
nel
44
[6]
.
Presto poi servizio in Germania nel 47 agli ordini di
Gneo Domizio Corbulone
, partecipando alla sottomissione dei
Cauci
ed alla costruzione del canale tra il
Reno
e la
Mosa
e, dalla sua esperienza come giovane comandante di un corpo di cavalleria (
praefectus alae
), trasse, nel corso degli stazionamenti invernali all'estero, un opuscolo sull'arte del lancio del giavellotto a cavallo (
De iaculatione equestri
), mentre in
Gallia
ed in
Spagna
annoto il significato di un certo numero di parole celtiche ed ebbe modo di vedere le localita associate alle campagne militari di
Germanico
; anzi, sui luoghi delle vittorie di
Druso
, sogno che il vincitore lo pregava di trasmettere alla posterita le sue imprese
[7]
. Accompagno poi probabilmente Pomponio, amico di suo padre, in spedizione contro i
Catti
nel 50.
Sotto
Nerone
, visse soprattutto a Romaː infatti cita, probabilmente per averla vista di persona, la carta d'
Armenia
e gli accessi del
mar Caspio
che fu ceduto a Roma dal personale di Corbulone nel 59
[8]
. Nel frattempo, completava i venti libri della sua
Storia delle guerre germaniche
, solo lavoro di riferimento citato nei primi sei libri degli annali di
Tacito
e si dedico alla grammatica e la retorica.
Sotto il regno del suo amico
Vespasiano
, torno, comunque, al servizio di Roma come procuratore nella
Gallia Narbonense
(70) e nella
Spagna romana
(73), visitando anche la
Gallia Belgica
(74). Durante il suo soggiorno in Spagna, si dedico all'esame dell'agricoltura e alle miniere del paese, oltre a visitare l'
Africa
[9]
. Al suo ritorno in
Italia
, accetto, poi, un incarico di Vespasiano, che lo consultava prima di partecipare alle sue occupazioni ufficiali e, alla fine del suo mandato, dedico la maggior parte del suo tempo ai suoi studi
[10]
.
Plinio il Giovane
, suo nipote, ce lo rappresenta, infatti, come un uomo dedito allo studio e alla lettura, intento ad osservare i fenomeni naturali e a prendere continuamente appunti, dedicando poco tempo al sonno e alle distrazioni.
Il racconto della sua morte, contenuto in una lettera del nipote Plinio il Giovane, ha contribuito all'immagine di Plinio come
protomartire della scienza sperimentale
(definizione di
Italo Calvino
), anche se, sempre secondo il resoconto del nipote, si espose al pericolo anche per recare soccorso ad alcuni cittadini in fuga dall'eruzione, in quanto comandante della flotta di stanza a
capo Miseno
. Infatti, in occasione dell'
eruzione del Vesuvio del 79
che seppelli
Pompei
ed
Ercolano
, si trovava a
Miseno
come
praefectus classis Misenensis
. Volendo osservare il fenomeno il piu vicino possibile e volendo aiutare alcuni suoi amici in difficolta sulle spiagge della baia di
Napoli
, fra le quali
Rectina
, parte con le sue
galee
, che attraversano la baia fino a
Stabiae
(oggi
Castellammare di Stabia
) dove muore, probabilmente soffocato dalle esalazioni vulcaniche, a 56 anni
[11]
.
L'elenco delle opere di Plinio ci e fornito dal suo stesso nipote, dal quale si apprende, in perfetto stile pinacografico, anche l'argomento di esse (Plin.,
Epist.
, III, 5):
- De iaculatione equestri
("Sull'arte di lanciare da cavallo"), in un solo libro, frutto della sua esperienza di ufficiale di cavalleria.
- De vita Pomponii Secundi
, due libri biografico-encomiastici sulla vita di Pomponio Secondo, poeta tragico a cui era legato da amicizia.
- Bella Germaniae
, venti libri sulle
guerre romane in Germania
, scritti per onorare la memoria di
Druso Nerone
, che servirono, come gia detto, a
Tacito
per i suoi
Annales
.
- Studiosus
("Il letterato"), tre libri in sei volumi sulla formazione dell'oratore tramite lo studio dell'eloquenza.
- Dubius sermo
("I dubbi di lingua"), otto libri su problemi linguistici e grammaticali che presentavano oscillazioni e incertezze nell'uso, tenuti in gran conto dai grammatici posteriori. Furono scritti negli ultimi tempi del regno di Nerone, nel 67-68.
- A fine Aufidi Bassi
("Continuazione della Storia di Aufidio Basso"), trentuno libri di storia che riprendevano la narrazione da dove l'aveva conclusa
Aufidio Basso
, ovvero dalla morte dell'imperatore
Claudio
; furono una storia contemporanea, sicuramente basata sui ricordi personali dell'autore. Quest'opera e citata da
Tacito
[12]
e influenzo
Gaio Svetonio Tranquillo
e
Plutarco
.
- Naturalis historia
, in 37 libri; e l'unica opera pervenutaci, di carattere enciclopedico, nella quale Plinio raccoglieva una grande parte dello scibile della sua epoca, a partire da ben 160 rotoli di appunti compilati nell'anno 73, quando
Larcio Licino
, il legato pretore di
Spagna Tarraconense
, provo invano a comperarli per quattrocentomila sesterzi.
La
Naturalis historia
, come detto, fu pubblicata nell'anno
77
; gia nel titolo l'opera si presenta come ricerca di carattere enciclopedico sui fenomeni naturali: il termine
historia
riprende il greco ?στορ?α (
indagine
), e va notato che la formula ha dato la denominazione alle scienze biologiche, cioe alla
storia naturale
nel senso moderno della locuzione.
Il primo libro fu completato dal nipote Plinio il Giovane dopo la morte dello zio e contiene la dedica a Tito, il sommario dei libri successivi ed un elenco delle fonti per ciascun libro. L'enciclopedia tratta svariati temi, dal generale al particolare: dopo la descrizione dell'universo (II libro), si passa a
geografia
ed
etnografia
del
Bacino del Mediterraneo
(III-VI libro), per poi trattare di
antropologia
(VII libro) e
zoologia
(VIII-XI libro).
Plinio si occupa, poi, del regno vegetale e minerale, con la
botanica
e l'agricoltura (XII-XIX libro), la
medicina
e le piante medicinali (XX-XXVII libro), oltre ai medicamenti ricavati dagli animali (XXVII-XXXII libro). Con la
mineralogia
(XXXIII-XXXVII libro), trattando della lavorazione dei metalli e delle pietre, contiene anche una lunghissima digressione sulla storia dell'arte dell'antichita, in particolare riguardo alla statuaria, alla pittura e all'architettura (ma non mancano notizie relative ai mosaici e ad opere di altro tipo). Infine, egli esprime la sua opinione riguardo al progresso, al quale si mostra assolutamente contrario, in quanto visto come forma di violenza sulla natura.
In sostanza, si tratta di un'opera che risente della fretta di un autore che legge e registra tutto quanto va apprendendo, con lo sforzo di mettere ordine nell'immensa materia. Sebbene non si possa chiedere all'autore originalita ed esattezza scientifica, si deve riconoscere l'altissimo valore antiquario e documentario dell'opera, e l'enciclopedismo pratico dell'autore, spesso attento a credenze superstiziose e gusto del fantastico. Non mancano, inoltre, informazioni errate o dati "gonfiati", ad esempio nella descrizione del teatro di Pompeo e di quelli di Curione e Scauro
[13]
.
I suoi
indices auctorum
sono, in alcuni casi, le autorita che lui stesso ha consultato (benche cio non sia esauriente) e a volte questi nomi rappresentano gli autori principali sull'argomento, che sono conosciuti soltanto di seconda mano, anche se Plinio riconosce sinceramente i suoi obblighi a tutti i suoi predecessori in una frase che merita d'essere proverbiale
[14]
.
Verso la meta del
III secolo
, un riassunto delle parti geografiche delle opere di Plinio e realizzata da
Solino
e, all'inizio del
IV secolo
, i passaggi medici sono riuniti nella
Medicina Plinii
. All'inizio dell'
VIII secolo
,
Beda il Venerabile
possiede un manoscritto di tutte le opere. Nel IX secolo,
Alcuino
invia a
Carlo Magno
una copia dei primi libri (Epp. 103, Jaffe) e Dicuilo riunisce estratti delle pagine di Plinio per la sua
Mensura orbis terrae
(C, 825). I lavori di Plinio acquisiscono grande stima nel Medioevo. Il numero di manoscritti restanti e di circa 200, ma il piu interessante e tra i piu vecchi e quello di
Bamberga
, contenente soltanto i libri dal XXXII al XXXVII.
Roberto di Cricklade
, superiore del St Frideswide a
Oxford
, indirizza al re
Enrico II
un
Defloratio
, contenente nove volumi di selezioni prese da uno dei manoscritti di questa. Fra i manoscritti piu vecchi, il
codex Vesontinus
, precedentemente conservato a
Besancon
(
XI secolo
), e oggi sparso in tre citta: a Roma, a
Parigi
, e l'ultimo a
Leida
(dove esiste anche una trascrizione del manoscritto totale).
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g
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URL consultato il 26 settembre 2018
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URL consultato il 26 settembre 2018
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