Pierre Daunou

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Pierre Claude Francois Daunou

Pierre Claude Francois Daunou ( Boulogne-sur-Mer , 18 agosto 1761 ? Parigi , 20 giugno 1840 ) e stato un politico , storico e archivista francese .

Figlio di Pierre Daunou, chirurgo di Boulogne-sur-Mer, e di Marie-Antoinette-Peronne Sauzet, Pierre Daunou fu prima allievo e poi insegnante presso gli Oratoriani . Ordinato prete nel 1787 , insegno lettere , filosofia e teologia in numerosi collegi oratoriani. Pubblico il discorso Influence litteraire de Boileau (1787), premiato dall' Academie de Nimes e Memoire sur l'origine, l'etendue et les limites de l'autorite paternelle (1788) che distinse l' Accademia di Berlino .

Durante la rivoluzione francese

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Durante la rivoluzione francese Daunou abbraccio le "idee nuove" e, avendo preso partito per la costituzione civile del clero , divenne vicario generale del vescovo costituzionale del dipartimento di Pas-de-Calais ( 1791 ). Il 9 settembre 1792 venne eletto alla Convenzione Nazionale in rappresentanza di questo dipartimento [1] , dove si distinse per la sua moderazione. Si oppose alla messa in giudizio di Luigi XVI (pubblico a tal proposito le Considerations sur le proces de Louis XVI ) e, per spirito di moderazione, il 20 gennaio 1793 voto in favore della reclusione fino alla pace seguita alla deportazione [2] .

Ideo un programma completo per l' istruzione pubblica e deposito una mozione d'ordine riguardo al lavoro d'elaborazione della costituzione (aprile 1793 ).

Durante il Consolato e l'Impero

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Pierre Daunou, David d'Angers (1840).

Tornato in Francia al momento del colpo di Stato del 18 brumaio , al quale aveva collaborato [3] , fece parte, il 19 brumaio anno VIII (10 novembre 1799 ), della commissione intermediaria del potere legislativo e contribui alla redazione della Costituzione dell'anno VIII . Pubblico nel 1799, su richiesta di Napoleone Bonaparte , un Essai historique sur la puissance temporelle des papes ( Saggio storico sul potere temporale dei papi ).

Chiamato al Conseil d'Etat il 3 nevoso anno VIII (24 dicembre 1799), rifiuto questo posto, ed entro fin dal giorno seguente al Tribunato , di cui divenne presidente. A causa della sua eccessiva indipendenza e dei suoi discorsi contro l'autorita eccessiva dei prefetti e dell'organizzazione dei tribunali speciali , lo fecero ammettere come "ideologo" alla prima eliminazione del 1802 .

Rifiuto di nuovo il Conseil d'Etat, cosi come la direzione della pubblica istruzione e, il 24 frimaio anno XIII (15 dicembre 1799), accetto soltanto le funzioni di archivista del Corpo legislativo come sostituto di Armand-Gaston Camus e nel 1810 la croce di cavaliere della Legion d'onore .

Di spirito troppo indipendente per continuare ad occuparsi di politica, Daunou si dedico allora all'organizzazione di biblioteche e archivi e divenne nel 1804 "Guardia generale" degli Archivi dell'Impero e censore imperiale nel 1810.

  1. ^ 11º e ultimo con 395 voti su 731 elettori
  2. ^ Alla seconda chiamata nominale dichiaro: ≪Comme une simple mesure de surete generale a prendre sur un individu n'a pas besoin de la ratification du peuple, je dis non ≫ ("Dato che una semplice misura di sicurezza da prendere su un individuo non ha bisogno della ratifica del popolo, io dico no "). Alla terza chiamata disse: ≪Les formes judiciaires n'etant pas suivies, ce n'est point par un jugement criminel que la Convention a voulu prononcer. Je ne lirai donc pas les pages sanglantes de notre code, puisque vous avez ecarte toutes celles ou l'humanite avait trace les formes protectrices de l'innocence, je ne prononce donc pas comme juge. Or, il n'est pas de la nature d'une mesure d'administration de s'etendre a la peine capitale. Cette peine serait-elle utile ? L'experience des peuples qui ont fait mourir leur roi prouve le contraire. Je vote donc pour la deportation, et la reclusion provisoire jusqu'a la paix≫ ("Non essendo state seguite le forme giudiziarie, non e per un giudizio criminale che la Convenzione si e voluta pronunciare. Dunque non leggero le pagine insanguinate del nostro codice, poiche avete scartato tutte quelle in cui l'umanita aveva tracciato le forme protettrici dell'innocenza, io non mi pronuncio come giudice. Ora, non fa parte della natura di una misura d'amministrazione estendersi alla pena capitale. Questa pena sara utile? L'esperienza dei popoli che hanno fatto morire i propri sovrani prova il contrario. Voto dunque per la deportazione e la reclusione provvisoria fino alla pace").
  3. ^ Adolphe Thiers , Histoire de la Revolution francaise , tomo X: ≪Directoire≫, capitolo XIX Archiviato il 27 settembre 2007 in Internet Archive .

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