San Leone Magno
|
---|
|
|
---|
Papa e Dottore della Chiesa
|
|
---|
Nascita
| Toscana
,
390
circa
|
---|
Morte
| Roma
, 10 novembre
461
|
---|
Venerato
da
| Tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi
|
---|
Ricorrenza
|
|
---|
Attributi
| abiti pontificali, triregno, croce astile
|
---|
Patrono
di
| musicisti e cantori
|
---|
Manuale
|
Leone I
, detto anche
Leone Magno
(
Toscana
,
390
circa ?
Roma
,
10 novembre
461
), e stato il 45º
vescovo di Roma
e
papa
della
Chiesa cattolica
. E venerato come
santo
dalla
Chiesa cattolica
e dalla
Chiesa ortodossa
. Il suo pontificato duro dal 29 settembre
440
fino alla sua morte.
Il pontificato di Leone, come quello di
Gregorio I
, fu il piu significativo e importante dell'antichita cristiana. In un periodo in cui la Chiesa stava sperimentando grandi ostacoli al suo progresso in conseguenza della rapida disintegrazione dell'
Impero romano d'Occidente
, mentre l'oriente era profondamente agitato da controversie dogmatiche, questo papa guido il destino della Chiesa romana.
Secondo il
Liber Pontificalis
[1]
Leone nacque in
Toscana
, forse a
Volterra
[2]
in una data ignota; il Taglieschi nei suoi
Annali della terra d'Anghiari
lo accredita come cittadino della villa di San Leo, contado d'Anghiari.
Suo padre si chiamava Quintianus. Le prime evidenze storiche certe su Leone lo individuano come
diacono
della Chiesa romana sotto papa Celestino I e poi sotto il
papa Sisto III
.
Durante questo periodo, comunque, era gia noto al di fuori di Roma e aveva delle relazioni con la Gallia, poiche
Giovanni Cassiano
nel 430 o nel 431 scrisse, dietro suo suggerimento,
De Incarnatione Domini contra Nestorium
[3]
, usando come prefazione una lettera di dedica a Leone. Intorno a questo periodo
Cirillo di Alessandria
si appello a Roma contro la posizione del patriarca Giovenale di Gerusalemme sulla giurisdizione
patriarcale
della
Palestina
. In base a un'affermazione di Leone riportata in due scritti successivi
[4]
non e pero chiaro se le lettere di Cirillo fossero inviate a lui quale diacono romano, o al
papa
.
Verso la fine del pontificato di Sisto III Leone fu inviato in Gallia dall'imperatore Valentiniano III per ricomporre una disputa e far riconciliare
Flavio Ezio
, il comandante militare della
provincia
, e il
prefetto del pretorio
,
Cecina Decio Aginazio Albino
: l'incarico e un'evidente prova della grande fiducia riposta nell'intelligente e capace diacono dalla corte imperiale.
Alla morte di Sisto III (19 agosto 440) Leone si trovava ancora in
Gallia
, e fu acclamato all'unanimita dal popolo e dal clero come suo successore. Fu
consacrato
appena rientrato a Roma, il 29 settembre. Avrebbe guidato la Chiesa romana per i successivi ventun'anni e in questo periodo ne avrebbe stabilito la centralita rispetto alle altre Chiese.
L'intento principale di Leone era quello di sostenere l'unita della Chiesa. Non molto dopo la sua elevazione alla cattedra di Pietro, si vide costretto a combattere energicamente le
eresie
che minacciavano seriamente l'ortodossia della chiesa, persino di quella occidentale. Settimo,
vescovo di Altino
, informo Leone di quanto stava accadendo ad
Aquileia
, dove
presbiteri
, diaconi, e
chierici
che erano stati seguaci di
Pelagio
venivano ammessi alla comunione senza un'abiura esplicita della loro posizione. Il papa critico aspramente questa prassi ed ordino che venisse convocato un
sinodo
provinciale ad
Aquileia
. Di fronte a tale consesso tutti coloro che erano stati pelagiani avrebbero dovuto abiurare pubblicamente le loro vecchie credenze e avrebbero dovuto sottoscrivere una inequivocabile confessione di fede
[5]
.
Leone intraprese una lotta ancora piu grande contro il
Manicheismo
. I manichei erano fuggiti dall'
Africa
invasa dai
Vandali
, si erano stabiliti a Roma, e vi avevano fondato una comunita segreta. Il Papa ordino ai fedeli di denunciarli ai presbiteri e, nel 443, insieme ai senatori ed ai presbiteri stessi, istrui di persona un'inchiesta, nel corso della quale furono esaminati i capi di questa comunita. In molti dei suoi
sermoni
esorto, con grande enfasi, i cristiani di Roma affinche stessero in guardia contro questa che la Chiesa ortodossa considerava un'eresia, e li incarico ripetutamente di dare informazioni sui seguaci, le loro abitazioni, i loro simpatizzanti, ed i loro appuntamenti
[6]
.
In questo periodo nella citta di Roma vennero convertiti ed ammessi alla confessione un certo numero di manichei; coloro che si rifiutavano di abiurare, in ossequio agli editti imperiali, furono banditi. Il 30 gennaio 444 il papa invio una lettera a tutti i vescovi italiani, alla quale allego i documenti dei procedimenti istruiti nei confronti dei manichei romani. In questa lettera li esortava a rimanere vigili e a denunciare qualsiasi manicheo
[7]
. Il 19 giugno 445 l'imperatore
Valentiniano III
, probabilmente su insistenza del papa, emise un editto in cui stabiliva sette punizioni per i manichei
[8]
.
Prospero d'Aquitania
, nella sua
Cronaca
[9]
, afferma che, in conseguenza delle energiche misure adottate da Leone, i manichei furono scacciati anche da tutte le
province
; persino i vescovi orientali seguirono l'esempio del Papa. In
Tarragonense
, invece, ancora fioriva il
priscillianesimo
, che per qualche tempo continuo ad attirare nuovi seguaci.
Turibio
,
vescovo di Astorga
, ne venne a conoscenza e, nel corso di numerosi viaggi raccolse informazioni particolareggiate sulla condizione delle chiese e l'espansione del Priscillianesimo. Redasse una lista di quelli che considerava errori di questa posizione, ne scrisse una confutazione e spedi questi documenti a molti vescovi africani.
Ne invio anche una copia al papa, che gli rispose con una lunga lettera
[10]
nella quale a sua volta confutava gli errori dei priscillianisti. Leone, nel frattempo, ordino che si convocasse un concilio dei vescovi delle province limitrofe per istituire un'inchiesta avente il fine di determinare se qualche vescovo fosse caduto nell'eresia. Qualora se ne fossero trovati, essi avrebbero dovuto essere
scomunicati
senza esitazione. Il Papa indirizzo una lettera simile anche ai vescovi delle altre province spagnole, notificando loro che stava per essere convocato un sinodo universale di tutti i principali pastori; se questo non fosse stato possibile, avrebbero dovuto essere convocati almeno i vescovi di
Galizia
.
La disorganizzatissima condizione ecclesiastica di alcuni paesi obbligo relazioni piu strette tra quegli episcopati e Roma per una migliore promozione della vita ecclesiastica. Leone, con questo obiettivo bene in vista decise di utilizzare il vicariato papale dei
vescovi di Arles
per la provincia di Gallia per creare un centro di aggregazione dell'episcopato gallico in stretta comunione con Roma. Patroclo di
Arles
(morto nel 426) aveva ricevuto dal
papa Zosimo
il riconoscimento del
primato
sulla Chiesa di Gallia, e tale primato venne poi fortemente rivendicato dal suo successore Ilario di Arles, che entro in conflitto con Leone. Ilario si avvalse eccessivamente della sua autorita sulle altre
province ecclesiastiche
, ed affermo che tutti i vescovi avrebbero dovuto essere consacrati da lui, invece che dal loro
metropolita
.
Quando, per esempio, fu resa pubblica la lamentela che Celidonio,
vescovo di Besancon
, era stato consacrato in violazione del canone (si diceva che, come laico, avesse sposato una vedova e, come pubblico ufficiale, avesse dato il suo assenso ad una sentenza di morte), Ilario lo depose, e consacro Importuno quale suo successore. Celidonio si reco di persona a Roma e si appello al Papa. Contemporaneamente Ilario, come se la sede interessata fosse stata vacante, consacro un altro vescovo per prendere il posto di un certo Projectus che era malato e che, a sua volta, si appello al Papa contro le azioni del vescovo di Arles. Ilario fu chiamato a Roma per giustificarsi di fronte ad un sinodo (circa 445); poiche le lagnanze portate contro Celidonio non poterono essere provate, Leone lo reinsedio nella sua sede. E anche Projectus ricevette nuovamente la sua diocesi. Ilario torno ad Arles prima che il sinodo finisse, ma il papa lo privo della giurisdizione sulle altre province galliche e dei diritti metropolitani sulla
provincia di Vienne
, lasciandogli solo la diocesi di Arles.
Leone comunico le decisioni del sinodo ai vescovi della Provincia di
Vienne
attraverso una lettera
[11]
, inviando loro contemporaneamente anche un editto di Valentiniano III datato 8 luglio 445 in cui venivano appoggiate le misure prese dal Papa nei confronti di Ilario e veniva solennemente riconosciuto il primato del vescovo di Roma sull'intera Chiesa
[12]
. L'editto riconosceva che il primato del vescovo di Roma era basato sui meriti di
Pietro
, la dignita della citta, e il
Credo di Nicea
(derivata, con interpolazioni, dal
concilio di Nicea
del 325). Al ritorno nella sua diocesi, Ilario immediatamente cerco e probabilmente ottenne una riconciliazione con il papa, visto che tra di essi non si verificarono ulteriori problemi. Anzi, dopo la morte del vescovo, avvenuta nel 449, Leone dichiaro Ilario di
beatae memoriae
. Nello stesso anno Leone I indirizzo lettere cordialissime per l'elezione del nuovo metropolita
[13]
sia al vescovo Ravennio, successore di Ilario nella sede di Arles, che agli altri vescovi della provincia. Quando pero, poco tempo dopo, Ravennio consacro un nuovo vescovo per succedere a quello di
Vaison
, l'
arcivescovo di Vienne
, che si trovava a Roma, si oppose a questa consacrazione.
I vescovi della provincia di Arles, quindi, tutti insieme, scrissero una lettera al Papa, con la quale lo imploravano di rendere a Ravennio i diritti di cui era stato privato il suo predecessore Ilario
[14]
. Nella sua risposta, datata 5 maggio 450
[15]
, Leone accondiscese alla loro richiesta. L'arcivescovo di Vienne doveva avere quali
suffraganee
solamente le
diocesi di Valence
,
Tarantasia
,
Ginevra
, e
Grenoble
; tutte le altre sedi insistenti nella provincia di Vienne divennero soggette all'arcivescovo di Arles, che torno nuovamente mediatore tra la
Santa Sede
e l'intero episcopato gallico. Il vicariato di Arles esercito per molto tempo i privilegi che Leone gli aveva concesso.
Un altro vicariato papale era quello dei
vescovi di Tessalonica
, la cui giurisdizione si estendeva sull'
Illiria
. Particolare dovere di questo vicariato era la protezione contro il crescente potere del
Patriarca di Costantinopoli
dei privilegi della Santa Sede sul distretto dell'Illiria Orientale che apparteneva all'
Impero Romano d'Oriente
. Leone concesse il vicariato ad Anastasio, vescovo di
Tessalonica
, come il
papa Siricio
lo aveva precedentemente concesso al vescovo Anisio. Il vicario doveva consacrare i metropoliti, convocare in sinodo i vescovi della Provincia dell'Illiria Orientale e sorvegliarli nell'amministrazione del loro ufficio; ma le questioni piu importanti avrebbero dovuto essere sottoposte a Roma (epp. V, VI, XIII). Tuttavia, Anastasio di Tessalonica uso la sua autorita in una maniera tanto arbitraria e dispotica da essere severamente rimproverato da Leone, che gli invio dettagliate direttive per l'esercizio del suo ufficio (ep. XIV).
Nella concezione leonina dei doveri di pastore supremo, occupava una posizione preminente la conservazione della stretta disciplina ecclesiastica. Cio era particolarmente importante in un periodo in cui le continue
devastazioni dei barbari
portavano disordini in tutti gli aspetti della vita e le regole della moralita venivano seriamente violate. Leone uso la massima energia nel mantenimento di questa disciplina, insistette sull'esatta osservanza dei precetti ecclesiastici e non esito a rimproverare, quando necessario, i vescovi. Lettere (ep. XVII) relative a questa ed altre questioni vennero inviate ai vari vescovi dell'Impero d'Occidente: ai vescovi delle province italiane (epp. IV, XIX, CLXVI e CLXVIII), ed a quelli di Sicilia che avevano tollerato alcune derive dalla Liturgia romana nell'amministrazione del
Battesimo
(ep. XVI e XVII) ed ai quali comando di inviare dei delegati presso un sinodo romano per verificare la corretta pratica. Un decreto disciplinare molto importante fu inviato anche al vescovo
Rustico di Narbona
(ep. CLXVII). A causa del dominio dei
Vandali
nel
nord Africa latino
, la posizione della Chiesa in quei territori era divenuta del tutto sconosciuta.
Leone vi invio il presbitero romano Potenzio per informarsi sulla sua esatta condizione, ed inviare un rapporto a Roma. Alla sua ricezione il papa invio all'episcopato della provincia una lettera con istruzioni particolareggiate sulla soluzione di numerose questioni ecclesiastiche e disciplinari (ep. XII). Leone spedi anche una lettera a
Dioscoro di Alessandria
(21 luglio 445), il successore di
Cirillo
al
Patriarcato di Alessandria
, insistendo che la pratica ecclesiastica della sua sede doveva seguire quella di Roma, poiche
Marco
, il discepolo di Pietro e fondatore della Chiesa alessandrina, non poteva avere altra tradizione che quella del "principe degli apostoli", ed esortandolo quindi alla severa osservanza dei canoni e della disciplina della Chiesa romana (ep. IX).
Ma fu soprattutto nelle sue prese di posizione sulla confusione
cristologica
, che in seguito avrebbero agitato cosi profondamente la Cristianita Orientale, che Leone si rivelo un saggio, colto, ed energico pastore della Chiesa. Dalla sua prima lettera sul
Monofisismo
, scritta ad
Eutiche
(
epistola XX
, 1º giugno 448), fino alla sua ultima lettera indirizzata al nuovo
Patriarca di Alessandria
, Timoteo Salofaciolo (ep. CLXXI del 18 agosto 460), si rileva l'approccio chiaro, positivo e sistematico con cui Leone, fortificato dal primato della Santa Sede, supero questo difficile ostacolo.
Dopo la scomunica da parte di
Flaviano
,
Patriarca di Costantinopoli
, a causa delle sue concezioni e delle sue predicazioni monofisite, il monaco Eutiche si appello al papa il quale, dopo aver esaminato il nocciolo della disputa, invio una lettera dogmatica a Flaviano (ep. XXVIII,
Tomus ad Flavianum
), esponendo concisamente e confermando la dottrina dell'
Incarnazione
e dell'unione della natura divina ed umana nella Persona unica di Cristo. Il
monofisismo
, infatti, assumendo una dottrina praticamente inversa all'
arianesimo
, tendeva a sottolineare con tanta forza la natura divina del Cristo, da giungere quasi a non riconoscere piu quella umana
[16]
.
Nel 449 si tenne sulla questione il
concilio
che in seguito Leone defini come il "Latrocinio". L'imperatore d'Oriente
Teodosio II
era infatti favorevole ad Eutiche, e nel tentativo di riabilitarlo convoco ad
Efeso
un nuovo concilio, nel quale, tra le minacce e le ostilita dei vescovi influenzati dalla corte, fu impedito ai legati papali di riferire le posizioni di Leone e leggere le sue lettere. Eutiche fu assolto. Flaviano ed altri prelati orientali furono costretti alla fuga e si appellarono al Papa di Roma il quale, rifiutandosi di avallare le decisioni del concilio di Efeso, scrisse all'imperatore
Teodosio II
ed all'imperatrice
Pulcheria
, esortandoli a convocare un nuovo concilio generale per restituire la pace alla Chiesa. Teodosio, di contro, sanziono per legge le decisioni del concilio.
A febbraio del 450 l'imperatore d'Occidente Valentiniano III e sua madre
Galla Placidia
compirono un pellegrinaggio a Roma, e Leone approfitto dell'occasione per supplicarli di intervenire presso Teodosio II al fine di convocare un
nuovo concilio
che, morto Teodosio nel luglio di quell'anno, si tenne a
Calcedonia
nel 451, sotto il nuovo imperatore
Marciano
. Il concilio accetto solennemente l'epistola dogmatica che Leone aveva inviato a Flaviano (morto nel frattempo in esilio) e che non era stata letta nell'occasione precedente, quale espressione della Fede cattolica sulla Persona di Cristo. Furono abrogate le leggi che Teodosio II aveva promulgato sulle risultanze del concilio precedente, Eutiche fu esiliato e il papa confermo le delibere del nuovo Concilio
[17]
. Leone, in seguito, invio a Ravennio (ep. LXVII), per comunicarlo anche ai vescovi di Gallia, la sua lettera a
Flaviano di Costantinopoli
sull'
Incarnazione
. Ravennio, allora, convoco un sinodo nel quale si riunirono quarantaquattro vescovi. Nella loro lettera sinodale del 451 questi ultimi affermarono di accettare la lettera del papa quale simbolo di fede (ep. XXIX
inter ep. Leonis
). Nella sua risposta Leone parlo ancora della condanna di
Nestorio
(ep. CII).
Dopo aver eliminato il canone che elevava il Patriarcato di Costantinopoli al secondo posto dopo la Sede di Roma, diminuendo i privilegi degli antichi patriarchi Orientali, il 21 marzo 453 Leone pubblico una lettera circolare che confermava la sua definizione dogmatica (ep. CXIV). Grazie alla mediazione di Giuliano,
vescovo di Cos
, che in quel tempo era l'
ambasciatore papale
a Costantinopoli, il papa tento di proteggere ulteriormente gli interessi ecclesiastici ad Oriente. Giuliano persuase il nuovo Imperatore di Costantinopoli,
Leone I
, a rimuovere l'eretico e irregolare patriarca,
Timoteo Eluro
dalla Sede di Alessandria. Al suo posto fu scelto un nuovo patriarca ortodosso, Timoteo Salofaciolo, che ricevette le congratulazioni del papa nell'ultima lettera che Leone spedi ad Oriente.
Nel 452, su richiesta dell'imperatore, Leone fece parte dell'ambasceria composta dal
console
Gennadio Avieno
e dal prefetto
Trigezio
, che si reco in Italia settentrionale ad incontrare
Attila
nel tentativo di dissuaderlo dal procedere nella sua avanzata contro Roma. L'incontro avvenne presumibilmente a
Governolo
e la delegazione romana ottenne la promessa di un ritiro dall'
Italia
e dell'avvio di negoziati di pace con l'imperatore.
Esistono due resoconti coevi agli avvenimenti: uno fu scritto da
Prospero d'Aquitania
(390 ca. - 463 ca.) e l'altro dal vescovo Idazio (
Chronicon
); secondo Prospero, Attila si ritiro perche fu impressionato dalla figura di Leone, anche se
Giordano
fornisce altre motivazioni e gli storici moderni ritengono sopravvalutato, per motivi agiografici, il ruolo svolto da Leone nella vicenda.
[19]
Non si puo comunque escludere che il papa sia riuscito a convincere Attila con il pagamento di un forte tributo, mentre una tradizione vuole che il superstizioso re barbaro fosse in parte trattenuto nell'impresa dal timore della morte che aveva colto
Alarico I
, re dei
Visigoti
, subito dopo il
sacco di Roma
.
[20]
[21]
Quando la citta fu invasa e per due settimane
depredata dai Vandali di Genserico
, nel 455, l'intercessione di Leone ottenne la promessa che le vite degli abitanti sarebbero state risparmiate, come anche le tre maggiori basiliche (San Pietro,
San Paolo
e
San Giovanni in Laterano
); in esse trovo rifugio la popolazione durante i giorni del saccheggio. Questi avvenimenti dimostrano che l'alta autorita morale goduta dal papa si manifestava anche negli affari temporali. Leone fu sempre ben introdotto negli ambienti della corte imperiale d'Occidente, tanto che, in occasione della visita a Roma (450) dell'imperatore Valentiniano III, accompagnato dalla moglie
Licinia Eudossia
e dalla madre Galla Placidia, la famiglia imperiale e tutto il suo seguito partecipo alle solenni celebrazioni liturgiche tenute in occasione della festa della
Cathedra Petri
(22 febbraio).
Leone era anche molto solerte nel far costruire e restaurare chiese: fece costruire una
basilica
sulla tomba del
papa Cornelio
sulla
Via Appia
; fece ricostruire il tetto della basilica di San Paolo fuori le mura, che era stato distrutto da un fulmine, e fece iniziare altre opere di miglioramento nella basilica stessa. Inoltre, persuase l'imperatrice Galla Placidia, come si evince dall'iscrizione, a fare mettere in opera il grande mosaico dell'
Arco di Trionfo
che si e conservato. Leone fece anche restaurare l'
antica basilica di San Pietro in Vaticano
, costruita da
Costantino I
. Durante il suo pontificato la ricca e pia aristocratica romana
Demetriade
eresse sulla sua proprieta, al III miglio della via Latina, una basilica in onore di
santo Stefano
. Sempre allo stesso periodo, ma soprattutto per volonta dell'imperatrice Eudossia, venne eretta la basilica Eudossiana (ora
basilica di San Pietro in Vincoli
).
Leone non fu meno attivo nell'elevazione spirituale delle
congregazioni romane
, e i suoi
sermoni
, dei quali sono conservati ben 96, sono straordinari per la loro profondita, chiarezza di dizione ed elevatezza di stile. I primi cinque, che furono declamati nei vari anniversari della sua consacrazione, manifestavano l'alta concezione della dignita del suo ufficio, cosi come la completa convinzione del primato del vescovo di Roma, dimostrata in maniera cosi chiara e decisiva dalla sua opera di pastore supremo. Delle sue lettere, che sono di grande importanza per la storia della chiesa, se ne conservano 143, oltre ad altre 30 che gli furono inviate. Il cosiddetto
Sacramentarium Leonianum
e invece una raccolta di orazioni e prefazioni della messa, composto nella seconda meta del VI secolo.
Leone mori il 10 novembre 461 e fu sepolto nel
vestibolo
di San Pietro sul Vaticano. Nel 688 il papa Sergio I fece traslare il corpo all'interno della basilica, e vi fece erigere sopra un
altare
; si tratto, secondo
Ferdinand Gregorovius
, del primo pontefice deposto all'interno della basilica
[22]
. Attualmente i resti di Leone si trovano in San Pietro, sotto l'altare della
cappella
della Madonna della Colonna, a lui dedicato, dove furono traslati nel 1715.
Nel 1754 il
papa Benedetto XIV
lo innalzo alla dignita di
dottore della Chiesa
(
doctor ecclesiae
). La
Chiesa cattolica
, nella
messa tridentina
, celebra la sua festa l'11 aprile. Nel rito di Paolo VI la memoria viene celebrata, invece, il 10 novembre. Le Chiese ortodosse orientali lo commemorano il 18 febbraio.
Dal
Martirologio Romano
:
≪10 novembre - Memoria di san Leone I, papa e dottore della Chiesa: nato in Toscana, fu dapprima a Roma solerte diacono e poi, elevato alla cattedra di Pietro, merito a buon diritto l'appellativo di Magno sia per avere nutrito il gregge a lui affidato con la sua parola raffinata e saggia, sia per avere sostenuto strenuamente attraverso i suoi legati nel Concilio Ecumenico di Calcedonia la retta dottrina sull'incarnazione di Dio. Riposo nel Signore a Roma, dove in questo giorno fu deposto presso san Pietro.≫
- Secondo la mistica tedesca
Anna Katharina Emmerick
, sarebbe stato Leone I il pontefice che ricevette
Sant'Orsola
pellegrina a Roma. Si ritiene pero che si trattasse di
Siricio
, per via della forma onomastica simile a "Ciriaco", il nome portato dal papa in questione nei testi relativi alla martire.
- ^
Ed.
Theodor Mommsen
, I, 101 sqq., ed.
Louis Duchesne
, I, 238 sqq.
- ^
C. Rendina,
I Papi. Storia e segreti
, p. 109.
- ^
Jacques-Paul Migne
, P.L., L, 9 sqq.
- ^
Ep. cxvi, ed.
Ballerini
, I, 1212; II, 1528
- ^
Epp. I e II
- ^
Sermo
IX, 4, XVI, 4; XXIV, 4; XXXIV, 4 sq.; XLII, 4 sq.; LXXVI, 6
- ^
Ep. VII.
- ^
Epist. Leonis
, ed. Ballerini, I, 626; ep. VIII
inter Leon. ep.
.
- ^
Ad an. 447;
Mon. Germ. hist. Auct. Antiquissimi
, IX, I, 341 sqq.
- ^
Ep. XV.
- ^
Ep. X.
- ^
Epist. Leonis
, ed. Ballerini, I 642.
- ^
Epp. XL, XLI.
- ^
Ep. LXV
inter ep. Leonis
.
- ^
Ep. LXVI.
- ^
C. Rendina, cit., pag. 110.
- ^
C. Rendina, cit., pp. 110 e seg.
- ^
(
LA
)
≪HIC EST LOCVS CELEBRIS ILLE VBI IN PADVM / OLIM MINTII. INFLVENTIBVS VNDIS, LEO PRIMVS PONT(ifex.) MAX(imus) / ANNO D(om)i NI. CCCCLIIII. ATHILAN FLAGELLVM DEI. / PRAESENTIA MINITABVNDA PETRI ET PAVLI APOS(tolorum) MVNITVS ADMIRANDA ELOQVENTIA. SVA, A ROMANAE VRBIS, ET TOTIVS / ITALIAE. DEVASTATIONE REMOVIT. / CVIVS TANTE REI MEMORIA NE DEPERIRET FR(ater) FRANC(isc) VS GONZ(ag)A: E(Piscop) VS MANT(uanus) AEDICVLAM / POSVIT / AC S(anc)TO. LEONI PAPAE DICAVIT. AN(n)O. D(omini.) MDCXVI.≫
(
IT
)
≪Questo e quel celebre luogo dove una volta il Mincio confluiva nel Po / dove Leone I pontefice massimo nell'anno del signore 454 / sorretto dalla presenza minacciosa di Pietro e Paolo apostoli / con la sua meravigliosa eloquenza / distolse Attila, flagello di Dio, / dalla devastazione della citta di Roma e di tutta Italia. / Affinche non perisse la memoria di cosi grande avvenimento / frate Francesco Gonzaga vescovo di Mantova / pose questa edicola / e la dedico a San Leone papa nell'anno del Signore 1616.≫
- ^
Gillett, Andrew,
Envoys and Political Communication in the Late Antique West, 411-533
, Cambridge University Press, 2003,
ISBN 0-521-81349-2
, pp. 114-115, 200.
- ^
C. Rendina, cit., p. 112.
- ^
E. Gibbon,
Decadenza e caduta dell'impero romano
, cap. XXXV.
- ^
≪...fu il primo monumento sepolcrale eretto nell'interno di S. Pietro, poiche fino a quel momento i papi erano stati seppelliti nei cimiteri fuori delle mura oppure nell'atrio della basilica vaticana. Ma dopo che
Sergio
, nel 688, depose nel centro della navata la salma di Leone Magno ed eresse sulla sua tomba un altare, ai papi piu insigni furono concessi culto e sepoltura all'interno stesso della basilica: cosi facendo si abbandono il principio, conforme allo spirito originario del cristianesimo, che imponeva che le chiese avessero un unico altare.≫. Ferdinand Gregorovius,
Storia di Roma nel Medioevo
, libro III, cap. VII, par. 1, come riportato nell'ed. Newton Compton, 1988.
- Catholic Encyclopedia
, Volume IX.
New York
1910, Robert Appleton Company.
Nihil obstat
, 1º ottobre 1910. Remy Lafort, S.T.D., Censor.
Imprimatur
+
Cardinale
John Murphy Farley
,
Arcivescovo di New York
.
- Giovanni Sicari,
Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma
, 1998, collana Monografie Romane a cura dell'Alma Roma.
- Claudio Rendina,
I Papi. Storia e segreti
, Roma, Newton & Compton, 1983.
- Papa Leone I,
Sermones
, Firenze, [
Antonio Miscomini
], XXI maggio MCCCCLXXXV.
URL consultato il 6 marzo 2015
.
- Leone I papa, detto Magno, santo
, su
Treccani.it ? Enciclopedie on line
,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana
.
- Leone I detto Magno, santo
, in
Dizionario di storia
,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana
, 2010.
- Leone I (papa, santo)
, su
sapere.it
,
De Agostini
.
- (
EN
)
St. Leo I
, su
Enciclopedia Britannica
, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Papa Leone I
, su
BeWeb
,
Conferenza Episcopale Italiana
.
- (
DE
)
Papa Leone I
, su
ALCUIN
,
Universita di Ratisbona
.
- Opere di Papa Leone I
/
Papa Leone I (altra versione)
, su
MLOL
, Horizons Unlimited.
- (
EN
)
Audiolibri di Papa Leone I
, su
LibriVox
.
- (
FR
)
Bibliografia su Papa Leone I
, su
Les Archives de litterature du Moyen Age
.
- (
EN
)
Papa Leone I
, in
Catholic Encyclopedia
, Robert Appleton Company.
- (
EN
)
David M. Cheney
,
Papa Leone I
, in
Catholic Hierarchy
.
- Papa Leone I
, su
Santi, beati e testimoni
, santiebeati.it.
- Elena Cavalcanti,
Papa Leone I
, in
Enciclopedia dei Papi
, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2000.
- Liber Pontificalis, papa Leone I
, in
Fontistoriche.org
- Opera Omnia dal Migne Patrologia Latina
e traduzioni in italiano, inglese, francese.
- I divini Sermoni di san Leon papa I, nuovamente di Latina in volgar lingua tradotti per G. Foresto da Brescia, Venezia 1547
, su
books.google.it
.