Paolo Borgasio
(
Feltre
,
1466
?
Venezia
,
1541
) e stato un
vescovo cattolico
e
giurista
italiano
.
Proveniva da una famiglia originaria di
Limassol
, figlio di Giovanni Vittore (giurista che fu podesta di
Trento
) e di Corona Brandelizi.
Studio a
Padova
e a
Bologna
, uscendone laureato
in utroque iure
. Si porto quindi a Venezia per svolgere la professione di avvocato, indirizzandosi verso il foro ecclesiastico.
Successivamente inizio la carriera ecclesiastica. Fu inizialmente canonico e arcidiacono della
cattedrale di Feltre
, quindi entro nelle grazie del cardinale e
patriarca di Aquileia
Domenico Grimani
(del quale fu
vicario generale
). Fu poi al seguito del cardinale
Marco Corner
e lo segui a
Roma
dove comincio a lavorare in
Curia
.
Divenuto
referendario
delle
due Segnature
e
prelato domestico
del papa, il 22 marzo 1516 il Corner gli cedette la
diocesi di Limassol
.
Venne nominato governatore di
Viterbo
, ma nel dicembre 1519 la sua ascesa si interruppe improvvisamente: il Corner volle sostituirlo con il
primicerio di San Marco
Girolamo Barbarigo e non ricevette altri incarichi. I motivi ci sono del tutto ignoti; in ogni caso, il Borgasio dovette lasciare definitivamente la Curia per tornare a Venezia, dove si inseri negli ambienti governativi della
Serenissima
divenendone uno dei prelati di fiducia.
Nel maggio del 1521 il
nunzio apostolico
, con il consenso del governo, lo nomino
inquisitore
per occuparsi di alcuni casi di
stregoneria
avvenuti nel
Bresciano
; a settembre, concluso l'incarico, torno a Venezia per riferire in
Senato
. Per compensarlo, gli fu concesso l'esenzione dalle
decime
della sua diocesi.
Questo successo gli apri la strada verso altri incarichi. Nel settembre 1523, assieme a Marco Antonio Regino, fu nominato collettore ed esattore delle decime venete concesse da
papa Adriano VI
. Il dicembre successivo presentarono in Senato il resoconto del loro lavoro, durante il quale erano riusciti, non senza difficolta, a raccogliere somme importanti.
Il governo si servi di lui anche come consulente e giudice in questioni riguardanti
benefici
e di altro ordine, pur mantenendo sempre un atteggiamento molto cauto. Intervenne, per esempio, nella lite scoppiata tra i Greci residenti a Venezia e il
patriarca
(1527), avendo quest'ultimo posto il veto sul libero culto della comunita nella sua diocesi; il Borgasio sostenne la politica tollerante della Repubblica in ambito religioso.
Nel 1530 ebbe l'incarico di giudicare il
francescano
Girolamo Galateo, imprigionato perche accusato di diffondere le dottrine
luterane
a
Padova
. Anche in questo caso agi con moderazione, ordinando che fosse liberato una volta che si fosse pentito. Tuttavia il Galateo, una volta scarcerato, torno alle sue predicazioni e questo attiro l'attenzione del
vescovo di Chieti
Gian Piero Carafa (futuro
papa Paolo IV
), il quale denuncio il caso a
papa Clemente VII
auspicando un'azione di repressione nei territori della Serenissima, troppo tollerante di fronte al dilagare dell'eresia. Grazie all'intercessione del
nunzio apostolico
Altobello Averoldi
, il Carafa ottenne dal pontefice un breve di nomina per giudicare il Galateo; sicche i Veneziani furono costretti ad arrestare nuovamente il frate e a metterlo a disposizione del vescovo che, il 16 gennaio 1531, lo condanno alla pubblica degradazione da eseguire nella
basilica di San Marco
. La sentenza fu pero sospesa dal
Consiglio dei Dieci
, poco propenso ad assecondare gli eccessi di zelo del Carafa.
Quanto al Borgasio, ormai avanti negli anni, si ritiro progressivamente a vita privata. Sappiamo che 1530 accetto l'incarico di reggere la
diocesi di Padova
in vece dell'arcivescovo
Francesco Pisani
, ma non si sa quando lo concluse. Il 14 luglio 1539 si dimise da vescovo di Limassol e si trasferi a Feltre per dedicarsi agli studi.
Spiro a Venezia, dove si trovava per affari. Le esequie si tennero nella
chiesa di Sant'Agnese
, con l'orazione funebre recitata dal letterato
Giovanni Battista Egnazio
.
Fu pubblicato postumo (1574) un
Tractatus
in cui il Borgasio raccoglieva la sua esperienza di canonista.