≪Ed elli: "Or va; che 'l sol non si ricorca
sette volte nel letto che 'l Montone
con tutti e quattro i pie cuopre e inforca,
che cotesta cortese oppinione
ti fia chiavata in mezzo de la testa
con maggior chiovi che d'altrui sermone,
se corso di giudicio non s'arresta".≫
La
pace di Castelnuovo
fu siglata nel castello vescovile di
Castelnuovo Magra
, in
Val di Magra
, il 6 ottobre del
1306
, tra i marchesi
Malaspina
di parte imperiale dello Spino Secco, rappresentati per procura da Dante Alighieri, e il vescovo-conte di
Luni
Antonio Nuvolone da Camilla.
Rogati dal notaro sarzanese ser Giovanni di Parente di Stupio, gli
Atti della pace di Castelnuovo
sono conservati, in originale, presso l'Archivio di Stato della
Spezia
.
I documenti furono rinvenuti fortunosamente nel
1765
(IV centenario della nascita di Dante), nel corso di ricerche d'archivio commissionate dall'ultimo
Malaspina
del ramo di Terrarossa, che rivendicava alcuni diritti sul feudo di
Treschietto
. Essi rappresentano l'unica testimonianza certa della presenza di Dante dell'intero arco dell'esilio.
Nel trattato il nome di
Dante Alighieri
viene piu volte citato, tuttavia la presenza in Lunigiana del Sommo Poeta e attestata anche dalla profezia astronomica posta a chiusura del
canto VIII del Purgatorio
(vv. 133-139) (cfr.
Livio Galanti
), mossa per bocca di Corrado Malaspina il Giovane, Marchese di
Villafranca in Lunigiana
. Di piu: essendo certa la presenza di Dante in LUnigiana nel 1306, andando a ritroso partendo dal settimo tramonto a cui fa riferimento la prefezia di Corrado, si dimostra in modo inbcontrovertibile che la datazione della
Divina Commedia
va ascritta all'anno 1300 (cfr. Mirco Manuguerra).
I documenti attestano che a
Sarzana
, nell'antica piazza della Calcandola, nella prima mattina del 6 ottobre del 1306, Dante ricevette da
Franceschino Malaspina
, Marchese di
Mulazzo
, la procura generale valida per concludere, in nome e per conto dell'intero ramo ghibellino dei Malaspina, la pace con
Antonio Nuvolone da Camilla
, vescovo-conte di Luni. Lo storico accordo fu concluso nell'arco della stessa mattinata presso il palazzo vescovile in Castelnuovo Magra e segno, di fatto, la fine del potere temporale della Chiesa in Lunigiana.
Nel preambolo del documento e stata di recente identificata una
parafrasi
delle
Variae
di
Cassiodoro
(Dolcini, 2003), autore non in uso tra i notai e giureconsulti del tempo ma ben presente, invece, nei fondamenti filosofici del
Paradiso
, dunque nella biblioteca del Sommo Poeta. Tale elemento ha assunto una importanza cruciale, poiche, trattato dagli studiosi come la prima forma compiuta di un pensiero propriamente politico in Dante, ha permesso al
Centro Lunigianese di Studi Danteschi
di ricostruire l'evoluzione delle idee che portarono allo sviluppo della filosofia di Pace Universale formalizzata nel trattato maturo della
Monarchia
[1]
.
I documenti della Pace sono riprodotti in diverse pubblicazioni, tra cui "Gli antichi archivi degli Uffici del Registro nella Liguria sud orientale" - ed. Cassa Di Risparmio della Spezia (1983), nella traduzione italiana di Amerigo Grassi.
- ^
Mirco Manuguerra,
Lunigiana Dantesca
, La Spezia, Centro Lunigianese di Studi Danteschi, 2006.
- Livio Galanti,
Il soggiorno di Dante in Lunigiana
, 1985.
- Carlo Dolcini,
Qualcosa di nuovo su Dante: sue tesi politiche nel 1306
, in “Pensiero Politico Medievale”, n. 1, (pp. 19-25), 2003.
- Claudio Palandrani,
Dante, i Malaspina e la Lunigiana
, 2005.
- Mirco Manuguerra,
Lunigiana dantesca
, CLSD, 2006.
- Mirco Manuguerra,
Dante e la Pace universale
, Roma, Aracne, 2020.