La
neve chimica
in
meteorologia
e un fenomeno
atmosferico
piuttosto raro che si puo verificare quando sussistano determinate condizioni quali
temperature
sottozero nello strato d'aria dal suolo ad almeno 300 metri, forte umidita con consequenziale
nebbia
causata da
inversione termica
e, soprattutto, una elevata concentrazione di
sostanze inquinanti
(che servono da
nuclei di congelamento
), causate solitamente da intenso
traffico automobilistico
o dalla presenza di fabbriche i cui impianti di scarico non sono sufficientemente funzionanti o depurati.
In questa situazione, e in presenza di forti
alte pressioni
, puo accadere che le microgoccioline della nebbia si aggreghino intorno alla
caligine
degli inquinanti presenti in aria in particolare
solfuri
,
silicati
,
cadmio
,
ossidi
di
rame
,
piombo
,
ioduri di mercurio
ecc, che servono come elementi di aggregazione (la cosiddetta "nucleazione").
Tali nuclei, raggiunto un peso sufficiente e diventati
cristalli di ghiaccio
di una certa grandezza, iniziano a cadere verso il basso.
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[2]
In effetti la somiglianza alla vera
neve
della neve chimica dipende dal fatto che entrambe le meteore se viste al microscopio hanno una
forma esagonale
.
Gli stessi esperti del
CNR
sottolineano che la neve chimica e causata dalle particelle inquinanti molto diffuse nella
Pianura Padana
come gli
ioduri di mercurio
, piombo e cadmio le cui particelle sono simili a quelle dei
cristalli di ghiaccio
esagonali
fungendo cosi da innesco per la formazione delle meteore simili ai fiocchi di neve.
Le aree d'Italia dove e piu probabile la formazione di questo fenomeno sono proprio quelle della Val Padana a causa dell'alto livello d'inquinamento e delle basse temperature invernali unite a lunghi periodi di alta pressione e scarsissima ventilazione.
[3]
[4]
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La neve chimica va distinta dalla
galaverna
. Questa infatti e data dalla
solidificazione
o dal
brinamento
diretti e immediati di
cristalli
di
ghiaccio
su oggetti piu freddi (come sui finestrini delle automobili), mentre la neve da chimica si forma per
solidificazione
di gocce di acqua intorno agli inquinanti ovvero
sottoraffreddata
su particelle in sospensione nella bassa atmosfera, provocando meteore simili alla neve.
Il termine venne usato per la prima volta in una nevicata con cielo sereno e nebbione verificatasi nel periodo
natalizio
del
1984
, a
Segrate
(MI).
Del resto
Milano
e il suo hiterland altamente inquinati soprattutto da sostanze come il piombo, solfuri o ossidi di rame hanno gia registrato alcuni episodi di neve chimica.
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In un altro caso segnalato a
Paderno Dugnano
sempre nel periodo natalizio del dicembre 2008 in una zona semi-industriale con cielo sereno e nebbione si depositarono al suolo 2 cm di neve chimica limitatamente ad un'area di circa 1 km. In effetti in quel caso sembra che la colpa fu da addebitare alla presenza di un "polo chimico" nella zona, cioe un'ampia zona di
industrie chimiche
, i cui "
vapori
" emessi (particolato atmosferico di metalli pesanti quali: solfuro di rame, ossido di rame, ioduri di mercurio, di piombo o di cadmio)
[7]
[8]
, che servirono da nuclei di condensazione, provocarono questo fenomeno.
Segnalazioni di neve chimica abbondante in Val Padana, soprattutto nel
Parmense
, si verificarono poi soprattutto negli inverni
1989
e
1990
, caratterizzati da lunghi periodi
anticiclonici
e da
inversioni termiche
.
Diffusi fenomeni di neve chimica si sono presentati nel gennaio
2012
nelle zone di
Torino
,
Brescia
,
Parma
,
Verona
,
Venezia
,
Padova
,
Treviso
,
Milano
[9]
,
Pavia
e
Bologna
.
Neve chimica? No, e neve da nebbia