In
climatologia
i
modelli del clima
(o
modelli climatici
) sono
modelli fisico-matematici
che descrivono il funzionamento del
clima
terrestre
a livello globale o locale attraverso metodi quantitativi basati su
equazioni differenziali
per
simulare
le interazioni tra le componenti fondamentali del sistema climatico, tra cui l'
atmosfera terrestre
, gli
oceani
, la
superficie terrestre
, la
biosfera
e la
criosfera
. In particolare la
modellistica climatologica
e una branca della
climatologia
che esiste sin dagli inizi degli
anni 60
del
XX secolo
, con i modelli creati (a volte utilizzati congiuntamente ai
modelli oceanici
) che vengono utilizzati per svariati scopi che vanno dallo studio delle dinamiche del clima passato alle proiezioni sul clima futuro nell'ambito dei
mutamenti climatici
della
Terra
.
L'evidente difficolta di studio tramite riproduzione in
laboratorio
dell'intero
sistema complesso
climatico, come avviene invece per molti altri fenomeni fisici, e la necessita di tenere in considerazione tutti i processi rappresentativi in legame strettamente non-lineare ha portato via via i climatologi negli ultimi decenni ad un approccio di studio simulato, col ricorso a laboratori virtuali ovvero all'uso accoppiato di
supercalcolatori
e
modelli matematici
al fine di ottenere
simulazioni
sul clima passato e su quello futuro, preservando cosi, attraverso la validazione del modello sui dati passati, uno dei requisiti cardine della scienza fisica moderna qual e la
riproducibilita
galileiana
dell'
osservabile
fisico nonche il superamento definitivo dell'approccio qualitativo con quello ben piu rigoroso di tipo quantitativo pesando i contributi di ciascun fattore
[1]
.
Tutti modelli climatici prendono in considerazione sia la radiazione proveniente dal
Sole
sotto forma di
radiazione elettromagnetica
, principalmente nel
visibile
e nel vicino
infrarosso
, che la radiazione che lascia il nostro pianeta sotto forma di radiazione infrarossa a
lunghezza d'onda
maggiore. L'equilibrio e regolato dalle leggi della
termodinamica
e da luogo alle variazioni di temperatura (vedi
trasferimento radiativo
).
I modelli climatici piu evoluti cercano di tenere conto di tutti i fattori coinvolti nella regolazione del sistema climatico ovvero sono costruiti a partire dalla conoscenza dello
stato dell'arte
del funzionamento del clima tenendo conto delle
leggi fisiche
(es.
irraggiamento
,
geofluidodinamica
ecc...) e dei processi di
retroazione
. Questi modelli sono per costruzione simili ai
modelli numerici di previsione meteorologica
utilizzando
set di equazioni
simili, ma ne differiscono anche per aspetti sostanziali: essi rinunciano al livello di dettaglio spazio-temporale tipico delle
previsioni meteorologiche
(ad es. tramite
linearizzazione
), ma si concentrano sui dettagli significati all'analisi climatica ovvero la
temperatura
media e la
piovosita
media per controllare il
trend
a medio lungo termine dell'
effetto serra
e del
ciclo dell'acqua
fornendo dunque in uscita solo valori medi nel tempo delle grandezze fisiche atmosferiche. Alcuni processi significativi, ma troppo complessi o a scala molto ridotta vengono risolti attraverso le cosiddette
parametrizzazioni
. Tali modelli, una volta costruiti, girano su
supercomputer
e vengono validati sulla scorta dei dati climatici passati facendo girare il modello indietro nel tempo e verificando la bonta o meno del clima simulato con quello presente nelle
serie storiche
.
In particolare i modelli differiscono tra loro per la complessita della loro struttura:
- Il semplice modello basato sul trasferimento del
calore radiante
considera la Terra come un punto singolo con un'energia in uscita uniforme. Questo modello puo essere espanso sia verticalmente (modelli radiativi-convettivi) che orizzontalmente.
- I modelli che accoppiano atmosfera-oceano-criosfera-
circolazione
risolvono in pieno le equazioni per il trasferimento energetico e di massa e per lo scambio termico.
- I modelli a box trattano il flusso attraverso e all'interno dei bacini oceanici.
- Altre modellizzazioni usano interconnessioni come l'utilizzo del territorio per valutare le interazioni tra clima e
ecosistema
.
Sul fronte strettamente
implementativo
, ovvero nell'applicazione del modello, gli scienziati suddividono il pianeta
Terra
in una griglia tridimensionale e valutano su di essa i risultati della computazione finale: i modelli atmosferici calcolano i
venti
, il
trasferimento di calore
, la
radiazione solare
, l'
umidita relativa
e l'
idrologia
superficiale all'interno di ogni griglia tenendo conto delle interazioni con i punti confinanti.
Un modello molto semplice per l'equilibrio radiativo della Terra e:
dove
- a sinistra si ha l'energia proveniente dal Sole
- il membro destro rappresenta l'energia che lascia la Terra, calcolata con la
legge di Stefan-Boltzmann
assumendo come temperatura fittizia
T
, quella che viene talvolta chiamata "temperatura di equilibrio della Terra" e che deve essere trovata,
e
- S
e la
costante solare
, cioe la radiazione solare incidente per unita di area, pari a circa 1367 W·m
?2
- e l'
albedo
media della Terra, pari a 0,3.
[2]
[3]
- r
e il raggio terrestre, circa 6,371×10
6
m
- π
= 3,141...
- , e la
costante di Stefan-Boltzmann
?circa 5,67×10
?8
J·K
?4
·m
?2
·s
?1
- e l'
emissivita
della Terra, pari a circa 0,612
Il fattore comune
πr
2
puo essere eliminato, dando
Risolvendo per la temperatura,
Questo produce un'apparente temperatura media effettiva della terra di 288 K (15 °C; 59 °F),
[4]
che tiene conto anche delle nuvole e dell'atmosfera. L'impiego dell'emissivita e dell'albedo tiene conto dell'
effetto serra
.
Questo modello molto semplice e molto istruttivo ed e anche l'unico che riesce a stare in un'unica pagina. E in grado di determinare facilmente l'effetto sulla temperatura media terrestre delle variazioni della costante solare, o di variazioni dell'albedo o dell'emissivita della Terra.
L'emissivita media terrestre puo essere stimata facilmente dai dati disponibili. Le emissivita delle superfici terrestri cadono tutte nell'intervallo 0,96-0,99 tranne per alcune piccole aree desertiche dove il valore puo scendere a 0,7.
[5]
[6]
Le nubi invece, che coprono in media meta della superficie terrestre, hanno un'emissivita media di circa 0,5
[7]
(che va ridotta per la quarta potenza del rapporto tra la temperatura assoluta delle nubi e la temperatura media assoluta della Terra) e una temperatura media di circa 258 K (?15 °C; 5 °F).
[8]
Tenuto conto di tutto si ottiene un'emissivita effettiva della terra di 0,64 (con temperatura media della terra pari a 285 K (12 °C; 53 °F).
Il modello zero-dimensionale appena descritto, che utilizza la costante solare e una data temperatura media della Terra, determina la reale emissivita terrestre della radiazione a grande lunghezza d'onda emessa nello spazio. Questo puo essere raffinato in verticale a un modello unidimensionale radiativo-convettivo, che considera due processi di trasporto dell'energia:
- transfer radiativo in
upwelling
e
downwelling
attraverso gli strati atmosferici che assorbono ed emettono radiazione infrarossa
- trasporto verso l'alto del calore per
convezione
(importante soprattutto nella bassa
troposfera
)
Rispetto al modello semplificato, i modelli radiativi-convettivi hanno il vantaggio di poter determinare gli effetti della variazione della concentrazione di
gas serra
sull'emissivita effettiva e di conseguenza la temperatura superficiale. Sono pero richiesti parametri addizionali per determinare l'emissivita e l'albedo locali e per includere i fattori che muovono l'energia attorno alla Terra.
L'albedo dovuta al ghiaccio ha inoltre un effetto sulla sensibilita globale di un modello del clima radiativo-convettivo monodimensionale.
[9]
[10]
[11]
Il modello zero-dimensionale puo essere espanso per includere l'energia trasportata orizzontalmente nell'atmosfera. Si ottiene cosi il vantaggio di permettere una dipendenza razionale dell'albedo e dell'emissivita locale dalla temperatura (cioe i poli possono essere ghiacciati e l'equatore caldo), ma la mancanza di vere dinamiche implica che deve essere specificato il tipo di trasporto orizzontale.
[12]
A seconda della natura delle questioni poste e della corrispondente scala temporale richiesta, si possono avere ai due estremi modelli concettuali piu induttivi o
modelli generali della circolazione
che operano alla piu alta risoluzione spaziale e temporale oggi disponibile. I modelli di complessita intermedia servono a colmare il divario tra i due estremi.
Un esempio e il modello Climber-3. La sua atmosfera e un modello statistico-dinamico 2,5-dimensionale con una risoluzione di 7,5° × 22,5° e un gradino temporale di mezza giornata; l'oceano e MOM-3 (
Modello modulare dell'oceano
) con un reticolo 3,75° × 3,75° e 24 livelli verticali.
[13]
I modelli generali della circolazione trattano in modo separato le
equazioni differenziali
che regolano il moto dei
fluidi
e il trasferimento di
energia
; queste sono poi integrate in funzione del tempo. Diversamente dai modelli piu semplici, i GCM dividono l'atmosfera e/o gli oceani in griglie di celle separate che rappresentano unita computazionali. Mentre i modelli piu semplici fanno assunzioni miste, i processi interni a una cella (come la convezione) che avvengono su scale troppo piccole per essere risolte direttamente, vengono parametrizzate a livello della cella, mentre altre funzioni governano l'interfaccia tra le celle.
I GCM atmosferici (
Modello generale della circolazione atmosferica
o AGCM) modellano l'atmosfera e impongono la
temperatura superficiale marina
come condizione al contorno. I GCM accoppiati atmosfera-oceano (AOGCM come ad esempio HadCM3, EdGCM, GFDL CM.X, ARPEGE-Climat)
[14]
combinano i due modelli. Il primo modello climatico generale della circolazione che combinava sia i processi atmosferici che quelli oceanici, fu sviluppato alla fine degli anni 1960 al
Geophysical Fluid Dynamics Laboratory
del
NOAA
.
[15]
Gli AOGCM rappresentano il vertice della complessita nei modelli climatici e analizzano quanti piu processi e possibile. Tuttavia sono ancora in fase di sviluppo e rimango ancora alcune incertezze. Possono essere accoppiati a modelli di altri processi, come il
ciclo del carbonio
, per meglio modellizzare gli effetti di ritorno. Questi modelli integrati multisistema sono a volte chiamati "modelli del sistema Terra" o "modelli globali del clima".
Esistono a partire dagli anni 2000 anche dei modelli climatici basati sulle
reti neurali artificiali
[16]
[17]
.
Sono state avanzate diverse critiche che riguardano sostanzialmente l'incertezza nella stima della
sensitivita climatica
, le cosiddette
parametrizzazioni
(approssimazioni di processi fisici alla scala del modello) e la completezza del modello nella descrizione del sistema climatico, nei suoi vari sottosistemi, con tutte le sue
retroazioni
. Il fisico delle particelle
Antonino Zichichi
ha criticato i modelli del clima sotto il profilo matematico,
[18]
ma diversi climatologi hanno espresso il loro dissenso sulle affermazioni di Zichichi.
[19]
[20]
Va notato che la quasi totalita delle critiche arriva da scienziati che non si sono mai occupati della fisica del sistema climatico e la cui competenza a riguardo e quantomeno discutibile.
Altri contestano sostanzialmente la validita del metodo predittivo utilizzato, cosi come l'affermazione che le cause del
riscaldamento globale
abbiano origine
antropiche
[21]
, ma l'IPCC e la comunita degli scienziati del climati e unanime sulla questione, che deriva da principi fisici fondamentali prima ancora che dalle predizioni dei modelli climatici.
J. Scott Armstrong
, professore in economia e statistica alla Wharton School,
Universita della Pennsylvania
, propose nel 2007 ad
Al Gore
una scommessa di 10.000 dollari da destinare in beneficenza, che nel periodo dei dieci anni a venire le temperature del pianeta non sarebbero aumentate. Nonostante Armstrong abbia rivendicato la vittoria della scommessa, i dati dei termometri mostrano che nel periodo 2007-2020 il trend di riscaldamento e continuato in maniera inconfutabile, e tutti gli anni dell'ultima decade sono tra i 15 anni piu caldi di sempre a livello globale.
[22]
[23]
La scommessa di Armstrong e stata inoltre criticata dal meteorologo
Gavin Schmidt
, che l'ha descritta come una scommessa basata sul "rumore meteorologico (fluttuazione della temperatura) di anno in anno" piuttosto che sul
cambiamento climatico
.
[24]
Per parlare di cambiamento climatico e infatti necessario effettuare misurazioni nell'arco di trent'anni: una valutazione nell'arco di dieci anni non e quindi significativa ai sensi del cambiamento climatico, ma solo delle variazioni del
tempo meteorologico
.
[25]
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